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Corso Di Strutture in Acciaio - Masi

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Universit degli Studi della Basilicata

Facolt di Ingegneria

Corso di
TECNICA DELLE COSTRUZIONI

STRUTTURE IN ACCIAIO

Docente:

Prof. Ing. Angelo MASI

Collaboratori:

Dr. Ing. Giuseppe Santarsiero


Ing. Vincenzo Manfredi

Indice
CAPITOLO 1....................................................................................................................... 3
1.1
1.2
1.3
1.4

INTRODUZIONE: LE STRUTTURE IN ACCIAIO ............................................................... 3


FORME E TIPI DEI PRODOTTI DA CARPENTERIA........................................................... 5
AZIONI ...................................................ERRORE. IL SEGNALIBRO NON DEFINITO.
IL MATERIALE "ACCIAIO": CARATTERISTICHE MECCANICHE ...................................... 9
1.4.1 Prova di trazione ........................................................................................ 9
1.4.2 Verifica del materiale acciaio................................................................... 13

CAPITOLO 2..................................................................................................................... 14
VERIFICHE DELLE MEMBRATURE ....................................................................................... 15
2.1 MEMBRATURE TESE ................................................................................................ 15
2.2 MEMBRATURE INFLESSE.......................................................................................... 17
2.2.1 Confronto della resistenza a flessione al variare della sezione ............... 17
2.2.2 Verifiche di resistenza............................................................................... 20
2.2.3 Verifiche di deformabilit ......................................................................... 22
2.2.4 Applicazione: verifica una trave appoggiata............................................ 24
2.3 Membrature compresse ................................................................................ 26
2.3.1 Cenni al problema dell'instabilit ............................................................ 28
2.3.2 Verifica allinstabilit............................................................................... 30
2.3.3 Applicazione Numerica: verifica di una colonna compressa ................... 33
CAPITOLO 3..................................................................................................................... 35
3.1
3.2
3.3

UNIONI TRA PROFILI DI ACCIAIO .............................................................................. 35


UNIONI BULLONATE ................................................................................................ 35
3.2.1 Verifiche delle unioni bullonate................................................................ 39
UNIONI SALDATE ..................................................................................................... 49

CAPITOLO 1
1.1

Introduzione: le strutture in acciaio

Nellambito delle costruzioni civili, le strutture portanti di un qualsiasi organismo sono


prevalentemente realizzate, oltre che in cemento armato, impiegando materiali metallici: si
tratta soprattutto di acciai da carpenteria e solo di recente sono state introdotte leghe
leggere, tradizionalmente in uso nellindustria aeronautica.
Tuttavia differenti sono le problematiche associate allimpiego dei due materiali (acciaio c.a), come viene sinteticamente illustrato di seguito.
Il comportamento meccanico delle strutture metalliche fortemente condizionato dalle
propriet del materiale acciaio, che presenta buona resistenza tanto a trazione quanto a
compressione, oltre ad elevata resistenza, tenacit ed adattabilit plastica.
Inoltre, tra i principali vantaggi connessi allimpiego di strutture metalliche si possono
annoverare:
Semplicit e maggior affidabilit di modellazione: in fase di calcolo strutturale, il
comportamento statico delle membrature in acciaio non risente delle incertezze di
esecuzione, come avviene nei getti delle costruzioni in c.a. Le schematizzazioni
teoriche possono soddisfacentemente adattarsi alla struttura reale sia per le
caratteristiche fisico - meccaniche del materiale sia per le modalit di esecuzione
delle unioni, dei collegamenti e dei vincoli. Questi aspetti si riflettono
nellimpiego di coefficienti di sicurezza pi bassi e quindi meno penalizzanti di
quelli relativi, per esempio, al c.a.; questo aspetto da un certo punto di vista pi
vero nella schematizzazione del materiale che nella realizzazione pratica dei
vincoli.
-

Rapidit di esecuzione: il procedimento costruttivo prevede una prima fase di


produzione degli elementi strutturali, che si svolge in officina sotto il diretto
controllo delle maestranze specializzate, mentre in cantiere si realizza il
montaggio mediante il collegamento tra gli elementi gi prodotti. In questo modo
la costruzione non risente delle condizioni stagionali che bloccano i procedimenti
a umido come nel caso delle costruzioni murarie e di c.a. e risulta
conseguentemente pi rapida.

Re - impiego: accanto alla riduzione dei tempi descritta, si rileva la possibilit di


trasformazione delle strutture, intesa sia come ampliamento della stessa per
variazioni funzionali dellopera, sia come intervento di rinforzo richiesto da
deficienze statiche conseguenti ad una modifica dello schema statico originario
e/o dei carichi di esercizio;

Elevato grado di efficienza: il rapporto tra la resistenza meccanica (espressa in


termini di massima tensione di calcolo) ed il peso specifico PS , per i materiali
metallici, molto elevato e sempre superiore a quello degli altri materiali da
costruzione tradizionali, come il cemento armato (si veda la Tab. I). Questo
aspetto si traduce nella possibilit di impiegare elementi strutturali di dimensioni
ridotte e quindi di peso minore. A questo si accompagna dunque un pi razionale
uso degli spazi per il minore ingombro degli elementi portanti ed un minore
impegno per le strutture di fondazione, soggette a carichi pi bassi.

Materiale da Costruzione

Muratura di mattoni
Conglomerato cementizio armato
Legno
Acciaio da carpenteria S325
S355
Leghe di alluminio

fd
Valori tipici

Peso specifico Gradi di efficienza


x 106
(fd/PS) 103

[Kg/cm2]

[Kg/cm3]

[cm]

10
60
120
1600
2400

1800
2500
800
7850
7850

5.55
24
150
203.82
305.75

1400

2800

500

Tabella 1 Confronto fra le caratteristiche strutturali di vari materiali da costruzione

Ottima risposta alle azioni dinamiche, dimostrato dall'ampio uso di questo


materiale in termini di costruzioni industriali, nei ponti ferroviari e nelle zone
sismiche.

Per contro, si annoverano alcuni svantaggi che penalizzano l'uso generalizzato del
materiale acciaio:
-

Instabilit, sia locale che globale, conseguente proprio allaumentata snellezza


delle membrature, che diventa uno degli aspetti pi significativi in fase di verifica
dellelemento e dellinsieme della struttura metallica.

Elevata deformabilit: che non consente di sfruttare appieno le capacit resistenti


e pone problemi sia di instabilit che di funzionalit dellopera. Proprio per questa
ragione si impongono delle limitazioni, oltre che sulle tensioni, anche sulle
deformazioni.

Degrado per corrosione: il materiale acciaio particolarmente sensibile allattacco


di agenti atmosferici che lo ossidano; pertanto necessaria una costante
manutenzione. Di recente sono stati prodotti nuovi tipi di acciaio (COR-TEN, ITACOR) nei quali il fenomeno della corrosione si auto - estingue in virt della
presenza di speciali additivi ferro-carbonio, rendendo superflua la protezione

Vulnerabilit considerevole nei confronti del fuoco: per le strutture metalliche si


registra una rapida diminuzione delle caratteristiche di resistenza al crescere della
temperatura: questo comporta particolare cura nei confronti degli accorgimenti da
adottare ai fini della protezione degli elementi portanti (es crollo Torri Gemelle
11/09/2001 a New York).

Emerge sin da queste considerazioni iniziali che la corretta progettazione di strutture


metalliche, le quali abbracciano tutti i settori delle costruzioni (edilizia civile e industriale,
ponti, grandi coperture, torri e pali di sostegno per elettrodotti, serbatoi e costruzioni
marittime) non pu prescindere dalla conoscenza delle problematiche fin qui richiamate.
La costruzione metallica inoltre si adatta particolarmente alle tecniche di produzione in
serie dalle quali viene condotta ad una prefabbricazione industrializzata sempre pi spinta.
Infine le moderne tecnologie danno la possibilit di introdurre nelle strutture dei materiali
con caratteristiche di resistenza differenziate, con la creazione delle cosiddetta quarta
dimensione, che si accompagna alle tre geometriche, che fornisce alla progettazione un
ulteriore elemento di scelta.
Quindi per il continuo miglioramento dei materiali ed il graduale incremento
dellindustrializzazione le strutture metalliche presentano notevoli prospettive di sviluppo.
4

Gli aspetti principali del calcolo e della verifica delle strutture metalliche verranno nel
prosieguo affrontate impiegando il metodo semiprobabilistico degli Stati Limite (SL), in
accordo con le pi recenti disposizioni normative.
1.2

Forme e tipi dei prodotti da carpenteria

Tutti i prodotti impiegati nell'ambito delle costruzioni in acciaio provengono dal processo
di laminazione, mediante il quale il profilo viene estruso attraverso l'impiego di opportuni
dispositivi atti a sagomare le unit di materiale di partenza secondo i rapporti dimensionali
e le forme richieste.
A tal proposito si sottolinea che le principali forme adottate nella pratica usuale sono
riconducibili a due tipologie:
Lamiere: che rappresentano elementi base con cui possibile realizzare qualsiasi
forma geometrica;
Profilati: i cui tipi e dimensioni derivano da una progettazione che fornisce
elementi strutturali gi prefabbricati.
Entrambe le tipologie sono classificate sui manuali tecnici di uso corrente e specificate
nello schema seguente:
Tabella 2 Elementi in acciaio

aperti
chiusi

Lamiere
Lamierini (sU1 mm)
Lamiere sottili, medie e spesse
Profilati
Ad I, profilati IPE
Ad H, profilati HE
Ad L,T,Z con lati uguali o diseguali
Tubi tondi, quadrati, rettangolari

I profili commerciali utilizzati sono designati attraverso una sigla che ne caratterizza la
geometria e le dimensioni; un esempio riportato di seguito:
IPE100

si tratta di una sezione ad I, quindi rientrante nella categoria dei


profili aperti e di altezza pari a 100 mm.

Nei comuni sagomari si trovano altri valori atti a caratterizzare geometricamente e


meccanicamente la sezione medesima (es. momenti di inerzia, peso unitario). In figura 2
riportato un estratto da un sagomario riguardante travi di tipo Ipe.
Si raccomanda massima attenzione sulle unit di misura, dal momento che esse sono di
volta in volta segnalate in corrispondenza di ciascuna grandezza.
Si possono poi ottenere profilati composti con lamiere saldate e lamiere stampate a freddo
(lamiere grecate, ondulate etc)

Figura 1 Profilati in acciaio

Figura 2 Tabelle dei profili IPE

Figura 3 - Tabelle dei profili HE

Figura 4 Profili composti

1.3

Il materiale "acciaio": caratteristiche meccaniche

Le caratteristiche meccaniche dei materiali vengono valutate attraverso prove di


qualificazione e le modalit del loro svolgimento, di natura convenzionale, vengono fissate
dalle Normative vigenti.
Per gli acciai da carpenteria le principali prove di qualificazione sono:
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
i)
j)

prova completa di trazione


analisi chimica
esame macrografico (impronte Bauman)
esame micrografico
prova di durezza
prova di resilienza
prova di piegatura
prova di compressione globale
prove di fatica
determinazione delle tensioni residue

La prova pi significativa, per il tipo ed il numero delle informazioni che in grado di


fornire, senz'altro quella di trazione.
1.4.1 Prova di trazione
Consideriamo una barra metallica di lunghezza utile L e sezione A, soggetta ad uno stato
di sollecitazione monoassiale (forza F): con opportuna strumentazione, si ricavano i
diagrammi di carico - allungamento (P-L) da cui, note le caratteristiche della macchina di
prova e della geometria del provino, sono deducibili i diagrammi tensione deformazione
(-), dai quali si evince il comportamento meccanico dei materiali.
F

Sezione A

L
Figura 5 Elemento sottoposto a prova di trazione

La lunghezza utile della barra (ossia la parte di barra sulla quale si misurano le
deformazioni, mentre la lunghezza totale richiede anche tratti per linserimento nella
macchina di prova) utilizzata nella prova standard e pari a: L = 5.65 (A)0.5
Dalla teoria dell'elasticit valgono le relazioni:
=F/A
= L / L
Il diagramma tensione/deformazione ha tipicamente l'andamento mostrato di seguito:

Figura 6 Grafici tensione deformazione

Si distinguono diversi campi, ognuno dei quali individua uno specifico comportamento del
materiale.

Figura 7 Prova di trazione su provini in acciaio

Intervallo OP [0, p]:

Intervallo PE [p, e]:

Intervallo ES [e, s]:

Intervallo SI [s]
Intervallo IR [s, r]:

l'andamento del diagramma lineare con pendenza E = /


(modulo di elasticit lineare); entro questo intervallo il
comportamento del materiale elastico. Il valore p
definito tensione limite di proporzionalit e rappresenta il
valore oltre il quale il materiale entra nel campo non elastico.
entro questo intervallo il comportamento del materiale
ancora elastico ma non lineare ed definito dal modulo
tangente Et=d/d. Il valore e definito tensione limite di
elasticit e rappresenta il valore oltre il quale il materiale
entra nel campo non elastico. Operativamente molto
difficile distinguere i due punti e e p e pertanto si suole
considerarli coincidenti.
l'andamento del diagramma non lineare; entro questo
intervallo l'acciaio impegna le sue riserve plastiche fino alla
soglia indicata con s che viene denominata tensione di
snervamento. Inoltre, scaricando il provino, si registra una
deformazione residua : il diagramma di scarico ancora
rettilineo e parallelo al tratto iniziale OP.
La tensione rimane constante e pari quella di snervamento
mentre si ha un incremento di deformazione. Questa fase
detta snervamento.
l'andamento del diagramma non lineare; entro questo
intervallo l'acciaio assume un comportamento incrudente. Il
valore r viene indicato come tensione di rottura.

Gli acciai per i quali si distingue nettamente il valore di s vengono definiti "dolci"; quelli
per i quali questo valore non deducibile direttamente ma in maniera convenzionale si
definiscono "duri".

10

Solo per gli acciai extra dolci si presenta un allungamento spontaneo senza incrementi di
tensione(fenomeno dello snervamento), caratterizzato da un tratto sub orizzontale SI. Per
gli acciai speciali e per le leghe di alluminio un limite di snervamento vero e proprio non
esiste ed il limite di elasticit viene convenzionalmente individuato in quel valore della
tensione cui corrisponde una deformazione residua pari a: 0.1% (0,1) o allo 0.2 % (0,2),
come indicato nella figura successiva.

Figura 8 Prova di trazione acciaio speciali

Landamento decrescente dellultimo tratto R-.. solo apparente in quanto la macchina di


prova non tiene conto del fatto che, a causa della contrazione laterale del provino, lo stato
pensionale non pi mono - assiale e la strizione (fenomeno di riduzione della sezione
trasversale) prevale sullincrudimento. Il valore r un indice importante delladattabilit
plastica del materiale.

Tipi di acciaio
Le caratteristiche degli acciai da carpenteria metallica sono elencate al punto 11.3.4 del
DM 14.01.2008. Nell'ambito delle costruzioni metalliche previsto limpiego di pi
tipologie di acciaio, classificate in Normativa. Quelle pi comunemente utilizzate nelle
strutture civili sono: S235(ex Fe 360), S275 (ex Fe 430), S355 (ex Fe 510).
Il numero che segue la sigla S rappresenta la tensione di snervamento caratteristica (fyk)
in N/mm2 (per elementi con spessore minore di 40mm). Il parametro ftk la tensione di
rottura caratteristica.

11

Figura 9 - Tipi di acciaio contemplati dal DM14.01.2008 (tabella 11.3.IX)

Modulo di elasticit trasversale

G=E / [2(1+)]=80750

Densit

S=7850 kg/m3

N/mm2

Resistenza di calcolo degli acciai da carpenteria


Ricordando che le tipologie di acciaio di impiego corrente nell'ambito delle costruzioni
metalliche sono designati attraverso le sigle S235, S275, S355, si indica come resistenza di
calcolo il valore fd, ovvero la tensione di snervamento fyk (precedentemente indicata con il
simbolo s) ridotto considerando il suo valore caratteristico fyk diviso di un opportuno
coefficiente M :
fd = fyk/M
Il valore di M dipende dalle modalit con cui si effettua la verifica della sezione (punto
4.2.4.1.1 del DM 14.012008).
Si riporta di seguito la tabella di normativa che elenca i valori di M

Figura 10 Coeff. di sicurezza di cui al DM 14.01.2008

12

Per i casi di maggiore interesse (Resistenza delle sezioni di classe 1-2-3-4, e Resistenza
allinstabilit) si deve adottare un valore di M pari a 1.05.
Quindi per un acciaio S275, ad esempio si avr, fd = fyk/M = 275/1.05 = 261.9 MPa
1.4.2 Verifica del materiale acciaio
La prova di trazione fornisce un valore di resistenza (fy o ft) di tipo monoassiale, dunque
anche la resistenza di calcolo fd sar un valore monoassiale. La verifica di resistenza
deriver dal confronto tra la tensione massima indotta dalle azioni e la resistenza di
calcolo.
In presenza di stati tensionali pluriassiali si considera una tensione ideale id che tiene
conto dellazione contemporanea di pi tensioni, equivalente ad un valore monoassiale
convenzionale, corrispondente ad uno stato tensionale complesso.
La tensione ideale viene calcolata come segue:
Stato tensionale piano

id = (x2+y2-xy+3xy2)0.5

Flessione e taglio

id = (x2 + 3xy2)0.5

Taglio puro

id = xy (3)0.5

La verifica consiste nel controllare: id fd = fyk/M0


M0 = 1.05

y
x

xy

yx

X
Figura 10 a - Stato di tensione piano

13

Classificazione delle sezioni in acciaio


Le sezioni trasversali degli elementi strutturali si classificano in funzione della loro
capacit rotazionale C definita come:

essendo r e y le curvature corrispondenti rispettivamente al raggiungimento della


deformazione ultima ed allo snervamento. Si distinguono le seguenti classi di sezioni:
classe 1 quando la sezione in grado di sviluppare una cerniera plastica avente la capacit
rotazionale richiesta per lanalisi strutturale condotta con il metodo plastico di cui al
4.2.3.2 del DM 14.01.2008 senza subire riduzioni della resistenza. Possono generalmente
classificarsi come
tali le sezioni con capacit rotazionale C 3
classe 2 quando la sezione in grado di sviluppare il proprio momento resistente plastico,
ma con capacit rotazionale limitata. Possono generalmente classificarsi come tali le
sezioni con capacit rotazionale C 1,5
classe 3 quando nella sezione le tensioni calcolate nelle fibre estreme compresse possono
raggiungere la tensione di snervamento, ma linstabilit locale impedisce lo sviluppo del
momento resistente plastico;
classe 4 quando, per determinarne la resistenza flettente, tagliante o normale, necessario
tener conto degli effetti dellinstabilit locale in fase elastica nelle parti compresse che
compongono la sezione. In tal caso nel calcolo della resistenza la sezione geometrica
effettiva pu sostituirsi con una sezione efficace.
Le sezioni di classe 1 e 2 si definiscono compatte, quelle di classe 3 moderatamente snelle
e quelle di classe 4 snelle. Al crescere della classe di appartenenza della sezione
diminuisce la duttilit cio la capacit rotazionale dopo aver raggiunto il primo
snervamento.
Le sezioni pi comunemente utilizzate in carpenteria metallica cio travi IPE ed HE
sono di classe 1.

Classe 4

Classe 3

Classe 2

Classe 1

r=2.5 y

r=4 y

Figura 11 Classificazione delle sezioni

14

CAPITOLO 2
Verifiche delle membrature
La verifica delle membrature dacciaio si caratterizza in funzione dello stato tensionale
prodotto dai carichi applicati.
Si dettaglier pertanto di seguito il procedimento di verifica delle membrature tese, di
quelle inflesse e di quelle compresse, cercando di coglierne il comportamento fisico ed
applicando i dettami di norma.
2.1

Membrature tese

N
1) arco
N
2) pensilina sospesa

catena

Aste tese diagonali


3) capriata
Figura 14 Esempi di aste tese

Gli schemi statici sopra riportati rappresentano esempi di strutture nelle quali sono presenti
elementi soggetti a trazione.
Nella realizzazione esecutiva delle tipologie 1) e 2) si adottano generalmente fili, cavi e
tubi, per la 3) si adottano profilati singoli e profilati accoppiati (ad esempio 2 profili a L).
Verifica
Lazione assiale di calcolo NEd ,dovuta ai carichi applicati alla struttura, deve rispettare la
seguente condizione:

15

dove Nt,Rd la resistenza di calcolo a trazione che, nel caso di membrature con sezioni
indebolite da fori per collegamenti bullonati o chiodati, deve essere assunta pari al minore
dei valori seguenti:
a)
la resistenza plastica della sezione lorda, A

Con M0 =1.05
b) la resistenza a rottura della sezione netta, Anet, in corrispondenza dei fori per i
collegamenti

con
Anet = area netta della sezione depurata delle filettature (tondini) o dai fori
(profilati) e M2 =1.25
.
Nel caso la sezione non sia indebolita da fori Nt,rd = Npl,rd

Applicazione:
Si consideri il sistema indicato in figura, soggetto alla forza esterna F.
F

R
L

F/2

Figura 15 Arco a 3 cerniere

Risolvendo il problema statico, dal valore delle reazioni vincolari, si ha:


R = F/2 * 1/sin
NEd = R cos = F/(2 * tg)
tg = 2h/L
NEd = (F/2) (L/2h) = FL/(4h)
La verifica consiste nel controllare che il minore valore tra Npl,Rd e Nu,Rd sia maggiore
dellazione Ned. In assenza di fori si deve verificare che Ned Npl,rd

16

2.2
Membrature inflesse
Gli elementi inflessi sono quelli soggetti prevalentemente ad un regime di sollecitazioni
flesso-taglianti: lesempio pi comune rappresentato da una trave appoggiata alle
estremit e soggetta a carichi verticali concentrati o distribuiti.
Dimensionamento e verifiche
Per gli elementi inflessi si trattano di seguito le verifiche:
-

di resistenza
di deformabilit

Prima di affrontarle, si confronta la risposta a sollecitazioni flettenti di sezioni aventi forma


diversa.

2.2.1 Confronto della resistenza a flessione al variare della sezione


F
H

Asse neutro

FL/4
L
Figura 16 Trave appoggiata con carico concentrato in mezzeria

Si consideri lo schema, sopra rappresentato, di trave appoggiata soggetta all'azione di una


forza concentrata F in corrispondenza della mezzeria.
Il massimo valore del momento flettente pari a FL/4.
Si vuole confrontare di seguito l'effetto del momento flettente a parit di area totale di
sezione ma variandone la morfologia.
Si ipotizza di adottare una sezione simmetrica rispetto allasse x (orizzontale) e pertanto le
tensioni normali indotte dalla forza F avranno andamento a farfalla con asse neutro in
corrispondenza di H/2.
Si considerino le tre sezioni indicate di seguito:
caso 1) sezione rettangolare
b=30 cm
H=60 cm;
Asse neutro

H/2

H/2

17

Larea della sezione ed il momento di inerzia valgono:


Arett=1800 cm2
M H FL / 4 H
=
Irett = 1/12 bH3=540000 cm4 da cui si ottiene max =
I rett 2
I rett 2
caso 2) Sezione IPE SI,1
si mantengono costanti larea e laltezza della sezione, ricavando poi le altre dimensioni. Si
ottiene la seguente sezione

H = 60 cm

Figura 17 Sezione a doppio T

Larea della sezione ed il momento di inerzia, somma dei contributi dei singoli rettangoli,
pari a :
ASI,1=1800 cm2
ISI,1=(70*603/12)-2*(40-303)/12=1080000 cm4
Rispetto al valore del momento di inerzia della sezione rettangolare si ha :
ISI,1 / Irett =1080000/540000 =2
Questo implica che in una sezione con inerzia doppia rispetto a quella di riferimento, la
massima tensione agente risulta essere pari alla met.
M H
max,SI,1=(0.5*max,rett)
max =
I Ipe1 2
Caso 3) Sezione IPE SI,2
Si mantengono costanti larea a la base della sezione, ricavando poi le altre dimensioni, in
particolare laltezza
HSI,2 =140 cm (2.3 volte HSI,1)

18

Figura 18 Sezione a doppio T allungata

In modo analogo al caso precedente si ha:


ASI,2=1800 cm2
ISI,2=3980000 cm4
ISI,2 / Irett =3980000/540000 =7.3
In questo caso la massima tensione vale:
max,SI,2 = (1/3.2*max,rett )

Tabella 3 Momenti di inerzia

I/Irett
/rett

Irett

ISI,1

ISI,2

540000
1
1

1080000
2
0.5

3980000
7.3
0.31

Pertanto, pur mantenendo costante larea della sezione, ossia la quantit di materiale, si
possono avere inerzie ed effetti molto diversi modificando la geometria della sezione.

19

2.2.2 Verifiche di resistenza

Si consideri la trave appoggiata di luce L rappresentata di seguito:


F

Caso a

A2

M
V

FL/4
F/2
-F/2
L

Caso b
B1

B2
qL2/8

ql/2
L
Figura 19 Diagrammi delle sollecitazioni

Risolvendo lo schema statico sopra indicato, si deduce che le sezioni critiche sono la A2
per il caso a) e le B1 (taglio max) e B2 (momento flettente max) per il caso b).

Figura 20 Diagrammi delle tensioni sulla sezione

Spostando lattenzione dallintera trave alla singola sezione, le fibre critiche sono le c1, c2
e c3:
c1 max
c2 id=(2+32)0.5
c3 max
20

Il valore della massima tensione normale :


max=(M/I) H/2 max=M/W
con W=I/H/2
I=[B t (H/2)2]*2+sh3/12
W=(BtH2/2+sh3/12)*2/H
Assumento H h si ottiene:
W=(Bt+sh/6)H
Trascuriamo sh/6 che nettamente minore di Bt e si ottiene:
WBtH
max=M/(BHt)
Per quanto riguarda leffetto del taglio, in fase di dimensionamento si pu anche assumere
(vedi diagramma (*)) che
max=V/(sh)
Verifiche: sempre max oppure max fd = fyk/M
Es A2) M max
V max

id = max 2 + 3 max 2 f d = fyk/M

21

2.2.3 Verifiche di deformabilit

Per gli schemi statici di seguito riportati sono disponibili nella manualistica corrente i
valori degli spostamenti massimi prodotti da un assegnato carico applicato.

F
Caso a

1/48 FL3/EI

Caso b

5/384 qL4/EI

F
Caso c
1/3 FL3/EI

q
Caso d
1/8 qL4/EI

Figura 21 Deformazioni per diversi schemi di travi

La Normativa (DM 14.01.2008) stabilisce dei limiti ai valori di max derivanti dall'esigenza
di garantire la funzionalit delle strutture e di evitare danni alle opere complementari
(impianti, intonaci, tamponature). Le indicazioni riguardo i massimi valori degli
spostamenti verticali sono riportati al punto 4.2.4.2.1 delle norme in termini di frazioni
della luce L dellelemento da verificare.
La verifica di deformabilit si ritiene soddisfatta allorquando si ha:
max L

22

con L luce dellelemento considerato. Nel calcolo della freccia totale deve tenersi in conto
anche la eventuale contro freccia 1 fornita in fase di progetto al fine di limitare il valore
dellabbassamento.

Figura 22 Limiti di deformabilit

23

Comportamento ad arco

Parte di muratura
che scarica sulla
trave

L/2

L/2

L/2

(andamento parabolico)
Pmax

Peso del muro


L
V
V

Figura 23 Effetto arco

Dai manuali si ricava che :


Mmax = 0.1042 pmax/L2
T = pmaxL/3
= 0.01059 pmaxL4/EI
Deve risultare max ossia 1/250 L
2.2.4 Applicazione: verifica una trave appoggiata

Si riporta di seguito un esempio numerico di calcolo di una trave appoggiata, applicando le


relazioni generali descritte ai punti precedenti, secondo il metodo degli S.L.

Qk
Gk
L = 4.0 m
Figura 24 Trave con carico permanente e accidentale

Prima di effettuare le verifica bisogna scegliere una sezione. Quindi si effettua un


predimensionamento che in questo caso consiste nelladottare un'altezza pari a:
24

HL/15=400/15=265 mm

IPE240

ossia una trave IPE 240

I=3890 cm4

H=240 mm

Azioni di progetto:
Gk=22.0 kN/m;

Qk=14.26 kN/m

S.L.U.
Fd,SLU=1.3 Gk + 1.5 k = 50 kN/m
S.L.E. (rara): Fd,SLE= Gk + k = 36.26 kN/m

Msd,SLU = Fd L2/8=100.0 kNm

Materiale
S355: fyk = 355 MPa
fd = fyk/M0 = 355/1.05=338 MPa
Freccia max da norma
max = 2 (trave porta-tamponatura: elementi fragili) /L1/350 ( 400/350=1.14 cm)
Verifica IPE240
max=(Msd/I) H/2=308.5 MPa < fd
2=5/384 Fd L4/EI=1.55 cm>1.14 cm

OK
NO

Si sceglie a questo punto una trave pi alta ossia


IPE270

I=5790 cm4

H=270 mm

Verifica IPE270
max=Msd/I H/2=233MPa< fd = 338 MPa
2=5/384 Fd L4/EI=1.08 cm <1.14cm

OK
OK

La trave con sezione IPE270 soddisfa entrambe le verifiche.

25

2.3

Membrature compresse

Di seguito sono riportati esempi di strutture con membrature compresse.


q

colonne

puntoni
Disposizione "errata"

Disposizione corretta

puntoni

Figura 25 Esempi di strutture con elementi compressi

26

Verifiche di resistenza

La relazione da controllare ai fini delle verifiche :


=N/An U fd
In realt una normale verifica di resistenza non si effettua praticamente mai poich il
comportamento di un'asta compressa essenzialmente condizionato dal fenomeno dell'
instabilit.
In genere ci occupiamo di sicurezza dando per scontato che la struttura sia in equilibrio.

SICUREZZA

stabile

EQUILIBRIO

indifferente

instabile

Figura 26 Tipi di equilibrio

Lequilibrio stabile indicativo del comportamento per il quale ad un allontanamento del


corpo dal punto di potenziale minimo corrisponde il ritorno nella posizione di partenza;
lequilibrio indifferente proprio del corpo che non risente del discostamento dalle
condizioni iniziali; lequilibrio instabile invece caratterizzato dal fatto che una
perturbazione anche molto piccola delle condizioni iniziali allontana irreversibilmente il
corpo dalle stesse.
Nelle verifiche classiche di resistenza abbiamo a che fare con una condizione di euilibrio
stabile. Questo non accade nel caso delle aste compresse snelle
Per le colonne destinate a sopportare sforzi di compressione si adottano generalmente i
profili indicati di seguito:
Sezioni chiuse: prevalenza di carichi verticali

Sezioni aperte: anche per carichi orizzontali

Figura 27 Sezioni aperte e sezioni chiuse

27

2.3.1 Cenni al problema dell'instabilit

Unasta metallica soggetta ad unazione di compressione, se eccessivamente snella in


rapporto alle condizioni di carico, geometriche e di vincolo, tende ad instabilizzarsi, cio
ad inflettersi ruotando attorno allasse x o y, nella direzione di maggior debolezza (in fig.
28 x la direzione di massima debolezza, con inflessione attorno allasse y).
Il parametro meccanico che maggiormente condiziona il fenomeno dellinstabilit la
snellezza, indicata con . La snellezza di unasta funzione della sua lunghezza libera di
inflessione L0 (a sua volta dipendente dalla lunghezza geometrica L e dalle condizioni di
vincolo dellasta) e del raggio di inerzia minimo min, che porta in conto linerzia della
sezione trasversale: =L0/min .
N

x
y

Figura 28 Elemento soggetto a compressione

Nel caso della colonna in esame si ha:


Ix > Iy

Iy = Imin

min = (Imin / A)0.5

dove A larea della sezione trasversale.


Per ogni asta, nota la sua lunghezza geometrica, la sua sezione e le condizioni di vincolo in
testa ed al piede, possibile calcolare il valore dellazione di compressione N che la
instabilizzerebbe; questo valore definito carico critico Ncrit .
La prima definizione di carico critico si deve ad Eulero:
Ncrit = 2 E Imin /( L)2
In cui E il modulo elastico normale del materiale di cui fatta lasta, tiene conto delle
condizioni di vincolo ed L0 la lunghezza libera di inflessione, ossia la distanza da due
punti di flesso consecutivi della deformata.

=1

=2

=0.5

L0

Figura 29 Vincoli sulle aste e lunghezza libera di inflessione

28

Le ipotesi poste alla base della espressione fornita da Eulero sono le seguenti:
1) Asta ideale
2) Materiale a comportamento elastico - lineare
3) Materiale infinitamente resistente
Ricordando la definizione di snellezza =L0/min, lespressione di Eulero pu essere
riscritta nella seguente forma:
crit = Ncrit /A = 2 E Imin /(AL02) = 2 E A 2min /(AL02)
Da cui ricordando che = L0 / ( 2/L02=1/ 2):
crit = 2 E /2
Le variabili in gioco, ossia crit e , sono pertanto legate da una funzione denominata
iperbole di Eulero (fig. 30)

iperbole di Eulero

fy

aste
tozze

curva critica reale

aste
snelle
lim

continuit fisica del


fenomeno reale
(imperfezioni meccaniche e geometriche dell'asta)

Figura 30 Iperbole di Eulero

In realt il materiale elasto - plastico e ha resistenza finita fy, per cui esiste una snellezza
limite lim in corrispondenza della quale si ha il passaggio dalle cosiddette aste tozze che
vanno in crisi poich viene superata la resistenza fy, alle aste snelle nelle quali la crisi si
verificher per instabilit.
La snellezza limite si ottiene a partire dalla espressione della crit sostituendovi il valore fy:
lim = (E/ fy)0.5
Per tenere conto delle imperfezioni (passaggio da asta ideale ad aste reali) vanno
considerate le curve adimensionalizzate riportate nella figura 31.
Le curve critiche a, b, c, d sono state ricavate sulla base di studi teorici e sperimentali per i
tipi di sezione pi frequentemente usati per le colonne e sono fornite in forma analitica
dalla normativa (vedi fig. 32).
29

crit/f y
imperfezioni: -

a
b
c
d

0.2

/lim

Figura 31 - Curve critiche adimensionalizzate

2.3.2 Verifica allinstabilit

La verifica allinstabilit si effettua conformemente al punto 4.2.4.1.3.1 del DM


14.01.2008.
Deve risultare che:

Dove
un coefficiente riduttivo

la snellezza adimensionale
M1=1.05

30

In cui un fattore di imperfezione da ricavare in base alla tabella in figura 32.


Ncr il carico critico elastico della colonna pari a Ncr = 2 E Imin /( L)2 , introdotto in
precedenza.

31

Figura 32 Fattori di imperfezione

32

2.3.3 Applicazione numerica: verifica di una colonna compressa

Si vuole effettuare una verifica allinstabilit di una colonna di altezza h=3.5 m soggetta ad
un carico di NEd=80 kN incastrata ad un estremo.
Il tipo di acciaio S275.
La sezione della colonna un HEA160 con h=152 mm e b=160 mm si ha h/b<1.2 e
tf < 100 mm (tf =spessore delle ali, tw = spessore dellanima, z = asse debole, y= asse
forte)
z

tf

tw
y

z
b
La curva di instabilit (considerando linstabilit rispetto allasse y-y) da considerare la
c con = 0.49 in base alla tabella 4.2.VI del DM 14.01.2008.
Lo schema di vincolo quello di incastro alla base

Figura 33 Modalit di instabilizzazione

1) Valutazione di
= ( L) / min
in cui tiene conto dei vincoli presenti, L la lunghezza dellasta, e min = 3.98cm il
raggio di inerzia relativo allasse debole. Per il calcolo di si ha un incastro alla base e
nessun vincolo in sommit, pertanto:

33

L
L0=L=2L

=2

Figura 34 Valutazione di e di L0.

min:

L'inerzia minima quella individuata da Iz (quindi l'inflessione si verificher nel


piano y-y) e si adotter min = z = 3.98 cm

Da quanto detto si avr:


= L / min = 2 * 350 / 3.98 = 176
2) Valutazione di Ncr
Ncrit = 2 E Imin /( L)2= 2210000615.6104 /(23500) = 260388

3) Valutazione di

3877 275
A fyk
=
= 2.02
260388
Ncr

utilizzando le espressioni seguenti si pu determinare

= 0.5[1 + ( 0.2) + ] = 0.5[1 + 0.49(2.02 0.2) + 2.02 ] = 2.98


Risulta = 0.19
Infine si effettua la verifica tramite la seguente espressione:
N b ,Rd =

A fyk 0.23 3877 275


=
= 192926 N = 192.9kN > N Ed = 80kN
M1
1.05

La verifica soddisfatta.

34

CAPITOLO 3
3.1

Unioni tra profili di acciaio

Come indicato in precedenza, la peculiarit delle costruzioni metalliche risiede nella


tecnologia di assemblaggio delle membrature: pertanto il corretto dimensionamento delle
unioni tra profili diventa il punto essenziale del loro studio in termini di progettazione e
verifica.
Lassemblaggio degli elementi metallici viene effettuato generalmente mediante:
a) unioni chiodate (ormai in disuso);
b) unioni bullonate;
c) unioni saldate.
Con queste tecniche vengono realizzati sia i collegamenti fra diverse membrature che, in
casi particolari (dimensioni molto elevate non standard), le membrature stesse.
In alcuni casi lassemblaggio avviene adottando diversi tipi di unione, generalmente
concentrando le operazioni di assemblaggio mediante saldatura in officina e riservando
quelle di bullonatura al cantiere.
Le unioni saldate sono in qualche modo pi rigide e non rimovibili rispetto a quelle
bullonate.
Nel prosieguo si dettaglieranno gli aspetti relativi alle unioni bullonate mentre per quelle
saldate ci si limiter ad illustrare qualitativamente gli aspetti principali.

3.2

Unioni bullonate

Tecnologia delle unioni bullonate

Le unioni bullonate presentano, rispetto a quelle saldate, una maggiore indipendenza dalle
condizioni atmosferiche e minore esigenza di manodopera specializzata; inoltre presentano
largo impiego nella realizzazione di strutture provvisorie, suscettibili di successivo
smontaggio ed eventuale trasformazione.
Nel dettaglio, l'obiettivo che l'unione bullonata deve realizzare il collegamento tra due o
pi elementi; naturale che essa deve essere progettata in modo da risultare staticamente
efficace, cio in grado di trasferire le sollecitazioni agenti da un elemento all'altro.
Operativamente, per collegare i due elementi a e b, indicati in figura occorre sovrapporli,
forarli e inserire un elemento che garantisca alle singole unit di diventare un unico corpo
strutturale.

35

Figura 35 Unione bullonata semplice

Le unioni bullonate vengono realizzate mediante organi stampati o torniti definiti bulloni
(uno schema riportato di seguito).

filettatura

dado

gambo

testa

Figura 36 Bullone

Il bullone costituito in genere da una vite con testa, di forma generalmente esagonale, da
un dado anche esso esagonale impegnato nel gambo filettato della vite.
Nei giunti bullonati assume grande importanza il gioco gambo foro, da cui discendono
prescrizioni precise di norma sulla foratura e la disposizione dei vuoti rispetto agli spessori
impiegati. I fori devono avere diametro uguale a quello del bullone maggiorato al massimo
di 1 mm, per bulloni sino a 20 mm di diametro, e di 1,5mm per bulloni di diametro
maggiore di 20 mm
In presenza di vibrazioni indispensabile luso di controdadi, di rosette di tipo elastico o di
altri sistemi speciali.
Gli elementi che caratterizzano meccanicamente il bullone sono:
il diametro d,
la classe di appartenenza del bullone
La normativa italiana considera 5 classi di bulloni
bulloni normali (classi 4.6, 5.6, 6.8)
bulloni ad alta resistenza (classi 8.8, 10.9)
Le cui caratteristiche meccaniche sono riportate di seguito

36

Figura 37 Valori di resistenza dei bulloni (Tabella 11.3.XII.b del DM 14.01.2008)

fyb la tensione di snervamento


ftb la tensione di rottura
La resistenza complessiva dipende anche dal diametro del bullone: i diametri commerciali
sono compresi tra 12 e 30 mm.
La scelta di una classe di resistenza abbinata al diametro opportuno ci consente di ottenere
la resistenza che i bulloni devono avere per sopportare una determinata sollecitazione.
Comportamento meccanico di una unione bullonata

Consideriamo due lamiere soggette ad un carico di trazione F.

F
F

Figura 38 Unione bullonata soggetta a trazione

Per effetto della forza applicata, tende a verificarsi uno spostamento relativo tra le due
lamiere; per comprendere il comportamento dellunione occorre considerare il modo in cui
il bullone realizza il collegamento. Lunione infatti realizzata nel rispetto di alcune
regole.
Un primo aspetto da considerare legato alla forza di precarico con la quale si stringe il
bullone, serraggio, effettuato con chiave dinamometrica che consente di controllare lentit
della sforzo prodotto nel bullone in modo compatibile con la resistenza del bullone stesso,
pari a:

dove ftb la tensione di snervamento e Ares larea resistente del bullone che tiene conto
della presenza della filettatura, M7 =1.10

37

Tabella 5 Aree resistenti dei bulloni

Per realizzare lo sforzo Fp,cd necessario applicare una coppia di serraggio, pari a:
Ts = 0.2 * Fp,Cd * d
In altre parole, in un collegamento bullonato necessario che il dado sia avvitato al bullone
con una coppia Ts.
Coppia (Nm)

Forza (N)

Figura 39 Chiave dinamometrica

Questa forza detta forza di pretrazione o precarico.


Avvitando il dado le due lamiere tendono ad avvicinarsi, quindi il bullone tende a
schiacciare queste lamiere che sono compresse dalla forza Fp,cd.
Per reazione il bullone teso dalla forza Fp,cd perch il bullone vorrebbe accorciarsi ma non
lo pu fare: le lamiere sono compresse ed il bullone, nell'accorciamento impedito, rimane
teso. Per effetto del contatto tra le lamiere si determina una resistenza per attrito che si
oppone allo spostamento relativo tra le lamiere.
Il comportamento di una unione bullonata illustrato nella figura riportata di seguito (
lo spostamento relativo tra le due lamiere).
F
Fu
Ft
attrito

Taglio

Figura 40 Comportamento di una unione bullonata ad attrito

38

Nella prima fase, sotto lazione della forza F, non si registrano spostamenti apprezzabili
all'aumentare della forza.
In corrispondenza di un certo valore Ft della forza, il comportamento cambia in maniera
brusca e cio lo spostamento aumenta in maniera consistente, senza che la forza esterna
aumenti.
A questo punto stata superata la resistenza per attrito, tra lamiere superiore ed inferiore,
originata dalla forza di serraggio per il collegamento che vi tra bullone e lamiere.
Lincremento di spostamento a forza costante si ferma quando la superficie del bullone
viene a contatto con la parete interna del foro nel quale inserito (per esigenze di
montaggio il foro ha sempre un diametro leggermente maggiore di quello del bullone).
Appena il bullone viene a contatto con la parete del foro inizia ad opporsi allo spostamento
relativo, non pi per effetto dellattrito ma per effetto del taglio, lavorando sostanzialmente
come un perno.
Per avere ulteriori spostamenti relativi la forza applicata deve aumentare, fino ad arrivare
ad un valore Fu (forza ultima ) oltre il quale si ha la crisi definitiva dellunione bullonata
che, come vedremo, pu essere causata da diversi possibili meccanismi di rottura.
Quindi in sintesi, si distinguono due fasi: nella prima il bullone lavora per attrito; nella
seconda l'unione bullonata lavora a taglio.
Resistenza per attrito

Ft = Fp,cd

dove Fp,cd la forza che tiene unite le due lamiere e il coefficiente di attrito.
Il coefficiente di attrito tanto pi grande quanto pi le superfici sono scabre,
generalmente il valore di pari a:
0.45 quando le giunzioni siano sabbiate al metallo bianco e protette sino al
serraggio dei bulloni,
0.30 in tutti gli altri casi.
Una superficie trattata una superficie a cui stata conferita artificialmente una certa
scabrezza.
Quanto pi il bullone resistente, tanto pi grande la forza di pretrazione e quindi
maggiore sar la Ft.
La Normativa Italiana permette di utilizzare giunzioni che lavorino ad attrito solo se si
adottano bulloni ad alta resistenza.
3.2.1 Verifiche delle unioni bullonate

Dal momento che si riconosce un campo in cui il comportamento regolato dall'attrito ed


un altro in cui invece occorre considerare il taglio si discutono di seguito le specifiche delle
verifiche ad attrito e taglio (punto 4.2.8.1.1 del DM 14.01.2008).
a) Unioni ad attrito

Deve risultare:
F Fs,Rd
in cui :
M3 = 1.25 allo SLU e
M3 = 1.10 allo SLE

con

Fs,Rd = n Fp,cd / M3

39

= 0.30-0.45
n il numero di superfici a contatto
In caso di serraggio controllato si pu assumere M7 = 1.0 anzich 1.1. Il serraggio
controllato quello che avviene per mezzo di chiave dinamometrica.
Si ricorda che le unioni il cui meccanismo resistente affidato all'attrito, richiedono
l'utilizzo di bullone ad alta resistenza, cio delle classi 8.8 e 10.9.
In tali bulloni, attesi gli elevati valori delle tensioni di snervamento, si possono applicare
elevati sforzi di pretrazione Fp,cd e quindi realizzare forti condizioni di precompressione
delle lamiere a contatto.
b) Unioni a taglio

Figura 41 Taglio del bullone

Una volta vinta la resistenza per attrito, in una unione bullonata i possibili meccanismi di
collasso che possono verificarsi sono i seguenti:

40

1. rottura della lamiera per trazione


Lo sforzo normale di trazione NEd
F
F

NEd

NEd

Figura 42 Trazione nella lamiera

deve risultare

dove la resistenza di calcolo a trazione Nt,Rd di membrature con sezioni indebolite da fori
per collegamenti bullonati o chiodati deve essere assunta pari al minore dei valori
seguenti:
a) la resistenza plastica della sezione lorda, A,

b) la resistenza a rottura della sezione netta, Anet, in corrispondenza dei fori per i
collegamenti

41

2. rottura del bullone per taglio


d

NEdf
NEd
f

b = NEd/An = F/(d2/4)

Figura 43 Rottura del bullone a taglio

La resistenza di calcolo a taglio dei bulloni e dei chiodi Fv,Rd, per ogni piano di taglio che
interessa il gambo dellelemento di connessione, pu essere assunta pari a:

Se per il piano di taglio passa la filettatura. In questo caso Ares larea resistenza netta
tenuto conto della presenza della filettatura.
Se il piano di taglio non passa per la filettatura si ha, per tutti i tipi di bulloni

La verifica soddisfatta se Fv,Rd d


a)

b)

Figura 44 Sezione di taglio priva di filettatura a), con filettatura b)

Il sistema indicato nella figura precedente presenta nella condizione a) un bullone che nella
superficie soggetta a taglio non munito di filettatura per cui larea va considerata per
intero a differenza della condizione b) dove invece la sezione sollecitata a taglio e munita
di filettatura. In questultimo caso larea da considerare Ares prevedendo quindi
unopportuna riduzione dovuta alla filettatura.
42

I valori di Ares sono riportati di seguito in mm2

Se si considera il sistema di seguito indicato si hanno due superfici di rottura. Perch la


rottura avvenga bisogna superare la resistenza a taglio dei bulloni in due diverse sezioni
quindi la resistenza dellunione aumenta:
NEd
/2
F/2
NEd

NEd
/2
F/2

F/2 f

Figura 45 Sezioni resistenti multiple


b = NEd/(2Ares ) = NEd /[2(d2/4)]

In generale quindi, in presenza di n bulloni, si ha:


b = NEd / (n An ) = NEd / [n (d2 / 4)]

3. rottura per rifollamento


Questa la verifica che controlla lovalizzazione del foro

43

rif = NEd/(t d)
NFEd

Figura 46 Rifollamento

Il riferimento normativo da utilizzare in questo la circolare applicativa del


DM14.01.2008 (punto C4.2.12.2.6.4.1)
La resistenza di calcolo a rifollamento Fb,Rd del piatto dellunione bullonata pu essere
assunta pari a

Figura 47 Interassi e distanze dal bordo dei fori (fig. 4.2.3 de DM 14.01.2008)

La verifica soddisfatta se NEd


4. rottura della lamiera per taglio
La normativa fornisce delle prescrizione sui margini e gli interassi secondo i quali disporre
i bulloni per garantire che la lamiera non abbia problemi di rottura a taglio.

44

Figura 48 Valori degli interassi e distanze dal bordo dei fori (tab. 4.2.XIII del DM 14.01.2008)

I simboli della precedente tabella fanno riferimento alla figura 4.2.3


ESEMPIO: DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DI UNA UNIONE BULLONATA

necessario unire due pezzi A e B come in figura che hanno spessore t=10 mm. Si
richiede di dimensionare la larghezza dei pezzi, e il diametro del bullone sapendo che deve
essere di classe 8.8 (scelta progettuale per avere una unione funzionante ad attrito).

NEd

NEd
Figura 49 Valori unione bullonata soggetta a trazione

Ned = 40 kN (valore della sollecitazione da trasmettere allo SLU).


Conviene prima dimensionare il bullone a taglio poich il diametro del bullone condiziona
la distanza del foro dal bordo della lamiera e quindi le dimensioni della stessa.
Il taglio resistente di un bullone con il piano di taglio che attraversa la filettatura
45

ftb = 800 MPa per bulloni di classe 8.8


deve essere Fv,Rd NEd quindi sostituendo NEd al posto di Fv,Rd nella espressione
precedente e risolvendo rispetto ad Ares
Ares NEd . M2/ (0.5 . ftb ) =40000*1.25 / (0.5*800)=125 mm2
Nota: lo sforzo NEd espresso in kN stato trasformato in N
Bisogna quindi adottare un bullone di diametro 16 mm al fine di avere larea Ares calcolata.
Sar Ares = 157 mm2

Il diametro del foro sar quindi d0=17 mm


Ricorrendo alla tabella 4.2.XIII del DM 14.01.2008 si nota che deve essere
e1 1.2 d0 = 20.4 21 mm
e2 1.2 d0 = 20.4 21 mm
La larghezza b del singolo piatto sar b=2 *e2=42 mm

Figura 50 Dimensionamento delle lamiere

46

VERIFICA DELLA RESISTENZA PER ATTRITO


Deve risultare:

F Fs,Rd
in cui :
M3 = 1.25 allo SLU e
M3 = 1.10 allo SLE

con

Fs,Rd = n Fp,cd / M3

= 0.30-0.45
n il numero di superfici a contatto
In caso di serraggio controllato si pu assumere M7 = 1.0 anzich 1.1. Il serraggio
controllato quello che avviene per mezzo di chiave dinamometrica.
Si opta per il serraggio controllato e quindi M7 = 1.0
La forza di precarico sar
Fp,Cd = 0.7 ftb Ares = 0.7*800*157=87920 N
n=1 (superfici di contatto)
= 0.30
La forza resistente per attrito allo SLU
Fs,Rd = n Fp,cd / M3 = 0.3*87920/1.25 = 21100 N = 21.1 kN < Ned
Si decide quindi di aumentare il numero di superfici a contatto ponendo quindi n=2. Si avr
Fs,Rd = 42.2 > NEd=40 kN

Figura 51 Incremento del numero di superfici a contatto

VERIFICA A TRAZIONE DELLE LAMIERE

47

dove la resistenza di calcolo a trazione Nt,Rd di membrature con sezioni indebolite da fori
per collegamenti bullonati o chiodati deve essere assunta pari al minore dei valori seguenti:
a) la resistenza plastica della sezione lorda (A-A, nella figura sopra), A=42*10=420 mm2,

b) la resistenza a rottura della sezione netta (B-B nella figura sopra), Anet, in
corrispondenza dei fori per i collegamenti Anet =10*(42-17)=250 mm2

Acciaio delle lamiere collegate S275


fyk=275 MPa
ftk=430 MPa
Npl,Rd = 420*275/1.05 =110000 N = 110 kN
Nu,Rd = 0.9*250*430/1.25 = 77400 N = 77.4 kN
Quindi essendo Nt,Rd = 77.4 kN > NEd=40 kN la verifica soddisfatta
VERIFICA A RIFOLLAMENTO

La resistenza di calcolo a rifollamento Fb,Rd del piatto dellunione bullonata pu essere


assunta pari a

ftk =430 MPa per un acciaio S275 di cui sono fatte le lamiere collegate
b = min {1; 21/(3*16)}=0.437
kt =1 essendo t=10 mm > 1.25 mm
Fb,Rd=2.5*0.437*1*430*16*10 / 1.05 =60100 N = 60.1 kN > NEd/2 = 15 kN = forza di
rifollamento sul singolo bullone. Infatti la forza da trasmettere NEd agir sulle superfici di
due fori poich vi sono due bulloni.

48

3.3

Unioni saldate

Si riportano di seguito i principali aspetti delle unioni saldate, rimandando ai testi


specializzati per gli opportuni approfondimenti.

Tecnologia delle unioni saldate


Le unioni saldate realizzano collegamenti molto rigidi; esse hanno sostituito le chiodature
e sono come queste non rimovibili.

Elettrodo
rivestito

gas

Materiale base da
collegare

Differenza di
Potenziale

Materiale dapporto

Figura 52 Schema del procedimento di saldatura

Dalla differenza di potenziale si genera una scintilla, arco elettrico temperature


elevatissime.

Ls
1

L
Figura 53 Saldatura su elementi rettilinei

Il valore sperimentale dellallungamento del materiale pari a Lsald = 0.18 Ls


Il fenomeno analogo al ritiro nel cls e pu provocare movimenti elevati e fastidiosi se
non impediti; invece, se impediti, possono provocare effetti torsionali.

49

Figura 54 Saldatura dangolo

Ls - L
1

L-L
Figura 55 Accorciamenti imposti dalla saldatura

L = F L / (E A)
F = (E A) /L) (L)
= (E L) / L
In realt per temperature elevate E = E* = 0.75 ETamb, per cui:
= E* (L / L) = 0.75*2*106*0.18*(Ls/L) = 2700*100 (Ls/L) (kg/cm2)
Se Ls/L pari a circa (1/100) si ottiene = 3000 kg/cm2 (tensioni residue), valore vicino
alla tensione di snervamento per acciaio Fe360 e Fe 430.

Classificazione delle saldature


Le saldature si classificano in base ai seguenti aspetti:
1)
2)
3)
4)
5)

posizione dei cordoni di saldatura;


posizione dei pezzi da saldare
lavorazione dei pezzi da saldare
tipo di sezione del cordone dangolo
classe di saldatura (1a o 2a classe in base ai controlli non distruttivi eseguiti).

50

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