Agostino Famlonga - Gli Stadi Della Meditazione
Agostino Famlonga - Gli Stadi Della Meditazione
Agostino Famlonga - Gli Stadi Della Meditazione
DELLA
MEDITAZIONE
Un approccio universale
all'evoluzione personale
DI AGOSTINO FAMLONGA
Introduzione4
PARTE I - LA MEDITAZIONE
Che cos’è la meditazione? 7
I mezzi della meditazione 9
Il fine della meditazione 10
Conclusione41
Agostino Famlonga 43
Bibliografia44
La parola meditazione viene usata frequentemente e in vari contesti. Negli ultimi anni
si è vista un’escalation dell’utilizzo di questo termine, dovuto ad un crescente interes-
se da parte di un pubblico sempre più vasto. Spesso con la stessa parola si vogliono
intendere cose radicalmente differenti.
Le tecniche utilizzate per mettere in atto questo processo si chiamano pratiche me-
ditative.
Spesso pratiche che non attuano questo processo vengono definite meditazione,
quando in realtà non lo sono.
Si tratta di una pratica che appartiene all’essere umano in quanto individuo dotato
di consapevolezza; gli appartiene indipendentemente da ogni altra sua caratteristica
individuale o dalla sua cultura di appartenenza.
#2 L’approccio qui proposto può essere facilmente integrato in ogni contesto di cre-
scita in quanto universalmente valido.
Detto in maniera semplice: l’attività cognitiva è l’insieme dei processi con cui il sistema
nervoso acquisisce ed elabora le informazioni sensoriali e costruisce la percezione della
realtà.
Ristrutturare l’attività cognitiva significa modificare il modo in cui operano questi pro-
cessi.
Significa che quella che generalmente è considerata una funzione automatica e stabile
nel tempo - la costruzione della realtà percepita soggettivamente - può essere modifi-
cata.
Come vedremo, queste due facoltà vengono impiegate entrambe nella meditazione,
ma con modalità differenti a seconda del fine prefissato.
DEFINIZIONE
META-CONSAPEVOLEZZA
Il termine meta- sta ad indicare una posizione che sta “un gradino sopra”, un’at-
tività che riflette su se stessa.
Quello che viene sperimentato come stato transitorio può divenire un tratto perma-
nente.
PER APPROFONDIRE
Leggi su essereintegrale.com
STRUTTURE DI COSCIENZA
https://essereintegrale.com/sistema-operativo-non-duale/stadi-di-coscienza/
Andando alla radice, e applicando la definizione che abbiamo dato prima, sostanzial-
mente esistono due modalità in cui l’attenzione può essere utilizzata per ristrutturare
il processo cognitivo.
oppure
#1 attenzione focalizzata
Questa capacità ha chiaramente dei benefici secondari che si rendono evidenti nella
vita della persona che ne è dotata, ma in questo contesto il fine di avere la stabilità
dell’attenzione è quello di impiegarla nella meditazione analitica, in cui l’oggetto
su cui si rivolge l’attenzione è la consapevolezza stessa.
Nella meditazione analitica l’attenzione non viene posta su uno specifico oggetto, ma
sulla consapevolezza stessa: la consapevolezza diviene l’oggetto su cui l’attenzione
viene direzionata.
Si tratta di una meditazione di discernimento, il cui fine è quello di ottenere una com-
prensione esperienziale della natura impermanente dell’esperienza.
È analitica, non nel senso che si analizza verbalmente la consapevolezza, ma nel senso
che si analizza in modo esperienziale la natura stessa dell’esperienza.
In ogni cognizione, sia il soggetto che l’oggetto dell’esperienza sono mutevoli, cam-
biano continuamente nella loro forma e nelle loro caratteristiche: sono accidentali.
Nell’esperienza ordinaria l’individuo si identifica con gli oggetti che esperisce, con la
loro natura accidentale.
PER APPROFONDIRE
Leggi su essereintegrale.com
Concentrarsi richiede sforzo. Lasciare andare richiede il lasciare andare ogni sforzo. En-
trambi queste abilità sono indispensabili, al momento giusto, nella meditazione.
Per ottenere questo risultato è possibile strutturare una sequenza all’interno della
sessione:
L’esperienza del praticante porta nel tempo a rendere questa sequenza superflua.
LO SAPEVI CHE...
LA COMPASSIONE AIUTA A SCIOGLIERE L’ATTACCAMENTO
Essendo la compassione centrata sull’altro, sviluppa nel praticante dei tratti che
sono essenziali per la presenza aperta, ovvero la capacità di lasciare andare sem-
pre di più l’attaccamento verso la soggettività stessa, cioè l’attaccamento all’in-
dividualità.
La fissazione su di sé è il limite che blocca il progresso nella realizzazione della
presenza aperta: introdurre nella pratica la compassione non-referenziale aiuta a
sciogliere questa fissazione.
1. veglia
2. sogno
3. sonno senza sogni
po,
• poi scompaiono e la coscienza entra in un’altra modalità di elaborazione, cioè in un
altro stato di coscienza.
PER APPROFONDIRE
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La sequenza inizia dallo stato di veglia, che è quello normalmente accessibile all’e-
sperienza cosciente.
PER APPROFONDIRE
Leggi su essereintegrale.com
STATI DI COSCIENZA
https://essereintegrale.com/sistema-operativo-non-duale/stati-di-coscienza/
Tutti conoscono i 3 stati di coscienza naturali: veglia, sogno e sonno senza sogni. Oltre a
questi quali sono disponibili all’essere umano?
Significa che oltre a mantenere una consapevolezza continua durante lo stato di ve-
glia, ora il praticante è in grado di sperimentare a volontà i sogni lucidi, e riesce a man-
tenere la testimonianza vigile anche durante lo stato di sogno.
Nella sequenza degli stadi della meditazione vengono attraversati quattro stati di
coscienza, tramutandoli in stadi.
Significa che uno stato transitorio diventa stadio permanente, cioè la consapevo-
lezza ha accesso in modo stabile a quella peculiare configurazione di elaborazione
dell’informazione.
Le strutture di coscienza decostruite sono sei, per questo è possibile definire con
precisione 6 stadi della meditazione (6 stadi degli stati di coscienza).
Gli stati di coscienza in sé sono quattro (i tre naturali più quello non-duale), ma alcuni
stati contengono più strutture da smantellare, come vedremo nel prossimo capito-
lo.
Le strutture de-costruite durante la progressione tra gli stadi della meditazione sono:
1. Comportamento
2. Pensiero
3. Percezione
4. Sé
5. Matrice spazio-temporale
6. Coscienza
Lo schema della pagina seguente riassume quanto esposto finora e permette di co-
glierne la bellezza intrinseca. Ad ogni stadio sono stati associati i tre passi di decostru-
zione (I-O-D).
I DOMINI E LE STRUTTURE
DEFINIRE DEI CONFINI PER POTERLI SUPERARE
Sebbene in questo frangente definire dei confini sia piuttosto aleatorio, ho volu-
to evidenziare la corrispondenza tra gli stadi e i domini, così come le transizioni
di fase.
Come semplice regola generale per definire i confini è possibile utilizzare questi
parametri:
INTERROMPERE
DE-COSTRUIRE
Il secondo stadio sta sul confine tra quello che è la corporeità fisica e il sentire corpo-
reo interiore.
L’interconnessione corpo-mente viene messa in relazione con le conseguenze che
produce nell’interiorità.
INTERROMPERE
Nel primo passo (I) si impara a direzionare le azioni corporee al fine di ottenere la
stabilità del pensiero. Si cerca di bilanciare le azioni fisiche portando consapevolezza
nei gesti e nella postura, al fine di acquisire una postura stabile e ferma esterior-
mente e -di riflesso- interiormente.
L’addestramento alla postura fisica contribuisce a creare uno stato mentale di equili-
brio e fermezza.
DE-COSTRUIRE
La contemplazione acquisita tramite i passi fin qui percorsi viene impiegata per intro-
vertire completamente la consapevolezza.
La consapevolezza in questo modo si sgancia dalla realtà esteriore e dall’influenza
degli oggetti sensoriali e viene rivolta interamente al flusso della coscienza stesso.
Questo processo porta ad un riordinamento del flusso della coscienza, cioè alla
de-costruzione (D) della funzione cognitiva del pensiero.
Significa che il flusso della coscienza si riassetta in una configurazione che differenzia
la struttura del flusso dal suo contenuto.
Appare in modo evidente la continuità sottostante al di là del continuo cambiamento
dei contenuti mentali: ciò che prima era uno sfondo ora viene posto in primo piano.
INTERROMPERE
OSSERVARE
DE-COSTRUIRE
Nel quarto stadio della sequenza l’oggetto che funge da supporto per la concentra-
zione dell’attenzione è divenuto altamente sottile e privo di attributi: si tratta di un
continuo e incessante flusso di luce.
INTERROMPERE
OSSERVARE
DE-COSTRUIRE
Nello step seguente, venuta meno la rappresentazione di sé e il senso dell’agire del sé,
avviene il crollo del punto di osservazione ordinario.
Avendo perso la prospettiva di osservazione ordinaria, ora divengono possibili svaria-
ti punti di osservazione alternativi.
Il praticante impara a riconoscere il flusso di luce come continuo, come un incessan-
te vibrazione del campo energetico, mantenendo al contempo una consapevolezza
riflessiva, che trascende il punto di osservazione. La prospettiva subisce una ristrut-
turazione (D).
La consapevolezza viene liberata dalle strutture del Sé.
Negli stadi finora affrontati, il meditante ha fatto ampio ricorso alla tecnica meditativa
di focalizzazione dell’attenzione.
La concentrazione dell’attenzione ha permesso la decostruzione delle strutture fonda-
mentali, partendo da quella più grossolana, affrontando poi il pensiero, la percezione e
la rappresentazione del Sé. Raggiunto questo stadio, il praticante ha ormai raggiunto
la maestria della propria capacità di attenzione. Prevale, da qui in avanti, la modalità
di meditazione di discernimento (presenza aperta).
INTERROMPERE
In questo stadio si compie un’analisi ad alta velocità del flusso che si manifesta nel
tempo come una successione di movimenti continui. In una sequenza così intensa e
serrata il meditante tenta di analizzare ciascun movimento.
Esegue in ogni istante una ricerca seriale per discernere la propria identità trascen-
dente all’interno del flusso.
OSSERVARE
Nello step seguente, divenuto familiare
con la vacuità, il meditante è in grado di
mantenere la modalità di meditazione
analitica non solo osservando il flusso di
luce, ma anche permettendo a conte-
nuti grossolani di riemergere all’interno
della consapevolezza.
Senza sforzo ora può rivolgere la consapevolezza a tutti i fenomeni che emergono
in rapida successione (O).
A livello cognitivo, nello step precedente era richiesta una ricerca ultrarapida control-
lata, ora invece avviene una ricerca ultrarapida automatica.
Semplicemente il praticante mantiene una consapevolezza riflessiva durante i vari
eventi fenomenici.
Le esperienze dirette avute vengono integrate nella modalità con cui viene esperita
ogni cosa.
C’è un cambiamento profondo nella percezione della durata degli eventi, in quanto il
praticante ora è in grado di suddividere la consapevolezza tra il contenuto fenome-
nico e il processo con il quale è costruito.
Si acquisisce a questo livello la cosiddetta multidimensionalità, cioè la capacità di
suddividere contemporaneamente e liberamente l’attenzione fra più stimoli.
DE-COSTRUIRE
Nello stadio che segue la consapevolezza si apre e si rivolge alla struttura spa-
zio-temporale del flusso di luce.
INTERROMPERE
In questo primo step dell’ultimo stadio del percorso meditativo il meditante ora tiene
l’attenzione alle fasi di transizione tra quest’esperienza di “unica sostanza” -che ri-
flette l’immutabile consapevolezza trascendente- e il ritorno della normale attività
mentale durante lo stato di veglia.
Si tenta ora di eliminare, o meglio interrompere (I), la transizione tra queste due
condizioni.
Il praticante diviene così consapevole che esistono entrambe queste condizioni, e
OSSERVARE
DECOSTRUIRE
Il percorso attraverso gli stadi della meditazione può apparire complesso, e in un certo
senso lo è veramente, ma in realtà nella sua complessità è molto lineare.
Ogni viaggio è unico, così come è unico il viaggiatore, ma il percorso è universale, im-
personale. Ha degli elementi comuni a tutti, quelli che ho evidenziato in questo libro.
Conoscere il percorso permette di velocizzare i passaggi da uno stadio all’altro.
Ho scritto questo libro affinché tu possa avere un riferimento teorico che ti possa es-
sere di aiuto nel definire dove sei, dove puoi/vuoi arrivare, e qual è il prossimo passo.
Chiaramente è un riferimento teorico. La teoria senza la pratica è inutile, e viceversa la
pratica senza teoria rischia di essere inconcludente.
Per questo il mio invito finale è di agire, di mettere in pratica, di iniziare fin d’ora il tuo
percorso di consapevolezza. Oppure se già hai intrapreso un percorso di auto-cono-
scenza, di includere in esso queste conoscenze.
In queste note conclusive desidero anche informarti di un limite.
In questo libro non ho incluso una parte importante del percorso: l’integrazione
dell’ombra. Non l’ho fatto perché questo aspetto è talmente ampio che merita un li-
bro a parte.
La progressione tra gli stadi della meditazione fa emergere strati di contenuti incon-
sci sempre più profondi. L’integrazione di questi contenuti si fa sempre più sottile e
delicata man mano che si prosegue. La meditazione da sola spesso non è sufficiente
a compiere questa integrazione. A volte addirittura rischia di accentuare alcuni mec-
canismi difensivi, soprattutto quando è portata avanti in modo autonomo.
Il mio invito, da questo punto di vista, è duplice.
In primis ti invito ad approfondire le conoscenze in questo ambito. Un articolo intro-
duttivo lo trovi su essereintegrale.com: I 6 tipi di inconscio.
In secondo luogo, come sempre, ti invito ad unire la teoria con la pratica. Per l’inte-
grazione dell’ombra sono molti gli strumenti che puoi usare. Mi sento di consigliarti 3
PER APPROFONDIRE
Leggi su essereintegrale.com
AGOSTINO FAMLONGA
https://essereintegrale.com/agostino-famlonga/
Per saperne di più su chi sono e su quali attività svolgo, consulta la mia pagina su esse-
reintegrale.com