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Le Arti Visive

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Università degli Studi di Pisa

Riassunto Il cinema e le arti visive - Antonio


Costa.pdf

Discipline dello spettacolo e della comunicazione


Prof: Elena Marcheschi

Autore: arianna97bonini

Anno Accademico: 2018/19

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A N TO N IO CO STA

IL CINEMA E L E A RT I V I SI V E

Introduzione

“Riprendere alla musica il suo bene” -> espressione di Mallarmè


di cui si ricorda il musicologo Andrè Hodeir nel parlare di
Hiroshima non amour, Resnais, 1959

-> analogie tra cinema e composizione musicale

-> CINEMA: si può parlare di riprendere all’architettura/alla


pittura/al fumetto (…) il suo bene in ambito cinematografico

-> cosa può significare? (esempio dell’architettura)

- architettura come modello cui il cinema si ispira -> di che


tipo?

- ripresa dell’architettura -> delle sue forme e dei suoi


vantaggi per l’organizzazione della scena filmica?

- restituzione integrale della forma architettonica

-> sistema di relazioni ancora più complesso se parliamo di


PITTURA -> possibili tre diverse prospettive

1. Prospettiva storica: affronta i legami storicamente verificabili


che hanno unito le diverse forme di rappresentazione ,
partecipando ognuna a una stessa vicenda che è la storia dei
sistemi di rappresentazione

2. Prospettiva teorica: i legami vengono inventati (invenio =


scoprire) attraverso l’approfondimento di un discorso teorico
che consiste nell’interrogare le diverse forme e le diverse
strutture dei sistemi di rappresentazione -> studiare e
confrontare le diverse maniere di strutturare lo spazio, di
implicare la dimensione tempo e di rapportarsi al reale

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3. Prospettiva metodologica: metodi comuni, già applicati in


diversi settori, applicati al cinema -> metodi della storia
dell’arte utilizzati per indagare aspetti che il cinema ha in
comune con l’arte; metodi di indagine pittorica applicati ad
aspetti figurativi del cinema; metodologie unitarie utilizzate
per formalizzare aspetti del processo comunicativo

-> tre prospettive -> tre aspetti dello stesso problema

Parte prima

Capitolo primo: Agonia delle arti visive?

PARAGRAFO PRIMO: LE MUSE INQUIETATE

-> scompiglio prodotto dall’avvento del cinema nell’universo


delle arti visive -> fasi alterne nella convivenza tra le varie arti

-> cinema visto (come prima la fotografia) come concorrente,


come minaccia per la sopravvivenza delle arti visive

-> relazione tra cinema ed arti visive -> grande rilievo nella
riflessione teorica (pensiero estetico) e nel fare artistico (alcuni
artisti delle avanguardie lavorano anche a film)

-> cinema: ricorso a pittori, architetti, sarti, designer per


l’allestimento delle scene

-> modello pittorico -> alla base di produzioni di universi


figurativi, sia creati in studio, sia ripresi dal vero

-> dalla subordinazione del cinema all’arte pittorica si passa


all’uso spregiudicato dei pittori delle avanguardie storiche ->
vedono nel cinema la via d’uscita dalla separatezza dell’arte

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-> atteggiamenti di accettazione della nuova sensibilità che


impone nuove forme di organizzazione dell’esperienza estetica

-> nuovi modelli, nuovi supporti, nuovi dispositivi

-> la riflessione teoria ha cercato di definire l’artisticità del cinema


a partire dal riconoscimento di una serie di aspetti in comune con
le arti figurative

-> dalla subordinazione del cinema rispetto alle arti


maggiori si passa al riscatto teorico e pratico -> nuove forme di
confronto

-> il cinema ha cercato nell’immagine pittorica il modello per


tornare al rigore della composizione figurativa, a un principio di
necessità e di struttura ormai travolto

-> non meno evidente il ruolo svolto dal cinema nelle arti
figurative contemporanee -> presenza dell’iconografia
cinematografica nella pop art, modelli dinamici dell’inquadratura
in Jacques Monory

PARAGRAFO SECONDO: IDENTITÀ E ALTERITÀ

1995 -> doppio centenario

-> Biennale di Venezia: incrocio tra mostra d’arte ed


esposizione universale

-> cinema: annoverato tra le arti della Biennale dagli anni


’30

-> Jean Clair cura a Venezia la mostra Identità e Alterità

-> colloca il secolo della biennale ed il secolo del cinema


nella storia dell’agonia delle arti visive

-> agonia: 1. periodo che precede la morte; 2. richiama il


concetto di agone come combattimento, conflitto

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-> stabilità, normatività e certezza dell’immagine cedono il


campo a mutabilità, instabilità, incertezza e rapida deperibilità
dell’immagine in movimento

-> il cinema compie e trascende tutto ciò che le altre arti avevano
tentato di realizzare

-> dipendenza dagli schemi concettuali delle arti tradizionali ->


ritarda lo sviluppo di una teoria autonoma del fatto filmico -> ne
deriva l’incapacità di cogliere la rivoluzione portata dal nuovo
mezzo

-> riflessione teorica e pratica artistica -> spesso assumono


posizioni subordinate rispetto alle arti visive

Teorie di Benjamin

-> verso la comprensione del significato e l’estensione


dell’esperienza estetica nell’epoca della riproducibilità tecnica e
della conseguente fine del valore cultuale e auratico dell’opera

-> allarga la sfera dell’esperienza estetica, indirizzando la


riflessione sui nuovi modelli, tenuti fuori o ai margini

Richiami a Vattimo e Heidegger

-> analogie tra l’esperienza dello shock di cui parla Benjamin,


inteso come pericolo di perdere la vita, ed esperienza dello Stoss
heideggeriano, dato dall’oscillazione, dallo spaesamento,
dell’angoscia, determinato dall’incontro con l’opera d’arte

-> accettazione della molteplice e multiforme manifestazione


dell’essere nella forma dell’accadimento, non più nella pretesa
metafisica di presenza, stabilità della struttura

-> shock come elemento costituivo dell’esperienza filmica ->


l’esperienza dei media va pensata non in senso negativo o
positivo, ma costitutivo

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-> definire ciò che separa l’esperienza filmica dalle forme


tradizionali di rappresentazione dello spazio pittorico

-> cinema come momento essenziale all’interno delle


avanguardie storiche, impegnate nel lavoro di negazione-
distruzione dello spazio della tradizione pittorica

-> arte non più centrata sull’opera, ma sull’esperienza, pensata in


termini di variazioni minime e continue

-> passaggio da utopia ad eterotopia dell’arte

-> unico fondamento del sentimento del bello:


appartenenza alla comunità

-> necessario talvolta abbandonare ogni idea di


coincidenza tra la realtà di appartenenza e la comunità umana
tout court

-> generazione che ha voluto in tutte le direzioni fare del cinema


un'arte

Teorie di Bazin

-> punto di riferimento anche quando i suoi sviluppi hanno


capovolto i presupposti filosofici

Approfondimenti di Rohmer

-> presupposti evoluzionistici impliciti nell’idea baziniana di


compimento e superamento delle istanze presenti nella ricerca
delle arti tradizionali

-> l’artisticità del cinema non deriva dalla sua subordinazione ad


arti precedenti, ma dalla sua natura fotografica, riproduttiva e
meccanica

-> attraverso il cinema, l’arte riconquista la sua relazione con


l’oggetto

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-> ruolo essenziale del cinema nella messa in crisi dei valori
consolidati nel sistema delle arti

-> Rohmer si prefiggeva, attraverso l’analisi dei rapporti tra il


cinema e le altre arti, un recupero della misura e dell’equilibrio di
un classicismo ormai disperso e devitalizzato

PARAGARAFO TERZO: SPECTACULAR BODIES

-> dinamica degli scambi tra cinema e pittura -> analisi


dell’organizzazione spaziale, della struttura compositiva e dei
modelli comunicativi; studio del terreno comune dell’iconografia,
in particolare iconografia del corpo

-> intento di superare, all’insegna della convivenza delle tecniche


e dei campi più disparati di produzione dell’immagine, la
distinzione tra i tradizionali campi disciplinari, tra la sfera
dell’estetica e quella della scienza e della comunicazione, tra alto
e basso

-> mostra di Clair, Identità ed alterità: poco spazio all’iconografia


cinematografica e alle relazioni tra cinema e pittura

-> riproduzione del corpo umano in movimento operata con gli


strumenti cronofotografici: strappo rispetto alla rappresentazione
naturalistica

-> attitudine analitica delle tavole di Muybridge e Marey:


punto di riferimento della vocazione antinaturalistica che permea
le avanguardie novecentesche

-> legame esplicito e dichiarato tra la cronofotografia e


Nu descendant un escalier, Duchamp, 1912

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-> avvento e sviluppo del cinema: ricostituzione dei canoni


naturalistici, rivitalizzazione e riproposizione della concezione dei
modelli della pittura e della letteratura ottocentesche

-> cinema: mezzo di riproduzione meccanica del corpo e del suo


movimenti, strumento di messa in scena e manipolazione del
corpo

-> intervento del film su vari livelli

-> livello profilmico (tutto quanto viene predisposto al fine


di essere ripreso cinematograficamente): mezzi che vanno dal
make-up all’illuminazione

-> livello filmico: dalla scala e dal tipo di inquadrature ai


vari effetti speciali fotografici

-> tema iconografico del corpo meccanico -> attraversa tutta la


storia del cinema con coincidenze, anticipazioni, sintonie con
quanto avviene parallelamente nelle arti figurative

-> valore esemplare della prospettiva di indagine offerta da Jean


Clair: ripercorrere l’iconografia del corpo alla luce della
convivenza, della commistione tra l’iconografia della tradizione
pittorico-figurativa e l’iconografia che discende direttamente da
quella della riproducibilità tecnica

PARAGRAFO QUARTO: FRA ARCHITETTURA E TV

-> gli artisti della pop art si sono frequentemente ispirati al


repertorio di immagini cinematografiche -> icone di una nuova
stagione di arte: Warhol, Rosenquist, Rotella

-> sulla scia dell’esperienza della pop art e dell’iperrealismo,


l’arte contemporanea lavora in modo organico su modelli e

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materiali cinematografici -> il cinema stesso utilizza procedimenti


e suggestioni tipici delle nuove espressioni delle arti visive

-> frequenti nell’arte contemporanea le operazioni di ibridazione


-> esempio: La donna che visse due volte, David Reed, 1958 ->
presa da Arthur Danto come punto di avvio per la riflessione
sull’attuale stato delle arti contemporanee

-> spesso, quando il cinema si riferisce all’arte contemporanea,


gioca la carta dell’ironia, facendo leva sul luogo comune della
stranezza e dell’incomprensibilità delle opere

-> da prima dell’avvento dei moderni media (contenitori di tutte


le altre espressioni -> acceleratori del gioco di rinvii intermediali)
esistono relazioni tra le arti visive in ragione della, pur relativa,
omologia di linguaggi o di continuità di collocazione e
interscambiabilità di ruoli

-> evidente sistema di scambi che governa il rapporto tra


architettura e pittura: momenti di massima integrazione, come
nell’età rinascimentale; valenze di segno opposto come nell’età
delle avanguardie

-> sistema degli scambi -> particolarmente ricco nelle arti dello
spettacolo -> arti visive per definizione -> la stessa
etimologia della parola spettacolo rimanda alla visione, all’atto
dell’osservare (spectare)

-> importante tradizione di studi sui rapporti tra visibile pittorico


e il visibile teatrale: inserimento dello spettacolo teatrale nel
sistema delle arti della visione -> Carlo Ludovico Ragghianti ->
operazione analoga con il cinema

-> età contemporanea: interazione più evidente

-> le arti visive inglobano e introiettano modelli e linguaggi delle


comunicazioni di massa: iconografia della pubblicità, del cinema,

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del fumetto, della moda -> con la pop art entra nell’universo
pittorico

-> la pubblicità o la videomusic inglobano e utilizzano modelli e


citazioni pittoriche con un certa frequenza

-> cinema -> fin dalle origini, luogo privilegiato del sistema di
interazioni

-> tanto complesso è il sistema delle relazioni che il cinema


intrattiene con le altre arti che ognuna di esse richiederebbe
trattazione specifica

-> certa intercambiabilità di ruoli riconosciuta a cinema e pittura


a livello linguistico -> si allude alla frequenza con cui determinati
aspetti, sia del soggetto che dello stile di un film vengono
descritti con termini presi in prestito dalle arti figurative

-> casi inversi (Ejzenštejn) -> ampio uso di concetti relativi al


montaggio cinematografico per chiarire problemi di
composizione pittorica

-> dalla pop art in poi esiste un’interazione tra comic strips ed arti
figurative che ha assunto un suo rilievo non casuale per entrambi
i settori

-> le relazioni tra cinema e fumetto sono più strette ed organiche


di quelle tra qualsiasi altra arte visiva -> rapporto organico tra la
vita di certe creature del fumetto prima sulla carta, poi sullo
schermo del cinema di animazione

-> cinema e fumetto: nascono quasi contemporaneamente e


cominciano da subito a influenzarsi a vicenda sul piano tematico
ed iconografico, su quello sintattico

-> probabile che sia stato il dinamismo sintetico dei newspaper


comics a influenzare il maggior dinamismo che la sequenza di

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Porter presenta rispetto ad analoghi modelli cinematografici


europei

-> si è rimproverato al cinema di finzione ispirato ai personaggi


dei fumetti l’incapacità di restituire l’incanto, lo stile di
quell’universo figurativo

-> in realtà molti problemi posti dalla relazione tra cinema e


fumetto sono analoghi a quelli che si pongono tra cinema e
pittura: staticità della pittura e del fumetto rispetto al movimento
del cinema -> diversa reazione in quanto la grafica dei comics ha
inventato e codificato altre forme di dinamismo -> il cinema può
cercare di restituirlo attraverso complesse operazioni di selezione
e stilizzazione dei suoi propri mezzi espressivi

-> tra le produzioni cinematografiche tratte dal fumetto


apprezzabili sul piano iconografico: film in cui il lavoro sugli
aspetti scenografici, cromatici e fotografici è stato per lo meno
pari a quello compiuto per film di più complessa interazione con
l’universo pittorico (Braccio di ferro, Robert Altman; Blade
Runner, Ridley Scott; Batman, Tim Burton)

-> la progettazione di uno spazio totale introduce a un altro


importante polo di riferimento -> architettura

-> lo spazio architettonico (Rohmer) è lo spazio che preesiste alla


ripresa e quindi che ha esistenza oggettiva ed è dotato di senso
proprio

-> indipendentemente dal fatto che tale spazio esista realmente


o sia una costruzione artificiale, il sistema di segni architettonici,
dotato di un suo insieme di significati, subisce un processo di
risemantizzazione all’interno del sistema espressivo in cui viene
assunto

-> il problema è simile a quello posto dalla pittura, ma con una


differenza fondamentale

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-> l’architettura, in quanto oggetto tridimensionale e


percorribile, definisce l’orizzonte dell’esperienza dello spazio
senza apparire come sistema rappresentativo in conflitto con la
figurazione filmica

-> esempio: il rapporto tra artificio e natura definito dalla forma


architettonica di una villa veneta cinquecentesca costituisce un
sistema di significati che un film ambientato in quello spazio
potrà esaltare, valorizzare, stravolgere e ribaltare a seconda
dell’intenzionalità del regista; uno stesso spazio inteso come
particolare orientamento e organizzazione dell’esperienza visiva
può entrare con funzioni diverse in film diversi, sempre all’interno
di una concezione scenografico-estetizzante dello spazio

-> esempi di come uno stile architettonico possa essere assunto


all’interno dell’universo narrativo di un film -> opere ben diverse

-> caratteri dell’architettura post-moderna esaminati da Francis


Jameson

-> individua: integrazione tra organismo architettonico e


sistema di segni commerciale e appariscente della città
circostante, universo architettonico come spazio totale, come
doppio o sostituto dello spazio urbano, esaltazione della
struttura architettonica come insieme di possibili funzioni
narrative

-> carattere perentorio e visibile, carico di significati simbolici che


lo scollamento tra organismo architettonico e spazio urbano
circostante acquista

PARAGRAFO QUINTO: QUESTIONI DI METODO

-> numerosi contributi sul piano di storia, informazione,


iconografia sui rapporti tra cinema e architettura

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-> la pittura ha fornito più occasioni, anche sul piano del metodo,
per l’approfondimento degli aspetti visivi del cinema

-> frequenti i riferimenti alla pittura negli scritti critici, teorici ed


estetici

-> Giuseppe Turroni, critico: attenzione agli aspetti visivi del


cinema

-> articolo Pittura?

-> passa in rassegna recenti film influenzati dalla pittura


allo scopo di definire la categoria critica di manierismo pittorico
o pittorialismo

-> privilegia un rapporto organico tra cinema e pittura,


realizzato per lo più in film americani

-> confronto tra cinema e pittura attuato secondo una


prospettiva di critica militante, con giudizi che possono essere
condivisi o meno, ma con metodologie e finalità ben chiare ->
mostrare come la relazione tra cinema e arti figurative investa il
cinema americano in forme prive dell’intellettualismo europeo

-> Vittorio Sgarbi -> prevalenza di giudizi negativi

-> Caravaggio, Jarman, 1986: citazioni giudicate come


propedeutica sulla genesi dell’immagine

-> Visconti: non omaggi, ma piccoli furti o necessità di


ambientazione storiche

-> Bunuel: valutato positivamente -> tra i pochi che


cercano un prolungamento della pittura nel cinema

-> interesse al fenomeno dell’interazione attenendosi al criterio


della valutazione estetica

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