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La Puglia-1

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Capitolo 1.

Ambiente fisico e paesaggio della Puglia


La forma, i confini e i richiami storici
La forma della Puglia è stretta e allungata .
Si estende da Nord-Ovest verso Sud-Est.
Si estende dal Molise (estremità nord occidentale) fino al Capo Santa Maria di Leuca
(estremità sud orientale).
Ad Ovest confina con la Campania e la Basilicata.
Si estende per 19.347 kmq circa ed è la settima regione per ampiezza a livello nazionale.
Questa regione rappresenta il tacco dello stivale, o il tallone d’Italia.
La Puglia è delimitata da 2 mari: Adriatico e Ionio. Quasi due terzi (800 km circa) della
regione é bagnata dall’acqua, infatti la marittimitá è la caratteristica che la contraddistingue.
La costa sud-occidentale è proiettata verso l’Africa, mentre la costa adriatica è proiettata
verso i Balcani.
La Puglia è la regione più a est dell’Italia, lì dove c’è la Punta Palasciá di Otranto.
Possiede una posizione strategica nel Mediterraneo e per tale posizione e per i suoi caratteri
morfologici, é una di quelle importanti zone del mediterraneo che, fin dall’antichità, sono
state aree di collegamento di civiltà e focolare di cultura.
La Puglia si è formata geologicamente nell’era mesozoica e durante il cretacico (terzo e
ultimo periodo dell’era mesozoica) si definiscono gli aspetti calcarei della regione che
caratterizzano la sua geomorfologia. Nell’era terziaria, cioè nel miocenico essa assume una
forma emersa soggetta ad oscillazioni, sino al quaternario che non ha sconvolto le
caratteristiche regionali dell’era terziaria.
Dall’età preistorica sono stati tanti i popoli che hanno attraversato la regione e che ne hanno
determinato alcuni caratteri. Gli Apuli (Dauni del nord della regione e Peucezi in Terra di
Bari) che diedero la denominazione di Apulia, (entrata nell’uso ufficiale con l’impero di
Augusto) quando la II Regio comprese nell’Apulia cum Calabria, il territorio ampio di tutta la
Puglia attuale e di gran parte dell’Irpinia (per Calabria si intendeva l’attuale Salento). In
Salento c’erano i Messapi, dei colonizzatori. Altri colonizzatori furono i Greci, i quali
trovarono in Taranto un punto di convergenza , infatti questo territorio assunse la
denominazione di Magna Grecia. I Romani sì estero in Puglia per ben 750 anni. Ci fu la
presenza dei Bizantini di Costantinopoli che avevano contrasti con i Longobardi del nord. A
seguire ci fu la dominazione dei normanni (Scandinavia) che durò per un secolo e mezzo.
Alla fine del XIII secolo gli Svevi con Federico II e il figlio Manfredi, per circa 70 anni, diedero
un notevole impulso alla regione fino alla morte di Manfredi e al passaggio della regione agli
Angioni (Francia) e agli Aragonesi (Spagna), con una fase conflittuale. Verso la fine del 400,
il Regno di Napoli, di cui la Puglia faceva parte, viene conteso e vede i Borboni presenti e
dominanti anche in Puglia, fino all’affermazione degli Asburgo nel 1700. La Puglia ha
partecipato ai moti risorgimentali dell’800, alla prima guerra mondiale come base logistica
(Brindisi), alla seconda guerra mondiale per la sua posizione geografica verso il Levante,
dall’Albania all’Egeo. L’8 settembre 1943 la Puglia ospitò Vittorio Emanuele III a Brindisi
mentre l’avanzata degli alleati e la difesa tedesca dividevano l’Italia in 2 parti.

La plastica e la suddivisione
La morfologia della Puglia é piatta e apparentemente uniforme. Ci sono rocce calcaree e
argillose.
53,2% pianeggiante
45,3% collinare
1,5% montuosa (principalmente a Foggia in cui c’è il Monte Cornacchia alto 1151 metri e il
Monte Calvo alto 1064 metri).
In Puglia ci sono 3 gruppi di sollevamento:
🟣Gargano= allungato da occidente verso oriente, si eleva sulla pianura del Tavoliere, con la
presenza di altitudini;
🟣Murge= allungate da nord-ovest a sud-est nella stessa direzione dell’Adriatico e della
Penisola salentina, con forme piatte e alcune terrazzate. Si è nella Puglia pietrosa e carsica.
🟣Serre salentine= ci sono terreni pietrosi a monte e, terreni fertili a valle. Evidenti
manifestazioni della Puglia pietrosa (chianche, pietra, marmi, terre rosse) sono presenti
come manufatti nelle chiese, nei palazzi e nell’architettura rurale).
In Puglia c’è il fenomeno del carsismo dato dalle acque piovane che entrano nella roccia
corrodendola, formando doline, grotte, voragini e caverne. All’interno e lungo la costa ci
sono evidenti segni del carsismo:
🟣Grotta Palazzese a Polignano a mare
🟣Grotta Zinzulusa di Castro marina
🟣Grotte di Castellana, un sistema sotterraneo, una grande voragine caratterizzata da doline,
laghetti carsici e le lame
🟣Dolina Pozzatina a sud di Sannicandro Garganico, la più grande della Puglia
🟣Conche carsiche nelle Murge
🟣Canale di Pirro
🟣Valle d’Itria
🟣il Pulo di Altamura, dolina a ciotola di forma circolare
🟣Grotta di Lamalunga
🟣il pulicchio di Toritto
🟣il pulo di Molfetta
🟣le gravine di Gravina in Puglia e quelle dell’anfiteatro Tarantino
🟣gli jazz

Il sistema idrografico e il clima


La regione è caratterizzata da una scarsità di corsi d’acqua, principalmente nel
Subappennino Dauno e nel Tavoliere di Foggia. I fiumi principali sono:
🟣Fortore= nasce in un’area tra la Puglia e la Campania , scorre in Campania segnando il
confine fra la Puglia e il Molise e attraversa la parte settentrionale di Foggia, sfociando nel
Mar Adriatico.
🟣Ofanto= l’unico fiume considerato Pugliese ma che in realtà nasce in Campania e fa da
confine tra la Puglia e la Basilicata , mentre in Puglia separa la provincia di Foggia da quella
di Bari, sfociando nel mar Adriatico nell’area di Barletta.
🟣Bradano= un fiume della Basilicata, che entra in provincia di Taranto per un piccolo tratto,
rientrando in Basilicata per sfociare nello Ionio.
Questi fiumi hanno una bassa portata.
Inoltre ci sono anche pochi laghi:
🟣Varano e Lesina nel Gargano
🟣Alimini Grande e Alimini Piccolo= laghi naturali nella provincia di Lecce.
🟣Lago di Occhito= lago artificiale al confine con il Molise e lungo il Fortore
🟣Lago Capacciotti= lago artificiale lungo un affluente dell’Ofanto.
Se l’ideologia superficiale è scarsa, quella sotterranea è più presente, ci sono infatti
numerosi afflussi di acqua molto frequenti vicino alle coste, in prevalenza salmastra (l’acqua
é molto salata), dovuti all’influenza dal rapporto acqua dolce di falda (acqua marina intrusa
nel continente).
É difficile, in presenza di acquiferi carsici, definire un “bacino idrografico”, dato che il
ruscellamento superficiale è limitato, in quanto l’acqua tende ad infiltrarsi nel suolo dopo
aver individuato una via di accesso (frattura o inghiottitoio). Quindi gran parte del movimento
dell’acqua avviene nel sottosuolo e questo rende non praticabile la suddivisione in bacini
idrografici superficiali.
Per quest’acqua residente nel sottosuolo Pugliese, si può ben capire che questa regione in
passato rappresentava una fonte d’acqua per altre popolazioni. Un ruolo fondamentale viene
svolto dall’Acquedotto Pugliese che nasce come Ente Autonomo Acquedotto Pugliese
(EAAP). Viene costruito tra il 1906 e il 1939. Questo si alimenta con le acque del Sele
(Avellino) e poi percorre tratti dell’Appennino, Venosa, Spinazzola, Fossa premurgiana che
taglia la Puglia e la Basilicata, Murge, parte del versante Adriatico (tra Taranto e Brindisi), in
tutto percorre 244 km.
L’acqua viene utilizzata per vari tipi di consumi: potabile, industriale, pubblica,
amministrazione, aziende agricole).
Nel 1970 si parlava di falle esistenti e di deterioramento delle condotte perché obsolete.
Ancora oggi vanno valutati i modelli di gestione delle acque pugliesi che portano alla
carenza e alla perdita di acqua lungo il percorso.
Inoltre le problematiche che ora emergono sono diverse. Questa regione ha solo risorse
idriche carsiche, sono stati scavati, negli ultimi 50 anni, pozzi legali e abusivi usati per
l’irrigazione. Da questi pozzi è stata prelevata molta acqua, superiore alla capacità
dell’acquifero di ricaricarsi, portando alla rottura dell’equilibrio costiero fra le acque
sotterranee continentali e quelle marine. Il risultato è che le acque marine sono entrare in
profondità nelle falde, poiché non essendo più contrastate dalle acque dolci, si sono
insinuate fino a molti chilometri dalla costa, dove, se si scava un pozzo, esce acqua salata.
Per risolvere questo problema ,appaiono indispensabili interventi concreti di governo del
territorio o campagne di informazione e sensibilizzazione dei funzionari addetti e delle
popolazioni locali. Ad oggi il quadro normativo di tutela è ancora inadeguato e per prevenire
le conseguenze di impatti negativi bisogna rimuovere le cause di degrado e inquinamento
della qualità degli acquiferi carsici, sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza
ambientale delle aree carsiche attraverso azioni di divulgazione e progetti didattici a vario
livello.

Il clima della Puglia è mediterraneo e subisce delle influenze per la presenza di rilievi
(Gargano e SubAppennino Dauno) e per la presenza di mari nella penisola salentina. Ad
oggi si registrano periodi di lunga siccità , ma in generale le temperature medie annue vanno
dai 15 ai 17 gradi. In inverno raramente si scende al di sotto dei 2 gradi e quindi le
manifestazioni nevose sono rare. In estate si registrano 25 gradi che, stanno aumentando
per il riscaldamento globale. In autunno e in inverno piove maggiormente ma, in maniera
molto scarsa.

La Flora segue le caratteristiche di una regione mediterranea, qui abbiamo la macchia, pochi
boschi costituiti dalla quercia (quercus trojana = univa in Italia). Il bosco ad alto fusto si
concentra nel Gargano e nella provincia di Foggia. Il bosco più noto è quello della Foresta
umbra, un’area protetta con faggi, abeti, aceri, tassi.
La fauna è costituita da: lupi, cervi, volpi, scorpioni, vipere, gechi, uccelli (civetta, quaglia,
merlo). Per quanto riguarda i mammiferi abbiamo il capriolo, il gatto selvatico e quello
domestico e tutto quello che i mari Adriatico e Ionio ci offrono.

Le subregioni naturali e la suddivisione amministrativa


Subregione dauna = comprende l’anfiteatro del subappennino Pugliese che degrada nel
tavoliere di Foggia fino all’ofanto e si proietta nell’Adriatico con il promontorio del Gargano.
Subregione della Terra di Bari = comprende l’antica Paucetia fino alle Murge e la piana
litoranea con cui il tavoliere Dauno si collega alla piana messapica.
Subregione della penisola salentina = comprende il Tavoloere di Lecce, il gruppo delle
Murge o serre salentine e l’anfiteatro carparico Tarantino.

La Puglia si estende per 19.540.22 kmq, con una densità di abitanti di 201 per kmq.
Si suddivide in 6 province: Foggia (61 comuni), Bat (Barletta, Andria e Trani con 10 comuni),
Bari (41 comuni con l’area metropolitana di Bari), Taranto (29 comuni), Brindisi (20 comuni)
e Lecce (96 comuni).

Il paesaggio tra significato e senso nella sua evoluzione


Il paesaggio è la proiezione soggettiva del territorio e per quanto riguarda il paesaggio
pugliese , esso è caratterizzato da una carenza di risorse del sottosuolo , ma di una grande
abbondanza delle risorse che troviamo sul suolo, poiché abbiamo grandi aree pianeggianti,
2 mari e l’architettura monumentale, il fenomeno carsico.
PPTR (Piano paesaggistico territoriale regionale) é un piano paesaggistico che mostra le
norme per la pianificazione paesaggistica. Esso è rivolto a tutti i soggetti, pubblici e privati, e,
in particolare, agli enti competenti in materia di programmazione, pianificazione e gestione
del territorio e del paesaggio. Esso cerca di tutelare e valorizzare i paesaggi pugliesi.
Promuove lo sviluppo socioeconomico auto sostenibile e durevole e di un uso consapevole
del territorio regionale, anche attraverso la conservazione e il recupero degli aspetti e dei
caratteri peculiari dell’identità sociale, culturale e ambientale , la tutela della biodiversità e la
realizzazione di nuovi valori paesaggistici integrati, coerenti e rispondenti a criteri di qualità e
sostenibilità.

Capitolo 2. Distribuzione della popolazione e fenomeno migratorio


La distribuzione
🟠All’inizio del 500 in tutta la Puglia vi erano poco più di 200.000 abitanti.
🟠Nel 1800 si arriva a un milione, fino ad oggi.
🟠Negli anni 30 del 900, la popolazione residente era di 2.700.000. Le cause erano dovute
ad un indice di natalità superiore a quello di mortalità, anche perché in questi anni ci sono
più matrimoni.
🟠Negli anni 50 del 900 la popolazione era costituita da 3.193.000 abitanti nonostante ci
fosse stata la seconda guerra mondiale.
🟠Negli anni 90 del 900 vi erano più di 4 milioni di abitanti, poiché c’era stato un processo di
urbanizzazione, legato alle attività industriali, commerciali e agricole.
Ad oggi la popolazione pugliese non è distribuita in maniera omogenea , essa è presente
infatti soprattutto nella Cimosa Litoranea, é poco presente nella Premurgia e nel Tavoliere
di Foggia, piccoli accentramenti nel Subappennino Dauno. In Salento ci sono accentramenti
piccoli. Si evidenziano, tratti costieri senza la presenza di centri, in quanto si tratta di aree
che sono state bonificate e che oggi vedono la presenza di marine, come nell’anfiteatro
Tarantino . Quindi la distribuzione dipende anche dalle condizioni di attrattivitá e repulsivitá
del litorale, in quanto possono non esserci approdi sicuri o se c’è una costa bassa può
essere caratterizzata da lagune, dalla polpa dell’osso (pianure e aree collinari e montane).

Dinamiche e struttura della popolazione


Analizzando la distribuzione della popolazione nelle province pugliesi, possiamo osservare
che il calo in tutte le province, é stato molto forte dopo il 2000:
🟠dal 1991 al 2000, le province di Foggia, Bari, Taranto, Brindisi e Lecce mantengono un
andamento quasi costante
🟠dal 2003 al 2021, le stesse province hanno subito uno spopolamento, meno evidente nelle
province di Taranto, Brindisi e Lecce che nel 2009 e nel 2012 evidenziano un accrescimento
🟠nel 2012 Lecce e Bat registrano un picco
La decrescita della popolazione nelle province pugliesi viene anche registrata nel 2022, in
particolar modo le donne superano il numero degli uomini di 101.123 unità con un rapporto
di mascolinità del 94,97% (valore inferiore di 100 = prevalenza femminile)f
Osservando le classi di età si è verificata un decrescita in tutte le classi che vanno dalla 0-
10 alla 40-49.
Una fascia da considerare é quella 0-10 che registra un decremento percentuale pari al
20,55% e che, sia a totale sia distinta per genere, evidenzia un calo tra il 2012 e il 2022
(principalmente un calo delle donne), infatti si manifesta un saldo naturale negativo nella
fascia tra questi due anni. L’evidente calo della popolazione in questa fascia è dovuta alla
diminuzione delle nascite che, fa registrare un saldo naturale anagrafico negativo, molto
preoccupante per le donne.
La popolazione giovane-adulta (20-49 anni) decresce del 23,03% e ancora una volta è più
intenso il decremento della popolazione femminile.
In tutte le fasce che vanno dalla 50-59 alla 100+, la popolazione aumenta senza tregua tra il
2012 e il 2022, sia per i maschi che per le donne.

La mobilità
La mobilità é lo spostamento dal luogo di residenza verso un luogo di destinazione.
La mobilità è temporanea quando lo spostamento è breve e non produce effetti territoriali.
La mobilità è permanente quando lo spostamento è fisso.
La mobilità interna riguarda gli spostamenti all’interno di un unico Stato: campagna-
campagna, campagna-città, città-città.
La mobilità internazionale legata ai processi di globalizzazione.
Cosa spinge la mobilità? Ci sono motivazioni e cause.
Le cause vanno ricercate a livello di esperienza del singolo o del piccolo gruppo umano e di
solito sono cause personali che non riflettono quelle di ordine generale.
Le motivazioni possono essere di carattere economico, politico, ambientale o legate
all’affettivitá. Ci si sposta principalmente per la percezione dell’ambiente che si sceglie come
meta, considerato migliore per la presenza di minori ostacoli sul lavoro ad esempio.

La mobilità in Puglia
Il saldo migratorio anagrafico interno ( ottenuto come differenza tra coloro che si sono
trasferiti in un comune e coloro che sono andati via dallo stesso comune ) molto forte nel
2012 e sempre più minore fino al 2021. Nel 2012 sono soprattutto gli uomini a spostarsi in
un altro comune. Il 2012 inoltre non è solo caratterizzato dalla mobilitazione interna tra i
comuni , ma è anche caratterizzato da un consistente “rientro in regione” dall’estero. (Sono
più le persone che tornano rispetto a quelle che se ne vanno, infatti il saldo migratorio è pari
a 7828).
Nel 2015 il saldo migratorio è molto basso, infatti molti decidono di andare a vivere
all’estero. Le province dal 2003 al 2021 perdono residenti , in generale, perché vanno
all’estero, principalmente a Taranto e Brindisi che si spopolano.

Le migrazioni in Italia nello scenario internazionale


Dopo la seconda guerra mondiale l’emigrazione verso l’estero degli italiani fu molto intensa,
poiché esisteva un arretratezza nel settore agricolo e una fragilità industriale. Oltre all’estero,
molte persone si spostavano verso il Nord del paese che mostrava una ripresa. Inizialmente
prevalsero le mete transoceaniche, mentre successivamente, con il declino dell’America
Latina, si preferirono mete europee. I flussi riguardarono il Sud del paese e il Centro-Nord
( Friuli Venezia Giulia e Veneto). Negli anni 70 e 80 ci furono dei rimpatri e da allora in avanti
le emigrazioni interessarono soprattutto giovani istruiti in cerca di lavoro. Anche se dall’Italia
la gente va via, negli anni 90 in Italia ci sono molte immigrazioni , che divennero sempre più
progressive con il crollo dei regimi al potere in Tunisia, Libia ed Egitto nel 2011. Divenne,
questo, un problema , per i cosiddetti profughi. I profughi si dirigevano anche in Germania,
Svizzera, Europa del Nord ma l’Italia da un punto di vista geografico era la prima meta.
Dall’aprile del 2015 l’Ue ha lottato per far fronte alla crisi dovuta ai profughi, aumentando i
finanziamenti per operazioni di pattugliamento delle frontiere nel Mediterraneo, elaborando
piani per combattere il traffico di migranti come l’operazione Sofia e proponendo un nuovo
sistema di quote per redistribuire i richiedenti asilo tra gli Stati membri dell’Unione Europea e
alleviare il peso in Italia.

La distribuzione della popolazione straniera in Puglia


Nel corso del 900 il fenomeno dell’ emigrazione ha posizionato la Puglia al terzo posto dopo
la Sicilia e la Calabria. Tra gli anni 50 e 70, sia per quanto riguarda l’Italia che la Puglia,
c’erano più emigrati che immigrati. Dagli anni 70 in poi la dinamica italiana tra emigrazione e
immigrazione inizia a cambiare: il numero degli ingressi supera quello degli espatri.
Sicuramente in Puglia arrivano molti immigrati per la sua posizione di ponte naturale verso
l’est dell’Europa e il mediterraneo. Come sappiamo in Puglia nel 1991 ci fu un consistente
flusso di albanesi in arrivo, successivamente sono arrivati coloro che fanno parte delle
comunità somale e provenienti dalla ex jugoslavia , dalla Turchia e poi un secondo flusso di
albanesi nel 1997, che ha provocato notevoli impatti sul territorio. Questo perché la Puglia
appariva come un sogno da un punto di vista economico, sociale e ambientale.

Le dinamiche attuali
Ad oggi c’è ancora un incremento degli immigrati in Puglia, principalmente a Bari, Foggia,
Lecce, Taranto e Brindisi. Gli stranieri presenti in Puglia sono molto giovani e principalmente
maschi. Questi sono diventanti comunque una forza lavoro specialmente nel campo
agricolo. Chi sono questi immigrati? Americani, asiatici, africani , rumeni, albanesi,
marocchini ,cinesi, senegalesi. A Foggia esistono ghetti agricoli che richiamano molti
immigrati.

Capitolo 4. Il turismo come volano per lo sviluppo


Lo scenario internazionale
La pandemia è uno degli eventi di maggior impatto nel 21 secolo che ha influenzato anche la
sfera turistica. I fattori che possono incidere sull’assetto turistico, ma anche sui diversi
aspetti facenti parte di una regione sono:
😁Disastri naturali: terremoti, inondazioni o epidemie
😁Disastri socio/politici: attacchi terroristici, guerre, crisi politiche ed economiche
La pandemia è considerata però sia un fenomeno naturale ,sociopolitico o qualcosa che è
stato causato dalla mano umana, poiché l’uomo non ha saputo gestire da un punto di vista
economico-sanitario la pandemia stessa. Inoltre durante questa grande pandemia bisogna
considerare anche quello che è stato il comportamento di turisti che ha deciso di continuare
a viaggiare.

Il turismo nella transizione


Prima della grande crisi del 2020, il turismo ha raggiunto livelli molto alti. Dall’analisi del
UNWTO, si evince che:
😁Negli anni 50 del 90 si sono mosse 25 milioni di persone per scopi turistici.
😁Nel 2013 si sono mosse un miliardo di persone
😁Nel 2019 si mostra come il turismo internazionale sia continuato a crescere.
Dove si è andati di preciso? Qui si sono registrati gli aumenti maggiori per quanto riguarda
gli arrivi internazionali:
😁Medio Oriente
😁Asia
😁Pacifico
😁Europa
😁Africa
😁Americhe
Secondo alcuni studi, le presenza prevalgono in Europa, la quale è considerata la più
grande meta turistica del mondo.Mentre in termini di spesa sono la Francia, la Cina e la
Federazione Russa ad avere capacità maggiori nel settore turistico.
Nel 2020, come abbiamo già detto c’è stato un blocco di questo settore e di conseguenza
una perdita economica. Le aree più colpite sono state l’Asia e il Pacifico. Questa pandemia
ha sicuramente segnato questo settore, ma anche grazie a questa pandemia, ora le
popolazioni sono più preparate per crisi future.
In Italia prima della pandemia, il settore turistico appariva fiorente, infatti le entrate per viaggi
internazionali sono state pari a 44,3 miliardi. A questa somma hanno contribuito i viaggi
d’affari , le vacanze balneari e di montagna, ma anche quelle di città d’arte e culturali. Le
entrate del turismo sono state più marcate nelle regioni settentrionali e in particolare a Nord-
Ovest. Si è arrivati in Italia maggiormente attraverso l’aereo.

La Puglia turistica
L’evoluzione del turismo in Puglia va analizzata attraverso una serie di fattori:
😁posizione geografica
😁risorse e attrazioni naturali, culturali e antropiche
La presenza di 2 mari é una delle più grandi potenzialità della Puglia, ovviamente non basta
solo possedere queste risorse ma si devono anche saper utilizzare, sfruttare e organizzare
un sistema territoriale per aumentare la domanda turistica e sostenerla. Cosa attrae delle
Puglia?
😁fenomeni carsici
😁Foresta umbra nel Gargano
😁gravine dell’anfiteatro Tarantino
😁cattedrali, castelli,musei,architettura barocca e del romanico Pugliese
😁località archeologiche e storiche
😁enogastronomia e folklore
Inoltre un punto a favore per il turismo Pugliese viene dato sicuramente al sistema di
comunicazione e a quello dei trasporti, in modo da raggiungere in maniera adeguata, con
tempi e costi ragionevoli, le destinazioni turistiche.
Le maggiori tipologie di turismo sono?
😁Turismo balneare = il turista si sposta verso la costa soprattutto nei mesi estivi.Il mare
pugliese attrae principalmente italiani che stranieri.
La costa Pugliese essendo bagnata da 2 mari può esser rocciosa o sabbiosa.
Le località costiere possono essere premiate con le “bandiere blu”, la Puglia risulta seconda
dopo la Liguria. La preferenza di alloggio si orienta verso villaggi turistici o alberghi “all
inclusive” per non avere stress durante il soggiorno. Il turista straniero associa alla sua
scelta di relax anche l’attività sportiva, il desiderio di conoscere una nuova cultura, nuove
tradizioni, scoprire nuovi sapori e portare souvenir che li possano ricordare l’esperienza. Il
fenomeno delle sonde case gioca un ruolo fondamentale per il turismo Pugliese, infatti il
turista che possiede una seconda abitazione in questa regione può rimanerci anche più
tempo e organizzare meglio le proprie mete.
😁Turismo naturalistico = questo ha l’obiettivo di valorizzare e conservare un determinato
territorio, rispettando la natura del luogo. Infatti la Puglia non attrae soltanto per il mare, ma
anche per l’entroterra costituito da pianure ricoperte da ulivi secolari, grandi distese di campi
e borghi tipici . chi preferisce il turismo naturalistico ha voglia di staccare dalle abitudini della
vita quotidiana ,dalla frenesia della città, godendo della tranquillità della natura. Le famiglie
privilegiano questa tipologia di vacanza in quanto permette la pratica di varie attività
ricreative adatte anche ai più piccoli. In effetti in Puglia possiamo trovare parchi e aree
protette che danno la possibilità di accedere alle zone naturalistiche con visite guidate
tematiche ,passeggiate ,percorsi in bicicletta e di trekking. Grazie a questa tipologia di
turismo il turista, mette in atto azioni volte alla tutela dell’ambiente, in particolare non
consuma pasti inballati nella plastica, diminuisce i rifiuti, preferendo oggetti riutilizzabili e si
sposta principalmente a piedi o in bicicletta. Qui si inserisce il concetto di “ecotrusimo”.
😁Agriturismo e turismo rurale = insieme delle attività di ricezione e di ristorazione offerte
dall’imprenditore agricolo. L’agricoltore utilizza strutture in suo possesso, recuperando le
così da rendere possibile la fruizione dei beni immobili, evitandone l’abbandono. Il territorio
pugliese e disseminato di strutture rurali che si presentano in forme architettoniche differenti
rispetto alla zona in cui sono collocate : masserie, trulli, torri e fortificazioni, che assicurano il
grande successo di questo fenomeno turistico, rappresentando un’alternativa alla solita
vacanza al mare e coinvolgendo numerose famiglie. In questi spazi che raccontano storie
della vita contadina, vengono organizzati numerosi eventi che valorizzano l’immobile come
luogo di incontro e di condivisione.la particolarità di questi luoghi, oltre alla bellezza storica,
é la possibilità di vivere esperienze uniche a stretto contatto con la tradizione attraverso
danze e canti popolari, accompagnati dalla degustazione di piatti tipici del territorio. Molti
spazi permettono di far vedere ad occhio nudo la preparazione dei piatti tipici.
😁Turismo urbano = è un tipo di attività turistica che si svolge nelle principali città di una
regione che vede il movimento del viaggiatore verso attrattive di diversa natura come:
eventi culturali, manifestazioni sportive, mostre, concerti, festival, congressi, convegni, vie
dello shopping o divertimento notturno.questa tipologia di turismo contribuisce allo sviluppo
dello spazio urbano e di conseguenza il benessere degli abitanti, favorendo anche
l’integrazione sociale. Ogni città fornisce una propria immagine nella mente del turista, che,
nel caso del territorio pugliese, si aspetta di trovare un’ottima accoglienza, buon cibo e
divertimeno. I centri, in ogni stagione dell’anno, sono meta di un turismo variegato da parte
di lavoratori, studenti e turisti che vengono attratti dalla bellezza artistica e architettonica. un
esempio sono le città d’arte. Al turismo urbano e non solo si lega il turismo culturale che
diventa quindi una delle principali motivazioni dello spostamento del turista.il patrimonio
culturale rappresenta una preziosa risorsa per la collettività, definendo l’identità del luogo. A
questo scopo, molteplici sono i siti pugliesi che fanno parte della lista del patrimonio
UNESCO e tra questi ci sono: Castel del Monte ad Andria che attira per la sua particolare
pianta ottagonale e Trulli di Alberobello, costruiti con pietra a secco a lastre utilizzate anche
come alberghi diffusi. Abbiamo anche il santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, la
foresta umbra nel Parco nazionale del Gargano, Castelfiorentino a Torremaggiore.
😁 turismo religioso = è una pratica turistica che ha come obiettivo lo spostamento dei fedeli
verso luoghi di interesse culturale religioso, esso è anche un modo per incontrare altri fedeli
e fare un percorso che sei in grado di migliorare se stessi. E doveroso fare una distinzione
tra turismo religioso e pellegrinaggio.
Turismo religioso = il turista è attratto dalla bellezza artistica e storica del posto e coglie
l’occasione per arricchirsi e conoscere nuove culture;
Pellegrinaggio = il pellegrino sceglie di fare un lungo percorso a piedi per devozione o per
ricerca spirituale.
In Puglia San Giovanni rotondo e la metà più visitata dai turisti religiosi.
Le chiese e i santuari da visitare sono moltissimi, troviamo ad esempio il convento di Santa
Maria delle grazie, la chiesa di San Giovanni battista, vari conventi appartenenti ai frati
Cappuccini ,il santuario di San Pio, voluto da padre Pio, nella cui cripta si conserva la sua
salma in una teca di vetro dal 2010. La basilica di San Nicola a Bari vede poi arrivi registrati
non appartenenti soltanto i cristiani cattolici, ma anche i cristiani ortodossi, per la maggior
parte i russi.San Nicola vescovo di Maura, santo patrono della città di Bari, è molto venerato
degli ortodossi ed è per questo che la basilica in stile romantico ospita un flusso notevole di
pellegrini provenienti dall’oriente che voglio visitare la tomba del santo. La città barese si
prepara meticolosamente al numeri straordinari che la festa porta con sé, organizzando nel
minimo dettaglio le parate, le funzioni religiose, l’arrivo del santo dal mare e lo splendido
spettacolo delle frecce tricolore.

Le dinamiche turistiche
La Puglia da alcuni anni registra dati relativi al fenomeno turistico in netta crescita. La
maggior parte dei turisti arriva in questa regione nei mesi di giugno, luglio e agosto. Prima
del covid i turisti si concentravano a:
😁Bari e Costa
😁Magna Grecia
😁Murgia e Gravine
😁Gargano e Daunia
😁Puglia imperiale
😁Salento e Valle d’Itria
Per quanto riguarda la domanda turistica e la provenienza dei turisti si sottolinea che tra gli
italiani , una forte componente di spostamenti é intra-regionale. Da fuori regione gli italiani
che visitano la Puglia sono Romani, Napoletani e Milanesi. Invece gli stranieri provengono
da Francia, Regno Unito, Svizzera e Stati Uniti d’America.
Esiste un piano strategico della Puglia, Puglia 365, il quale rappresenta un’importante
occasione per definire linee, direttrici e visioni su dove vuole andare il turismo in Puglia, con
il supporto prezioso dell’agenzia regionale per il turismo, Puglia promozione, che
rappresenta il braccio operativo del Dipartimento turismo, cultura e valorizzazione del
territorio.

Capitolo 5. I punti di forza verso il futuro


La pandemia è la crisi conseguente in Puglia hanno causato una contrazione del prodotto
interno lordo (PIL) del 10,8% rispetto al PIL nazionale, mentre nella fase pre-pandemica la
Puglia aveva una crescita superiore al PIL nazionale. Essa rispetto ad altre regioni del
Mezzogiorno, si è distinta avvicinandosi alle dinamiche del Centro Italia. Il modello
economico Pugliese é caratterizzato da:
🩵Punti critici = un mercato scarso di donne e giovani, abbandono scolastico, povertà
🩵Punti con grande potenzialità = innovatività, presenza di grandi e piccole imprese,
posizione geografica, é una porta naturale d’accesso al mediterraneo.

La dieta mediterranea e i prodotti agricoli di eccellenza


La Puglia è a tutti gli effetti una delle regioni-pivot della dieta mediterranea e il suo regime
alimentare è considerato sinonimo di benessere e salute in tutto il mondo. Cosa si produce
in Puglia?:
🩵pomodoro di trasformazione
🩵uva da tavola
🩵olivicoltura (il 32% della superficie coltivata e quasi il 40% della produzione nazionale di
olive da olio). La vocazione all’olivicoltura ha origini antichissime, riconducibili alla
colonizzazione greca. In Italia, ad oggi, la Puglia è la regione con più aziende, con maggiore
superficie “olivetata” e con più frantoi. Nel 2020 ha contribuito con il 47,5% alla produzione
nazionale di olio di oliva. Il settore dell’olio d’oliva vede il primato in Spagna, mentre l’Italia è
il secondo paese produttore e il secondo paese esportatore ma è anche il primo importatore
e il primo consumatore, ecco perché la bilancia commerciale è strutturalmente in negativo.
Per la Puglia esiste anche un problema di prezzi che risentono della concorrenza straniera e
trascinando al ribasso anche gli extra-vergine nazionali di grandi qualità.
🩵grano duro (la sua produzione come quella delle olive si lega all’ identità stessa della
regione , la quale rappresenta un’eccellenza produttiva). Nella produzione di grano duro
l’Italia, con l’11% del totale mondiale, è seconda solo dopo al Canada. La Puglia è la regione
che registra la maggior superficie utilizzata per la produzione di frumento duro. Questa
propensione a investire nella coltivazione di grano duro è dovuta ad un insieme di fattori tra i
quali giocano un ruolo rilevante la tradizione, la vocazione della regione, l’aumento della
domanda globale. Un ulteriore elemento a favore é riscontrabile nel notevole interesse per i
prodotti realizzati con grano italiano, tra i quali, ovviamente, la pasta.

La biodiversità
Quando si parla della biodiversità si fa riferimento principalmente a quella orticola la quale è
strettamente legata alla valorizzazione delle produzioni e alla presenza di coltivatori custodi
e al sostegno che potranno ricevere per continuare l’attività di coltivazione delle varie località
soprattutto quelli a rischio di estinzione. L’azione dei cosiddetti seed savers o salvatori di
semi ovvero cercatori e conservatori di vecchie varietà non più coltivate o di varietà locali
anche a rischio di revisione genetica consente di preservare tali produzioni in particolare
quelle orticole.
L’agricoltura intensiva ha generalmente prodotto una maggiore produttività ma ha
provocato anche una tendenza verso livelli decrescenti di agro biodiversità. La cosiddetta
rivoluzione verde l’agricoltura con i suoi moderni approcci scientifici ha sostituito le varietà
locali e geneticamente diverse selezionate nel corso dei secoli che hanno rappresentato un
incredibile eredità della diversità sostituendole con le varietà cosiddette uniformi. Quindi
possiamo dire che nel corso dell’ultimo secolo quasi 75% delle varietà locali ed è proprio per
questo che in Puglia nasce il progetto biodiverso, realizzato e finanziato da questa regione e
da fondi europei per salvare le 150 varietà orticole.
Sicuramente la Puglia è uguale le regioni più importanti in Italia per la produzione orticola
dove abbiamo tantissime varietà.tuttavia diversità genetica delle colture orticole in Puglia
estate rosa a causa di diversi fattori come l’abbandono delle aree rurali, l’invecchiamento
della popolazione agricola e mancato ricambio generazionale, con la conseguente perdita di
conoscenza in memoria storica .

Industria creativa
In Puglia le imprese culturali e creative sono 13.000. Nel contesto geografico regionale
spicca Bari in cui ci sono industrie creative e culturali relative alla comunicazione , al
branding e al performing art. Il quadro regionale si arricchisce della presenza del Piano
Strategico della Cultura 2017-2026 e la presenza di Distretti che mettono in rete le imprese,
centri di ricerca, università e associazioni che, mirano a sostenere iniziative e programmi di
sviluppo, a rafforzare competitività e innovazione e a promuovere l’ internazionalizzazione,
favorendo il dialogo con i paesi del bacino del mediterraneo. I distretti di riferimento sono:
🩵Dialogoi = distretto della comunicazione, editoria e industria grafica, attiva dal 2010, che
comprende 160 imprese ed enti per lo sviluppo del settore.
🩵Puglia creativa = presente sul territorio dal 2012, che aggrega 150 soggetti, con lo scopo di
creare un sistema culturale e creativo.
In tale contesto è possibile individuare alcune eccellenze che restituiscono la complessità e
l’articolazione territoriale del comparto:
🩵Teatro e spettacolo dal vivo = la presenza del teatro pubblico pugliese é al centro della
produzione creativa regionale. Si sono svolte 90 stagioni, ci sono 72 spazi attivi, 850
spettacoli e quasi 180 mila spettatori all’anno. Il teatro integra più funzioni come la
formazione, la promozione e la didattica.
🩵Musica = il Teatro Petruzzelli rappresenta il luogo di punta per le stagioni sinfoniche e
l’industria musicale. Esiste un programma pubblico detto Puglia Sounds, il quale assicura
azioni, interventi, promozione per la produzione, distribuzione e la promozione musicale del
territorio. Esiste anche il Medimex, un salone di innovazione musicale . Inoltre ci sono
manifestazioni di punta come la Notte della Taranta, il festival della cultura popolare che si
svolge a Melpignano.
🩵Cinema = il settore del cinema ed fondamentale per la presenza di Apulia Film
Commission, la quale è una fondazione che supporta le produzioni audiovisive sul territorio
regionale. La Puglia è famosa poiché luogo di produzioni cinematografiche, serie tv. In
Puglia ci sono 4 cineporti (Bari, Lecce, Foggia, Taranto) dove sono stati realizzati 5 Milano
eventi con più di 600.000 spettatori.

Industria aerospaziale
L’industria aerospaziale è un settore in cui la Puglia è una delle più attive del Paese e che
nell’ultimo decennio ha mostrato profondi cambiamenti in positivo. Questo settore dimostra
una forte vivacità grazie al Distretto aerospaziale, forte per capacità scientifiche e di ricerca
soprattutto per la presenza di centri di ricerca come il Politecnico di Bari, l'Università di Bari
e quella del Salento, l’Enea, il CNR. Le aziende pugliesi sono inserite a pieno titolo nella
catena del valore mondiale della produzione di parti e sezioni di aeromobili ed elicotteri. Dal
2009 in poi le imprese del settore aerospaziale si sono unite nel distretto tecnologico
aerospaziale che si occupa di ricerca, alta formazione e trasferimento tecnologico. I soli
progetti di ricerca e formazione guidati dal distretto tecnologico aerospaziale hanno
impegnato centinaia di giovani periti, laureati e ricercatori, avviando nuovi corsi di laurea,
dottorati, assegni di ricerca e lavoratori, generando nuove occupazioni competenze,
facilitando l’investimenti industriali e in ricerca e sviluppo.
I lupi produttivi principali e le aziende si concentrano a Grottaglie, brindisi e Foggia e in
questo modo la Puglia potuto raddoppiare i 10 anni il proprio pil, poiché questo settore
raggiungere artici mondiali.

Le zone economiche speciali (ZES)


ZES = area geografica delimitata, all’interno della quale, per attrarre investimenti stranieri,
con incentivi doganali ,fiscali e finanziamenti alle attività, vige una legislazione economica
differente da quella del Paese al quale appartiene. Oggi esistono oltre 4500 ZES in 135
Paesi e contribuiscono al mantenimento di circa 70 milioni di posti di lavoro. Le ZES si sono
affermate a livello globale come laboratori per l’attrazione degli investimenti e come
incubatori di innovazione, capaci, inoltre, di promuovere lo sviluppo produttivo. In Italia sono
state istituite 8 ZES, due delle quali hanno come cuore pulsante la Regione Puglia:
🩵la ZES Interregionale Adriatica Puglia Molise (insiste sul sistema portuale del Mar
Adriatico)
🩵la ZES Interregionale Jonica Puglia Basilicata (ha il suo baricentro nel Porto di Taranto)
Queste hanno una durata di 7 anni. Queste devono accelerare lo sviluppo economico,
concedendo aiuti economici principalmente per le infrastrutture portuali, piattaforme
logistiche e interporti.
Fattori ZES:
🩵nesso funzionale con i sistemi portuali
🩵connettività all’infrastruttura logistica internazionale
🩵rilevanza di aree libere in cui costruire nuovi insediamenti
🩵fattibilità relativamente all’assenza di barriere che possano impedire o rallentare
l’attivazione di nuovi insediamenti produttivi
🩵impatto relativamente ai benefici producibili sul territorio.

La digitalizzazione
La filiera Information Communication Tecnhology (ICT) deve essere considerata una
piattaforma per la crescita digitale dell’economia pugliese, volta a recuperare la competitività
economica persa negli ultimi anni e per diventare un centro di sviluppo e innovazione per
l’intero territorio nazionale. Deve rendere la Puglia più digitale in tutte le sue espressioni
economiche e sociali. La Puglia deve diventare un centro di attrazione della filiera ICT
attraverso delle iniziative:
🩵valorizzare i progetti per il digitale nel settore pubblico per la fornitura online di servizi
amministrativi e di assistenza, per la gestione più efficace e sostenibile del territorio e della
mobilità
🩵incoraggiare i progetti per il digitale nel settore privato nelle imprese del manifatturiero e
dei settori tradizionali
🩵creare sensibilità digitale a livello locale attraverso grandi progetti aggregatori facendo
sistema
🩵fare più innovazione ICT e trasferimento tecnologico dove siano protagoniste le imprese e
le università , le quali possono incoraggiare i propri ricercatori a brevettare e a realizzare un
contesto favorevole all’innovazione e allo sviluppo di un impresa in tutte le province pugliesi.
🩵favorire la formazione verso le professioni avanzate dell’ICT

La transizione ecologica e le energie alternative


La Puglia sta cercando di operare in termini di transizione energetica.
🩵 Produce il 25% dell’energia eolica italiana grazie ai suoi 1100 impianti.
🩵 Produce il 14% dell’energia solare
La Puglia è la prima regione d’Italia per numero di impianti installati per produrre energia
rinnovabile.
Un secondo primato è rappresentato dal progetto PAN (Puglia scrive network), perché la
Puglia è considerata la più grande Smart grid d’Europa con 30mila chilometri di rete elettrica
e 44 mila impianti di produzione da fonti rinnovabili collegati.
Ovviamente nonostante questi impianti , le installazioni devono continuare a crescere per
aumentare l’energia pulita. Il piano PNIEC prevede infatti che nel 2030 la potenza da fonte
rinnovabile Italia debba raggiungere i 95 GW.
Inoltre la Puglia si sta impegnando a costruire impianti che producano energia pulita ma che
non vadano ad essere di intralcio al patrimonio ambientale

Piano nazionale di ripresa e resilienza


Si articola in 6 missioni:
🩵digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
🩵 rivoluzione verde transizione ecologica
🩵 infrastrutture per una mobilità sostenibile
🩵 istruzione ricerca
🩵 coesione e inclusione
🩵 salute

Capitolo 3. Gli ambienti e l’economia


La dinamica del sistema agricolo Pugliese
La Puglia è una regione agricola, grazie al territorio pianeggiante, il clima favorevole e le
pratiche agricole. Negli anni 50 del 900 la maggior parte della popolazione era impiegata in
questo settore in cui si producevano e si producono tutt’oggi cereali ,soprattutto di frumento,
con una cerealicoltura estensiva distribuita nella regione in forma differenziata. Il Tavoliere di
Foggia e la Fossa Bradanica sono considerate il “granaio d’Italia” poiché hanno avuto
sempre un grande rilievo per la loro monocultura. La Puglia si è specializzata, poi, per le
coltivazioni ortive e quelle legnose agrarie. Importanti sono le coltivazioni di legumi, ortaggi
(finocchi, insalate, peperoni, melanzane, zucchine e pomodori). É rilevante anche la
produzione di tabacco specialmente nel Salento leccese. Spicca anche la coltura del
vigneto, mandorleto, degli agrumi e soprattutto dell’oliveto. Quest’ultimo rappresenta la
Puglia come regione, poiché qui si produce molto olio di diversa specie, anche se nella zona
del Salento, la premessa del patogeno “Xylella fastidiosa” ha decimato gli alberi di olivo
secolari. Anche l’allevamento pugliese ha un ruolo importante (ovini, bovini, suini, caprini,
cavalli, asini, muli). L’allevamento fu di grande rilievo negli anni passati per la produzione di
latte e di lana. Ovviamente in questo settore c’è anche la pesca, favorita dai centri costieri
pugliesi attrezzati. Un discorso a parte va fatto sulla miticoltura che ha rappresentato da
sempre una realtà dinamica. Tutto questo ha prodotto attività in cui i pescatori si sono
consorziati in cooperative e soprattutto ha costituito un’importante fonte di reddito, dato dalla
presenza di un mercato al dettaglio e all’ingrosso, sia interno che internazionale.
Ad oggi queste attività sono mutate?
🌿La SAU (superficie agricola utilizzata ) si è ritratta tra il 1961-1991.
🌿Nel 2000 si sperimentano le colture (carciofi,frutti esotici, fiori), ma continua ad essere forte
un'agricoltura tubulare legata alle piccole e medie imprese, salvo nella provincia di Foggia
dove la dimensione delle imprese e in cui si coltiva frumento, alberi di ulivo e viti, ma anche
alberi da frutto e colture ortive. Nel Gargano in cui domina un territorio carsico, si pratica il
pascolo. L’anfiteatro Tarantino ha un terreno sottoposto a bonifica, dove si producono
agrumi. Nel Salento si producono ortaggi, olivo e vite. L’anfiteatro Tarantino che possiede un
terreno sottoposto a bonifica, si è specializzato nella produzione di agrumi.

Le aziende agricole in Puglia e la Pesca


Il numero delle imprese nell’ agricoltura pugliese è pari a 47.823 unità , ecco perché la
Puglia ha raggiunto il primato per numero di imprese agricole a livello nazionale. Questo
settore si occupa:
🌿50% alle colture erbacee (cereali, legumi)
🌿 36% alle colture arboree (vite, olivo e fruttiferi)
🌿 15% a prati e pascoli permanenti
Nel settore primario abbiamo anche la pesca che si attiene a specie diverse:
🌿gambero rosa mediterraneo
🌿nasello
🌿alici
🌿seppia
🌿polpo
🌿scoglio
🌿gambero rosso
🌿pannocchia
🌿triglia da scoglio
In questo campo, si registrano 3464 unità in tutta la nazione di cui 173 localizzate in Puglia.

Agricoltura biologica e multifunzionalità


La Puglia occupa il secondo posto dopo la Sicilia , per il numero di superfici coltivate e per
volumi di produzione ottenuti con metodo eco-sostenibile , in effetti in tutta la Puglia ci sono
286 mila ettari coltivate biologicamente, principalmente a Bari e Foggia (metodi agricoli volti
a produrre alimenti con sostanze e processi naturali). Chi prende parte di questi processi?
🌿olivo
🌿vite
🌿cereali
🌿frutta in guscio
🌿Pascoli magri

Industria e piccole imprese


Come nasce il settore industriale in Puglia?
La Puglia si è sempre basata su un settore principalmente agricolo e prima della vera
industrializzazione, in tutta la Puglia si trovavano delle piccole imprese che si concentravano
nel settore delle calzature, abbigliamento, maglieria , settori per cui c’è stata sempre stata
una certa vocazione , principalmente a Barletta e casaro. Successivamente la Puglia si è
aperta agli impianti metallurgici, navalmeccanici , specializzandosi pian piano nella
siderurgia, nel settore chimico ,petrolchimico, meccanico. Ma come si è arrivati a questo?
🌿Dagli anni 50 agli anni 80 ci sono stati degli interventi mirati all’ industrializzazione .
🌿 successivamente sono stati realizzati interventi di carattere strutturale diritti e
infrastrutture utili alla crescita industriale
🌿 negli anni 90 fino ai primi anni del 2000, ce lo smantellamento dell’industria e il tentativo di
risanare le arie da queste occupate.
Il settore chimico e petrolchimico a Manfredonia e a Brindisi e lo stabilimento per la
produzione dell’acciaio e quindi il settore siderurgico a Taranto hanno determinato una
svolta per la Puglia, si tratta di tre centri costieri e ciò è spiegabile in quanto la presenza di
porti favorisce lo scarico delle materia prima e comunque, l’accessibilità garantisce la
presenza di comunicazioni efficaci

La struttura di tale modello seguiva quelle dei poli di crescita “alla Perroux” che ha costruito
la teoria dei “poli di sviluppo”. si tratta di una teoria che si riferisce ad una regione geografica
caratterizzata da un significativo grado di arretratezza economica ,in tal caso la crescita
della regione considerata può essere innescata dalla presenza di un’industria motrice che
possa fare da traino allo sviluppo più complessivo dell’aria.l’industria motrice è un apparato
industriale di grandi dimensioni che realizza un prodotto innovativo e ad elevato contenuto
tecnologico. Questa teoria fu applicata inizialmente nei paesi del Nord e del centro e riuscì a
funzionare ma tale modello non ho avuto gli stessi risultati nel sud.ciò si è verificato perché
in molti casi si sono realizzate realtà industriali che non erano in sintonia con la vocazione
del territorio.tale modello a causato nella prima fase uno spostamento della popolazione
verso i poli industriali sia livello interno della regione che in una dimensione nazionale delle
aree interne e rurali verso città industriali del Nord.in Puglia le vicende legate i poli di
sviluppo sono stati alterne in particolare a Brindisi Taranto e hanno determinato diverse
situazioni. In Puglia si é tenuto conto tantissimo di quello che era l’impatto ambientale delle
industrie sul territorio.

I sistemi delle pmi e i distretti industriali


Prima che le grandi industrie diventassero fondamentali per lo sviluppo della economia, fino
al 1991 erano di grande importanza le piccole e medie imprese e l’artigianato. L’importanza
di tali sistemi locali e la loro performance di successo nell’economia italiana ha introdotto
molti studiosi a ricercarne le origini, i caratteri, le modalità di crescita, i punti di forza e quelli
di debolezza.

I distretti industriali
La regione Puglia il 3 agosto 2007 ha promulgato la legge numero 23 dal titolo “promozione
e riconoscimento dei distretti produttivi”.
Distretti: espressione della capacità del sistema d’impresa e delle istituzioni locali di
sviluppare una progettualità strategica comune che si esprime un programma per lo sviluppo
del distretto, in conformità agli strumenti legislativi programmatori già dalle vigenti.
Il distretto produttivo si contraddistingue per un raggruppamento di aziende di piccole medie
dimensioni inserita in un ambito produttivo importante dalla presenza di soggetti istituzionali
e sociali con capacità di rilievo luogo.si tratta di una legge che supporta incoraggia le idee e
la pianificazione diretta di incrementare lo sviluppo del territorio garantendo una maggiore
competitività, innovazione e internazionalizzazione, migliorando gli occupazionali e lo
sviluppo delle imprese che producono nell’ambito dell’agricoltura, della pesca,
dell’artigianato, dell’industria, del turismo, del commercio e dei servizi dell’imprese. Il
panorama economico qui è caratterizzato dunque dei 26 di quelle dimensioni che però non
rappresenta la maggioranza dei distretti di sistemi locali produttivi di piccole e medie imprese
(pmi).

Trasporto e logistica
In Puglia abbiamo :
🌿313 km di rete autostradale
🌿1600 km di strade statali
🌿1400 km di strade extra statali
🌿8200 km di strade provinciali
Il traffico delle merci su strada é superiore all’interno della stessa regione piuttosto che per le
altre regioni nazionali.

Il sistema ferroviario a come direttrici principali quella nord-sud (corridoio Adriatico) e in


misura minore si dirige verso il terreno.

Il sistema portuale è caratterizzato dei porti di Manfredonia, Barletta, Bari e Brindisi sulla
costa adriatica e Taranto sulla costa ionica che hanno diverse vocazioni:
🌿 il porto di Bari, porta di Europa verso i Balcani, é multifunzionale, cioè trasporta merci e
passeggeri.
🌿 il porto di Brindisi uno dei pochi porti naturali italiani, naturale Gate di riferimento per la
Grecia, l’area balcanica e la Turchia, ed è destinato all’attività commerciali ed industriali e
traffico di traghetti.
🌿 il porto di Taranto movimento prevalentamente merci ed è legato al maggiore complesso
industriale europea per la lavorazione dell’acciaio.

Il sistema aeroportuale pugliese presenta quattro infrastrutture nelle province di Bari Brindisi
Foggia e Taranto.

Nella Puglia abbiamo sette piattaforme logistiche.

Diverse modalità di trasporto


La Puglia da un punto di vista stradale è sprovvista di autostrade a 3 o più corsie. Tuttavia
sono previsti per il territorio pugliese a 4000 506 milioni di euro di investimenti attraverso il P
enne r.r., di cui quasi 2000 per l’ammodernamento delle autostrade.

Il trasporto ferroviario è molto vario e in effetti abbiamo:


🌿 ferrovie Appulo Lucane
🌿 ferrovie del Gargano
🌿 ferrovie del Nord barese
🌿 Trenitalia
🌿 italo
🌿 rete ferroviaria italiana
Queste reti ferroviarie sono in grado di raggiungere diverse destinazioni all’interno della
stessa regione ma anche fuori regione, con treni ad alta velocità, per dirigersi verso Milano,
Venezia, Bologna, Torino, Roma in maniera diretta.

Ad oggi si viaggia principalmente attraverso la rete aerea e in Puglia si preferisce utilizzare


glielo porto di Bari e Brindisi, mentre gli aeroporti di Grottaglie e Foggia vengono utilizzati in
maniera minore.

Ad oggi i trasporti via mare continuano a rappresentare una modalità importante per il
trasporto di passeggeri e la movimentazione delle merci e di alcuni combustibili fossi lì come
il carbone.in Puglia, in particolare, i porti sono complessivamente sei, riuniti in due autorità di
sistema portuale: Mar Ionio (porto di Taranto) e mare Adriatico meridionale (porte di Bari,
brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli).

Infine la Puglia sta promuovendo anche uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per
esigenze quotidiane che turistico-ricreative, con la obiettivo di migliorare l’efficienza, la
sicurezza e la sostenibilità della mobilità urbana.

Le politiche per la mobilità efficiente sostenibile e il piano nazionale di ripresa e resilienza


(PNRR)
Obiettivi:
🌿 potenziare la rete ferroviaria esistente ad alta velocità verso il sud per passeggeri e merci
🌿 completare la tratta ferroviaria Napoli Bari percorribile in due ore
🌿 accrescere la capacità di traffico ferroviario da quattro a 10 treni allora sulle stazioni a
doppio binario
🌿 adeguare le prestazioni sul transito di treni merci di lunghezza fino a 750 m
🌿 completare il collegamento Taranto Battipaglia

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