Liquido Amniotico, Ma in Un Uovo Che Può Essere Deposto Sulla Terra Emersa. I Primi Sono I Rettili Che
Liquido Amniotico, Ma in Un Uovo Che Può Essere Deposto Sulla Terra Emersa. I Primi Sono I Rettili Che
Liquido Amniotico, Ma in Un Uovo Che Può Essere Deposto Sulla Terra Emersa. I Primi Sono I Rettili Che
Eravamo arrivati alla suddivisione tra Actinopterygii, quindi nell’ambito degli Osteitti (pesci Ossei) a pinna
raggiata, e i Sarcopterygii a pinna muscolare. Adesso da una parte abbiamo i Celacanti (abbiamo visto la
Latimeria come esempio di fossile vivente) e il sister group dei Ripidisti, cioè i pesci che iniziano a
manifestare determinate caratteristiche, per esempio le coane cioè delle aperture con le quali si mette in
comunicazione la faringe con l’ambiente esterno per inalare aria; sono animali in cui per delle condizioni di
vita, per esempio negli ambienti di acque stagnanti potenzialmente asfittici, dove le concentrazioni di
ossigeno possono calare al di sotto di una soglia tollerabile per la respirazione acquatica branchiale, iniziano
a comparire sistemi di respirazione aerea. Pesci con vesciche gassose sviluppano sistemi per una ventilazione
aerea e di questi il gruppo rappresentativo di pesci viventi, sono i Dipnoi, dove si sviluppano due modalità di
respirazione, quella branchiale acquatica e quella polmonare terrestre e coesistono con uno schema
particolare anche a livello dell’apparato circolatorio. I Dipnoi rimangono comunque animali interamente
acquatici. Il loro sister group sono i Tetrapodi. Tra questi vedremo lo sviluppo sempre migliore per
l’adattamento alla vita sulle terre emerse, come lo sviluppo degli arti e della colonna vertebrale. Nell’aria c’è
più ossigeno che in acqua, quindi la respirazione è avvantaggiata in termini di approvvigionamento di
ossigeno, però c’è da risolvere una serie di problemi, come la disidratazione ed il bilancio termico, e questo
riguarda adattamenti anche a livello cutaneo.
Anche qui abbiamo una suddivisione, da una parte abbiamo gli Anfibi che mantengono un legame con
l’ambiente acquatico dipendendo da esso sempre per la riproduzione: depongono uova in acqua e lo sviluppo
embrionale avviene sempre in ambiente acquatico. Dopo la fase larvale ci sarà la metamorfosi e l’adulto
potrà vivere in ambienti umidi.
Un altro aspetto fondamentale per la conquista delle terre emerse è l’allontanamento dall’ambiente acquatico
anche per quanto riguarda la riproduzione, quindi lo sviluppo embrionale, per cui il sister group degli anfibi
sono gli Amnioti: tetrapodi in cui a livello di sviluppo embrionale si hanno una serie di adattamenti, in
particolare l’amnios, una membrana che permette all’embrione di svilupparsi in ambiente acquatico nel
liquido amniotico, ma in un uovo che può essere deposto sulla terra emersa. I primi sono i rettili che
iniziano a deporre uova con amnios, e poi i due sister group degli Amnioti sono i Sauropsidi da una parte e i
Mammiferi dall’altra. Quelli che comunemente chiamiamo rettili, che in realtà comprendono Cheloni,
Testuggini, Lepidosauri e Coccodrilli, sono un gruppo parafiletico perché l’antenato comunque ha nella sua
discendenza anche gli uccelli. Gli uccelli sono strettamente imparentati con i dinosauri e i coccodrilli, più di
quanto non lo siano i coccodrilli con le tartarughe per esempio. Il gruppo che li comprende tutti è appunto
quello dei Sauropsidi, e poi abbiamo i Mammiferi che vengono suddivisi in Monotremi, come l’ornitorinco
che depongono uova, e i Teri, cioè i placentati, che si dividono a loro volta in Metateri (i marsupiali), e gli
Euteri a cui noi stessi apparteniamo.
Nell’albero i gruppi che troviamo sulla sinistra, sono quelli che si associano a passaggi evolutivi
fondamentali.
TUNICATI
Animali caratterizzati da una tunica costituita principalmente da tunicina, un carboidrato simile alla
cellulosa che può essere più o meno mineralizzato. Si suddividono in Taliacei, Ascidiacei e Larvacei.
Possono avere forme coloniali anche molto numerose, o forme individuali come i Larvacei.
Schema generale:
Hanno un sistema di due aperture, un sifone per l’inalazione di acqua e uno per l’esalazione; una faringe
fessurata: attraverso il sifone
inalante si immette acqua nella
faringe fessurata, l’endostilo
secerne un secreto mucoso che
riveste la superficie interna
della faringe, l’acqua filtra
attraverso le fessurazioni, passa
nell’atrio e poi viene spinta per
essere esalata.
🡪nell’immagine: adulto di
ascidia
CEFALOCORDATI-ANFIOSSO
È un pesciolino che si trova anche nel Mediterraneo, nel Golfo di Napoli per esempio è molto abbondante. È
rivestito da un epitelio cilindrico semplice, ha una cute permeabile (gli scambi respiratori avvengono in
grossa parte attraverso la cute).
In fase adulta scava sul fondale lasciando emerge solo la testa dove avviene la filtrazione.
Schema generale:
Cieco intestinale
I CRANIOTI
È un gruppo importante perché si ha la comparsa del cranio (struttura cefalica)
MIXINE E LAMPREDE
Queste due possono essere raggruppate nel gruppo parafiletico degli “Agnati” (non è un termine
classificativo corretto) in contrapposizione con gli gnatostomi (tutti gli altri che hanno un arco orale mobile)
MIXINE
Sono animali marini
Si conoscono circa 45
specie
Sono saprofagi cioè si
nutrono di resti di animali
morti
Hanno la caratteristica di
avere i loro fluidi corporei
isoosmotici con l’acqua
marina
Mentre gli animali
terrestri devono affrontare
questioni di conservazione
dell’acqua, gli animali
acquatici hanno problemi
di altra tipologia
Quelli che vivono
nell’ambiente marino
hanno il problema che
l’acqua è iperosmotica
rispetto ai liquidi corporei quindi tenderebbero a perdere acqua
Quindi devono gestire i problemi di perdita di acqua o eccessivo ingresso di sali
Viceversa, i pesci di acqua di acqua dolce hanno il problema che l’acqua dolce è iposmotica rispetto ai fluidi
corporei e quindi subiscono un eccessivo ingresso di acqua per osmosi (che dovranno eliminare)
Le mixine risolvono il problema con i fluidi corporei isoosmotici con l’acqua marina
Presentano una riproduzione con ermafrodismo successivo, cioè durante la vita sono adulta diventano maschi
in una prima fase e femmine nella fase successiva
Hanno una forma serpentiforme, anguilliforme, un numero di aperture branchiali che varia da specie a specie
(in alcuni casi una sola, in altri casi sono numerose)
Presentano quindi respirazione di tipo branchiale e una bocca dotate di denti cornei
Sono animali che si attaccano al corpo della carcassa e si alimentano in un modo particolare
Presentano infatti un programma neuronale riflesso che porta l’animale ad avvolgersi su sé stesso, formare
dei nodi e poi uscire da essi
Con questo movimento riesce a cibarsi della carcassa
Infatti, arriva con la sua bocca alla carcassa, si attacca come una ventosa e quando si è formato il nodo, tutta
la parete del nodo preme contro il corpo dell’animale mentre la testa viene tirata indietro
Usa così il resto del corpo per fare pressione sulla superfice e tira indietro la testa attaccata alla carcassa
Mentre la lampreda si attaccherà al corpo dell’animale con una specie di rincorsa, le mixine si ciberanno
formando questi nodi
Quindi presenta un meccanismo complesso per risolvere il problema di non avere un arco orale mobile
LAMPREDE
Presentano anch’esse un’apertura
circolare della bocca con arco orale
fisso e una serie di dentelli cornei
Si vedono bene 7 fessure branchiali
con un orientamento leggermente
diagonale sul corpo dell’animale
(caratteristica lampreda)
Nell’immagine a destra si vede un
adulto di lampreda attaccato al suo
ospite pesce di cui succhia il sangue
Nei denti cornei presenta anche una
lingua dotata di estremità cornee (di
dentelli) con una cartilagine linguale e
una muscolatura che permette di
raschiare la pelle dell’animale ed
arrivare ai vasi del tessuto connettivo
vascolarizzato e succhiare il sangue
Esistono circa 40 specie
Sono animali anadromi cioè vivono in
mare e si riproducono nei corsi
d’acqua e nei laghi di acqua dolce
La larva quindi vive e si sviluppa in acqua dolce e poi dopo la metamorfosi va a vivere in mare
Le larve (a parte le 7 aperture branchiali) somigliano molto all’anfiosso
Si alimentano per filtrazione con un endostilo che presenta ancora la funzione di secrezione esocrina
TIPOLOGIE DI CODE
La flessione laterale della coda deve trovare un modo per generare una spinta
Il modo più semplice è quello di una coda a “paletta” che è la prima che si sviluppa che determina una
leggera spinta in tutte le direzioni
Spingendo l’acqua nella direzione delle frecce dell’immagine, per la terza legge di Newton (principio di
azione e reazione) il pesce spinge l’acqua verso destra e l’acqua spingerà il pesce verso sinistra
Essendo però una superficie abbastanza limitata la spinta sarà moderata
Per sviluppare di più la pinta si può per esempio si può sviluppare un globo asimmetrico (pinna eterocerca)
Questa è una ipocerca cioè la parte inferiore è più sviluppata
Questa spingerà l’acqua verso l’alto perché è il globo inferiore che spinge l’acqua creando il flusso
Di conseguenza l’acqua spingerà il pesce verso il basso
Una pinna ipocerca è quindi una pinna che fa si che quando l’animale flette la coda, spinga la testa verso il
fondo (nuota raschiando il fondo)
Può essere utile per animali che stanno sul fondo e che filtrano
Siamo ancora sugli Agnati quindi animali filtratori
Questo meccanismo permette
di muovere la fanghiglia sul
fondo, strisciando ed è quindi
una prima forma di
locomozione che aumenta
l’estensione di ambiente
esplorabile, quindi la quantità
di cibo
Stando sul fondo però si sta in
un ambiente bidimensionale
quindi non si ha l’accesso a
tutta la colonna di acqua sopra
(quindi alla tridimensionalità)
Succede allora che si
svilupperà con l’evoluzione
una pinna epicerca (simile a
quella dello squalo)
In questo caso la parte
superiore è più sviluppata di
quella inferiore
Il pesce quindi spingerà l’acqua verso il basso e l’acqua spingerà il pesce verso l’alto
La pinna epicerca è quindi uno degli adattamenti anatomici che gli squali hanno per l’assetto di nuoto ed il
controllo della posizione della coda
È un controllo locomotorio
Infine, si ha pinna come quella dei Teleostei che è simmetrica (omeocerca o telocerca) e che genera una
spinta simmetrica molto forte
È quindi il sistema con la maggior superficie, senza lo sbilanciamento dalla spinta verso l’alto e verso il
basso, che da una forte propulsione in avanti
Si ha quindi un rapporto forma funzione
ARANDASPIDI E ETEROSTRACI
Presentano quindi come forma di locomozione una pinna caudale a “paletta”
Per quanto la protezione invece hanno degli scudi cefalici, uno dorsale e uno ventrale costituiti da osso
acellulare (aspidina)
Vediamo che la pinna caudale non ha una superficie molto sviluppata
Parliamo sempre in questo caso di Agnati cioè animali con arco orale fisso
La stessa cosa la ritroviamo anche negli Eterostraci ma come vediamo dall’esempio dello “Pteraspis”
(grandezza 3cm, infatti un filtratore difficilmente può permettersi di avere grandi dimensioni) qui abbiamo
una pinna di tipo ipocerca (lobo inferiore più sviluppato) con estensione maggiore e vediamo anche la
comparsa di una pinna dorsale a spina e delle pinne pari posizionate lateralmente
Queste pinne pari su entrambi i lati hanno lo scopo di stabilizzare il movimento e farlo procedere nella giusta
direzione evitando movimenti di rotazione spirale che altrimenti l’animale farebbe a causa della forte forza di
propulsione data dalla pinna che presenta una maggiore estensione
Presenta anche una specie di rostro sulla parte superiore dell’animale che con la locomozione può spingere
l’animale verso l’alto visto che si genera una spinta d’acqua verso il basso
Questo permette all’animale di poter nuotare orizzontale
Con l’aumento della forza propulsiva compaiono anche elementi che stabilizzano l’assetto del nuoto
Si ha quindi una pinna
dorsale con spina e
queste protezioni laterali
stabilizzatrici immobili
(“alettoni” che
stabilizzano ma non
permettono di
controllare,
stabilizzazione di tipo
passivo, strutturale)
Le pinne pettorali dei
pesci odierni permettono
invece all’animale di
direzionare molto
efficientemente e
rapidamente essendo
mobili