Tecniche Massaggio Sportivo
Tecniche Massaggio Sportivo
Tecniche Massaggio Sportivo
Lezione 02/11/2004
Il corpo umano…..?
-volume interagente con l’ambiente
-sistema chiuso
-forze interne
-forze esterne
-forza gravitazione
-sistema sottoposto a forze centripete in opposizione a forze centrifughe
-organizzazione su una linea mediana
-la mediana deve annullare le forze tra cui quella di gravità G.
OSSERVAZIONE
-1° informazione è la statica
-2° informazione è la dinamica
un corpo in perfetto equilibrio non esiste!!
STATICA
-corrisponde all’equilibrio
-ad ogni forza ne corrisponde una uguale e contraria
-si mantiene nel tempo
LA POSTURA
-è la capacità di occupare la tridimensione
-la postura è il modo con cui si organizza il corpo per correggere le forze continue che lo
allontanano dalla mediana
-è la ricerca permanente e continua di un equilibrio irraggiungibile in quanto sinonimo di staticità
-l’ambiente esterno crea influenze continue
-il tempo è sinonimo di modifica corporea
-un atleta non ripeterà mai 2 volte la stessa prestazione
-così come il corpo si adegua all’ambiente interno - esterno - al tempo….
-io mi devo adeguare a ciò che ho di fronte
E’ sempre una novità!!
Il massaggio sportivo riveste un ruolo essenziale nel sistema di preparazione degli atleti in quanto è
in grado di incrementare in termini significativi la qualità della prestazione sportiva.
Deve pertanto essere considerato come un mezzo complementare alle più importanti misure attive
di allenamento.
Il massaggio sportivo è insostituibile nelle regolazione del tono muscolare e nello svolgere
un’azione stimolante o rilassante sulla psiche. In generale, comunque, il fine è di dare all’apparato
locomotore la sua completa dimensione al servizio dell’attività sportiva.
Classicamente si distinguono:
-massaggio di allenamento;
-massaggio pre-gara di preparazione immediata allo sforzo atletico;
-massaggio post-gara di eliminazione o defaticamento ;
-massaggio intermedio durante la gara: non sul recupero delle tossine utilizzate ma per l’utilizzo di
quelle che non sono state adoperate.
-Il massaggio veicola una soggettività ancora più grande di quella di un esercizio rieducativo.
Il massaggio fa intervenire:
-la soggettività intuitiva: chi viene massaggiato può intercepire quello che chi lo massaggia vive
secondo lo stato d’animo!
-il rigore metodico di gesti;
-la conoscenza di una validazione sperimentale.
Quando c’è un ematoma non bisogna massaggiare perché dove si ferma il sangue (che con il
massaggio vado a svuotare) si forma una calcificazione.
Per chi?
-atleta sano
-atleta malato
Dialogo gestuale (Dolto): ruolo attivo.
Quando?
-prima, durante, dopo
-non si applica un massaggio come se si spalmasse una pomata.
Sistema circolatorio
effetti fisiologici:
-circolazione venosa, linfatica e capillare: azione centripeta
-azione vasodilatante istaminosimile (rotolamento): migliore permeabilità dei leucociti, aumento del
40%-50% della quantità di eritrociti nei vasi sanguigni;
-…..
Sistema nervoso
-effetti segmentari e generali sedativi, rilassanti e psicologici
-teoria del cancello;
-liberazione endorfinica (se una persona ha per esempio mal di schiena non bisogna togliergli i
carboidrati nella dieta, ma il cioccolato);
-ripristino immagine statica e dinamica.
Dove?
-Locale
-isolamento termico
-isolamento sonoro
-isolamento psicologico
-su un tavolo
Con che cosa?
-materiale
-tavolo
-lenzuolo
-cuscino
-sgabello
-mani
-prodotti di contatto
Per quanto tempo?
-Dipende dalla superficie da massaggiare
-Oltre i 30-40 minuti diventa improduttivo.
MASSOTERAPIA SPORTIVA
-Diminuisce gli stati di ipertonia e facilita la rimozione dei cataboliti;
-aumento della irrorazione sanguigna muscolare: l’iperemia si raggiunge in 3 minuti e dura fino ad
un’ora;
-un massaggio protratto determina una caduta dell’incremento dell’irrorazione;
-l’impastamento è lo stimolo più forte, seguito dallo sfioramento energico;
-lo rotolamento determina un elevato rilascio di istamica che determina vasodilatazione;
-massaggio di allenamento, di eliminazione, per la gara.
MASSAGGIO DI ELIMINAZIONE
-Il massaggio di recupero dopo lo sforzo è rivolto ad accelerare lo smaltimento della fatica evitando
la comparsa di indolenzimento muscolare;
-scopo: la detersione attraverso l’iperemia.
MIOGELOSI
Disturbo circolatorio e metabolico da lavoro duraturo ed affaticante.
CONTROINDICAZIONI
-Processi infiammatori in fase acuta
-TBC, cancro, emofilia
-Fragilità capillare
-Lesioni I motoneurone
-Malattie cutanee: tumori, lesioni bollose, micosi, eczemi, psoriasi
PATOLOGIA
-lesioni primitive: eritema, ponfo, vescicole, bolla, papula, nodulo
-lesioni secondarie: crosta, ragade, erosione, ulcera, cicatrice
-lesioni primi-secondarie: pustole, squama, macchia, atrofia, sclerosi
-ECZEMA
-Da contatto:
-tossico;
-allergico;
-seborroico
-disidrosico
-microbico
-ORTICARIA (dai ponfi)
-PSORIASI
-VERRUCA
-HERPES ZOSTER
Lezione 09/11/2004
APPARATO TEGUMENTARIO
-CUTE:epidermide, derma, ipoderma;
-annessi cutanei:peli, unghie, ghiandole sudoripare, ghiandole sebacee;
-estesa superficie;
-interposto tra l’ambiente interno e quello esterno;
-funzione dinamica: termoregolazione, protezione, nervosa recettiva;
-derivazione ectodermica e mesodermica.
Funzione: è un tessuto connettivo, quindi ha funzione di sostegno, di scambio, metabolica,
immunitaria.
L’epidermide non è vascolarizzata.
Ectoderma relazione della cute con il sistema nervoso.
EPIDERMIDE
-Strato più esterno;
-origine ectodermica;
-costituita dai seguenti tipi di cellule:
1) cheratinociti;
2) Melanociti;
3) Cellule dentritiche o di langerhaus
DERMA
-strato intermedio;
-costituito da:
1) strato reticolare;
2) strato papillare organi terminali del ruffini;
-caratteristiche:
1) Resistenza;
2) Elasticità;
3) Sensibilità.
IPODERMA o CONNETTIVO SOTTOCUTANEO
-costituito da tre strati:
1) Superficiale: strato aureolare – continuità con il derma;
2) Intermedio: connettivo denso;
3) Profondo: strato lamellare – rapporto con la fascia comune superficiale.
SENSIBILITA’ SOMATICA
-sensibilità somatica meccanocettiva
-sensibilità termica
-sensibilità dolorifica
SENSIBILITA’ SOMATICA MECCANOCETTIVA
| | | |
TATTO | PRESSIONE SENS. VIBRATORIA
| | |
SENSO DI POSIZIONE (CINESTESIA)
Lezione 23/11/2004
EFFETTI DEL MASSAGGIO
Effetti meccanici
Effetti riflessi
Qualsiasi effetto è determinato da una causa. Se una causa che agisce su un sistema è di bassa entità
o agisce per un breve periodo, essa non sarà in grado di modificare il sistema che rimarrà
interamente inalterato. Se al contrario la causa è intensa o agisce per un lungo periodo, essa
determinerà un effetto significativo sul sistema, questo pertanto potrà sopravvivere nella sua
integrità solo se sarà capace di reagire alla causa perturbante, cioè se sarà capace di autoregolarsi.
Quindi con il massaggio posso creare un grande effetto ma posso anche fare del male.
Effetti meccanici:
-stimolo del ritorno venoso e linfatico ( spinta centripeta, devo sempre massaggiare dall’esterno
verso l’interno,cioè verso il cuore);
-drenaggio dei liquidi interstiziali (il sistema linfatico ha come primo compito il drenaggio dei
liquidi interstiziali ; è un liquido più gelatinoso ricco di linfonodi);
-vasodilatazione effetto spugna (schiacciando,il muscolo libera tossine e conseguentemente
riceve sangue “pulito”);
-ripristino dell’elasticità dei tessuti;
-ripristino dei piani di scorrimento dei vari tessuti;
-riduzione degli spasmi muscolari che non coinvolgono un meccanismo neurologico ma
semplicemente meccanico (ponti astina- miosina);
-presa di coscienza di una determinata zona del corpo da parte dell’atleta,
-accelerazione della desquamazione cutanea superficiale.
Effetti riflessi:
-Stimolo della microcircolazione per la stimolazione dei recettori del neurovegetativo che innerva la
muscolatura liscia dei vasi capillari (vasodilatazione riflessa);
-sedazione (tranquillizzare) di tutti i recettori afferenti (strutture nervose esterocettive) superficiali e
profondi nel caso di manovre con intensità di spinta più elevate;
-effetto antalgico e sedativo sui recettori dolorifici (nocicettori) “gate-control” (teoria del cancello);
-diminuzione della tensione nervosa.
Lezione 30/11/2004
TECNICHE DI BASE; sono cinque:
-Sfioramento;
-impastamento;
-frizione;
-vibrazione;
-percussione.
SFIORAMENTO SUPERFICIALE
E’ eseguito con una minima pressione:
-è indirizzato prevalentemente al tessuto cutaneo;
-l’utilizzo delle mani potrà essere simultaneo o alternato;
-effetti: circolatorio (metodi diretti e indiretti) e sedativo muscolare (stretta relazione tra epidermide
e muscolo);
-ritmo lento: rilassamento;
-ritmo veloce e irregolare: stimolazione del tono neuromuscolare ed eccitazione vasomotoria.
SFIORAMENTO PREMUTO
-la massima pressione possibile senza creare la pressione nella superficie sottostante. Applicabile
sarà individuata dalla possibilità dello scivolamento della mano sui tessuti;
-è indirizzato al tessuto cutaneo, sottocutaneo e miofasciale;
-l’utilizzo delle mani potrà essere simultaneo o alternato;
-effetti: circolatorio e sedativo muscolare;
-ritmo lento: rilassamento;
-ritmo veloce e irregolare: stimolazione del tono neuromuscolare ed eccitazione vasomotoria.
IMPASTAMENTO
-Alternanza di pressione e stiramento del tessuto;
-è indirizzato a tutti i tessuti: cutaneo, sottocutaneo, miofasciale e muscolare;
-l’utilizzo delle mani potrà essere simultaneo o alternato;
-effetti: lenta mobilizzazione dei piani tissutali, ricambio di infiltrati locali per decontratturare,
veloce per stimolare;
-individuazione di un dermatrometro sensibile (struttura nervosa per esempio ad ogni sezione
vertebrale corrisponde una partesi pelle).
FRIZIONI
-La pressione viene esercitata in funzione del bersaglio;
-è indirizzato a tutti i tessuti: cutaneo, sottocutaneo, miofasciale e muscolare;
-l’utilizzo delle mani potrà essere simultaneo o alternato, digitale o palmare;
-effetti: mobilizzazione dei piani tissutali, ricambio di infiltrati locali, controllo del gate-control.
VIBRAZIONI
-Successione di pressioni con ampiezza e frequenza variabile;
-è indirizzato a tutti i tessuti: cutaneo, sottocutaneo, miofasciale e muscolare;
-utilizzo dei polpastrelli o eminenza tenar e ipotenar (tenar parte del pollice; ipotenar parte del
mignolo);
-bassa frequenza e grande ampiezza stimolazione;
-alta frequenza e piccola ampiezza sedazione;
-molto dispendioso.
PERCUSSIONI
-Manovra a carattere stimolante;
-è indirizzato a tutti i tessuti: cutaneo, sottocutaneo, miofasciale e muscolare;
-utilizzo della faccia palmare o del bordo ulnare della mano;
-alternanza di pressioni e depressioni;
-grazie al propagarsi dell’onda possono arrivare in profondità.
CHIUSURA
-Eseguita con minima pressione;
-è indirizzata al tessuto cutaneo;
-è uno sfioramento superficiale;
-termina il massaggio;
-velocità in base all’esigenza;
è un dolce distacco.
Lezione 07/12/2004
Anastromo avviene quando alcune vene trovano un’altra via per portare il sangue per il corpo
ANATOMIA
Arto inferiore
-Accenni anatomici
-Anatomia funzionale
-Approccio palpatorio
Muscolo ileopsoas è molto importante perché tra i flessori dell’anca è il più forte; ha origine nel
corpo vertebrale faccia antero mediale di D12 e L4 (L5 è l’unica vertebra che non ha inserzioni con
muscoli. L5 è molto importante perché all’interno passano l’80% delle innervazioni).
Muscolo sartorio ha origine sottostante S.I.A.S. (spini iliaca antero superiore); ha inserzione sul
condilo mediale anteriore della tibia ed è flessore dell’anca, del ginocchio e estrarotatore della
coscia.
Muscolo tensore della fascia lata (TFL) ha come particolarità la sua composizione da legamenti. E’
abduttore.
Muscolo piriforme o piramidale; una contrattura del piriforme può portare ad una sciatalgia. Può
succedere di avere una sensazione di formicolio alla gamba quando ad esempio guido per tanto
tempo con il portafoglio in tasca. Questo perché il portafoglio va a schiacciare il piriforme (sotto a
questo muscolo infatti passano nervi e vasi sanguigni!).
Muscolo bicipite femorale è importante perché è un muscolo posturale; ha inserzione sulla testa del
perone, per questo è estrarotatore.
I muscoli semitendinoso e semimembranoso sono intrarotatori perché hanno inserzione sul condilo
mediale della tibia.
Lezione 14/12/2004
Articolazione del ginocchio
Articolazione di difficile definizione: artrodia-condiloidea-ginglimo articolare.
Composto da due articolazioni: femoro rotulea, femoro tibiale.
Composta da tre ossa: femore, tibia, rotula.
Il perone va nell’articolazione della caviglia.
Sul ginocchio si creano sollecitazioni pari a 5 volte il peso corporeo in una camminata. Nella corsa
arriva a 15-20 volte.
Infortuni più frequenti: contropatia, lesione del collaterale mediale, crociato anteriore, menischi,
tendinopatia rotulea, lussazioni della rotula, aspetti biomeccanici, borsiti, tendinopatia fascia lata,
zampa d’oca, popliteo, ipotonia e ipertrofia parte posteriore del ginocchio.
Muscolo quadricipite è composto da quattro capi che si inseriscono sulla rotula. Il vasto mediale si
inserisce sulla rotula lateralmente. Questo vuol dire che se è troppo contratto, la rotula si sposta
lateralmente e fa da grattugia sul femore portando a seri problemi (tendinopatia e artrosi).
Quindi bisogna allungare il laterale e contrarre il mediale.
Muscoli a zampa d’oca: semitendinoso, sartorio e gracile. Questi muscoli formano una struttura con
una funzione posturale (piramide a base triangolare con il vertice verso il basso).
Muscolo popliteo ha origine sul condilo laterale del femore e inserzione sulla I parte laterale della
tibia; è flessore e intrarotatore.
Una persona che cammina con il ginocchio leggermente piegato (max 20°) indica un problema
all’articolazione. Questo perché la posizione antalgica del ginocchio è data da una leggera flessione.
Il popliteo rimane contratto in modo da scaricare il peso del corpo sull’altro arto. La capsula
legamentosa si contrae trattenendo il ginocchio (fase di protezione) andando a comprimere e a
provocare il gonfiore dei vasi sanguigni che passano nell’articolazione. Per questo motivo si ha il
ginocchio gonfio ed un ROM più limitato.
Muscolo tricipite della sura è composto dai muscoli soleo e gastrocnemio che si inseriscono nel
tendine di Achille.
Tra la tibia e il perone è presente una membrana interossea che se va in contrazione può
comprimere le strutture arterio-venose. Le fibre di tale membrana sono intrecciate tra loro.
Muscolo peroniero terzo ha origine nel terzo medio distale del perone e si inserisce sulla parte
superiore del V metatarso.
Muscolo peroniero breve si inserisce sulla tuberosità del V metatarso.
Muscolo peroniero lungo ha origine sulla testa del perone e ha inserzione sulla base plantare del I
metatarso sull’osso I cuneiforme.
I peronieri lungo e breve passano dietro il malleolo.
Flettono dorsalmente il piede.
Con una distorsione della caviglia, i peronieri breve e lungo si possono stirare attivando così i fusi
neuromuscolari.
Se non si attivano si danneggiano le capsule legamentose e i tendini.
Dopo una distorsione della caviglia si consiglia di fare una RX perché il tendine può fratturare il V
metatarso.
Se la caviglia rimane immobilizzata per un certo periodo si accorciano i muscoli e rimangono
contratti. E’ sconsigliato gessare l’articolazione ma è possibile fare una fasciatura funzionale.
Può succedere a distanza anche di due anni avere mal di schiena per una distorsione di caviglia: la
contrazione dei peronieri provoca trazione sul perone verso il basso creando un’ulteriore trazione
sul bicipite femorale; si ha così un abbassamento dell’emibacino verso il lato dei peronieri contratti
e conseguente scoliosi della colonna vertebrale, portando problemi alla schiena. Bisogna trattare
quindi i peronieri contratti e cercare di allungarli.
Muscolo tibiale posteriore. La sindrome del tibiale posteriore è legata a livello della caviglia; usare
ghiaccio.
E’ meglio fare prima un trattamento manuale e poi consigliare un esercizio oppure consigliare un
esercizio e poi massaggiare?
Bisogna vedere qual è la finalità. Molte volte non serve il massaggio, basta solo l’esercizio. Altre
volte invece basta solo il massaggio.
Il lavoro eccentrico è elettivo delle lesioni tendinee. Per le contropatie femoro-rotulee si lavora
eccentricamente.
Lezione 21/12/2004
Cingolo scapolo omerale: enartrosi a debole incastro composta da 5 articolazioni (3 vere, 2 false):
-scapolo-omerale tra la glena della scapola e la testa dell’omero;
-acomion-claveare;
-sterno-claveare;
-scapolo-toracica (falsa);
-sottodeltoidea (falsa).
La testa del femore ha un rapporto di 1 a 1 con l’acetabolo (infatti l’acetabolo avvolge
completamente la testa del femore). La glena invece1 a 3 con la testa dell’omero (sono solo
appoggiati).
Nella spalla la muscolatura ha la funzione di sostenere il braccio per evitare la lussazione. Questo
infatti è l’unica parte del corpo “appesa”.
Nell’anca la muscolatura ha funzione di stabilizzare l’articolazione.
Sterno – clavicola - scapola – omero. La clavicola è un osso che sostiene la scapola (l’unico); in
realtà non serve a niente!
Le scapole sono ruotate di circa 30° (seguono le curve sul torace delle coste). La scapola sul costato
può alzarsi – abbassarsi, spostarsi all’esterno – interno o può basculare.
0°-60° SCAPOLO – OMERALE
60°-150° SCAPOLO – TORACICA
OLTRE 150° LAVORA LA ZONA LOMBARE
Muscolo gran dorsale ha origine sull’omero e si inserisce sulla spina iliaca.
Muscolo piccolo pettorale spesso crea un dolore allucinante: se si contrae schiaccia sistemi nervosi,
linfatici e vasi sanguigni.