Rituali e Catechismi Massonici
Rituali e Catechismi Massonici
Rituali e Catechismi Massonici
Maestro
(Una Proposta di “Restauro”)
Siracusa 2019
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...i rituali iniziatici (…) si son andati costituendo progressivamente
mediante un processo che è impossibile precisare, che sfugge ad ogni
definizione”.
René Guénon.
…quelli che noi oggi chiamiamo rituali sono dei documenti frutto di
un’elaborazione abbastanza recente, che ebbero dapprima una forma
catechistica o dialogica che implicava domande e risposte.
Luigi Sessa
...io non parto mai dalle conoscenze “extra massoniche” per risolvere un
problema massonico.
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Luigi Sessa
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Perché un nuovo libro che si occupa di “Restauro” dei Rituali
Massonici?
Perché un nuovo libro che si occupa di Rituali Massonici? Forse che se ne senta il bisogno, tra la
miriade di pubblicazioni, articoli, saggi, riviste, e quant’altro reperibile non solo in libreria o in
polverose biblioteche, ma anche sul web, fra i blog, che trattano di Massoneria.
Questo libro si vuol giustificare (giacché per stamparlo si sacrificano alberi) per il semplice motivo
che i Rituali dei Gradi, cosiddetti azzurri, di Apprendista, Compagno d’Arte e Maestro Libero
Muratore, oggi in uso, nella Comunione di Palazzo Giustiniani, presentano numerose incongruenze.
Vorremmo quindi presentare agli studiosi, ed ai Fratelli di buona volontà che non disdegnano
l’apprendimento, e vogliono conoscere l’Arte, una proposta di testi rituali “restaurati”, che
correggano delle mende presenti nei nostri Rituali, che si sono andate accumulando nel tempo.
Ed ecco alcune di queste incongruenze, una decina, ma non le uniche, riscontrabili nei nostri
rituali:
a) in grado di apprendista:
Si dice una cosa e se ne fa un’altra: si afferma essere compito del 1° Diacono portare gli
ordini del M.Ven. al 1° Sorv, ma allora, perché, in chiusura (e solo in chiusura?), il
passaggio della parola sacra avviene per il tramite del 1° Diacono che la porta al 2° Sorv. e
non al 1° come precedentemente detto, e poi da questi, per il tramite del 2° Diacono arriva al
1° Sorvegliante?
Perché far sedere il neofito alla testa dei compagni, all’angolo di nord ovest, quando è
all’angolo di Nord Est, alla testa della Colonna degli Apprendisti, che veniva posta
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tradizionalmente la prima pietra di ogni edificio? Come del resto prescritto in gran parte dei
Rituali, e Catechismi, in ispecie i più antichi?
b) in grado di compagno:
non si fa riferimento in fase d’apertura dei lavori né alla stella fiammeggiante né alla lettera
G, peculiari del lavoro rituale in grado di Compagno d’Arte.
perché definire Iniziazione che essendo unica, è solo propria dell’Apprendista, anziché
AUMENTO DI SALARIO il passaggio al grado di COMPAGNO D’ARTE?
Perché ridurre a cinque le sette arti liberali, e portare a cinque gli ordini architettonici per
farli stare in una specie di letto di Procuste al fine di riportare tutto al numero cinque?
Perché citare nei cartigli durante i viaggi Ermete Trismegisto (personaggio leggendario) e
Paracelso, e non per esempio: Mosè, Salomone, Pitagora, Archimede, Vitruvio, che sono
citati dalle Costituzioni di Anderson (ed. 1723, ristampata a cura di B. Franklin nel 1732)?
c) in grado di Maestro:
lo stesso per quanto riguarda l’esame delle mani e l’invio del grembiule: sempre opportuno
che in queste fasi il 1° Sorv. non lasci il suo posto.
Non si ritiene conveniente fornire una spiegazione tradizionale sul perché, prima che il
candidato compia i passi da maestro, non debba tremare scavalcando la bara?
Perché “rivelare” prima i segreti della Maestria e poi far giurare il neo Maestro? quando in
grado di apprendista si fa promettere solennemente di non rivelare i particolari della
cerimonia etc. etc.? Sembrerebbe logico e più coerente rivelare il segreto dei “cinque punti
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della Maestria” e la parola sacra solamente dopo che il neo Maestro abbia prestato la
solenne promessa, e non prima?
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Ma perché modificare o meglio “restaurare” i Rituali?
Dovremmo ricordare innanzitutto che il nostro Rituale è ultrabicentenario, che ha una Tradizione ed
una Storia, e che se è vero che una Comunione Massonica si dà un suo Rituale è anche vero che
questo Rituale fa la Storia della Comunione.
Dovrebbe apparir ovvio che se si sente il bisogno di “modifiche” ai Rituali, è perché si riconosce
che qualcosa non quadri, ci sono delle incoerenze, magari frutto di una alterazione della
trasmissione, e di qualche incomprensione di Fr. che vi hanno messo mano, procurando variazioni o
contraddizioni.
Una riforma o meglio un “restauro” (no restyling) dei Rituali dovrebbe esser frutto di un lavoro
empirico di ricerca, di ragionamenti deduttivi basati su principi consolidati in accordo coi dati
disponibili (testi rituali), semplici (non complessi e macchinosi) né “ideologici”, che facciano a
meno di invocare fattori esterni alla tradizione libero muratoria (per es. Guenon, Evola, Reghini,
Pitagora, Templari, etc).
Opportuno quindi un approccio analitico, mirante alla ricerca ed allo studio comparativo dei testi
rituali (sia storici che vigenti), alla ricerca di una qualche forma di “teoria generale” che renda conto
delle diversità dei testi, delle similitudini, delle affinità e somiglianze, mettendo in luce le invarianti,
le mutazioni, le differenze fondamentali o accidentali.
Noi riterremmo metodologicamente corretto (oltre che argomento di dibattito preliminare), che
eventuali modifiche al Rituale debbano necessariamente iscriversi nel senso del “RESTAURO
CONSERVATIVO TRADIZIONALE”, e ciò sulla base di ricerche filologiche, storiche e
documentali, similmente a quanto si compie in architettura (non si sostituisce un infisso con uno in
alluminio anodizzato in un palazzetto storico), o nell’edizione di un testo antico (come il nostro
rituale più che bicentenario), per cui in una “ristrutturazione” tendente al Restauro del testo del
Rituale, non si dovrebbe né introdurre né tantomeno espungere alcunché in maniera creativa e
secondo proprie preferenze o idiosincrasie, o per dirla alla francese a la sanfasò.
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È necessario invece partire da uno studio approfondito, da un’analisi dei testi storicamente dati, e
sulla base delle concordanze, delle varianti o invarianti, cercare di ridare senso al testo, ove non
l'abbia, ritornando ove utile e possibile, e soprattutto ragionevole, a quanto già in uso in passato,
cioè conforme alla Tradizione, come prescritto anche dall’ art. 5 della Costituzione del Grande
Oriente d’Italia.
Ma, come condurre un Restauro dei Testi Rituali? A me sembra che tale restauro debba esser
condotto sulla base di ricerche storiche e documentali ed archivistiche, di cui oggi si dispone
ampiamente, anche “in rete”.
Tornare quindi alla Tradizione Libero Muratoria, come si suole sempre più spesso affermare, per
dare dignità e spessore alle proprie argomentazioni. Ma qual è questa Tradizione? Non certo una
Tradizione rivelata né tantomeno inventata, ma ciò che storicamente è accaduto ed è dato di sapere.
Una Tradizione che trova nella simbolica del Mestiere del costruire le sue basi fondamentali e
costituenti la pietra d’angolo.
Non esistendo in pratica un unico rituale, né tantomeno un unico rituale originario, del quale gli
attuali siano deviazioni o derivazioni, per questo lavoro, alle Teorie si è preferito privilegiare i fatti,
e i testi rituali consultati, pur se frutto di scelte, comunque ragionate, rappresentano una memoria
“scritta” di quanto i Liberi Muratori hanno “fatto”, ed in quanto tali ci sono stati tramandati.
La Massoneria è una specie di idea platonica, che vive solo nell'Iperuranio, come idea
immutabile e perfetta, raggiungibile solo dall'intelletto, non tangibile dagli enti terreni e corruttibili.
L'iperuranio, e quindi le idee in esso contenute, rappresenta il modello secondo cui il Demiurgo ha
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formato il mondo delle cose. Nella concezione platonica l'anima umana, prima di "cadere" nel
corpo, contempla la perfezione delle idee nell'iperuranio.
In questo mondo sublunare per iniziare a parlare di Massoneria occorre innanzitutto separare
nettamente le Logge, l’Ordine e le Obbedienze: le Logge possono esistere senza Grandi Logge o
Grandi Orienti che le raggruppino, questi invece non possono esistere senza le Logge o officine, che
ne costituiscono la base.
L’Ordine, cioè una certa concezione della Massoneria Tradizionale ed Iniziatica non ha origini
storicamente riconosciute: essa data come si suol dire, da tempi immemorabili, mentre le
Obbedienze al contrario sono delle creazioni relativamente recenti, e possono essere datate.
Lo stesso si può dire per i Rituali: se la ritualità si può far risalire a tempi immemorabili, i testi
rituali riconoscono una loro genesi ed evoluzione.
Possiamo definire il Rituale Massonico come la messa in opera di un insieme di segni, di parole e di
suoni che hanno una portata simbolica e che rispettano delle regole comuni, in uno spazio tempo
consacrato, avente per effetto di mettere il Massone in condizione di ricevere una trasmissione di
influenze di ordine “spirituale”, o comunque in uno stato d’animo, o una predisposizione “trans
personale”, convogliata dall’Istituzione Massonica.
Un rituale si compone di elementi parlati, di simboli agiti, di gesti e suoni ritmici chiamati batterie.
Per ragioni comunque attinenti alla natura umana, e per i cambiamenti intervenuti nella Società, tali
rituali sono stati sovente e deliberatamente modificati.
Oggi come ieri i Rituali sono ben lungi dall’essere identici ed uniformi da un paese all’altro, da una
città all’altra, da una loggia all’altra, e ciò non deve né stupirci, né far sorgere in noi una certa
deferenza dovuta ad una forma di “feticismo” pei Rituali.
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Il rituale, che già veniva narrato, con il sorgere della Massoneria moderna, diviene “agito”, e viene
trasmesso da bocca a orecchio. Ne risultavano delle variazioni più o meno comprensibili, da qui
l’esigenza di aide-memoire: dobbiamo essere grati oggi a quei fratelli che per ricordare meglio il
Rituale, ne fecero delle copie per uso personale o dell’officina di appartenenza.
Da menzionare inoltre il ruolo delle exposures, cioè delle divulgazioni dei segreti o presunti tali
della Massoneria da parte di profani o da parte di ex massoni . 1
I testi Rituali hanno seguito e seguono una loro evoluzione, in parallelo all'evoluzione
dell'Istituzione Libero Muratoria, e ciò si può acclarare mettendo a confronto i vari rituali in uso,
alle diverse comunioni, in epoche ed aree geografiche diverse.
Non solo è difficile trovare due rituali perfettamente identici in uso in comunioni diverse, ma
anche nell’ambito della stessa comunione, è facile trovare rituali di poco o molto differenti fra di
loro. Occorre aggiungere tuttavia, che benché diversi nel testo, tutti i Rituali Massonici di
Comunioni regolari presentano certi tratti caratteristici, che li fanno riconoscere ai Massoni, come
tali, per una certa “aria di famiglia”.
Si possono distinguere almeno due grandi famiglie di Testi rituali massonici: una di area
anglosassone, un’altra di area francese.
Fra il 1696 ed il 1730, escono in lingua inglese una prima serie di pro-memoria manoscritti oltre che
di divulgazioni stampate (exposures), originarie di Scozia, Irlanda ed Inghilterra, e poi una seconda
serie appare dopo il 1760.
In francese si conoscono delle divulgazioni a stampa, comparse fra il 1737 ed il 1749, oltre che due
rituali appartenuti ad un membro di una Loggia di Berna che esisteva nel 1741.
Sembra ormai assodato il fatto che i Rituali derivino dai Catechismi, il più antico di questi
manoscritti, l’Edinburgh Register House Ms, del 1696, contiene una serie di domande e risposte
utilizzate per verificare l’appartenenza alla Massoneria di uno sconosciuto, e la descrizione di una
cerimonia, durante la quale era comunicata la parola di Massone: tale cerimonia è l’antenato
comune ai nostri rituali. Di essa si ritrova traccia nei cosiddetti catechismi di istruzione, il cui uso,
ahimè è stato abbandonato da tempo.
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Il rituale di apertura di una Loggia viene invece descritto nel “Nouveau Cathechisme des Francs-
Macons”, del 1749, in forma narrativa, non ancora di colloquio fra le Luci, ma già nelle Istruzioni
al Catechismo del 1744 si potevano trovare le note frasi:
e poi: D. Fr. Secondo Sorv. qual è il primo dovere di un Massone?, etc. etc.
Gli usi rituali della Gran Loggia d’Inghilterra giunsero in Francia fra il 1727 ed il 1732, allorché ivi
furono costituite delle Logge, fra cui almeno una a Parigi, e un’altra a Marsiglia. Ed allo stesso
modo giunsero nelle Americhe, sia nelle colonie inglesi che in quelle francesi.
In Inghilterra nel 1751 degli irlandesi residenti a Londra, fondano una seconda Gran Loggia, detta
degli Antichi, i cui rituali differivano da quelli dei “Moderni” del 1717. Entrambe le Grandi Logge
inglesi si diffondono, oltre che sul territorio nazionale, anche nelle colonie. Principali differenze
rituali erano l’uso nelle cerimonie di preghiere, che i moderni omettevano.
Nel 1813 le due Grandi Logge si riuniscono e decidono di formare la Gran Loggia Unita
d’Inghilterra (UGLE), che nel 1816 adotta un rituale che conserva la più parte delle caratteristiche
degli Antients, una delle varianti del quale è conosciuta come Rituale Emulation.
Dal 1813 la Gran Loggia Unita d’Inghilterra (UGLE), nel 1816 adotta un rituale una delle varianti
del quale è conosciuta come Rituale Emulation. Mentre in Francia il Grand Orient, già nel 1786
sottopone sotto forma manoscritta alle sue Logge dei rituali per ciascuno dei tre gradi, che delle
commissioni istituite ad hoc, avevano redatto in cinque anni di lavoro. Tali Rituali erano preceduti
da una Prefazione che esplicava che “si era creduto opportuno dover riportare la massoneria alle
antiche usanze, che alcuni innovatori avevano cercato di alterare, ... e di stabilirne l’antica e
rispettabile purezza” (già allora!).
Questo sistema, che sancisce la separazione dalla Massoneria importata dall’Inghilterra, viene
denominato Rito Francese, detto anche Rite Francais o Rite Francais ou moderne (per distinguerlo
dal successivo Rito Scozzese “Antico” ed A.). Tale Rituale fu pubblicato nel 1801 sotto il titolo di
Regulateur du Macon. Considerato da allora il Rito ufficiale del Grande Oriente di Francia, viene
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praticato anche se sotto differenti forme dalla più parte delle obbedienze europee e latino
americane.
Nel 1793, intanto, alcuni massoni francesi che la rivolta dei Neri aveva cacciato da Santo Domingo,
riparano nella Carolina del Nord, dove, come in Inghilterra esistevano due Grandi Logge rivali.
In breve alcuni anni dopo, il 31 maggio del 1801 viene creato a Charleston un Supremo Consiglio
dei Sovrani Grandi Ispettori Generali del 33° grado. Tale Supremo Consiglio, forte della patente,
rilasciata nel 1761 dalla Grande Loge de France ad Etienne Morin dichiarava di rifarsi alle Grandi
Costituzioni del 1786, di dubbia attribuzione a Federico II di Prussia. Dopo il Supremo Consiglio di
Charleston vengono fondati Supremi Consigli a Santo Domingo, nel 1802, e poi in Francia, per
impulso del Generale Grasse Tilly, rientrato in patria, nel 1804.
Il 5 Marzo del 1805, il Rito Scozzese, Antico ed Accettato approda in Italia, sempre su impulso del
De Grasse Tilly, al seguito delle Armate Napoleoniche, ed è a Milano, Capitale del Regno d’Italia,
che storicamente, con la costituzione di un Grande Oriente d’Italia, nel 1805, si impianta la Libera
Muratoria nel nostro paese.
La Tradizione della Massoneria in Italia, nello specifico del Grande Oriente, si ricollega quindi alla
sua discendenza da quella francese, essendo stato il GOI “installato” dal Supremo Consiglio del
RSAA, del 1805, e quindi la derivazione dei propri rituali da quelli in uso in Francia nel 19° secolo.
Sembra assolutamente fuor d’ogni dubbio che, con la costituzione di un Supremo Consiglio e poi di
un Grande Oriente d’Italia, fin dal 1805, si sia impiantata la Libera Muratoria nel nostro paese, e
siano stati adottati, di conseguenza, dei Rituali “Scozzesi”.
Fra gli altri sistemi rituali specifici per l’area anglosassone, in ispecie americana, il Rito di York,
che prende le mosse dai cosiddetti Side degrees, di area anglosassone, ed il nome dalla cittadina di
York, e dalla prima massoneria inglese, dalla leggenda riportata del Re Atelstano, descritto nel Ms
Regius, contenente in uno dei poemi, la leggenda di fondazione della massoneria, scritto attorno al
1390, come il ms. Cooke.
Un altro Sistema Rituale, che si rifà alla Stretta Osservanza Templare, darà origine nel 1782 al
cosiddetto Regime Rettificato. Citiamo anche il Rito di Swedenborgh, che è maggiormente
diffuso nella penisola scandinava.
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Il rituale più antico fra quelli a tutt’oggi praticati, scomparso quello praticato dalla Gran Loggia
del 1717 sembra essere quello codificato in Francia nel 1786, che qualcuno oggi chiama Primitivo o
Primordiale, o Retablì.
Rituali per i primi tre gradi di Apprendista Compagno e Maestro, adottati e praticati fin dal 1804,
dal Rito Scozzese Antico ed Accettato, nel 1820 vengono pubblicati sotto il titolo di ”Guide des
Macon Ecossais”, e saranno poi tradotti in italiano ad uso delle Logge del Grande Oriente d’Italia,
da questi, come si può constatare agevolmente, dallo studio degli stessi, discendono i rituali
attualmente in uso presso il GOI, i cui primi testi “ufficiali” vengono promulgati e pubblicati nel
corso degli anni ’60 dell’Ottocento.
Materiali e Metodi
Descriveremo brevemente in che senso ci si è mossi, per “restaurare” il Testo dei Rituali dei Gradi
Simbolici.
Dopo aver condotto un non indifferente lavoro di ricerca su decine di testimonianze, antiche e
moderne, Rituali, Catechismi, Antichi Doveri, etc, oltre che esaminato pubblicazioni a stampa,
anche recenti ed altro materiale oggi disponibile on line, dai secoli XVII e XVIII, fino ai giorni
nostri sono stati messi a confronto con i Rituali attualmente in uso, i precedenti Rituali del Grande
Oriente d’Italia, dal 1862, al 1969.
Essendo state individuate nei rituali attualmente in uso al GOI alcune “incongruenze”, vengono qui
proposte alcune modifiche, fra cui:
reintrodurre anche in apertura, e correggere (rispetto a quanto in uso nel rituale di chiusura),
il passaggio della parola sacra dal MV al 1° Sorv. per il tramite del 1° Diacono, e dal 1° al
2° Sorv. per il tramite del 2° Diacono.
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Bellezza, rispettivamente al 1° ed al 2° Sorvegliante, anche nella fase dell’accensione e lo
spegnimento delle Luci.
Riportare alle funzioni di insegnamento e “illuminazione” del Neofito da parte del solo M. Ven. il
Dialogo d'Istruzione Rituale attualmente spezzettato e diviso fra M. Ven., 1° e 2° Sorv., (Ex
Oriente Lux!)
Ripristinare la sequenza simbolica degli elementi primordiali nella c.d. variante “eleusina:
Terra, Aria, Acqua Fuoco (cfr. Sessa “I Simboli Massonici” pag. 106,), anziché l’altra
sequenza, la c.d. “Pitagorica”: è sembrato ragionevole ri-adottare l’Eleusina, non solo
perché già presente in precedenti Rituali anche del GOI (es. nell’81), ed in altri più antichi,
ma anche per una semplice non peregrina considerazione: trattandosi di successive
purificazioni, sembrerebbe logico, per un oggetto asportato dalla terra per prima cosa
soffiarvi sopra, poi per una più accurata pulizia, lavarlo con acqua, ed infine purificarlo, o
addirittura sterilizzarlo col fuoco.
Reinserire in fase d’apertura dei lavori il riferimento sia alla stella fiammeggiante che alla
lettera G, peculiari del lavoro rituale in grado di Compagno d’Arte,
Per quanto riguarda il Rituale in Grado di Maestro sono state proposte modifiche nel senso del
“restauro”, che si è ritenuto appropriato apportare, sempre nel rispetto dei Rituali tradizionali, di cui
si riportano, per brevità le seguenti schematiche e sintetiche considerazioni:
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allorquando il Compagno si trova al di fuori del tempio, si è ritenuto preferibile che sia il Fr.
Copritore ad aprire la porta, come è suo dovere, per cui non c’è motivo che il 1°
Sorvegliante debba lasciare il suo posto.
lo stesso per quanto riguarda l’esame delle mani e l’invio del grembiule: sempre opportuno
che in queste fasi il 1° Sorv. non lasci il suo posto.
Prima che il candidato compia i passi da maestro, si è pensato che gli sia dovuta una
spiegazione confacente sul perché non debba tremare scavalcando la bara.
Infine è stata rivista la sequenza “giuramento (o promessa) e rivelazione dei segreti del
Maestro”: visto che gli si svelano i “segreti” dei Maestri e la parola sacra, è sembrato più
logico rivelare il segreto dei cinque punti della Maestria dopo che il neo Maestro abbia
prestato il giuramento e non prima.
Si è ritenuto opportuno inoltre presentare alcuni Catechismi dei tre gradi, purtroppo ormai
abbondantemente desueti, ricordando che tali scritti sono storicamente in gran parte antecedenti ai
testi rituali, e fonte degli stessi, per come li conosciamo e ci sono stati trasmessi.
Nel corso del Testo, citerò, ove necessario la Loggia Archimede, la n° 342 all’Or di Siracusa, per
riconoscenza verso la mia Loggia Madre e gratitudine, verso quei Fratelli che mi hanno coadiuvato
nella stesura di queste note.
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Rituale In Grado di Apprendista Libero Muratore
NOTA PRELIMINARE Sarebbe bene rendere obbligatorio che almeno una mezzora buona prima
dell'apertura rituale dei lavori si impartiscano ai fratelli Appr. e Comp. le Istruzioni del relativo
Grado, da parte rispettivamente del 2° e del 1° Sorv.
I Fratelli, prima dell’ingresso nel Tempio, debbono sostare alcuni minuti, in silenzio e meditazione
nella Sala dei Passi Perduti, che deve essere in penombra, opportunamente illuminata da poche
luci soffuse.
Il Maestro delle Cerimonie, su ordine del Maestro Venerabile (che resta con i Dignitari ed Ufficiali
alla porta del Tempio) si reca nel Tempio, prende uno stoppino o lucignolo, unitamente ai
Maglietti del Maestro Venerabile e dei Sorveglianti, ed alla Spada del Copritore Interno.
Consegna i Maglietti alle tre Luci di Loggia, e porge la Spada al Copritore Interno.
Acceso il Testimone il Maestro delle Cerimonie prende una Riga, o un’Asta Cerimoniale, con essa
torna alla porta del Tempio, batte un colpo in terra e dice:
M.d.Cer. Fratelli Apprendisti, Fratelli Compagni d’Arte, Fratelli Maestri, vi prego di prendere il
vostro posto nel Tempio.
Il Maestro delle Cerimonie ponendosi alla testa dei corteo dei Fratelli, nell'ordine: Apprendisti,
Compagni e Maestri, seguiti dagli Ufficiali (preceduti dal 1' e 2' Diacono), i Dignitari (Tesoriere,
Segretario. Oratore) l'ex Maestro Venerabile e 2' Sorvegliante e 1° Sorvegliante, li conduce nel
Tempio deambulando in senso ORARIO facendo loro compiere un giro passando da Settentrione
ad Oriente, indi a Meridione, infine ad Occidente.
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Compiuto un giro prendono posto nella Colonna di Settentrione gli Apprendisti, poi nella Colonna
di Meridione i Compagni, quindi nelle due Colonne, in modo che risultino equilibrate per numero
di Fratelli, i Maestri. Infine gli Ufficiali e i Dignitari.
L'ingresso viene effettuato facendo la "squadratura" del Tempio che consiste nel procedere
ritmicamente, in linea retta secondo i lati del Tempio. con conversione a squadra in due tempi in,
corrispondenza degli angoli.
Tutti i Fratelli restano in piedi non all'ordine fino a che il 1° Sorv. inviti i Fr. a porre la propria
mano dx sul cuore (segno di rispetto) per annunciare l’ingresso del Maestro Venerabile.
Il M.d.C. procede poi a far accendere al 2° Sorv, al 1° Sorved al MV le rispettive Luci,
porgendo loro il lucignolo.
Il Maestro Venerabile, dopo aver invitato Dignitari ed Ufficiali ad indossare i rispettivi collari,
invita i FFrr tutti a sedere, poi, nel silenzio più assoluto, rimanendo seduto, prende con la destra il
maglietto contemporaneamente ai sorveglianti e lo appoggia sul cuore.
1° Sorv. Il primo dovere è quello di assicurarsi che il Tempio sia debitamente coperto.
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M. Ven. Assicuratevene, Fratello mio.
Il Copritore Interno, spada in pugno, chiude la porta del Tempio e ne depone la chiave sullo
scranno del 1° Sorvegliante
1° Sorv. È quello di assicurarsi che tutti i presenti siano Fratelli Liberi Muratori.
2° Sorv. Fratello 1° Sorvegliante, dai Segni che danno, riconosco tutti coloro che compongono la
Colonna di Settentrione come Liberi Muratori.
1° Sorv. Maestro Venerabile, dai segni che danno, riconosco tutti coloro che compongono le due
Colonne come Liberi Muratori.
Il M. Ven. si alza e si mette all’Ordine insieme con i Fratelli che siedono all’Oriente).
M. Ven. Per chi siede all’Oriente rispondo io. (●) Fratelli, sedete. Fratello 2° Sorvegliante, qual è
il dovere del Copritore Esterno?
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M. Ven. Fratello 1° Sorvegliante, qual è il dovere del Copritore Interno?
2° D. Per portare gli ordini del Maestro Venerabile dal 1° al 2° Sorvegliante.
I° D. Per portare gli ordini del M.Ven. al 1° Sorv. ed agli altri Dignitari e Ufficiali, qualora
occorra, affinché i lavori siano più prontamente eseguiti; attendere i messaggi del 2°
Diacono
2°Sorv. Per meglio osservare il sole al suo meridiano, inviare gli operai al lavoro, richiamarli dal
lavoro alla ricreazione, e dalla ricreazione al lavoro, a onore e gloria dell’Ordine.
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1°Sorv. Come il sole tramonta in questo punto, per chiudere il giorno, così il 1° Sorv. Siede ad
occidente, per chiudere la loggia, secondo l’ordine del M.Ven, pagare gli operai e
rinviarli contenti e soddisfatti, dopo aver accertato che ogni Operaio abbia avuto ciò che
gli è dovuto.
1°Sorv. Come il Sole, apparendo ad Oriente per dare inizio al giorno, illumina la Terra, così il
Maestro Venerabile, sedendo all’Oriente per dirigere i Lavori, apre la Loggia, ed
istruisce i Fratelli col lume della propria scienza muratoria.
M. Ven. Fratello 1° Sorvegliante, a che ora gli Apprendisti Liberi Muratori hanno consuetudine di
aprire i loro Lavori?
(Si possono far risuonare 12 rintocchi di campana, al 6° si accendono delle luci attenuate, se ne
accendono, altre, meno attenuate, al 9°, il Tempio si illumina del tutto al 12° rintocco.)
2° Sorv. Mezzogiorno in punto.
1° Sorv. Per edificare Templi alla Virtù, scavare oscure e profonde prigioni al vizio e lavorare al
Bene e al Progresso dell’Umanità.
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M. Ven. (●) Fratelli, in piedi e all’Ordine.
Il Maestro delle Cerimonie si reca dal 1° Sorvegliante e lo accompagna, precedendolo, all’Ara,
dove si pone alla sua sinistra.
Il 1° Sorvegliante dà il Segno, apre il libro della Legge Sacra - prima pagina del Vangelo di
Giovanni o Salmo 132 - vi sovrappone la squadra al Compasso, dà di nuovo il Segno e torna al suo
posto sempre preceduto dal Maestro delle Cerimonie.
Il 1° Diacono si accosta, ad un suo cenno, al Maestro Venerabile, che gli proferisce all’orecchio, a
bassa voce, compitandole, le tre sillabe della Parola Sacra
Il 1° Diacono, procedendo in senso orario si reca dal 1° Sorvegliante, glie trasmette allo stesso
modo la Parola Sacra, e torna al suo posto.
Il 2° Diacono si reca dal 1° Sorvegliante, ne riceve la Parola Sacra, con le stesse modalità, e
procedendo in senso orario, si reca dal 2° Sorvegliante cui la trasmette - poi torna al suo posto. 4
M. Ven. (●) Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, giacché in grazia dell’Ora e dell’Età è tempo di aprire i
nostri Architettonici Lavori, avvertite i Fratelli delle vostre Colonne che, nel corso dei
medesimi, non è più permesso ad alcuno di passare dall’una all’altra Colonna e di
intrattenersi in questioni di politica e di religione. Non è inoltre permesso ad alcuno di
coprire il Tempio senza che ciò gli venga consentito. Tutto, in questo Tempio, deve
essere serietà, senno, benefizio e giubilo.
1° Sorv. Fratelli della Colonna del Meridione, giacché in grazia dell’Ora e dell’Età è tempo di
aprire i nostri Architettonici Lavori, vi avverto che, nel corso dei medesimi, non è più
permesso ad alcuno di passare dall’una all’altra Colonna e di intrattenersi in questioni di
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politica e di religione. Non è inoltre permesso ad alcuno di coprire il Tempio senza che
ciò gli venga consentito. Tutto, in questo Tempio, deve essere serietà, senno, benefizio e
giubilo.
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, giacché in grazia dell’Ora e dell’Età è tempo di
aprire i nostri Architettonici Lavori, vi avverto che, nel corso dei medesimi, non è più
permesso ad alcuno di passare dall’una all’altra Colonna e di intrattenersi in questioni di
politica e di religione. Non è inoltre permesso ad alcuno di coprire il Tempio senza che
ciò gli venga consentito. Tutto, in questo Tempio, deve essere serietà, senno, benefizio e
giubilo.
M. Ven. (●) Fratelli, in piedi e all’Ordine. (Pausa di 5”). (●●●) Alla Gloria del Grande
Architetto dell’Universo - in nome della LIBERA MURATORIA Universale - sotto gli
auspici del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani - per i poteri a me conferiti -
dichiaro aperti i Lavori in Grado di Apprendista di questa Rispettabile Loggia
Archimede, n. 342 all’Oriente di Siracusa,
Il Maestro Venerabile e i Sorveglianti scendono dai loro scranni e si avvicinano ai candelabri posti
al centro del Tempio. il Maestro delle cerimonie porge il lucignolo – acceso al testimone - al
Maestro Venerabile.
Ex M Ven. (o, in assenza, l’Oratore) - Per il bene dell’Umanità e Alla Gloria del Grande
Architetto dell’Universo.
Il Maestro Venerabile ed i Sorveglianti tornano ai loro posti. Il Maestro delle cerimonie traccia o
colloca il quadro di loggia fra i tre candelabri, e completa l'illuminazione del Tempio
M. Ven. A me, Fratelli, per il Segno e per la Batteria (●●●). Fratelli, sedete. Fratello Segretario,
vi prego di leggere la Tavola Architettonica tracciata nella precedente Tornata.
M. Ven. Fratelli 1° Sorvegliante e 2° Sorvegliante, avvertite i Fratelli delle vostre Colonne che, se
non trovassero il tenore della Tavola in conformità col Disegno tracciato nella precedente
Tornata o se avessero osservazioni da fare, la parola è concessa.
1° Sorv. Fratelli della Colonna del Meridione, se qualcuno non trovasse il tenore della Tavola in
conformità col Disegno tracciato nella precedente Tornata o se avesse osservazioni da
fare, può chiedere la parola.
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, se qualcuno non trovasse il tenore della Tavola in
conformità col Disegno tracciato nella precedente Tornata o se avesse osservazioni da
fare, può chiedere la parola.
Terminate le osservazioni, dopo che il Segretario ha preso nota delle eventuali correzioni da citare
nella Tavola della Tornata in corso, quando più nessuno chiede la parola.
M. Ven. I Fratelli che approvano la Tavola alzino la mano sinistra al colpo del mio Maglietto
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Il M.Ven batte un colpo (●) I Fratelli che approvano alzano la mano sinistra
Il M. delle Cerimonie porta al M. Ven. e successivamente all’Oratore, per la firma, la Tavola che
poi riconsegna al Segretario, il quale vi appone la propria.
M. Ven. Fr Maestro delle Cerimonie, viaggiate sulla via smarrita, ed osservate se nella sala dei
Passi Perduti vi sia qualche Fratello che chieda di entrare: predisponetevi ad
eventualmente introdurlo nella debita forma.
M. Cer. Maestro Venerabile, nessun Fratello si trova alla porta del Tempio.
Se vi fossero Fratelli alla Porta del Tempio il Maestro delle Cerimonie. ne annuncerà i nomi e le
qualifiche massoniche, introducendo prima gli Apprendisti, poi i Compagni d’Arte ed infine i
Maestri. In ultimo eventuali Maestri Venerabili, in carica, di altre Logge: questi vengono condotti
all’Oriente.
Ad ognuno, a suo giudizio, prima di essere ammesso, il Maestro Venerabile può rivolgere queste
ed eventuali altre domande, come gli detteranno saggezza e prudenza.
Risp. Fr. Dalla una Loggia giusta e perfetta, dal N° ... dal titolo distintivo..................... all'Oriente
di …......................
25
Risp. Fr. A vincere le mie passioni, sottomettere la mia volontà e a fare nuovi progressi nella
Massoneria Universale.
M. Ven. Esso vi è accordato: andate dunque ad occupare il posto che vi sarà indicato dal Maestro
delle Cerimonie.
Rito di Iniziazione ad
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Aperti i Lavori in grado di Apprendista, ed introdotti eventuali Fr. visitatori
M. Ven. Fratello Maestro delle Cerimonie, vogliate preparare il Tempio per il Rito di Iniziazione.
M.Ven. Fratello Esperto, consegnate al Fratello Segretario i metalli del profano, quindi recatevi nel
Gabinetto di Riflessione e ritirate il suo Testamento.
Il Fratello Esperto esegue. Di ritorno, bussa ritualmente; introdotto, resta in piedi fra le Colonne
col Testamento piegato a triangolo ed infilato sulla punta della spada rivolta verso il Maestro
Venerabile. Invitato da questi, si avvicina e glielo porge.
M. Ven. (legge il Testamento ad alta voce) : Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, avvertite i Fratelli delle
vostre Colonne che pongo in discussione il Testamento del profano.
1° Sorv. Fratelli della Colonna del Meridione, il Maestro Venerabile pone in discussione il
Testamento del profano.
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, il Maestro Venerabile pone in discussione il
Testamento del profano.
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Terminate le eventuali osservazioni.
M. Ven. I Fratelli che approvano il Testamento alzino la mano sinistra al colpo del mio Maglietto
(●).
Se la votazione è favorevole.
Oratore Maestro Venerabile, in nome della Loggia e a norma delle Leggi che governano il nostro
Ordine, vi chiedo di procedere all'Iniziazione del profano ...
M. Ven. Maestro Esperto, recatevi dal profano, informatelo che ci aspettiamo da lui il superamento
delle prove alle quali sarà sottoposto per pervenire alla Luce. Preparatelo come prescrive
il Rituale e conducetelo alla porta del Tempio.
Esperto Sarete sottoposto ad alcune prove. L'Istituzione, della quale desiderate far parte, si aspetta
da voi coraggio e fiducia, condizioni essenziali perché possiate ricevere la Luce. Lasciate
che vi prepari.
Il Fratello Esperto gli fa scomporre le vesti, denudare il petto ed il ginocchio destro e scalzare il
piede sinistro, gli pone una benda sugli occhi e un cappio intorno al collo, quindi lo conduce alla
porta del Tempio, dove lo invita a bussare con diversi colpi, energici e disordinati
M. Ven. Un profano alla porta del Tempio? Potrebbe essere un nemico... Fratelli armatevi e state in
guardia.
M. Ven. Fratello Copritore, chiedete al Fratello Esperto perché vuole introdurre un profano fra noi.
Esperto Perché desidera ricevere la Luce, essendo uomo libero e di buoni costumi.
Il Copritore richiude la porta, si reca dal 2° Sorv. e gli riferisce la risposta a bassa voce.
2° Sorv. Fratello 1° Sorvegliante, il Fratello Esperto chiede di introdurre un profano, uomo libero e
di buoni costumi, che chiede la Luce.
1° Sorv. Maestro Venerabile, il Fratello Esperto conduce un profano, uomo libero e di buoni
costumi, che chiede la Luce.
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M. Ven. Fratello Copritore Interno, poiché è libero e di buoni costumi, domandategli nome,
cognome, età, professione e domicilio.
Il Copritore, senza attendere altri ordini, apre la porta ed esegue; richiude la porta, si reca dal 2°
Sorvegliante e gli trasmette a bassa voce la risposta.
2° Sorv. Fratello 1° Sorvegliante, il profano si chiama …................., ha ... anni, è di professione ...
ed è domiciliato a ….................
1° Sorv. Maestro Venerabile, il profano si chiama …........................., ha ... anni, è di professione ...
ed è domiciliato a …................
Musica in sottofondo.
L'Esperto introduce il profano, (sarebbe bene che l’ingresso del recipiendario nel tempio avvenga
… a testa china - ma non carponi - come se il Profano dovesse passare sotto un basso arco...),
quindi lo conduce fra le Colonne e rimane al suo fianco.
M. Ven. Profano, siete nel Tempio dei Liberi Muratori. Cosa sentite sul petto?
Il Profano risponde (Sarebbe opportuno in linea di massima, che l’Esperto non suggerisse alcuna
risposta al profano): ....................
M. Ven. È la punta di una spada. La spada che è puntata in direzione del vostro cuore - sempre
pronta a punire gli spergiuri - è il simbolo del rimorso che vi torturerà se tradirete questa
Istituzione Iniziatica della quale volete entrare a far parte, o se ne aveste chiesto
l'ammissione allo scopo di servirvi della Libera Muratoria per ottenere vantaggi sociali od
economici.
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Profano Una benda. (Nel caso il profano non sappia rispondere per l’emozione, lo suggerisce
l'Esperto).
M. Ven. La benda che copre i vostri occhi è il simbolo delle tenebre nelle quali si trova l'uomo,
dominato dalle passioni e immerso nell'ignoranza e nella superstizione. La Libera
Muratoria potrà aiutarvi a sciogliere codesta benda, ma prima dovrete dimostrarci la vostra
buona volontà, rispondendo lealmente alle domande che vi rivolgerò. Siete disposto?
Il Profano risponde
M. Ven. Dichiarate sul vostro onore che venite a chiedere la Luce Massonica liberamente e
spontaneamente, con disinteresse e spirito di sacrificio, per il vostro e per il nostro
perfezionamento?
Il Rito sarà svolto da capo per il secondo candidato, che nel frattempo si trovava nel Gabinetto di
Riflessione.
Allorché il rito di Iniziazione del secondo profano sarà giunto a questo punto, il Maestro
Venerabile inviterà il Copritore Interno a richiamare il primo candidato accompagnato dal
Maestro delle Cerimonie.
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M. Ven. I principi della Libera Muratoria, comuni a tutti i Fratelli sparsi per il mondo e fondati
sulla ragione, rendono quest'Ordine inconfondibile e universale. Tali principi sono
immutabili, ma sono anche così perfetti da consentire a ciascuno la piena libertà nella
ricerca del Vero.
La Tolleranza, uno di questi principi, che noi consideriamo la prima virtù del Libero
Muratore, permette a uomini di carattere e condizioni diverse di sedere fraternamente in
questo Tempio e di lavorare, per gli stessi scopi, nel più assoluto, affettuoso, reciproco
rispetto.
Pausa di 5” A questo riguardo debbo rivolgervi una domanda alla quale dovrete dare una franca e
leale risposta: se, una volta ammesso nella nostra Istituzione, trovaste qualcuno che, per
fede religiosa o per altro motivo, avete considerato fino ad ora un nemico, siete pronto ad
abbracciarlo ed a considerarlo un Fratello?
Prima di rispondere, considerate che l'uomo, da voi ritenuto un nemico, essendo qui fra
noi, ha approvato la vostra ammissione ed è pronto ad abbracciarvi... Ora rispondete.
(Si reputa opportuno sottolineare ancora una volta, che l’Esperto non suggerisca mai, ed
assolutamente, le risposte implicanti una dichiarazione di volontà da parte dell’iniziando)
M. Ven. Vi è stato detto che, prima di far parte della nostra Istituzione, dovrete superare alcune
prove. Siete pronto ad affrontarle?
M. Ven. Profano, prima di ammettervi alle prove abbiamo il dovere di dirvi quale concetto noi
abbiamo di alcuni principi etici: che cos'è la Libertà, che cos'è la Morale, che cos'è la
Virtù.
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Pausa di 5”. Per noi, la Libertà è il potere di compiere o di non compiere certi atti, secondo la
determinazione della nostra volontà. È il diritto di fare tutto ciò che non è contrario alla
legge morale ed alla libertà altrui.
Pausa di 5”. La Morale è, per noi, la legge naturale, universale ed eterna che guida ogni uomo
intelligente e libero. Essa ci fa apprendere i nostri doveri e l'uso ragionato dei nostri diritti
e si rivolge ai più puri sentimenti del cuore per assicurare il trionfo della Ragione e della
Virtù.
Pausa di 5”. La Virtù, che secondo l'etimologia significa Forza, è la capacità di adempiere, in ogni
occasione, ai doveri del proprio stato, nei confronti della Società e della Famiglia. Essa si
esercita con disinteresse e non si arresta né davanti ai sacrifici né davanti alla morte.
Pausa di 5”. Al contrario, il vizio è concessione fatta all'interesse ed alla passione, a spese del
Dovere. Il vizio, quindi, è il pericolo contro il quale bisogna armarsi con tutte le forze
della Ragione e con tutta l'energia del carattere.
È per mettere un freno alle nostre passioni, per elevarci al di sopra dei vili interessi, per
imparare a calmare l'ardore dei nostri desideri antisociali e antimorali che ci riuniamo nei
nostri Templi.
Pausa di 5”. Noi lavoriamo senza tregua al nostro miglioramento perché è solo regolando le nostre
inclinazioni e i nostri costumi che perverremo a dare a noi stessi quel giusto equilibrio che
costituisce la Saggezza, cioè la scienza della vita.
Pausa di 5”. Ma tale Lavoro è penoso e impone molti sacrifici ai quali dovrete sottomettervi, se
sarete ammesso fra noi. Occorre che, consapevole dei vostri difetti, siate disposto a
lavorare senza tregua al vostro perfezionamento, se persisterete nel desiderio di essere
accolto fra noi. Siete ancora disposto?
M. Ven. Profano, questa Istituzione ha le sue leggi che impongono doveri reciproci da osservare.
Siccome nessuno vuole imporvi obblighi che non conoscete, la saggezza di questa
Assemblea ha deliberato di dirvi quali saranno i vostri doveri, se sarete ammesso fra noi.
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Il primo è quello di percorrere incessantemente la Via iniziatica tradizionale per il vostro
perfezionamento interiore.
Pausa di 5”. Il secondo è di praticare la Virtù, di soccorrere i vostri Fratelli, di alleviare le loro
disgrazie e di assisterli, con i vostri consigli e col vostro affetto. Queste virtù, che nel
mondo profano sono considerate qualità rare, sono per noi soltanto il compimento di un
dovere gradito.
Pausa di 5”. Il terzo dovere sarà quello di conformarvi alle Leggi dell'Ordine dei Liberi Muratori e
ai Regolamenti di questa Loggia. Posso tuttavia assicurarvi che tali Leggi e tali
Regolamenti non contengono alcunché di contrario ai Principi dell'Ordinamento
costituzionale ed alle Leggi dello Stato o che possa essere in contrasto con la vostra
coscienza di uomo libero e giusto.
Pausa di 5”. Profano, ora che vi abbiamo indicato i doveri di un Libero Muratore, persistete
ancora? Avete la ferma intenzione di affrontare le prove alle quali vi sottoporremo?
M. Ven. Io debbo esigere da voi una Promessa Solenne sulla coppa delle libagioni.
Acconsentite a prestarla?
M. Ven. Fratello Esperto, fate avvicinare il profano e voi, Maestro delle Cerimonie, portate la
Coppa delle Libagioni.
L'Esperto fa avvicinare il profano all'Oriente e lo invita a mettersi la mano destra sul cuore. Il M.
d. Cer. avanza recando la Coppa.
Pausa di 5”.
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M. Ven. Profano, pronunciate con me questa solenne promessa:
Mi impegno solennemente, sul mio onore, al silenzio su tutti i particolari relativi alle prove
che sto per subire.
M. Ven. Profano, dovete conoscere tutta l'importanza di una Promessa Solenne. Se voi mancaste
alla parola così solennemente data... bevete!
M. Ven. Quel liquido, che da dolce è diventato amaro, sia per voi il simbolo dell'amarezza e dei
rimorsi dai quali sarebbe invaso il vostro cuore, se la menzogna avesse anche solo sfiorato le
vostre labbra.
Pausa di 5”.
M. Ven. Se avete qualche dubbio o qualche scrupolo, siete ancora libero di ritirarvi, ma vi avverto
che tra poco non potrete più farlo.
M. Ven. Fratelli, sedete. Fratello Esperto, avendo già il profano compiuto il primo viaggio
attraverso la Terra, nel Gabinetto di riflessione, impadronitevi di lui e fategli compiere il
secondo viaggio.
L'Esperto farà compiere al Candidato un giro del Tempio in senso orario. Sul suo cammino
saranno posti piccoli ostacoli, mentre i Fratelli produrranno forti rumori e tintinnio di spade.
Al termine del giro, lo conduce davanti al 2° Sorvegliante sceso dal seggio, e gli fa battere tre colpi
con la mano sinistra sulla spalla destra del 2° Sorv.
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2° Sorv. Come osa sperarlo?
2° Sorv. Se è libero e di buoni costumi che passi, dopo essere stato purificato dall'Aria
Il 2° Sorv. sventola col ventaglio (si escluda di soffiare alitando) per tre volte la mano sinistra del
Candidato, poi l’Esperto riconduce il candidato fra le Colonne
(Se vi è un altro candidato, a questi si fa compiere il secondo viaggio, prima che cominci il terzo
viaggio del primo candidato e così per i successivi viaggi).
M. Ven. Profano, il viaggio simbolico che avete compiuto è il quadro della vita umana. I rumori
che avete udito ricordano le passioni che l'agitano, gli ostacoli che avete incontrato, le
difficoltà che l'uomo incontra e che non può vincere o superare se non acquisendo quella
forza morale che gli permette di lottare contro le avversità, in grazia, soprattutto, dell'aiuto
che trova nel prossimo.
Pausa di 5”.
L'Esperto esegue. Gli ostacoli sono ridotti, il rumore è limitato al tintinnio delle spade.
L'Esperto, con marcia squadrata destro-centrica, come sempre, conduce il Candidato dal 1°
Sorv.nte sceso dal seggio, il Candidato batte con la mano sinistra tre colpi sulla spalla destra del
1° Sorv.
1° Sorv. Se è libero e di buoni costumi, che passi, dopo essere stato purificato dall'Acqua.
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Il 1° Sorvegliante immerge per tre volte la mano sinistra del Candidato nell'acqua, poi
gliel’asciuga, e lo riconduce al centro del Tempio.
M. Ven. Profano, avete trovato, in questo terzo viaggio meno difficoltà e meno ostacoli. Essi
scompaiono via via sotto il passo dell’uomo che perseveri nel cammino iniziatico, tuttavia
egli non si è ancora liberato completamente dalle lotte; è questo che simboleggia il tenue
tintinnare delle spade che avete udito. Ma soprattutto l’attenuazione dei rumori indica che a
questo livello le passioni dei sensi sono pressoché scomparse: l’acqua vi ha reso mondo
delle impurità.
Pausa di 5”.
Al Candidato condotto presso l’Oriente, gli si fanno battere tre colpi con la mano sinistra sulla
spalla destra del M. Ven., sceso dal Trono
M. Ven. Se è libero e di buoni costumi, che passi, dopo essere stato purificato dal Fuoco.
L'Esperto fa passare per tre volte la mano sinistra del Candidato sulla fiamma, poi lo riconduce al
centro del Tempio.
M. Ven. Profano, con il Fuoco sono terminate le vostre prove. Possa il vostro cuore infiammarsi
d'amore per i vostri simili: possa questo Amore, simboleggiato dal Fuoco, sacra materia
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ignea che è racchiusa nel vostro essere, improntare le vostre parole, le vostre azioni, il
vostro avvenire, e ardere incessantemente per il bene di tutta l'Umanità. Non dimenticate
mai il precetto universale ed eterno:
Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te, e fa' agli altri tutto il bene che vorresti che gli
altri facessero a te.
Pausa di 5”.
M. Ven. Profano, l’Ordine Massonico nel quale chiedete di essere ammesso potrà, forse, un giorno
chiedervi di versare il vostro sangue per la propria difesa e per quella dei Fratelli: se vi
esporrete a versare il vostro sangue, che sia sempre per una causa giusta!
Pausa di 5”.
M. Ven. Profano, è il momento di mettere in pratica il secondo dovere del Libero Muratore,
ricordate?... soccorrere il proprio Fratello, alleviare le sue disgrazie, assisterlo con i propri
mezzi. Il Libero Muratore compie questo dovere senza ostentazione ed il suo aiuto rimane
avvolto nel segreto. Ma, in questo momento, non possiamo chiedervi aiuto per un
bisognoso, perché non potete disporre dei vostri mezzi: infatti vi sono stati ritirati i
metalli...
Ricordate questo momento quando vi sarà richiesto di donare il superfluo a chi ne ha
bisogno. Come voi, in questo momento, tutti possono trovarsi senza risorse.
Pausa di 5”.
M. Ven. Profano, io sono disposto a premiare la fermezza che avete dimostrato nell'affrontare le
prove alle quali siete stato sottoposto; tuttavia, è mio dovere consultare ancora una volta
coloro ai quali dovrò unirvi per tutta la vita e conoscere se essi abbiano obiezioni sulla
vostra ammissione. Prima però voglio che ascoltiate la formula della Promessa Solenne
che dovrete prestare.
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Io ……………. liberamente e spontaneamente, con pieno e profondo convincimento
dell'animo, con assoluta e irremovibile volontà, al cospetto del Grande Architetto
dell'Universo, sul mio onore,
solennemente prometto:
di adempiere fedelmente i doveri ed i compiti relativi alla mia posizione e qualifica nella
vita civile.
Lo prometto.
M. Ven. Profano, vi concedo ancora qualche minuto per riflettere. Se, udendo la formula della
Promessa Solenne, vi fosse sorto qualche dubbio nell'animo e non vi sentiste di
prestarla, siete ancora libero di ritirarvi...
M. Ven. Avete riflettuto sulla gravità dell'atto che state per compiere e sull'importanza degli
obblighi che state per assumere?
L'Esperto esegue
M. Ven. I Fratelli che approvano l'ammissione del profano ... alzino la mano sinistra al colpo del
mio Maglietto (●).
M. Ven. Fratello 1° Sorvegliante, provvedete a far rientrare il profano, e Voi, Fratelli, spade in
pugno.
1° Sorv. Fratello 2° Sorvegliante, il Maestro Venerabile dispone che venga fatto rientrare il
profano.
L'Esperto introduce il Candidato ancora bendato ma senza la corda e ricomposto negli abiti, lo
conduce nel mezzo del Tempio, che sarà in penombra. I Fratelli possono indossare i cappucci.
Alcuni Fratelli - delle prime file - lasciano i loro posti per porsi a semicerchio davanti al
Candidato, verso cui dirigono le spade, che impugnano con la mano sinistra.
Inizia la musica.
M. Ven. Fratello 1° Sorvegliante, provvedete a far togliere la benda che copre gli occhi del profano.
L'Esperto esegue.
M. Ven. Profano, vedete le punte delle spade rivolte verso di voi? Esse simboleggiano la difesa che
avrete da tutti i Fratelli se rimarrete fedele alla Promessa Solenne e, qualora voi mancaste,
la loro solidarietà nel punirvi.
Pausa di 5”.
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M. Ven. Acconsentite dunque a prestare la Promessa Solenne?
Il Profano risponde
M. Ven. Maestro delle Cerimonie, con il Fratello Esperto conducete il Candidato all'Ara e voi,
Fratelli, ritirate le spade, tenendole sempre impugnate, con le punte rivolte in basso e
rimanendo all'Ordine.
Il Maestro delle Cerimonie e l'Esperto conducono il Candidato all'Ara, gli pongono la mano destra
aperta su Squadra e Compasso e Libro della Legge Sacra, gli mettono nella mano sinistra un altro
compasso con le punte rivolte verso il cuore e lo fanno inginocchiare sul ginocchio destro. Cessa la
musica.
M. Ven. (●)
1° Sorv. (●)
2° Sorv. (●)
solennemente prometto:
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di adempiere fedelmente i doveri ed i compiti relativi alla mia posizione e
qualifica nella vita civile.
Lo prometto.
IL M.d. CER. accompagna Il Candidato verso il centro del Tempio, quasi in fondo. Tutti restano
all'Ordine.
M. Ven. Che la Luce sia al terzo colpo del mio Maglietto ( ●●● - Colpi lenti)
M. Ven. Fratelli abbassate le punte delle spade, ma senza riporle, impugnandole con la mano
sinistra, la punta rivolta in basso
Il Maestro Venerabile scende dal Trono. I due Sorveglianti si pongono ai lati del Candidato
protendendo le loro spade sulla sua testa.
Il Maestro Venerabile impugna la Spada Fiammeggiante e la appoggia sulla testa del Candidato
pronunciando la formula.
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M. Ven. Alla Gloria Del Grande Architetto Dell'Universo – in nome della Libera Muratoria
Universale - sotto gli auspici del Grande Oriente d'Italia - Palazzo Giustiniani - per i poteri
a me conferiti –
● ti inizio (batte un colpo di Maglietto sulla lama che poggia sulla spalla sinistra)
● ti costituisco (batte un secondo colpo sulla lama che poggia sulla spalla destra)
● ti creo (un terzo colpo sulla spoda che poggia sulla sommità del capo) Libero Muratore.
M. Ven. Questo Grembiule è simbolo del Lavoro, primo dovere e massima consolazione
dell'Uomo. Non dovrai mai presentarti in Loggia senza indossarlo. Lo porterai con la
bavetta rialzata.
M. Ven. Accetta questi guanti che ti offrono i Fratelli: non offuscarne mai il candore: le mani di un
Libero Muratore devono restare sempre pure.
M. Ven. Fratello, le donne non sono ammesse ai nostri Lavori; tuttavia noi le rispettiamo e le
onoriamo. Questi guanti sono destinati a Colei che ha più diritto alla vostra stima ed al
vostro rispetto.
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M. Ven. Fratello, i Liberi Muratori, per riconoscersi fra loro, hanno dei Segni, una Parola e un
Toccamento che devi imparare. Maestro delle Cerimonie e Maestro Esperto,
accompagnate il Carissimo Fratello.... ... nella Sala dei Passi Perduti per istruirlo da
Apprendista Libero Muratore. Poi lo ricondurrete nel Tempio.
M. Ven. Fratelli, riponete le spade e sedete. (Pausa di 5”) Fratello 2° Sorvegliante, concedo alla
Loggia tre minuti di ricreazione, ma prima, Fratello 1° Sorvegliante, fate il vostro dovere. Fr.
In piedi e all'Ordine.
Il 1° Sorv: si reca da solo all’Ara, dà il Segno, stacca la Squadra dal Compasso, lascia il Libro
aperto e torna al suo posto
2° Sorv. (●) Fratelli, il Maestro Venerabile concede alla Loggia tre minuti di ricreazione. (Rialza la
sua Colonnina) Fratelli, siete autorizzati ad uscire dal Tempio.
Compiuta l'istruzione del Neofita, il Maestro delle Cerimonie ne informa il Maestro Venerabile.
M. Ven. Fratelli, in piedi e all'Ordine. I lavori interrotti riprendono Forza e Vigore. Fratello 1°
Sorvegliante, fate il vostro dovere. Fr. In piedi e all'Ordine.
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1° Sorv. Maestro Venerabile, è il nuovo Iniziato che chiede di entrare.
Il Copritore apre la porta. Entrano ritualmente prima il Maestro delle Cerimonie, poi l'Esperto,
poi il Neofita e restano all'Ordine.
M. Ven. Fratello Esperto, mostrate al Neofita la pietra grezza ed insegnategli a compiere il suo
lavoro di Apprendista.
L'Esperto conduce in Neofita accanto all'Ara e gli fa battere tre colpi sulla pietra grezza, poi lo
riconduce fra le Colonne.
L'Esperto conduce il Neofita prima dal 2° Sorvegliante e poi dal 1° Sorvegliante. Essi gli
chiederanno l'Ordine, il Segno, il Toccamento e la Parola Sacra. Riconduce il Neofita al centro del
Tempio, verso il fondo e si allontana.
2° Sorv. Fratello 1° Sorvegliante, l'Ordine, il Segno, il Toccamento e la Parola Sacra del Neofita
sono giusti e perfetti.
1° Sorv. Maestro Venerabile, l'Ordine, il Segno, il Toccamento e la Parola Sacra del Neofita sono
giusti e perfetti.
CESSA LA MUSICA.
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Alla Gloria Del Grande Architetto Dell'Universo – in nome della LIBERA MURATORIA
Universale - sotto gli auspici del Grande Oriente d'Italia – PALAZZO GIUSTINIANI -
PER i poteri a me conferiti:
PROCLAMO il Fratello .............. membro effettivo di questa Rispettabile Loggia n. 342 costituita
sotto il titolo distintivo “............” all'Oriente di …........... col Grado di Apprendista
LIBERO MURATORE - Vi invito a riconoscerlo come tale ed a prestargli aiuto ed
assistenza in ogni occasione.
1° Sorv. Fratelli della Colonna del Meridione, vi comunico che il Maestro Venerabile ha
proclamato il Fratello ................... Membro effettivo di questa Rispettabile Loggia col
Grado di Apprendista Libero Muratore. Vi invito a riconoscerlo come tale e a prestargli
aiuto ed assistenza in ogni occasione.
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, vi comunico che il Maestro Venerabile ha
proclamato il Fratello.....................Membro effettivo di questa Rispettabile Loggia, col
Grado di Apprendista Libero Muratore. Vi invito a riconoscerlo come tale e a prestargli
aiuto ed assistenza in ogni occasione.
RIPRENDE LA MUSICA
M. Ven. A me, Fratelli, per il Segno e la triplice Batteria di gioia in onore del nuovo Fratello
M.d.Cer. Maestro Venerabile, per conto e insieme al Neofita chiedo di coprire la Batteria di gioia
M. Ven. É concesso
Il Neofito, col M.d.Cer. , col Fr. Esperto coprono la batteria, battendo le mani all’unisono (●●●
●●● ●●●)
M. Ven. Maestro delle Cerimonie, accompagnate il nuovo Fratello al posto che gli compete, a Nord
Est, alla testa della Colonna degli Apprendisti, il primo posto che gli è riservato oggi. In
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avvenire egli siederà secondo la sua anzianità di Iniziazione. E voi Fr. Esp.,
riconsegnategli i metalli.
M. Ven. Tutto è giusto è perfetto. Fratelli, riprendiamo i nostri posti, rimanendovi in piedi e
all'Ordine.)
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RITUALE DI CHIUSURA DEI LAVORI IN GRADO DI APPRENDISTA L:. M:.
1° Sorv. Fratelli della Colonna del Meridione, se qualcuno deve presentare proposte per il bene
dell’Ordine in generale o di questa Loggia in particolare, può chiedere la parola.
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, se qualcuno deve presentare proposte per il bene
dell’Ordine in generale o di questa Loggia in particolare, può chiedere la parola.
M. Ven. Fratello Maestro delle Cerimonie, fate passare il Sacco per le Proposte Tacite ed il
Tronco della Vedova.
Il Maestro delle Cerimonie esegue: col sacco per le proposte tacite – sacco rosso – ed il tronco
della vedova – sacco nero – procede nel tempio in senso orario – dopo avere messo per primo, e
come tutti faranno, la mano sinistra nuda e chiusa nei due sacchi e ritirandola ancora chiusa dal
sacco nero, e aperta dal sacco rosso, soffermandosi – nell’ordine – presso il maestro venerabile, il
1° sorvegliante, il 2° sorvegliante, l’oratore, il segretario, il tesoriere, i fratelli all’oriente, i
Fratelli della Colonna del meridione, i Fratelli della Colonna del settentrione, il copritore interno
– porta i due sacchi alla cattedra del maestro venerabile – il sacco rosso vi sarà rovesciato – il
sacco nero vi verrà deposto – il maestro venerabile trattiene il sacco nero “sotto maglietto” –
sovrapponendovi per un istante il maglietto – poi lo fa recapitare dal maestro delle cerimonie
all’oratore – rimandando il conteggio dell’oratore e la consegna all’elemosiniere a dopo la
chiusura dei lavori – il maestro delle cerimonie torna al suo posto.
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Orat. Maestro Venerabile, il Tronco della Vedova ha fruttato tre e più mattoni per la
costruzione del Tempio.
2° Sorv. Per osservare il Sole al suo tramonto e rimandare gli Operai dal Lavoro alla Ricreazione
per il bene dell’Ordine e dell’Umanità.
1° Sorv. Come il Sole tramonta in questo punto per chiudere il giorno, così il 1° Sorvegliante siede
ad Occidente per chiudere la Loggia, pagare gli Operai e mandarli via contenti e
soddisfatti a gloria ed onore dell’Ordine.
1° Sorv. Tanto quelli dell’una quanto quelli dell’altra Colonna manifestamente lo attestano.
50
(Si fanno risuonare 12 rintocchi di campana, al 6° si attenuano le luci del tempio, si attenuano
ancor di più al 9°, le luci si spengono del tutto al 12° rintocco.)
2° Sorv. Mezzanotte in punto.
Il 2° Diacono, ad un cenno del 2° Sorvegliante, si reca da questi, ne riceve, nel modo prescritto, la
Parola Sacra , e procedendo in senso antiorario, si reca dal 1° Sorvegliante e gliela trasmette allo
stesso modo - poi torna al suo posto -
Dà di nuovo il Segno e torna alla sua Cattedra, sempre preceduto dal Maestro delle Cerimonie, il
quale poi torna al suo posto.
M. Ven. (●●●) Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo - in nome della Libera
Muratoria Universale - sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani
- per i poteri a me conferiti - dichiaro chiusi i Lavori in Grado di Apprendista - di questa
Rispettabile Loggia Archimede, n. 342 all’Oriente di Siracusa, ed ordino al 1°
Sorvegliante di chiudere la Loggia. A me, Fratelli, per il Segno (si esegue … - pausa) e
la Batteria (●●●).
1° Sorv. Fratelli delle due Colonne, per ordine del Maestro Venerabile chiudo la Loggia. (●●●
attenuati e abbassa la colonnina).
2° Sorv. La Loggia è chiusa fino al giorno ... salvo contrario avviso. (●●● Ancora più attenuati e
alza la colonnina).
51
M. Ven. Fratelli, vi esorto a mantenere il riserbo sui Lavori compiuti. Fratello Maestro delle
Cerimonie, spegnete le tre Luci e riponete (o cancellate) il Quadro di Loggia.
E' uso della Loggia Archimede che l'ex M.Ven, o in sua vece l'Oratore, allo spegnersi delle ultime
luci dica:
Ex MV Che la Luce di quell'Amore che mai si spegne, continui sempre a brillare nei nostri cuori
per illuminare il nostro cammino.
Dignitari e Ufficiali depongono, all’unisono col Maestro Venerabile, le insegne e gli strumenti di
lavoro.
M. Ven. Fratello Maestro delle Cerimonie, provvedete a fare uscire ordinatamente i Fratelli dal
Tempio.
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USCITA ORDINATA DAL TEMPIO
Alla fine dei Lavori la marcia di uscita si svolge in senso ANTIORARIO ed in forma circolare, con
i Fratelli disposti nello stesso ordine d'ingresso.
Il Maestro delle Cerimonie si limiterà a porsi tra le Colonne e ad invitare il MV alla porta,
chiamando poi per l'uscita, dapprima eventuali MM. VV. ospiti, poi in ordine decrescente di
importanza rituale: il 1° sorv, il 2° Sorv, l'Oratore, il Segretario, il Tesoriere, l'ex MV, i Fratelli
all'Oriente, i Maestri, i Compagni d'Arte, gli Apprendisti, ultimo il copritore interno.
Non si daranno segni. I fratelli uscendo con un lieve cenno del capo porteranno la mano destra al
cuore. Il MV risponderà con un lieve cenno del capo.
I Fratelli sostano nella Sala dei Passi Perduti in silenziosa attesa, il Maestro delle Cerimonie,
rientra da solo nel Tempio, spegne il Testimone, esce dal Tempio e dice al Maestro Venerabile:
M.V. (rivolgendosi ai Fratelli che sono rimasti in attesa nella Sala dei Passi Perduti): Fratelli il
nostro Lavoro è compiuto".
Decorazione
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Rispetto al Grado di Apprendista, se non vi sono Lavori di Iniziazione, è sufficiente che vi sia la
Stella Fiammeggiante all’Oriente, l’Ara di Lavoro con ai lati due luci ulteriori, disposte ai due lati
dell’Altare, rispetto a quelle del M. Ven., del 1° e del 2° Sorv.
Il quadro di Loggia è diverso da quello di Apprendista e viene sostituito ad esso a richiesta del M.
Ven., dal M. delle Cer. che provvederà anche all’aggiunta degli altri Simboli.
Ora di apertura dei lavori - Mezzogiorno. Ora di chiusura dei lavori - Mezzanotte.
Ordine
Stando in piedi, portare sul cuore la mano destra semi aperta in forma di artiglio, il pollice alzato
formante squadra. Alzare all’altezza della spalla sinistra la mano sinistra aperta, la palma in
avanti e le dita unite.
Segno
Stando all’Ordine, abbassare la mano sinistra lungo il corpo, ritirando la mano destra verso il fianco
destro e, successivamente, lasciandola cadere lungo il corpo con il braccio allungato.
Passi
Stando all’Ordine d’Apprendista, fare i primi tre passi da Apprendista; passare all’Ordine di
Compagno, eseguire due passi obliqui: il primo a destra partendo con il piede destro e
riunendo il sinistro a squadra a 90°, il secondo a sinistra riunendo il destro a squadra a 90°.
Toccamento
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Porre il pollice della propria destra tra il medio e l’anulare della mano destra del Fratello il quale, a
sua volta, poggia l’unghia del pollice destro sulla prima falange del medio del primo
Fratello, battendo leggermente cinque colpi. Il toccamento richiede la parola di passo.
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APERTURA DEI LAVORI IN GRADO DI COMPAGNO d’ARTE LM
M. Ven. Fratelli, dobbiamo elevare questa Loggia al Grado di Compagno d’Arte Libero Muratore.
Fr. M.d.C., accompagnate i Fratelli Apprendisti fuori del Tempio, avvertendoli di
attendere la ripresa dei Lavori nel loro Grado.
Il M.d.C. esegue.
M. Ven. Fr. M.d.C., provvedete a decorare il Tempio come è dovuto per il Secondo Grado.
Il M.d.C. esegue.
M. Ven. ()
1° Sorv. ()
M. Ven. Fratelli, assistetemi ad aprire i Lavori in Grado di Compagno d’Arte Libero Muratore.
Fratello 1° Sorv., il Tempio è debitamente coperto?
M. Ven. Fr. 1° Sorv., qual è la vostra età muratoria nel grado di Compagno d’Arte Libero
Muratore?
M. Ven. Fr. 1° Sorv., a che ora i Compagni d’Arte Liberi Muratori hanno consuetudine di aprire i
Lavori?
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1° Sorv. A Mezzogiorno, M. Ven., e quest’ora è giunta.
1° Sorv. Assicurarsi che tutti i presenti siano Compagni d’Arte Liberi Muratori.
1° Sorv. M. Ven., dai segni che danno, riconosco i Fratelli delle due Colonne come Compagni
d’Arte Liberi Muratori.
Il M. Ven. si alza e con lui, se ve ne sono, i Fratelli all’Oriente, che si pongono all’Ordine.
M. Ven. Riconosco il Grado di Compagno ai Fratelli che siedono all’Oriente. Fratelli, sedete.
A questo punto si può inserire il seguente dialogo coi diaconi o passare oltre all’apertura dei
lavori:
MVen - Per i Fratelli all'Oriente ne rispondo io. Fratelli sedete. Fratello Secondo Diacono, perché
occupate codesto posto in Loggia?
2° Diac - Per portare la parola del Primo Sorvegliante a taluno dei Fratelli delle Colonne che difettasse nel
lavoro di levigazione della pietra onde renderla utile nella costruzione del Tempio.
1° Diac - Per portare la parola vostra a taluno che dimentichi come ci è stata aperta la porta delle scienze e
quale dovere ci deve ricordare la Stella Fiammeggiante nel conoscere noi stessi e compenetrarci nella
massima che nulla di quanto ha rapporto con l'Umanità deve restare estraneo alla Libera Muratoria.
MVen - Fratello Secondo Sorvegliante perché occupate codesto posto in Loggia di Compagno?
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MVen - Perché onoriamo l'architettura?
2° Sorv - Perché è la più nobile tra le arti manuali; è la scienza della quale i saggi dell'antichità si sono
serviti per esprimere la bellezza.
MVen - Fratello Primo Sorvegliante, perché occupate codesto posto, in Loggia di Compagno?
2° Sorv - Per ricordare che il Libero Muratore deve conoscere se stesso e che per tale motivo ci hanno
indicato come primo oggetto dei nostri studi i cinque sensi.
MVen - Perché i Liberi Muratori osservano una particolare disposizione nella organizzazione di tali
organi?
2° Sorv - Perché la loro sintesi è per l'uomo la conoscenza della sua natura e di se stesso, sia dal punto di
vista fisiologico che morale.
MVen - Fratello Primo Sorvegliante, perché il Venerabile siede all'Oriente anche in Loggia di
Compagno?
2° Sorv - Egli con i lumi della sua scienza e della sua saggezza ricorda che l'insegnamento è chiamato a
dirigere l'azione delle facoltà umane.
2° Sorv - A Mezzogiorno.
MVen - Perché?
MVen - Perché essendo più illuminati degli Apprendisti possono meglio coadiuvare i Maestri.
MVen - Fratello Secondo Sorvegliante, a che ora i Liberi Muratori aprono i loro Lavori in Grado di
Compagno?
MVen - A mezzodì.
Oppure:
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M. Ven. - Fr. 1° Sorv., che cosa distingue il Fr. Compagno d’Arte dal Fr. Apprendista?
1° Sorv. Il Fr. Apprendista lavora sotto il simbolo della Perpendicolare; il Fr. Compagno d’Arte
lavora sotto il simbolo della Livella.
M. Ven. In qual modo il Fr. Apprendista può passare dalla Perpendicolare alla Livella?
1° Sorv. Imparando a sgrossare la Pietra Grezza e salendo una scala diritta di tre gradini.
M. Ven - Fratelli Compagni, possiamo aprire i nostri Geometrici Lavori. In piedi e all’Ordine.
Il 1° Sorv. si reca accompagnato dal M.d.C. all’Altare, dispone Squadra e Compasso in Grado di
Compagno e ritorna al suo posto.
M. Ven. Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, in nome della Massoneria Universale,
sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani, per i poteri a me conferiti,
dichiaro aperti i Lavori in Grado di Compagno d’Arte di questa Risp. Loggia …….., n. …..
all’Oriente di ……………, vALLE DE ………...
M. Ven. A me, Fratelli, per il Segno ... e per la Batteria ( ).
M. Ven. Fratelli, sedete. Prego il Fratello Segretario di leggere la Tavola Architettonica tracciata
nella precedente Tornata.
M. Ven. Fr. 1° Sorv., avvertite le due Colonne che concedo la parola ai Fratelli che volessero fare
osservazioni o chiedere chiarimenti sulla Tavola ora letta.
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1° Sorv. Fratelli delle due Colonne, il M. Ven. concede la parola a coloro che volessero fare
osservazioni o chiedere chiarimenti sulla Tavola ora letta.
M. Ven. I Fratelli che approvano la Tavola alzino la mano al colpo del mio Maglietto ().
(Rivolgendosi al Segretario). La Tavola è approvata all’unanimità (oppure: a
maggioranza).
Il M.d.C. porta al M. Ven. e successivamente all’Oratore la Tavola per la firma; poi la riconsegna
al Segretario che vi appone la propria.
COMPAGNO D’ARTE
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La Stella Fiammeggiante viene accesa soltanto al momento prescritto dal Rituale.
M. Ven. • Fr. M.d.C., completate la decorazione del Tempio e predisponetelo per il Rito di
Iniziazione.
Nel frattempo l’Apprendista attende fuori del Tempio, nella sala dei passi perduti; ha il Grembiule
con la bavetta rialzata.
L’Esp. munitosi di un Regolo di 24" pollici inglesi - cm. 61 - esce dal Tempio e si reca
dall’Apprendista; gli consegna il Regolo, che l’Iniziando dovrà portare come uno strumento di
Lavoro appoggiato sulla spalla sinistra, e gli fa bussare alla porta del Tempio con i colpi da
Apprendista
61
M. Ven. Guardate chi batte in tal modo.
1° Sorv. M. Ven., è un Libero Muratore condotto dal Fr. Esp. che chiede di passare dalla
Perpendicolare alla Livella.
1° Sorv. M. Ven., il Libero Muratore presentato dal Fr. Esp. si chiama ..., ha tre anni, è operaio
Apprendista di questa Officina.
M. Ven. Fr. 2° Sorv., voi che sovrintendete alla Colonna del Settentrione, conoscete questo
Apprendista? Siete contento del suo Lavoro?
M. Ven. Fratelli, se consentite che sia aumentato il salario a questo Apprendista, mostratelo al
colpo del mio Maglietto ().
I Fratelli, in segno di approvazione, alzano la mano sinistra all’altezza della spalla, lasciandola
quindi ricadere sul ginocchio).
Carissimo Fr. Apprendista, i Compagni d’Arte acconsentono ad accordarvi l’aumento di salario che
sollecitate, ma prima di procedere al Rito desiderano rendersi conto se, col Lavoro e con
lo zelo, lo avete meritato...
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Carissimo Fr. Apprendista, se avete riflettuto sui Simboli del vostro Grado, vi sarà meno difficile
comprendere il significato di quanto vedrete fra poco. Con l’Iniziazione vi è stata aperta
la via della nostra Arte. Ora, come il mitico Ercole, siete fermo tra le Colonne che
rappresentano la Forza e la Bellezza; riflettete sul significato di questa allegoria.
Pausa Finora, i simbolici strumenti del Lavoro Muratorio vi sono serviti per lavorare la Pietra
Grezza della mentalità profana. D’ora in avanti, dovrete alimentare una conoscenza più
sottile: alla Forza dell’Intelletto dovrete aggiungere la Bellezza dell’Immaginazione
perché possa suscitarsi, in voi, l’Intuizione che trascende il Raziocinio. Ciò vien detto, in
linguaggio muratorio, “passare dalla Perpendicolare alla Livella”, cioè dall’Attività -
simboleggiata dal filo a piombo (verticale) - alla Passività - simboleggiata dalla livella
(orizzontale) - per integrare tra loro queste due forze che determinano ogni
manifestazione, trascenderle e raggiungere, attraverso la loro confluenza, un perfetto
equilibrio.
Ed ora, carissimo Fratello, per giungere al Grado che chiedete, dovrete compiere cinque viaggi. Fr.
Esp., consegnate all’Apprendista un Maglietto e uno Scalpello e guidatelo nel primo
viaggio.
L’Esp. toglie all’Apprendista il Regolo, che depone sull’Ara e gli mette nella destra un Maglietto e
nella sinistra uno Scalpello. Quindi gli fa compiere un giro della Loggia; passando per il
Meridione, lo conduce davanti al quadro posto ad Occidente e lo invita a leggere ad alta voce
quanto vi è scritto.
M. Ven. Carissimo Fr., questo primo viaggio rappresenta il primo grado di realizzazione del
Neofita. Il suo simbolismo si condensa nel Maglietto e nello Scalpello. Lo Scalpello
rappresenta la Ragione intesa come Potenza Esecutrice intelligente della Volontà che è, a
sua volta, simboleggiata dal Maglietto. Fino a questo momento, infatti, i vostri sforzi
sono stati diretti a sgrossare la Pietra Grezza. Ora, con l’abilità acquisita, dovete imparare
63
a levigarla in modo che si inserisca perfettamente nell’Edificio che siamo chiamati a
costruire.
Vi abbiamo indicato come primo oggetto di studio i cinque sensi; e voi siete già troppo istruito nel
linguaggio figurato della Libera Muratoria perché sia necessario insistere sul loro
significato allegorico.
Del resto, divenendo Compagno d’Arte, comprenderete ancor meglio che un Libero Muratore deve
sempre cercare d’intuire quanto si cela dietro il velo del linguaggio simbolico. I sensi
sono strumenti che uniscono il mondo esterno al nostro “io” più intimo: imparate dunque
a distinguere quanto, nei loro messaggi, sia verità e quanto sia illusione.
Ed ora, Fr. Esp., consegnate al Candidato un Regolo e un Compasso, e accompagnatelo nel secondo
viaggio.
L’Esp. toglie all’Apprendista maglietto e scalpello e li depone sull’Ara, consegna poi al Candidato
un Regolo che terrà nella mano destra e un Compasso nella sinistra, indi lo accompagna davanti al
quadro posto a Meridione e lo invita a leggere, ad alta voce, quanto vi è scritto.
M. Ven. Carissimo Fr., questo secondo viaggio rappresenta il secondo grado di realizzazione: gli
strumenti che avete portato su di voi dovrebbero farvene comprendere la sintesi. Il
Compasso, con la sua apertura variabile, esprime la possibilità di accrescere l’apertura
della propria mente nella conoscenza di se stesso e dell’Universo; il Regolo ci insegna la
rettitudine e la misura.
Pausa. Poco fa vi abbiamo ricordato i principali ordini architettonici: essi, con diverse forme,
adempiono un’unica funzione; per questo, in questo luogo, rappresentano l’unicità
sostanziale, anche se espressa in maniere diverse, della Tradizione Iniziatica.
64
Il Candidato esegue.
M. Ven. Fr. Esp., consegnate al Candidato un Regolo e una Cazzuola e accompagnatelo nel terzo
viaggio.
L’Esp. ritira gli utensili precedentemente usati, e li depone sull’Ara. consegna al Candidato un
Regolo nella mano sinistra e una Cazzuola nella mano destra, poi conduce il Candidato
all’Oriente;
M. Ven. Questo terzo viaggio rappresenta il terzo grado di realizzazione. Sapete già che il Regolo
simboleggia la rettitudine e la misura; la Cazzuola è lo strumento occorrente per stendere
la calcina che assicura il collegamento tra gli elementi dell’edificio. Essa simboleggia il
Lavoro che, non più individuale com’era quello di sgrossamento dell’Apprendista, il
Compagno deve compiere per inserirsi attivamente nell’opera collettiva dell’Officina.
Le Arti Liberali delle quali avete letto i nomi suggeriscono che la mente deve indagare liberamente
in ogni campo della conoscenza, evitando qualsiasi dogmatismo limitatore.
Cand. Non so né leggere né scrivere, so solo compitare. Datemi la prima lettera e io vi darò la
seconda.
Si esegue.
M. Ven. Fr. Esp., consegnate una Squadra e un Regolo al Candidato e conducetelo nel quarto
viaggio.
65
L’Esp. ritira gli utensili precedentemente usati, e li depone sull’Ara. poi pone la Squadra nella
sinistra e il Regolo nella mano destra del Candidato, quindi gli fa compiere il viaggio
conducendolo a Settentrione e facendogli leggere ad alta voce quanto è scritto sul quadro.
M. Ven. Carissimo Fr., il quarto viaggio rappresenta il quarto grado di realizzazione, nel quale
dovete applicare le conoscenze acquisite, sia nel lavoro individuale - che non ha mai
termine - sia in quello collettivo, al bene della società. Vi sono stati affidati il Regolo, di
cui vi è già noto il significato, e la Squadra; questa, con i suoi bracci ad angolo retto,
rappresenta l’incontro tra il Filo a Piombo e la Livella. La Squadra simboleggia, perciò,
l’equilibrio che non dovrà mai mancarvi - insieme con la rettitudine e con la misura
nell’adempiere l’ultimo lavoro che vi è assegnato in Grado di Compagno.
I nomi che avete letto, simboleggiano la continuità, attraverso i tempi, della Tradizione Iniziatica
Libero Muratoria.
L’Esp. ritira gli utensili precedentemente usati, e li depone sull’Ara. poi fa compiere al candidato
un ultimo giro del tempio, lasciandogli le mani libere; infine lo riconduce fra le Colonne.
M. Ven. Carissimo Fr., avete compiuto il quinto viaggio con le mani libere, ma avete conservato il
Grembiule; in avvenire lo porterete con la bavetta abbassata.
Ciò significa che il Lavoro del Compagno d’Arte è meno pesante di quello dell’Apprendista ma,
pure, che è più impegnativo perché dovrà svolgersi in una sfera meno materiale: infatti,
dopo aver appreso l’uso dei simbolici utensìli, dovrete applicarvi al Lavoro soprattutto
con l’intelletto e con l’intuizione.
66
M.Ven. - Davanti a voi si è accesa la Stella Fiammeggiante, nel suo centro campeggia la lettera G.
Essa è simbolo della Divinità, della Scienza e della Virtù, e il segno che tutto si compie
alla presenza del grande Architetto dell'Universo, e che dovete costantemente illuminare
il vostro spirito con i lumi della scienza e dirigere il vostro cuore sulla via della virtù.
Riflettete sul significato della posizione che hanno, sull’Altare, gli strumenti che vi sono noti: la
Squadra e il Compasso. In tal modo potrete comprendere perché il Compasso non è
sottoposto, come in Grado di Apprendista, ma incrociato alla Squadra.
Ed ora, Fr. Esp., fate eseguire al Candidato il suo ultimo Lavoro da Apprendista.
L’Esp. consegna un Maglietto al Candidato e lo conduce davanti alla Pietra Grezza sulla quale gli
fa battere tre colpi da Apprendista. Poi lo riconduce fra le Colonne.
L’Esp. ha terminato il suo compito e, dopo aver deposto il Maglietto sull’Ara, affida il Candidato
al M.d.C.
M. Ven. Fr. M.d.C., fate avanzare il Candidato fino all’Ara del Lavoro.
Fratelli, si innalzi dai nostri cuori uniti un pensiero in onore del Lavoro, prima e suprema virtù
muratoria...
Il M.d.C. fa inginocchiare il Candidato sul ginocchio sinistro, facendogli porre la mano sinistra sul
Libro della Legge Sacra.
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M. Ven. Fratello, ripetete con me:
Sul mio onore e in piena coscienza, prometto solennemente di non rivelare i segreti che mi verranno
confidati né ai Fratelli Apprendisti né, tantomeno, ai profani.
Prometto solennemente di seguire le Costituzioni dell’Ordine e di consacrarmi con tutte le mie forze
alla difesa dell’Umanità, alla diffusione dei princìpi massonici e alla loro applicazione in
ogni settore della vita profana.
Il M. Ven. scende dal Trono e pone sulla testa del Candidato la Spada Fiammeggiante.
M. Ven. Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo, in nome della massoneria unversale e
sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani, per i poteri a me
conferiti, ti ricevo e ti nomino Compagno d’Arte Libero Muratore ( )
Il M. Ven. batte cinque colpi di Maglietto sulla lama, secondo la cadenza della Batteria; poi fa
alzare il Candidato
Il M.d.C. porge il grembiule da compagno al M. Ven, che ne cinge il neo Compagno d’Arte, gli
abbassa la bavetta, dicendogli:
M. Ven. Fr. M.d.C., conducete il nuovo Compagno d’Arte fra le Colonne.(●) Fratelli, sedete.
Compagno, d’ora in avanti lavorerete sulla Pietra Cubica e riceverete il salario della
Colonna “J”.
Questa prerogativa vi farà ricordare che, come Compagno d’Arte, siete destinato a perfezionare il
Lavoro abbozzato dagli Apprendisti; dovrete mettere tutto il vostro impegno, non solo nel
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correggere i difetti dei Fratelli meno illuminati di voi, ma anche nel coprirli col
Grembiule della Tolleranza.
Fr. M.d.C. e Fr. Esp., conducete il Compagno ... nella sala dei passi perduti e insegnategli l’Ordine,
il Segno e il Toccamento; comunicategli la Parola Sacra e quella di Passo; mostrategli
come procede un Compagno d’Arte nel Tempio e come si unisce al coro dei Fratelli nella
Batteria. Ad istruzione ultimata, che il Compagno bussi alla porta del Tempio con i colpi
del suo Grado e si rechi successivamente dal 2° e dal 1° Sorv. per farsi riconoscere come
Compagno d’Arte.
M. Ven. Fratello 2° Sorvegliante, concedo alla Loggia cinque minuti di ricreazione, ma prima,
Fratello 1° Sorvegliante, fate il vostro dovere. Fr. In piedi e all'Ordine.
Il 1° Sorv. si reca da solo all’Ara, dà il Segno di Compagno d’Arte, stacca la Squadra dal
Compasso, lascia il Libro aperto, torna al suo posto e abbassa la Colonnina.
2° Sorv. () Fratelli, il Maestro Venerabile concede alla Loggia cinque minuti di ricreazione (rialza
la sua Colonnina)
Durante questa sospensione dei Lavori, si ritirino e ripongano gli utensìli che sono stati usati per il
compimento del Rito.
Compiuta l'istruzione del Neofita, il Maestro delle Cerimonie ne informa il Maestro Venerabile.
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M. Ven. Fratelli, in piedi e all'Ordine. I lavori interrotti riprendono Forza e Vigore. Fratello 1°
Sorvegliante, fate il vostro dovere.
Il Neo- Compagno bussa da Compagno d’Arte alla porta del Tempio. Il Copritore apre e guarda
chi ha bussato.
Copritore (Sottovoce) Fratello 2° Sorvegliante, è il nuovo Compagno d’Arte che chiede di entrare.
Entrano ritualmente, coi passi prima da apprendista, e poi da Compagno, prima il Maestro delle
Cerimonie, poi l'Esperto, infine il Neo- Compagno, e restano all'Ordine.
L'Esperto conduce il Neofita prima dal 2° Sorvegliante e poi dal 1° Sorvegliante. Essi gli
chiederanno l'Ordine, il Segno, il Toccamento e la Parola Sacra. Poi riconduce il Neofita al centro
del Tempio, verso il fondo e si allontana.
2° Sorv. 1° Sorv., il nuovo Compagno conosce l’Ordine, il Segno, il Toccamento, la Parola di Passo
e la Parola Sacra del suo Grado.
1° Sorv. M. Ven., il nuovo Compagno conosce l’Ordine, il Segno, il Toccamento, la Parola di Passo
e la Parola Sacra del suo Grado.
70
M. Ven. Fr. M.d.C. e Fr. Esp., conducete il Compagno alla Pietra Sgrossata e insegnategli a
lavorarla.
L’Esp. consegna al Compagno un Maglietto e uno Scalpello e lo conduce alla Pietra Sgrossata
sulla quale gli fa battere cinque colpi leggeri secondo la cadenza della Batteria; dopodiché lo
riconduce fra le Colonne.
1° Sorv. M. Ven., il nuovo Compagno conosce il Lavoro che sarà chiamato a svolgere.
Fratelli 1° e 2° Sorv., ciascuno di voi proclami alla propria Colonna così come faccio io all’Oriente,
che il carissimo Fratello ... è stato ricevuto come Compagno d’Arte in questa Risp.
Loggia n. ….., costituita sotto il titolo distintivo …........, all’Oriente di ….........
1° Sorv. Fratelli della Colonna del Meridione, vi informo che il M. Ven. ha proclamato il carissimo
Fr. ... Compagno d’Arte.
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, vi informo che il M. Ven. ha proclamato il
carissimo Fr. ... Compagno d’Arte.
M. Ven. Plaudiamo, Fratelli, al Lavoro compiuto e dedichiamo una Batteria d’augurio al nuovo
Compagno. A me, Fratelli, per il Segno ...e per la Batteria ( ). Fratelli, sedete. Fr.
Oratore, avete la parola per il saluto al nuovo Compagno.
71
CHIUSURA DEI LAVORI IN GRADO DI COMPAGNO D’ARTE LIBERO
MURATORE
M. Ven. Fr. 1° Sorv., chiedete ai Fratelli delle Colonne se hanno da presentare proposte per il bene
dell’Ordine in generale e di questa Loggia in Grado di Compagno in particolare.
1° Sorv. Fratelli delle due Colonne, il M. Ven. concede la parola per il bene dell’Ordine in generale
e di questa Loggia in Grado di Compagno in particolare.
Terminate le conclusioni.
M. Ven. Fratelli, assistetemi a chiudere i Lavori in Grado di Compagno d’Arte. Fr. 1° Sorv., in che
cosa consiste il Lavoro dei Compagni?
1° Sorv. Nel trasformare la Pietra Sgrossata in Pietra Cubica e nel salire una scala curva di cinque
gradini.
M. Ven. Fr. 1° Sorv., quando hanno consuetudine di chiudere i Lavori i Compagni d’Arte ?
1° Sorv. Quando è ora che i Fratelli Apprendisti riprendano il loro posto nel Tempio. Quest’ora è
giunta.
72
M. Ven. Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’ Universo, dichiaro chiusi i Lavori in Grado di
Compagno d’Arte di questa Risp. Loggia n. 342, costituita sotto il titolo distintivo
…........., all’Oriente di …......... A me, Fratelli, per il Segno ... e per la Batteria ( ).
Tutti Lo promettiamo!
SI eseguE.
Si eseguE
I Lavori continuano in grado di apprendista, ( o si passa direttamente alla chiusura dei lavori).
73
Rituali in grado di maestro
libero muratore
La Disposizione del Tempio
74
Istruzioni per il Grado di Maestro
La Camera di Mezzo NON è una Camera di lutto se non si prevede che debba svolgersi il Rito di
Iniziazione al Terzo Grado di qualche Fratello Compagno. Pertanto i simboli di lutto (maglietti
ricoperti di stoffa nera, velario nero alle pareti, ecc.) non devono essere normalmente presenti nel
Tempio ed i Fratelli Maestri NON porteranno le insegne a lutto.
Per i normali Lavori di Terzo Grado - quando cioè non siano previste Iniziazioni - comporterà
solamente quanto segue:
Questa disposizione di decorazione verrà effettuata dal M. delle Cer. all’inizio dei Lavori di Terzo
Grado o su richiesta del M. Venerabile.
Ora di apertura dei Lavori - Mezzogiorno. Ora di chiusura dei Lavori - Mezzanotte.
Ordine
Mano destra aperta orizzontalmente con le dita distese e unite ed il pollice separato a squadra,
poggiato contro il fianco sinistro al di sotto del petto. Braccio sinistro teso all’indietro e con la
palma della mano verso l’esterno. Piedi a squadra 90°.
Segno
Stando all’Ordine, portare la mano sinistra lungo il fianco sinistro; ritirare a scatto la mano ed il
braccio destro lungo la vita facendo ricadere il braccio destro sul fianco destro.
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Questa parte del Segno, che è di riconoscimento, si completa, quando è presente la bara nel Tempio,
con i segni di “dolore” e di “rispetto”, e cioè:
- alzare le mani verso il cielo con le dita separate reclinando il capo leggermente all’indietro,
facendo quindi ricadere le braccia lungo il corpo;
- reclinare leggermente il corpo ed il capo in avanti, portare la mano destra all’altezza del centro
della fronte leggermente scostata da questa, con la palma a dita unite rivolta verso la fronte,
come in un cenno di rispettoso saluto, riassumere quindi la posizione all’Ordine.
Passi
Eseguire prima, con le posizioni all’Ordine rispettive, i passi da Apprendista seguiti dai due passi da
Compagno. Porsi all’Ordine in grado di Maestro e alzando molto i piedi, come a superare degli
ostacoli, fare ancora tre passi: il primo a destra, il secondo a sinistra, il terzo a destra verso il centro,
riunendo ogni volta i piedi a squadra di 90°.
Toccamento
Avvicinare reciprocamente il piede destro per la parte interna; toccare il ginocchio destro con il
proprio ginocchio destro, flettendo leggermente; avvicinarsi con la parte superiore del corpo;
posarsi reciprocamente la mano sinistra sulla spalla destra, per tenersi più strettamente e attirarsi
l’uno verso l’altro; prendersi scambievolmente la mano destra, con la mano ad artiglio, per stringere
le palme. Tenendosi così, pronunciare alternativamente le due parti della Parola Sacra.
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RIPRESA DEI LAVORI IN GRADO DI MAESTRO
Ven.mo Fratelli, i Lavori di questa Risp. Loggia devono proseguire nella Camera di Mezzo.
Fr. M.d.C., accompagnate i Fratelli Compagni fuori del Tempio, avvertendoli di attendere la ripresa
dei Lavori nel loro Grado.
Il M.d.C. esegue.
Il M.d.C. esegue.
Ven.mo () Fratelli, assistetemi ad aprire i Lavori nella Camera di Mezzo. Fr. 1° Sorv., siete voi
Maestro?
1° Sorv. Ven.mo Maestro, come Apprendista ho imparato a conoscere gli strumenti del Libero
Muratore ed ho salito una scala diritta di tre gradini; come Compagno d’Arte ho imparato
a servirmi degli strumenti ed ho salito una scala curva di cinque gradini; ora conosco
l’Acacia e sono in grado di lavorare sulla Tavola da Disegno.
1° Sorv. A Mezzogiorno, quando il Sole è allo Zenith e la Luce irradia con la massima potenza.
Siamo pronti a riceverla in noi.
Ven.mo Risp.mo Fr. 1° Sorv., tutti i presenti sono Maestri Liberi Muratori?
Il 1° Sorv. e tutti i Fratelli che non siedono all’Oriente si alzano e si pongono all’Ordine; il 1°
Sorv., senza lasciare il suo posto, controlla con lo sguardo le due Colonne.
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1° Sorv. Ven.mo Maestro, dai segni che danno, ma più ancora dalla loro nuova disposizione
interiore, riconosco tutti i Fratelli presenti come Maestri Liberi Muratori.
Il Ven.mo si alza ponendosi all’Ordine, imitato dai Fratelli che siedono all’Oriente.
Ven.mo Risp.mo M. 1° Sorv., vi prego di compiere sull’Altare il Rito che ciascuno di noi, in questo
momento, deve compiere interiormente.
Il 1° Sorv. si reca da solo all’Altare; dà il Segno, esegue, dà di nuovo il Segno e torna al proprio
posto.
Ven.mo Rispettabili FRATELLI Maestri, per i poteri a me conferiti nella ininterrotta secolare
Tradizione Muratoria, Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, dichiaro ripresi i
Lavori della Camera di Mezzo di questa Risp. Loggia …............., n. 342, all’Oriente di
…................
A me, Rispettabili Fratelli Maestri, per il Segno ... e per la Batteria ( ).
Lontano dalle passioni del mondo profano e in possesso dell’Arte, lavoriamo in serenità.
Rispettabili Maestri, sedete. Risp. M. Segr., vi prego di leggere la Tavola Architettonica tracciata
nella precedente Tornata.
Il Segr. esegue.
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I Maestri che lo ritengono necessario mostrano, direttamente al Ven.mo, di voler parlare. Al
termine degli eventuali interventi.
Ven.mo Chi approva la Tavola alzi la mano al terzo colpo del mio Maglietto ().
Il M.d.C. porta al Ven.mo e successivamente al M. Orat. la Tavola per la firma; poi la riconsegna
al M. Segr. che vi appone la propria.
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CONSACRAZIONE AL GRADO DI
Occorrente:
Una Bara; paramenti neri ed un velario nero cosparsi di lacrime d’argento, teschi e tibie
incrociate, rispettivamente per le pareti nord e sud e per nascondere l’Oriente; drappo nera
per coprire la bara;
regolo; squadra; i Maglietti del Venerabilissimo e dei due Sorveglianti, velati di nero;
un ramo d’Acacia.
A) Questa parte risulterà predisposta fin dal Grado di Apprendista: alle pareti Nord e Sud i
paramenti neri; l'Oriente rimane nascosto da un velario nero che va da una parte all'altra. I tre pezzi
sono attaccati a fili (per esempio di nylon) che passano per quattro anelli fissati al muro e scendono
poi verticalmente fino a circa un metro da terra, dove vengono insieme legati; slegando
contemporaneamente i sei capi di filo, i paramenti ed il velario neri devono cadere a tema di colpo,
scoprendo l'arredamento normale del Tempio.
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Davanti all'Altare, che rimane nascosto, vi è uno sgabello sul quale siederà il Venerabilissimo.
Avanti a questo sgabello ve ne sarà un secondo, fungente da Ara. sul quale sarà disposto il Libro
della Legge Sacra, il Compasso e la Squadra.
Le luci del Tempio sono spente ad eccezione di tre: una per il Venerabilissimo ed una per ciascuna
dei due Sorveglianti.
Tre lampade sepolcrali rischiarano il Tempio. Su ciascuna Colonna un'urna funerario da cui esce un
ramo di acacia.
B) Questa parte sarà disposta dal Maestro delle Cerimonie, su richiesta del Venerabilissimo:
Al centro del Tempio la Bara. con i piedi verso Oriente. A Nord della testa la macchia di sangue.
Al momento opportuno, prende posto nella bara uno dei Maestri ricoperto dal drappo nero ad
eccezione del viso che risulterà invece parzialmente coperto dal velo insanguinato.
Attenderà fuori dal Tempio e non deve vedere questa seconda parte dei preparativi.
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RITUALE
Ven.mo Rispettabili Maestri, un Compagno che ha ottenuto l’aumento di salario sta per essere
introdotto nel Tempio. Assicuro che tutte le formalità sono state adempiute e che nulla
osta al suo ingresso fra noi.
Risp. M.d.C., vi prego di completare la decorazione del Tempio e di predisporlo per il rito di
Iniziazione.
Il M.d.C. esegue, predisponendo, aiutato dal M. Copr. Int., la parte “B” della decorazione del
Tempio.
Ven.mo Prego il Risp. M. ... di fungere da 2° Esp., affiancando l’opera del Risp. M. 1° Esp.
Rispettabili Maestri Esperti, recatevi dal Compagno ed introducetelo nel Tempio come prescrive il
Rito.
I Maestri Esperti, muniti di spade, escono dal Tempio. Il Maestro che deve fungere da M. Hiram
morto prende posto nella bara, aiutato dal M.d.C. che lo ricopre, come previsto, col drappo nero e
col velo insanguinato.
Ven.mo Rispettabili Maestri, uniamoci in catena per accogliere in questa Camera di Mezzo un
nuovo Maestro.
Il 1° Esp., impugnando la spada con la sinistra, afferra con la destra il braccio destro del
Candidato. il 2° Esp., impugnando la spada con la destra, afferra con la sinistra il braccio sinistro
del Candidato. Le spade vengono puntate sul petto del Candidato, che viene fatto retrocedere fino
alla porta del Tempio.
Il 1° Esp. con la destra bussa da Compagno; quindi riafferra il braccio destro del Candidato.
1° Sorv. Ven.mo Maestro, hanno bussato da Compagno d'Arte alla porta della Camera di Mezzo.
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Ven.mo Risp.mo M. 1° Sorv., guardate chi osa battere in tal modo.
1° Sorv. (rimanendo al suo posto): Fr. Copr., guardate chi osa battere in tal modo.
Dopo questa risposta il Copr. Int. lascia aperta la porta, presso la quale resta a guardia
Ven.mo Dovrà provarcelo! Ma potrebbe essere uno dei Compagni indegni che hanno cercato di
impossessarsi, con la forza, dei nostri segreti. Rispettabili Maestri, armiamoci e teniamoci
pronti alla difesa. Fr. Copr., domandategli il suo nome e la sua età.
Ven.mo Rispettabili Maestri Esperti, fate entrare il Compagno, ma che resti presso la porta per
essere interrogato. Non osi guardare l’Oriente.
I Maestri Esperti fanno entrare il Candidato, che cammina a ritroso, sempre tenendolo per le
braccia e puntandogli le spade sul petto.
Lo fermano quindi vicino alla porta, con le spalle rivolte all’Oriente, in modo che non possa
vedere la Bara.
1° Sorv. Si, Ven.mo Maestro. L’ho visto salire una scala divisa in due rampe, l’una di tre scalini,
l’altra di cinque.
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Ven.mo Risp.mo M. 1° Sorv., avete seguito i suoi Lavori?
1° Sorv. Si, Ven.mo Maestro. L’ho visto intento a squadrare la Pietra Grezza.
1° Sorv. Conosce l’uso della Squadra, del Compasso, del Regolo, della Perpendicolare e della
Livella. Il suo Lavoro ha prodotto una Pietra Cubica.
Ven.mo Bene... Tuttavia potrebbe essere uno dei Compagni traditori che cerchiamo per il delitto
commesso. Risp.mo M. 1° Sorv., esaminate le sue mani e mandatemi il suo Grembiule:
forse non è più degno di portarlo.
Ven.mo Anche il Grembiule è senza macchia. Ora sottoporremo il Compagno alla prova decisiva.
Compagno … voltatevi!
M. Ven. - Voi vedete, Compagno, il motivo del nostro lutto e del nostro dolore.
La luce che ci rischiarava è scomparsa. Uno dei nostri Fratelli è caduto. sotto i colpi di infami
assassini e noi abbiamo la triste certezza che gli operai che hanno commesso il delitto
siano della classe dei Compagni.
Avete voi conoscenza di un complotto ordito contro il. nostro Ordine e contro i suoi membri?
Comp. No.
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M. Ven. Ebbene, se voi siete innocente di questo delitto dovete darcene una prova. Avvicinatevi a
questo cadavere e se voi non siete né uno degli assassini né uno dei loro complici non
dovete temere che il vostro Fr. si levi. davanti a voi per gridarvi vendetta e maledirvi.
Ven.mo Compagno, avvicinatevi alla Bara facendo prima i passi da Apprendista e poi quelli da
Compagno d’Arte. Rispettabili Maestri Esperti, assistete il Compagno in questa prova.
Gli Esperti depongono le spade e, in silenzio, sostengono il Compagno per le braccia, ne guidano i
passi.
Ven.mo E ora, Compagno, l’ultima prova: dovrete scavalcare la Bara con tre passi. Se siete
innocente, non dovete temere.
Gli Esperti fanno eseguire al Candidato il primo passo, che comincia col piede destro.
Alla fine del movimento, il Candidato, dopo averla scavalcata diagonalmente, si trova a destra
della Bara, un po’ avanzato rispetto al punto di partenza.
Il Candidato esegue, poi, sempre in diagonale e cominciando col piede sinistro, il secondo passo
col quale ritorna a sinistra della bara, ancor più spostato in avanti.
Col terzo passo, che comincia col piede destro, il Candidato scavalca solo uno spigolo della Bara e
si ferma ai suoi piedi, voltandole il dorso.
Mentre vengono pronunziate queste frasi, il Maestro coricato nella Bara si alza senza far rumore e
riprende il suo posto.
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Ven.mo Compagno ..., abbiamo fiducia in voi e vi riveleremo i simbolici segreti del nostro Grado.
Essi sono racchiusi in una leggenda, il cui significato profondo dovete sforzarvi di
penetrare come un’esperienza vissuta interiormente. Noi cercheremo di aiutarvi.
Il Ven.mo, munito di Maglietto, si alza e si pone tra lo sgabello sul quale è posto il Libro della
Legge Sacra e il Candidato. Il M.d.C. si avvicina al Ven.mo per assisterlo nel Rito.
Ven.mo: Ascoltate dunque la leggenda di Hiram, l’Architetto che Re Salomone aveva incaricato di
costruire il Tempio, a Gerusalemme.
Hiram aveva diviso gli operai in tre categorie: gli Apprendisti, che ricevevano il salario presso la Colonna
“B”; i Compagni, che ricevevano il salario presso la Colonna “J”; i Maestri, che ricevevano il
salario nella Camera di Mezzo.
Ciascuna categoria aveva parole e segni segreti per mezzo dei quali gli operai si riconoscevano fra
di loro e si facevano riconoscere per ricevere il salario secondo il tipo di Lavoro svolto.
Un giorno, tre Compagni, insoddisfatti del salario, ma non ancora meritevoli dell’aumento,
complottarono tra loro e decisero di carpire la Parola Sacra al Maestro Hiram, di
strappargliela anche con la violenza pur di poter accedere alla Camera di Mezzo e
percepire il salario riservato ai Maestri.
Al tramonto, i tre Compagni si nascosero nel Tempio e aspettarono che il Maestro Hiram venisse,
com’era solito fare ogni sera, ad ispezionare il Lavoro della giornata, appostandosi uno
alla porta di Occidente, uno alla porta di Mezzogiorno, uno alla porta d’Oriente.
Quando Hiram venne, colui che era presso la porta di Occidente lo affrontò impugnando
minacciosamente un Regolo: gli chiese la Parola.
“Tu sai che io non posso rivelarla” rispose Hiram, e l’altro, allora, lo colpì alla gola, col Regolo.
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Ven.mo Hiram, stordito, fuggì verso la porta di Mezzogiorno: ma colui che vi era appostato lo
fermò minacciandolo con una Squadra. Con arroganza gli chiese la Parola: “Insensato!”
gridò Hiram. “Non così io l’ho ricevuta! Non così si deve chiederla!”.
Ven.mo Gravemente ferito, Hiram cercò scampo trascinandosi verso la porta d’Oriente; colui che vi
era appostato gli si parò davanti. Stringeva in pugno un Maglietto e, insensibile alle ferite
del Maestro, anzi minacciandolo con lo strumento, pretese che gli venisse rivelata la
Parola. Hiram non si lasciò intimorire e, pur sapendo che non sarebbe sfuggito alla morte,
ebbe ancora la forza di rispondere: “Lavora, persevera, impara. Solo così avrai diritto alla
maggior ricompensa!”.
L’altro, allora, colpì il suo Maestro alla fronte, con il Maglietto... E lo uccise.
Subito gli Esperti - afferrandolo per le spalle e per le braccia - e i Sorveglianti - afferrandolo per le
gambe , depongono il Candidato nella Bara e, dopo avergli disposto le mani nel Segno di
Compagno, lo coprono fino al collo con un panno nero e gli spiegano sulla fronte il Grembiule da
Compagno. Poi collocano, alla testa della Bara, un ramo di acacia e, sui piedi, una Squadra e un
Compasso incrociati in Grado di Compagno.
Ven.mo: Così morì Hiram. Così deve morire il Compagno per poter rinascere Maestro.
Il Ven.mo torna a sedere. I Sorveglianti riprendono i loro posti. Una pausa durante la quale si ode
una MUSICA di sottofondo, per es. la “Marcia Funebre Massonica” di Mozart o l’“Eroica” di
Beethoven.
Cessata la Musica
Ven.mo Hiram è morto. Chi mai potrà sovrintendere ai Lavori della costruzione del Tempio?
Ven.mo Non perdiamoci di coraggio. Cerchiamo i resti mortali del Maestro. La Sapienza che era in
lui è eterna, e non può morire con lui. Insieme dobbiamo cercare di farla rivivere in noi.
Viaggiate, Maestri, dall’Occidente all’Oriente, dal Settentrione al Meridione, finché non
avrete trovato il luogo in cui è sepolto il Maestro.
La MUSICA riprende.
Il 1° Sorv., seguito da sette Maestri - i due Esperti più altri cinque - muniti di spada e dal 2° Sorv.,
che chiude la fila, compirà tre giri all’interno del Tempio, attorno alla bara..
Il primo giro comincerà alla porta del Tempio, girerà intorno alla bara in senso antiorario, e
tornerà al punto di partenza.
A metà percorso del 3° giro, il 1° Sorv. si fermerà all’Oriente ai piedi della bara.
La Musica cessa.
2° Sorv. (alla testa della bara, prendendo il ramoscello di acacia): Questo albero di acacia
mi avverte che qui c’è una sepoltura recente; forse il nostro Maestro è sepolto qui.
1° Sorv. (ai piedi della bara, prendendo in mano squadra e compasso): Ecco una Squadra e
un Compasso. Non c’è dubbio: è la tomba che cerchiamo. Nulla sia toccato. Solo il
Ven.mo Maestro ha i poteri per farlo. Tre Maestri restino di guardia, gli altri vengano con
me per avvertire il Venerabilissimo.
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I due Esperti si dispongono ai lati della Bara presso la testa, mentre il 2° Sorv. le si pone ai piedi,
formando così un triangolo; tutti e tre sono rivolti verso l’Oriente. Gli altri Maestri, con il 1° Sorv.
in testa, finiscono il giro.
Al termine, il 1° Sorv. rimane vicino alla porta, mentre gli altri riprendono i loro posti.
1° Sorv. Alla luce del crepuscolo, viaggiando verso Oriente, abbiamo visto un albero di Acacia. Ai
suoi piedi, sulla terra che appariva scavata di recente, erano disposti una Squadra e un
Compasso. Forse lì è sepolto il nostro Maestro; ma solo voi potete fare quanto occorre.
La tomba è sorvegliata da tre Maestri.
Il 1° Sorv. precede il Ven.mo girando intorno alla Bara in senso antiorario. Giunti presso la testa
dal lato destro, il 1° Sorv. si ferma. Il Ven.mo si avvicina e toglie il Grembiule dal volto del
Compagno.
Il Ven.mo toglie il ramo di Acacia e, chiudendo il giro, la Squadra, il Compasso, il drappo nero,
porgendoli al M.d.C. che nel frattempo si è avvicinato.
Ven.mo Per come è disposto e dagli utensili abbandonati, riconosco che gli assassini sono
Compagni... Si direbbe che respiri ancora... Il suo nobile volto rispecchia l’Armonia della
Coscienza! ... Riportiamolo nel Tempio.
Il Ven.mo si allontana un poco verso l’Oriente. Il 2° Sorv. afferra il dito medio della mano destra
del Candidato, tira come per tentare di rialzarne il corpo poi, fingendo che il dito gli sia sfuggito,
lo lascia esclamando:
Il 1° Sorv. afferra il dito della mano sinistra del Candidato e, ripetendo il gesto del 2° Sorv.,
dicendo:
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1° Sorv. E’ tutto putrefatto!
Ven.mo Non è così, Fratelli miei, che riuscirete a rialzare il Maestro. Furono tre ad ucciderlo per
ignoranza, per fanatismo e per ambizione. Tre Luci sono necessarie per annullare la loro
opera. A me, Fratelli, uniamo le nostre forze!
Il Ven.mo, postosi ai piedi della Bara, prende, con il Toccamento ad artiglio da Maestro, la mano
destra del Candidato e lo tira a sé. I due Sorveglianti aiutano il Candidato a mettersi seduto nella
Bara. Allora il Ven.mo gli passa la mano sinistra dietro il collo e, aiutato dai Sorveglianti, lo rialza
e lo fa uscire dalla Bara.
In questo preciso istante, i paramenti di lutto e il velario nero che ricoprono le pareti e l’Oriente
vengono fatti cadere di colpo a cura del M.d.C. contemporaneamente il Copr. Int. provvede ad
accendere tutte le luci. Silenziosamente i due Esperti portano la Bara in fondo al Tempio.
Ven.mo Maestri, esultate! Hiram è rinato nel nostro nuovo Maestro ...
Il Ven.mo e i Sorveglianti tornano ai loro posti e, imitati da tutti i Maestri, voltano le insegne, da
lutto a gioia.
Il M.d.C. conduce il nuovo Maestro all’Oriente e lo fa sedere alla destra del Ven.mo. Quindi porta
sull’Altare il Libro della Legge Sacra.
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Ven.mo Fratello ..., quando avrai ricevuto la consacrazione a Maestro Libero Muratore e
l’istruzione del Grado, prenderai il tuo posto tra le Colonne. Ma in questo momento tu
rappresenti simbolicamente Hiram, che rinasce dal cuore degli uomini quando le forze
della Luce trionfano su quelle delle tenebre; perciò il tuo posto è qui, all’Oriente, alla mia
destra.
Prima che io possa procedere alla tua consacrazione, devi impegnarti all’adempimento dei doveri
del nuovo Grado e unirti a noi nel vincolo di una Promessa Solenne. Vi acconsenti,
liberamente e spontaneamente?
Il Neofita risponde:
Riprende la Musica.
Tutti i Maestri si alzano e si mettono all’Ordine ad eccezione del Neofita che si alza soltanto. Il 2°
Esp. sale all’Oriente, saluta da Maestro il Neofita e lo accompagna davanti all’Altare e gli fa
mettere la mano sinistra sul cuore.
Il 1° Esp. si avvicina con una spada e gli fa posare la mano destra sulla lama. Il 2° Esp. prende dal
Ven.mo il foglio col testo della Promessa Solenne lo tiene davanti al Neofita in modo che questi
possa leggerlo.
Ven.mo Leggi, dunque, ad alta voce la formula che ti impegna finché avrai vita.
Il Neofita esegue.
Neofita: Alla presenza del Grande Architetto dell’Universo e al cospetto dei Rispettabili Maestri
che mi ascoltano, in piena coscienza prometto solennemente di praticare i principi
massonici, di amare e cercare la Verità, di odiare e fuggire la menzogna. Prometto di
soccorrere i Fratelli e i figli della Vedova anche a pericolo della mia vita; prometto di non
rivelare a nessuno i segreti che potranno essermi confidati; prometto di istruirmi e di
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sollevare il mio spirito e di fortificare la mia ragione affinché d’ora in avanti tutte le mie
facoltà siano dedicate alla gloria ed alla potenza dell’Ordine.
Il Neofita esegue.
Ven.mo Rispettabilissimi Maestri 1° e 2° Sorv., ricostituite con me il Triangolo Sacro entro il quale
sarà consacrato il nuovo Maestro.
Il Ven.mo scende dal Trono, impugna la Spada Fiammeggiante con la sinistra tenendo con la
destra il Maglietto. Anche i due Sorveglianti si muniscono di spada che tengono nella sinistra,
avendo nella destra il Maglietto.
Il Neofita viene fatto alzare e retrocedere di due passi. Il Ven.mo gli si pone di fronte, i due
Sorveglianti, dietro, mentre i due Esperti rimangono ai lati dell’Altare.
Il Ven.mo appoggia la Spada Fiammeggiante sulla spalla destra del Neofita e vi batte sopra un
colpo di Maglietto.
Il Ven.mo appoggia la Spada Fiammeggiante sulla spalla sinistra del Neofita e vi batte sopra un
colpo di Maglietto.
Ven.mo Che la tua fedeltà corrisponda alla fiducia che ti abbiamo accordato!
Il Ven.mo appoggia infine la Spada Fiammeggiante sul capo del Neofita e vi batte sopra un colpo
di Maglietto.
Ven.mo Che la Luce del Grande Architetto dell’Universo non abbandoni mai il tuo spirito!
I due Sorveglianti alzano le proprie spade e le orientano verso il capo del Neofita.
Il Ven.mo, tenendo sempre la Spada Fiammeggiante sul capo del Neofita, vi batte sopra tre colpi di
Maglietto ogni volta che ciò è indicato nel testo.
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Ven.mo Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo, in nome della Massoneria Universale e
sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani, in virtù dei poteri a me
conferiti quale M. Ven. di questa Risp. Loggia ….......... n. …. all’Oriente di …...........
io ti ricevo ()
ti costituisco ()
ti consacro ()
Il Ven.mo consegna la Spada Fiammeggiante e il Maglietto al M.d.C., che li pone sulla cattedra del
Ven.mo.
Il Ven.mo pone il suo piede destro a contatto con la parte interna del piede destro del Candidato.
Il Ven.mo unisce il suo ginocchio destro col ginocchio destro del Candidato.
93
Ven.mo Petto con petto: custodirò i segreti che vorrai confidarmi.
Ven.mo Spalla con spalla: ti abbraccio; ti difenderò, che tu sia presente o assente.
(Sussurrando all’orecchio del Candidato). Eccoti la Parola Sacra dei Maestri: M.. B.. Ripetimela.
Il Candidato esegue.
Ven.mo Rispettabili Maestri, sedete. Risp. M. 1° Esp., conducete il nuovo Maestro nella sala dei
passi perduti per dargli l’istruzione del Grado.
Il 1° Esp. conduce il neo-Maestro, che era rimasto presso l’Altare, fuori del Tempio per
comunicargli la posizione all’Ordine, il Segno, il Toccamento, la Parola Sacra, la Parola di Passo,
la Marcia, l’Età, i titoli delle Luci e dei Maestri, la posizione della Squadra e del Compasso sul
Libro della Legge Sacra, come si risponde alla domanda: “Siete Maestro?”, la Batteria (●●● ●●●
●●●)
Ven.mo Rispettabili Maestri, nell’attesa vi concedo alcuni minuti di ricreazione, ma prima, Fratello
1° Sorvegliante, fate il vostro dovere. Fr. In piedi e all'Ordine.
Il 1° Sorv. si reca da solo all’ara, dà il Segno di Maestro, stacca la Squadra dal Compasso, lascia
il Libro aperto, torna al suo posto e abbassa la Colonnina, il 2° Sorvegliante rialza la sua.
I Fr sono autorizzati ad uscire dal Tempio. Durante la ricreazione si portino fuori dal Tempio la
bara egli altri attrezzi non più necessari.
Compiuta l'istruzione del Neo-Maestro, l’Esp. ne informa il Maestro Venerabile, il M.d.Cer. invita
i Fr. a riprendere i loro posti.
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M. Ven. Fratelli, in piedi e all'Ordine. I lavori interrotti riprendono Forza e Vigore. Fratello 1°
Sorvegliante, fate il vostro dovere.
M. Ven. () Fratelli, sedete. Rispettabili Maestri, i Lavori interrotti riprendono forza e vigore. Risp.
M. Esp., introducete il nuovo Maestro.
Eseguendo l’Esp. entra coi passi da Maestro, seguito dal neo-Maestro che si ferma vicino alla
porta.
Esp. Ven.mo, l’istruzione del nuovo Maestro è completa; egli si trova tra le Colonne in attesa di
ordini.
1° Sorv. Rispettabili Maestri che sedete alla Colonna del Meridione, il Ven.mo proclama il
Fratello ... Maestro Libero Muratore; vi invito a riconoscerlo come tale, con tutte le
prerogative e i diritti del Grado.
2° Sorv. Rispettabili Maestri che sedete alla Colonna del Settentrione, il Ven.mo proclama il
Fratello ... Maestro Libero Muratore; vi invito a riconoscerlo come tale, con tutte le
prerogative e i diritti del Grado.
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Ven.mo Rispettabili Maestri, in quest’ora lieta salutiamo secondo l’antico Rito il diletto Maestro
che si inserisce nella nostra Catena. A me, per il Segno ... e per la Batteria di Giubilo (
).
96
SOSPENSIONE DEI LAVORI IN GRADO DI MAESTRO
Ven.mo Rispettabili Maestri, concedo la parola per il bene dell’Ordine in generale e di questa
Camera di Mezzo in particolare.
Terminate le conclusioni.
Ven.mo Risp.mo M. 1° Sorv., i Maestri hanno lavorato a lungo sulla Tavola da Disegno. Quando
ha termine il loro Lavoro?
1° Sorv. A mezzanotte, quando il Sole, concluso il suo ciclo, è al Nadir e concede riposo alle
creature.
1° Sorv. Sull’Altare, il Compasso e la Squadra devono tornare nella posizione del 2° Grado per
disporre il Tempio al rientro dei Fratelli Compagni d’Arte.
Ven.mo Risp.mo M. 1° Sorv., compìte il Rito sull’Altare e con voi ciascun Risp. M. lo compia
interiormente affinché i Fratelli Compagni d’Arte, rientrando, possano sentirsi a loro
agio... Rispettabili Maestri, in piedi e all’Ordine!
Il 1° Sorv. si reca all’Altare, dà il Segno, esegue, dà di nuovo il Segno e torna al proprio posto.
Ven.mo Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo, dichiaro sospesi i Lavori di questa
Camera di Mezzo. A me, per il Segno ... e per la Batteria ( ).
Prima di riprendere i Lavori in 2° Grado, promettiamo di non rivelare quanto abbiamo tracciato
sulla Tavola da Disegno a chi non è ancora passato dalla Squadra al Compasso.
97
Tutti Lo prometto!
Ven.mo Fratelli, sedete! Fr. M.d.C., provvedete a decorare il Tempio per il Grado di Compagno
d’Arte. Fr. Copr., fate rientrare i Fratelli Compagni.
98
I Catechismi massonici.
catechismo s. m. [dal lat. tardo catechismus, gr. tardo κατηχισμος, der. di κατηχεω «istruire a viva
voce»]. – 1. Istruzione religiosa, catechesi; più comunem., l’insieme dei principî della dottrina
cristiana, formulati in una serie di domande e risposte, soprattutto per l’istruzione religiosa dei
giovani, e il libro che li contiene: spiegare, insegnare il c.; leggere il catechismo. Fam.,
l’insegnamento stesso della dottrina: andare al catechismo. 2. estens. Complesso dei principî
fondamentali di una qualsiasi dottrina, e anche il testo che li contiene; la parola è in genere usata
con valore polemico o spreg.: ripetizione de’ c. vecchi e nuovi (Carducci); c. politico; c. comunista.
È stato denominato c. laico il catechismo propugnato da J.-B. d’Alembert (1717-1783), che,
prescindendo dalle credenze e dai doveri religiosi, insegnava ai fanciulli la morale illuministica.
Per l’italiano medio, e per il massone medio - che altri non è che un italiano medio - il termine
catechismo rimanda agli anni della preadolescenza, quando, in preparazione della prima comunione,
la nostra mamma ci mandava a catechismo, ove si imparava a memoria, o meglio, a pappagallo, le
verità dogmatiche della religione cattolica, impartite da vetuste austere, acidule zitelle, predestinate
alla verginità, o pingue vedove decorosissime (sembra che oggi, col nuovo catechismo, le cose non
vadano più così), dove si intravedeva quello che per noi era il paradiso: la sala del calcio Balilla,
dove, alla fine dell’istruzione catechetica ci era permesso di andare a giocare gratis..
Tanto basta tuttavia, affinché il massone medio rifugga dall’uso del termine, e dall’applicazione
della tecnica catechetica in massoneria, ritenendola una tecnica del tutto inappropriata alla realtà
libero muratoria.
Obiettivamente non possiamo dargli torto, catechesi come indottrinamento, come riporta Giuseppe
Capruzzi, in un suo bel lavoro “Esiste la catechesi in Massoneria?” (su www.libertini737.it.): “La
catechesi – nella sua giusta funzione – è fondata sulla fede, la quale a sua volta trova basamento sul
dogma, inteso come principio, non discutibile, di verità insuperabile: per il catecumeno,
“l’ammaestramento” della fede è essenziale”.
99
Nella pubblicazione di Early Masonic Catechism di Knoop, Jones ed Hamer (1943, 2° ed.
1963), tradotta anche in italiano e pubblicata da Bastogi, ci si fornisce una serie di trascrizioni di
25 testi di origine britannica, datati fra il 1769, ed il 1750 circa. 20 di tali testi sono catalogati
come Catechismi, ma il termine catechismo non compare mai in alcuno di essi.
Sembra che il termine catechismo, in un contesto massonico, appaia per la prima volta nel XV
capitolo di Ebriatis Encomium (vedi in Alan Bernheim: Masonic catechism and exposures in :
http://www.freemasons-freemasonry.com/bernheim8.html cui rimandiamo per ulteriori studi .
Tali testi strutturati a domande e risposte, ed oggi appare sempre più che probabile l’ipotesi che i
Catechismi siano i precursori dei Rituali, venivano utilizzati non solo per testare le conoscenze e la
competenza del Fratello, eventualmente proposto per un aumento di salario, ma, piuttosto che meri
test, essi erano in effetti la forma originale delle “lectures”, lezioni, o letture di istruzione, per i
fratelli, che venivano fornite e ripetute, ad ogni tornata rituale, e che in ultima analisi stanno alla
base vera e propria del Rituale.
Ma torniamo all’uso dei Catechismi: oltre che esporre delle lezioni di istruzione, nel 18mo secolo
ad ogni tornata di Loggia, tipicamente riunita in “table lodge”, il Maestro Venerabile poneva una
domanda, ed i fratelli a turno, disposti attorno alla tavola, dovevano rispondere. Il lavoro coi
catechismi era intervallato da canti, brindisi, ed altri gesti gioiosi.
Appare assodata oggi l’antichità dell’uso dei catechismi nei lavori rituali massonici, confermata
dalla documentazione oggi disponibile, risalente al 18mo secolo, che consiste primariamente di
catechismi, piuttosto che descrizioni dei lavori del grado. In effetti i catechismi che oggi possono
solo incuriosirci, sono in effetti i superstiti rimanenti dei più antichi ed originali capi d’opera dei
nostri antenati liberi muratori.
Catechismi o Lectures oggi sostituite dalle tavole (memo table lodge) presentate dai FFrr, o dalle
più pompose “allocuzioni”, che riflettono l’ego, più o meno ipertrofico di chi le compone e le
propone.
Quante volte abbiamo assistito in tornate di Loggia allo sconfinamento dai limiti della
ragionevolezza? Quante volte la libertà di parola si è trasmutata in parole in libertà? Quante volte si
è abusato della tolleranza e della pazienza dei Fratelli cavie più o meno inconsapevoli delle mire
letterario-esoteriche di certi oratori, distintisi per prolissità?
100
Noi riteniamo che i Catechismi meritino uno studio più accurato, oltre che una riscoperta nei nostri
massonici lavori, ed è per questo che offriamo all’attenzione dei liberi muratori e degli studiosi
interessati i Catechismi dei tre gradi, tratti dai lavori rituali della Loggia Sebezia, all’Or. Di Napoli,
pubblicati nel 1864.
Come i Rituali, anche i Catechismi libero muratori, si sono andati evolvendo, assumendo aspetti
differenti pur senza tradirne l’aspetto peculiare, sì che è possibile riscontrare in essi, al di là delle
varianti, un’aria di famiglia che li contraddistingue. Questa tendenza ad adottare nuovi modi di
proporre la Tradizione più adatti ai tempi ed alla gente che li vive, può facilmente rilevarsi mediante
confronti tra Rituali di epoche diverse.
Presentiamo anche un Catechismo pubblicato nel 1870 col Rituale del 1° Grado Simbolico, dalla
Tipografia Nazionale del Grande Oriente in Italia in Firenze con il titolo: “Guida o Catechismo
Massonico pei Lavori di Primo Grado Simbolico ossia d’Apprendista Libero Muratore al Rito
Scozzese Antico e Accettato”, può ben essere considerato un utile strumento collegamento per
l’individuazione delle invarianti sostanziali e dei mutamenti apportati nel corso degli anni alle
stesure del ritualismo massonico.
I catechismi, e ve ne sono per tutti i gradi, anche per quelli superiori al 4° del RSAA, venivano
recitati dopo l’eventuale ricezione di un nuovo Fratello al grado in considerazione, dopo la leggenda
del grado e prima della chiusura rituale dei lavori.
101
CATECHISMO DEL 1° GRADO SIMBOLICO (dai lavori della Sebezia – 1864).
R. Un culto.
R. Un segreto.
D. Quali sono le disposizioni che deve avere un uomo per essere ricevuto LM ?
D. Da chi vi fu indicato il luogo ove è sito il Tempio, e da chi siete stato condotto al suo vestibolo?
102
D. E condotto al vestibolo del Tempio, ove siete stato guidato?
R. In una piccola stanza dipinta a nero e fregiata di massime virtuose, scritte a lettere cubitali ove
era soltanto un tavolino, un teschio di morto, due scodelle, una con acqua, e l’altra con pane,
illuminata da debolissima luce, ed a fianco del tavolino una sedia ove mi sono assiso.
R. Persona a me ignota m’ha dato dei prudenti consigli, interpellandomi se avea disposizioni
bastevoli ad affrontare certe pruove.
R. Io non era né nudo, né vestito, era privo di metalli, avea una corda al collo, ed una benda agli
occhi, ed in questa guisa da un uomo, che in quel momento, per la sua foggia di vestire, era a me
perfettamente ignoto, fui guidato in una camera attigua alla Loggia, e propriamente alla porta del
Tempio.
D. Come avete conosciuto essere la porta del Tempio avendo gli occhi bendati?
D. Cosa vi si disse?
R. Chi è? Al che io risposi, sono un uomo libero che domando essere ammesso nella RL
dedicata a S. Giovanni di Scozia.
103
R. Perch’io in quel momento coscienziosamente mi reputava d’essere un uomo probo, libero ed
indipendente.
R. Di dichiarare il mio nome e cognome, età, professione e luogo della mia nascita.
R. Di entrare.
R. Avendo sulla mia mammella sinistra la punta di una spada, o cosa simile.
R. Dal 2° Sorv
R. Egli mi abbandonò ad un Fr che in seguito appresi chiamarsi FrE , questi mi impose di
mettermi in ginocchio, e di partecipare ad una preghiera recitata dal V
104
R. Fui obbligato d’alzarmi essendo preso per la mia mano destra, fui assicurato di non temere, e mi
s’impose d’eseguire la mia guida senza timore d’alcun pericolo.
R. Come ho risposto alla porta del Tempio, cioè uno che domanda essere ricevuto Libero Muratore.
R. All’Occidente, dietro la colonna del 1° Sorv , ove battei tre colpi, ed alle sue domande ho dato
le medesime risposte che avea rese al primo ostacolo.
R. All’Oriente dietro il Venerabile, ove parimenti ho picchiato tre colpi, e resi le medesime risposte
alle sue domande.
R. Egli mi insegnò a fare il primo passo nell’angolo del quadrilungo, affinché io avessi potuto
giungere all’altare per prestare la mia obbligazione.
105
D. Dove l’avete voi prestata?
R. All’Altare dei giuramenti col mio ginocchio sinistro, ed il piede mio diritto nudi, il mio corpo
diritto formante una squadra, tenendo la mia mano destra sulla Bibbia, il compasso, e la squadra,
sostenendo colla mia mano sinistra un compasso appoggiato sulla mammella del medesimo lato, e
così ho prestato il giuramento solenne de’ Liberi Muratori.
D. Allorché voi avete ricevuto la Luce che cosa ha sorpreso la vostra vista?
R. Mi fu detto che simboleggiavano tre grandi lumi nella Società dei Liberi Muratori.
R. La Bibbia regola e governa la nostra L; la squadra le nostre azioni, ed il compasso ci mantiene
nei giusti limiti verso tutti gli uomini, e particolarmente verso i nostri fratelli.
R. I tre lumi sublimi della Società dei Liberi Muratori, cioè il Sole, la Luna ed il Delta , ch’è sul
trono ove siede il Maestro Venerabile della Loggia.
106
R. Il Maestro Venerabile mi prese per la mano destra, mi donò il toccamento e la parola e mi disse
alzatevi fratello mio.
R. Perch’ei vi sono stati tre grandi Liberi Muratori impiegati alla costruzione del Tempio di
Salomone.
Di quale uso sono questi cinque sensi nella Società dei Liberi Muratori?
R. La vista serve per vedere i segni, il tatto per riconoscere il toccamento, e riconoscere un fratello
nelle tenebre come nella luce, e l’udito per intendere la parola.
107
R. La grammatica c’insegna la scrittura, e le parole; la rettorica c’insegna di parlare, e di discutere
sopra qualsiasi soggetto; la logica c’insegna la scienza di ragionar bene; l’aritmetica c’insegna la
potenza dei numeri; la geometria c’insegna l’arte di misurare i volumi estesi; la musica c’insegna la
virtù e l’armonia dei suoni; e finalmente l’astronomia ci istruisce a conoscere i corpi celesti.
108
R. Per tre grandi pilastri o colonne.
R. Il 1° Sorvegliante all’Occidente.
R. Il 2° Sorvegliante, a Mezzodì.
R. Perché il 1° Sorvegliante s’occupa a soddisfare gli operai, i cui salari sono la forza, ed il sostegno
della loro esistenza.
R. Perch’egli siede al mezzodì ch’è il mezzo della beltà del giorno per fare riposare gli operai, e
ricondurli dalla ricreazione al travaglio, affinché il Venerabile n’abbia gloria ed onore.
D. Per qual motivo diciam noi che la nostra Loggia vien sostenuta da tre grandi pilastri?
R. Perché la Saggezza, la Forza e la Beltà sono le perfezioni d’ogni cosa, e che nulla può aver
durata senza di esse.
109
R. Perché la saggezza inventa, la forza sostiene, e la beltà adorna.
R. Sì, Venerabile, essa è coverta da una volta celeste con delle nubi di diversi colori.
R. Dall’Oriente all’Occidente.
R. Un Culto.
R. Un Secreto.
R. La Massoneria.
R. Intendo lo studio delle scienze e la pratica delle virtù. Questo fu lo scopo della Massoneria
presso gli Egizi, i Palestini ed altri popoli.
R. Io sono rimasto nè vestito, nè nudo, però decente, fui privato di ogni metallo, fui bendato agli
occhi, e così fui condotto alla porta del Tempio per la mano di uno, che dopo riconobbi per un
Fratello.
R. Non rimasi nè nudo nè vestito per rappresentare così l'innocenza, e per farmi ricordare che la
virtù non ha bisogno d'ornamenti; fui privato dei metalli, perché questi son l'emblema e sovente
l'occasione dei vizi che il Massone deve evitare; mi fu messa una benda agli occhi per farmi
intendere quanto l'ignoranza osti alla felicità degli uomini.
D. Come avete voi conosciuto che eravate alla porta del Tempio, poichè avevate gli occhi bendati?
R. Una voce che disse: “ Chi va là ?” a cui io risposi: Uno che domanda d'essere ammesso nella
rispettabile Società Massonica.
111
R. Perché io son nato libero, e mantengo buoni costumi.
R. Mi si chiese, ed io dichiarai il mio Nome e Cognome, la mia età, mie qualità civili, e mia nascita.
R. Di entrare.
D. Come entraste?
R. Fra dei rumori di armi, avente la punta, che credo di una spada, appoggiata sul mio seno sinistro.
R. Mi consegnò ad altro F, che reputo fosse lo Esp, quale mi ordinò di ripetere una
obbligazione recitata da uno, che credo il Ven.
112
R. Uno mi prese per la mano dritta, un altro mi disse di non temere nulla, e di seguire la mia guida,
che non mi sarebbero seguite disgrazie.
R. Una voce, che credo del Ven, che avvisò dover io fare tre viaggi; uno per l'Aria; uno
nell'Acqua, ed uno nel Fuoco.
R. Perché il viaggio dell'Aria significa il cammino che si deve percorrere ineguale nel mondo, ossia
il simbolo della vita. Quello dell'Acqua significa l'urto delle passioni. Quello del Fuoco significa la
Carità che ci deve sempre animare.
R. Mi dettero a bere il Calice amaro per ricordarmi le amarezze che dobbiamo sopportare nel corso
di nostra vita.
R. Sì: il primo avanti la Colonna del 2. Sorv, ove mi fecero battere tre forti colpi.
113
D. Dove avete trovato il secondo ostacolo?
R. Avanti il 1º Sorv all'Ovest, ove pure ho battuto tre colpi, feci l'istessa domanda ed ebbi eguale
risposta.
R. Avanti il M di Cerimonie, ove eziandio detti tre colpi, e risposi al medesimo modo.
R. Mi ha fatto mettere i piedi in squadra; mi ha insegnato a fare il primo passo nell'angolo del
quadrato lungo, affinché con tre grandi passi potessi io arrivare all'ara e prestare la mia
obbligazione.
R. Per farmi conoscere la via che io devo seguire, e con quale regolarità gli Apprend devono
camminare.
R. Lo zelo che noi dobbiamo mostrare camminando verso Colui che ci illumina.
R. Di tenere per sempre celato il segreto della Massoneria e di essere fedele ai miei obblighi che
andavo ad assumere.
114
R. Perché imparassi che il cuore di un Mass deve essere sempre giusto e senza ambiguità.
D. La Bibbia che tenevate sotto la mano, sapete voi cosa dice dei Mass?
R. Dice che i Mass furono scelti da Salomone per lavorare al Tempio. Furono da Esso dichiarati
Liberi, epperciò chiamati Liberi-Muratori, cioè esenti da ogni impiego. Essi ed i loro discendenti
ebbero pure il privilegio di portare le armi. Nel 1398 (sic, nel testo, in effetti la presa di
Gerusalemme risale al 587 a.C.) Nabucodonosor avendo preso Gerusalemme fece distruggere il
Tempio, ed i Mass unitamente al popolo Ebreo furono fatti schiavi; però nell'anno 3460 (in effetti
nel 538, allorquando probabilmente su richiesta dei Giudei deportati a Babilonia, Ciro emanò un
editto in cui si ordinava la ricostruzione del tempio di Gerusalemme e la restituzione degli arredi
incamerati un tempo da Nabucodonosor; le spese per la ricostruzione sarebbero state sostenute
dalle finanze pubbliche dello stato persiano), Ciro avendo preso Babilonia, ristabilì i Mass.in tutti
i loro diritti, e volendo inoltre ricompensare la città di Zorobabele, loro permise di entrare nella
Città con gli Israeliti per fabbricare il Tempio. Era tanta la stima che Ciro avea dei Mass che loro
permise di pranzare con Lui, pria che partissero, e dando loro il bacio di pace, li nominò suoi fratelli
ed amici, e li colmò d'onori e di benefizi.
115
R. Che essi saranno sempre pronti a versare il loro sangue per me se sarò fedele all'obbligo
incontrato, al contrario mi punirebbero se vi mancassi.
R. Tre lumi, che sono le tre sublimi luci della Massoneria, cioè: Il Sole, la Luna ed il Ven della
Loggia.
R. Il Sole illumina gli operai di giorno; la Luna di notte; ed il Ven illumina in ogni tempo la sua
Loggia.
R. All'oriente. Ad esempio del Sole che apparisce da quella parte per cominciare il giorno, così il
Ven siede all'Or per aprire i lavori della Loggia, ed aiutare gli operai coi suoi consigli ed
illuminarli colla sua luce.
R. All'Occidente. Siccome il Sole termina il giorno all'Occid così i Sorv ivi si tengono per
chiudere la Loggia, rimandare gli operai contenti, e fare buone accoglienze ai Visitatori.
116
R. Al Settentrione, perché questa è la parte meno illuminata, nella colonna B. Un Apprendista, il
quale non ha ricevuto che una debole luce, non è nello stato di sopportarne una più viva.
R. Alla Colonna J
R. Il V m'insegnò il toccamento, segni e parole coi quali si conoscono fra loro i MM
R. Sì Ven, è questo.
D. Come si chiama?
R. Gutturale.
D. Cosa significa?
D. Datemi il tatto ?
R. Io non devo inciderla, né scriverla solo posso nominarla. Datemi la prima lettera, io vi darò la
seconda (si compita).
R. Forza, e Saggezza. Questo è il nome della Colonna che era al Settentrione del Tempio di
Salomone, ove li Appr lavoravano e ricevevano il loro salario.
117
D. Qual'è la vostra parola di passo?
R. Tubelcain, che significa possesso mondano. Questo è il nome del figlio di Lamech, il primo che
inventò l'arte di lavorare i metalli.
R. Il simbolo del lavoro; la sua bianchezza dimostra la candidezza dei nostri costumi, l'uguaglianza
che regna fra noi.
R. Per insegnare che un Mass non deve mai imbrattarsi le mani nell'iniquità.
R. A vincere le nostre passioni, a sottomettere la nostra volontà, a fare nuovi progressi nella
Massoneria.
B. Perché tre Massoni governano una Loggia; cinque la compongono, e sette la rendono giusta e
perfetta.
118
D. Quali sono i sette che la costituiscono perfetta?
D. Perché Tre?
R. Perché vi sono stati tre grandi M impiegati alla costruzione del Tempio di Salomone?
D. Perché Cinque?
D. Spiegatemeli.
R. La Vista per vedere i segni; il Tatto per sentire i toccamenti e riconoscere un F nelle tenebre
come nella luce, e l'Udito per intendere la parola.
R. Perché vi sono sette scienze liberali, cioè la Grammatica, la Rettorica, la Logica, l'Aritmetica, la
Geometria, la Musica e l'Astronomia.
119
R. La Grammatica c'insegna la scrittura e le parole: la Rettorica c'insegna a parlare e discorrere
sopra qualsiasi soggetto; la Logica a ben ragionare: l'Aritmetica il potere dei numeri; la Geometria
l'arte di misurare i volumi estesi e la terra; la Musica la virtù dei suoni, e l'Astronomia c'insegna a
conoscere i corpi celesti.
R. Di un quadrato lungo.
D. Di qual larghezza?
R. Dall'Est all'Ovest.
D. Di qual lunghezza?
D. Di qual altezza?
D. Di qual profondità?
D. Perché?
D. Chi li rappresentano?
120
R. Il Ven rappresenta la Saggezza, perché dirige i lavoranti, e mantiene l'armonia fra di loro; il 1°
Sorv la Forza, perché paga i lavoranti, ed il loro guadagno dà loro forza e li sostiene; il 2° Sorv
la Bellezza, perché esso sta al Mezzodì, che è il più bello del giorno, per far riposare gli operai,
richiamarli dalla ricreazione al lavoro, affinché il Ven.. ne consegua onore e gloria.
R. Perché la Saggezza, Forza e Bellezza sono la perfezione d'ogni cosa, e nulla può durare senza di
esse. Infatti la Saggezza inventa, la Forza sostiene, la Bellezza adorna.
R. Dall'Est all'Ovest.
D. Nella vostra dimanda di ammissione diceste di voler entrare nella Società Massonica; ora ditemi
se sapete cosa essa fa?
121
CATECHISMO pel grado di Complibero M (Sebezia)
Quando il Vener stimerà nella sua prudenza, e saviezza , che sia proprio il tempo di istruire la
Loggia nel grado di Compagno libero Muratore, praticherà col primo Sorv o con qualunque
altro Fratello della L, se il crederà utile, il seguente Dialogo:
R. Lo sono, Venerabile.
R. Essa è la lettera iniziale del vocabolo Geometria, ch'è la quinta delle Scienze professate nella
Società dei liberi M M e la più utile fra tutte.
R. Perché nel linguaggio scozzese, di cui noi professiamo il Rito, il nome di Dio è scritto GOD.
R. Passando dalla perpendicolare alla livella e dalla Colonna B alla colonna J, cioè dalla forza
alla saggezza, e coll'ascendere li cinque gradini del Tempio.
122
R. Per edificare. Tempi alla virtù, e scavare prigioni al vizio.
R. Il Fratello Covr
R. Di Rame.
R. Diciotto cubiti.
D. E la circonferenza?
R. Si, Venerabile.
R. Perché nel vano di esse, cioè dentro la Colonna B conservavansi gli strumenti di lavoro degli
Appr, e dentro la Colonna J si racchiudevano quelli dei FF Comp; e dippiù in ciascuna
colonna si conservava il tesoro per soddisfare gli operai della loro fatica.
D. Cosa veniva richiesto dagli Operai onde poter ricevere la rispettiva paga?
123
R. Tanto gli Appr che i Comp quando si presentavano alla rispettiva Colonna per ricevere il
dovuto salario, venivano obbligati a dare un segno, un tatto, ed una parola.
R. I capitelli erano ornati con foglie di Acanto ed erano sormontati da diverse melogranate
semiaperte come simboli di fecondità.
D. E la sua altezza?
124
D, Perché aveano questi nomi?
R. Perché la Forza è necessaria per eseguire, la Saggezza per inventare, e la Beltà per ornare.
R. Ho risposto così per far conoscere che tutti li F F liberi M M, sparsi sulla superficie del
globo, formano un sol popolo di Fratelli, regolati dalle medesime leggi, e dagli stessi principi; ed è
per la santità di questi principi che questa Società filantropica, ed umanitaria, non ha potuto mai
essere distrutta dalla tristizia dei Tiranni.
R. Si Ven
D. In che numero?
D. Quali sono?
R. Il pavimento a mosaico che adorna la Loggia si riferisce al mosaico che ornava la soglia del gran
portico del Tempio di Salomone; la Stella Fiammeggiante era situata nel mezzo, ed illuminava il
centro, e da dove partiva allegoricamente la luce che illumina tutte le parti del nostro globo; ed il
nastro ondeggiante contornava, ed ornava le parti estreme e superiori delle pareti del Tempio.
125
legati intimamente fra loro con amore caritatevole e fraterno; La Stella Fiammeggiante è l'emblema
del GArch dell'Un che brilla di una luce che egli non riceve che da se stesso; il nastro
ondeggiante significa quel legame che unisce tutt'i Fratelli liberi M M, dei quali , in tutta la Terra,
si spera fare una sola Famiglia.
R. Sì, Venerabile.
D. Quanti se ne hanno ?
R. La squadra che porta il Venerabile, la Livella che porta il primo Sorv e la perpendicolare o
linea di appiombo, che porta il secondo Sorv.
R. La squadra serve a squadrare i materiali ed a mettere le loro superficie ad angoli retti fra di loro;
la livella serve a piazzare le pietre in senso orizzontale, ed avvicinarle l'una a lato dell'altra fra di
loro ; e la perpendicolare serve per innalzare le fabbriche in un perfetto appiombo sulle rispettive
basi.
R. La squadra c'insegna che tutte le nostre azioni devono essere regolate dalla rettitudine e dalla
giustizia; la livella ci istruisce che fra tutt'i fratelli sparsi sulla superficie del Globo debba regnare
una perfetta eguaglianza; la perpendicolare ci avverte che tutt'i beni ed ogni felicità ci vengono
dall'alto.
126
R. La Tavola di disegno serve ai Maestri liberi Mur per tracciare la pianta dei loro lavori ; la
pietra cubica a punta serve ai compagni per aguzzare il taglio ai loro strumenti di lavoro; e la pietra
bruta serve ai Fratelli Appr per istruirsi al lavoro.
R. La Tavola di disegno è il simbolo del buono esempio che noi dobbiamo dare ai nostri Fratelli
liberi Murat, ed a tutti li nostri Fratelli in Umanità, sparsi su tutta la superficie della Terra; la
pietra cubica a punta è il simbolo della premura che deve avere l'uomo virtuoso per cancellare le
macchie che il vizio avesse potuto produrre sopra se stesso, e correggere con cura e solerzia quelle
passioni, colle quali continuamente siamo in manifesta lotta; finalmente la pietra bruta è la
immagine dell'Uomo rozzo e selvaggio, che solo può render civilizzato e perfetto lo studio accurato,
e profondo su di se stesso.
R. Ne abbiamo di due sorti: alcuni si dicono M M per teoria, ed altri per pratica.
R. Una buona morale che serve a perfezionare i nostri costumi, ed a renderci bene accetti presso
tutti gli Uomini.
127
D. A che servono questi segni ?
R. Il vocale a donare la parola; il gutturale a dare il segno di Appr ; il pettorale per donare il segno
di Comp; il manuale per comunicare il toccamento dell'Appr e del Comp; ed il pedestre ad
eseguire la marcia dei passi dell'uno e dello altro.
R, Tre.
R. Per illuminare gli operai quando vanno al travaglio, durante il lavoro, e quando si ritirano dalla
fatica.
R. Sì, Venerabile,
R. Di oro e di azzurro.
R. L'oro significa la ricchezza, e l'azzurro la Saggezza; due privilegi che il GArch dell'Un
accordò soltanto a Salomone.
R. A mezzogiorno.
128
D. Perché ?
R. Perché, essendo più illuminati degli App, possono meglio prestarsi per Servire i Maestri.
R. Alla colonna di J
R. Essa è la iniziale di una parola che si adopra fra noi FF Comp liberi M, onde riconoscerci
a vicenda.
R. La Saggezza, o la ragione perfezionata nel sapere, di cui debbono andar forniti i F F liberi
MM
129
R. Possessione della Terra.
Quando sarà terminato il Discorso allusivo alla cerimonia praticata nella iniziaziome, e diretto al
Maestro, nuovo iniziato, il rispettabilissimo Maestro, che presiede ai lavori, qualora vi sarà tempo
per la catechistica instruzione relativa alla Maestria, rivolto ai sorveglianti del Tempio, dirà :
MVen Venerabil Fratelli primo, e secondo Sorvegliante, invitate i venerabili Maestri delle
vostre rispettive Colonne di prestare attenzione ai catechistici lavori del terzo grado simbolico del
nostro rispettabile ordine.
Dopo che i Venerabilmi Maestri Sorveglianti avranno ripetuto l'invito, fatto dal Rispettabilissimo
Maestro, questi, dirigendo la parola al primo Sorv o a chiunque altro Fratello presente nel
Tempio, dirà:
R. All'Occidente, Rispettabilissimo.
D. Dove andate ?
R. All'Oriente.
130
D. Come siete in essa pervenuto ?
R. Per cinque colpi distinti , e col montare una scala per 3, 5 e 7 .
R. Una pallida luce che illuminava la tomba del nostro rispettabile Maestro.
R. Essa era tre piedi larga, cinque piedi profonda, e sette piedi lunga.
R. Un ramo di Acacia in mezzo, un Compasso verso la testa, e nell'estremo opposto una Squadra.
R. La mia innocenza.
131
D. Chi vi ha soccorso ?
R. Io non lo paleserò giammai, eccetto in secreto ad uno dei miei eguali, e nell'unico caso che io
venissi obbligato.
R. Le circostanze particolari che accompagnarono la morte del nostro rispettabile Maestro Hiram,
che fu assassinato nel Tempio da tre compagni ribelli , e perfidi, i quali, spinti dalla riprovevole
ambizione di un vile guadagno, aveano congiurato fra loro di strappare a viva forza dalla bocca del
rispettabile Maestro la parola sacra, minacciandolo di morte in caso di rifiuto, e perché il saggio
Architetto si mantenne fermo e costante a serbare il segreto, rimase vittima della loro perfidia,
D. Cosa fecero i Maestri per riconoscersi dopo la morte del nostro rispettabile Maestro Hiram ?
R. Eglino convennero di comun parere, che la prima parola che venisse pronunziata, ed il primo
segno che fosse fatto al momento della bramata scoverta del corpo di Hiram, sarebbero sostituiti
alle antiche parole, ed agli antichi segni.
D. Quali furono gl'indizi che guidarono alla scoverta del corpo del nostro rispettabile Maestro ?
D. Dopo scoverto il corpo del saggio architetto Hiram, cosa si è fatto di esso?
R. Egli era del Regno di Tiro, e figlio di una vedova della tribù di Neftali.
R. Quello di Gabaon.
132
D. In che maniera hanno costume di viaggiare i Maestri liberi Muratori ? .
R. Per propagare la luce, e riunire in aggregato ciò che trovasi sparso, e diviso.
R. I nove lumi che si prescrivono accendersi, simboleggiano i nove Maestri che furono spediti da
Salomone per andare in cerca del Corpo del rispettabile Maestro Hiram.
D. Quali sono i veri segni per poter distinguere un Maestro libero Muratore ?
D. Se un Maestro libero Muratore si trovasse in pericolo di perdere la vita, cosa dovrebbe praticare?
133
R. La unica ragione è quella, che tutt'i Fratelli maestri liberi Muratori si dicono figli del saggio
Architetto Hiram.
R. Egli è perché Salomone impiegò sette anni e più per la costruzione del Tempio.
R. Essa è il nome di una montagna dalla quale il Re Salomone fece estrarre delle
D. Queste pietre come si presentavano agli operai addetti alla costruzione del Tempio ?
R. Esse erano grezze, e brute in principio; dai Fratelli apprendisti venivano dirozzate ; dai fratelli
compagni ridotte a cubi, e dai Fratelli Maestri venivano cementate in aggregato per la debita
edificazione.
D. Qual'è il significato morale relativo alla occupazione dei Maestri liberi muratori nel continuo
cementare queste pietre cubiche ?
134
RITUALE DI INSEDIAMENTO DELLE CARICHE MASSONICHE
PREMESSA
Il Rito di Insediamento viene condotto, in veste di Maestro Venerabile Insediante (MVI), dal
Maestro Venerabile uscente oppure, nell'ordine, dall'ex Maestro Venerabile uscente o da qualsiasi
Fratello che abbia rivestito la carica di Maestro Venerabile in una qualsiasi Loggia della
Comunione.
Il MV eletto, i Sorveglianti eletti, l'Oratore eletto, il Segretario nominato, siedono nei primi
cinque posti della Colonna del Meridione, insieme al Tesoriere eletto e, consentendolo lo spazio,
agli Ufficiali; il posto alla destra del MVIdeve essere lasciato libero dall'inizio del Rito.
I Lavori si svolgono alla presenza dei Fratelli di Loggia e di eventuali Fratelli visitatori; si lavora
in Grado di Apprendista LM sotto la direzione dei Dignitari Insedianti (DI).
Il 1° Sorvegliante Insediante (1° SI) ed il 2° Sorvegliante Insediante (2° SI) devono
rivestire o avere rivestito la carica di maestro Venerabile in una Loggia della Comunione.
Al termine del Rito di Insediamento, il Segretario Nominato, raccoglie i testi delle Promesse
Solenni sottoscritte dagli Insediati e ne cura l'inoltro alla Gran Segreteria del GOI.
135
L'insediamento del Maestro Venerabile rieletto, essendo il conferimento del Potere Iniziatico già
INDELEBILMENTE avvenuto, si svolge in forma ridotta. Il Rito, nella sua FORMA INTEGRALE, è
riservato all'insediamento del Maestro Venerabile eletto per la prima volta nella sua vita e
pertanto non verrà MAI ripetuto in questa forma, anche in caso di rielezione, sia pure a distanza di
anni.
136
Rito di Insediamento del Maestro Venerabile eletto
(Il Rito ha inizio dopo l'Apertura dei Lavori in Grado di Apprendista, diretta dai Dignitari
Insedianti - il segno ● indica un colpo di maglietto)
MVI: ● Fratelli, da tempo immemorabile i Liberi Muratori rinnovano ogni anno, nel
periodo stabilito, i Dignitari e gli Ufficiali di Loggia. Fratelli, procediamo ora
all'Insediamento dei Neoeletti e Neodesignati alle Cariche di Loggia.
1° SI: ●
2° SI: ●
MVI: Maestro delle Cerimonie, avete predisposto il Tempio per lo svolgimento del Rito di
Insediamento?
(Su di un tavolino, appositamente preparato a fianco dell'Ara, sono già stati collocati: La Bolla di
Fondazione della Loggia, il Libro delle Costituzioni dell'Ordine ed il Regolamento, il Regolamento
di Loggia se esistente, il Libro dei Verbali, il Libro Matricola, un Grembiule da Maestro
Venerabile, un Collare da Ex Maestro Venerabile).
MVI: Fratelli, da tempo immemorabile i Liberi Muratori rinnovano ogni anno, nel periodo
stabilito, i Dignitari e gli Ufficiali di Loggia. È mio compito procedere ora
all’insediamento del Primo Dignitario, Maestro Venerabile, eletto a reggere per l’anno
massonico corrente, questa RL …............., n° …...., all’Or: di …...................
Il Rito esige che la Proclamazione, l’Investitura e l’Insediamento del Maestro Venerabile eletto per
la prima volta siano eseguiti da Chi lo abbia preceduto nei poteri iniziatici, e che formerà
il Triangolo sacro sotto il quale il Maestro Venerabile sarà insediato nella sua Carica..
(Musica di sottofondo)
137
MVI: ● Fratelli in piedi ed all'Ordine! Fratello Maestro delle Cerimonie, recatevi dal
Fratello Maestro Venerabile Eletto e conducetelo, con la dovuta forma, all'Ara.
(Il Maestro delle Cerimonie si reca dal Maestro Venerabile Eletto e, battendo l'asta al suolo, lo
invita a seguirlo all'Ara)
(Il Maestro Venerabile Eletto, giunto all'Ara, da il Segno, ricambiato dal Maestro
Venerabile Insediante)
MVI: ● Fratelli tutti sedete. Fratello, voi siete stato eletto per la prima volta alla carica di
Maestro Venerabile in questa R Loggia.
Durante il Vostro Magistero dovrete tenere condotta esemplare, essere affabile nei modi,
giusto in ogni circostanza, assistere i Fratelli in ogni necessità legittima, mantenere
l'unione e l'armonia della Loggia;
Dovrete promuovere lo studio e la pratica della tradizione Libero - Muratoria, fermo nei
Principi che regolano la Libera Muratoria;
Vi compete inoltre il compito di rappresentare questa R Loggia in seno agli Organi del
Grande Oriente d'Italia.
Edotto delle responsabilità che la Carica comporta, ritenete Voi, Rispettabile Fratello, di
assumerla?
138
MVE: Si, Maestro Venerabile
MVI: Vi prego, allora, di porre la mano sinistra sulle Tre Grandi Luci poste sull'Ara e la destra
sul cuore per prestare la Promessa Solenne.
(Il MdCer porge al neo eletto la Promessa solenne che questi legge ad alta voce)
"Io sottoscritto .............Maestro Venerabile Eletto della R Loggia …............., n° ….. all’Or di
…..........., all’obbedienza della Massoneria Universale, Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani,
Liberamente e spontaneamente, sul mio Onore ed in piena Coscienza
PROMETTO SOLENNEMENTE
Di adempiere a tutti gli obblighi impostici dalla carica che rivestiamo, nell’intento di cooperare con
Perseveranza alla Diffusione dei Principi Massonici ed al Decoro dell’Istituzione.
Di osservare in ogni evenienza le Costituzioni e le Deliberazioni degli Organi del Grande Oriente
d’Italia
(Il Maestro Venerabile Eletto, dà il Segno, ricambiato dal Maestro Venerabile Insediante, e
rimane all'Ordine)
(Scende dal Trono con la Spada Fiammeggiante che incrocia sul capo del Maestro Venerabile
Eletto con quelle dei Sorveglianti Insedianti - Musica di sottofondo)
139
VI PROCLAMO ●●● (Batte tre serie di tre colpi di Maglietto sulla Spada Fiammeggiante)
MVI: (Riprende posto sul trono) Fratello Maestro delle Cerimonie, accompagnate il
Maestro Venerabile Proclamato alla sinistra del Trono.
MVI: Vi rivesto del Collare e del Grembiule, insegne della Vostra Carica
(Si toglie il Collare da Maestro Venerabile e, tenendolo alto, lo volge verso il Maestro Venerabile
Investito)
(Lo cinge col nuovo grembiule da MV, che gli porge il Maestro delle Cerimonie dopo che
quest’ultimo gli ha tolto il precedente)
(Dopo il triplice abbraccio, il Maestro Venerabile Insediante invita il Maestro Venerabile Investito
a prendere posto sul Trono e si pone alla sua destra.
Con azioni distinte e successive gli affida la Bolla di Fondazione, il Libro della Costituzione ed il
Regolamento dell'Ordine, il Libro dei Verbali, il Libro Matricola e, se esiste, il Regolamento di
Loggia)
140
MVI: Vi affido ora la Bolla di Fondazione di questa R Loggia. Bolla che vorrete
trasmettere al Vostro successore come Voi ora la ricevete. Vi affido il Libro della
Costituzione e del Regolamento dell'Ordine ed il Libro dei Verbali. Vi affido il Libro
Matricola dei componenti di questa R Loggia.
Fratelli tutti unitevi a me per la triplice batteria di giubilo (●●● ●●● ●●●)
MV: (Sul Trono) Copro la triplice batteria (●●● ●●● ●●●) Fratelli tutti sedete.
Cessa la Musica - Pausa di 10" prima di riprendere il Rito con l'insediamento dell'Ex Maestro
Venerabile -
Riprende la musica
Rispettabilissimo Ex Maestro Venerabile, in virtù dei poteri a me conferiti: Vi decoro del Collare di
Ex Maestro Venerabile di questa R Loggia. Ringraziandovi, vi richiedo tutta la vostra
collaborazione e tutta la vostra assistenza nella conduzione dei nostri architettonici lavori.
Fratelli sedete.
(Cessa la musica - Pausa di 10" prima di riprendere il Rito con l'insediamento degli altri
Dignitari)
(Riprende la musica)
MV: ● Fratelli tutti sedete. È mio compito procedere ora all’insediamento del Primo e
Secondo Sorvegliante e degli altri Dignitari e Ufficiali di Loggia, per l’anno massonico
corrente, di questa RL ……………… all’Or di …………………..
(Riprende la musica)
141
MV: Fratelli 1° Sorvegliante e 2° Sorvegliante, assistetemi nell'insediamento dei Fratelli
nuovi Dignitari di Loggia.
(Il Maestro delle Cerimonie si pone alla destra dell'Ara e batte la Riga per terra)
MCI: Fratelli Dignitari Eletti e Nominato, per ordine del Maestro Venerabile, vi prego di
seguirmi all'Ara.
(I Dignitari danno il segno che viene ricambiato dal MV una volta per tutti)
MV: Fratelli Dignitari, siete stati regolarmente eletti da questa R Loggia e voi, Fr
Segretario, siete stato da me nominato come tale; edotti delle responsabilità che la vostra
Carica comporta, ritenete di assumerla?
MV: Fratelli Dignitari, protendete la mano sinistra verso l'Ara, sopra le Tre Grandi Luci e,
con la destra sul cuore, prestate la Promessa Solenne, che il Fr. Oratore (insediante)
leggerà per vostro conto:
"di tutelare e difendere gli interessi morali e materiali e la dignità della Loggia "di adempiere a tutti
gli obblighi impostici dalla carica, nell’intento di cooperare con perseveranza alla
142
diffusione dei Principi Massonici ed al decoro dell’Istituzione "di osservare in ogni
evenienza le Costituzioni e le deliberazioni degli Organi del Grande Oriente d’Italia. "
MV: Direte uno alla volta il vostro nome e cognome, la carica che ricoprirete e pronunciate:
Lo prometto solennemente.
MV: Fratello Maestro delle Cerimonie, accompagnate i Dignitari al posto che loro
compete.
Il Maestro delle Cerimonie esegue dopo avere battuto un colpo d’asta sul pavimento.
Gli Insedianti restano accanto agli Insediati ai quali cedono i Collari che NON vengono indossati
MV: Fratelli Dignitari, indossate il Collare, ma prima guardate bene il Gioiello che lo
adorna, simbolo della vostra Funzione. Siatene degni!
Vi affido la spada che vi consentirà di comporre, con la spada fiammeggiante e con quella del 2°
Sorvegliante il Triangolo sacro all'atto dell'Iniziazione.
143
(Il 1° 1° Sorvegliante Insediante gli consegna la spada)
MV: Fratello Segretario, vi affido il Libro dei Verbali. Voi siete la memoria storica di
questa R Loggia.
MV: Fratello Tesoriere, vostro dovere è conservare ed accrescere il Tesoro di Loggia, che
rappresenta il Tesoro di saggezza accumulato da questa Officina. Siate ligio a questo
dovere.
Fratello Maestro delle Cerimonie, accompagnate i FFrr Insedianti al posto che loro compete.
MV: Fratelli, vi ringrazio a nome mio e della Loggia. Fratelli tutti sedete.
(Cessa la musica - Pausa di 10" secondi prima di passare all'insediamento degli Ufficiali di
Loggia.
144
Poi riprende la musica)
MV: ● Fratelli vi comunico che nomino i Fratelli ……………. Maestro delle Cerimonie,
Copritore Interno, 1° Diacono, 2° Diacono, 1° e 2° Esperto, Ospitaliere, Portastendardo,
Architetto Revisore, Elemosiniere (ed ev. altri dignitari e aggiunti)
MV: ● Fratelli, in piedi ed all'Ordine. Fratelli Ufficiali, stendete la mano sinistra verso le
Tre Grandi Luci poste sull'Ara, mentre il Maestro delle Cerimonie ve la pone in vostra
vece, e, con la mano destra sul cuore, presterete la Promessa Solenne, che l’Oratore
leggerà in vostra vece, pronunciando il vostro nome e cognome e la Carica alla quale
siete stati destinati, dicendo: LO PROMETTO SOLENNEMENTE:
PROMETTIAMO SOLENNEMENTE
Di adempiere a tutti gli obblighi impostici dalla carica che rivestiamo, nell’intento di cooperare con
Perseveranza alla Diffusione dei Principi Massonici ed al Decoro dell’Istituzione.
Di osservare in ogni evenienza le Costituzioni e le Deliberazioni degli Organi del Grande Oriente
d’Italia
145
MV: Dite: "Lo Prometto Solennemente!
Gli Ufficiali nominati dicono il loro nome e cognome e la carica che sono chiamati a ricoprire, e
poi pronunciano singolarmente: Lo Prometto Solennemente! E poi si rimettono all'Ordine)
MV: Fratello Maestro delle Cerimonie, accompagnate i FFrr Ufficiali ai posti che loro
competono, e consegnate loro i Collari delle rispettive cariche.
(Il Maestro delle Cerimonie cura che i Collari, precedentemente preparati, accanto agli Ufficiali,
siano presi in mano senza che siano indossati.
MdCer : Maestro Venerabile, tutti gli Ufficiali sono al posto che loro compete, ed in
possesso dei rispettivi Collari; il Copritore Interno ha ricevuto anche la spada.
MV: Fratelli Ufficiali, osservate il gioiello che orna il vostro Collare: esso simboleggia la
vostra funzione.
Il maestro delle cerimonie insediante cede il collare e la riga al Maestro delle Cerimonie
subentrante.
146
MV: ● Fratelli in piedi. (Riprende la musica) Fratelli vi invito ad unirvi a me in Catena
d'Unione per solennizzare l'avvenuto insediamento nelle Cariche di questa R Loggia per il
corrente anno massonico.
PREMESSA
L'insediamento del Maestro Venerabile rieletto, essendo il conferimento del Potere Iniziatico già
INDELEBILMENTE avvenuto, si svolge in forma ridotta. Il Rito, nella sua FORMA INTEGRALE, è
riservato all'insediamento del Maestro Venerabile eletto per la prima volta nella sua vita e
pertanto non verrà MAI ripetuto in questa forma, anche in caso di rielezione, sia pure a distanza di
anni.
Il Rito di Insediamento viene condotto, dal Maestro Venerabile (rieletto), oppure, nell'ordine,
dall'ex Maestro Venerabile uscente o da qualsiasi Fratello che abbia rivestito la carica di Maestro
Venerabile in una qualsiasi Loggia della Comunione.
(Il Rito ha inizio dopo l'Apertura dei Lavori in Grado di Apprendista, diretta dai Dignitari
Insedianti - il segno .........● indica un colpo di maglietto)
MVI ●●● Fratelli, da tempo immemorabile i Liberi Muratori rinnovano ogni anno, nel
periodo stabilito, i Dignitari e gli Ufficiali di Loggia.
147
1° SI: ●
2° SI: ●
MVI Maestro delle Cerimonie, avete predisposto il Tempio per lo svolgimento del Rito di
Insediamento?
Il M.V. accompagnato dal M.d.C. si reca all’Ara, pone la mano sinistra sulle Tre Grandi Luci poste
sull'Ara e la destra sul cuore per rinnovare la Promessa Solenne.
(Il M.d.C. porge al M.V. la Promessa solenne che questi legge ad alta voce)
PROMETTO SOLENNEMENTE
Di adempiere a tutti gli obblighi impostici dalla carica che rivestiamo, nell’intento di cooperare con
Perseveranza alla Diffusione dei Principi Massonici ed al Decoro dell’Istituzione.
Di osservare in ogni evenienza le Costituzioni e le Deliberazioni degli Organi del Grande Oriente
d’Italia
LO PROMETTO SOLENNEMENTE
(Cessa la musica - Pausa di 10" prima di riprendere il Rito con l'insediamento degli altri Dignitari
-
148
MV ● Fratelli tutti sedete. È mio compito procedere ora all’insediamento del Primo e Secondo
Sorvegliante e degli altri Dignitari e Ufficiali di Loggia, per l’anno massonico corrente, di
questa RL ….............. n° …..... all’Or di …...................
149
Rituale per la Consacrazione di un Nuovo
Tempio Massonico
Olio grano e vino erano il salario degli operai che lavoravano alla costruzione del Tempio di
Salomone.
Nell'antica Massoneria operativa, i Maestri che ricevevano le paghe più alte, erano pagati in grano,
vino ed olio; nella Massoneria speculativa la retribuzione consiste in atti di fraterna gentilezza,
buone azioni e di servizio e dono del proprio tempo per gli altri.
Numerosi sono i riferimenti biblici, già nel salmo 104, di Davide, in cui si enumerano fra le
benedizioni più grandi, cosi se ne parla: " ...il vino che rallegra i cuori degli uomini, l’olio che ne fa
splendente il viso, il pane che li fortifica"
Per secoli grano, vino ed olio hanno rappresentato la ricchezza e la misura del commercio. Otri di
vino, giare di olio e staia di grano venivano scambiati in tutto il Mediterraneo, ed erano denaro
"liquido", "grana", e narravano del benessere dei popoli.
Oggi in Massoneria grano, vino ed olio vengono utilizzati simbolicamente per la dedicazione, la
costituzione e la consacrazione di un nuovo Tempio massonico, o di una nuova Loggia, oltre che
per il collocamento della pietra angolare di un nuovo edificio, allorché il frutto della terra, il succo
dell'uva e l'essenza dell'olivo sono mescolati insieme, quasi a voler significare il rinnovarsi
dell'unione fraterna.
Per tutti noi Massoni, grano vino ed olio sono simboli del sacrificio, del lavoro e della gioia.
L'adozione di questi elementi è supportata dalle più antiche testimonianze massoniche. Già ne
accennava Prescott, ma è nel 1756 che nell' "Antient's book of Constitutions, Ahiman Rezon", ci si
riferisce a "certe altre cerimonie ed espressioni che non si possono scrivere, hanno luogo nel
contesto della costituzione di una Loggia". (Laurence Dermott, Ahiman Rezon London 1756).
150
Nel 1882 William Preston pubblica II suo "Illustrations of Masonry", dove è pubblicata una breve
descrizione della cerimonia di consacrazione con olio, grano e vino.
Preston lamentava che già al suo tempo parti importanti del rituale venissero omesse.
Un'altra versione del Rituale di consacrazione si trova nell' "adattamento americano" che Thomas
Smith Webb fece del lavoro di Preston. Webb si basò non solo sul lavoro di Preston, ma anche su
certe conferenze, non pubblicate di John Hames, già membro della Loggia Prestoniana inglese,
trasferitosi negli Stati Uniti.
II lavoro di Preston e Webb ha costituito e costituisce tuttora lo standard dei lavori della Massoneria
anglosassone da oltre due secoli: non esiste una forma perfetta di tale cerimonia, ma in tutte le sue
varianti il rituale si presenta solenne, bello e toccante.
A questi precedenti, oltre che a un testo rituale presente fra le carte che il Fr. Luigi Sessa, ci aveva a
suo tempo indirizzate, contenenti un rituale aggiornato in conformità delle riforme della Gran
Loggia del 5-6-7 aprile 2002, a cura dello stesso Fr. Luigi Sessa, (aggiornamento del 2011) ci siamo
rifatti per “ricostruire” e ri-comporre un rituale solenne, bello e toccante, in armonia con la
Tradizione Libero Muratoria, anche laddove questa sia andata desueta.
(gmm)
Il MdC ha predisposto su di un tavolino le tre Luci (libro Sacro, Squadra e Compasso) che tre
Maestri scelti fra i più giovani, porteranno all’Oriente.
Accanto al M.Ven. ed ai due Sorv. saranno predisposti tre vasi (preferibilmente d’argento),
contenenti dell’olio, del grano, e del vino.
151
Apertura dei Lavori:
(Precede nel Tempio l’entrata degli Apprendisti, che sistemerà alla Colonna di Settentrione.
Ritorna poi nell’area dei passi perduti, ripetendo la stessa sequenza per l’ingresso dei Fratelli,
Compagni e Maestri;
Sono introdotti uno alla volta con l’annuncio del nome e della carica ricoperta.
Solo per l’ingresso del Gran Maestro dell’Ordine, o in sua assenza per il Pres. Del Coll. MMVV
della Sic., il Maestro Venerabile ed i due Sorveglianti batteranno in sequenza, intervallandosi con
solennità, un colpo di Maglietto ciascuno.
A questo punto restano esclusi dal Tempio soltanto due Maestri, uno porta la bandiera italiana e
un altro porta lo stendardo di Loggia, con tre Maestri precedentemente designati per
l’introduzione delle tre Luci: ognuno di questi ultimi sosterrà un cuscino su cui è adagiata una
Luce, ovvero il Libro Sacro, la Squadra ed il Compasso).
M.V.: Fratelli, prepariamoci alla consacrazione di questo Tempio alla Gloria del Grande Architetto
dell’Universo ed alla glorificazione del Lavoro dell’Uomo.
152
Il M. Ven. e i due Sorveglianti lasciano i loro posti e si dispongono a triangolo attorno all’Ara,
sulla quale è posta la pietra grezza, portando in mano tre vasi (d’argento) contenenti
rispettivamente dell’olio (per il M.V.), del grano (1° Sorv.) e del vino (2° Sorv.)
M. Ven. Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, in nome della Massoneria Universale,
sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia, per i poteri a me conferiti dall’ininterrotta
secolare tradizione libero-muratoria, (solleva il vaso contenente l’olio, e ne versa un po’
sulla pietra grezza) consacro con l’olio, frutto dell’albero dell’ulivo e del nostro lavoro,
simbolo della saggezza, questo Luogo affinché serva da Tempio per i massonici lavori
della R.L. dell’Oriente di Siracusa.
1° Sorv.: (versando a sua volta il grano) che il grano, frutto della terra e del nostro lavoro, simbolo
della forza che dà il nutrimento, rinvigorisca ed irrobustisca i fratelli tutti.
2° Sorv.: (versando a sua volta il vino) che il vino, frutto della vite e del nostro lavoro ristori e
faccia gioire tutti i fratelli quando stiano insieme, in amore ed armonia.
Ex M.V.: (rimanendo al suo posto) Affinché tutti i Fratelli entrando nel Sacro Recinto si sentano a
loro proprio agio, e possano crescere in saggezza, forza ed in bellezza di amore ed
armonia, e lo rammentino quando si trovino in difficoltà in qualsiasi parte del globo
ovunque dispersi, affinché possano trovare pronto ristoro, per quanto possano essere
oppressi o afflitti.
1° Maestro: (Accede ora al Tempio il 1° Maestro con il Libro Sacro, procederà verso l’Oriente e,
giunto di fronte all’Ara, si rivolgerà al M.V.). Fratello M.V., Vi porgo il Volume delle
Legge Sacra.
M.V.: Vi ringrazio, Fratello mio, ma posso accettarlo solo in nome della Massoneria Universale e
per il bene di questa Loggia in particolare. Vi prego di deporlo chiuso sull’Ara.
153
2° Maestro: (Entra con la Squadra, e procederà esattamente come il 1° Maestro). Fratello M.V.,
Vi porgo la Squadra.
M.V.: Vi ringrazio, Fratello mio, ma posso accettarla solo in nome della Massoneria Universale e
per il bene di questa Loggia in particolare. Vi prego di deporla sul Volume delle Legge
Sacra.
(Il 2° Maestro esegue, depone la Squadra sull’Ara, si inchina e va a prendere posto tra le
Colonne).
3° Maestro: (Entra con il Compasso, e procederà come i due precedenti Maestri). Fratello M.V. ,
Vi porgo il Compasso.
M.V.: Vi ringrazio, Fratello mio, ma posso accettarlo solo in nome della Massoneria Universale e
per il bene di questa Loggia in particolare. Vi prego di deporlo chiuso, a fianco della
Squadra.
(Il 3° Maestro esegue, depone il Compasso chiuso a fianco della Squadra, si inchina e va a
prendere posto tra le Colonne).
M.V.: (● )
1° Sorv.: (● )
2° Sorv.: (● )
1° Sorv.: No, Maestro Venerabile, perché questo luogo non è stato dedicato.
Ex M.V.: Si, Maestro Venerabile. Bastano tre Fratelli illuminati per formare e tracciare il Triangolo
necessario a determinare il punto geografico noto ai soli figli della Vedova di questa
Rispettabile Loggia …..................., n° ….........., all’Oriente di ….............
M.V.: Così sia. Fratello (nomina il Fratello Decano fra i Maestri presenti che abbia ricoperto la
carica di Maestro Venerabile), sei sicuramente il decano dei Fratelli illuminati presenti.
154
Vuoi procedere al tracciamento del Triangolo necessario a determinare il centro del
Cerchio?
M. Dec.: Certo, Maestro Venerabile. (Si porta al centro del Tempio, di fronte all’Ara, con lo
sguardo rivolto al M.V., i piedi a squadra, e dice) ma dovrò farmi aiutare da altri due
Fratelli Illuminati, prego i Fratelli (nomina due Maestri ex M.V.) di aiutarmi a formare il
Triangolo.
I due Fratelli Illuminati chiamati lasciano il posto occupato per raggiungere il Decano al centro
del tempio. Si fermano con i piedi a squadra tra il decano e l’Ara, onde formare il 2° e 3° vertice di
un triangolo. I tre Illuminati sollevano insieme le mani al cielo, poi aprono le braccia
orizzontalmente formando un triangolo tenendosi per mano.
M.V.: ( ● ) Fratelli, in piedi ed in segno di rispetto. (Molto solennemente) Alla Gloria del Grande
Architetto dell’Universo, in nome della Massoneria Universale, sotto gli auspici del
Grande Oriente d’Italia, per i poteri a me conferiti, dichiaro questo punto ( ● ) il punto
geometrico noto ai soli figli della Vedova, di questo Oriente.
(I tre Fratelli che hanno formato le Tau lasciano il centro del Tempio per ritornare ai loro posti).
M.V.: ( ● ● ● ) Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, allertate le vostre Colonne affinché odano quanto sto
per proclamare, e partecipino ai nostri architettonici Lavori.
1° Sorv.: ( ● ● ● ) Fratelli della Colonna di Mezzogiorno, prestate attenzione a quanto il M.Ven. sta
per proclamare.
2° Sorv.: ( ● ● ● ) Fratelli della Colonna di Settentrione, prestate attenzione a quanto il M.Ven. sta
per proclamare.
M.V.: ( ● ● ● ) Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, in nome della Libera Muratoria
Universale, e sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia, per il bene di questa Loggia in
particolare, e per il bene di tutti i Massoni sparsi per il Mondo, in generale, dedico questo
spazio sacro a luogo deputato per gli Architettonici Rituali Lavori delle Risp.li Logge
dell’Oriente, esaltandolo a Tempio innalzato alla Gloria del Grande Architetto
dell’Universo e per il bene e progresso dell’Umanità.
(A questo punto si può procedere alla normale apertura rituale dei lavori in camera di
apprendista).
156
RITUALE PER L’INAUGURAZIONE DI UNA NUOVA LOGGIA
(riadattato da una pubblicazione ad uso interno del Fr. Luigi Sessa cit.)
A norma dell’Art. 29/R., del G.O.I., ottenuto il Nulla Osta del Gran Maestro, l’insediamento delle
cariche della nuova Loggia viene effettuato in Tornata rituale, in primo grado, presieduta dal
Presidente del Collegio Circoscrizionale o da un suo delegato che ricopra o abbia ricoperto la
carica di Maestro Venerabile.
Il Presidente del Collegio, in qualità di M. Ven. Insediante, prima dell’apertura dei Lavori, avrà
opportunamente disposto la copertura temporanea degli incarichi di Loggia con Dignitari ed
Ufficiali ff.,, quindi, dispone per l’ingresso dei Fratelli Visitatori e dei Dignitari dell’Ordine.
M. Ven. In. Car.mi FFr., Vi informo che in data ………….l’Ill.mo e Ven.mo Gran Maestro del
Grande Oriente d’Italia, con proprio Decreto n. ….., ha sanzionato la costituzione di
questa R. L. sotto il titolo distintivo ……….………………………n. ……… all’Or. di
………………., pertanto invito il Segretario ff. a dare lettura della Bolla di Fondazione e
del catalogo dei Membri Fondatori.
SEGR. (Dà lettura della Bolla di Fondazione e dei nomi dei FFrr. Fondatori).
M. Ven. In. ● (Batte un colpo di Maglietto). Fratelli, sedete. Car.mi FFr., Vi informo che, essendo
state le elezioni di questa RL ritenute valide e legittime, la Gran Segreteria del
157
Grande Oriente d'Italia, ci ha regolarmente inviato il prescritto NULLA OSTA dell'Ill.mo
e Ven.mo Gran Maestro per procedere all'insediamento delle Cariche.
M. Ven. I. Fratelli, assistetemi ad aprire i Lavori. Fr. 1° Sorv., qual è il primo dovere di un Sorv. in
Loggia?
1° Sorv. Il primo dovere è quello di assicurarsi che il Tempio sia debitamente coperto.
(Il Copr., spada in pugno, chiude la porta del Tempio e depone la chiave sul tavolo del 1° Sorv.).
1° Sorv. E’ quello di assicurarsi che tutti i presenti siano Fratelli Liberi Muratori.
(I Fratelli delle Colonne si alzano volgendo il capo all’Oriente e si pongono all’Ordine di mano in
mano che i Sorveglianti, percorrendo le proprie Colonne, dall’Occidente all’Oriente, si soffermano
davanti a loro. I Sorveglianti riprendono infine i loro posti, restando in piedi).
2° Sorv. Fr. 1° Sorv., tutti coloro che compongono la Colonna di Settentrione sono Liberi Muratori.
1° Sorv. M. Ven., dai segni che danno, riconosco tutti coloro che compongono le due Colonne
come Liberi Muratori.
(Il M. Ven. si alza e si mette all’Ordine; così fanno i Fratelli che siedono all’Oriente).
M. Ven. In. Per coloro che siedono all’Oriente, rispondo io. ● (Batte un colpo di Maglietto).
Fratelli tutti, sedete.
158
M. Ven. In. Fr. 1° Sorv., a quale scopo ci riuniamo?
1° Sorv. Per edificare Templi alla Virtù, scavare oscure e profonde prigioni al vizio e lavorare al
bene e al progresso dell’Umanità.
(Il M. Ven. I. si alza mettendosi all’Ordine; tutti gli altri lo imitano. Il M.d.C. prende la Riga, si
reca dal 1° Sorv. e lo accompagna all’Altare, dandogli la destra. Il 1° Sorv., giunto all’Altare, dà il
Segno, apre il Libro della Legge Sacra - Iª pagina del Vangelo di Giovanni, oppure II° Cron. VI - vi
sovrappone il Compasso e la Squadra, dà di nuovo il Segno, quindi si gira per tornare al proprio
posto, accompagnato dal M.d.C. che in questo caso gli dà la sinistra. Accompagnato il 1° Sorv., il
M.d.C. ritorna al proprio posto).
M. Ven. In. Fratelli 1° e 2° Sorv., giacché in grazia dell’ora e dell’età è ormai tempo di aprire i
nostri Architettonici Lavori, avvertite i Fratelli delle vostre Colonne che, nel corso dei
medesimi, non è più permesso ad alcuno di passare dall’una all’altra Colonna e di
intrattenersi in questioni di politica e di religione. Non è inoltre permesso ad alcuno di
coprire il Tempio senza che ciò gli venga consentito. Tutto, in questo Tempio, deve
essere serietà, senno, benefizio e giubilo.
1° Sorv. Fratelli della Colonna del Meridione, giacché in grazia dell’ora e dell’età è ormai tempo di
aprire i nostri Architettonici Lavori, vi avverto che, nel corso dei medesimi, non è più
permesso ad alcuno di passare dall’una all’altra Colonna e di intrattenersi in questioni di
politica e di religione. Non è inoltre permesso ad alcuno di coprire il Tempio senza che
ciò gli venga consentito. Tutto, in questo Tempio, deve essere serietà, senno, benefizio e
giubilo.
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, giacché in grazia dell’ora e dell’età è ormai tempo
di aprire i nostri Architettonici Lavori, vi avverto che, nel corso dei medesimi, non è più
permesso ad alcuno di passare dall’una all’altra Colonna e di intrattenersi in questioni di
politica e di religione. Non è inoltre permesso ad alcuno di passare dall’una all’altra
Colonna e di intrattenersi in questioni di politica e di religione. Non è inoltre permesso ad
alcuno di coprire il Tempio senza che ciò gli venga consentito. Tutto, in questo Tempio,
deve essere serietà, senno, benefizio e giubilo.
159
M. Ven. In. Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, in nome della Massoneria Universale,
sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani, per i poteri a me
conferiti, dichiaro per la prima volta aperti i Lavori in Grado di Apprendista di questa
Risp. Loggia ……………………………………….. n. … all’Oriente di …………..…
regolarmente costituita, essendo stati espletati tutti gli adempi-menti richiesti dalla nostra
Costituzione e dal Regolamento dell’Ordine e con l’accensione di questo Testimone
(accende il Testimone) trasmetto a questa R.L. la scintilla del Fuoco il cui ardore deve
improntare sempre i Lavori di una Loggia massonica.
Che la fraternità, la pace, la carità e l’unione regnino sempre in seno a questa Loggia e che i Fratelli,
che in essa operano di volta in volta, dimorino felici per il Lavoro comune che
compiranno per il bene dell’Umanità e alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo.
il 2° Sorv. batte tre colpi ●●● ancor più attenuati, e abbassa la sua Colonnina.
Il M. Ven. In., il 1° e il 2° Sorv. scendono dai loro scanni e si avvicinano ai candelabri posti al
centro del Tempio - i Candelabri sono disposti a triangolo in corrispondenza del M. Ven. I., del 1°
e del 2° Sorv., al centro del Tempio, sui lati del Pavimento a scacchi - il M.d.C. porge la fiamma al
M. Ven. I. che accende la prima torcia dicendo:)
(Il M. Ven. passa la fiamma al 1° Sorv., che accende la seconda torcia dicendo:)
(Il 1° Sorv. passa la fiamma al 2° Sorv., che accende la terza torcia dicendo:)
Orat. Per il bene dell’Umanità e Alla Gloria del Grande Architetto Dell’Universo.
(A questo punto il M.d.C. provvede alla completa accensione delle luci del Tempio, che in
precedenza era in penombra. Il M. Ven. I. e i Sorveglianti riprendono i loro posti).
160
M. Ven. In. A me Fratelli per il Segno e per la Batteria (***)
Fratelli sedete.
M.Ven. In. Carissimi Fratelli, poiché non vi è alcuna Tavola Architettonica da leggere, invito
senz’altro il M.d.C. a deporre il Quadro di Loggia.
M.d.C. esegue.
(L'insediamento del M.Ven. e dei Dignitari eletti, a norma dell'Art. 32 del Regolamento
dell’Ordine, ha luogo con apposita cerimonia [in primo grado], dopo l'ottenimento del N.O. del
Gran Maestro (l'insediamento viene effettuato dal Presidente del Collegio Circoscrizionale o da un
suo delegato).
M. Ven. In - Carissimi Fratelli, per i poteri a me conferiti procederò adesso all’insediamento del
Maestro Venerabile Eletto di questa R.L. ● (colpo di Maglietto) FFr, in piedi e
all'Ordine.
Fr. M.d.C., vogliate scortare nella Sala dei Passi Perduti l'Ill.mo e Car.mo Fr. ..................................,
M.Ven. Eletto di questa RL, affinché l'Officina si disponga a riceverlo ritualmente
per l'insediamento nella sua Carica. (Il M.d.C. esegue).
(Il M.d.C., eseguito l'incarico, rientra nel Tempio e resta tra le Colonne in attesa di ordini.)
161
M. Ven. In Fr. M.d.C., accompagnato da tre FFr. Maestri, [armati di spada] recatevi nella Sala dei
Passi Perduti per ricevere l'Ill.mo e Car.mo Fr. ......................................, M.Ven. Eletto di
questa R.L. e scortatelo all'Ara.
Il M.d.C. esegue, recatosi nella Sala dei Passi Perduti, saluta il M.Ven. Eletto e, dopo aver
organizzato la scorta dei tre FFr. Maestri, lo invita a seguirlo nel Tempio.
Il M.d.C. bussa ritualmente in grado di Apprendista e si annuncia nelle forme di rito al Fr.
Copritore Interno, il quale, a sua volta, informa il Fr. 1° Sorv.)
1°Sorv. M.Ven., è annunciato alla soglia del Tempio, debitamente scortato da tre FFr. Maestri
[armati di spada], l'Ill.mo e Car.mo Fr. ............................., M. Ven. Eletto di questa R.L.
M. Ven. In - Fr. 1° Sorv., disponete affinché l'Ill.mo e Car.mo Fr. ................................. entri,
secondo il rito.
(Musica di sottofondo)
Il M.d.C. scorta il M.Ven. Eletto fino all'Ara, quindi, dopo di aver fatto rientrare nelle Colonne la
scorta, si arresta e, disponendosi all'Ordine, resta alla sinistra dell'Ospite che, a sua volta, sta
all'Ordine.
Nel felicitarci con voi, dobbiamo chiedervi, tuttavia, se accettate la Carica, gli oneri e i privilegi che
l'accompagnano.
M.Ven. El. : Si, accetto la Carica, gli oneri e i privilegi che l'accompagnano.
M. Ven. I : Ill.mo e Car.mo Fr. ................................., vogliate pronunciare a viva voce la Promessa
Solenne. e poi , dichiarando il vostro nome e la Carica cui siete stato eletto, vogliate dire :
"Lo prometto solennemente".
162
(Il M.Ven. Eletto, stando all'Ordine, mano sinistra sul L.d.L.S., pronuncia la Promessa Solenne)
M. Ven. I ● (colpo di Maglietto) FFr. sedete. Ill.mo e Car.mo Fr., vogliate sottoscrivere, presso il
Segretario, la copia della Promessa Solenne testé prestata.
Avvenuta la sottoscrizione della Promessa Solenne, il M.d.C. scorta l'insediando M.Ven. all'Ara
Giunto davanti al Trono, l'insediando M.Ven. Eletto saluta il M.Ven. Insediante, questi gli stringe
la mano e lo abbraccia ritualmente, dopo di che, impugnando con la destra il Maglietto e con la
sinistra la spada Fiammeggiante, si scosta, tanto da fare spazio all'insediando M.Ven. Eletto per
farlo accedere al Trono. Scambiate, così, le posizioni, il M.Ven. Insediante così prosegue):
Vi cingo del Grembiule che distingue il vostro rango. (Porgendogli il Collare) Vi rivesto del
Collare che sostiene la Squadra, il gioiello vostra insegna, emblema della vostra Carica e
simbolo della rettitudine e del dovere.
Vi affido la Spada Fiammeggiante, simbolo della forza spirituale e strumento per la trasmissione
dell’Iniziazione liberomuratoria.
Vi cedo, infine, il Maglietto, simbolo del potere che, vi auguro, possiate esercitare col consenso,
con l'affetto e con la stima dei vostri FFr., per il Bene dell'Ordine e di questa Loggia in
particolare.
163
Venerabile della R.L. ......................... n........ all'Or. di ............................. e v’investo di tutte le
prerogative inerenti alla Carica.
Il M.Ven. Insediante abbraccia ritualmente il M.Ven. Insediato e lo saluta e, su invito del neo
M.Ven., prende posto all'Oriente alla sua destra, ma, nel caso siano presenti FFr. Ospiti
d’eventuale più alto rango massonico, lasciando loro la destra, siede alla sua sinistra.
(Cessa la musica)
(Il M.Ven. può ordinare una breve sospensione per ricreazione, oppure procede con l’insediamento
dei Dignitari, per cui si può utilizzare il normale rituale previsto per l’insediamento annuale delle
cariche di Loggia).
Rituali solstiziali
PREMESSA
Tratto da: “Il libro del vero massone” di Ulisse Bacci - Roma 1911
Caratteristica universale delle antiche Confraternite dei Costruttori è il patronato, che esse, in ogni
luogo ed in ogni tempo, assunsero di uno dei due San Giovanni, o del Battista, precursore del
Cristo, battezzatore, nel Giordano, degli uomini, i quali, purificandosi, anelavano a ricevere i doni e
164
le grazie del Figlio di Dio; o dell’Evangelista, che scrisse anche l’Apocalisse, il libro misterioso e
pressoché indecifrabile nel quale eretici, riformatori e filosofi videro, o cedettero di vedere,
preannunciate e rappresentate, sotto strane, poetiche allegorie, le dottrine dei loro sistemi. E i
Rosacroce, che svecchiarono audacemente quelle Confraternite dei Costruttori, lasciarono alla
Massoneria speculativa, da essi immaginata e costituita sulle teorie delle remote istituzioni
iniziatorie, il patronato dei due Sangiovanni, che ancora si invocano, aprendosi i lavori massonici,
in quasi tutte le Loggie del mondo.
Noi abbiamo più volte visto errare un sorriso di ironia e quasi di compassione sulle labbra di molti
neofiti, i quali, non ancora abituati a riflettere ed a cercare la ragione recondita delle cose e delle
forme, che permangono, malgrado i tempi e le innovazioni, non sapevano concepire come mai in un
istituto, che fa guerra ad ogni credenza volgare, potesse durare il costume, difeso pertinacemente
dai più esperti Massoni, di raccogliersi, come una confraternita di barbieri o di falegnami, sotto il
patrocinio dei santi.
Non sarà male che quei neofiti sappiamo perché i Rosacroce, che pur erano spiriti lati e liberi e
nemici di ogni credenza irragionevole e superstiziosa, lasciassero all’Ordine, e l’Ordine mantenga
ancora, i due Protettori.
Altrove abbiamo accennato fugacemente che i due patroni delle Loggie massoniche si festeggiano,
l’uno al solstizio d’inverno, l’altro a quello d’estate, rilevando perciò come essi, per la Massoneria ,
dovessero essere emblemi di quel culto solare, che formò il fondamento di tutte le vecchie teogonie,
e che, con nomi mutati, fortissimi pensatori ritengono nascondersi ancora nei sistemi delle religioni
moderne.
Si può forse ammettere che solamente per caso i patroni delle Confraternite Costruttrici fossero i
due santi, che il calendario religioso festeggia ai solstizi?
Che solamente per caso, o così come senza pensarci, i Rosa-Croce li conservassero?
Johannes è forse corruzione e derivazione del vecchio Janus, bifronte, che ha in mano le chiavi, con
le quali apre o chiude le porte dei cieli “ianua coeli” del vecchio Giano che ritorna, sotto il nome di
Pietro, al quale ed ai suoi successori, i sommi pontefici, i cristiani hanno attribuito le chiavi per
aprire o chiudere il tempio della grazia divina e della beatitudine eterna; ed i pensatori ritengono
perciò i due Sangiovanni simboli dei solstizi, che sono veramente le porte dei cieli: inoltre anche
ritengono che la doppia fronte del nume, il quale volge gli occhi tanto al passato che al futuro e dai
cui quei santi derivarono il nome, sia l’emblema del pensiero massonico che deve
contemporaneamente guardare indietro e avanti, perché è indispensabile tener conto degli
insegnamenti del passato e dell’esperienza, per preparare all’umanità le vie del progresso
nell’avvenire.
E bene a ragione, se i due Sangiovanni sono simboli dei solstizi e quindi emblemi del culto solare,
la Massoneria li ha conservati come patroni, essa che si fonda sulle dottrine delle antiche istituzioni
iniziatorie ed ha, come tutte quelle avevano, per suo obietto fondamentale lo studio ed il culto della
natura.
Nelle vecchie teogonie, talvolta sotto leggende involute ed oscure, tal’altra sotto emblemi semplici
e trasparentissimi, tutta la credenza si riassume nei menomi naturali e più segnatamente nei corsi
apparenti del sole.
Platone diveva che i Greci, fin dalla più remota antichità, adoravano il sole, la luna e gli astri; né si
accorgeva che anche ai suoi tempi conservavano i medesimi Iddii sotto i nomi di Ercole, Bacco,
Apollo, Diana, Escupalio: i Romani deridevano le divinità adorate sulle sponde del Nilo e
proscrivevano, o poco veneravano, Anubi, Iside, Se rapide; e nondimeno li adoravano anch’essi
sotto i nomi e le forme di Mercurio, Diana, Cerere e Pluto.
Nel Cristianesimo si svolge questa leggenda: un dio nasce da una vergine al solstizio d’inverno,
muore e resuscita all’equinozio di primavera, dopo esser disceso alle regioni infernali: ha un
corteggio di dodici apostoli, che ricordano i 12 mesi dell’anno, o i 12 segno dello zodiaco, condotti
da un capo che ha tutti gli attributi del vecchio Giano.
166
Questo Dio si incarna in una vergine al solstizio di inverno, quando il sole comincia a rinascere;
grandeggia nel sacrificio e vince le tenebre dell’inferno, all’equinozio di primavera, quando il sole
si solleva nei cieli, e la nascita ed il sacrificio e la resurrezione ed il trionfo avvengono per redimere
l’umanità dal malo spirito, che, sotto le forme del serpente, il quale nelle antiche credenze egiziane
assumeva il nome di Tifone, aveva indotto una donna a disobbedire al comando di Dio,
introducendo così nel mondo il disordine e il peccato. La donna era stata creata con l’uomo al sesto
giorno, cioè, sciogliendo l’allegoria della Genesi, alla fine del tempo nel quale la natura si era tutta
ordinata, e dal suo fecondo seno erano usciti i più preziosi prodotti ed appariva come un
meraviglioso giardino, che gli Ebrei chiamarono Eden, forse corrompendo il nome Eiren, col quale
questo luogo di delizie, ricolmo di bellezze e di beni, era designato dai Magi. Così, decorsi i primi
sei giorni della creazione, giunti al principio degli altri sei, apparisce l’albero del bene e del male,
cioè s’inizia l’azione del principio malefico, la natura comincia a disordinarsi, finché, più tardi, il
serpente, simbolo di Tifone, induce l’uomo al peccato, ed il principio del male trionfa; cioè
l’inverno ed il freddo, e la desolazione ed il pianto invadono la natura; il sole è breve e languido sul
nostro emisfero, finché non torni a rinascere, nel solstizio d’inverno, non torni a rinascere dalle
regioni infernali ed a trionfare con l’Ariete con l’Agnello all’equinozio di primavera. In quel tempo
si celebra anche oggi la Pasqua, che significa “passaggio”, cioè il punto in cui il sole passa ai segni
superiori dello zodiaco e torna ad illuminare e fecondare il creato: “Ecce Agnus Dei qui tollit
peccata mundi”
A confortare queste nostre osservazioni riproduciamo ils seguente brano di un discorso pronunciato
il 27 dicembre 1884 a Parigi dal Fratello Leblanc del Supremo Consiglio dei 33
“Da tempo immemorabile i Fratelli Massoni si intitolavano: Massoni di S. Giovanni, Massoni liberi
di S. Giovanni, Fratelli di S. Giovanni; e la loro corporazione era spesso designata col nome di
Confraternita di S. Giovanni”
Il patronato di S. Giovanni si è trasmesso fino a noi. Per chi vuole andare al fondo delle cose, esso
costituisce un’intera rivelazione sulla natura delle idee religiose professate nelle Loggie.
167
Adottando questo vocabolo, i nostri padri, o almeno i più intelligenti fra loro, quelli che dirigevano,
non avevano ubbidito semplicemente ad un’idea pia conforma all’opinione del tempo; essi
continuavano, sotto il nome di S. Giovanni, l’antico culto filosofico di Giano, dio della pace,
protettore, nell’antichità pagana, dei collegi degli architetti e degli operai, le cui feste
celebravansi nei solstizi, come quelle di Giovanni Battista e di Giovanni l’Apostolo, onorati dalla
Chiesa il 24 giugno e il 27 dicembre.
Sembra provabilissimo che se i Massoni avessero voluto prendere un santo nella Chiesa cattolica
per loro patrono, essi avrebbero almeno designato con esattezza quello che sceglievano. Al
contrario essi rimangono nel vago: si dicono Fratelli di S. Giovanni: ma di qual S. Giovanni? Del
Precursore o dell’Apostolo Evangelista? Essi non se ne curano e solennizzano indistintamente la
memoria di questi due personaggi: il San Giovanni d’inverno e il San Giovanni d’estate.
In realtà essi celebrano i solstizi, perché il fondo del loro culto, come quello degli iniziati in ogni
tempo, consiste nella venerazione della gran madre natura, e le loro feste sono quelle del loro
benefico sole, nei suoi due apogei. Il loro dogma è la ragione simboleggiata nello studio della
geometria, rappresentata dalla squadra, dalla riga e dal compasso.
La loro morale è la più dolce di tutte, la morale di pace, rincarnata nel vecchio Giano a due facce,
che la Chiesa Romana, in quel periodo indeciso, sì bene denominato periodo di paganizzazione del
cristianesimo, ha continuato a deificare ad ogni solstizio sotto il nome dei sue San Giovanni.
Per conto nostro aggiungiamo: che tutti i popoli, verso il 25 dicembre, cioè al solstizio d’inverno,
celebrano feste in onore di un dio adorato generalmente come un nume solare. Nell’India il solstizio
d’inverno era un giorno di grande allegrezza, e si chiamava il mattino degli dei.
168
Rituali
Equinoziali
169
PER IL SOLSTIZIO D'ESTATE
1. Disposizioni Generali.
Un candeliere singolo va posto sui troni del MV e dei Fr Sorveglianti;
Pietra grezza, maglietto e scalpello a NO del pavimento a scacchi, ai piedi della Colonna
della "Forza";
2. Disposizioni Particolari.
170
Il Tempio è totalmente illuminato;
Le Tre Grandi Luci sono aperte per i Lavori in grado di Apprendista (Libro Sacro aperto al
prologo del Vangelo di S. Giovanni con sovrapposti Compasso e Squadra);
Prima dell'apertura dei Lavori, i Dignitari ed Ufficiali di Loggia sono al loro posto nel Tempio.
Quando il MV lo dispone, il Maestro delle Cerimonie prega i Fratelli di indossare le insegne e
di radunarsi alla porta del Tempio in silenzio.
MV :
1° Sorv :
2° Sorv :
MV : Fr Copritore assicuratevi che i Fratelli siano alla porta del Tempio e che indossino le
insegne.
Copr : Venerabile Maestro, tutti i Fratelli sono alla porta del Tempio ed indossano le insegne.
171
MV : Poiché è così, aprite loro la porta e che entrino nella debita forma.
Il Fr Copritore, accompagnato dal Maestro delle Cerimonie, torna alla porta del Tempio.
Copr : Fratelli miei, il Venerabile vi prega di entrare nel tempio, all'Ordine e con i passi
d'Apprendista.
I Maestri entrano come i precedenti. I Venerabili ospiti entrano per ultimi, annunciati dal
MdC ed accompagnati all’Oriente. Gli Alti Gradi entrano subito dopo, ma a maglietti battenti
e preceduti dal MdC con il candelabro a tre braccia. Quando ciascuno ha preso posto, la
musica sfuma.
Fratelli miei, domani gli operai del Tempio s’avvieranno al riposo che si sono cento volte meritato.
Ci siamo riuniti in questo luogo, prima che i nostri Lavori siano sospesi, per celebrare la
Festa di S. Giovanni dei Liberi Muratori.
Si, Fratelli miei, domani partiremo verso quei luoghi dove sembrano attenuarsi i problemi della vita
moderna, luoghi dove ci si augura di ritrovare la natura nella sua selvaggia maestà, sotto
la carezza del Fuoco solare, immersi nel soffio dell’Aria vivificante, accanto alla
freschezza di un’Acqua pura, in una Terra dove il corpo attingerà nuove forze, dove il
cuore si meraviglierà di fronte a nuove bellezze, dove lo spirito lenirà la sua sete alle
sorgenti dell’eterna saggezza.
172
Fr 1° e 2° Sorvegliante, quando i Liberi Muratori celebrano la Festa di S. Giovanni?
I Liberi Muratori celebrano il Solstizio d’Inverno ed il Solstizio d’Estate. Nel ciclo delle stagioni i
nostri antenati trovarono il senso profondo della Vita e l’hanno espresso con il simbolo di
Giano, il dio con due facce.
2° Sorv : Al momento in cui il sole scompare al di sotto dell’orizzonte, che il suo fulgore
svanisce ed il vago lucore non riesce più ad illuminare la terra, unica, la Luce dello
Spirito brilla ancora nelle Tenebre.
Or : Questa luce dello Spirito è l’amore e la speranza. Essa incita l’uomo all’azione e si estende
così su tutte le cose, su tutti gli esseri. Essa è generatrice di vita. S. Giovanni d’Inverno è
la festa di Giovanni l’Evangelista, colui che apporta la luce della vita nova.
1° Sorv : Nel momento in cui il Sole raggiunge il suo punto culminante e riscalda la terra con
tutto il suo calore vivificante, la Luce spirituale trova la perfezione della sua forma
concreta, portando in essa tutte le potenzialità di una ricca messe.
MV : E’ Giovanni Battista che testimonia la Luce in Atto. Così i Liberi Muratori sono discepoli
di S. Giovanni perché sono figli della Luce e ne sono i testimoni nel mondo. Fr 2°
Sorvegliante, in che maniera i Fr Apprendisti testimoniano questa luce?
2° Sorv : Maestro Venerabile, sotto la mia guida hanno sgrossato la Pietra Grezza per formarla in
Pietra Cubica. La Luce dei loro cuori ha illuminato i loro spiriti. Hanno tentato di disfarsi
dei loro pregiudizi e delle contingenze profane. Per la Verità che hanno scoperto in loro,
essi sono partecipi indirettamente della grande opera che è la costruzione del Tempio
dell’Umanità.
MV : Fr 1° Sorvegliante, in che maniera i Fr Compagni testimoniano di questa luce?
173
1° Sorv : Maestro Venerabile, sotto la mia guida hanno preso coscienza dei progetti architettonici
dei Maestri. Hanno dovuto armonizzare la Verità che avevano scoperto in loro con quella
dei loro Fratelli, fugando così le Tenebre e portandovi l’Amore. L’Amore è l’integrazione
armoniosa dell’Uomo nell’Universo. Avviandosi verso questa integrazione i Fr
Compagni partecipano alla grande opera che è la costruzione del Tempio di Salomone.
MV : Fr Oratore, in che maniera i Fr Maestri testimoniano di questa luce?
Or : Sotto la guida del Maestro Venerabile, primo fra i suoi pari, hanno tracciato il progetto del
Tempio che erigono alla Gloria del GADU. Tramite il loro lavoro interiore
partecipano alla Vera Luce e la testimoniano diffondendola affinché l’Uomo divenga
migliore in un mondo migliore.
MV : Rallegriamoci di ciò Fratelli miei! Così come la natura risplende di promesse nel
momento in cui, nel suo corso senza posa, il sole perviene al suo apogeo, così il Libero
Muratore, dopo mesi di riflessione, di meditazione, deve prendere coscienza di tutte le
proprie possibilità che deve fare sbocciare in realizzazioni concrete del proprio lavoro.
Grande è la gioia della creazione, come grande è la soddisfazione del suo completamento.
Solo allora il Massone sente in sé tutti i fremiti della vita e l’armonia con l’Universo.
Ormai la natura ci svela l’apoteosi del suo ciclo. Sotto i nostri occhi si stende la ricchezza
delle messi, la promessa delle spighe dorate, la promessa delle vigne che s’inturgidiscono
degli aromi del vino.
Musica
MV : Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, poiché la nostra propria forza creatrice, elemento delle forze
creatrici della natura, ci permette in questo giorno del solstizio d’estate di partecipare alla
gioia universale, come potremmo esprimere questa gioia in questo Tempio ed in noi
stessi?
1° Sorv : MV, per tradizione noi manifestiamo questa gioia decorando il Tempio di fiori, e
perché mai proprio di rose bianche? La rosa bianca ha un ruolo assolutamente unico. La
bianca esprime la gioia di vivere in questi giorni in cui la natura si fa naturante ed è fiera
portatrice dei frutti che la perpetueranno.
174
2° Sorv : La rosa bianca è simbolo della pienezza che è purezza e silenzio: essa è simbolo di
fedeltà. Essa ricorda queste due virtù massoniche: la ricerca della Verità e l’accettazione
del Dovere. La Verità è l’obiettivo del nostro Lavoro massonico. Il Dovere permette al
Massone di realizzare la Verità nel mondo.
MV : Poiché è così, Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, vogliate aiutarmi a dedicare questo Tempio
alla gioia di S. Giovanni d’Estate.
Musica. Il Venerabile ed i Fratelli Sorveglianti, prendendo la rosa posata sul loro trono, si recano
ciascuno al proprio candelabro. Posano la rosa o ai piedi del candelabro o, preferibilmente, sul
piattello raccogli cera.
MV : Saggezza!
1° Sorv : Forza!
2° Sorv : Bellezza!
MV : Fratelli miei, prego sedete. Così noi abbiamo dedicato questo Tempio a S. Giovanni,
nostro patrono, e abbiamo manifestato la nostra gioia. Tutto è trionfo e gioia in quest’ora
meridiana! Condividete questo mio sentire, Fr Oratore?
Or Si Maestro Venerabile, tutto è gioia! Pertanto non dimentichiamo il nostro insegnamento
iniziatico. Nella luminosità sfolgorante dell’Estate, nell’incanto dei colori di una natura in
esultanza, nella ricchezza dell’aspetto estivo, diffidiamo dal distrarci. Non lasciamoci
trasportare dalla subdola onda dell’ozio beato e dell’allegria fallace. Ben presto ritornerà
la freschezza dell’Autunno ed il freddo pungente dell’Inverno. Ritroveremo allora quelle
tenebre strane che ci hanno condotto a questo luogo. E’ con la profondità di queste
tenebre che noi compariamo al meglio lo splendore della Vera Luce. Non perdiamo mai
di vista che l’Universo è in noi e che siamo in grado di vedere intorno a noi tutto ciò che
possediamo in noi. Il Libro della Natura, per segreto che possa essere, porta nelle sue
pagine il flusso sottile della luce espresso in un simbolismo nascosto. E se il Sole cala ad
175
Occidente, sappiamo che risorgerà. Così la Luce che brilla in questo Tempio non si
estinguerà mai, e se anche noi stessi dovessimo abbandonare questo luogo sacro, essa non
cesserà mai di brillare nei nostri cuori.
MV : Fratelli miei, rivolgiamo il nostro sguardo interiore a questa Luce. Certo, abbiamo fatto
del buon Lavoro Massonico, abbiamo fatto dei progressi in Massoneria ed abbiamo
contribuito a rendere il mondo migliore. Perciò, se vogliamo rimanere fedeli alla Luce
che ci ha illuminato fin dalla nostra iniziazione, è nostro dovere guardare in noi stessi e
prendere coscienza di tutto ciò che avremmo potuto fare e che non abbiamo fatto per
debolezza, orgoglio ed egoismo. Fr Oratore, voi che siete la coscienza della Loggia,
aiutateci a giudicare i nostri atti.
Or : Maestro Venerabile, solo il Grande Architetto dell’Universo può giudicare i nostri atti. Ci sia
sufficiente riportare alla memoria i nostri precetti massonici uno ad uno e domandarci se
li abbiamo messi in pratica. Può darsi che siamo potuti venir meno ad almeno uno di essi.
Ma non abbiamo fatto alcun tentativo per rendere loro giusto onore?
Siamo sinceri con noi stessi e sappiamo riconoscere i nostri errori, i nostri difetti. In ciò risiede la
nostra forza per progredire sulla via della Saggezza. Solo la Luce della nostra coscienza
ci guiderà su questa via, Maestro Venerabile.
MV : Fr Oratore, come vedremo questa Luce della nostra coscienza?
MV : Se così è, Fr Maestro delle Cerimonie spegnete i candelabri e trasmettete la luce alle tre
Luci che guidano la Loggia.
Il MdC prende la luce dal candelabro della Bellezza, che spegne, ed accende la candela del
2° Sorvegliante. Poi prende la fiamma dal candelabro della Forza, che spegne, ed accende la
candela del 1° Sorvegliante. Infine prende la fiamma dal candelabro della Saggezza, che spegne,
ed accende la candela del Venerabile. L’illuminazione del Tempio è flebile.
176
2° Sorv : Maestro Venerabile, i Fr Apprendisti hanno posato il maglietto e lo scalpello ed
osservano il loro lavoro.
1° Sorv : Maestro Venerabile, i Fr Compagni hanno posato gli utensili e riflettono sulle tracce
compiute.
Or : Maestro Venerabile, i Fr Maestri meditano in silenzio ed in serenità sui progetti a venire.
MV : Avreste una proposta da fare, Fr Oratore, per la chiusura di questi lavori?
Or : Da quando siamo stati ricevuti come Apprendisti, Maestro Venerabile, ci è stato detto che
occorre passare dal binario al ternario mediante la sintesi. Il Triangolo così ottenuto
concede il ritorno all’Unità che è Luce. In quest’ora meridiana in cui noi festeggiamo S.
Giovanni, testimone della Luce, non potremmo noi rappresentare in maniera simbolica
questo ritorno alla Luce e all’Unità? Non potremmo noi unire le tre piccole fiamme, che
ci rischiarano appena, in una sola che sia il riflesso della nostra ricerca massonica sulla
via Reale della Tradizione?
Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, passate ai Fratelli delle vostre Colonne i vostri candelieri perché
pervengano all’Oriente.
I Fratelli delle due Colonne si passano i candelieri di mano in mano fino al trono del Venerabile. Il
Maestro Venerabile spegne il candeliere di Settentrione e dice:
MV : I Lavori sono conclusi sulla Colonna di Meridione. Fratelli miei, unica continua a brillare
la fiamma all’Oriente. Essa è la Luce che porteremo allorché lasceremo questo Tempio.
Continuerà a brillare nel Tempio che noi stessi siamo, come una presenza permanente.
177
Niente può estinguere questa fiamma, perché essa è sorgente di vita e sacro fuoco del
nostro Amore Fraterno. Convenite attorno al pavimento a scacchi, formiamo la Catena
d’Unione e meditiamo un’ultima volta, prima di concederci il nostro riposo.
MV : I Lavori della RL …............ Nr. …......, all’Oriente di …................., sono chiusi! A
me Fratelli, per il segno … e la batteria!
Fr Maestro delle Cerimonie, vogliate fare uscire i Fr nella maniera consueta. Tuttavia, non
essendo il Tempio più illuminato che dalla Luce Eterna che brilla all’Oriente, riconducete
dapprima nella Sala dei Passi Perduti le cinque Luci che hanno rischiarato questa Loggia.
Il Fr Maestro delle Cerimonie prega il 1° Sorvegliante di seguirlo, quindi giunto ad Oriente
invita il Venerabile, l’Oratore ed il Segretario ad aggiungersi al gruppo. Poi, giunto ad Occidente,
prega il 2° Sorvegliante di formare il pentagono con le cinque Luci, salutando assieme l’Oriente
prima di uscire nella Sala di Passi Perduti.
Il Maestro delle Cerimonie invita quindi gli altri Fratelli a lasciare il Tempio chiamando alla
porta, nell’ordine: I Fratelli all’Oriente, i Fratelli Maestri della Colonna di Meridione, i Fratelli
Maestri della Colonna di Settentrione, i Fratelli Compagni, i Fratelli Apprendisti.
178
Per il solstizio d’inverno
Disposizioni generali
Pietra grezza, maglietto e scalpello a NO del pavimento a scacchi, ai piedi della Colonna
della "Forza".
Disposizioni particolari
179
Nella sala dei Passi perduti un abete con delle candeline messe in triangolo. Esse sono spente.
Il Copritore le accenderà prima che i Fratelli escano dal Tempio al termine della Tornata. Il Tempio
è in totale oscurità.
Una candela accesa su un altare posto all’Oriente. Le candele di tutti gli scranni sono spente.
Presso il M.d.C. vi è un paniere con dei rametti d’abete.
Prima dell’apertura dei Lavori, gli Ufficiali sono al loro posto nel Tempio. Quando il Venerabile lo
dispone, il M.d.C. prega i Fratelli di indossare le insegne e di radunarsi alla porta del
Tempio in silenzio. Quando il momento è giunto:
MV:
1° Sorv:
2° Sorv:
MV: Fr Copritore, assicuratevi che i Fratelli siano alla porta del Tempio e che indossino le
insegne.
Il Fr Copritore esegue, torna poi al suo posto fra i Fr. Sorveglianti e dice.
Copr: Venerabile Maestro, tutti i Fratelli sono alla porta del Tempio e indossano le insegne.
MV: Poiché è così, aprite loro la porta e che entrino nella debita forma.
Il Fr Copritore, accompagnato dal M.d.C., torna alla porta del Tempio e dice:
Copr: Fratelli miei, il Venerabile vi prega di entrare in Tempio, all’ordine e con i passi
d’Apprendista.
180
Musica per l’ingresso
I Maestri entrano come i precedenti. I Venerabili entrano per ultimi, annunciati dal M.d.C. e
accompagnati all’Oriente. Gli Alti Gradi entrano subito dopo, ma a maglietti battenti e preceduti
dal M.d.C. con il candelabro a tre braccia. Quando ciascuno ha preso posto la musica sfuma.
MV: Prendete posto, Fratelli miei. Fr 1°Sorv, qual è il primo dovere di un Sorvegliante
in Loggia?
Il Copritore si porta alla porta del Tempio, verifica e tornando presso il 1° Sorv. dice:
2° Sorv: MV, consiste nell’assicurarsi che tutti i presenti siano Apprendisti Liberi Muratori.
MV: Fratelli miei, in piedi, volti ad Oriente mettendovi all’ordine d’Apprendista al passaggio
dei Fratelli Sorv
181
Il 1° Sorv Procede, maglietto in mano, da Meridione verso Nord e il 2° Sorv da Settentrione a
Mezzogiorno. Si incroceranno all’Oriente, si saluteranno e raggiungeranno i loro scranni.
2° Sorv: Fr. 1° Sorv., tutti i Fratelli della mia Colonna sono Apprendisti Liberi Muratori.
1° Sorv: MV, tutti i Fratelli della Colonna di Settentrione e della Colonna di Meridione sono
Apprendisti Liberi Muratori.
MV: Per coloro che siedono all'Oriente rispondo io… Prendete posto, Fratelli miei…
MV: Fr 1° Sorv, a quale ora si aprono i Lavori della Loggia per S. Giovanni d’Inverno?
MV: Poiché l’ora è giunta e abbiamo l’età, Fratelli 1° e 2° Sorv., invitate i Fratelli delle due
Colonne a unirsi a noi, così come invito coloro che siedono a Oriente, per aprire i Lavori
per S. Giovanni d’Inverno nella maniera tradizionale.
1° Sorv: Fr 2° Sorv, Fratelli della mia Colonna, il Venerabile ci invita a unirci a lui per aprire
i Lavori per S. Giovanni d’Inverno nella maniera tradizionale.
2° Sorv: Fratelli della mia Colonna, il Venerabile ci invita a unirci a lui per aprire i Lavori per S.
Giovanni d’Inverno nella maniera tradizionale.
182
Il 1° Sorvegliante scende dal Trono e, accompagnato dal M.d.C., si dirige all’Ara. Apre il volume
della Legge Sacra posando sul prologo al Vangelo di Giovanni il Compasso e su di esso
la Squadra.
1° Sorv: "In principio era il Logos e il Logos era presso Dio, e il Logos era Dio. Esso era al
principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di esso, e senza di esso niente è stato
fatto. In esso era la vita e la vita era la Luce degli uomini, e la Luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno ricevuta".
MV:
1° Sorv:
2° Sorv:
MV: Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, in nome della Massoneria Universale e
sotto gli auspici del Grande Oriente d'Italia, per i poteri a me conferiti, apro i Lavori per
S. Giovanni d’Inverno della RL ….............. n° …........ all’Oriente di ….......... A me
Fratelli, per il Segno …e la Batteria …Fratelli, sedete.
MV: Fr Oratore, diteci come possiamo ritrovare il sentiero della Luce.
Il MdC accende la candela sullo scranno del 2° Sorv. con la fiamma raccolta all’Oriente.
MV: Fr 2° Sorv, che significa questa fiamma che è stata accesa sulla vostra Colonna?
183
come la Fenice, possa rinascere purificato. Allora, sarà avviato sul sentiero della Verità;
allora egli stesso potrà creare. Questa creazione, MV, è la Bellezza.
Il MdC accende la candela sullo scranno del 1° Sorv con la fiamma raccolta all’Oriente.
MV: Fr 1° Sorv., che significa questa fiamma che è stata accesa sulla vostra Colonna?
1° Sorv: MV, è la fiamma dell’Amore. L’Amore è il vincolo intimo che lega la saggezza di
oggi alla Saggezza antica. L’Amore dà un senso alla Tradizione. Esso trasforma il passato
in presente vivo. Esso è latore della Tradizione Una e Unica. Questa Tradizione, MV,
è la Forza.
Il MdC accende la candela sullo scranno del MV con la fiamma raccolta all’Oriente.
MV: Fr Oratore, che significano queste fiamme che sono state accese all’Oriente?
Or: MV, sono le fiamme dell’Amore. Le Luci d’Amore delle Colonne non sono che il
riflesso delle grandi fiamme d’Amore che brillano all’Oriente. Amore è conoscenza
intima degli esseri. Per mezzo dell’Amore, l’uomo si sa unito a tutto l’Universo. Questa
conoscenza gli dà la possibilità d’integrarsi nell’universo e di vedere la direzione nella
quale egli deve indirizzare il proprio Lavoro per unire la Tradizione del passato con il
tempo futuro. Questa conoscenza, MV, è la Saggezza.
MV: Fratelli miei, i Liberi Muratori celebrano S. Giovanni d’Inverno perché Giovanni
l’Evangelista ha portato al mondo un messaggio d’amore.
L’Amore è la speranza di una nuova vita. L’Amore è l’illuminazione interiore che ci anima per
creare un futuro che condurrà l’uomo un po’ più vicino alla propria liberazione. Per noi,
questa speranza, quest’amore, è rappresentato dall’abete; i suoi aghi non perdono mai il
loro colore verde.
Il verde è il colore attribuito a Giovanni l’Evangelista, come lo era per Hathor, dea d’Egitto, e per
Giano che conosce passato e avvenire, e per Freya, dea della Luce e della Fecondità
presso i Germani.
184
Il verde simboleggia questa Luce che non muore mai in noi e i cui pallidi riflessi intravisti nella
lunga notte invernale riprenderanno presto vigore. Il verde simboleggia la speranza della
Luce.
E come l’albero di S. Giovanni, o di Natale, che arde nella Sala dei Passi Perduti, così la fiamma
dell’iniziazione illumini i nostri cuori e ne fughi le tenebre.
Il M d Musiche provvede alla musica che dura fino alla fine della distribuzione dei rametti di
abete. Il Venerabile e i Fratelli Sorv si portano davanti all’Ara e il MdC porge un rametto
al Venerabile che lo posa sull’Ara dicendo:
MV: Saggezza!
1° Sorv: Forza!
2° Sorv: Bellezza!
MV: Prego, Fratelli, sedete! Fr MdC, vogliate distribuire ai Fratelli che siedono
all’Oriente e fra le Colonne i rametti di abete e invitateli a farsene ornamento affinché
essi testimonino dell’Amore che brilla nel loro cuore.
MV: Fr 2° Sorv, stiamo per ravvivare in noi la vera Luce. Come potrete voi farla scaturire
affinché possa illuminare il nostro Tempio?
185
2° Sorv: MV, abbiamo scoperto che la Luce dell’Amore arde nell’uomo stesso. Ma l’uomo
non saprà raggiungere la propria Luce se non diviene egli stesso Luce. Egli deve far
proprie le parole del Buddha: "Sii luce di te stesso". Questa luce gli deve mostrare non la
sua dualità, ma la sua unità profonda di materia e spirito. Così prenderà coscienza della
propria esistenza che è la sostanza stessa dell’Universo.
MV: Fr 1° Sorv, come potrete voi illuminare ancor più il nostro Tempio?
1° Sorv: MV, abbiamo scoperto che, sebbene la fiamma dell’Amore arda nell’uomo stesso,
essa non è assolutamente immobile. Ciascuna realizzazione rimette la sua esistenza in
discussione. Colui per il quale la morte è generatrice di nuova vita, costui condurrà
l’umanità verso la propria liberazione.
MV: Fr Oratore, che cosa potete fare perché la Luce pervada tutto il nostro Tempio?
Or: MV, la resurrezione avviene sempre da una morte che appare ormai uno stato raggiunto,
definitivo. Così dunque, l’espressione "Muori e rinasci" è la formula più pura della
Tradizione.
Il MdC porta la fiamma del Venerabile al candeliere della Saggezza. Il Copritore illumina
tutto il Tempio e risuona una musica di gioia e trionfo
MV: Fratelli miei, in piedi e all’ordine!…Celebriamo il ritorno della Luce nel nostro
Tempio: toglietevi i guanti, convenite al centro del Tempio e formate la Catena d’Unione.
MV: Riprendiamo i nostri posti!…Fratelli miei, abbiamo ravvivato in noi e nel Tempio la Luce
della Massoneria. Così siamo pronti ad affrontare un nuovo ciclo di Lavori. Possa esso
essere fruttuoso e produrre una messe abbondante di realizzazioni.
MV:
186
1° Sorv:
2° Sorv:
MV: Fratelli carissimi, la nostra opera non potrà essere completa se dimenticheremo gli
sfortunati. Fr. Elemosiniere, fate il vostro dovere.
MV: Fratelli carissimi, l’agape rituale che avrà luogo fra poco fa parte integrante del S.
Giovanni d’Inverno.
2° Sorv: Perché i Liberi Muratori sono pronti nuovamente a utilizzare i loro strumenti per il bene
dell’Umanità in generale e per quello della Massoneria in particolare.
Or: Sì, MV, propongo che la Luce continui a brillare nel Tempio dopo che lo avremo
lasciato, affinché le tenebre profane siano penetrate dai suoi raggi.
Il 1° Sorvegliante scende dal suo scranno e, accompagnato dal M.d.C., si porta di fronte all’Ara e
legge:
187
1° Sorv: "E venne un uomo chiamato Giovanni. Egli venne per servire come testimone, per
rendere testimonianza della Luce affinché tutti credessero in lui. Egli non era la Luce, ma
era venuto per rendere testimonianza della Luce. Essa era la vera Luce che, venendo nel
mondo, rischiara tutto l’uomo. Essa era nel mondo, e il mondo fu fatto per essa, e il
mondo non l’ha riconosciuta".
Il 1° Sorvegliante ritorna al proprio scranno accompagnato dal M.d.C.. Questi poi invita il
MV a scendere dal trono e lo accompagna al centro del Tempio per spegnere le Tre Luci.
Successivamente lo riaccompagna al trono, dopo di che ritorna al suo posto. Nel frattempo il
Copritore esce dal tempio per accendere le candele dell'abete.
MV: Fratelli, alla Gloria del Grande Architetto dell'Universo, in nome della Massoneria
Universale, Grande Oriente d'Italia, Palazzo Giustiniani, per i poteri a me conferiti,
dichiaro chiusi i Lavori di S. Giovanni d'Inverno della RL …..........., n° ….........
all'Oriente di ….............. A me Fratelli per il segno… e la batteria . Usciamo dal
Tempio per portare la nostra Luce nel mondo.
Fr M.d.C., fate il vostro dovere; vogliate fare uscire ordinatamente i Fratelli dal Tempio.
M.d.C.: Fratelli che ornate l’Oriente, Fratelli Maestri della Colonna del Meridione, Fratelli Maestri
della Colonna del Settentrione, Fratelli Compagni, Fratelli Apprendisti, nella Sala dei
Passi Perduti si appronta l’Agape.
188
RITUALE PER I LAVORI FUNEBRI
PREMESSA
Alle pareti del Tempio sono appesi drappi neri. Sullo scranno del M.V. un incensiere con i simboli
dello Zolfo, del Sale e del Mercurio.
Al Centro del Tempio un cenotafio, avvolto in in drappi neri, su di esso un cranio, un grembiule da
maestro, ad oriente, un paio di guanti bianchi, a meridione, un ramoscello d’acacia ad oriente, in
corrispondenza della testa.
Alla piedi della bara, predisporre un tavolino, ricoperto con un drappo nero, e su di esso un cesto
con ramoscelli freschi di acacia.
189
Sul pavimento, ai quattro lati del catafalco, porre i simboli del Fuoco (Est), della terra (Sud),
dell’Aria (Ovest) e dell’Acqua (Nord).
Note
1. Il colpo di Maglietto iniziale del Maestro Venerabile è debole poiché rappresenta la nascita
dell'uomo; il colpo di Maglietto del 1° Sorvegliante è forte perché rappresenta la vita
dell'uomo; il colpo di maglietto del 2° Sorvegliante è debolissimo poiché rappresenta la
morte dell'uomo, l'ultimo respiro.
3. La spada con la punta rivolta verso terra ci dice che la voce di un iniziato si è spenta e
richiama l'immagine dell'Angelo della Morte che spegne, capovolgendola, la fiaccola della
vita. Ma la spada è strumento iniziatico e rappresenta la forza di penetrazione delle idee e
dei nostri principi del mondo super umano nella nostra mente; è il simbolo di quel battesimo
di fuoco e di luce (la spada fiammeggiante del Maestro Venerabile) che trasforma un
Profano in un futuro possibile Iniziato.
5. Una colonna d'armonia sarà predisposta da quando il MV scende dal trono fino a
quando getta l'incenso nel braciere. Una colonna d'armonia sarà ancora eretta quando si
effettuano i giri attorno al cenotafio per deporvi sopra l'acacia.
190
6. Suggerimenti per le musiche: la "Maurerisches Trauermusik" di W.A. Mozart, o il Dies Irae
per tutta la cerimonia.
7. Per il termine della Cerimonia l’inno alla Gioia dalla "Nona Sinfonia" di Beethoven.
8. I Fratelli entreranno nel Tempio in modo informale, senza squadrare il Tempio, indossando i
paramenti a lutto (e guanti neri) così rimarranno fin quando il MV ordinerà di rigirarli.
RITO FUNEBRE
M V: Fr 1° Sorv, a quale ora i Liberi Muratori aprono i lavori funebri?
1° Sorv: A mezzanotte.
1° Sorv: Perché questa è l’ora in cui le tenebre più fitte paiono velare di dolore la terra, che
attende il ritorno dell’astro che vivifica.
191
M V: Poiché è mezzanotte e poiché questa è l’ora nella quale i Massoni aprono i lavori funebri,
annunciate, Fratelli Sorveglianti, che mi accingo ad aprire, in grado di Apprendista, i
lavori funebri!
1° Sorv: Fratelli della Colonna del Meridione, vi annuncio che, essendo mezzanotte, il M V
si dispone ad aprire, in grado di Apprendista, i lavori funebri!
2° Sorv: Fratelli della Colonna del Settentrione, vi annuncio che, essendo mezzanotte, il M V
si dispone ad aprire, in grado di Apprendista, i lavori funebri!
M V: In piedi e all’Ordine Fratelli miei, la spada in pugno rivolta verso terra!
AGDGADU, dichiaro aperti i lavori funebri della RL …............., n°
…..., all’Or di …................
(I Fratelli fanno il segno di Apprendista ed eseguono la batteria di lutto incrociando le braccia sul
petto e battendo, prima, tre colpi con la mano destra sull’avambraccio sinistro, poi tre colpi con la
mano sinistra sull’avambraccio destro e, quindi, gli ultimi tre colpi ancora con la mano destra
sull’avambraccio sinistro).
2° Sorv: Venerabile Maestro! La Catena d’Unione si ruppe, uno dei suoi anelli fu spezzato e la
parola andò smarrita!
1° Sorv\: Venerabile Maestro, il Fratello che non ha risposto al nostro appello, e per il quale la
Parola è andata perduta , è il nostro Fratello ..............., passato all’Oriente Eterno il ....
giorno del ...° mese dell’anno di Vera Luce ....., il ........ dell’Era Volgare. Egli ha
lasciato la compagnia dei viventi.
M\ V\: Fratelli miei, poiché la notizia di questa scomparsa non tocca solo i cuori dei liberi Muratori,
ma anche quelli di coloro che lo amavano e lo stimavano, uniamoci a quanti gli furono
192
più vicini durante la vita terrena, affinché, insieme a loro, si possa rendere un ancor più
degno omaggio alla sua memoria.
(Il Maestro delle Cerimonie provvede ad introdurre nel Tempio i visitatori profani conducendoli
alla colonna del Settentrione).
M V (Alzando le braccia al cielo) Grande Architetto dell’Universo, Luce di Vita! Tutte le cose
vivono davanti a Te! Per Te le tenebre e la luce non sono che uno. E per Te non vi è
oscurità. Energia inesauribile che determina ogni materia! Immutabile origine di ogni
trasformazione; fa che il nostro carissimo Fratello Carlo possa vivere eternamente con
Te come ha vissuto con noi.
Possa la sua morte insegnarci a morire e la sua venerata memoria a mantenerci costanti nelle vie
della rettitudine e del dovere.
(Il MVen scende dal trono e si avvicina al cenotafio e prendendo in mano il Grembiule)
193
(poi, girando attorno al cenotafio, in senso orario, fermandosi a mezzogiorno, prendendo in mano i
guanti bianchi) Le mani di questo Fratello sono state sempre pure e senza macchia. Che
questo emblema ci ricordi che la purezza della condotta di vita è essenziale e necessaria.
(giungendo ad occidente, prendendo in mano il ramoscello di Acacia) Questa acacia, che una volta
segnò il luogo della provvisoria sepoltura di un Maestro e di un Martire, è l’emblema
della nostra certezza di immortalità: fiorisca per sempre, nell’eterna primavera.
Con esso ci viene ricordato che c’è una parte immortale dentro di noi, che deve sopravvivere alla
tomba, e che non potrà mai e poi mai morire.
Esso ci ammonisce anche che, presto, come il nostro fratello che ci ha preceduto, le cui spoglie si
trovano davanti a noi, svestiremo i panni mortali, e saremo deposti nel silenzio della
tomba, ma possiamo con fiducia sperare che le nostre anime fioriranno nell’eterna
primavera.
Il MVen ritorna verso l’Oriente, ed invita coloro che ivi siedono a seguirlo:
(Il MV, seguito da tutti coloro che occupano l’Oriente, prende un ramoscello d’acacia dal
cesto posto ai piedi della bara, e compie un giro attorno ad essa, in senso orario o destro centrico
cominciando da Sud. Ciascuno depone il ramoscello d’acacia sul cenotafio prima di concludere il
giro.
Quando il MV ed i Fratelli dell’Oriente sono ritornati ai rispettivi posti, il 1° Sorv, seguito
da tutti coloro che siedono alla Colonna del Meridione, cominciando dall’Occidente, gira attorno
al cenotafio in senso destro centrico. Ciascuno depone un ramoscello d’acacia sul cenotafio prima
di concludere il giro.
Quando il 1° Sorv e tutti gli occupanti della Colonna del Meridione sono ritornati ai rispettivi
posti, il 2° Sorv, seguito da tutti coloro che siedono alla Colonna del Settentrione, cominciando
dal Settentrione, gira attorno al cenotafio in senso orario o destro centrico. Ciascuno depone un
ramoscello d’acacia sul cenotafio prima di concludere il giro.
194
Quando il 2° Sorv e tutti gli occupanti della Colonna del Settentrione sono ritornati ai rispettivi
posti, il MdC guiderà gli ospiti sullo stesso percorso effettuato dai Fratelli e deponendo
anch’essi un rametto d’acacia sul cenotafio.
Compiuti i viaggi, il MV discende dal trono e, accompagnato dal MdC, si reca ai piedi
del tumulo e versa tre volte l’incenso nel braciere).
M V: Che la memoria dei Fratelli ritorni dolcemente ad ispirarci ed ammaestrarci. In presenza
del lugubre silenzio che ci circonda, ricordiamoci che la morte non è che il
cominciamento, l’iniziazione ad una seconda vita.
M V: (Dopo essere tornato sul trono). Signore, Signori, Fratelli sedete.
Fratelli 1° e 2° Sorv, annunciate ai Fratelli che siedono fra le Colonne, ed ai gentili visitatori, che,
se desiderassero rendere una particolare testimonianza sulle virtù del nostro carissimo
Fratello ......., passato all’Oriente Eterno, avranno l’opportunità di farlo.
1° Sorv: Fratelli che sedete fra le Colonne, se desiderate rendere una particolare testimonianza
sulle virtù del nostro carissimo Fratello ......., avrete l’opportunità di farlo.
2° Sorv: Fratelli che sedete fra le Colonne, se desiderate rendere una particolare testimonianza
sulle virtù del nostro carissimo Fratello ......., avrete la possibilità di farlo.
(Il MV concede la parola ai Fratelli delle Colonne e poi a quelli dell’Oriente, ed ai profani
visitatori che ne facciano richiesta).
Alla fine:
M V: Fratelli in piedi! (Si esegue senza dare alcun segno). Grazie Signore e Signori per esservi
uniti a noi nella celebrazione del nostro rito funebre.
195
Fratello MdC vogliate accompagnare i visitatori fuori dal Tempio.
M V: (Dopo che le porte del tempio siano state richiuse) Fratelli all’Ordine! Abbiamo reso
onore alla memoria dei Fratelli. Non separiamoci senza esserci stretti nella catena
d’Unione. Unitevi a me attorno al tumulo ma prima rigiriamo le insegne, e Voi, Fr
M d Cerim, vogliate porre tra le colonne il più giovane iniziato fra i FF
presenti.
M V: FF miei, la nostra Catena non rimarrà interrotta, Fr N... (l’ultimo iniziato), vogliate
prendere il posto del carissimo Fratello passato all’Oriente Eterno, e chiudere la Catena,
prendendo posto fra i due Sorv.
(Il Fr Neo Iniziato avanza con i tre passi d’apprendista, fa il segno e prende posto alla Catena .
(Pausa)
(Si avvicina all’orecchio del suo vicino di destra e gli dice a bassa voce:)
nulla muore !
(Si avvicina all’orecchio del suo vicino di sinistra e gli dice a bassa voce:)
TUTTO É VIVENTE !
M V: (Quando le parole sono tornate a lui) : La Parola di Speranza è tornata giusta e perfetta.
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M\ V\: Grande Architetto dell’Universo, Fattore di tutte le cose, Giudice di tutte le leggi. Nelle tue
mani noi oggi Ti affidiamo il Corpo e lo Spirito di questo nobile Maestro Muratore.
Possa il tuo occhio Onniveggente entrare in tutti i nostri cuori e trovarli integri e puliti,
così come integro e pulito hai trovato il grande cuore di Carlo. La certezza che il nostro
Fratello defunto riposi nel tuo grembo, dissipa il nostro rimpianto e trasforma in gioia la
nostra tristezza.
Fratelli, uniamoci ancora in Catena col nostro Fratello Carlo passato all’Oriente Eterno
(Il M.V. forma di nuovo la Catena con i Fratelli. L’ultimo anello all’estremità opposta alla sua
deporrà la mano libera sulla bara ).
Al momento giusto, il M.V. chiuderà la Catena ponendo a sua volta la mano libera sulla bara
stessa. Riaprirà la Catena dopo un adeguato periodo di riflessione).
M\ V\: Separiamoci affinché lo spirito dell’Amore Fraterno si spanda per il mondo e renda onore
per le nostre azioni alla memoria di coloro che ci sono cari.
M V: Fratelli sedete. (Breve pausa) Fratello 1° Sorvegliante, quando i Massoni sogliono
chiudere i lavori Funebri?
1° Sorv: Come l’astro che nasce disperde le tenebre della notte, così la speranza che i nostri
Fratelli riposino nel grembo del GADU dissipi il nostro dolore e cambi in gioia
il nostro sconforto.
2° Sorv: L’ora in cui il sole si mostra sul nostro orizzonte e spande gioia sugli esseri viventi!
197
M V: Poiché è giunta l’ora in cui i Massoni chiudono i loro lavori funebri, invitate i Fratelli ad
unirsi a me, con un caloroso fraterno applauso, per rallegrarci della glorificazione dei
nostri Fratelli.
1° Sorv: Poiché è giunta l’ora in cui i Massoni chiudono i loro lavori funebri, il M V invita i
Fratelli ad unirsi a lui, con un caloroso fraterno applauso, per rallegrarci della
glorificazione dei nostri Fratelli.
2° Sorv: Poiché è giunta l’ora in cui i Massoni chiudono i loro lavori funebri, il M V invita i
Fratelli ad unirsi a lui, con un caloroso fraterno applauso, per rallegrarci della
glorificazione dei nostri Fratelli.
(Si esegue la triplice batteria di giubilo). Musica ( p.es. l’Inno alla gioia)
198
199
Riconoscimento Coniugale Massonico
Se svolto fuori dal Tempio i FFrr non devono indossare i grembiuli, né porsi all’ordine. Il M.V.
porterà solo una fascia azzurra a tracolla.
200
RITUALE PER IL RICONOSCIMENTO CONIUGALE
M.V. ● Fratelli, Gentili Signore, Carissimi Ospiti, siamo qui riuniti in tornata congiunta, le Logge
tutte all’Or. di Siracusa, in un corpo unico che rappresenta la Libera Muratoria
Universale, per accogliere dagli sposi qui presenti, la dichiarazione che la loro unione
esiste, e per riconoscerla come avvenuta, in questo Tempio, nello spirito di Amore e di
Pace che la nostra antichissima Istituzione è impegnata a diffondere tra tutti gli uomini.
M.V. (● ) Fratelli, in piedi (e le spade in pugno). Carissimi Ospiti, vi prego di alzarvi.
A G D G A D U
Legge di perenne Amore che noi, Uomini di buona volontà, con le nostre modeste forze, ma con la
più forte determinazione, tentiamo di seguire e di penetrare. (Molto solennemente). "Io
lego al culto della Verità gli sposi che si presenteranno davanti a noi, ed esprimo la
speranza che nei loro cuori possa sempre ardere la fiamma dell’intelligenza di quella
legge sublime … (accende il cero che rimarrà poi acceso durante il corso dell’intero
Rito) … così come ora arde questa fuoco". Che la purezza, della quale questa fiamma è il
simbolo, si diffonda su di noi e su tutti coloro che sono oggi presenti in questo Tempio.
M.V. (rivolto agli sposi): Che cosa chiedete? (Fa cenno allo sposo di leggere il foglietto in sua
mano con scritte le parole che seguono)).
Sposo: (legge il foglietto preparato in precedenza) M.V., io e la mia Compagna saremmo felici di
ricevere la consacrazione Muratoria della nostra Unione, e la fraterna sanzione di questa
Loggia.
M.V.: Siate i benvenuti, Vi ringraziamo, con tutto il cuore aver pensato di fare appello ai nostri
antichi Riti ed ai nostri sentimenti di fratellanza.. (Pausa) Sorelle, Fratelli, Amici: per noi
il vincolo matrimoniale è, insieme, atto sociale ed atto religioso. Infatti, come rito corona
una scelta reciproca, sancisce, sotto l'egida della società, un'Unione basata sul sentimento
dell'affetto, come atto religioso è realizzazione della Legge Naturale Universale ed
Eterna. (Colpo di maglietto) ( ● ).
201
1° Sorv.: Ogni attentato contro il vincolo coniugale è un oltraggio alla Società. È quindi necessario
che fra voi si formi e perduri, cari sposi, una fede coniugale, ovvero la consapevolezza
reciproca di una dignità umana, astratta dai sensi, che vi renda non solo cari, ma sacri
l'uno all'altra. Il Rito nuziale, infatti, ha il carattere di una consacrazione, che trasforma
l’attrattiva fugace dell’Amore in legame Sacro, saldo e duraturo. Ricordate
l’insegnamento Massonico: esso unisce all’esortazione di non fare agli altri quello che
non si vorrebbe fatto a sé stessi, anche l’esortazione a fare per gli altri quanto si vorrebbe
fosse fatto a noi stessi. Siano questi principi guida costante della vostra Unione.
2° Sorv.: Lo sposo e la sposa formano l’unità basilare di ogni comunità. Lo sposo ama con i suoi
sensi, con la sua anima e con la sua coscienza, e ne è ricambiato dalla sposa nel corpo e
nell’anima nella coscienza. Le leggi del vincolo coniugale non saranno mai sinonimo di
oppressione, ma di dolcezza infinita, fino a quando il coniuge ritroverà nell’altro la
propria unità di misura, il punto di riferimento condizionante spontaneamente ogni
sentimento, ogni impulso, ogni atto.
Oratore: L’intima Unione di due esseri che si sono liberamente eletti, si sublima in un sentimento
che fa vivere nel coniuge l’astrazione dell’Amore, l’idea stessa dell’Amore. Gli sposi
debbono comprendere che, concedendosi l’uno all’altra, ciascuno destina la propria
libertà, e che questa mutua destinazione esalta la libertà di ognuno di loro, onde è dalla
libertà che nasce la vita. Fra esseri non investiti dagli stessi diritti non può esserci società.
Così, nella casa, non regneranno Lui o Lei, lo sposo o la sposa, bensì solo la ragione e la
Concordia. Solo nella Ragione e nella Concordia potranno germogliare ed abbellire il
Creato i veri frutti, i fiori di questa Coppia.
(Pausa).
M.V.: Carissimo fratello e carissima Sorella, voi conoscete i doveri reciproci, che noi consideriamo
sacri per gli Sposi. Persistete voi ancora nel richiedere da noi la conferma, al cospetto dei
nostri Fratelli, dell’Unione da voi liberamente contratta?
202
Sposi: Si, Maestro Venerabile. –
M.V.: Care Sorelle, cari Ospiti, vogliate alzarvi. Fratelli, in piedi. (Batte quattro colpi di maglietto)
(●●●● ) Fratello (nome), confermate voi oggi, al cospetto di questa rispettabile
Assemblea, di aver prescelto per Compagna la sorella (nome) qui presente?
M.V.: Carissima Sorella (nome), confermate voi, dinanzi a questa Rispettabile Assemblea, di aver
prescelto quale vostro Compagno il nostro Fratello (nome) qui presente?
M.V.: Fratello (nome), giurate voi alla vostra Compagna, Amore, Fedeltà e Protezione?
Sposo: Lo giuro.
M.V.: Carissima Sorella (nome), giurate voi al vostra Compagno, Amore, Fedeltà e Protezione?
Sposa: Lo giuro.
M.V.: Che i vostri giuramenti ed i vostri voti si adempiano per la vostra felicità. Che un dolce,
immutabile Amore aleggi, come questo profumo, intorno a voi, nella vostra casa. Che il
Fuoco Sacro purifichi le vostre anime, infiammi i vostri cuori, imprimendovi a caratteri
indelebili ed eterni queste parole: "Amore reciproco, Comunione di sentimenti e di Vita".
(Pausa)
Stringetevi ora la mano destra: questo semplice ma sublime atto di unione e di affetto è l’immagine
della dignità di principi, di pensieri, di sentimenti e di volontà, che deve costituire
l’essenza della vostra vita. Qualora negli anni vostri dovesse sorgere una nube, il più
saggio e meno irritato di voi sia pronto a dissiparla: una stretta di mano, un abbraccio,
debbono essere sufficienti a ristabilire l’Armonia.
203
Musica: (Come Colonna d’armonia un brano musicale in sordina, per l’intera durata del
Cerimoniale).
M.V.: (Lascia il maglietto, scende dal trono, prende l’anello dello sposo che consegna al fratello:
tenendo con la destra la mano dello sposo e con la sinistra quella della sposa, dice:).
Fratello, prendete l’anello e mettetelo al dito della nostra Sorella, quale simbolo di
Unione e Fedeltà. (Preso e consegnato l’altro anello alla Sorella, dice:). Carissima
Sorella, date al vostro Compagno, nostro Fratello, questo anello, la cui forma simboleggia
la perpetuità dell’affetto.
M.V.: Cari sposi, chinate il capo. E tre di voi, cari Fratelli, formino la volta di protezione sugli
sposi. (Quando la volta è formata) Carissime Sorelle, cari Fratelli, Amici tutti, vogliate
alzarvi.
(Il M.V stende le mani aperte, palmi in basso, sui capi degli sposi, e dice:)
A G D G A D U , nel nome e sotto gli auspici del grande Oriente d’Italia, per i poteri
a me conferiti, vi confermo nel sacro legame coniugale che il riconoscimento Massonico
sancisce, e vi impartisco quella consacrazione muratoria che le vostre riconosciute virtù
hanno ben meritato. Che il nostro Ordine, benedicendo la vostra Unione, possa rendervi
reciprocamente fedeli ai vostri giuramenti, e perciò eternamente felici. (Abbracciati gli
sposi, risale al trono e, rivolto all’Assemblea, dice:)
M.V.: Fratelli, Sorelle ed Amici, vogliate sedervi. Fratello Oratore, a voi la parola.
Oratore: La Libera Muratoria è lieta di vedere due persone che contraggono un sacro legame, che
giurano di amarsi per la vita, e che credono sinceramente nella perpetuità del loro
giuramento. Noi tutti plaudiamo a questa promessa solenne, dal valore morale
elevatissimo, che onora chi lo contrae.
M.V.: Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, Fratelli tutti che adornate le Colonne, Gentili Signore, Cari
Ospiti, , in piedi: Vi invito a riconoscere come sposi il Fratello (nome) e la Sorella
(nome), ed ora tutti a me per una triplice batteria di gioia. (●●●● ●●●● ●●●●) (Si
esegue. Eventualmente lo sposo copre la batteria). Fratelli, Sorelle ed Amici carissimi,
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vogliate sedervi. (Dopo aver eventualmente pronunciato altre frasi di circostanza,
concede la parola all’Assemblea). Se qualcuno vuol prendere la parola, gli è concesso.
1° Sorv.: (Verificato che nessun altro richieda la parola, dice:) Maestro Venerabile, le Colonne
tacciono.
M.V.: Fratello 1° Sorvegliante, che cos’è per il Libero Muratore l’Unione testé riconosciuta?
1° Sorv.: È l’associazione dell’uomo e della donna, che si uniscono per simpatia e liberamente, per
la soddisfazione delle loro più dolci inclinazioni e per la perpetuazione del mistero
dell’Amore nell’Umanità. Per aiutarsi vicendevolmente, e per dividere, sia nella gioia che
nel dolore, il comune destino.
2° Sorv.: Deriva dalla propria libertà, che rende più durevole l’affetto. L’Amore infatti è soggetto
soltanto al giogo che esso stesso si impone. I sacrifici che gli sposi si impongono
volontariamente non possono che essere fonti di gioia.
M.V.: Fr. tutti, gentili Signore, cari Amici, la beneficenza è una delle virtù che i Liberi Muratori
amano praticare: noi non ci separiamo mai senza aver pensato ai bisognosi. Fratello
Elemosiniere, fate circolare il Tronco della Vedova.
Elemosin.: (Esegue)
M.d.C.: (Esegue). M.V.: Fratelli, in piedi. Formate la volta di Protezione per gli sposi che lasciano
ora il nostro Tempio, al seguito del Fratello M.d.C..
Coprit.: (Quando tutti i profani hanno lasciato il Tempio richiude la porta d’accesso).
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RITUALE PER I LAVORI D'AGAPE
dal Dizionario Massonico di Luigi Troisi: Agape è termine di derivazione greca che significa “amore” e
indica, in particolare, una cerimonia cristiana dei primi secoli incentrata su un banchetto eucaristico. Secondo
alcuni studiosi i banchetti massonici deriverebbero, appunto, dalle agapi cristiane.
In genere i Massoni usano riunirsi in agape due volte l’anno per celebrare le festività solstiziali. L’agape di
stasera, giovedì santo, invece prende le mosse dalla Cena Rituale che i Fratelli della Rosa+Croce, tenevano
ogni anno, proprio in questo giorno, allorché si riunivano nella Casa del Padre, Kristian Rosenkreutz, o nella
casa dello Spirito Santo, provenienti dai diversi paesi in cui erano stati inviati a compiere la loro missione.
Dai Rosa+Croce tale usanza passò al Rito Scozzese Antico ed Accettato, che nel suo XVIII grado ricorda e
rivive i riti e gli insegnamenti dei Rosa+Croce. Da qui, nella Massoneria Azzurra, questa celebrazione
rituale, che notevolmente diversa dalle agapi fraterne che abbiamo la consuetudine di apparecchiare,
settimanalmente, alla fine dei nostri lavori rituali.
Il banchetto è una tra le più antiche e solide tradizioni massoniche. Le tornate di Loggia, anche
precedentemente al 1717 si tenevano in genere nelle osterie, ed in un’osteria nacque la prima Gran Loggia di
Londra, la Madre della Massoneria Moderna. Già da allora, le Costituzioni di Anderson vi fanno allusione.
Fin da quell’epoca, infatti, le riunioni e le assemblee di Gran Loggia si concludevano con un banchetto e,
fatto curioso, Anderson raccomanda ai Fratelli di non trasformarli in orge, precetto che sembra esser stato in
genere seguito...
La tradizione del banchetto si è mantenuta. Ogni tornata è seguita - obbligatoriamente nelle Logge che
seguono il Rituale Emulation, facoltativamente nelle altre - da un banchetto o “agape fraterna”.
La Loggia Archimede, che si può ben fregiare del titolo di Loggia Madre all’Oriente di Siracusa, pur non
seguendo il Rituale Emulation, è fra quelle che riunendosi settimanalmente, continua i suoi lavori rituali e
quasi li completa con i lavori di masticazione, che si svolgono nella sala dei passi perduti.
Scopo dei banchetti come dell’agape massonica, dividendo il pane e riempiendo di vino il calice del fratello,
è quello di cementare sempre più l’amicizia e la solidarietà tra i Fratelli della Famiglia massonica, e non solo
fra i Fratelli della stessa Loggia o dello stesso Oriente, ma anche con i Fratelli visitatori di altre Logge, che
sono sempre accolti dai Fr. dell’Archimede con somma delizia, amicizia e solidarietà che virtualmente si
estende a tutti i Fratelli sparsi per il Mondo.
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Ma non solo i Fratelli che consumano i pasti, ma anche coloro che li preparano, sono animati da un immenso
affetto per i fratelli tutti: i pasti, semplici, sono sempre preparati con grande amore dai Fratelli dell’Ordine
della Parannanza, come ci ha insegnato il Gran Maestro ultra vitam, Valerio, che ricordiamo ed è sempre
presente nei nostri cuori.
L’agape rituale è differente dalle altre solite, e non solo per il periodo in cui si svolge, il tempo della Pasqua,
il giovedì santo: la celebrazione rosacruciana infatti ha un chiaro stampo cristiano, da questa derivando, e
quest’ultima, a sua volta rammenta la Pasqua ebraica, il Pesach, il ricordo della liberazione dalla schiavitù
dell’Egitto.
Abitualmente l’agape massonica si apre con una invocazione al Sovrano Grande Architetto dell’Universo,
affinché si degni di benedire il nutrimento che si sta per assumere e di rivolgere uno sguardo benefico
sull’Assemblea, i cui membri, a qualunque religione appartengano, si riuniscono per offrire insieme
l’espressione sincera dei loro sentimenti d’amore, di rispetto e di riconoscenza.
I cibi rituali che compongono il menu dell’agape fraterna sono gli stessi che compongono il Seder (ordine,
rito) del Pesach, pane azzimo, erbe amare, il chasolet, una miscela di frutta secca, vino e miele, le uova, il
vino.
Rimando ad ulteriori letture ed approfondimenti, anche per non ripetermi, sul senso ed il significato rituale
dell’agape massonica.
Vorrei soffermarmi soltanto su quella serie di brindisi, in genere in numero di sette, il cui uso è antichissimo,
e affonda le radici nelle offerte di vino in onore degli dèi, le famose libagioni. Nell’agape massonica, che
deriva in ciò dall’uso delle logge itineranti castrensi, i vari utensili hanno nomi particolari. Qualche esempio:
piattaforma (tavolo), velo (tovaglia), bandiera (tovagliolo), cazzuola (cucchiaio), cannone (bicchiere), zappa
(forchetta), pietra greggia (pane), polvere forte (vino), polvere debole (acqua), sabbia (sale), caricate i
cannoni (riempire i bicchieri) tirare una cannonata (bere) ecc., per cui il nostro brindisi è accompagnato
dall’ordine “fuoco”.
In genere il primo brindisi è dedicato al capo dello Stato, il secondo al Gran Maestro dell’Ordine, il terzo al
Maestro Venerabile della Loggia, il quarto ai Sorveglianti di Loggia, il quinto a tutti i Fratelli Visitatori, il
Sesto ai Fratelli della Loggia, il settimo a tutti i Massoni.
Quest’ultimo brindisi è massonicamente tra i più antichi ed è detto anche the Tyler Toast, cioè il brindisi del
Tegolatore, o come nel nostro caso, il Copritore interno):
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"To All Poor and Distressed Masons, wherever they may be, dispersed over the face of the earth or on the
water, here's wishing them a relief from their sufferings, and a happy return to their native land, should they
so desire it."
Che liberamente tradotto fa: “per tutti i Massoni poveri ed in difficoltà, per terra, sul mare od in aria,
augurando una rapida consolazione alle loro sofferenze ed un pronto ritorno al Paese natio, se lo
desiderano».
Che è rievocato anche in una poesia di Rudyard Kipling, “La Vedova di Windsor,’, che così si conclude: «...
e poi per i Figli della Vedova / dovunque e comunque essi si trovino / se è ciò che desiderano: / un
immediato ritorno alle loro case».
E voglio riportare infine gli ultimi versi di un antico poema tradizionale, con cui nelle logge anglosassoni si
soleva concludere l’agape:
Dear Brethren of the Mystic tie, the night is waning fast, Our work is done, our feast is o'er, this toast must
be the last. Good night to all, once more good night, again that farewell strain, Happy to meet, sorry to part,
happy to meet again.
Buona notte a tutti, e ancora buona notte, ancora uno sforzo per separarci,
Gmm
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secondo luogo, mangiando dello stesso cibo, annullano ogni differenza di censo e di status sociale
che, di norma, influenzano la qualità dei cibi di cui ciascuno, solitamente, si alimenta; in terzo
luogo, essi dimostrano, mangiando e bevendo liberamente di quanto in comune, la loro piena
fiducia reciproca che nessuno di loro approfitterà della circostanza per nuocere agli altri, né
sfruttando la possibilità di immettere un nocumento nel cibo, né sfruttando la rilassatezza indotta
dalle consumazioni.
Tutti questi elementi sono presenti ed esaltati nell'Agape massonica. In essa, infatti, i Fratelli Liberi
Muratori si riuniscono a condividere un pasto allo scopo di ulteriormente cementare il loro rapporto
fraterno, nel pieno reciproco rispetto delle singole dignità. Inoltre, l'Agape Massonica è l'occasione
in cui significazioni simbologiche, caratteristiche della Libera Muratoria, possono essere richiamate
per dare completezza al Lavoro che si va a compiere.
Nella presente elaborazione si è tenuto conto che lo svolgimento dell'Agape è previsto in primo
grado, come, d'altronde, avviene di solito per permettere a tutti i Fratelli di parteciparvi.
Pertanto, i riferimenti simbologici sono stati adattati a tale grado, il quale consente soltanto che essi
siano semplici, logici, chiari ed univoci, ferma restando la caratteristica prima del Lavoro
liberomuratorio, per cui ciascuno penetra il Simbolo nella misura in cui ne è individualmente
capace. In tale ultima considerazione rientra la possibilità di conferire all'Agape significati che
trovano la loro ispirazione in ambiti, tradizionali, ma non necessariamente ed esclusivamente
liberomuratori.
L'Agape massonica, comunque, non è mai stata codificata in una ritualità precisa dal Grande
Oriente d'Italia - Palazzo Giustiniani; ne consegue che, qualora non si contrastino gli Antichi
Doveri, la Costituzione e il Regolamento dell'Ordine, ogni R. Loggia, nella sovranità del suo
Magistero iniziatico, possa elaborare e praticare il Rituale d'Agape che ritenga più rispondente alle
sue esigenze. Si riscontra, perciò, una vasta fioritura di Rituali d'Agape, spesso l'uno diverso
dall'altro, sebbene ciascuno pregno di alto valore iniziatico.
211
Banchetto o Lavori di Tavola sono sinonimi) è l'esaltazione della fraternità in una cornice di
assoluto decoro e dignità.
Il presente lavoro si è proposto soprattutto di rivivificare quello spirito, compiendo tale operazione
anche tramite il recupero di termini lessicali che quei nostri antichi Fratelli utilizzavano con
significazioni squisitamente pertinenti all'Istituzione. Non sfuggirà che, in tale lessico, che si riporta
alla fine delle presenti premesse, si intrecciano termini derivati dall'operatività muratoria (Pietra
Grezza, Tegola, Regola, Cazzuola, Cemento, Materiali, Sgrossare, ecc.) e dall'Arte Militare coeva,
in particolare, dal linguaggio in uso nell'Artiglieria da Campagna.
I termini d'origine militare sono altrettanto numerosi e si utilizzano specialmente in occasione dei
Brindisi rituali.
L'uso di queste terminologie non deve, però, ingenerare l'equivoco di un facile giudizio circa una
Libera Muratoria tutta dedita a "riti marziali". Vero è, piuttosto, che i Fratelli che ci hanno
preceduto, viventi in un'epoca nella quale il modello militare era il solo in cui si riscontravano
l'ordine e l'efficienza, valori comportamentali che il Massone, da sempre, impone a sé stesso per il
conseguimento del suo perfezionamento, non hanno certo trasfuso sé stessi nel modello, ma lo
hanno, invece, utilizzato ed adattato alle loro esigenze. Se, poi, in qualche lettore malevolo e
prevenuto, potesse mantenersi il sospetto che i Massoni si rifanno a tradizioni "paramilitari",
basterebbe a fugare ogni ombra la semplice considerazione che il bersaglio, del rituale caricamento
e puntamento dell'arma non è altri che l'Artigliere stesso.
LA SCELTA DEGLI ALIMENTI - Dal momento che, come già detto, scopo dell'Agape massonica
è l'esaltazione ed il rafforzamento del rapporto fraterno fra Liberi Muratori, non è necessario che gli
alimenti siano particolarmente prescritti, né come qualità, né come preparazione. Sarà, anzi, bene
che essi siano i più semplici possibile, di facile reperimento, trattati senza ricercatezze e senza
eccessivi cedimenti alla gola.
Nella scelta degli alimenti e della loro preparazione non deve, poi, essere dimenticato il particolare
pratico che, essendo costumanza che le vivande siano portate in tavola non da professionisti della
ristorazione, ma da Fratelli che si assumono tale onere, il servizio deve poter essere il più semplice
possibile da sbrigare.
212
Non va ancora dimenticato che la composizione di un pasto soddisfacente ha, in ogni civiltà umana,
il conforto di nozioni di cui, senza giungere al moderno "bilanciamento calorico", bisogna tener
conto nella scelta e nel susseguirsi delle vivande.
Fatte queste preliminari considerazioni, si ritiene che un pasto composto di pane, carne o pesce,
verdure, ortaggi, olive e frutta, accompagnati, moderatamente, ma liberamente, da vino ed acqua,
risponda alle caratteristiche che siamo andati individuando.
PANE - Un cereale è sempre alla base dell'alimentazione dei popoli della Terra. Nel bacino del
Mediterraneo, fin dai tempi più antichi, si utilizza principalmente il frumento sotto forma di pane:
farina di frumento, impastata con acqua e cotta in forno, con o senza aggiunta di lievito.
L'aggiunta del lievito ha effetto sui soli caratteri organolettici; nella volontà di massima ragionevole
semplicità, che abbiamo posto a base della scelta degli alimenti, ben rientra la preferenza per pani di
tipo azzimo e cioè non provenienti dal procedimento elaborato della lievitazione.
D'altronde, se il reperimento di azzimi fosse particolarmente difficoltoso, per converso, sarebbe più
coerentemente semplice, l'utilizzo di pani lievitati, avendo cura di scegliere tra quelli le cui
preparazioni siano meno elaborate.
Una immediata considerazione simbologica da applicare al pane è che non esiste cibo il quale, più
del pane, si presti ad essere spezzato e, sempre uguale a sé stesso, offerto ai Fratelli, così come
l'Amore, sempre uguale, che ci impegniamo ad offrire loro.
UOVA - Ad ogni latitudine le uova di uccello sono un alimento comunemente diffuso. Le uova di
più comune reperimento nelle nostre condizioni sono certamente quelle di gallina, preventivamente
rassodate per ragioni pratiche di servizio e consumazione.
Di immediata evidenza è la simbologia legata alla potenzialità vitale presente nell'uovo, all’interno
del cui guscio si forma il nuovo individuo che, per manifestarsi, proprio quel guscio deve rompere;
semplice Allegoria della Conoscenza che si nasconde e può essere resa evidente solo dopo un lungo
lavoro.
213
Appropriato appare, quindi, iniziare, posta la base del pane, un'Agape massonica con un alimento
che ricorda il lavorio interiore, necessario per giungere alla Conoscenza.
CARNE O PESCE - Le considerazioni fatte per la scelta del pane e delle uova, possono essere
ripetute per la scelta della componente del pasto destinata a fornire l'apporto energetico in modo che
tale componente consenta, sia di dilatare il tempo intercorrente tra un pasto e l'altro, sia di ottenere,
al contempo, la forza per affrontare la fatica del lavoro. Tali caratteristiche, scoperte dall'uomo fin
dai tempi più remoti, particolarmente riscontrabili nella carne e nel pesce, hanno, infatti,
determinato, sin dall'antichità, l'uso abituale di questi alimenti su tutte le mense del mondo.
La scelta che, per lunga consuetudine, si fa all'Oriente di Roma, in occasione dell'Agape massonica,
senza che debba, perciò, esserne interdetta altra conforme alle suddette giustificazioni, è quella della
carne di Agnello. Tale carne è facilmente reperibile, di costo contenuto, (questo particolare non va
sottaciuto, essendo l'Agape esercizio di fraternità, non occasione di ostentazione), divisibile in pezzi
ragionevolmente omogenei (per dare anche visivamente il senso dell'uguaglianza, a differenza di
altre carni, più caratterizzate nelle loro parti), di comune e semplice preparazione secondo
l'abitudine gastronomica del luogo, infine, di facile veicolazione verso la mensa.
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Sembra di tutta evidenza che, la riflessione debba essere portata sul fatto che il piacere della
freschezza che le verdure provocano al palato è come il ristoro che consegue al progresso nella Via
iniziatica: si può incontrarlo o sapientemente coltivarlo.
Va da sé, che per le premesse già fatte, anche nella scelta di verdure ed ortaggi, va mantenuto il
principio di semplicità.
OLIVE - Nel bacino del Mediterraneo le olive sono un alimento importantissimo, tanto da essere
largamente consumato da tutte le classi sociali. Risponde, pertanto, a tutte le caratteristiche già
finora elencate.
Consumare olive è ritenuto, poi, in modo pressoché assiomatico, cibarsi del frutto, Simbolo, per
eccellenza, della Pace. L'albero d'Ulivo, infatti, fruttifica solo dopo molti anni dal suo impianto e
necessita di cure attente per dare raccolti copiosi. Disporre, quindi, di olive in abbondanza è
dimostrazione di aver goduto della Pace necessaria a che la piantagione crescesse indisturbata e ben
curata. Difficile, pertanto, nella nostra cultura, individuare un altro alimento da potersi consumare
in comune con i Fratelli che, altrettanto chiaramente, possa simboleggiare il frutto o il risultato della
Pace.
FRUTTA - L'imbandigione di frutta a conclusione di un pasto è propria di ogni civiltà ove questi
prodotti esistono sia perché spontanei, sia perché coltivati. Tale usanza è, probabilmente, da riferire
al fatto che, di norma, è gradito al palato far seguire al gusto delle vivande elencate il sapore
zuccherino proprio della frutta. Fatta ancora salva la più volte ripetuta esortazione alla semplicità,
per cui si eviteranno frutti esotici di particolare rarità e costo, si ritiene che, in ambito
liberomuratorio, vada privilegiato il concetto che la frutta rappresenta un'immediata Allegoria della
Tradizione: la polpa può essere subito consumata ed assimilata, mentre il seme assicura la
continuità nel tempo. Tale concetto, stante la condizione del primo grado, dovrebbe essere
privilegiato anche se si consumi, per il suo piacevole alto contenuto zuccherino, frutta secca e,
quindi, tecnicamente sterile.
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VINO - Non vi sono dati storici precisi che individuino il tempo ed il luogo in cui si iniziò a trarre
vino dalla vite. Notissimo è, però, l'episodio biblico che riguarda Noè e, quindi, è da ritenere che la
"cultura del vino" inizi qualche millennio prima di Cristo. Infinite sono le disquisizioni possibili
sulle innumerevoli diverse provenienze e caratteristiche organolettiche degli altrettanto
innumerevoli tipi di vino, si può, però, in estrema sintesi, affermare che il vino è un liquido
inebriante, prodotto dalla fermentazione del succo ottenuto dalla spremitura dei grappoli d'uva,
frutto della vite e maturati dal sole.
Nell'Agape massonica, il vino, per la sua proprietà di indurre allegria in chi lo consuma in quantità
moderata, assume la caratteristica di alimento (il vino, a differenza dell'acqua, è un vero e proprio
alimento) idoneo a rendere i commensali ancora più disponibili a far circolare fra loro sentimenti di
fratellanza e amicizia.
Per l'Agape massonica deve essere scelto un vino unico per tutti: come uguali devono essere le altre
vivande, così uguale deve essere il vino (per eventuali incompatibilità, vedasi più avanti).
Il colore del vino non assume particolare importanza, si raccomanda, piuttosto, di scegliere vini da
pasto che si accordino alle vivande prescelte e siano di gradazione alcolica contenuta per permettere
al palato di goderne senza compromettere la compostezza. Tale operazione di scelta, come di
consueto, non deve avere fini di raffinatezza, ma rispettare, comunque, quei canoni armonici che
sono propri dei Liberi Muratori e possano essere osservati senza difficoltà e con modica spesa.
Una volta che il vino sarà stato introdotto sulla mensa e, dopo l'invito a mescerne da parte del
Maestro Venerabile, ogni fratello potrà berne nella misura che riterrà opportuna, ben conscio che si
tratta di una bevanda inebriante il cui consumo in eccesso fa perdere il controllo di sé stessi,
controllo che va categoricamente mantenuto. Opportuno e specifico invito a mescere del vino sarà
dato dal Maestro Venerabile per effettuare i Brindisi d'uso.
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ACQUA - L'acqua non è un vero e proprio alimento; è, però, l'elemento senza il quale è impossibile
la vita biologica, così come la conosciamo e costituisce addirittura la componente principale del
nostro corpo. Così, come nei fenomeni fisici, essa si dispone in evidente equilibrio alle forze che su
di essa agiscono, così, nel nostro organismo, essa assicura l'equilibrio interno dei liquidi.
Siamo, poi, per ragioni naturali, in grado di avvertire se manchiamo di acqua ed abbiamo, quindi,
bisogno di reintegrare le nostre riserve. Si ritiene, pertanto, che l'acqua debba essere costantemente
a disposizione dei commensali dell'Agape, in modo che essi se ne possano servire al momento e
nella quantità che riterranno opportuni per ristabilire il proprio equilibrio fisico e, quindi, il proprio
benessere. Nell'ambito degli innumerevoli significati simbologici legati all'acqua, si può accentrare
la nostra attenzione, in questa sede, su quello per cui, servirsi dell'acqua, sempre a disposizione,
equivale al placare la propria sete di Conoscenza alla fonte della Vita, sempre a disposizione di chi
abbia veramente l'intenzione di attingervi.
LA MUSICA E L'AGAPE - Del tutto superfluo è sottolineare il legame molto stretto esistente tra la
Libera Muratoria e la Musica. Gli antichi documenti, cui abbiamo accennato, mettono in evidenza
tale legame narrando che i Liberi Muratori contrappuntavano le loro Agapi con canti e musiche
appropriati. La diminuita predisposizione attuale, almeno nel nostro Paese, al canto corale e il
crescente uso di apparecchiature di riproduzione fa, oggidì, propendere per l'impiego di queste
ultime per dare vita alle sonorità più idonee in occasione delle attuali Agapi.
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La scelta delle musiche da ascoltare è bene sia affidata alle cure di un Fratello particolarmente
esperto (nella presente occasione, la scelta delle musiche, è stata compiuta dal Fratello che in
Loggia dirige la cosiddetta Colonna d'Armonia) il cui contributo sarà quello di far sì che la musica
nei momenti salienti dell'Agape sia elemento armonico coinvolgente e non un riempitivo estetico-
formale.
SERVIZIO A MENSA - È costumanza liberomuratoria che le vivande siano servite al desco dai
Fratelli Apprendisti, sotto la guida attenta del Maestro delle Cerimonie. Tale particolare fa
chiaramente intendere che essi partecipano all'Agape svolgendo una importante funzione quella,
cioè, di custodire le vivande e farle giungere amorevolmente ai Fratelli, immuni dalla indiscrezione
profana. Essi, poi, dopo questo fraterno servizio, partecipano di pieno diritto all'Agape e per la loro
prestazione suscitano la riconoscenza ed il rispetto di tutti gli altri Fratelli. Essi rappresentano, in
qualche modo, la premurosità dell'ospite nell'assoluto disinteresse materiale.
Eccetto che nei momenti di particolare importanza rituale, in cui è richiesto che si presti attenzione
all'Oriente, o si compiano gesti prescritti, i Fratelli hanno facoltà di discorrere, sottolineandosi che,
la conversazione deve mantenersi in tono di voce sommesso.
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astenere per radicate convinzioni, non v'è ragione che tali Fratelli debbano astenersi anche dalle
gioie dell'Agape fraterna.
Così come è prescritto negli antichi documenti cui accennavamo, che il Fratello aduso all'acqua non
debba essere forzato a consumare vino neppure in occasione dei Brindisi rituali, così deve farsi se i
Fratelli prospettino esigenze reali, in relazione anche ad altri alimenti. Sarà il buon senso, guidato
dalla modestia, a dettare di volta in volta la migliore soluzione.
BRINDISI - L'uso del brindisi è antichissimo e se ne fa cenno anche nella Bibbia. Nei poemi
omerici, dei ed eroi ci sono rappresentati nell'atto di bere scambievolmente gli uni alla salute degli
altri.
Presso i Greci l'atto del brindisi era accompagnato da una formula augurale come:
Dai Greci l'uso del brindisi passò ai Romani i quali, addirittura, erano soliti bere tanti ciati o sorsi
quante erano le lettere del nome della persona che si voleva onorare.
Ciò sta a dimostrare come in qualsiasi epoca ed in qualsiasi società il brindisi ha assunto sempre un
preciso significato.
Molto si è discusso sul significato dei sette Brindisi nei banchetti massonici odierni.
Alcuni autori, verosimilmente molto forzatamente, hanno voluto vedere un accostamento tra i sette
pianeti divinizzati ed i valori da essi rappresentati nella società moderna.
I sette Brindisi, molto più probabilmente, sono, invece, la semplice manifestazione di un atto
riverenziale che sgorga quasi naturale ed ubbidisce ad un'ordinazione gerarchica, connaturale alla
esperienza massonica.
L.S.
219
Disposizione della Loggia d’Agape
220
Apertura dei Lavori d'Agape
Il Maestro Venerabile, nel silenzio più assoluto, rimanendo seduto, prende con la destra
il maglietto contemporaneamente ai sorveglianti e lo appoggia sul cuore.
M. Ven. •
1° Sorv. •
2° Sorv. •
M. Ven. Fratelli, assistetemi ad aprire i Lavori d’Agape. Fratello 1° Sorvegliante, qual è il primo
dovere di un Sorvegliante in Loggia?
1° Sorv. Il primo dovere è quello di assicurarsi che il Tempio sia debitamente coperto.
Il Copritore Interno, spada in pugno, chiude la porta del Tempio e ne depone la chiave accanto al
posto del 1° Sorv.
1° Sorv. È quello di assicurarsi che tutti i presenti siano Fratelli Liberi Muratori.
221
(La posizione di ordine è quella dell’Apprendista, ma il braccio sinistro anziché essere disteso
lungo il corpo, viene piegato all’altezza del tavolo. La mano sinistra si appoggia a piatto sul
tavolo, con le dita riunite ed il pollice a squadra).
2° Sorv. Fratello 1° Sorvegliante, dai Segni che danno, riconosco tutti coloro che compongono la
Colonna di Settentrione come Liberi Muratori.
1° Sorv. Maestro Venerabile, dai segni che danno, riconosco tutti coloro che compongono le due
Colonne come Liberi Muratori.
1° Sorv. Ci riuniamo in Agape affinché il cibo materiale divenga cibo spirituale, e per celebrare
degnamente la Tradizione libero-muratoria, riuniti in serena armonia, in amicizia e
fratellanza, intorno ad un desco, in Agape Fraterna, e per rendere un solenne
ringraziamento al Grande Architetto dell'Universo per i benefici che spande sulla Terra.
M. Ven. Fratello 1° Sorvegliante, a che ora gli Apprendisti Liberi Muratori hanno consuetudine di
aprire i loro Lavori d'Agape?
222
M.Ven. (• ) Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, avvertite i Fratelli delle vostre Colonne che sto per aprire i
Lavori rituali di Agape.
1° Sorv. (• ).Fratelli della mia Colonna, vi informo che il M.V. sta per aprire i Lavori rituali di
Agape.
2° Sorv. (•).Fratelli della mia Colonna, vi informo che il M.V. sta per aprire i Lavori rituali di
Agape.
M.Ven. (••• ) Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, in nome della Massoneria
Universale, sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia, per i poteri a me conferiti,
dichiaro aperti i Lavori di Agape di questa Risp. Loggia ….........., N° …........ all’Oriente
di …..............
Il Maestro delle Cerimonie, con la mano destra porge la fiamma al Maestro Venerabile che
accende il primo cero, posto dinanzi a lui, dicendo:
Il Maestro delle Cerimonie, porge poi la fiamma al 1° Sorvegliante, che accende il secondo cero,
posto dinanzi a lui, dicendo:
Il Maestro delle Cerimonie, porge poi la fiamma al 2° Sorvegliante, che accende il terzo cero,
posto dinanzi a lui, dicendo:
223
2° Sorv. Che la Bellezza lo compia e lo irradi.
Ex M Ven. (o, in assenza, l’Oratore) - Per il bene dell’Umanità e Alla Gloria del Grande Architetto
dell’Universo.
Il Maestro delle cerimonie traccia o colloca il quadro di loggia, e completa l'illuminazione del
Tempio
M. Ven. A me, Fratelli, per il segno e la batteria. Fr. Oratore, recitate per tutti noi l'invocazione di
rito.
Oratore: O Grande Architetto dell’Universo, Noi , costruttori, spezziamo in Tuo onore il pane, e
beviamo il Sacro Liquore della Terra per impetrare la Forza, la Serenità e la Volontà, al
fine di edificare il Tempio che non ha dimensioni e che tutto comprende. Che la nostra
opera possa essere di auspicio e di conforto a chi è nel bisogno. Che il Sacro Tempio possa
unire tutte le genti nel più sereno spirito di Fratellanza. Che la nostra Loggia, come tutte le
Logge del mondo, possano prosperare, per il bene dell’Umanità ed alla Gloria del Grande
Architetto dell’Universo.
M.Ven. Fratelli, sedete. Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, comunicate ai Fratelli delle vostre Colonne
che si da inizio al convivio.
1° Sorv. Fratelli della mia Colonna, vi comunico che, per ordine del Maestro Venerabile, si da
inizio al convivio.
2° Sorv. Fratelli della mia Colonna, vi comunico che, per ordine del Maestro Venerabile, si da
inizio al convivio.
M.Ven. Fratelli, dedichiamoci serenamente ed in silenzio al nostro lavoro. Fratelli diamo inizio
all'Agape. Fratelli togliamoci i guanti. (Tutti si tolgono i guanti)
224
M.Ven. Come il primo compito del Libero Muratore è quello di levigare la pietra grezza, accanto ai
suoi Fratelli, così noi dividiamo col nostro Fratelli il pane prodotto dal grano frutto della
nostra Terra per il Lavoro dell'uomo. Spezziamo il pane, porgiamolo al nostro vicino di
destra e mangiamolo
M.Ven. Fratelli, colmiamo i calici , versate il vino al vostro vicino di sinistra (pausa)
M.Ven. Come il Sole feconda i nostri campi, così il prodotto della nostra vigna sia l'amore che
alimenta col suo fuoco il nostro lavoro. Fratelli, bevete il succo estratto dal frutto della
vigna, che fermenta nei grappoli sotto lo stimolo fecondatore del Sole.
E come il chicco d'uva concentra il calore del sole per maturare il suo succo che si trasforma,
mediante il processo di fermentazione, in vino, così il Libero Muratore concentra in sé
l'insegnamento iniziatico, che si trasforma, mediante il Lavoro interiore, in Amore per i
Fratelli.
(pausa)
M.Ven. L'uovo rappresenta il Mondo nelle sue tre verità fondamentali. L'Uovo è simbolo della
potenzialità vitale. Al suo interno si forma il nuovo individuo che per manifestarsi deve
romperne con fatica il guscio, così come la Conoscenza si forma dopo un lungo Lavoro ed
il superamento di ostacoli. E come per giungere al rosso del tuorlo è necessario usare la
forza per spezzare il guscio, e l'arte paziente per penetrare il bianco albume, così, per
conquistare la Verità, giungere fino al centro delle cose.
La superficie dell'uovo non ha né principio né fine. Essa è simbolo dell'Eternità della Vita.
M.Ven. Come il verde dei campi allieta e risposa lo sguardo, così il frutto degli orti ci ristori lungo
il nostro faticoso cammino, e l'olio dono dell'ulivo, simbolo di pace, lo renda pacifico e
sereno. Fratelli, consumiamo le Verdure, offerta spontanea della Natura e gli Ortaggi,
risultato delle cure pazienti dell'uomo, frescura per il palato e simboli del ristoro del
Lavoro iniziatico e, con essi, consumiamo pure le Olive, simbolo della Pace. Celebriamo
così, in armonia, la serenità, l'amicizia e l'amore fraterno.
(pausa)
M.Ven. Maestro delle Cerimonie, preparate alcuni Fratelli Apprendisti per servire l'Agnello.
M.Ven. Fratelli prendiamo l'Agnello. Fratelli, l'Agnello simboleggia il sacro Ariete Celeste, e con
esso l'inizio del Mondo. Con il sacrificio di questo Agnello, che i nostri voti siano sempre
puri nell'offerta cosciente al Principio Universale. Nel consumare l'Agnello, le cui carni ci
donano vigore per superare le quotidiane fatiche, rendiamo ringraziamento al G.A.D.U. per
i benefici che spande sulla Terra.
(tutti consumano: sarebbe bene non si tocchi l'agnello con utensili metallici)
(pausa)
M.Ven. Come l'Uomo consuma il frutto del Sapere, così noi rinasciamo alla vera Conoscenza,
consumando i frutti dei nostri alberi; essi sono il prezioso dono del Sole in questo giorno di
Festa. Consumiamo la Frutta, simbolo della continuità della Tradizione: la polpa è subito
consumata e assimilata, mentre il seme assicura la continuità nel tempo.
226
(Tutti consumano la frutta. Dopo essersi accertato che tutti i Fr. abbiano consumato il M. Ven.
invita i FFrr a levare i calici per i sette brindisi rituali)
M.Ven. Il primo brindisi è al Capo dello Stato e per la gloria e la prosperità del nostro Paese.
1° Sorv. Il terzo brindisi è per il nostro Rispettabilissimo Maestro Venerabile, nonché per la nostra
Loggia, per la prosperità della quale formulo i voti più ardenti.
M.Ven. Il quarto brindisi è per i Fratelli Dignitari ed Ufficiali della nostra Loggia, che ringraziamo
per il lavoro che svolgono, per il bene di tutti i Fratelli.
M.Ven. Il quinto brindisi è per i Fratelli della nostra Loggia e per i Fratelli visitatori che onorano i
nostri Lavori. Accompagno questo brindisi con i voti più fervidi per la prosperità delle
nostre famiglie.
M.Ven. Il sesto brindisi è per i Fratelli passati all'Oriente Eterno, che sono sempre presenti fra di
noi.
227
(Tutti i Fratelli: Fuoco)
M.Ven. Il settimo brindisi è per tutti i Massoni poveri ed in difficoltà, sparsi per la Terra, sul Mare
o nel Cielo, augurando una rapida consolazione alle loro sofferenze ed un pronto ritorno al
Paese natio, se questo è ciò che desiderano.
Dopo un congruo periodo di tempo, a discrezione del Maestro Venerabile si procede alla chiusura
dei Lavori.
1° Sorv. Fratelli della Colonna del Meridione, se qualcuno deve presentare proposte per il bene
dell’Ordine in generale o di questa Loggia d'Aagape in particolare, può chiedere la parola.
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, se qualcuno deve presentare proposte per il bene
dell’Ordine in generale o di questa Loggia d'Agape in particolare, può chiedere la parola.
228
M.Ven. Fratello Oratore, vi prego di darci le vostre conclusioni.
Prima delle conclusioni del Fr. Oratore ogni fratello riempie circa mezzo bicchiere d'acqua al
Fratello alla sua sinistra
Il Fratello Oratore,
(pronuncia le sue conclusioni, spiegando il significato dell'Acqua, principio di Vita; l'acqua che
penetra tutte le cose della Natura.)
L'Acqua è l'Elemento essenziale alla vita. Essa, oltre a placare la nostra sete, assicura l'equilibrio dei
liquidi nel nostro corpo.
L'Acqua simboleggia la fonte della vita cui sempre, simbolicamente, ci abbeveriamo per soddisfare
la nostra sete di Conoscenza.
Al termine :
M. Ven. Fratello Maestro delle Cerimonie, fate passare il Sacco per le Proposte Tacite ed il Tronco
della Vedova.
Orat. Maestro Venerabile, i poveri hanno preso parte alla nostra Agape
M. Ven. Fratello 2° Sorvegliante, a che ora i Fratelli Liberi Muratori hanno consuetudine di
terminare i loro Lavori d’Agape?
229
(Si possono far risuonare 12 rintocchi di campana)
M. Ven. (●●●) Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo - in nome della Libera Muratoria
Universale - sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani - per i poteri a
me conferiti - dichiaro chiusi i Lavori d'Agape, di questa Rispettabile Loggia …..........., n.
….. all’Oriente di …............., ed ordino al 1° Sorvegliante di chiudere la Loggia. A me,
Fratelli, per il Segno (si esegue … - pausa) e la Batteria (●●●).
1° Sorv. Fratelli delle due Colonne, per ordine del Maestro Venerabile chiudo la Loggia. (●●●
attenuati e abbassa la colonnina).
2° Sorv. I Lavori sono chiusi fino alla prossima Agape. (●●● ancora più attenuati e alza la
colonnina).
M. Ven. Fratelli, ora che abbiamo raggiunto la Concordia, siamo pronti a costruire il Tempio
dell'Umanità. Ritiriamoci in pace, dopo aver promesso il riserbo sui Lavori compiuti.
Fratello Maestro delle Cerimonie, vogliate provvedere a riporre (o cancellare) il Quadro di Loggia,
e spegnere le tre Luci.
230
M. Ven. Che la Luce della Saggezza resti nei nostri cuori.
E' uso della Loggia Archimede che l'ex M.Ven, o in sua vece l'Oratore, allo spegnersi delle ultime
luci dica:
Ex MV Che la Luce di quell'Amore che mai si spegne, continui sempre a brillare nei nostri cuori
per illuminare il nostro cammino.
Dignitari e Ufficiali depongono, all’unisono col Maestro Venerabile, le insegne e gli strumenti di
lavoro.
M. Ven. Fratello Maestro delle Cerimonie, provvedete a fare uscire ordinatamente i Fratelli dal
Tempio.
231
Appendice A Saggezza, Forza e Bellezza
I rituali oggi in uso in Italia (tranne è ovvio, il Rituale Emulation), non nascondono la loro
ascendenza “scozzese” e per il tramite di questa, ai rituali massonici degli “antients”, come
venivano praticati nelle colonie inglesi e francesi del Nuovo Mondo, ove si costituì e assunse la sua
forma, quasi definitiva, nel 1802, il Rito Scozzese Antico Accettato.
Tralasciando la storia dei rituali dal 1805 (data di nascita del Grande Oriente) al 1924, allorché la
Massoneria viene messa fuori legge dal fascismo, vediamo che fu solo nel 1946, alla fine del
ventennio, con la rinascita delle varie Comunioni Massoniche in Italia, che si sentì l’esigenza di
fornirsi di testi rituali in accordo con la Tradizione. Tali esigenze presero corpo ad opera di
Salvatore Farina, autore di una pubblicazione sui “Rituali del Rito Scozzese Antico ed Accettato”,
opera più volte successivamente ripubblicata, nella sua più o meno interezza [1].
I Rituali che attualmente sono maggiormente diffusi, in Italia, sono in effetti una traduzione e un
adattamento, sul modello della Guide [2] fatto da Salvatore Farina, o derivati da questi. Il rituale in
uso a Palazzo Giustiniani, fu poi parzialmente modificato, sembra su impulso degli studi di Ivan
Mosca, nei tardi anni ’60, per assumere una veste definitiva nel 1969. Versioni del Farina, più o
meno abbreviate, sono tuttora solitamente utilizzate dalle Comunioni di discendenza dalla
Massoneria detta di Piazza del Gesù, o degli ALAM.
Negli attuali rituali di Palazzo Giustiniani, si può notare, rispetto a quelli direttamente derivati dal
Farina, l’inserimento, dopo l’invocazione al GADU per l’apertura della Loggia, di un rituale, per
232
così dire “nel rituale”, e ci si riferisce all’accensione delle Luci poste sui candelabri pertinenti al
Maestro Venerabile, al 1° ed al 2° Sorvegliante, collocati al centro dell’Officina, attorno al Quadro
di Loggia.
É riportato infatti che: il 1° Sorvegliante, che sta all’Occidente, tiene sulla sua cattedra un
candelabro a due fiamme, una Colonnina jonica mobile ed un Maglietto. La Statua di Venere
(Bellezza) è sulla parete alle sue spalle. Al 2° Sorvegliante, è invece attribuita la Forza. Egli siede
alla metà circa della parete del Mezzogiorno; sulla sua cattedra un Candelabro ad una fiamma, una
Colonnina dorica mobile ed un Maglietto. Alle sue spalle la Statua di Ercole (Forza).
Questa parte riguardante l’accensione dei candelabri, non c’è nei Rituali del Farina; non c’era nel
rituale di Palazzo Giustiniani, pubblicato nel ’54, né se ne fa menzione nei rituali attuali degli
ALAM di Piazza del Gesù.
Su di un Rituale del GOI pubblicato nel 1969, oltre che su un Rituale di un Grande Oriente
Scozzese (pubblicato su Internet da Athos Altomonte, e di evidente derivazione giustinianea) si
legge invece: Il Maestro Venerabile, il 1° e il 2° Sorvegliante scendono dai loro Scanni - e si
avvicinano ai candelabri posti al centro del Tempio - il Maestro delle Cerimonie porge la fiamma
(ossia un candelino acceso dalla fiamma del Testimone) al Maestro Venerabile, che accende la
prima torcia dicendo: “Che la Sapienza illumini il nostro Lavoro”. Poi il M.V. passa la fiamma al
1° Sorvegliante che accende la seconda torcia dicendo: “Che la forza lo renda saldo”. Il 1°
Sorvegliante passa la fiamma al 2° Sorvegliante che accende la terza torcia, dicendo: “Che la
bellezza lo irradi e lo compia”.
Come si vede dagli esempi sopra riportati, sembra che fin dai tardi anni ’60, la sequenza
tradizionale di Forza e Bellezza, che attenevano rispettivamente al 1° ed al 2° Sorvegliante, sia stata
invertita, nei rituali giustinianei, dal 1969 in poi,
233
Sull’identificazione dei tre candelieri, con i tre grandi pilastri, con la Saggezza, Forza e Bellezza, e
sull’attribuzione di queste al M.Ven., al 1° e al 2° Sorv., oltre che con gli ordini Jonico, Dorico e
Corinzio, fiumi di inchiostro sono stati versati, ma vale senz’altro la pena di rileggere quanto
riportato da Luigi Sessa 4 che descrive “sistemazioni” ed attribuzioni di candelabri, pilastri, etc, e la
loro più o meno discontinua evoluzione, ed è indubbiamente di grande interesse per noi, ciò che
l’autore riporta a proposito della situazione dei rituali in Italia, ove si fa in un certo senso la storia di
questo cambiamento, avvenuto, inavvertitamente e “quasi sua sponte”.
Il Sessa infatti ribadisce, a pag. 198 del suo cit., che già in rituali del GOI del 1954 -55, e per
l’ultima volta in un rituale di piccolo formato edito dal GOI nel 1969, si attribuiscono forza e
bellezza al 1° ed al 2° Sorvegliante, come da Tradizione. In quest’ultimo rituale del 1969, continua
il Sessa5 che il 1° Sorvegliante pronuncia l’invocazione “Che la forza lo renda saldo” mentre il 2°
“Che la Bellezza lo irradi e lo compia”. Oltre al Sessa, che lo cita, anche il Porciatti6 attribuisce la
forza al 1° Sorvegliante e la Bellezza al 2 °.
E più antichi rituali, come già precisato per il Farina ed i Ritt. c.d. ALAM, pur non facendo cenno
alle suddette invocazioni al momento dell’accensione o lo spegnimento dei tre candelabri, sono
fermi nell’attribuire la Forza al 1° Sorvegliante, e la Bellezza al 2° Sorvegliante. Unica variante gli
ordini architettonici, il più delle volte nel seguente ordine: Jonico attribuita al M.V., Dorico al 1° e
Corinzio al 2° Sorv..
Per esempio
Vi sono tre candelabri, uno ad Est, alla destra del trono, al cui lato sta la statua di Minerva; un
altro ad ovest, al cui lato sta la statua di Ercole, e l’altro a sud, dove si trova la statua di Venere.
Queste rappresentano i tre pilastri che sostengono la Loggia, e sono la Saggezza, la Forza e la
Bellezza... ad occidente sta seduto il Primo Sorvegliante, ed il secondo a sud...
234
E dall’Ahiman Rezon (Le Costituzioni degli Antients)8:La Sapienza è rappresentata dalla Colonna
Jonica, e dal M.V., poiché la colonna jonica combina la solidità del Dorico, con la Grazia senza
l’esuberanza di ornamenti del Corinzio, e perché è dovere del M.V. sovrintendere, istruire, ed
illuminare gli operai, con la sua superiore saggezza. Salomone, Re d’Israele, è anche considerato
come la colonna della Sapienza che sosteneva il Tempio.
La Forza è rappresentata dalla colonna Dorica, e dal 1° Sorvegliante; poiché il Dorico è il più
forte e massiccio degli Ordini, ed è dovere del 1° Sorvegliante, per mezzo di un’attenta
sovrintendenza degli operai, assistere il M.V. nell’esercizio dei suoi doveri, e rafforzarne e
supportarne l’autorità. Hiram, Re di Tiro, è anche considerato come il rappresentate della
Colonna della Forza, che sosteneva il Tempio.
Così dalle riunite energie di questi tre Ufficiali che presiedono (la Loggia), il sistema è adornato e
stabilizzato, fermo come una roccia in mezzo all’oceano, sfidando gli strali maligni dell’invidia e
della detrazione; la sua sommità dorata dai raggi del sole meridiano, nonostante i venti tempestosi
e le onde che battano furiosamente alla sua base.
Ed ancora, negli Statuti generali della massoneria scozzese 9 è scritto che le statue di Minerva d
Ercole e di Venere rappresentanti la sapienza la forza e la bellezza debbono vedersi nel massonico
tempio (De Castro, Il mondo secreto vol. IV - pag 160): Saggezza per inventare, Forza per eseguire
e sostenere e Bellezza per ornare. Queste virtù che concorrono a formare il perfetto muratore si
raccolgono nel maestro, terzo grado, il quale concentra in sé i due precedenti.
Il Guénon mette in relazione i tre pilastri del Tempio con le tre potenze femminili della Trimurti
indù: la dea di Brahma, Sarasvati, corrisponde alla Saggezza; la shakti di Vishnu, la dea Lakshmi,
alla Bellezza; ed infine la dea di Shiva, Parvati, alla Forza.
Questa sequenza, in accordo con la forma e la denominazione delle colonne, sembra mettere
d’accordo anche la simbologia del costruire, peculiare della Libera Muratoria, in quanto per prima
cosa la Saggezza, l’Intelligenza, concepisce un suo progetto; la Forza, rappresenta l’energia, non
solo muscolare, del lavoro, che lo innalza, infine poi la Bellezza adorna, ciò che è stato ben
costrutto, compiendolo, ed è ancora questa Bellezza che, infine, lo irradia nel Mondo.
NOTE:
1 Salvatore Farina - Il Libro Completo dei Riti (sic) Massonici - Ultima ed.: Gh. Casini 2009.
2 Guide Des Maçons Écossais, ou Cahiers Des Trois Grades Symboliques Du Rit Ancien Et
Accepté, stampato nel 1804 a Edimburgo - così riporta la copertina, ma il luogo di stampa -
Edimburgo - è simbolico, per dire... scozzese.
3 Per es. invertire le parole di passo dei due gradi di apprendista e compagno, per negare ai profani
un eventuale accesso nel Tempio.
4 Luigi Sessa - I Simboli Massonici - Storia ed Evoluzione - ed. Bastogi - 2008, soprattutto il sesto
capitolo, da pag. 69 a pag. 84, e passim 198-200.
236
5 Cit. nota a pag. 198.
6 Umberto Gorel Porciatti - Simbologia Massonica - Massoneria Azzurra - Athanor, Roma 1988, 1a
ed. 1946 - cfr. pp. 70 e 71, 91, e passim.
7 Andrés Cassard - Manual de la Masoneria, ó sea El tejador de los ritos antiguo escocés, frances y
de adopcion” - pubblicato in spagnolo, a New York, nel 1861, cfr. pag. 31.
8 Laurence Dermott - AHIMAN REZON or The Book of Constitutions of the Antient Grand Lodge
of England - London 1756 (1a ed.).
9 Vari Statuti massonici stampati a partire dal 1805: “Statuti Generali della Franca Massoneria”
stampati nel 1806 a Milano dalla Stamperia del Grande Oriente d’Italia, “Statuti dell’Ordine de’
Liberi Muratori in Napoli, Anno della V.L. 5808” rielaborati nell’edizione del 1821. Nel 1809 il
Grande Oriente d’Italia di Milano dà alle stampe una seconda edizione rielaborata delle Costituzioni
del 1805 “Costituzioni Generali del Grande Oriente in Italia”.
237
Appendice A2
Riassumiamo da un lavoro manoscritto del Fr. Filippo Foderà, che nell’ormai lontano 1986,
inviava al Collegio Circoscrizionale della Sicilia alcune sue osservazioni circa lo
“stravolgimento” dei Rituali.
Omissis ...
I Rituali in vigore non sono i soli a presentare punti controversi; già quello in grado di Apprendista
del 1969 recava qualche modifica discutibile con un crescendo nelle edizioni successive e sempre
prive di giustificazioni accompagnatorie. Dal lontano '54 non si distribuiscono più ai Neofiti le
Istruzioni comprendenti il Catechismo o Questioni d'Ordine.
Solo pochi, oggi, sanno che a differenza dei Rituali le Questioni d'Ordine conservano inalterati
contenuti esoterici antichissimi.
....
Prendiamo i1 nostro vecchio Catechismo alla domanda che cosa c’è d’altro nella Loggia?
238
R. All'Oriente della Loggia il Sole verso Settentrione e la Luna verso mezzodì.
L'assillo di far coincidere le interazioni delle singole Sephiroth con le funzioni in trigono di
Dignitari ed Ufficiali: il risultato scontato è l'impossibilità, a riprodurre fedelmente lo schema
desiderato e, poiché non rientrava nel piano previsto, nei quaderni del "gruppo di studio" (di Ivan
Mosca – ndt) è stata omessa la figura e la funzione mercuriale dei due Diaconi.
In Loggia il M.V. siede all'Oriente rivolto ad Occidente; è Lui che imprime la polarità al Tempio ed
i segni positivi e negativi sui lati del Quadrilungo.
Alla sinistra del M.V. abbiamo la Luna al primo quarto che geograficamente corrisponde
all'Oriente; la parete Sud è femminile perché agli antipodi del Nord terrestre e astronomico; il
Segretario che è la Memoria ricettiva; e i Compagni d'Arte con la Livella; la statua di Venere; la
colonna ionica o corinzia con la sua grazia e snellezza che recce la lettera Jod( יiniziale della parola
Jakin, Stabilità (corr. cabal. Beth: )בe, per finire, la colonnina del 2° Sorvegliante che viene
abbassata.
Una osservazione a parte meritano i tre pilastri di Forza, Armonia, Saggezza che già da alcuni anni
sono stravolti dalle legittime posizioni. U.G.Porciatti nel primo volume della "Simbologia
Massonica" a pag. 72 riporta la prassi sino ad ora seguita scrivendo: nelle Logge bene attrezzate vi
sono le statue di Minerva, alla destra dell'Oriente ed a poca distanza dal Trono, di Ercole, presso
lo scanno del Primo Sorvegliante, e quella di Venere presso quello del Secondo Sorvegliante.
I Fratelli che possiamo definire Guastatori, trovando in realtà illogici gli accoppiamenti 1°
Sorvegliante - Ercole e 2°Sorvegliante - Venere hanno, da tempo, operato lo scambio: l'errore
ideologico sta nell'attribuzione dei tre Pilastri alle tre Luci di Loggia mentre il ragionamento
239
corretto è il seguente: caratteristica delle fabbriche edili, antiche e moderne è la compresenza di tre
funzioni o categorie di lavoro.
Il Capocantiere (Maestro Venerabile) che è uno, i muratori (Compagni d'Arte), i manuali non
qualificati (Apprendisti).
Dietro il Maestro che dirige l'Officina e rappresentata lo Spirito è stata sempre posta Minerva,
statua androgina come il famoso Rebis di Basilio Valentino (il 1° ed il 2° Sorvegliante essendone le
proiezioni sulle modalità, sottili e corporea); dietro i compagni la Bellezza femminile di Venere e
dietro gli Apprendisti Ercole.
Cosi tutto torna a posto, mentre collocando le statue, come adesso, sulle rispettive pareti opposte,
dovremmo situare Minerva all'Ovest di fronte al Venerabile, per coerenza. Poiché nessuno
concorderebbe con quest'ultima soluzione, rimettiamo allora Venere dietro i Compagni ed Ercole
dietro gli Apprendisti! Si concorda con tale collocazione in quanto Minerva rappresenta le tre luci e
tutti i maestri presenti in loggia; Venere (Bellezza-Armonia) rappresenta i compagni e il lavoro che
svolgono; Ercole (Forza) rappresenta gli apprendisti e il loro lavoro di sgrossatura.
240
241
appendice b
Premesse:
I liberi muratori operativi (massoni che lavorano davvero le pietre creando nuovi edifici, al
contrario dei massoni speculativi, che lavorano su rituali spirituali usando se stessi come pietre
viventi, si sono tradizionalmente serviti di un allineamento con il sorgere del sole (di un giorno
particolare, per es. un solstizio o un equinozio, oppure per il giorno dedicato al santo/a cui la chiesa
doveva essere intitolata per posare la prima pietra dell’edificio. Ma lo stesso avveniva già al tempo
dei faraoni, per es. ad Abu Simbel, dove la cripta che racchiude la statua del Faraone, insieme ad
Osiride ed Iside, viene illuminata dal raggio di sole nascente nel giorno del compleanno del faraone
(per inciso: ricostruito su un’altura per salvare il complesso dall’inondazione della grande diga, i
ricostruttori ...si sono sbagliati di un giorno!)..
Ma vediamo il rituale seguito dalle logge operative scozzesi per stabilire l'allineamento di una
nuova chiesa
Questi uomini con le aste sono noti come «diaconi> e in una moderna loggia speculativa portano
sempre i loro bastoni ufficiali.
242
Citiamo da E. Bonvicini “Massoneria Antica” pag. 233:
… è nella Tradizione Massonica che nei Rituali di apertura dei lavori di Loggia, gli ufficiali
precisino i loro compiti e le loro funzioni, al fine, riteniamo, di rinnovare così ogni volta l’impegno
(assunto)…
Questa evocazione delle funzioni apparentemente potrebbe apparire superflua e ripetitiva, se non la
si concepisce come una presa di coscienza e come una conferma della disponibilità psicologica e
morale di ogni soggetto in quel momento al “lavoro rituale”, e nella nota 10 (ibidem) a pag 234:
Anche i Rituali Emulation inglesi riportano che ciascun ufficiale – chiamato nominativamente –
precisi le sue funzioni. (Id. per Stelle d’Oriente).
1) D. T.·.C.·.F.·. premier surv.·., quel est le premier devoir d'un surv.·. en loge?
"Le frère couvreur fait son office, et en rend compte au premier surv.·."
243
R. Ils le sont sur l'une et l'autre colonne, vén.·.
3) D. T.·. C.·. F.·. second diacre, quelle est votre place en loge?
R. Pour porter ses ordres au second surv.·., et veiller à ce que les frères se tiennent décemment sur
les colonnes.
R. Pour porter ses ordres au premier surv.·. et à tous les dignitaires, afin que les travaux soient plus
promptement exécutés.
R. Au sud.
R. Pour mieux observer le soleil à son méridien, envoyer les ouvriers au travail, les rappeler du
travail à la récréation, afin que le vén.·. en tire honneur et gloire.
R. À l'ouest.
R. Comme le soleil se couche à l'ouest pour fermer le jour, de même le premier surv.·. s'y tient pour
ouvrir et fermer la loge, payer les ouvriers, et les renvoyer contens et satisfaits.
244
7) D. Où se tient le vén.·.?
R. À l'est.
R. Comme le soleil se lève à l'est pour commencer sa course et ouvrir le jour, de même le vén.·. s'y
tient pour ouvrir la loge, la diriger dans ses travaux et l'éclairer de ses lumières.
Anche nel rituale d’apertura nel Duncan’s Masonic Ritual (1866) nel “Manual de la masonería,
ó sea El tejador de los ritos antiguo escocés, frances y de adopcion” di Andrés Cassard –
pubblicato in spagnolo, a New York, nel 1861, ed anche nel Rituale Bristol, rituale inglese
dell’ottocento, Il MV si rivolge al 2° Diacono, e poi al 1°
Nel rituale “GOI” del 1997-98 (quello tutt’oggi in vigore a tutti noi ben noto), in apertura dei lavori
in grado di apprendista, il MV si rivolge direttamente al 1° Sorv per stabilire i doveri e le funzioni
del 1° e del 2° Diacono, è detto correttamente:
1° Sorv. Stare alla destra del 1° Sorvegliante e portare gli ordini del Maestro Venerabile dal 1° al
2° Sorvegliante.
1° Sorv. Stare alla destra del Maestro Venerabile, portare i suoi ordini al 1° Sorvegliante ed agli
altri Dignitari e Ufficiali, qualora occorra; attendere i messaggi del 2° Diacono.
Ma già in un rituale del 1864 (LAVORI DELLA R Madre L La Sebezia All’Or di Napoli del
Primo Grado Simbolico o App LM, stampato a Napoli nel 1864, ripubblicato a cura di
Giovanni M. Marischi - Tiphereth 2018), è prescritto che il 1° Sorv. siede alla destra del Ven⸫ per
riceverne gli ordini e darne comunicazione al 1° e 2° Sorv. ed agli altri Dignitari, et. etc.
I Diaconi quindi intervenivano nel dialogo in fase di apertura dei lavori di Loggia.
245
Anche nel rituale di apertura dei lavori in grado di apprendista dello stesso Grande Oriente d’Italia
del 1870 (ripubblicato da Brenner, Cosenza, 2005), troviamo che il MV domandava direttamente ai
diaconi qual posto occupassero e perché, infatti:
2° diac.: Quello alla destra del 1° Sorv., per passare i suoi ordini al 2° Sorv. ed invigilare se le
Colonne stiano in ordine
1° diac.: Per ricevere gli ordini dal F\V\ e darne comunicazione al 1° e 2° Sorv\ ed agli altri
Dignitari del Temp\qualora occorra, affinché i lavori procedano con maggior decoro, a
gloria ed onore del V\
Etc. etc.
Infatti, mentre in altro Rituale GOI - 1874, alla fine dei lavori: Il M⸫V\ dà al 1° diacono la parola
sacra all’orecchio, che da questi viene trasmessa al primo Sorv\, il quale, per il tramite del 2°
Diacono la comunica al 2° Sorv. che ricevutala dichiara esser tutto giusto e perfetto, in rituali di
epoca successiva, ripresi poi dal Farina nei Rituali del 1946 (Salvatore Farina – Massoneria
Azzurra - rist. da Arktos , Carmagnola, 1985, già stampato nel 1946 da Piccinelli e nel 1960 da
Bolla), a pag. 76, in chiusura dei lavori si prescrive che il 1° diacono, trasmetta al 2° Sorv. (e non al
1°) la parola sacra. Il 2° Sorv. poi, per il tramite del 2° diacono trasmette la parola al 1° Sorv. il
quale comunica che “tutto è giusto e perfetto”.
Tale incongruenza è ripresa nei Rituali del GOI, dal 1954 ad oggi.
Ricostruendo la linea filologica del testo rituale, possiamo riscontrare che già nella “Guide Des
Maçons Écossais (18 ..), precedentemente citata nell’originale francese, da cui è noto traggono
246
origine i Rituali in uso in Italia dal 1805 a tutt’oggi, vi è il seguente dialogo in apertura dei lavori, in
grado di apprendista:
2° Diac. Per portare i suoi ordini al secondo Sorv\, e vigilare che i fratelli stiano dignitosamente
fra le colonne.
1° Diac. Per portare i suoi ordini al primo sorv. e a tutti i dignitari, affinché i lavori siano più
prontamente eseguiti.
Ed oltre ( Omissis)
M. Ven. A che ora gli apprendisti massoni hanno usanza d’aprire i loro lavori?
Il ven batte allora tre colpi di maglietto a cadenza uguale ●●●, poi si volta verso il primo diacono
e si scambia con lui il segno gutturale. Il ven\ dà poi a bassa voce all’orecchio del primo diacono
la parola sacra, per aprire la L\ d’app\ mass\ del rito scozzese. Il primo diacono la porta al primo
247
sorv\ che l’invia tramite il suo diacono al secondo sorv\, il quale, dopo averla ricevuta, batte un
colpo di maglietto● , e dice: tutto è giusto e perfetto.
Da notare innanzitutto il ruolo che fin dai primi decenni della M. Speculativa (post 1717), ereditata
dalla M. Operativa, giocava nell’Apertura dei Lavori la circoscrizione dello spazio e del tempo
sacri, attraverso l’attribuzione dei compiti e delle responsabilità, e l'assunzione degli stessi,
attraverso la presa di un particolare stato di coscienza, da parte dei vari dignitari ed ufficiali.
Successivamente è per il tramite della “discesa” e la comunicazione della parola sacra che “si
costituisce e si forma la Loggia giusta e perfetta”.
Successivamente, assicurata la sicurezza del Tempio dagli sguardi dei "Cowans" (sarebbero gli
abusivi), è per il tramite della “discesa” e la comunicazione della parola sacra che si costituisce e si
forma la Loggia giusta e perfetta”.
A differenza del rituale “Gaito” attualmente in vigore presso il GOI, in cui i Diaconi non
intervengono nel dialogo d’apertura, in altri rituali, come dagli esempi sopra mostrati, i Diaconi si
esprimono, e svolgono un ruolo attivo. Ed è anche in fase di apertura dei lavori che la parola sacra
dovrebbe essere trasmessa, per assicurarsi che la Loggia sia giusta e perfetta, dal MV al 1°
Sorvegliante, per il tramite del 1° diacono, e dal 1° al 2° Sorvegliante, per mezzo del 2° Diacono,
come del resto recita il rituale (anche l’attualmente in vigore).
Sembra quindi un’incongruenza che, nel rituale attuale, la parola sacra sia trasmessa solamente in
chiusura dei lavori, e non anche all’apertura, dove è necessario che tutto sia giusto e perfetto,
affinché la Loggia sia regolarmente costituita. Ulteriore maggior incongruenza riguarda il percorso
della trasmissione della parola, con i diaconi, che contrariamente a quanto dichiarato in apertura (a
che scopo etc...) si recano, e soltanto alla chiusura dei lavori, il 1° dal MV al 2° Sorvegliante, ed il
2° dal 2° Sorv. al 1° Sorv, invertendone così l’ordine e la sequenza.
Ci parrebbe quindi opportuno che “ripristinando” quanto in precedenza ritualmente svolto e come
veniva effettuato venga restituito ai diaconi il loro ruolo nella fase di costruzione dello spazio sacro
e, che la parola possa circolare, sia in apertura, che in chiusura dei lavori in maniera formalmente
corretta, e secondo quanto del resto enunciato nel rituale.
248
In chiusura dovrebbe apparir ovvio che la parola debba circolare in senso inverso, dal 2° al 1° e da
questi al M\Ven\,. il quale sarà lui a dire che tutto è giusto e perfetto:
Dopo che il 2° Sorv. ha proclamato essere Mezzanotte in punto, ad un cenno del 1° Sorvegliante Il
2° Diacono si reca dal 2° Sorvegliante - ne riceve la Parola Sacra – e procedendo in senso
antiorario, si reca dal 1° Sorvegliante e gliela trasmette - poi torna al suo posto. Il 1° Diacono
riceve, nel modo prescritto, dal 1° Sorvegliante la Parola Sacra – e procedendo in senso antiorario si
reca dal Maestro Venerabile e gliela trasmette allo stesso modo e torna al suo posto. Il M.
Ven. Allora dichiara : Tutto è giusto e perfetto.
Appendice C
Nel Rituale di Iniziazione del GOI in grado di apprendista, al neofita, dopo la consegna dei guanti,
vengono consegnati un paio di guanti da donna, con le seguenti motivazioni: “Fratello, essendo la
nostra Iniziazione solare, le donne non sono ammesse ai nostri lavori. Tuttavia, noi le rispettiamo e
le onoriamo. Questi guanti sono destinati a colei che rappresenta la tua perfetta polarità contraria,
cioè quella lunare”.
Così recita l’attuale Rituale del G.O.I. in cui si legge una espressione a dir poco curiosa, cioè quella
di “Iniziazione solare”, cui fa da “pendant” il concetto di “polarità contraria”, cioè “lunare”.
Tale espressione sembra essere peculiare del Rituale del GOI, in effetti essendo il dono dei guanti
femminili, al termine del rito di iniziazione al grado di Apprendista presente in molti rituali.
Già nel “Libro dei Rituali del Rito Scozzese Antico ed Accettato” di Salvatore Farina, 1946, fonte
attendibile in fatto di ritualità, si trova testualmente scritto: “Le donne non sono ammesse ai nostri
misteri; tuttavia noi le rispettiamo e le onoriamo. Questi guanti sono destinati non già a colei che
voi potete amare di più, ma a colei che ha più diritto alla vostra stima e al vostro rispetto”
Si dice quindi che le donne non sono ammesse in Massoneria ma non si fornisce alcun motivo a
giustificazione di ciò, né si fa alcun cenno ad “Iniziazione solare”.
Anche in Rituali più antichi, quali la Guide Ecossaise, il Rituale francese del 1804, da cui
derivarono i vari testi rituali del Grande Oriente d’Italia, si legge: « Ceux-ci (les gantes) sont
destinés pour celle que vous aimez le plus, persuadé qu’un macon ne sauriet faire un choix indigne
249
de lui. » che tradotto significa: « Questi [guanti] sono destinati a colei che più amate, certo che un
Massone non potrebbe fare una scelta indegna di lui”.
Come si può notare nel Rituale originale non solo non si trova traccia di Iniziazione solare (ma
nemmeno viene recitato che le donne non sono ammesse in massoneria).
Volendo ovviare a tale maldestra inclusione, nel Rituale restaurato tale riferimento ad un presunta
Iniziazione Solare viene completamente cassato.
250
Bibliografia
Andrea Cuccia - Dieci Tavole Architettoniche sulla Massoneria - ed. Rubbettino 2005
Roger Dachez - L' invention de la franc-maçonnerie: des opératifs aux spéculatifs, Vega
ed. 2011
Divulgazioni massoniche (a cura di) Loggia René Guénon -Valter Casini Editore
Carlo Gentile - Dal Maestro Segreto all’Aquila Sovrana, Ed. Bastogi;;
Salvatore Farina - Libro dei Rituali del Rito Scozzese Antico ed Accettato, Ed. Piccin;
Salvatore Farina - Gli emblemi araldici della Libera Muratoria, Ed. Atanor;
S. Farina, Massoneria Azzurra -Rituale dei lavori degli Antichi Liberi Accettati
Muratori, Ed. Piccinelli, Roma 1946;
Farina Salvatore - Massoneria Azzurra (Rit. ALAM) - ed. Arktos 1985 (1° ed. 1946
Piccinelli)
251
Farina Salvatore - Il Libro dei Rituali dei Lavori del Rito Scozzese Antico e Accettato -
2a ed. I Dioscuri 1988 (1° ed. 1946)
Farina Salvatore: Rituali dei Lavori del Rito Scozzese Antico e Accettato - ed. Arktos,
1992
Farina Salvatore; "Il libro completo dei riti massonici" - Gherardo Casini Editore (2009)
Marius Lepage Les Ordres et les Obediences, Ed. Dervy Paris – 1996
Pierre Mollier - Le régulateur du maçon: 1785-1801 : la fixation des grades symboliques
du rite français, histoire et documents Ed. A L'Orient 2004
Pierre Noël (Auteur), Pierre Mollier (Préface) : Guide des maçons écossais : A Edinbourg
58..
Pierre Noel - Les grades bleus du REAA : genèse et développement Ed . A L'Orient 2006
Albert Pike, Morals and Dogma;
Rituale Cavalieri Eletti Kadosch (XXX°Grado) Edito dal Supremo Consiglio RSAA -
Grande Oriente d’Italia;
Rituali Massonici (a cura di) Loggia René Guénon - Valter Casini Editore
Angelo Sebastiani, La Luce Massonica, Vol. 4°, Ed. Hermes.
Giuseppe M. Vatri e Gruppo Latòmia : Ahiman Rezon. Le costituzioni dei massoni antichi
(Antient) - ed. L’Età dell’Acquario 2004)
Giuseppe M. Vatri : 1805-2005. Duecento anni di rito scozzese antico e accettato in Italia .
Storia, atti, statuti e rituali della fondazione ed. L’Età dell’Acquario 2005)
252
Giuseppe M. Vatri: I rituali dell'Antica Maestranza. I rituali di origine del rito scozzese
antico e accettato IV-XIV grado, 1750-1760 - ed. L’Età dell’Acquario 2006)
Giuseppe M. Vatri I rituali della massoneria rinnovata. I rituali di origine del Rito Scozzese
Antico ed Accettato XV-XXV Grado 1760-1770 - ed. L’Età dell’Acquario 2006
Giuseppe M. Vatri : L'origine dei gradi simbolici del rito scozzese antico e accettato (1804-
1805). Storia e testi rituali - ed. L’Età dell’Acquario 2009)
Giuseppe M. Vatri : Rituale per ogni Loggia dei Liberi Muratori: Il primo rituale della
massoneria italiana - 18 dic 2017
In rete si trova quasi tutto: basta saper cercare, sul sito Stichtin Argus, fondazione
indipendente olandese, per esempio, il cui sito è: http://www.stichtingargus.nl/, si può
trovare un gran numero di rituali massonici e non solo.
Charles T. McClenechan, Book of the Ancient Accepted Scottish Rite (1884), by Internet
Archive from University of California Libraries;
Guide des maçons écossais : A Edinbourg 58.. Les grades bleus du REAA : genèse et
développement Broché – 29 juin 2006 ried. di Pierre Noël con la prefazione di Pierre
Mollier
Le rituel des anciens ou Edition 6004 du guide des maçons écossais Broché – novembre
2004 di Laurent Jaunaux –
Andres Cassard - Manual de la Masonería, ó sea el tejador de los ritos antiguo escoces,
frances y de adopcion. Tomi I II - pubblicato in spagnolo, a New York, nel 1861
(disponibile in fac-simile o in formato elettronico su
http://www.phoenixmasonry.org/duncans_ritual/table_of_contents.htm,
oppure su http://www.libroesoterico.com/biblioteca/masoneria/Andres%20Cassard
%20Manual%20De%20Masoneria%2001.pdf,
Jacques Simon - REAA Rituel des trois premiers degrés selon les anciens cahiers 5829
253
Transcrit et édité par Jacques Simon Préfacé par Jean-Pierre Lassalle
Éditions de La Hutte BP 8 – 60123 Bonneuil-en-Valois
Su Google Books sono presenti (insieme a tanti altri testi, naturalmente) per es.:
The Three Distinct Knocks: Or the Door of the Most Antient Free-masonry ...su:
Prosper Moutier Le régulateur du maçon – 1801 su :
MASONRY DISSECTED, di SAMUEL PRICHARD, in
https://ia600501.us.archive.org/27/items/MasonryDissected/Masonry_Dissected_text.pdf,
Ahiman Rezon (Le Costituzioni degli Antients London 1756) :
Recueil prècieux de la Maçonnerie stampato probabilmente a Parigi, nel 1787.
Masonic Treatise - Wm. Finch 1802
Statuti generali della massoneria scozzese ("Statuti dell'Ordine de' Liberi Muratori in
Napoli, Anno della V.L. 5808 " cioè 1808)
The Masonic Ladder” di John Sherer, pubblicato a Cincinnati nel 1866Albert Pike, in
Morals and Dogma of the Ancient and Accepted Scottish Rite of Freemasonry, pubblicato
nel 1871:
Ecc … ecc….. ecc…….
254
1 Curiosamente troviamo parecchie notizie storiche sull’organizzazione delle Logge e sui rituali in pubblicazioni dei
“nemici” della Massoneria: in Italia adempie questa opera proficua di informazioni la rivista dei Gesuiti, Civiltà
Cattolica, e case editrici alla stessa collegate: per es. viene stampato in Roma, presso una tipografia cattolica di tale F.
Chiapperini, nel 1874 , un libro su “I Rituali Massonici del Primo e Trentesimo Grado”, detti di Apprendista e di
Cavaliere Kadosh, per la prima volta pubblicati e commentati”, con la dicitura, in copertina: il diavolo insegna a fare
le pentole ma non i coperchi, che la dice lunga sul tenore di detta pubblicazione, che comunque “rivela” ai suoi lettori
rituali tenuti fin’allora segreti.
255
2 Tale rituale rispecchia la “discesa” della Shekinah, e la ricapitolazione della creazione del mondo secondo la Bibbia
ebraica. Questo il motivo per cui la si accende prima degli inizi dei lavori rituali, e prima dell’accensione delle Luci
sugli scranni del 2°, 1° Sorv ed infine del M Ven
256
3 … è nella Tradizione Massonica che nei Rituali di apertura dei lavori di Loggia, gli ufficiali precisino i loro compiti
e le loro funzioni, al fine, riteniamo, di rinnovare così ogni volta l’impegno (assunto)…
Questa evocazione delle funzioni apparentemente potrebbe apparire superflua e ripetitiva, se non la si concepisce come
una presa di coscienza e come una conferma della disponibilità psicologica e morale di ogni soggetto in quel momento
al “lavoro rituale”, Bonvicini “Massoneria Antica” pag. 233, e nella nota 10 (ibidem) a pag 234: Anche i Rituali
Emulation inglesi riportano che ciascun ufficiale – chiamato nominativamente – precisi le sue funzioni. (Id. per Stelle
d’Oriente). Vedi in Appendice 1 sul ruolo e funzioni dei diaconi.
257
4 Da notare innanzitutto il ruolo che fin dai primi decenni della M. Speculativa (post 1717), ereditata dalla M.
Operativa, giocava nell’Apertura dei Lavori la circoscrizione dello spazio e del tempo sacri, attraverso l’attribuzione dei
compiti e delle responsabilità, e l'assunzione degli stessi, attraverso la presa di un particolare stato di coscienza, da parte
dei vari dignitari ed ufficiali. Successivamente è per il tramite della “discesa” e la comunicazione della parola sacra che
“si costituisce e si forma la Loggia giusta e perfetta”.
A differenza del rituale “Gaito” attualmente in vigore presso il GOI, in cui i Diaconi non intervengono nel dialogo
d’apertura, in altri rituali, come dai numerosi esempi riportati in appendice, i Diaconi si esprimono, e svolgono un ruolo
attivo. Ed è anche in fase di apertura dei lavori che la parola sacra deve essere trasmessa, per assicurarsi che la Loggia
sia giusta e perfetta dal MV al 1° Sorvegliante, per il tramite del 1° diacono, e dal 1° al 2° Sorvegliante, per mezzo del
2° Diacono, come del resto recita il rituale. (Vedi anche: le sette domande del M.Ven per costituire la Loggia secondo
La GUIDE DES MAÇONS ÉCOSSAIS. Ou CAHIERS DES TROIS GRADES SYMBOLIQUES DU RIT ANCIEN
ET ACCEPTÉ. À ÉDIMBOURG. 58 .·.) ,
Sembra quindi un’incongruenza che, nel rituale attuale, la parola sacra sia trasmessa solamente in chiusura dei lavori, e
non anche all’apertura, dove è necessario che tutto sia giusto e perfetto, affinché la Loggia sia regolarmente costituita.
Ulteriore maggior incongruenza riguarda il percorso della trasmissione della parola, con i diaconi, che contrariamente a
quanto dichiarato in apertura (a che scopo etc...) si recano, e soltanto alla chiusura dei lavori, il 1° dal MV al 2°
Sorvegliante, ed il 2° dal 2° Sorv. al 1° Sorv, invertendone così l’ordine e la sequenza.
Ci parrebbe quindi opportuno che “ripristinando” quanto in precedenza ritualmente svolto e come veniva effettuato
venga restituito ai diaconi il loro ruolo nella fase di costruzione dello spazio sacro e, che la parola possa circolare, sia in
apertura, che in chiusura dei lavori in maniera formalmente corretta, e secondo quanto del resto enunciato nel rituale.
In chiusura dovrebbe apparir ovvio che la parola debba circolare in senso inverso, e “tornare” dal 2° al 1° e da questi al
MVen,. il quale dirà che tutto è giusto e perfetto.
258
5 Sulla sequenza vitruviana tradizionale Saggezza (e non Sapienza) Forza e Bellezza vedi quanto riportato in Appendice
2.
259
6 Nel Rit GOI ’98: GRAMMATICA - GEOMETRIA - FILOSOFIA - POESIA – MUSICA. Per riproporre ad ogni
viaggio il numero cinque, tipico del grado, sono stati collocati su un letto di Procuste le sette arti liberali e i tre ordini
architettonici. Se ai tre ordini architettonici dorico, jonico e corinzio sembra lecito poter aggiungere il toscanico ed il
composito (come nel GODF, la GLDF, ed altre obbedienze) non mi pare giustificato ridurre le arti liberali, che si
possono riproporre nel loro numero tradizionale di 7, costituendo un percorso necessario per raggiungere la Maestria:
Grammatica, Retorica, Dialettica,Aritmetica, Geomettria, Astronomia e Musica.
Da Mackey Lessico Massonico: Le sette arti e scienze liberali vengono illustrate nel grado di Compagno di Mestiere.
Esse sono: Grammatica, Retorica, Logica, Aritmetica, Geometria, Musica ed Astronomia. Grammatica è la scienza che
c’insegna ad esprimere le nostre idee in parole adatte, le quali possiamo poi abbellire ed adornare a mezzo della
Retorica, mentre la Logica c’istruisce sul come pensare e ragionare con convenienza e subordinar la favella al pensiero.
L’Aritmetica, che è la scienza del calcolo per mezzo dei numeri, è assolutamente essenziale non solo per una
conoscenza completa di tutta scienza matematica, ma anche per un’appropriato svolgimento della nostra vita
quotidiana. La Geometria, che è applicazione dell’Aritmetica a quantità ben definite, è, di tutte le scienze la più
importante, che per mezzo della quale possiamo misurare ed osservare il globo che abitiamo. I suoi principi si
estendono ad altre sfere, mentre la contemplazione e misurazione del sole, della luna, e di ogni corpo celeste costituisce
la scienza dell’Astronomia; ed infine, allorquando le nostre menti si saturano ed i nostri pensieri, allargati dalla
contemplazione di tutto le meraviglie quali queste scienze aprono alla nostra vista, La Musica s’avanza, a riscaldare i
cuori e coltivar gli affetti a mezzo della sua calma influenza.
La conservazione di queste arti come parte del rituale del grado di Compagno di Mestiere è ulteriore evidenza
dell’antichità della Massoneria. Queste "sette arti liberali", come furono allora per la prima volta chiamate, costituirono,
nell’ottavo secolo, il cerchio tutto delle scienze. Le prime tre furono distinte dal titolo di trivium e le ultime quattro da
quello di quadrivium, ed al loro perfezionamento i lavori e gli studi di molti studiosi furono diretti, mentre al di là delle
quali arti mai tentarono di spingersi.
260
7 nella versione GOI ‘98: EGIZIO - ELLENICO - ETRUSCO - ROMANICO - GOTICO.
261
8 Anziché procedere per simpatie e presunte grandi iniziazioni, non sarebbe più opportuno ricorrere alla Costituzioni di
Anderson, da cui è possibile ricavare alcuni nomi di eccellenti “architetti”, protagonisti, secondo Anderson, della Storia
(pur leggendaria) della Libera Muratoria?
Perché anziché riportare i nomi di MOSÈ - PLATONE - ERMETE TRISMEGISTO - PITAGORA - PARACELSO,
come nel Rituale GOI ’98, o peggio, come nel precedente Rituale del 1958 Solone, Socrate, Licurgo Pitagora e Platone,
degni personaggi, alcuni dei quali nulla o poco hanno a che spartire con l’arte del costruire, ci è sembrato più sensato
prendere, in considerazione, in quanto citati da Anderson, nelle Costituzioni, Mosè, Salomone, Pitagora, Archimede,
Vitruvio.
262