La Rabbia Dentro Di Noi
La Rabbia Dentro Di Noi
La Rabbia Dentro Di Noi
Nel Sutra del Loto si fa grande enfasi del mondo Saha. Come sappiamo il
mondo Saha è il mondo in cui noi viviamo, quest’epoca in cui tutto sembra
sfuggire al controllo. Perché il Sutra dovrebbe tenere quest’epoca in così alta
considerazione?
Uno degli insegnamenti fondamentali del Sutra è la via del Bodhisattva,
che ci viene presentata come unica strada verso la salvezza.
Per comprendere l’importanza del Sutra del Loto è necessario comprendere le
numerose parabole e storie contenute: pensate, sono molte, addirittura ventisei.
Ogni parabola racconta come, usando uno stratagemma, il protagonista della
storia riesce ad aiutare il malcapitato o malcapitati di turno.
Mi rendo conto che l’epoca in cui viviamo non invogli certamente ad avere
atteggiamenti compassionevoli, tuttavia non ci si chiede di stamparci un sorriso
in faccia e opporsi al degrado dei sentimenti come si opporrebbe un santo, ma di
vivere la vita cercando di non avere un atteggiamento ostile nei confronti del
mondo. Ma come riuscirci?
Il Buddha ha detto:
“Non sarete puniti per la vostra rabbia, ma sarà la vostra rabbia a punirvi!”
Personalmente ritengo che l’unico modo per non avvelenarci il sangue,
ogni volta che riteniamo di aver subito un torto, è quello di “addestrarci” e
metterci nei panni di chi ci ha fatto il torto. Tengo a precisare che ho parlato di
addestramento. Chiunque di noi abbia fatto nella vita un minimo di sport sa che
la funzione dell’addestramento è quella di spostare i nostri limiti, portandoci a
fare cose che altrimenti non saremmo in grado di fare. Questo mondo, il mondo
Saha appunto, è davvero un’ottima palestra per addestrarci! Purtroppo però
quando ci si trova in momenti che non ci permettono di avere la lucidità
necessaria per riconoscere l’occasione, ecco che ci sentiamo, quindi ci troviamo,
immersi in un ambiente ostile.
“Questo triplice mondo non è come viene percepito da chi lo abita.”
Dovremmo sempre tenere a mente questi versi del 16° capitolo “La durata della
vita del Tathagata”.
È comune opinione che sfogarsi aiuti, o addirittura sia necessario per non
stare male ulteriormente. Nella realtà infatti le volte che perdiamo il controllo,
abbiamo l’impressione di stare meglio. Questo accade unicamente perché lo
sfogarci in realtà stanca e di conseguenza, avendo meno energie, la nostra rabbia
non trova alimentazione per proseguire la sua corsa. In realtà lo sfogo non fa
altro che mettere in scena la nostra rabbia. “Chi fa la voce grossa fa soltanto
sentire che sta male” si sente nel film “I cento passi”. Bisogna semmai imparare a
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“la rabbia dentro di noi”
Rev. Nisshin m. claus
capire quando la rabbia sta raggiungendo i livelli di guardia. Come? Con
l’addestramento.
L’essenza del Buddismo è la consapevolezza ed è proprio la
consapevolezza che ci aiuta a crescere. Per consapevolezza intendo essere
consapevoli di cosa avviene dentro e fuori di noi. Ci conosciamo e quindi
sappiamo i percorsi della nostra testa: conoscendoli e prendendoli in tempo, se
davvero lo vogliamo, riusciremo senza dubbio a fermarci.
Ad ognuno di noi sarà capitato di vivere periodi in cui tutto va a gonfie vele e altri
in cui tutto sembra crollarci addosso. Quando siamo in periodi “sì” viviamo
sollevati da terra: nulla riesce a toccarci veramente, sperimentiamo naturalmente
quella strana sensazione di beatitudine che ci porta a sentire un sentimento
“amorevole” verso tutto e tutti, verso il mondo che ci circonda, e ci comportiamo
di conseguenza. Il contrario succede quando invece viviamo periodi in cui tutto ci
innervosisce, quando anche il sole ed il canto degli uccelli ci disturba; allora basta
che qualcuno ci sfiori ed ecco che abbiamo delle reazioni inaspettate, in alcuni
casi addirittura violente. Da questo dovremmo comprendere che chi si comporta
“male” lo fa essenzialmente perché sta “male”. Esercitarci nell’“arte della
compassione” significa cercare di comprendere bene questo punto.
Alla luce di questo dovrebbe essere più facile comprendere chi si comporta
in un determinato modo. Quindi, rimproverereste uno zoppo perché non sa
correre veloce? Allo stesso modo dobbiamo tutti comprendere che chi agisce in
un determinato modo lo fa solo perché sta male! Tutti noi sappiamo cosa vuol
dire star male. La prima Nobile Verità, espressa nel primo sermone del Buddha è:
“Esiste la sofferenza”
Non dimentichiamo che il Buddha l’ha chiamata la Prima Nobile Verità. Bisogna
comprendere questo grande insegnamento, per trovarci davvero sul sentiero
tracciato dal Buddha e sperimentare i benefici della fede.
Quando c’è rabbia dentro di noi perdiamo di fatto la libertà. Un vecchio
adagio buddista racconta di un uomo su un cavallo al galoppo; un passante
chiede all’uomo dove sia diretto e questo gli risponde: “Non lo so, chiedilo al
cavallo!”. La rabbia è come un cavallo al galoppo e noi siamo l’uomo che lo
cavalca. Conquistiamoci davvero quindi la nostra libertà cercando di addestrarci
ad essere e rimanere in noi. Come? Facendo attenzione a vivere una vita più
responsabile, cercando di essere realmente, e non solo fisicamente, dove ci
troviamo.
E’ dovere di ogni discepolo del Buddha essere attento, perché dietro ad ogni
momento o episodio, e purtroppo quasi sempre in quelli negativi, si nasconde
una grande e vera occasione di trasformazione e crescita!
Frate Nisshin
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