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Le Forze

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LE FORZE

PARLEREMO DEL CONCETTO DI FORZA, CONSIDERATA LA CAUSA DELLA VARIAZIONE DI


VELOCITÀ O DELLA DEFORMAZIONE DI UN CORPO.
DISCUTEREMO DEGLI ELEMENTI CARATTERISTICI DI UNA FORZA E DESCRIVEREMO I METODI,
GRAFICI E ANALITICI, CHE CONSENTONO DI DETERMINARE LA RISULTANTE DI DUE O PIÙ
FORZE NEL PIANO
1. IL CONCETTO DI FORZA - INERZIA

 Quando un corpo è fermo o in movimento, tende a restare in quello stato a meno che una forza non lo
modifichi.
 Esempi pratici:
o Se tiri un foglio di carta velocemente da sotto un oggetto pesante, l'oggetto non si muove.
o Quando un tram parte all’improvviso, ci sentiamo spinti all’indietro.
o Se scendiamo da un veicolo in movimento, siamo spinti in avanti.
 Il principio di inerzia: Inerzia significa che un corpo tende a restare come è: fermo se fermo, o in
movimento se in movimento, fino a quando qualcosa (una forza) non lo cambia.
 Nella vita quotidiana sembra che i corpi in movimento si fermino da soli, ma questo è solo perché ci sono
forze come l’attrito e la resistenza dell’aria. Se non ci fossero, i corpi continuerebbero a muoversi
all'infinito, come succede nello spazio.
DEFINIZIONE DI FORZA - EFFETTI

 La forza è ciò che cambia lo stato di un corpo, facendolo muovere o deformandolo.


 Unità di misura: La forza si misura in newton (N).
• Effetti della forza
 Effetto dinamico: Se un corpo può muoversi, la forza lo mette in moto o cambia il suo
movimento.
o Esempio: Dando un calcio a un pallone, lo facciamo partire. Per cambiare la sua
direzione, basta dargli un altro calcio da un'altra angolazione.
 Effetto statico: Se un corpo è bloccato, la forza può deformarlo.
o Esempio: Se due giocatori calciano un pallone con la stessa forza ma in direzioni
opposte, il pallone non si muove ma si deforma.
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DI UNA FORZA

• Le forze possono essere rappresentate graficamente usando vettori, cioè segmenti con una freccia. Cosa può
indicare la lunghezza di un vettore?
• E la freccia ci mostra il verso, mentre la linea ci indica la direzione e la retta d'azione della forza. Facciamo un
esempio: pensate ad un aereo in volo. Le forze coinvolte sono il peso che lo spinge verso il basso, la portanza che
lo solleva, la spinta dei motori che lo fa avanzare e la resistenza dell'aria che lo frena. Tutte queste forze devono
essere bilanciate per mantenere il volo stabile.
• La forza, come tutte le grandezze vettoriali, si rappresenta quindi con un segmento orientato e si indica
con una lettera maiuscola soprassegnata.
TIPI DI FORZE:
LE FORZE DI CONTATTO E LE FORZE A DISTANZA

• Tra le forze di contatto possiamo annoverare le seguenti:


• Forza di attrito: forza che si oppone al movimento di un oggetto quando scorre o rotola su una superficie
(di contatto).
• Forza elastica: forza esercitata da un materiale elastico quando viene compresso o allungato (di
contatto).
• Forza di tensione: forza esercitata da un corpo quando viene teso o allungato da due punti di ancoraggio,
come nel caso di una fune.
• Tra le forze di distanza possiamo abbiamo:
• Forza di gravità : forza attrattiva esercitata da un corpo su un altro dovuta alla massa dei corpi e alla
distanza tra di essi
(a distanza).
• Forza magnetica: forza che agisce tra materiali magnetizzati o tra magneti e materiali ferrosi (a distanza).
• Forza elettrostatica: forza che agisce tra cariche elettriche, positiva e negativa (a distanza).
• Forza nucleare: forza che tiene insieme protoni e neutroni all'interno del nucleo atomico.
DEFINIZIONE

• La forza è definita da:

• la sua intensità
• la sua direzione
• Il verso

• e il punto di applicazione
LA COMPOSIZIONE DELLE FORZE

• Secondo voi, cosa succede quando applichiamo più forze su un oggetto? Ad esempio, pensate a una
partita di tiro alla fune, dove ci sono squadre che tirano da lati opposti. Cosa accade al centro della
corda?

• Immaginate che ogni volta che esercitiamo una forza su un oggetto, possiamo considerarla come un
"vettore" (che è una freccia che indica la direzione e la grandezza della forza). Se applichiamo più
forze, queste si combinano tra loro.
• La composizione delle forze è proprio il processo di sommare due o più forze per ottenere un’unica
forza, chiamata risultante, che ha lo stesso effetto di tutte le forze applicate.
OPERAZIONI CON LE FORZE

• La forza è dunque un vettore, dotato di intensità, o modulo, direzione e verso. Ciò


significa che quando due o più forze agiscono su un corpo, possiamo comporle per
trovare la forza netta o forza risultante, semplicemente operando l'addizione vettoriale
delle singole forze secondo le regole assegnate nella pagina sui vettori.
• Una sola forza dunque, che presenti il modulo, la direzione e il verso della risultante
di questa somma, produce sul corpo lo stesso effetto che verrebbe prodotto da tutte
le forze componenti agenti insieme su di esso.
• Questa proprietà è detta principio di sovrapposizione delle forze. Nello schema
seguente si riassumono queste proprietà.
OPERAZIONI: SOMMA E DIFFERENZA

Quando le forze si trovano su diverse rette di


azioni si parla di forze concorrenti. Per trovare la
forza risultante netta F, in questo caso, oltre al
metodo grafico del parallelogramma è possibile
usare la formula del teorema di Carnot.

con α angolo
formato tra
le due
forze F1 ed F
2 di cui deve
essere nota
l’intensità.
A COSA SERVE LA COMPOSIZIONE DELLE FORZE?

• Serve a semplificare i problemi complessi in meccanica.

• Quando ci troviamo in una situazione dove più forze agiscono su un corpo (ad esempio, il vento che spinge una
barca mentre il motore la spinge in avanti), possiamo trovare una sola forza che descriva tutti gli effetti combinati.

• Questa forza risultante ci aiuta a capire come si muoverà l’oggetto. È come trovare una scorciatoia per capire il
risultato finale senza calcolare ogni singola forza separatamente.

• Pensate a quando andate in bicicletta contro vento. Da una parte, state applicando una forza sui pedali per spingere
la bici in avanti, ma dall'altra parte c'è il vento che spinge in direzione opposta.

• Quello che sentite è la combinazione di queste due forze: la forza con cui pedali meno la forza del vento. Se il vento
è molto forte, sentirete come se fosse difficile avanzare, proprio perché la risultante delle forze è minore.
PERCHÉ STUDIAMO LA COMPOSIZIONE DELLE FORZE?

• Lo studiamo perché è alla base di molte applicazioni pratiche in ingegneria e fisica.


• Ad esempio, quando costruiamo un ponte o un edificio, dobbiamo sapere come le forze, come il peso, la
tensione e la compressione, agiscono sulla struttura.
• Comprendere la risultante di queste forze ci permette di progettare edifici più sicuri e resistenti.
• Se abbiamo due forze che agiscono lungo la stessa linea, come un’auto che viene spinta da due persone nella
stessa direzione, possiamo semplicemente sommare le forze.
• Se invece una persona spinge l’auto avanti e l’altra indietro, la forza risultante sarà la differenza tra le due
forze. Questo è un esempio di forze con versi concordi (nella stessa direzione) o discordi (in direzioni
opposte)​.
FORZE PARALLELE

• Le forze parallele sono forze che agiscono lungo direzioni parallele, ma non necessariamente nello
stesso verso. Possono essere concordi (quando hanno lo stesso verso) o discordi (quando hanno
versi opposti). Queste forze possono influenzare un oggetto in modi diversi a seconda della loro
intensità e direzione.
• Se due forze parallele agiscono nello stesso verso (sono concordi), la risultante è una nuova forza
che ha:
 Intensità pari alla somma delle due forze.
 Direzione uguale a quella delle forze applicate.
 Verso uguale a quello delle forze originali.
FORZE PARALLELE

• Quando le forze parallele agiscono in versi opposti, cioè sono discordi, il processo è simile, ma la
risultante avrà:
 Intensità pari alla differenza delle intensità delle forze.
 Direzione comune alle due forze.
 Verso uguale a quello della forza maggiore.
 Il punto di applicazione della risultante sarà sempre esterno al segmento che congiunge i punti di
applicazione delle forze e si troverà dal lato della forza maggiore
SE TRE AMICI SPINGONO UN CARRELLO, MA OGNUNO SPINGE IN UNA DIREZIONE
DIVERSA, COME POSSIAMO CAPIRE QUALE SARÀ IL MOVIMENTO DEL CARRELLO?

• Se tre amici spingono un carrello in direzioni diverse, per capire quale sarà il movimento del carrello dobbiamo
considerare la composizione delle forze applicate.
• Ognuno dei tre amici esercita una forza con una certa intensità e direzione, quindi dobbiamo sommare queste forze
vettorialmente.
• Come lo facciamo?
1. Rappresentiamo ogni forza come un vettore, cioè una freccia che indica la direzione e la forza con cui ogni persona
spinge.
2. Sommiamo le forze: iniziamo combinando due forze usando il metodo grafico del parallelogramma, che ci dà una
prima forza risultante. Poi, sommiamo questa risultante con la terza forza.
3. La direzione finale del movimento del carrello sarà quella della forza risultante, che tiene conto di tutte le forze
applicate, e la velocità dipenderà dall’intensità di questa risultante.
FORZE CHE FORMANO UN ANGOLO RETTO

• La risultante ci permette di analizzare un sistema di forze complesse in modo più semplice.

• Ora, immaginiamo di dover spostare un mobile pesante a casa. Se tu e un amico spingete entrambi il mobile
con forze diverse, la risultante sarà la combinazione delle vostre forze.
• Se le vostre forze sono nella stessa direzione, la risultante sarà più grande; se tirate in direzioni opposte, la
risultante sarà più piccola, o addirittura potrebbe annullarsi.
• Cosa succede se due forze agiscono ad angolo retto tra loro?

• Quando due forze sono perpendicolari si usa il teorema di Pitagora per calcolare la forza risultante.
• Immagina di sollevare una cassa con una gru e tirare lateralmente: la forza complessiva non sarà solo verso
l'alto o di lato, ma in una direzione diagonale​.
FORZE COMPLANARI NON PERPENDICOLARI

Se le rette d’azione delle forze date si incontrano


secondo un angolo α diverso da 90° il procedimento
grafico rimane sostanzialmente invariato, salvo la
figura ottenuta, che diventa un parallelogramma,
mentre per il procedimento analitico il calcolo Per α = 90°, essendo cos 90° =
dell’intensità della risultante, isolando il triangolo OAC,
si ricorre al teorema di Carnot, secondo il quale: Per α = 0°; cos 0° = 1)

Per α = 180°; cos 180° = –1)


SCOMPOSIZIONE DI UNA FORZA

• La scomposizione delle forze. Chi sa dirmi cosa significa?

• È l'inverso della composizione. Abbiamo una forza e vogliamo dividerla in due o più forze che
agiscono in direzioni diverse. Questo si chiama scomposizione delle forze.
• Possiamo scomporre la forza lungo due direzioni: una verticale e una orizzontale. In questo caso, le
componenti saranno le proiezioni della forza lungo questi due assi.
SCOMPOSIZIONE DI UNA FORZA

È data la forza R da scomporre in due componenti F1 e F2


agenti lungo le rette d’azione a e b. Ciò significa che, oltre
all’intensità di R, sono noti i valori degli angoli α1 e α2 formati
dalle due rette date con la R stessa. Costruito il
parallelogramma, ricaviamo anzitutto il valore dell’angolo in A
(β) dalla somma degli angoli interni del triangolo OAC. È
evidente che: β = 180° – (α1 + α2)
Ricavato l’angolo β, possiamo usare il teorema dei seni:

e calcolare separatamente:
SCOMPOSIZIONE DI UNA FORZA

• Se le due rette d’azione assegnate formano fra loro un angolo di 90°, il parallelogramma
diventa un rettangolo e il calcolo analitico di F1 e F2 risulta notevolmente semplificato.
Infatti, noti gli angoli α1 e α2, è:
COMPOSIZIONE DI PIU FORZE APPLICATE A UNO STESSO PUNTO
IL POLIGONO DELLE FORZE

• Per eseguire la composizione di più forze applicate a uno stesso punto si può adottare il
metodo grafico del poligono delle forze, che è una conseguenza semplificata
dell’applicazione del metodo del parallelogramma.
TRIANGOLO DELLE FORZE

Generalmente la spezzata detta poligonale delle forze è aperta, cioè il suo estremo non
coincide con l’origine. Nell’eventualità che la poligonale risulti chiusa, la risultante del sistema
è nulla e, di conseguenza, il sistema è “equilibrato”. È ovvio che la regola del poligono
permette di eseguire anche la composizione di due sole forze; in questo caso, si parla di
triangolo delle forze.
IL POLIGONO FUNICOLARE

Il metodo del poligono funicolare è un sistema abbastanza facile per determinare


graficamente la risultante di più vettori complanari.
Ipotizzando, per semplicità, di avere solo tre vettori complanari, si costruisce a partire da un
punto O qualsiasi (preso arbitrariamente a piacere) una poligonale riportando i vettori a⃗ ,
b⃗ e c⃗ consecutivamente con la stessa intensità e con la stessa direzione.
Si individuano così i punti 1 2 e 3 . congiungendo il punto O con il punto 3 si ottiene la
somma risultante R⃗ del sistema di vettori. A questo punto abbiamo trovato modulo e
direzione della risultante.
IL POLIGONO FUNICOLARE

• Il punto di applicazione della risultante si ottiene scegliendo un secondo punto P a


piacere, tracciando la parallela ad OP fino ad intersecare la direzione del vettore a⃗ nel
suo punto di applicazione A; da questo punto si traccia la parallela a 1P fino ad
intersecare la direzione del vettore b⃗ nel punto B; da questo punto si traccia la parallela
a 2P fino ad intersecare la direzione del vettore c⃗ nel punto C; da quest'ultimo punto si
traccia la parallela a P3.
• Le rette passanti per A e C e parallele rispettivamente ad OP e 3P si incontrano in un
punto X che è il punto di applicazione della risultante R del sistema di vettori.
IL POLIGONO FUNICOLARE

1 3
5 6

2
7 8
4
IL POLIGONO FUNICOLARE
IL POLIGONO FUNICOLARE

La costruzione del poligono funicolare si semplifica nel caso che le forze assegnate siano
tutte parallele. Il questo caso la poligonale si riduce in un segmento parallelo alle forze
stesse e non esistendo un lato di chiusura la sua lunghezza O3 rappresenta l'intensità della
risultante.

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