Istituzioni Di Linguistica A-L
Istituzioni Di Linguistica A-L
Istituzioni Di Linguistica A-L
LINGUA: ciascuno dei sistemi simbolici, propri della specie umana ma diversi da comunità a comunità e in qualche
misura anche da individuo a individuo, trasmessi per via culturale e non ereditati biologicamente, basati su simboli vocali
o, in casi particolari, su simboli gestuali, attraverso i quali gli appartenenti alle società umane conoscono la realtà, la
categorizzano, sviluppano pensieri articolati, comunicano le proprie conoscenze e i propri pensieri
Le lingue sono trasmesse per via culturale e non ereditate biologicamente
LINGUAGGIO: facoltà innata specie-specifica dell’uomo. Fa parte del nostro corredo biologico ed è trasmessa per via
ereditaria.
Precondizioni anatomiche e neuro fisiologiche:
- volume e struttura del cervello
- conformazione del canale fonatorio
Le lingue che si acquisiscono grazie a questa facoltà dipendono dall’ambiente in cui il bambino è inserito (Humboldt =
lingue storico-naturali)
I segni linguistici sono simboli. Si tratta di unità a due facce, inseparabili tra loro: da una parte c’è la forma o espressione
linguistica (significante), dall’altra il concetto a cui quella forma rimanda (significato)
Significante/significato
CODICE = Insieme di corrispondenze, fissatesi per convenzione, tra qualcosa e qualcos’altro che fornisce le regole di
interpretazione dei segni
Sistemi di corrispondenze tra significato e significante
I segni linguistici costituiscono il codice lingua
SISTEMI DI SCRITTURA
Scritture logografiche vs. scritture fonetiche
1= scritture logografiche: inizialmente le scritture sono l’illustrazione fedele dei contenuti dell’atto linguistico;
successivamente, esse tendono a diventare sempre più stilizzate
a ogni concetto corrisponde un simbolo (egiziano)
Biplanarità
Due facce compresenti in un segno
Il linguaggio è biplanare, poiché è costituito da due piani, quello dell’espressione e quello del contenuto
Significante/
significato
Linearità e discretezza
Lin. Il significante viene prodotto, si realizza e si sviluppa in successione nel tempo e/o nello spazio
Discr. Le unità della lingua non costituiscono una materia continua, ma c’è un confine preciso tra un elemento e l’altro
Arbitrarietà
Non c’è alcun legame naturalmente motivato tra significante e significato 4 tipi di arbitrarietà:
- tra segno e referente
- tra significante e significato
- tra forma (struttura, organizzazione interna) e sostanza (materia, insieme dei fatti concettualizzabili) del significato; es. it.
bosco/legno/legna, fr. bois
- tra forma e sostanza del significante
Eccezione all’arbitrarietà: le onomatopee e i segni linguistici almeno in parte motivati
Doppia articolazione
Proprietà della lingua per cui essa è divisa su due livelli.
Prima articolazione = permette di dividere una parola in morfemi, la più piccola unità portatrice di significato
Seconda articolazione = permette di dividere una parola in fonemi, unità ancora più piccole dei morfemi e non portatrici di
significato autonomo.
Economicità
poche lettere per formare tante parole
Combinatorietà
Poche lettere vengono usate per ‘combinare ‘ parole
Onnipotenza semantica
Con la lingua è possibile dare un’espressione a qualsiasi contenuto; un messaggio formulato in qualunque altro codice o
sistema di segni sarebbe sempre traducibile in lingua, ma non viceversa
Plurifunzionalità
La lingua permette di adempiere a una lista molto ampia di funzioni diverse (distruggere creare)
Riflessività
Il codice lingua consente di formulare messaggi su se stesso ( egato alla metalinguistica)
Produttività
Con la lingua si può sia produrre messaggi sempre nuovi, sia associare messaggi già usati a situazioni nuove (legato alla
doppia art)
Ricorsività
capacità di produrre frasi di lunghezza potenzialmente infinita
Uno stesso procedimento è riapplicabile un numero teoricamente illimitato di volte
Es. frasi relative: Luigi dorme
Luigi, che ha bevuto la camomilla, dorme
Luigi, che ha bevuto la camomilla che gli hai portato tu, dorme
Complessità sintattica
Ordine degli elementi, dipendenze tra elementi, incassature, ricorsività, discontinuità
Equivocità
A un unico significante possono corrispondere più significati (omonimia e polisemia) A un unico significato possono
corrispondere più significanti (sinonimia)
(Riso – riso) dipende dal contesto
SINCRONIA E DIACRONIA
Diverse prospettive attraverso le quali è possibile studiare i fatti linguistici in relazione alla categoria del tempo
Sincronia – studio della lingua nel tempo in cui veniva usata (l’italiano di Dante)
Diacronia – studio della lingua durante un’evoluzione temporale (dal 600 al 900)
(momento preciso vs. lasso di tempo)
LE FUNZIONI DI JAKOBSON
Ogni atto di COMUNICAZIONE è costituito da 6 fattori.
Ogni fattore ha una FUNZIONE, e in ogni atto comunicativo
qualche fattore prevale sugli altri.
“La lingua non è completa in nessun singolo individuo, ma esiste perfettamente soltanto nella massa” (Saussure)
“Senza dubbio, i due oggetti sono strettamente legati e si presuppongono a vicenda: la lingua è necessaria perché la
parole sia intelligibile e produca tutti i suoi effetti; ma la parole è indispensabile perché la lingua si stabilisca” (Saussure) +
SINTAGMATICO E PARADIGMATICO
i rapporti sint e par sono un fatto di coesione tra elementi linguistici. qualsiasi unità della lingua ha rapporti sintagmatici
con le forme ‘vicine’ (si influenzano, in qualche modo), e rapporti paradigmatici con le unità assenti che avrebbero potuto
essere realizzate in quel punto.
La fonetica articolatoria studia l’apparato fonatorio, il processo di fonazione, e fornisce criteri per classificare i foni.
L’apparato fonatorio è l’insieme di strutture anatomiche che l’uomo utilizza per parlare.
L’uomo utilizza anche organi dell’apparato respiratorio e digerente.
Il processo di fonazione formato da: aria, polmoni, trachea, laringe (corde vocali), faringe, cavità orale (e talvolta anche
nasale).
A seconda della vibrazione o meno delle corde vocali un suono può essere sordo o sonoro.
La cavità orale è formata da organi mobili (corde vocali, velo palatino, lingua , labbra) e organi fissi (faringe , palato duro,
alveoli, denti).
Durante la fonazione, un flusso d’aria proveniente dai polmoni viene spinto attraverso laringe, faringe, cavità orale (o
nasale), labbra.
Durante questo percorso il flusso d’aria può incontrare degli ostacoli.
È proprio l’incontro tra il flusso d’aria e uno o più di questi ostacoli a generare i foni.
Le vocali sono foni prodotti senza frapposizioni al passaggio dell’aria.
Le consonanti sono foni prodotti mediante
frapposizioni totali o parziali al passaggio dell’aria.
LE CONSONANTI:
Modi di articolazione
Occlusive: il suono è prodotto tramite una occlusione momentanea dell’aria cui fa seguito una specie di ‘esplosione’
Fricative: l’aria deve passare attraverso una fessura piuttosto stretta producendo così una ‘frizione’
Affricate: suoni che iniziano con un’articolazione di tipo occlusivo e terminano con un’articolazione di tipo fricativo
Nasali: il velo palatino si posiziona in modo tale da lasciar passare l’aria attraverso la cavità nasale
Laterali: la lingua si posiziona contro i denti e l’aria fuoriesce dai due lati della lingua stessa
Vibranti: vibrazione o dell’apice della lingua o dell’ugola
Approssimanti: gli organi articolatori vengono avvicinati, ma senza contatto. Es. it. [j] e [w]
Punti di articolazione
Bilabiali: il suono è prodotto mediante l’occlusione di entrambe le labbra
Labiodentali: il suono deve attraversare una fessura che si forma appoggiando gli incisivi superiori al labbro inferiore
Dentali: la parte anteriore della lingua tocca la parte interna degli incisivi
Alveolari: la parte anteriore della lingua tocca o si avvicina agli alveoli
Palato-alveolari: la parte anteriore della lingua si avvicina agli alveoli ed ha il corpo arcuato
Palatali: sono prodotte con la lingua che si avvicina al palato
Velari: sono prodotte con la lingua che tocca il velo palatino
LE VOCALI:
Tre parametri di classificazione:
- altezza della lingua (chiusura / apertura della cavità orale)
- avanzamento / arretramento della lingua
- arrotondamento / non arrotondamento delle labbra
LE SEMIVOCALI
Approssimanti: suoni con modo di articolazione intermedio tra vocali e consonanti fricative. Semivocali/semiconsonanti
I DITTONGHI
Approssimante + vocale in una stessa sillaba
- dittongo ascendente: approssimante + vocale accentata; [j] e [w] semiconsonanti
- dittongo discendente: vocale accentata + approssimante; [i] e [u] semivocali
- iato: combinazione di due vocali appartenenti a sillabe diverse
FONOLOGIA
La fonologia si occupa della funzione linguistica dei suoni
Fono : fonetica = fonema : fonologia
Fonologia: disciplina che ha per oggetto di studio i suoni linguistici, non considerati nel loro aspetto fisico (acustico-
articolatorio), ma in quanto elementi di un sistema
Quando due suoni ricorrono nelle medesime posizioni e non possono essere scambiati tra loro senza con ciò mutare
il significato delle parole o renderle irriconoscibili, allora questi due suoni sono realizzazioni fonetiche di due diversi
fonemi
[‘kane] [‘pane] /k/ /p/ /’kane/ /’pane/
COPPIA MINIMA = coppia di parole uguale in tutto tranne che per la presenza di un fonema al posto di un altro in una
certa posizione
Prova di commutazione
Fono --> parole
Fonema --> langue
ALLOFONI = Quando due suoni della stessa lingua compaiono nelle medesime posizioni e si possono scambiare tra
loro senza creare variazione di significato nella parola, questi due suoni sono soltanto varianti fonetiche facoltative di
un unico fonema
Es. nasali
Fonemi: unità minime di seconda articolazione, Identificati sulla base delle caratteristiche articolatorie che li
contrassegnano
Es. /p/ ‘occlusiva bilabiale sorda’
In ogni sistema, ogni unità si definisce in relazione a tutte le altre unità; ogni fonema viene indicato in modo univoco da un
fascio di tratti distintivi.
Le caratteristiche articolatorie diventano, sul piano della fonologia, proprietà astratte, tratti distintivi o pertinenti.
Due fonemi sono differenziati da almeno un tratto fonetico pertinente.
Non tutte le lingue hanno gli stessi fonemi, né tutte hanno lo stesso numero di fonemi.
L’italiano standard ha 30 fonemi.
LE SILLABE
Sillaba minima in italiano: vocale (nucleo sillabico)
Struttura sillabica canonica in italiano: CV [‘kane] V [‘amo]
VC [‘ente]
CCV [‘grano]
CVC [‘manto]
CCCV [‘spremo]
(attacco) nucleo (coda)
Sillabe con coda si dicono chiuse, sillabe senza coda si
dicono aperte (finisce in vocale)
“Le mot, malgré la difficulté qu’on a à le définir, est une unité qui s’impose à l’ésprit, quelque chose de centrale dans le
mécanisme de la langue” (Saussure)
“In realtà, è impossibile definire la parola da un punto di vista funzionale, perché la parola può essere tutto,
dall’espressione di un singolo concetto - concreto o astratto o puramente relazionale (come in of ‘di’, o by ‘da’, o and
‘e’) - fino all’espressione di un pensiero completo (come nel latino dico oppure, con una forma più elaborata, in un verbo
nootka che significa ‘mi sono abituato a mangiare venti oggetti rotondi [cioè, mele] pur essendo occupato [a fare questo e
quest’altro]). Nell’ultimo caso citato, la parola si identifica con la frase”
Il meglio che possiamo fare è dire che la parola è uno dei più piccoli frammenti adeguati di ‘significato’ isolato nei quali
si divide la frase. Non possiamo infrangerla senza sconvolgere il significato, poiché l’una o l’altra delle porzioni infrante (o
tutte e due) ci restano tra le mani come relitti inservibili” (Sapir)
Morfema: la più piccola unità della lingua dotata di significato; unità minima di prima articolazione
Can-il-e
Il procedimento che permette di identificare i morfemi si chiama segmentazione, perché consiste nello scomporre in
segmenti successivi la catena sintagmatica
La segmentazione si serve di una procedura di comparazione a coppie
Es. battere, imbattibile
Allomorfia: affinità fonetica tra i diversi morfi che realizzano lo stesso morfema (IN-IR-IL in ita sono sempre negazioni)
Suppletivismo: quando, in una serie morfologicamente omogenea, si trovano radicali diversi che intrattengono evidenti
rapporti semantici senza evidenti rapporti formali
Acqua --> idrico
Fegato --> epatico
TIPI DI MORFEMI
Classificazione funzionale:
- morfemi lessicali
- morfemi derivazionali
- morfemi flessivi
Morfemi liberi #mai#
Morfemi legati #can+il+e#
Classificazione posizionale:
- morfemi lessicali legati: radici
- morfemi grammaticali (derivazionali e flessionali) legati: affissi
Affisso: ogni morfema che si combina con una radice
Affissi --> prefissi, infissi, suffissi, circonfissi, transfissi
- Morfemi sostitutivi: morfemi i cui morfi non sono isolabili segmentalmente; sostituzione di un fono ad un altro fono
Es. ingl. tooth/teeth
- Morfemi cumulativi: morfemi flessionali che recano contemporaneamente più di un significato o valore
Es. snell-i
Derivazione:
Morfemi derivazionali
Es. #can+il+e#
Affissi
#ir+razion+al+e#
Famiglia di parole o famiglia lessicale: insieme di parole derivate dalla stessa radice lessicale
Es. -educ-
Educare, educazione, diseducativo, educato, maleducato, rieducabile
Vocale tematica c’è sempre quando una parola riguarda un verbo. Ad es. rieducabile = Abil = A è vocale tematica.
La composizione combina due forme libere, la derivazione una forma libera e una legata
Es. capostazione, lavastoviglie, cassapanca, ecc...
• Composti endocentrici: (test: è un…?) Uno dei due elementi funziona da ‘testa’, l’altro da modificatore
Capostazione ‘capo della stazione’
Le parole macedonia
Cantautore (cantante + autore) Smog (smoke + fog) Semplogica (semplice + logica)
La prefissazione
Non muta, in italiano e altre lingue europee, la classe grammaticale della parola
Gestibile/ingestibile Realizzabile/irrealizzabile Logico/illogico
L’alterazione
Suffissi valutativi:
Diminutivo (-in-, -ell-, -ucci-, ecc.) Accrescitivo (-on-, ecc.) Peggiorativo (-acci-, ecc.)
La flessione
Le parole che troviamo in un enunciato sono forme flesse di parola, cioè forme che esprimono, oltre ad un significato
lessicale, anche uno o più significati grammaticali
I morfemi flessivi (o flessionali) non modificano il significato della radice lessicale su cui operano
- perfettivo/imperfettivo: possibilità che la forma verbale esprima la completezza/conclusione dell’azione (forma perfettiva)
oppure esprima la sua incompletezza (forma imperfettiva)
- codifica delle fasi del processo che il verbo indica (stativo/non stativo)
- incoativi: nel significato verbale è lessicalizzata la fase iniziale del processo (es. invecchiare)
- durativi: nel significato verbale è lessicalizzata la fase di durata di un processo già instaurato (es. guardare)
- risultativi: il verbo sottolinea il tratto conclusivo del processo (es. raggiungere)
- puntuali: l’azione indicata dal verbo è priva di durata (es. scoppiare)
- frequentativi: indicano la ripetizione dell’azione (es. riascoltare)
Modo: esprime i valori della modalità, cioè del l’atteggiamento che si esprime rispetto a ciò che si dice
Diatesi: esprime il rapporto in cui viene rappresentata l’azione o l’evento rispetto ai partecipanti e in particolare rispetto al
soggetto (attivo vs. passivo, eventualmente medio)
Persona: indica chi compie l’azione, riferisce la forma verbale al suo soggetto; implica di solito anche una marcatura di
numero)
Il genere dei nomi in italiano è un’informazione che non può essere variata (tranne in alcuni casi, es. ragazzo/a) e non è
condizionato da nulla di esterno
es. tavolo, sedia: è una flessione inerente all’intero lessema
La categoria del numero, invece, può variare, ma dipende dalla volontà del parlante, non dal contesto sintattico: è
inerente a una certa forma flessa di lessema.
Articoli e aggettivi si accordano in genere e numero con i nomi; non hanno né un genere né un numero inerenti
L’accordo determina tra il nome, l’articolo e l’aggettivo un tipo di flessione contestuale
I fiori nel vaso rosso sopra alla mensola nera sono profumati
“Il principale aspetto della struttura di un enunciato è il fatto che esso, a dispetto della sua linearità, ha una struttura
gerarchica, nella quale cioè esistono costituenti sopraordinati (rappresentati dai nodi che ‘dominano’ qualcosa) e
costituenti sottordinati (rappresentati dai nodi dominati da un altro nodo)” (R. Simone)
sintagma = La minima combinazione di parole che funziona come un’unità sintattica (della struttura frasale)
Tutte le categorie lessicali di parole piene possono essere teste di sintagma
La frase intesa come modulo di un testo è chiamata enunciato per differenziarla dalla frase intesa come costruzione
grammaticale.
Tesnière (1959) ha chiamato il significato di una frase processo e lo ha paragonato a un ‘piccolo dramma’, alla cui
struttura contribuiscono in modo caratteristico tutte le parti principali della frase
In una frase della forma più tipica, il verbo rappresenta il canovaccio che contiene le caratteristiche essenziali del
processo, fornendo un’indicazione sul numero e sulla natura dei personaggi richiesti, chiamati argomenti.
Al centro della frase semplice troviamo un nucleo di relazioni grammaticali (soggetto e complementi del verbo) la cui
architettura sintattica è rigida e non negoziabile.
Tutte le espressioni che si collocano alla periferia del nucleo, e che chiameremo ‘margini’, hanno la funzione di esprimere
relazioni concettuali accessibili indipendentemente: per esempio le coordinate spaziali e temporali del processo, lo
strumento o il beneficiario di un’azione.
Ruolo che i sintagmi assumono nella struttura sintattica della frase, tradizionalmente
:
Soggetto ‘colui che compie l’azione’
Predicato verbale ‘l’azione’
Oggetto ‘chi subisce l’azione’
Nel caso del predicato, l’identificazione è immediata perché il predicato coincide con il sintagma verbale, che è unico per
ogni frase.
Nel caso del soggetto, invece, l’identificazione è più complessa perché nella struttura di una frase possiamo trovare tanti
sintagmi nominali, che hanno tutti la stessa forma, ma funzioni diverse
Quello che caratterizza il soggetto non è la forma, ma la posizione nella struttura: la sua relazione da un lato con la
struttura della frase, dall’altro con il predicato
Il soggetto è il SN che occupa la posizione di costituente immediato della frase, controparte del predicato
I COMPLEMENTI
Grammatica tradizionale --> def. su base semantica
Specificazione, termine, mezzo o strumento, modo o maniera, argomento, tempo, stato in luogo, moto a luogo, moto da
luogo, moto per luogo, secondo termine di paragone, ecc.
In alcune lingue le funzioni grammaticali non sono segnalate da nulla, se non dall’ordine degli elementi; in altre lingue
possono esistere marche formali esplicite per indicare la funzione dei diversi elementi
Morfologia di caso, Preposizioni…
LA VALENZA
Verbi zerovalenti: verbi che denotano fenomeni atmosferici (es.piovere, nevicare, grandinare, ecc.)
Verbi monovalenti: richiedono un solo argomento (es.dormire, correre, ecc.)
Verbi bivalenti: richiedono due argomenti (es. guardare, mangiare, ecc.)
Verbi trivalenti: richiedono tre argomenti (es.regalare, mandare, ecc.)
Verbi tetravalenti: richiedono quattro argomenti (es.tradurre, ecc.)
I circostanziali
Non rientrano nello schema valenziale del verbo
Tempo, luogo, modo, ecc.
Frasi semplici --> soggetto, oggetto
Frasi complesse --> completive soggettive, oggettive
Frasi semplici --> circostanziali
Frasi complesse --> subordinate avverbiali o circostanziali
Un SN non viene riconosciuto come soggetto perché è agente o paziente o esperiente, ma perché gode di certe
proprietà grammaticali formali indipendenti
Struttura pragmatico-informativa
Definizione funzionale di lingua: strumento comunicativo che permette di dire qualcosa di qualcuno o qualcosa
Tema/rema (p.d.v. dell’emittente) Topic/comment
Dato/nuovo (p.d.v. del ricevente)
Dislocazione a sinistra:
La palla T la rincorre il bambino R
Costruzione passiva:
La palla è rincorsa dal bambino
Frasi complesse
La sintassi del periodo
-Coordinazione: frase allo stesso livello gerarchico (asindetica/polisindetica)
-Subordinazione: rapporto di dipendenza tra proposizioni
Frasi subordinate
subordinate avverbiali (o circostanziali) --> causali, temporali, concessive, ipotetiche, finali
Implicite vs. esplicite
Subordinate completive (o argomentali)--> sostituiscono un costituente nominale maggiore della frase; saturano una
valenza del predicato verbale: soggettive, oggettive, interrogative indirette
Subordinate relative --> modificano un costituente nominale della frase
La linguistica testuale
Pronomi
“Il referente dei pronomi personali può essere individuato o tramite un rinvio deittico (→ deittici) a un’entità
presente nel contesto extralinguistico (sei tu?) o attraverso un rinvio anaforico o cataforico (→ anafora; → catafora), a un
elemento del cotesto linguistico (Francesca è partita e non sono riuscita a salutarla)”
“Il pronome di terza persona, a differenza di quelli di prima e seconda persona, può avere una funzione sia deittica sia
anaforica: in quest’ultimo caso, il pronome si riferisce ad un’entità menzionata prima nel discorso tramite una forma
linguistica (l’antecedente del pronome), che può essere un sintagma nominale (24) o un’intera frase (25):
Più raramente, l’antecedente può precedere il pronome anaforico: si tratta di una dislocazione a destra (→ dislocazioni)
con effetto di prolessi («anticipazione»), con cui si vuole creare un’aspettativa nell’ascoltatore:
«Risulta che lo abbia preso, il treno?»
Deissi
“By deixis is meant the location and identification of persons, objects, events, processes and activities being talked about
[...] in relation to the spatiotemporal context created [...] by the act of utterance and the participation in it, typically, of a
single speaker and at least one addressee” (Lyons 1977)
- Deissi personale
- Deissi spaziale:
La deissi spaziale è rappresentata da espressioni la cui interpretazione richiede il riferimento alle coordinate spaziali
dell’enunciazione. Ne sono membri avverbi deittici di luogo come qui/qua, lì/ là, verbi deittici di movimento, come andare/
venire, determinanti e pronomi dimostrativi come questo e quello, presentativi come voici/voilà
- Deissi temporale
- Deissi sociale
- Deissi testuale
Significato denotativo: costituisce la parte ‘oggettiva’ del significato di una parola, condivisa dai membri di una comunità
linguistica. neutro (lessico medico, o giuridico )
Significato connotativo: aspetti del significato che hanno carattere di ‘attributo’, le proprietà che possono aggiungersi al
significato di base (denotativo). significati metaforici, simbolici che vengono dati ad una parola
es. ‘hai fegato’, ‘sei una volpe’, ecc.
Significato linguistico
Significato lessicale (insieme aperto) = web, rete, internet.. = è aperto, può ingrandirsi continuamente, vengono aggiunte
sempre parole nuove. Parole PIENE o CONTENUTO
IL LESSICO
Unità minima di analisi della semantica: lessema
Lessema ǂ lemma
Lessico:lessema = dizionario:lemma
Lessico: astratto, insieme di parole e di informazioni associate a queste parole, immagazzinato nella nostra mente,
descritto dal dizionario, oggetto concreto (tentativo di descrizione)
Lessico = insieme dei lessemi di una lingua
Il lessico è la componente della lingua più esposta all’influenza di altre lingue (prestiti, calchi)
TIPI DI VOCABOLARI
Monolingui, Bilingui, Plurilingui, Etimologici, Elettronici, Di frequenza, Concordanze, Analogici (es. chiodo --> martello)
RAPPORTI DI SIGNIFICATO TRA LESSEMI
Polisemia: stesso significante, significati differenti ma etimologicamente correlati (es. penna); stesso lessema, diversi
significati
Sinonimia: più lessemi, stesso significato (es. postino/portalettere); in senso stretto, relazione di perfetta equivalenza
semantica tra due parole che possono essere sempre sostituite una all’altra senza che cambi il significato della frase in
cui si trovano
quasi-sinonimia
Solidarietà semantica (o solidarietà lessicale): cooccorrenza obbligatoria o quasi di lessemi (es. abbaiare/cane)
Antonimia: lessemi con significati contrari; poli opposti di un continuum (es. bello/ brutto)
Complementarietà: i lessemi sono contraddittori, uno nega l’altro (es. vivo/ morto)
Inversione: due lessemi esprimono la stessa relazione semantica da due punti di vista opposti (es. comprare/vendere)
Campo semantico (o campo lessicale): insieme dei lessemi che coprono le diverse partizioni di uno spazio semantico
(es. termini di parentela)
Sfera semantica: ogni insieme di lessemi che si riferiscono ad un certo ambito semantico (es. parole dello sport)
Famiglia semantica: insieme di lessemi imparentati nel significato e nel significante (stessa radice lessicale)
Gerarchia semantica: insieme in cui ogni lessema è una parte specifica di un termine che gli è superiore in un scala di
misura (es. millimetro, centimetro, decimetro, metro, ecc.)
La grammaticalizzazione
Fenomeno per cui forme linguistiche libere perdono a poco a poco la loro autonomia fonologica e il loro significato
lessicale, fino a diventare forme legate con valore grammaticale
Lessico e grammatica -> continuum
Es. suffisso -mente
La degrammaticalizzazione
Es. it. -ismo
Gli ismi
PRAGMATICA
studio delle relazioni tra segni e parlanti, tra espressioni linguistiche e coloro che se ne servono per
comunicare, studio dei modi in cui è possibile usare le frasi in situazioni concrete
Ambiguità
Un’espressione è ambigua quando può prendere convenzionalmente due o più significati
Es. Bea ha una vecchia credenza
L’ha fatta restaurare di recente
. Su di essa basa tutta la sua esistenza
Spostamenti di significato
Metafora = il significato di una parola si estende per una similitudine che viene istituita tra due situazioni
Metonimia = il significato di una parola si estende per contiguità concettuale (es. contenente/contenuto): ho bevuto una
bottiglia
Analisi componenziale
Semantica componenziale
Toro [+animato] [-umano] [+maschio]
Mucca [+animato] [-umano] [-maschio]
Analisi in tratti semantici: utile con insiemi lessicali delimitati (concreti)
PROTOTIPO
Wittgenstein parlava già di ‘somiglianze di famiglia’, dopo questa teoria la psicologia si è interessata a questo concetto
(E. Rosh).
Prototipo: elemento esemplare di una categoria
LA SEMANTICA FRASALE
diamo significato a frasi intere
Enunciato --> livello della parole
Frase --> livello della langue
Condizioni di verità: ambito della logica
L’asino vola, condizione di verità: è giusta grammaticalmente (langue), ma non è vera (parole)
Connettivi, ci permettono di legare frasi e termini per dare vita ad un testo, portano con sé un gran significato.
Congiunzioni coordinanti e subordinanti.
Le presupposizioni
molte cose si danno per scontate negli atti di comunicazione perché sennò le frasi sarebbero troppo lunghe, perché alla
base della comunicazione ci sono alcune massime
Le massime di Grice
Il principio di cooperazione
- massima di quantità: dare un contributo tanto informativo (non di più e non di meno) quanto è richiesto
- massima di qualità: non dire ciò che si sa essere falso; non dire cose per cui non si hanno prove adeguate o certezza
- massima di modo: evitare espressioni ambigue o oscure; essere brevi; essere ordinati nell’esposizione
- massima di relazione (o pertinenza): attenersi alle indicazioni date dagli altri parlanti e dal contesto (non andare fuori
tema)
Presupposizioni = ciò che in un enunciato il parlante presuppone come noto all’ascoltatore.
L’attuale re di Francia è calvo.
Presupposizione di esistenza del re.
- descrizioni definite (SN con articolo determinativo; nominali con aggettivo dimostrativo; nomi propri; pronomi personali e
pronomi dimostrativi)
Es. La freschezza di Jocca ha solo il 7% di grassi
I verbi fattivi (es. ignorare, rimpiangere, ecc.) presuppongono la verità (fattualità) del contenuto proposizionale della frase
Es. Il nemico ignorava che i nostri avevano eretto difese invalicabili
Inferenze: legate alla conoscenza del mondo
La variazione linguistica
+ 100 milioni di parlanti nativi: (più del 40% della popolazione mondiale.)
- Cinese
- Inglese
- Spagnolo - Arabo
- Hindi
- Russo
- Portoghese
- Francese
Saussure: ‘spirito campanilistico’ e ‘forza di interscambio’ = mantenere proprio linguaggio / influenza degli altri
Dialetto = lingua propria di un numero limitato di parlanti, che si trova a convivere con un’altra lingua dagli usi più estesi.
Il dialetto è un sistema linguistico: ogni dialetto ha un sistema fonologico, morfologico, sintattico, ecc.
Lingua vs. dialetto: differenza socioculturale, non linguistica
“Ciò che occorre salvaguardare e promuovere è la potenza semantica e pragmatica della lingua”
1- LA CLASSIFICAZIONE GENEALOGICA
Si cerca di risalire ad una lingua antenata comune. Le lingue vengono confrontate per individuare i tratti comuni.
Vengono raggruppate in famiglie gruppi e sottogruppi (ricorda la teoria di Darwin specie e sottospecie)
Due lingue fanno parte dello stesso raggruppo genealogico, se derivano da una stessa lingua originaria.
Gli elementi linguistici significativi per stabilire la parentela genetica non sono lessicali, ma morfologici e fonologici.
Es. le lingue romanze o neolatine
Lat. lactem > it. latte, fr. lait, sp. leche, rum. lapte = Lat. -CT- > it. -tt-, fr. -it-, sp. t∫-, rum. -pt- SEMPRE (quasi)
- gruppo anatolico: lingue (oggi estinte) diffuse nel II e nel I millennio a.C. nella odierna Turchia (ittita)
La famiglia uralica:
numerose lingue parlate in Europa orientale e nell’Asia centrale e settentrionale (es. finnico, estone, ungherese)
La famiglia sino-tibetana:
es. cinese mandarino, tibetano
La famiglia nigerkordofaniana:
Comprende la maggior parte delle lingue parlate a sud del Sahara (es. swahili, ca. 60 milioni di parlanti, diffuso in Kenia,
Tanzania, Uganda, Ruanda)
La famiglia altaica:
Es. mongolo, turco
La famiglia caucasica:
Es. georgiano, abkhazo, dargwa, svan
Altre famiglie linguistiche: - dravidica (India meridionale: tamil, telugu) - austro-asiatica (khmer, vietnamita) - austronesiana
Pidgin: non ha parlanti nativi (es. tok pisin - Papua Nuova Guinea)
Creolo: lingua materna di una comunità (es. giamaicano)
La storia
- 476 d.C. : frattura tra Impero romano d’Occidente e Impero romano d’Oriente
- Mondo latino-romano / mondo greco- bizantino
Ruolo dell’arabo
• 711-716: conquista araba della Spagna
• 827-878: conquista araba della Sicilia
Algebra, cifra, zero, almanacco, alchimia, ecc.
Universali linguistici
Indicano proprietà o correlazioni di proprietà che si presuppone contraddistinguano ogni lingua naturale
- Universali assoluti: individuano la presenza (o l’assenza) di una proprietà in ogni lingua storico- naturale, senza stabilire
correlazioni (es. ‘tutte le lingue hanno vocali orali’)
- Universali implicazionali: mettono in relazione due o più proprietà (es. ‘se una lingua ha il duale, allora ha anche il
plurale’)
TIPO ISOLANTE
- Morfologia ridotta
- Tendenza rapporto 1:1 tra parola e morfema
- I rapporti grammaticali tra le parole non sono segnalati da marche morfologiche, ma dalla posizione nella frase o da
particelle
- Generalmente, esistono solo forme libere, non legate
ad es. CINESE
TIPO AGGLUTINANTE
- Le parole tendono ad essere plurimorfemiche
- Corrispondenza biunivoca tra forma e significato: ad ogni morfema corrisponde un morfo e viceversa
ad es. TURCO
TIPO POLISINTETICO
- Parola formata da più morfemi, non solo grammaticali, ma anche lessicali
Es. yupik siberiano
Tipologia e sintassi
- Ordine dei costituenti principali
Soggetto
Verbo
Oggetto
Tema/rema
- Principio di precedenza: tra i costituenti nominali il soggetto deve precedere l’oggetto per la sua priorità logica
- Principio di adiacenza: verbo e oggetto devono essere contigui, per la loro stretta relazione sintattico-semantica
VO OV
NGen GenN
NAgg AggN
NPoss PossN
NRel RelN
Prep Posp
3 - CLASSIFICAZIONE AREALE
Premesse necessarie, ma non sufficienti:
- presenza di più lingue, non tutte immediatamente imparentate;
- loro collocazione in zone geograficamente contigue;
- condivisione di tratti linguistici significativi
Occorre escludere che i tratti condivisi siano dovuti a:
- tendenze tipologiche
generali;
- familiarità genetica
Si cerca di capire se le lingue parlate in una zona si sono influenzate. Sono lingue di ceppi diversi o di rami diversi. Ha un
aspetto sia sincronico che diacronico.
Area linguistica di CARLO MAGNO: area coinvolta nel sacro romano impero
- Somiglianze lessicali (comune lessico colto di origine greca e\o latina)
(comuni strategie nella formazione di parole complesse)
- Ordine dei costituenti maggiori nella frase dichiarativa assertiva SVO
- Presenza di genitivi
- Ausiliari ‘’essere e avere’’
- presenza di articoli definiti e indefiniti (un una la lo)
- carattere non pro drop (io mangio, posso dire anche solo mangio, cade il pronome)
- agente e soggetto possono divergere
Mutamento linguistico
2 poli: Economia - Chiarezza
La situazione italiana
• Italiano scritto
• Italiano parlato formale
• Italiano parlato informale
• Italiano regionale
• Dialetto di koinè
• Dialetto del capoluogo di provincia
• Dialetto locale continuum
Sociolinguistica: settore della linguistica che studia le relazioni tra la lingua e la società
Variabile sociolinguistica: insieme dei modi coi quali i parlanti possono realizzare una data unità di un sistema linguistico
in funzione di una data variazione di tipo sociale; ciascuno dei modi è detto variante
Varietà di lingua: insieme di forme linguistiche, ai vari livelli di analisi, cooccorrenti con alcune caratteristiche della società
La sociolinguistica studia le diverse modalità di realizzazione della lingua a seconda delle diverse tipologie di parlanti
Competenza comunicativa: capacità dei parlanti di utilizzare la lingua nei modi appropriati alle varie situazioni
• Il neo-standard
La varietà di lingua comunemente usata dalle persone colte che ammette come pienamente corretti alcune forme e
costrutti fino a tempi non lontani ritenuti non facenti parte della ‘buona’ lingua
• Comunità linguistica: insieme delle persone che parlano una determinata lingua
Stratificata, non omogenea
• Repertorio linguistico: insieme dei codici e delle varietà che un parlante è in grado di padroneggiare all’interno del
repertorio linguistico più ampio della comunità cui appartiene
Acquisizione = un bambino impara la sua lingua madre in casa, esposto alla sua famiglia, oppure mi trasferisco all’estero
e imparo ascoltando
Apprendimento = vado a scuola, studio
(acquisizione = naturale, apprendimento = guidato)
L’acquisizione dipende molto dalla motivazione che ha a imparare una seconda lingua (voglia, bisogno)
La comprensione precede la produzione.
LINGUA MADRE
Sviluppo della fonologia
Apprendimento per dimenticanza = i piccoli sentono molte più sfumature (anche le più piccole distinzioni di suoni)
- dai 10 mesi di vita si dimenticano i suoni che non sono specifici della lingua (ad es. italiano). si perde sensibilità
fonologica.
- 1° passo, LALLAZIONE = 6 mesi, ripetizione di sillabe (consonante – vocale)
- poi sviluppo del lessico (paroline)
- segmentazione (dove finisce una parola e dove ne inizia un’altra)
- gesto dell’indicare (pointing) puntare l’attenzione per comunicare
- protoparole
- esplosione del vocabolario (19-21 mesi)
Acquisizione del lessico
Sviluppo morfosintassi
- fase olofrastica (una parola per un intero concetto )
- fase telegrafica (mettere insieme in modo telegrafico cosa che si sanno)
c’è cmq una sequenza invariabile di desinenze
e parole funzionali (sia in L1 sia in L2)
Periodo critico (12 anni) se entro i 12 anni non si è esposti a linguaggio verbale, non si imparerà mai bene, mai
competenza nativa
L2 mediata da L1 = errori
Errori di interferenza (produco L2 , ma mettendo qualcosa dell’L1)
Errore di sviluppo = errori nel mentre che imparo, non dovute alle interferenze.
Concetto importante:
INTERLINGUA = (se voglio imparare il tedesco)
Tutte le fasi prima dell’acquisizione perfetta sono interlingue, lingue che si stanno costruendo.
Le interlingue hanno un ordine naturale di apprendimento e delle differenze individuali. (dipendono dalla mia psicologia,
motivazione, timidezza, voglia di buttarmi, correzioni)
Fase PREBASICA: fase in cui si apprende una lingua con organizzazione nominale ( solo nomi no verbi ) dettata da criteri
pragmatici. Elementi principali messi in ordine senza nessi sintattici, confusione tra classi di parole.
Fase BASICA: apprendente più autonomo, viene usato il verbo ( magari non in forma finita, ma infinita ) , c’è scarsità
di parole funzione ( articoli) , prima forme non marcate, focus della frase lasciata in fondo per sottolinearlo, e non frasi
subordinate.
Fase POSTBASICA: struttura vicina alla lingua d’arrivo, morfologia più complessa, usato l’accordo ( nome e articolo )
compaiono frasi subordinate.
VARIETA AVANZATE: morfosintassi corretta, errori nella pronuncia o ad altri livelli. VARIETA QUASI NATIVE : lessico e
grammatica corrette, ma difformità grammaticali rispetto alla L2.
CERVELLO E LINGUAGGIO
Non si può dire che c’è una parte specifica del cervello dedicata al linguaggio, ma sono maggiormente implicate le aree
di Broca e Wernike che si trovano nell’emisfero sinistro. Nomi dati da chi le ha scoperte attraverso studi post mortem, le
lesioni si trovavano in quelle aree.
Le manifestazioni sonore che non presentano una struttura a doppia articolazione sono definite vocalizzazioni (tipo canto
degli uccelli).
Le vocalizzazioni si distinguono in vocalizzazioni innate (versi degli animali) e acquisite. i centri nervosi responsabili delle
voc innate si trovano nella parte più bassa del cervello, mentre quelli responsabili di quelle acquisite sono più alti.
Le AFASIE sono quadri clinici di alterazione più o meno grave della comprensione o della produzione del linguaggio
conseguente a lesioni cerebrali, in genere localizzate nell’emisfero sinistro, successive all’acquisizione del linguaggio.
Classificazione più o meno delle afasie
Alterazione quantitativa (velocità o lentezza di come si parla): aumento o riduzione
del ritmo di produzione nell’unità di tempo , rispetto a valori medi tipici di una data lingua.
Alterazioni di tipo qualitativo
(lessico)
PARAFASIA FONEMICA : sostituzione, trasposizione, o omissione di uno o più fonemi all’interno di una parola.
NEOLOGISMO: produzione di parole impossibili da riconoscere.
PARAFASIA SEMANTICA : una parola inappropriata nel contesto, ma semanticamente collegata alla parola target
PARAFASIA VERBALE : una parola inappropriata nel contesto del discorso e non ha alcuna somiglianza con la parola
target
ANOMIA incapacità di reperire una parola durante compiti di denominazione o durante l’espressione verbale spontanea.
CIRCONLOCUZIONE
CONDUITE D’APPROCHES
ECOLALIA involontaria e incontrollabile e tendenza a ripetere quanto immediatamente espresso dall’interlocutore.
PERSEVERAZIONE ripetizione di sillabe parole o sintagmi
STEREOTIPIA uso ripetuto di parole o frasi
AGRAMMATISMO impoverimento struttura sintattica della frase
PARAGRAMMATISMO uso errato di morfemi grammaticali che non comporta riduzione di eloquio.
DIAGNOSI
Livello fonologico esplorato in uscita output tramite analisi della generazione dei suoni e delle sillabe e in entrata input
tramite discriminazione dei suoni e parole formate a partire da essi.
Livello semantico esplorato tramite analisi dell’abilità
di comprendere , scegliere e produrre parole con funzione semantica , l’accesso al lessico viene indagato attraverso
denominazione su confronto visivo e eloquio spontaneo
AAT acher aphasie test = per lo studio dell’afasia
AFASIA GLOBALE forma clinica più grave, eloquio stentato, frammenti sillabici. Lesione nella maggior parte delle aree del
linguaggio dell’emisfero sx.
AFASIA DI BROCA espressione verbale molto stentata, lesione nell’area di broca
AFASIA TRANSCORTICALE MOTORIA eloquio spontaneo ridotto , lesione nella connessione tra l’area di broca e le altre.
AFASIA DI WERNIKE espressione fluente, ma parafasia , neologismi. Lesione nell’area di W.
AFASIA DI CONDUZIONE
ripetizione compromessa, ma comprensione buona.
AFASIA TRANSCORTICALE SENSORIALE deficit di denominazione (anomie)
eloquio fluente, con deficit fonemici e semantici, e gravi deficit di denominazione (anomie). Lesioni estese che
coinvolgono le aree associative temporo- parieto-occipitali
AFASIA ANOMICA espressione ostacolata dalla ricerca delle parole.
LA DISLESSIA
È un disturbo dell’apprendimento della lettura che colpisce bambini con intelligenza normale. Non se ne conoscono le
cause. Molte persone dislessiche hanno anche problemi di scrittura, lettura e calcolo: dislessia, disgrafia, discalculia.
LETTURA
La capacità di leggere stringhe di lettere richiede la traduzione di un codice visivo (ortografico) in uno uditivo (fonologico)
che diventa semanticamente significante se corrisponde ad una parola nota
Nell’apprendimento della lettura si stabilisce l’associazione di suoni con segni che consente di pronunciare parole mai
udite prima
Un modello molto accreditato per la spiegazione dei processi di lettura è del tipo a doppia via:
- Via semantico-lessicale basata sulla relazione diretta tra sistema semantico, accesso ortografico e uscita fonologica;
- Via non lessicale che si basa su regole di conversione grafema-fonema
DISLESSIA PROFONDA. errori semantici e nomi letti più facilmente dei verbi, incapacità di leggere le non parole
DISLESSIA SUPERFICIALE scrive bene, passa bene tra grafema e fonema, problemi semantici ( di significato , legge, ma
non capisce)
DISLESSIA FONOLOGIA deficit specifico nella lettura delle non-parole e delle parole sconosciute
CALCOLO
Le rappresentazioni numeriche implicano l’utilizzo di un sistema di simboli che consta di due sottosistemi, uno logografico
(scrittura e lettura dei numeri arabi da 0 a 9) e uno fonografico (per la denominazione dei numeri, ‘zero’ ‘nove’)
Il calcolo richiede capacità complesse che presuppongono l’integrità di vari sistemi cognitivi, che includono oltre al
linguaggio anche la memoria, la percezione e rappresentazione dello spazio e del corpo, le funzioni esecutive
SCRITTURA
La scrittura è un’abilità complessa, che non solo richiede la capacità di organizzare in sequenza una serie di movimenti
fini, ma anche l’interazione tra controllo motorio, integrazione visuo-spaziale e cinestesica e il sistema neurofunzionale del
linguaggio
Lo sviluppo normale o patologico del linguaggio nel bambino viene misurato mediante specifiche batterie di test che
valutano le abilità di comprensione, ripetizione e produzione di sillabe, parole e frasi
BILINGUISMO
Rilevante per la neurolinguistica è conoscere se le diverse lingue che un soggetto bilingue utilizza sono rappresentate
nelle stesse strutture cerebrali o sono invece rappresentate in strutture cerebrali differenti.
Il recupero parallelo dell’afasia in soggetti bilingui farebbe supporre una comunanza dei substrati rappresentazionali delle
lingue.
Altre modalità di recupero:
Selettivo: soltanto una lingua recupera, mentre l’altra non presenta alcun miglioramento
Successivo: si assiste al miglioramento di una lingua e soltanto successivamente delle altre
Antagonistico: al miglioramento delle prestazioni in una lingua corrisponde il peggioramento delle prestazioni in un’altra
DEMENZE
I deficit linguistici nella demenza sono distinti dalle sindromi afasiche conseguenti a lesioni emisferiche focali, tuttavia si
tratta sempre di alterazioni linguistiche che si trovano in tutti i tipi di demenza.
• In pazienti con demenza da ripetute lesioni infartuali nelle aree del linguaggio si può osservare afasia sia improvvisa
che lentamente ingravescente; il tipo più comune è l’afasia anomica, il secondo tipo più frequente è l’afasia di
Wernicke.
• Nell’afasia in Alzheimer, il quadro iniziale ricorda più di frequente un’afasia anomica, col progredire dei disturbi invece
il quadro ricorda l’afasia di Wernicke; l’agrafia è frequente. La caratteristica principale è la difficoltà nel recupero delle
parole e l’incapacità di comprendere il linguaggio scritto e orale insieme alla presenza di perseverazioni ed ecolalia.