Ciccio Ingrassia
Ciccio Ingrassia
Ciccio Ingrassia
Indice
Biografia
Giovinezza
Franco e Ciccio
Da solo
Anni ottanta e novanta
Gli ultimi anni
La morte
Omaggi
Dediche
Filmografia
Attore
Regista
Teatro
Programmi TV
Radio
Pubblicità
Doppiatori
Discografia
45 giri
Riconoscimenti
Onorificenze
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia
Giovinezza
Nacque a Palermo, nel quartiere Il Capo, in via San Gregorio, il 5 ottobre 1922. Molte biografie riportano
il 1923, ma si tratta di un refuso giornalistico che il comico non si è mai premurato di correggere.[9]
Quartogenito dei cinque figli di Pietro Ingrassia (muratore) e di Nunzia Motta (casalinga), di
modestissime condizioni economiche. Sin dall'infanzia manifestò uno scarso interesse per l'istruzione e
una propensione all'umorismo. Nonostante il modesto impegno profuso nell'attività scolastica, riuscì a
ottenere la licenza elementare, ma con molti problemi perché non era bravo in matematica. Nel 1936 si
iscrive al primo ginnasio dell'Istituto "De Cosme" pur cosciente di non aver alcuna speranza di terminare
gli studi. Il suo unico scopo era quello di avere la divisa nuova della scuola (un vestito nuovo all'epoca
era ambitissimo) e, una volta ottenuta, lasciò gli studi dopo appena due mesi per dedicarsi al lavoro ed
ottenere il denaro che sarebbe servito alla sua famiglia. Nell'adolescenza cercando di mantenersi con i
mestieri più disparati (barbiere, falegname, calzolaio, salumiere), si guadagnò da vivere dal 1938 come
intagliatore di calzature; eppure già iniziò a manifestarsi la sua passione per il mondo dello spettacolo e
cominciò a esibirsi in occasione di cerimonie private dove imitò con successo alcune gag di Totò,
divenuto il suo idolo.
Ma il suo vero e proprio esordio sulle assi del palcoscenico risale a qualche anno più tardi, in pieno
conflitto mondiale: nel 1944, infatti, dopo una lunga frequentazione del "Bar degli artisti", autentico
raduno di celebrità in erba, si riunì a Enzo Andronico e a Mimì Ciampolo[10] a formare il Trio Sgambetta.
Da quel momento per il comico palermitano iniziò una lunga gavetta, segnata da condizioni al limite
dell'indigenza. Alla fine della guerra si trasferì a Torino, dove si misurò, al fianco di un esordiente Gino
Bramieri, nel genere della parodia che allora godeva dei favori del pubblico. Nel 1950 nacque un altro
trio formato da Ciccio, Cecè Doria e Maurel, il cui pezzo forte era un numero in cui andavano in scena
vestiti da donna, un espediente di grande effetto comico spesso usato nell'avanspettacolo. Durante una
recita milanese, nel 1957, Ingrassia conobbe una componente di una
scalcagnata orchestra di Tabarin, Rosaria Calì (1926-2019), con la quale
convolò a nozze a Genova il 5 settembre 1960 ed ebbe da lei il figlio
Giampiero, nato il 18 novembre 1961, che piú tardi seguirà le sue orme.
Franco e Ciccio
Lo stesso argomento in dettaglio: Franco e Ciccio.
Nella stagione 1963-1964, presero parte all'opera teatrale Tommaso d'Amalfi, diretta da Eduardo De
Filippo, accanto a Domenico Modugno (che li diresse nel film Tutto è musica del 1963). Nella stessa
stagione furono ospiti fissi del programma Cantatutto, presentato da Claudio Villa, Milva e Nicola
Arigliano.[11] Nel solo 1964 realizzano ben ventidue film, incassando circa sette miliardi e trecento
milioni di lire, circa il 10% dei proventi della filmografia italiana in quell'anno. Sebbene apprezzati dal
pubblico, i loro lavori furono sovente snobbati dalla critica. Molti film sono incentrati sul tema della
mafia, giocando inizialmente sullo stereotipo siciliano-mafioso come L'onorata società di Riccardo
Pazzaglia e la serie che segue I due mafiosi di Giorgio Simonelli. Altri s'incentrano sulla satira umoristica
della società prendendo di mira la politica (I 2 deputati di Giovanni Grimaldi), la religione (Don Franco e
Don Ciccio nell'anno della contestazione di Marino Girolami), lo sport (I due maghi del pallone di
Mariano Laurenti), la giustizia (Riuscirà l'avvocato Franco Benenato a sconfiggere il suo acerrimo
nemico il pretore Ciccio De Ingras? di Mino Guerrini), di genere western (I due sergenti del generale
Custer di Giorgio Simonelli), film con titoli demenziali (Come rubammo la bomba atomica, Come
svaligiammo la Banca d'Italia, Come inguaiammo l'esercito di Lucio Fulci) o incentrati semplicemente
sui personaggi (I due pompieri di Bruno Corbucci, I due assi del guantone di Mariano Laurenti, Franco e
Ciccio e le vedove allegre di Marino Girolami) e musicali (Nel sole di Aldo Grimaldi, con Albano Carrisi
e Romina Power, Stasera mi butto di Ettore Maria Fizzarotti, con Rocky Roberts e Giancarlo Giannini o
Lisa dagli occhi blu di Bruno Corbucci, con Mario Tessuto). Recitarono in film realizzati in fretta e con
pochi mezzi, come quelli girati con il regista Marcello Ciorciolini, arrivando a realizzarne in un anno
anche una decina, spesso privi di una vera e propria sceneggiatura e dove spesso improvvisavano sul set;
di migliore fattura risultano i tredici film diretti da Lucio Fulci che fu l'artefice del ribaltamento dei loro
ruoli tipici, facendo diventare Ciccio quello serio, la spalla, e Franco quello comico. Considerati da
sempre, come protagonisti di film trash, vennero successivamente rivalutati per la loro comicità e le
capacità creative, divenendo oggetto di studio. Alla fine degli anni sessanta, fu proposto loro di prendere
parte al film Pinocchiaccio di Nelo Risi, nei ruoli del gatto e della volpe, ma il progetto non vide mai la
luce.[12] Successivamente, interpretarono tale ruolo nel noto sceneggiato Rai Le avventure di Pinocchio
(1972) di Luigi Comencini, insieme a Gina Lollobrigida, Andrea Balestri e Nino Manfredi. Nel 1966
presentarono la loro prima trasmissione televisiva I due nel sacco, andata in onda sul Programma
Nazionale. Si trattava della riproposizione televisiva delle gag che gli attori presentavano con successo al
cinema. Nel 1967, invece, affiancarono Alberto Lupo alla conduzione di Partitissima. Seguì,
successivamente, la pubblicità. La coppia, infatti, fu protagonista del Carosello della Cera Grey. In questa
pubblicità rivestivano i panni di Evaristo e Casimiro.[13] Durante la stagione 1966/1967, Mario Monicelli
li contattò per L'armata Brancaleone e invece Federico Fellini, li cercò per Il viaggio di G. Mastorna,
detto Fernet, un progetto che non realizzerà mai e che, in seguito, si svilupperà a fumetti con i disegni di
Milo Manara. Voleva inserirli in un cast strepitoso, insieme a Totò, Groucho Marx, Alberto Sordi, con il
quale lavorarono ne Il giudizio universale (1961) di Vittorio De Sica, e Zero Mostel.[14] Li avrebbe voluti
anche per Fellini Satyricon, ma non se ne fece nulla. Ebbero modo di prendere parte, però, alla
riuscitissima parodia Satiricosissimo, insieme ad una giovane Edwige Fenech. Come altri popolari
comici, anche loro due finirono incastrati all'interno dei riquadri di una serie a fumetti. Un onore che era
già stato riservato a Totò, Peppino De Filippo (con i quali lavorarono), Stanlio e Ollio. Così, la casa
editrice romana Gallo Rosso, il cui titolare era Luigi De Filippo, pensò bene di distribuire, dal 4
Novembre 1967 al 10 Febbraio 1968, 16 albi, in bianco e nero, con le storie della celebre coppia,
disegnate da Luciano Bernasconi e con le copertine di Manfredo. Il prezzo di ogni numero era di cento
lire. Le sessantaquattro pagine, di cui si componeva, comprendevano una storia, spesso ispirata da uno
dei loro film più famosi: il "Corrierino di Ciccio & Franco", poche pagine di vignette con didascalie in
rima, sulla falsariga de "Il corriere dei piccoli", la "Posta di Ciccio e Franco", e altro. con mille lire ci si
poteva iscrivere al club, con cinquemila, invece, sottoscrivere un abbonamento annuale al fumetto.[15] Il
15, 16 e 17 giugno 1972 presero parte alle tre serate finali di Un disco per l'estate, condotte da Corrado e
Gabriella Farinon. Furono ospiti fissi insieme a Raffaella Carrà, Minnie Minoprio, Gino Cervi e Paolo
Panelli.[16]
Da solo
Ciò non deve far pensare che l'amicizia tra Franco e Ciccio fosse stabile: ci furono, e spesso in diretta
televisiva, sonore litigate fra i due (storica è rimasta la baruffa nella trasmissione Ricomincio da due
(1990-1991), condotta da Raffaella Carrà in diretta). In genere Ciccio accusava Franco di megalomania,
mentre Franco rimproverava al compagno una certa arroganza. Il momento di maggior crisi fra i due si
ebbe tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta. Contribuì la decisione di Ciccio di voler
interpretare un ruolo drammatico in La violenza: quinto potere di Florestano Vancini del 1972, insieme a
Enrico Maria Salerno, Mariangela Melato e Gastone Moschin. Tutto ebbe inizio nel 1970, quando Ciccio
si esibì a Canzonissima, per cantare Canto pè magnà (parodia della celebre canzone Tanto pè cantà di
Petrolini e portata al successo da Nino Manfredi al Festival di Sanremo dello stesso anno). Grazie a
questa sua esibizione comica, Ingrassia si attirò le simpatie di molti registi di genere drammatico
(Confermato da lui in una puntata del programma Tanto piacere del 1975). Nei primi anni settanta,
Franchi aveva partecipato al Festival di Napoli come cantante, suscitando qualche irritazione nel partner,
che ebbe a dichiarare: «Franchi s'è messo in testa di fare il cantante. E adesso per la musica trascura il
cinema che è il nostro pane quotidiano.»[17] Ingrassia, da parte sua, ruppe il patto non scritto di rifiutare
parti soliste per partecipare al film drammatico La violenza: quinto potere, ma la rottura definitiva si ebbe
nel 1972, all'indomani della partecipazione alla serie televisiva Pinocchio, quando Ingrassia, ricoverato
per una grave forma di ulcera perforata, si vide sostituito da Luigi Pistilli come partner di Franchi nel film
Il gatto di Brooklyn aspirante detective (che in origine si sarebbe dovuto intitolare Il gatto di Siracusa e
la volpe di Trapani).
Alla base della rottura vi era anche una diversa visione delle loro
scelte artistiche, che il più ambizioso Ingrassia avrebbe voluto più
ponderate, dando più peso alla qualità che alla quantità. Nei
periodi di lontananza da Franco, Ciccio continuò la sua carriera,
interpretando, tra i molti ruoli, lo zio matto in Amarcord di
Federico Fellini (1973) e l'onorevole Voltrano in Todo modo di
Elio Petri (1976), con Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonté,
tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, che gli valse il
Nastro d'argento al migliore attore non protagonista. Una breve
riconciliazione avvenne nel 1973, quando il Programma Nazionale
commissionò una commedia in siciliano, Il cortile degli
Aragonesi, che fu rappresentata una sola volta e poi trasmessa in
televisione. Al contempo, annunciarono diversi progetti di film in
lavorazione: "Il tifoso" (satira calcistica, con due gelatai che
dovevano preparare coni con i colori delle squadre del cuore) - Ciccio Ingrassia impersona la volpe
in Le avventure di Pinocchio (1972)
L'aborto (una commedia sull'aborto, per la regia dello stesso
Ingrassia). Quest'ultimo, prevedeva il suo esordio alla regia. Tra
questi progetti, però, andrà in porto il solo Farfallon (1974).
Si cimentò poi anche come regista e aprì la casa di produzione "Ingra Cinematografica", dirigendo nel
1974 il film comico Paolo il freddo, con lo stesso Franco nel ruolo del protagonista eponimo, e nel 1975
L'esorciccio, con Lino Banfi. Inizialmente sarebbe dovuto esserci un sequel del film intitolato
L'esorciccio contro King Kong, ma poi il progetto non venne prodotto.[18]
La morte
Morì al policlinico Agostino Gemelli di Roma, il 28 aprile 2003, a 80 anni, per problemi respiratori di cui
soffriva dal 2001. I funerali religiosi, a cui presenziarono amici e colleghi dello spettacolo tra cui
Giancarlo Magalli, Lorella Cuccarini, Rodolfo Laganà, Barbara D'Urso, Rossana Casale, Giorgio
Bracardi e Rocco Papaleo[38][39] vennero celebrati il 30 aprile, nella basilica di Sant'Agnese fuori le mura,
in via Nomentana, nel quartiere Trieste. Dopo la cerimonia funebre, il feretro venne tumulato in un loculo
nel cimitero monumentale del Verano. L'epitaffio sulla tomba recita: «Stringimi solo per un po' sai che mi
farai sorridere [...] ».[40][41][42] Con la sua scomparsa si chiuse così definitivamente il ciclo di quella
comicità spontanea, scanzonata, satirica e mai volgare, a cui egli aveva dato “il volto triste della risata”,
come disse di lui Nino Manfredi.[43] Alla morte venne omaggiato dall'amico Pippo Baudo: "Un grande
artista vero, sincero ma che, da solo o con Franchi, non è stato mai volgare. Una persona riservata, piena
di doti e sensibilità". E da Antonio Albanese: "Mi ha sempre attratto la sua bella fisicità, un fondamento
della comicità. E la sua onestà, la sua capacità di stupirsi. Un vero siciliano, nobile e popolare insieme".
L'attore Pino Caruso, siciliano come lui, dichiarò: "Somatizzava quella fantasia folle di Palermo. Anche il
suo fisico rappresentava quel sentimento. Lui, che invece, era un saggio un po' schivo".[44]
Omaggi
L'8 settembre 2004 (un anno dopo la sua scomparsa), durante la
61ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia,
Daniele Ciprì e Franco Maresco presentarono fuori concorso il
film-documentario Come inguaiammo il cinema italiano - La vera
storia di Franco e Ciccio, sulla vita di Franco e Ciccio. Malgrado i
problemi incontrati, i due registi hanno raccolto una gran quantità
di materiale, anche ricostruendo gli sketch degli esordi in strada
dei due comici palermitani, collezionando testimonianze e
interviste e cercando di rivalutare la loro comicità mai pienamente
apprezzata dai critici.[45]
Filmografia
Targa Commemorativa esposta in
via San Gregorio n. 16 (Palermo)
Attore
Da solo
Televisione
Classe di ferro, serie TV, 1 episodio, regia di Bruno
Corbucci (Italia 1, 1989)
Documentari
Teatro
Lo stesso argomento in dettaglio: Franco e Ciccio.
Da solo
(da sinistra) Pupella Maggio,
Armando Brancia, Giuseppe Ianigro
Classe di ferro, regia di Marco Lucchesi, scritto da Aldo
Nicolaj (1986) e Ciccio Ingrassia in una scena di
Amarcord (1973) di Federico Fellini
Effetti d'un sogno interrotto, regia di Lamberto Puggelli
(1987)
La cassa riposta (1988)[51]
Fuori chiave, regia di Gino Zampieri (1990)
Don Turi e Gano di Magonza, regia di Mimmo Cuticchio
(1994)
Programmi TV
Ciccio Ingrassia con Lando
Lo stesso argomento in dettaglio: Franco e Ciccio. Buzzanca in Il cav. Costante Nicosia
demoniaco ovvero: Dracula in
Da solo Brianza (1975)
Radio
Lo stesso argomento in dettaglio: Franco e Ciccio.
Il quadrato senza un lato: ipotesi, incognite, soluzioni e fatti di teatro, regia di Claudio Sestieri e testi di
Franco Quadri (1974)
Pubblicità
Lo stesso argomento in dettaglio: Franco e Ciccio.
Da solo
Doppiatori
Anche se italiano, è stato doppiato da:
Discografia
Ciccio Ingrassia
45 giri
Da solo
Premio Charlot
1995 – alla carriera
2005 – onorario[56]
Premio Sacher
1991 – Miglior attore non protagonista per Condominio
Onorificenze
Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana
— 2 giugno 1995[58]
Note
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5. ^ Todo modo Premi vinti e nomination. URL consultato il 14 ottobre 2021.
6. ^ Camerieri Premi vinti e nomination. URL consultato il 14 ottobre 2021.
7. ^ Ciccio Ingrassia. URL consultato il 14 ottobre 2021.
8. ^ Condominio Premi vinti e nomination. URL consultato il 14 ottobre 2021.
9. ^ “I 98 ANNI” DI CICCIO INGRASSIA, su radioflash.fm. URL consultato il 19 marzo 2021.
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11. ^ https://www.tvblog.it/post/1654844/cantatutto-30-maggio-1964-rai1-video?amp
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13. ^ https://carosello.tv/attori/ciccio-ingrassia/
14. ^ https://www.ilcentro.it/cultura-e-spettacoli/il-film-maledetto-di-fellini-torna-a-vivere-in-una-
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Bibliografia
Goffredo Fofi, Il cinema italiano: servi e padroni, Milano (1971)
Franca Faldini e Goffredo Fofi, L'avventurosa storia del cinema italiano, 2° vol., Milano
(1981)
Gian Piero Brunetta, Storia del cinema italiano, Roma (1982)
Angelo Olivieri, "Quel gran cult dell'Esorciccio: intervista inedita con Ciccio Ingrassia per
l'uscita dell'Esorciccio", tipolitografia Corrado Bellabarba di San Severino Marche (2003)[1]
Franco Pauletto e Marcella Delitala, "Amarcord. Federico Fellini", Guerra Edizioni (2008)
Voci correlate
Franco e Ciccio
Franco Franchi
Giampiero Ingrassia
Complesso Calì
Come inguaiammo il cinema italiano - La vera storia di Franco e Ciccio
Altri progetti
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Collegamenti esterni
1. ^ http://www.librinlinea.it/titolo/quel-gran-cult-dellesorciccio-intervi/TO01760221
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