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Antrop Cult M-Z - GL7 - Religione e Riti PDF

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Università degli Studi di Palermo

Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Continua

Antropologia culturale [01340], M-Z,


aa 2019-2020
GL7. La dimensione religiosa e l’esperienza
rituale

Docente: Marco Bassi

Materiale didattico per esclusivo uso degli studenti iscritti al corso.


Si prega di non distribuire e non citare
ARGOMENTI DEL GRUPPO DI LEZIONI

La parte VII del libro prende in esame il campo delle religioni,


passando in rassegna tanto le religioni universali (quelle del libro,
legate alle grandi civilizzazioni e alla scrittura), quanto i culti
espressioni di società egalitarie e di piccola scala, ad oralità primaria.

In questa presentazione siamo particolarmente interessati a


delineare il tema del simbolismo e dei riti, perché, pur essendo
manifestazioni tipiche del campo religioso, sempre di più si riconosce
la loro importanza anche a prescindere dal riferimento a credenze
religiose.
TESTI DI RIFERIMENTO
Ugo Fabietti: Parte Settima

PARAGRAFI E CAPITOLI DAI QUALI NON VERRANNO TRATTE DOMANDE


D’ESAME:

• Sotto-paragrafo 2.1 del Cap. 1: ‘I culti individuali’


• Sotto-paragrafo 2.4 del Cap. 1: ‘Mana’
• Sotto-paragrafo 2.2 del Cap. 1: ‘I culti comunitari’
• Sotto-paragrafo 2.8. del Cap. 1: ‘Tabu’

• Sotto-paragrafo 3.2. del Cap. 2: ‘I rituali funerari’

• TUTTO il Cap. 3: ‘Religioni e identità nel mondo globalizzato’


TESTI DI RIFERIMENTO

Ugo Fabietti: Parte Settima

BOX UTILI (ANCHE AI FINI DELLE DOMANDE D’ESAME):

• Box 1. Le origini dello studio delle religioni’


• Box 5. Liminalita’
CAP. 1

Concetti e culti
DEFINIZIONE DI RELIGIONE
“… un complesso più o meno coerente di pratiche (riti e osservanza di
precetti) e di rappresentazioni (credenze) che riguardano i fini ultimi e le
preoccupazioni estreme di una società, di cui si fa garante una forza
superiore” (Fabietti: 275)

Questa definizione è abbastanza aderente alla nostra concezione di


religione, ben applicabile alle religioni universaliste. Prendendo in esame
altre religioni e culti, bisogna riconoscerle un ruolo più pervasivo, tale da
influenzare la percezione della società e l’esperienza quotidiana degli
individui al di là delle preoccupazioni ‘estreme’. Più in generale si può dire
che la religione fornisce risposte di ordine filosofico ed esistenziale alla vita
e alla morte, al senso del noi, e di tutti gli elementi percepibili e
immaginabili, il cosmo, il tempo, lo spazio, gli elementi cardine (acqua,
terra, cielo, aria, fuoco, …), le cose inanimate e gli esseri viventi, e gli
esseri o le forze spirituali che comunque influenzano le nostre esistenze. In
una parola, l’ambito religioso è strettamente legato alle ‘visioni del
mondo’.
Evoluzionismo

Evoluzione della religione secondo Tylor


(Primitive culture , 1871) Società semplice
STADIO DELLO SVILUPPO PROGRESSO

Animismo Credenza in esseri spirituali, anima


capace di vivere anche senza il
supporto di un corpo (sogni). Tale
idea si sviluppa nelle fasi successive
Feticismo Oggetti con poteri

Idolatria Idoli come mediatori con l’aldilà

politeismo Espressione di società specializzata

monoteismo Società progredita, contemporanea

Società complessa
Evoluzionismo
Henry Maine (professor University of Oxford) :
Ancient Law (1861)
Società semplice
Società primitiva organizzata
attraverso la parentela
Sanzioni di ordine Patriarcale – discendenza
sacro patrilineare

Società evoluta organizzata su base


territoriale
Società
Secolarizzazione
complessa
VALENZA NORMATIVA E INTEGRATIVA DELLA RELIGIONE

Come abbiamo visto in relazione ai miti, che sono una componente chiave
delle religioni, la religione ha una valenza normativa, in quanto rimanda ai
valori e alle metafore chiave. La dimensione ‘morale’ delle religioni
costituisce una guida normativa per gli individui e rientra pienamente in
questo ambito.
Le manifestazioni rituali (pratiche) spesso rafforzano tale dimensione
‘esortativa’ sul comportamento degli individui, come emerge dalla pratica
della confessione nel cattolicismo.
Moltissimi culti di società ad oralità primaria sono caratterizzate dalla
presenza di ‘sanzioni’ di ordine sacrale, o da pratiche rituali che impongono
la risoluzione dei conflitti all’interno di particolari categorie di individui (per
esempio il lignaggio nel culto degli antenati) o, ancora, creano
identificazione e solidarietà all’interno di un raggruppamento sociale (come
nel totemismo: concetto di solidarietà’ meccanica di Durkheim).
POSSESSIONE
Insieme di pratiche anch’esse caratterizzate dalla trance (estasi).
Mentre lo sciamanesimo esce dal mondo ordinario e va in
quello spirituale (‘viaggio sciamanico’) spesso con l’ausilio di
uno ‘spirito guida’), nella possessione gli esseri spirituali
‘scendono’ nel corpo del medium o di individui ordinari raccolti
in seduta.
La rappresentazione di tali esseri spirituali cambia a seconda dei
culti (vudu, zar…).

Tutte queste pratiche che richiamano l’esistenza di esseri


spirituali fuori dai riferimenti religiosi classici sono fortemente
osteggiate dalle religioni ortodosse, in particolare il
Cristianesimo e l’Islam. Nel Cristianesimo tali manifestazioni
vengono per lo più rappresentate in termini di ‘possessione
demoniaca’, da trattare attraverso l’esorcismo.
CULTI SCIAMANICI
Molto diffuso globsalmente, associato a societa’ di picola scala, ad oralita’ primaria,
specialmente societa’ acquisitive

Riferimento classico: Mircea Eliade, Lo Sciamanesimo e le tecniche dell'estasi (1974


(1951). Casi etnocrafici della Siberia

Lo sciamano ha la visione degli esseri spirituali, e opera nel mondo spirituale


(parallelo) per curare malattie e disagi del gruppo di appartenenza.

Entra in contatto con gli esseri spirituali attraverso la trance (estasi).

Lo sciamano è una persona come un’altra all’interno del gruppo. Il processo per
essere identificato come sciamano cambia di regione in regione. Molto diffusa è la
‘chiamata’ , manifestazioni specifiche di ordine ‘psichico’ (secondo la nostra visione)
che si manifestano in giovane età, riconosciute dagli sciamani esperti. Presso alcuni
gruppi la persona ‘chiamata’, non può sottrarsi, e passa per un periodo di formazione
sotto la guida di uno o più sciamani esperti, fino all’’iniziazione’ sciamanica.

Le sedute sciamaniche sono di vario tipo, curative (per un soggetto singolo), o


collettive, viaggi estatici guidati dallo sciamano
TOTEMISMO
Identificazione di u gruppo sociale, spesso un gruppo
di discendenza, clan o lignaggio, con una pianta o un
animale. Il totem come oggetto si trova presso nativi
americani del nord-ovest (Kwakiutl, studiati da Franz
Boas…): è un palo con raffigurate incisioni degli
antenati mitici (corvo, castoro, balena), con funzioni
simboliche e rituali.

Le diverse interpretazioni, del totemismo sono già state


discusse (Radliffe-Brown, Levy Strauss)
CULTI ECCLESIASTICI

Fondati sulla presenza di sacerdoti (antico Egitto,


Romani, società stratificate dell’Asia, Cristianesimo…)
La figura del sacerdote è quasi sempre legata a templi
e luoghi strutturati di culto e alla presenza di testi sacri
scritti. Il percorso formativo per diventare sacerdote è
lungo ed altamente specialistico, e prevede una
‘ordinazione’, o consacrazione

Le religione così strutturate sono spesso collegato alle


strutture di potere, in quanto l’ordine cosmico e quello
politico sono percepiti come interconnessi.
CAP. 2

I simboli e i riti
Il testo di Fabietti focalizza l’attenzione sui simboli e i
riti così come essi si manifestano in relazione alla sfera
religiosa. Tuttavia, antropologi come Abner Choen e
David Kertzer hanno allargato il campo dei riti e dei
simboli all’ambito sociale e politico contemporaneo,
riferiti alla società secolarizzata, quindi a prescindere
da riferimenti specifici alla religione.

Nelle lezioni terremo conto di questo fattore –


considerato da Fabietti in termini di ‘riti profani’ ( p.
287) - considerando i simboli e i riti come fenomeno
universale, rilevante tanto all’ambito del sacro quanto
a quello del profano
IL SACRO E IL PROFANO

Durkheim (1912) ha distinto tra l’ambito del sacro e


quello del profano. Le cose sacre sono ‘separate’ e
‘interdette’ alle persone comuni, quelle ‘profane’
appartengono ell’esperienza ordinaria e sono
accessibile a tutti.

Le cose sacre suscitano rispetto e timore reverenziale,


pericolose, cui ci si puo’ avvicinare solo attraverso
modalita’, persone, luoghi e oggetti dedicati allo scopo
IL SACRO E IL PROFANO

Geertz nota la correlazione tra simboli sacri e ethos di


un popolo, correlandoli alla cosmologia e ‘visione del
mondo’ e le idee genrali dell’ordine.
I simboli sacri [crocifisso, muro del pianto…]
rimandono ai valori fondamentali ed ultimi [di piu’ alto
livello ed astrazione]
IL SACRO E IL PROFANO

I riti costitiscono una modalita’ attraverso cui gli


individui imparano a riconoscere i simboli sacri,
ovvero la sacralita’ viene connotata attraverso
l’azione rituale (consacrazione dell’ostia, segno
della croce entrando in chiesa…)

Ogni religione definisce in modo specifico l’ambito


del sacro e i valori fondanti
IL MECCANISMO SIMBOLICO
Abner Cohen ha suggerito che senza il
meccanismo simbolico la società non sarebbe
concepibile.

Quando parliamo di riti e simboli, non stiamo


parlando di un corollario, un elemento opzionale di
cui potremmo fare a meno, come alcuni di noi
fanno a meno delle credenze religiose. Stiamo
parlando del meccanismo fondamentale attraverso
cui la società e i suoi elementi costitutivi vengono
rappresentati nelle nostre menti, e che come tale
forgia il nostro comportamento sociale e politico.
IL MECCANISMO SIMBOLICO –SIMBOLO

Victor Turner. 1970. La foresta dei simboli, Cap. 1


«Un ‘simbolo’ […] è naturalmente capace di prefigurare,
rappresentare o rievocare qualcosa perché possiede qualità
analoghe o per un’associazione di fatto o di pensiero» p. 44

I simboli consistono in oggetti, attività, rapporti, eventi,


gesti, unità spaziali in una situazione rituale…

La catalizzazione dei significati dipende dalla cultura specifica


Monica Wilson: chiedere agli esperti locali e alla gente comune di interpretare i simboli
IL MECCANISMO SIMBOLICO – SEGNO E SIMBOLO
Victor Turner. 1970. La foresta dei simboli
Turner rifiuta il concetto junghiano di inconscio collettivo
come rilevante per il simbolismo rituale – essendo
quest’ultimo fondato su specificità culturali - ma recepisce
la distinzione di Jung tra segno e simbolo:

«Un segno è l’espressione analoga o abbreviata di una


cosa nota. Ma un simbolo è sempre la migliore
espressione possibile di un fatto relativamente ignoto»
(Jung, in Turner p. 31)

Quest’area ‘ignota’ (agli attori stessi), rende incompleto


l’approccio antropologico di Wilson e Nadel fondata
sull’interpretazione data dagli stessi attori
IL MECCANISMO SIMBOLICO – SEGNI E SIMBOLI

SIGNIFICANTE SIGNIFICATO
la parola o il simbolo che sta qualche Il concetto per cui stanno la parola o il
cosa simbolo

UNIVOCO, CONSCIO, CONDIVISO (può


SEGNO
essere culturalmente specifico)

MOLTEPLICI, CONSCI MA ANCHE


INCONSCI (possono essere diversi per i
diversi fruitori, anche di uno stesso
SIMBOLO
ambito culturale)
IL MECCANISMO SIMBOLICO – SIMBOLO DOMINANTE

Victor Turner. 1970. La foresta dei simboli

I simboli dominanti (ce ne sono diversi presso ogni


contesto di riferimento culturale) compaiono in molti
contesti rituali diversi. Possiedono una propria
autonomia di significati rispetti ai rituali in cui
compaiono. Possono perciò facilmente essere analizzati.

I simboli strumentali devono essere visti in relazione al


contesto rituale in cui vengono utilizzati. Ne vengono
messi in campo vari in ogni sequenza rituale e il
significato è determinato dalla sequenza.
IL MECCANISMO SIMBOLICO – PROPRIETÀ DEI SIMBOLI
Victor Turner. 1970. La foresta dei simboli
CONDENSAZIONE:
Un simbolo ha più significati. Molte cose ed azioni vengono
rappresentati in un’unica formazione

UNIFICAZIONE DI SIGNIFICATI DISPARATI:


i diversi significati si connettono l’un l’altro in virtù di associazione per qualità
analoghe o associazione di pensiero. [L’unificazione genera nuovi significati, o
connotano in un modo particolare uno dei significati connessi]

POLARIZZAZONE DEL SIGNIFICATO:


I simboli dominanti posseggono due poli di significato, nettamente
distinguibili. Ad un polo troviamo riferimenti all’ordine sociale, morale , ai
principi organizzativi, gruppi e norme e valori. All’altro polo troviamo fenomeni
naturali e fisiologici. Li chiama ‘polo ideologico’ e ‘polo sensoriale’. Al polo
sensoriale troviamo significati che inducono sentimenti e desideri. Al polo
ideologico norme e valori che guidano e controllano le persone. «Il rituale …
trasforma il coercitivo in desiderabile» ;«Norme e valori si saturano di
emozione»
IL MECCANISMO SIMBOLICO – CARATTERISTICHE DEI SIMBOLI

Abner Cohen. 1976. Two-dimensional man

• Sono cognitivi: indirizzano selettivamente su certi


significati l’attenzione degli uomini

• Sono efficaci: non sono emozionalmente neutri

• Sono volitivi: spingono l’uomo all’azione

• Sono sistematizzati nel quadro di ideologie


dinamiche, o visioni del mondo relativi alla cultura
specifica).
IL MECCANISMO SIMBOLICO – CARATTERISTICHE DEL RITUALE

Mary Douglas: Azione simbolica efficace


Il rito dovrà fare
riferimento a
simboli
Sono efficaci riconosciuti nella
in quanto società (Isambert)
agiscono sulla
realtà sociale
Segalen: Insieme di atti
formalizzati , espressivi, codificati,
portatori di una forte carica Riguardano la
simbolica sia per gli attori sia per sfera pubblica
gli spettatori (Turner),
condivisione
collettiva
(Segalen)
David Kertzer: Comportamento simbolico che è socialmente
standardizzato e ripetitivo; azioni avvolte da un tessuto simbolico
IL MECCANISMO SIMBOLICO – AMBITI DEL RITUALE
( categorie o poli da tenere in considerazione nel trattare il rituale)

SACRO
PROFANO

RELIGIONE SOCIETA’/POLITICA

Presso le società pre-industrali la correlazione orizzontale tra queste categorie è


scontata , ma si pone come problematica esplicita nelle società industriali,
interessate dal processo di secolarizzazione

Mary Douglas, Abner Cohen, David Kertzer e altri che si occupano


nel rituale nella società industriale:
I rituali non sono riferiti alla sola sfera religiosa
I RITI DI PASSAGGIO
Arnold Van Gennep, Les rites de passage, 1909
I riti di passaggio riguardano il mutamento di personalità sociale.
Ricompongono l’ordine sociale, messo in discussione a ogni nuova tappa del
ciclo biologico umano
Attenzione sulla sequenza dei diversi riti di passaggio: vengono riconosciute
delle sequenze ordinate nei riti di diversi popoli . Pur nelle diverse forme, si
riconosce uno schema tipo dei riti di passaggio:

SEPARAZIONE MARGINE AGGREGAZIONE

PROFANO SACRO PROFANO

Ospitalità, adozione, gravidanza, parto, nascita e infanzia, pubertà, iniziazione,


ordinazione, incoronazione, fidanzamento e matrimonio, funerali, stagioni
I RITI DI PASSAGGIO – CONCETTO DI LIMINALITÀ

Victor Turner , Il processo rituale. Struttura e anti-struttura , 1972 (1969)


e altri saggi

FASE PRELIMINARE FASE LIMINARE FASE POST-LIMINARE


(separazione) (margine) (aggregazione)

La fase liminare è molto articolata. Gli individui in questa fase sfuggono


alle classificazioni sociologiche (limbo: privo di status); gli attributi
simbolici li svuotano di personalità, o rientrano in categorie ambigue
(ombre, spiriti…): sono sospesi tra due mondi (Turner). Viene a formarsi
una communitas (forte spirito comunitario) in cui può realizzarsi un’anti-
struttura, con la rappresentazione del rovesciamento delle gerarchie
(Turner).
E’ una condizione segnata dal pericolo (Turner, Mary Douglas).
I RITI DI PASSAGGIO – CONCETTO DI LIMINALITÀ

Victor Turner , Il processo rituale. Struttura e anti-struttura , 1972 (1969)


e altri saggi

Per Victor Turner la caratteristica della liminarita’ può marcare


perentamente alcune categorie di individui all’interno di contesti sociali
stratificati, basati su spirito comunitario e con le caratteristiche
dell’antistruttura (comportamenti di segno opposto a quelli della vita
ordinaria): asceti, eremiti, mistici, sufi, hippies…

Ma anche ordini monastici, sette, comuni…


RITI DI INIZIAZIONE

Sanciscono il passaggio degli individui da una condizione sociale o


spirituale a una condizione diversa dalla precedente

• Prima comunione, circoncisione tra ebrei e musulmani… sanciscono


ingresso comunità dei credenti
• Ordinazione di sacerdoti, iniziazione degli sciamani… sanciscono la
capacità di mediare con il sacro
• Riti di pubertà maschile e femminili… sanciscono l’ingresso nella
comunità degli adulti con l’assunzione delle relative responsabilità
• Investitura di un cavaliere, ma anche cerimonia di laurea
• Ingresso a società segrete, ma anche a congregazioni separate dai
gruppi ‘istituzionali’ stabiliti, come massoneria, goliardia
nell'università, gruppi criminali…
RITI DI INIZIAZIONE – Alcune caratteristiche

Presenza di prove molte dure, anche pericolose, che


caratterizzano la fase di margine. In questa fase
può avvenire l’incontro con le forze spirituali.
Casi etnografici citati da Fabietti (p. 295-6):
• Nativi nordamericani per trovare lo spirito guardiano
• Ferite nei riti di pubertà dei nativi australiani [anche
circoncisione e altri elementi correlati al controllo del dolore
fisico presso molte società]
• Periodi di isolamento presso società amazzoniche con
proibizioni e prescrizioni alimentari, e segregazione in
stanze sacre sotterranee presso gli Hopi o nella foresta per i
Mende
Hamar (Etiopia):
salto del toro nel
rituale di
iniziazione
RITI DI INIZIAZIONE – Alcune caratteristiche

• Integrazione nei sistemi di classe d'età in molte


società pastorali dell’Africa (ciclo della vita,
connesso alle capacità sociali e politiche degli
individui – concetto di anzianità)

• Trasmissione di conoscenza, anche religiosa e


magica, in connessione ai riti delle società
segrete presso Hopi (agricoltori negli Stati Uniti
sud-occidentali) e Mende (contadine della Sierra
Leone)
WU1
RITI DI ISTITUZIONE O LEGITTIMAZIONE
Alcuni dei riti citati (cavalieri, ordinazione di sacerdoti, rito di
laurea, ma anche incoronazione, giuramento del presidente,
concorso pubblico, elezioni) hanno particolari caratteristiche per
cui possono essere classificati in categorie più specifiche.

Pierre Bourdieu , Les rites comme actes d’institution, 1982

I riti di istituzione contrappongono un individuo a tutti gli altri che


non passeranno mai quel rito, quindi sono detti anche di
legittimazione, o di consacrazione.

Assegnano un nuovo status, o ruolo sociale.

C’è un potere che custodisce la soglia


Slide 35

WU1 Windows User, 16-May-20

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