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Lezione 8

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Lezione 8:

Il periodo in cui RB pubblica il suo articolo sulla relazione dello scherzo è la


prima metà del 1900, quando l’antropologia è caratterizzata da Malinowski con
la sua proposta di una metodologia caratterizzata dalla presenza sul campo del
ricercatore con una serie di principi, e da RB. RB si concentra sulle relazioni
sociali, in quegli anni nell’ambito della nascita della ricerca prevale la
convinzione che la chiave di accesso in una società fosse l’insieme delle
relazioni che esistono tra gli individui, si prestava quindi particolare attenzione
alle relazioni di parentela. Si riteneva che osservando queste si potesse
raggiungere il nucleo centrale delle persone e della comunità studiate.

La relazione individuata da RB, che emerge anche grazie al lavoro di studiosi in


altre parti del mondo, è caratterizzata da metodo comparativo. L’obiettivo di
RB è far emergere similarità e differenze comparando situazioni sociali
osservate in comunità diverse in parti diverse del mondo, da qui lo studio del
lavoro di altri ricercatori.

La relazione di scherzo viene inquadrata in modo generale nell’ambito del


rispetto, proponendosi di mettere a fuoco il ruolo e la funzione del rispetto e
della sua mancanza all’interno di una comunità. Questo inquadramento della
relazione di scherzo viene definita da RB in modo simmetrico (presa in giro
reciproca tra due individui, verbale e non e con diversi livelli) e asimmetrica
(non c’è reciprocità, si ha chi schernisce e chi subisce o replica in modo
leggero).

RB inquadra questa relazione nelle dinamiche sociali caratteristiche delle


comunità africane che ha osservato. Lungo la sua riflessione introduce la
questione del matrimonio, RB mette in evidenza la possibilità di un nesso tra la
relazione di scherzo e la relazione sociale all’insegna della mancata relazione:
l’evitazione.

Nell’ambito del matrimonio abbiamo individui legati dalle conseguenze


dell’unione matrimoniale, come il marito e i parenti della moglie, parte della
relazione con la generazione ascendente (i genitori di lei).

Il tratto comune tra la relazione di scherzo e l’evitazione sta nel conflitto


potenziale che si intravede e si delinea tra due unità sociali che sono allo
stesso tempo legate da un legame familiare, una relazione di CONGIUNZIONE
per RB, ma sono anche distanti, per via di interessi economici diversi, quindi
abbiamo una relazione di DISGIUNZIONE, che in una dinamica sociale del
genere può portare a conflitto.

É il conflitto l’elemento comune allo scherzo e all’evitazione: lo scherzo


stempera eventuali conflitti, diluiti attraverso il registro dello scherno; mentre
con l’evitazione, si evita l’incontro ed evitando l’incontro si limitano eventuali
conflitti tra il marito, parte di una sua unità familiare con i suoi interessi
economici e politici, con la famiglia di lei, la seconda unità con i suoi interessi.
Il passo ulteriore nell’analisi di RB consiste nell’individuare come un tratto
caratteristico delle comunità, all’interno delle quali sussiste questa relazione, la
relazione matrimoniale tra cugini incrociati.

In molte società il matrimonio tra cugini incrociati è la scelta migliore e consiste


nel fatto che l’uomo sceglie di sposarsi con una donna che appartiene alla
categoria dei cugini incrociati, ovvero figli di due fratelli di sesso opposto (una
sorella ed un fratello).

Un altro elemento aggiunto da RB nel presentare questa forma di matrimonio


combinato è la mancanza di scelta, il tratto principale di questa dinamica.
Ancora oggi in molte comunità esiste il matrimonio combinato, oggi si presenta
spesso nell’ambito delle comunità migranti nei casi in cui le famiglie
potrebbero mantenere questo meccanismo matrimoniale si genera un ulteriore
conflitto legato al fatto che le nuove generazioni, nate in un contesto europeo,
non vogliono sposarsi con chi è rimasto nel paese d’origine ad esempio. Si crea
quindi un conflitto generazionale dove la vecchia generazione è legata ad un
modello funzionale (nel contesto di origine), ma la nuova generazione che ha
abbandonato il contesto di origine non si riconosce più in questo modello. Tale
modello non funge più perché lo stile di vita non coincide più con quello della
vecchia generazione.

Il matrimonio tra cugini incrociati è un matrimonio combinato i cui protagonisti


sono già individuati spesso ancora prima di essere nati, quando si applica
questo modello la scelta è ridotta e incanalata. In tante comunità in cui esiste il
matrimonio tra cugini incrociati era in vigore un sistema di parentela definito
dagli antropologi classificatorio.

I sistemi di parentela si distinguono in sistemi descrittivi (come il nostro) e in


sistemi classificatori: la differenza sta nell’elemento dell’individuazione data dai
parenti. Il nostro sistema è descrittivo perché distingue tra gradi diversi di
parentela, questa distinzione si colloca su termini diversi attraverso i quali
indichiamo i nostri parenti. Nel sistema classificatore la distinzione è meno
articolata e funziona sulla base dell’appartenenza generazionale. Il che
significa che i potenziali partner matrimoniali possono essere più numerosi di
quelli che sarebbero intesi come cugini incrociati in un sistema descrittivo. Per
noi i cugini incrociati sono i cugini di primo grado, nei sistemi classificatori gli
individui che rispondono alla definizione di cugini incrociati sono tanti.

Laddove il matrimonio tra cugini incrociati funzioni, gli individui coinvolti


intrattengono tra loro una particolare relazione sociale. RB scrive: “presso
molte comunità (cita gli indiani Ojibway del Nord America e le comunità Sile
nelle Isole Fiji) quando i cugini incrociati si incontrano devono mettersi in
imbarazzo a vicenda”, sottolinea il fatto che sono obbligati ad entrare in una
relazione all’insegna dell’imbarazzo e prosegue: “scherzano a vicenda anche in
modo volgare, per i nostri standard ma anche per i loro, ma nessuno si offende
per via di questa relazione particolare tra di loro. I cugini incrociati che non si
prendono in giro secondo questa modalità sarebbero considerati noiosi, ovvero
individui che non osservano le regole del gioco sociale.”

Nel passaggio successivo RB precisa che ci sono anche relazioni di scherzo non
legate all’ambito matrimoniale, citando altri studi sulla relazione di scherzo tra
due tribù. Questa relazione di scherzo riguarda due clan che intrattengono una
relazione di scherzo non generata da relazioni matrimoniali. Scrive: “i due clan
non sono legati in modo speciale da legami di matrimonio, ma la relazione che
esiste tra questi due clan implica alleanza e supporto reciproco che si mescola
ad un’apparente ostilità.” Anche in questo caso emerge la congiunzione e la
disgiunzione, prosegue: “Queste due unità sociali hanno tra loro un rapporto di
alleanza e supporto in caso di necessità, pur alimentando parallelamente una
relazione di antagonismo e ostilità. Nell’aiuto c’è anche conflitto e
competizione. Questo generà una relazione di scherzo”.

Bisogna distinguere ora tra clan e lignaggio, questi ultimi sono tipicamente
definiti come grandi raggruppamenti di parenti, legati da consanguineità. Nello
studio sulle relazioni di parentela una caratteristica importante sono i rapporti
di parentela legati da consanguineità, come la discendenza diretta, e da
alleanza, come il matrimonio. Questa divisione è importante perché le relazioni
tra consanguinei e parenti acquisiti con il matrimonio differiscono. Nell’ambito
della discendenza distinguiamo:

1. Clan: grandi gruppi di parenti che rivendicano l’origina da un antenato


comune, si ha il capostipite che genera il clan. Sono molto numerosi con
molte generazioni e il capostipite assume carattere mitologico. Le origini
de clan si perdono nel tempo.
2. Lignaggio: unità sociale simile ma più piccola a livello temporale, il capo
del lignaggio è conosciuto e identificabile.

Una volta precisato che la relazione di scherzo può esistere anche in altri
contesti, RB scrive “In questi ultimi casi (relazione di scherzo tra clan diversi) si
può individuare una struttura generale. L’individuo è un membro di un certo
gruppo (clan) all’interno del quale le sue relazioni con gli altri sono definite da
un insieme complesso di diritti e doveri”.

L’analisi della posizione sociale di un individuo legata a diritti e doveri, é uno


dei principi con cui l’antropologia della prima metà del 1900 porta avanti i suoi
studi, in seguito le tematiche cambieranno, ma per ora si delineano le relazioni
sociali e cosa comporti avere una determinata posizione sociale.

Il concetto di posizione sociale e dei diritti e doveri che ne derivano, è un


concetto poco familiare a noi oggi, ma che nella storia umana ha avuto un
ruolo rilevante. Un esempio è la famiglia patriarcale, estesa e ampia, che
proponeva un assetto che sfavoriva l’individualismo in favore di una gerarchia
con obblighi e diritti. Le esigenze personali degli individui erano soppresse dalle
esigenze della famiglia. Questo metodo di organizzazione sociale grazie a
processi come urbanizzazione ed industrializzazione si è perso in favore di
modelli di organizzazioni sociali con famiglie ristrette in cui, tra gli altri tratti,
emerge l’individualismo. Le società contemporanee sono composte da individui
concentrati su sé stessi piuttosto che essere schiacciati da doveri e obblighi
familiari come poteva essere nei contesti rurali.

Nel contesto di RB, l’individuo è parte di un gruppo con relazione definite sulla
base di diritti e doveri che definiscono ogni aspetto della vita sociale, una
situazione che nelle società contemporanee non è rintracciabile (o poco) in
occidente.

Un altro elemento importante è il tratto della ripetizione delle stesse sequenze


di vita. Per secoli le comunità umane hanno vissuto all’insegna della
ripetizione: il progetto di vita della nuova generazione era di ripetere il modello
di vita della generazione precedente, tratto che oggi si è attenuato. Anche se
non è del tutto scomparso il modello in cui un figlio faccia lo stesso lavoro del
padre, i progetti di vita oggi si sono differenziati e il modello familiare ripetitivo
non è più stringente, ad esempio con le aziende/attività familiari, nelle
monarchie, ma anche l’ambito di notai, medici, artisti…

Abbiamo meccanismi che favoriscono le ripetizioni del modello e meccanismi


che spezzano la ripetizione nella creazione dei progetti di vita. Oggi si possono
notare discontinuità con le generazioni precedenti, grazie ad elementi che
spezzano il vecchio modello generazionale.

Nel suo articolo RB prosegue: “C’è un altro gruppo, esterno al gruppo


dell’individuo considerato in cui saranno presenti altri individui anch’essi
vincolati da una serie di obblighi.” “Presso l’Africa orientale due clan indicati
come Zigua e Zaramo, non intrattengono tra loro relazioni scherzose per motivi
matrimoniali, ma per marcare le comuni appartenenze a unità sociali distinte
che sono tuttavia, tenute ad una cooperazione sociale. Con la relazione di
scherzo si enfatizza il fatto che anche se si collabora si appartiene a gruppi
diversi”. Mostrare ostilità prendendosi reciprocamente gioco gli uni degli altri è
quindi espressione della disgiunzione sociale che “è parte essenziale
dell’equilibrio della società”.

Tutta la riflessione di RB è finalizzata ad evidenziare i meccanismi attraverso i


quali una società si mantiene tale e non si sgretola nonostante i conflitti
potenziali che sgretola una società. Si interroga su cosa mantenga una società
integra nonostante ci siano interessi specifici e conflitto con altre unità, queste
unità stanno insieme. La relazione di scherzo è un modo per salvare le unità di
ciascun gruppo, segnalare la diversità e l’appartenenza senza compromettere il
fatto che tra le due unità di appartenenza ci sia conflitto.

RB si interroga su come una società si mantenga in equilibrio, quali sono i


meccanismi e i principi che fanno si che un sistema sociale stemperi i conflitti
in modo da non farsi distruggere dalla continua conflittualità tra le varie unità
sociali in cui la comunità si articola.

Prosegue scrivendo: “la teoria che presento è che sia la relazione di scherzo
alla base di un’alleanza tra clan e tribù, sia quella che esiste tra i parenti
acquisiti con il matrimonio, sono modi di organizzare un sistema definito e
stabile di comportamento sociale. E questo al fine di mescolare le componenti
di congiunzione e disgiunzione”
 La relazione di scherzo mantiene insieme parti diverse tra loro
potenzialmente in conflitto, come clan diversi e alleanze matrimoniali, per
renderle funzionali. La relazione di scherzo unisce congiunzione e disgiunzione.

RB aggiunge: “per rendere evidente questa teoria ed esaminarla nei dettagli


serverebbe un vero libro” RB non scriverà mai un libro completo, e questo è
solo un breve articolo. Prosegue puntualizzando: “alcune conferme della mia
teoria le troviamo prendendo in considerazione il modo in cui rispetto e
mancanza di rispetto compaiono in diversi tipi di relazione di parentela”.

Sin dagli inizi RB correla lo scherzo con una teoria del rispetto, la sua idea è
che il rispetto di certi principi e valori che sono in tanti casi incarnati da
individui, è il principale collante sociale che fa si che la società non si disgreghi.
Per RB è necessario che gli individui rispettino idee e valori condivisi. Ad
esempio, le ragioni dello stare insieme di una comunità sono da ritrovarsi
anche nella dimensione ideologica (si rispetta qualcuno perché condivide le tue
stesse idee) e simbolica. Le dimensioni materiali sono importanti, ma non sono
sufficienti per capire perché molteplici persone si riconoscono come
appartenenti ad un’identità più ampia, è nella dimensione simbolica che si
individuano i meccanismi che stemperano i conflitti, e contribuiscono a far si
che il comportamento sociale degli individui sia funzionale al mantenimento
della società.

Secondo questa interpretazione la relazione di scherzo fa parte dei dispositivi


che una società usa per mantenere un certo equilibrio. La relazione di scherzo
si lega alla dimensione materiale, come la necessità di cooperare e mantenere
relazioni, positive ma anche alla dimensione simbolica del rispetto.

Possiamo notare come RB appartenga ad una generazione di antropologi


influenzata dalla teoria dell’equilibrio sociale, difatti le sue domande di ricerca
vertono attorno al tema dell’equilibrio, ad esempio, su come si assorbono i
conflitti potenziali tra membri di clan diversi che devono cooperare per ragioni
rituali. Molte comunità sono organizzate attorno alla religione, si ha un obbligo
dettato dal sacro alla cooperazione; quindi, individui diversi e in competizione
devono collaborare: e qui la dimensione simbolica è il collante tra due
comunità diverse impedendo il conflitto aperto o esiti violenti.

Subentra in una seconda fase dell’antropologia il pensiero di Marx e la sua


teoria sociale, che non era finalizzata all’interpretazione dell’equilibrio ma che
si sbilanciava direttamente verso il conflitto. Difatti la lotta di classe è il centro
della sua idea e il fulcro della trasformazione sociale. Nella seconda metà del
1900 l’antropologia risente dell’influenza marxiana e si concentrerà sui
meccanismi attraverso i quali una società si trasforma.

Tornando a RB, dopo aver detto che servirebbe un lungo libro, propone vari
esempi che confermano la sua ipotesi: “nello studiare un sistema di parentela è
possibile distinguere diversi parenti con riferimenti al tipo e grado di rispetto
che si mostra nei confronti di questi parenti”. Osservando i grati di parentela
notiamo che verso alcuni individui altri sono più rispettosi, c’è quindi una
distinzione tra parenti.

Aggiunge: “benché i sistemi di parentela siano molto differenziati, ci sono


alcuni principi comuni e molto diffusi, come quello che stabilisce che una
persona è obbligata a mostrare un significativo rispetto ai parenti che
appartengono alla generazione immediatamente precedente alla propria, un
principio che si trova in tantissimi sistemi di parentela.” In altre parole, si tratta
del rispetto verso i genitori, i contenuti del rispetto variano tra società, ma il
principio generale è quello. Non solo variano i contenuti, se ci spostiamo da un
sistema descrittivo a uno classificatorio non saranno più solo i genitori ad
essere rispettati ma zii e zie che rientrano nella categoria, si ha una pluralità di
individui con i quali l’individuo ha una relazione di rispetto.

RB si muove però sul livello più astratto identificando i principi generali e non i
dettagli, ignorando il contenuto del rispetto e limitandosi a sottolineare la
dinamica stessa del rispetto. Possiamo osservare come questa il rispetto verso i
genitori sia una dinamica che cambiata nel tempo, anche in base ai vari
cambiamenti sociali.

RB prosegue: “il principio di rispetto verso parenti della generazione


ascendente è una dinamica estremamente diffusa, nella maggior parte delle
società verso il padre si deve esprimere significativo rispetto”. RB precisa: “si
deve particolare rispetto al padre, è così anche in molte società cosiddette
matrilineari, organizzate in società e lignaggi matrilineari.”

Le società si dividono in patrilineari e matrilineari o entrambe, nella seconda le


linee di discendenza passano attraverso la parte femminile. Ad esempio, in una
società matrilineare l’autorità è in possesso del fratello della madre,
(matrilineare è diverso da matriarcale), l’autorità e il potere non sono nelle
mani delle donne, ma nei maschi membri della figura femminile. I figli
appartengono alla famiglia della madre e non del padre, che eserciterà la sua
autorità sui figli delle sue sorelle, mentre con i suoi figli ha una relazione più
affettiva, ma quando si dovrà decidere sul lavoro dei figli, passaggi di cariche
politiche e altro, vale il principio matrilineare, il fratello di lei sceglie.
RB sottolinea che nella maggior parte delle società al padre si deve mostrare
rispetto, ma anche a tuti i membri della stessa generazione come gli zii in
alcune società.

Tutto ciò è alla base degli elementi che producono gerarchia come l’età e il
genere: le matrici chiave dell’asimmetria e della gerarchia.

Arriviamo quindi al punto: qual è la funzione sociale di questo obbligo al


rispetto? Per rispondere, RB chiama in causa il concetto di tradizione e apre un
ambito di riflessione articolato. La tradizione ha a che fare con il passaggio
generazionale, è un elemento indispensabile per la riproduzione di una società:
una società si riproduce grazie al passaggio di valori e tecniche da una
generazione alla successiva. In questo passaggio di tecniche, valori e altro, si
colloca la questione del rispetto verso la genenerazione ascendente che è
quindi la chiave del buon esito della trasmissione del sapere generazionale.

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