Campionato mondiale di calcio 1990
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Il campionato mondiale di calcio 1990 o Coppa del Mondo FIFA del 1990 (noto anche come Italia'90) è stata la quattordicesima edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili organizzato dalla FIFA ogni quattro anni.
Si svolse in Italia dall'8 giugno all'8 luglio 1990. Il torneo fu vinto dalla Germania Ovest, che si laureò campione del mondo per la 3a volta, prima tra 24 squadre.
Storia
A 56 anni di distanza dal Mondiale organizzato in Italia nel '34 e vinto dagli azzurri di Vittorio Pozzo, la massima rassegna calcistica planetaria tornò nel Bel Paese, a cui nel 1984 la FIFA assegnò l'organizzazione dei Mondiali del 1990. Sei anni prima del Mondiale. Il presidente del Comitato organizzativo era Franco Carraro, già presidente del Milan un decennio prima e per solo una stagione, che annunciò:
«Il Mondiale di calcio sarà l'occasione più opportuna per dimostrare non solo le nostre capacità organizzative, ma anche l'alto livello tecnologico raggiunto in tutti i settori della vita nazionale»
Nel febbraio 1986, la macchina organizzatrice si mise in moto e partì ufficialmente in novembre dello stesso anno, guidata dal 39enne Luca Cordero Di Montezemolo, già manager alla Ferrari, che si pose come obiettivo quello di "realizzare un sogno". Dalla cittadella televisiva IBC ai Centri e alle Sale Stampa di tutte le 12 città, alle tribune stampa degli stadi, alla carrozza stampa e conferenze delle ferrovie, ovunque furono messe a disposizione tecnologie informatiche e della comunicazione all’avanguardia. La tecnologia al servizio di un grande evento: 52 partite in 31 giorni in ben 12 città, con oltre 40.000 accreditati e 28 miliardi di contatti televisivi.
Importanti innovazioni furono introdotte per la prima volta nell’organizzazione di un evento sportivo: prima banca dati ufficiale online della FIFA (dal 1930 al 1990), prima rete di 12 telecentri, utilizzo dei primi telefonini, primo accreditamento informatizzato dei giornalisti e degli addetti ai lavori, centro fitness.
Le immagini di Montezemolo intento sugli spalti in conversazioni telefoniche con uno dei primissimi cellulari furono uno dei simboli di quelle novità che - non solo in Italia - stavano cambiando radicalmente le abitudini quotidiane. [1]
Ci fu però da far fronte alla costruzione di nuovi stadi, visto che quelli allora esistenti risultarono essere inadeguati, se non addirittura fatiscenti. Furono ampliati e riammodernati (con interventi non sempre necessari) il Meazza e gli stadi già esistenti, mentre si iniziò la costruzione di nuovi impianti a Bari (San Nicola) e Torino (il Delle Alpi). I costi furono astronomici, il Mondiale ebbe i suoi strascichi in tribunale, con infrastrutture pubbliche dimezzate, intrecci con la politica del tempo, certamente non immune da scandali (pochi anni dopo scoppiò Tangentopoli) e per le numerose vittime nei cantieri.[2] A Milano furono numerose le opere pubbliche per i Mondiali cantierizzate e mai portate a termine, tra cui un albergo nella zona di via Mecenate.
Nelle qualificazioni, se Germania Ovest e Brasile rischiarono grosso, cadde clamorosamente la Francia, reduce da due semifinali consecutive, dalla vittoria nell'Olimpiade e nell'Europeo 1984, superata da Scozia e Jugoslavia, con Henry Michel e Michel Platini che non riuscirono a raddrizzare la barca che affondava. Fuori anche la Polonia, che, con la fine dell'era-Boniek, si ritrovò eliminata da inglesi e svedesi. La favorita numero uno venne indicata proprio nell'Italia, forte della bella impressione destata agli Europei del 1988 e, soprattutto, padrona di casa, mentre in seconda fila si ritrovarono l'Argentina di Diego Armando Maradona, fresco campione d'Italia con il Napoli, la Germania del "Kaiser" Franz Beckenbauer e del trio interista Matthäus - Klinsmann - Brehme e l'Olanda del corrispondente trittico rossonero van Basten - Gullit - Rijkaard, che tornava ai Mondiali a dodici anni dalla finale persa in Argentina e forte del titolo europeo conquistato due anni prima.
Canzone ufficiale dell'evento fu "To be number one", testo e musica di Giorgio Moroder, cantata anche in versione italiana da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, col titolo "Un'estate italiana" (testo italiano di Edoardo Bennato)[3] . Mascotte ufficiale della manifestazione era "Ciao" un calciatore stilizzato tricolore che abbozzava un palleggio e che, scomposto e ricomposto, formava la parola Italia. Il nome della mascotte venne deciso, in una sorta di referendum settimanale, direttamente dagli scommettitori del Totocalcio.
Durante la cerimonia di apertura, modelli da tutti i continenti presenti al Mondiale sfilarono con i capi disegnati da alcuni grandi stilisti italiani: l'America con Valentino, l'Africa con Missoni, l'Asia con Mila Schön, l'Europa con Gianfranco Ferré.
Squadre partecipanti
UEFA (14 squadre) |
CONMEBOL (4 squadre) CONCACAF (2 squadre) AFC (2 squadre) CAF (2 squadre) |
NB:Italia qualificata d'ufficio come Nazione ospitante, Argentina qualificata d'ufficio come Campione del mondo in carica.
Convocazioni
Stadi
Città | Stadio | Posti | Anno |
---|---|---|---|
Bari | Stadio San Nicola | 58.170 | 1990 |
Bologna | Stadio Renato Dall'Ara | 36.532 | 1927 |
Cagliari | Stadio Sant'Elia | 39.905 | 1970 |
Firenze | Stadio Artemio Franchi | 47.282 | 1931 |
Genova | Stadio Luigi Ferraris | 36.703 | 1911 |
Milano | Stadio Giuseppe Meazza - San Siro | 80.074 | 1926 |
Napoli | Stadio San Paolo | 60.240 | 1959 |
Palermo | Stadio La Favorita | 36.822 | 1932 |
Roma | Stadio Olimpico | 72.698 | 1953 |
Torino | Stadio delle Alpi | 69.298 | 1990 |
Udine | Stadio Friuli | 30.667 | 1976 |
Verona | Stadio Marcantonio Bentegodi | 39.371 | 1963 |
Le qualificazioni
Le qualificazioni europee iniziarono nell'ottobre 1988, con alcuni anticipi. Passavano le prime di ogni girone, le seconde dei quattro gruppi di cinque squadre e le due migliori seconde dei tre gruppi da quattro squadre. Nel Gruppo 1 la spuntarono i romeni, che sopravanzarono la Danimarca nello scontro diretto all'ultima giornata, vinto in rimonta per 3-1. Solo un mese prima, a Copenaghen, erano stati gli scandinavi a vincere per 3-0. Nel Gruppo 2 vinse la Svezia, davanti all'Inghilterra, tradita dal pareggio in Polonia: i britannici, forti di una difesa d'acciaio (neanche un gol subìto), passarono egualmente nel gruppo delle migliori seconde. Nel Gruppo 3 vinse l'URSS, mentre al secondo posto si qualificò anche l'Austria. Nel gruppo 4 rischiò grosso la Germania Ovest, arrivata alle spalle dell'Olanda: i tedeschi impattarono due volte contro gli Orange e vennero bloccati a reti bianche in Galles, ma passano ugualmente tra le migliori seconde classificate. Nel gruppo 5 Scozia e Jugoslavia firmarono l'epitaffio della Francia, mentre nel gruppo 6 vinse la Spagna, davanti alla sorpresa Irlanda, capace di battere a Dublino le furie rosse e di arrivare ad un solo punto da loro. Infine, nel gruppo 7, uscì di scena il Portogallo mentre passarono il turno Belgio e Cecoslovacchia.
In Sudamerica, come previsto, passarono l'Uruguay e il Brasile, vittima di uno spregevole episodio: durante la gara contro il Cile, il portiere andino Rojas finse di essere stato colpito da un petardo e si accasciò a terra, provvedendo di nascosto a incidersi il sopracciglio con un minuscolo bisturi. Il sangue fece sospendere la partita, ma la truffa venne a galla e il Cile fu squalificato dai mondiali in Italia e anche da quelli tenuti negli Stati Uniti nel 1994. Successivamente, Rojas venne addirittura squalificato a vita dalla FIFA. La Colombia dovette aspettare lo spareggio con Israele per esultare.
In Africa, Egitto e Camerun la spuntarono nelle due finali su Algeria e Tunisia; in America del Nord colpo di fortuna del Costarica, che approfittò della squalifica del Messico per accedere al girone finale, dove, insieme agli Stati Uniti, passò il turno battendo Trinidad & Tobago, Guatemala ed El Salvador. In Asia uscirono vincitori Corea del Sud ed Emirati Arabi Uniti, che misero in fila Qatar, Cina, Arabia Saudita e Corea del Nord.
Il 9 dicembre 1989, nella fiabesca cornice dell'Olimpico di Roma, si procedette al sorteggio. Pippo Baudo condusse la serata di gala, e Sophia Loren ne fu la madrina, estraendo insieme ad alcuni campioni del passato (ma c'era anche Luciano Pavarotti) le palline dalle varie urne. L'Italia si trovò in un morbido girone con Austria, Cecoslovacchia e Stati Uniti; all'Argentina capitarono i sovietici, finalisti all'Europeo 1988, i rumeni e gli enigmatici camerunensi (subito Maradona gridò al complotto per la difficoltà del girone); il Brasile trovò Scozia, Svezia e Costa Rica; la Germania Ovest capitò con jugoslavi, colombiani e gli Emirati Arabi Uniti; il gruppo E si presentò come il girone di ferro, con spagnoli, belgi, uruguayani e i sudcoreani come possibile materasso; l'Olanda trovò inglesi, irlandesi ed egiziani.
Fase finale
Fase a gruppi
Tutti gli occhi furono puntati sull'Argentina, che al debutto a San Siro era opposta al misterioso Camerun, tornato al Mondiale dopo quello spagnolo, in cui aveva impensierito seriamente anche gli azzurri di Bearzot, costringendoli al pareggio. Di quella squadra facevano parte il trentottenne Milla (che però partì come riserva), il funambolico portiere N'Kono, l'elegante libero Kundé (tutti già presenti in Spagna nel 1982) e altri giocatori semisconosciuti ma di grande personalità.
L'Argentina del fischiatissimo Maradona apparì nervosa, gli africani restarono in 10 per l'espulsione di André Kana-Biyik e sembrarono destinati a capitolare da un momento all'altro. Ma l'imponderabile accadde al 66°, quando, su un cross in area, François Omam-Biyik saltò altissimo, staccando di testa: la conclusione non fu irresistibile, ma l'estremo difensore argentino Pumpido compì un errore madornale, lasciandosi sfuggire il pallone in rete. Il Camerun resistette anche in 9 (espulso nel finale Massing per un fallo su Caniggia lanciato a rete) e colse la più clamorosa delle vittorie.
Il giorno dopo toccò all'Italia, opposta in un Olimpico ribollente di entusiasmo alla non temibile ma ostica Austria. Gli azzurri spinsero per tutto il primo tempo, ma non andarono oltre un palo esterno colto dalla distanza da Ancelotti. Nella ripresa la nazionale azzurra intensificò gli attacchi, impegnando il portiere Lindenberger in almeno due occasioni, con Donadoni e De Agostini, mentre l'arbitro brasiliano Wright nega un rigore a Donadoni. Al 75° Vicini decide di togliere Carnevale inserendo lo juventino Schillaci. Passati appena quattro minuti, su un cross di Gianluca Vialli, fu proprio il nuovo entrato ad incornare nella rete austriaca.
Il giorno dopo i cecoslovacchi risposero con un secco 5-1 agli Stati Uniti. Impressionante anche la prova di forza della Germania Ovest, che surclassava 4-1 la quotata Jugoslavia con una rete del romanista Völler, due di Matthäus e una di Klinsmann. Il Brasile di Lazaroni, senza grandi geni in mezzo al campo (Valdo e Silas non sono due fenomeni), batté comunque la Svezia per 2-1 affidandosi al napoletano Careca, autore di una doppietta. Soffrì inaspettatamente l'Olanda contro l'Egitto: passati in vantaggio con l'ex torinista Kieft, i tulipani vennero raggiunti a sette minuti dalla fine a causa di un rigore dubbio trasformato da Abdelghani. Anche l'Eire, al debutto ai Mondiali, ferma sul pari gli odiati cugini inglesi, in una gara a rischio-hooligan (anche se i temuti teppisti d'oltremanica furono ridotti all'impotenza dall'efficiente servizio di sicurezza): al gol del solito Lineker rispose nella ripresa Sheedy. La Spagna di Luisito Suarez fu graziata dall'Uruguay, con Ruben Sosa che sbagliò un rigore: finisce 0-0.
Il 13 giugno l'Argentina, chiamata a riscattarsi dopo l'inopinata debacle inaugurale, batté al San Paolo l'URSS. Ma su questa gara pesò enormemente la seconda mascalzonata in due Mondiali di Maradona: su un tiro sovietico diretto in fondo al sacco, il fantasista intercettò ancora con la mano e deviò, senza che l'arbitro svedese Fredriksson si fosse accorto di niente. Il portiere Pumpido si scontrò accidentalmente con Serrizuela e concluse il suo mondiale con una frattura di tibia e perone: fu un vero colpo di fortuna per la Nazionale di Carlos Bilardo, in quanto lo sostituì la riserva Sergio Goycochea, una delle sorprese dei Mondiali. L'Argentina vinse 2-0, con reti di Troglio e Burruchaga ed i sovietici di Valeri Lobanovski, rivelazione all'Europeo 1988, già sconfitti dai rumeni, uscirono mestamente di scena.
Il giorno dopo, sempre a Roma, tornò in campo l'Italia, opposta agli americani (già travolti dalla Cecoslovacchia), che non avrebbero dovuto rappresentare una grossa insidia. E infatti, dopo appena 11 minuti, l'Italia passò in vantaggio: su assist di Donadoni, Giannini entrò in area e superò Meola. Al 32° Vialli sprecò un rigore, tirandolo sul palo con Meola spiazzato. La grande occasione per gli americani arrivò al 67°, dopo che era rientrato Schillaci, sostituendo Carnevale: su una punizione di Murray irruppe Vermes, che esaltò le doti e la fortuna di Zenga, prima che Ferri intervenisse a ribattere sulla linea. Finì 1-0 e la Nazionale azzurra poté considerare archiviato il primo turno, così come la Cecoslovacchia che batté l'Austria.
Continuò la sua corsa la Germania: con cinque gol agli Emirati Arabi, la qualificazione fu assicurata. Andò avanti anche la messe di pareggi nel gruppo F: 0-0 tra Inghilterra e Olanda e tra Irlanda ed Egitto, con tutte le squadre ancora a 2 punti con una partita ancora da giocare e quindi ancora in corsa per la seconda fase. Si qualificarono anche il poco convincente Brasile, dopo l'1-0 ai costaricani, ed il tenace Camerun, ché batte con una doppietta di Milla la Romania, vincendo anche il gruppo. Passò agli ottavi anche il Belgio, dopo un 3-1 ai sudcoreani.
L'Italia affrontò la Cecoslovacchia con il problema Vialli, ufficialmente leggermente infortunato ad una coscia. All'Olimpico fu ancora un successo: aprì Schillaci, che deviò in porta un tiro da fuori-area di Giannini, replicò nella ripresa Roberto Baggio che, partito da centrocampo, triangolò con Giannini per poi saltare due avversari e con un morbido pallonetto superare il portiere Stejskal. Al termine della gara, Vicini confermò indirettamente, a chi lo tacciava di essere stato fortunato, che i problemi che affliggevano Vialli erano altri:
«Io questa coppia l'ho scelta fra i sei eccellenti attaccanti a disposizione. Se avessimo perso, avrei meritato le critiche. Ora non pretendo elogi, ma non è neppure giusto dire che l'abbia decisa il caso.»
Nel gruppo B, oltre al Camerun (primo nonostante la secca sconfitta subita contro l'URSS), andarono avanti anche Argentina e Romania, che chiusero l'ultima gara con un utile 1-1. Nel gruppo C, a sorpresa, emerse la Costa Rica di Milutinović, che batté in rimonta 2-1 la Svezia a Genova, con reti di Flores e Medford. Nel gruppo D, insieme ai tedeschi, passarono la Jugoslavia e la Colombia, che agguantò la qualificazione con un gol allo scadere di Rincon contro i tedeschi. Anche la situazione del gruppo E si risolse al 90°: un colpo di testa di Daniel Fonseca affossò i sudcoreani, consentendo all'Uruguay di passare al turno insieme a Spagna e Belgio. Nell'equilibratissimo gruppo F, infine, la spuntò l'Inghilterra, che batté 1-0 l'Egitto con un gol di Wright e passò insieme ad Irlanda e Olanda, le cui posizioni in classifica furono stabilite mediante sorteggio.
Ottavi di finale
Gli ottavi iniziarono con una nuova impresa del Camerun, che batté per 2-1 la Colombia. Dopo 105 minuti di partita opaca, la gara si accese nel secondo tempo supplementare. A Napoli fu ancora Roger Milla a timbrare lo storico accesso di una squadra africana ai quarti, con una doppietta in quattro minuti (da rimarcare il raddoppio, ottenuto dopo aver soffiato palla ad un presuntuoso Higuita); il gol della bandiera colombiana lo firmò Redin.
In serata, salì in cattedra Tomáš Skuhravý: il centravanti, futuro genoano, trascinò la Cecoslovacchia ad un secco 4-1 sulla Costa Rica. Il quarto gol dei cecoslovacchi è segnato dal viola Kubik, mentre per i centroamericani (orfani del portiere-faro Luis Gabelo Conejo) va a segno Gonzalez.
Domenica 24 giugno fu il giorno di quelle che erano considerate due finali anticipate: Brasile-Argentina nel pomeriggio, Germania Ovest-Olanda in serata. La sfida fra le due superpotenze sudamericane si risolse con un assedio brasiliano: Careca, dopo due minuti, seminò mezza difesa argentina, ma fu bloccato da Goycochea; al 18° Dunga colpì il palo, al 52° fu Alemão a cogliere il montante, al 64° ancora Careca mancò il vantaggio di testa. Maradona, tartassato dalla difesa brasiliana, si accese a dieci minuti dalla fine: seminando gli avversari, allargò al limite dell'area per Caniggia, che dribblò anche Taffarel per segnare a porta vuota.
Nel derby di San Siro fra i tedeschi interisti e gli olandesi milanisti, la Germania Ovest superò un'irriconoscibile Olanda, schiava dei problemi di Van Basten e di un Ruud Gullit poco efficace. Dopo 21 minuti Völler falciò il portiere Hans van Breukelen. L'arbitro Loustau espulse il romanista e un infuriato Rijkaard, colto dalle tv nell'atto di sputare addosso all'attaccante tedesco reo di averlo provocato con insulti razzisti per tutta la partita,sottolineati dai "buu" del pubblico tedesco. Al 52°, su cross di Buchwald, Klinsmann freddò l'Olanda, che rischia più volte il tracollo (palo di Klinsmann alla mezz'ora della ripresa) e cadde all'82°, dopo un chirurgico destro di Brehme da fuori area. Un rigore di Koeman all'88° servì solo ad alimentare i rimpianti degli Orange che escono dal mondiale senza aver mai giocato una partita decentemente.
Il giorno seguente, affermazione ai rigori dell'Irlanda sulla Romania (decisiva la parata di Bonner sul tiro di Timofte); sorprendente il fatto che gli irlandesi raggiunsero i quarti di finale senza mai né vincere né perdere. In serata toccò all'Italia, impegnata all'Olimpico contro l'Uruguay. Contro la ben organizzata difesa dei sudamericani, allenati dal "maestro" Tabarez, l'Italia faticò: Vicini scelse di togliere Berti per inserire una terza punta, Aldo Serena. Tredici minuti dopo, una terrificante fiondata di Schillaci bruciò Alvez (già impegnato in precedenza da una punizione di De Agostini). Un'incornata di Serena (che compiva proprio quel giorno trenta anni) su punizione di Giannini, pose fine alla gara, qualificando gli azzurri ai quarti.
Gli ottavi terminarono il giorno dopo. A Verona, la Jugoslavia e la Spagna si annullarono fino ad un quarto d'ora dalla fine, poi iniziò il divertimento. Stojković portò in vantaggio gli slavi dopo la torre di Kataneć; le furie rosse pareggiarono immediatamente con il bomber Salinas. Nei supplementari, toccò ancora a Stojković, con una punizione, a far calare il sipario sulla Spagna di Suarez.
A Bologna, l'Inghilterra soffrì il Belgio, versione riveduta e corretta, ancorché meno spettacolare, di quella messicana di quattro anni prima. Ad un minuto dai rigori, fu Platt, in semirovesciata, a mandare avanti i Leoni.
Quarti di finale
I quarti presentarono sei squadre europee, una sudamericana e un'africana.
A Firenze, l'Argentina fu opposta alla Jugoslavia. Gli slavi restarono in dieci alla mezz'ora, a causa dell'espulsione di Šabanadžović, ma dominarono grazie al regista Prosinečki. Malgrado ciò, il risultato rimase sullo 0-0 e si procedette ai rigori. Stojković, uno dei migliori in campo, colpì la traversa; Maradona si vide respingere il tiro da Tomislav Ivković. Troglio sembrò condannare la sua squadra, cogliendo il palo. Ma Goycochea, parando i rigori di Brnović e Hadžibegić, guidò i sudamericani in semifinale.
L'Italia, la stessa sera, fu opposta, nell'amico Olimpico, al sorprendente Eire di Jackie Charlton. Vicini riconfermò Baggio e Schillaci in attacco, malgrado gli ammonimenti di Vialli ("Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare", disse citando John Belushi). Nel caldo, l'Irlanda passò all'attacco e Zenga si superò per bloccare un colpo di testa di Quinn. Dopo trentasette minuti, tuttavia, ancora Schillaci, su una respinta successiva a un tiro di Donadoni, appoggiò di piatto in diagonale nella porta vuota. Il risultato non cambiò più, nonostante una traversa su punizione ancora di Schillaci (con palla che picchia sulla linea di porta e rimbalza fuori) e un fuorigioco dubbio sbandierato all'attaccante italiano. L'Italia passò alle semifinali.
Il giorno dopo, la Germania Ovest eliminò la volenterosa Cecoslovacchia. Lothar Matthäus trasformò al 25° il calcio di rigore che decise la partita, poi fu il difensore Ivan Hašek a salvare per tre volte la propria porta; l'unico pericolo per Bodo Illgner arrivò da una punizione di Michal Bílek, ben neutralizzata, e i cecoslovacchi, in dieci nel finale per l'espulsione di Ľubomír Moravčík, fecero ritorno in patria.
Arrivò quindi l'ora del Camerun, "squadra-simpatia" del Mondiale, opposta a Napoli agli inglesi. Il bel gioco degli africani rischiò di avere la meglio rispetto all'esperienza dell'Inghilterra: al 25° Platt schiacciò in rete un bel cross di Stuart Pearce ma Milla, tenuto in panchina nel primo tempo, si scatenò nella ripresa: dopo un fallo su di lui di Gascoigne in area, al 63° Kunde pareggiò su rigore; cinque minuti dopo fu Eugène Ekéké a portare in vantaggio gli africani grazie ad un assist dello stesso Milla. Il Camerun scelse di difendere il risultato e sbagliò clamorosamente: a nove minuti dalla fine Lineker viene steso in area da Massing, dal dischetto il bomber trasformò, facendo il bis dagli undici metri nei supplementari, dopo che N'Kono l'aveva riatterrato. Dopo, ci fu spazio solo per il rimpianto di tutti quelli che si erano innamorati di questa squadra.
Semifinali
Si giunse così alle semifinali: Italia-Argentina e Germania Ovest-Inghilterra. L'Italia abbandonò la sede di Roma per scendere a Napoli dove Maradona era un idolo incontrastato: alla vigilia dell'incontro il fantasista arringò i tifosi partenopei:
«Vi ignorano tutto l'anno e adesso vi chiedono aiuto per sostenere la Nazionale.»
Nonostante molte "chiacchiere giornalistiche" abbiano avvalorato l'ipotesi che il pubblico partenopeo idolatrasse Maradona, si pensi che il motto nelle ore appena precedenti il calcio d'inizio era <<Diego perdonami ma sono nato in Italia>>. In campo tornò Vialli al fianco di Schillaci.Il pubblico tifava Italia ugualmente. L'Italia non apparve brillante come nei precedenti incontri, ma il gol arrivò lo stesso, al 17°: su un tiro di Vialli (dopo una bella azione di Giannini) non trattenuto da Goycochea irruppe Schillaci, che in maniera leggermente maldestra ma efficace portò in vantaggio gli azzurri. Nel secondo tempo, al 68°, un cross di Olarticoechea colse impreparato Zenga, con Caniggia che gelò lo stadio con un colpo di testa vincente. Dopo 518° (981° se considerate anche le partite amichevoli prima della rassegna ed in coabitazione con Tacconi, record secondo solo a quello di Zoff del 1972-1974), terminò l'imbattibilità della nazionale e di Zenga a Italia '90. L'Italia smarrì via via la sua brillantezza, mentre l'Argentina inseguiva i rigori. Neanche l'ingresso di Baggio (che nei supplementari sfiorò il gol con una punizione capolavoro delle sue, respinta all'incrocio dei pali dal miracoloso portiere argentino) e Serena al posto di Giannini e di Vialli cambiarono le carte in tavola. I supplementari furono superflui e alla fine, dopo anche gli otto insoliti minuti di recupero nel primo tempo supplementare («Mi ero dimenticato del cronometro» ammise poi Vautrot), arrivarono i rigori. L'Argentina fu implacabile, lo specialista Goycochea neutralizzò su Donadoni e Serena: i sudamericani approdarono in finale, 32 anni dopo la prima ed ultima volta di una sudamericana finalista in Europa (il Brasile in Svezia nel 1958) ed esplode la rabbia di Vialli a fine partita, un po' fuori luogo: Argentina sull'A1 per Roma, Italia sull'A16 per Bari.
Il giorno dopo, nell'altra semifinale, a Torino, non fu partita brillante tra Germania Ovest e Inghilterra. Al 60° una punizione di Brehme fu deviata in modo decisivo di Paul Parker; all'80° Lineker approfittò della confusione in area tedesca rinviando il verdetto ai rigori, ai quali si arrivò dopo due pali di Waddle e Buchwald. Dal dischetto, sbagliarono gli inglesi Pearce e Waddle.
Finali
L'Italia uscì a testa alta, con un terzo posto conquistato con una buona vittoria sull'Inghilterra, nella finalina di Bari. "È stato un bel sogno, grazie lo stesso", recitava uno dei tanti striscioni. Un'Italia rimaneggiata passò con Baggio al 72°, che segnò calciando la palla sotto la traversa da pochi metri, venne raggiunta da Platt dieci minuti dopo su cross di Dorigo e vinse grazie a un rigore calciato dal solito Schillaci, dopo un fallo di Parker; Baggio e Giannini, che precedevano il siciliano nel diritto a calciare il rigore, lasciarono a lui il pallone per assicurarsi la scarpa d'oro del Mondiale. Schillaci diventò capocannoniere con 6 reti mentre Shilton, a quarantun'anni, pose fine alla sua esperienza con la Nazionale britannica. L'Italia ottenne il terzo posto, mentre l'Inghilterra si accontentò del premio Fair-play e nel dopogara, sia i calciatori in campo che i tifosi italiani e inglesi sugli spalti festeggiarono in maniera molto corretta e civile l'epilogo del Mondiale 5 anni dopo la Strage dell'Heysel.
Il giorno dopo, a Roma, furono di scena Argentina e Germania Ovest, per un replay della finale di quattro anni prima a Città del Messico. La delusione per la mancata finale condizionò le preferenze del pubblico italiano presente allo Stadio Olimpico, che non solo tifò per i tedeschi ma addirittura fischiò l'esecuzione dell'inno nazionale argentino, cosa che scatenò l'ira di Maradona (le telecamere lo ripresero in diretta mentre dal suo labiale si distingueva inequivocabilmente l'imprecazione "hijos de puta" rivolta al pubblico).
In una partita non esaltante, probabilmente la finale più noiosa della storia dei Campionati mondiali con Carlos Bilardo che aveva come obiettivo l'arrivo ai rigori, l’arbitro Edgardo Codesal Méndez diede una pessima prestazione: negò un netto rigore ad Augenthaler, fece lo stesso su Dezotti, espulse Monzón per un duro intervento al 65° e concesse un dubbio rigore a sei minuti dalla fine, dopo un intervento di Sensini su Völler. Dal dischetto non sbagliò il mancino Brehme, a cui Matthäus aveva ceduto il posto perché troppo emozionato, che però calciò di destro e all'87° l'Argentina rimase addirittura in 9 contro 11 per l'espulsione di Dezotti, dopo aver litigato con Kohler. Il Mondiale italiano terminò, dunque, con la Germania Ovest, che soli tre mesi dopo si sarebbe unificata con la DDR, in trionfo per la terza volta; a Maradona, che al fischio finale scoppiò in lacrime, non riuscì il difficilissimo bis sognato per quattro anni.
Le partite
Fase a gruppi
Gruppo A
Squadra | P.ti | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Italia | 6 | 3 | 3 | 0 | 0 | 4 | 0 | +4 |
Cecoslovacchia | 4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 6 | 3 | +3 |
Austria | 2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 2 | 3 | -1 |
Stati Uniti | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 2 | 8 | -6 |
Roma 9 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Italia | 1 – 0 referto | Austria | Stadio Olimpico (73.303 spett.)
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Firenze 10 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Stati Uniti | 1 – 5 referto | Cecoslovacchia | Stadio Artemio Franchi (33.266 spett.)
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Roma 14 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Italia | 1 – 0 referto | Stati Uniti | Stadio Olimpico (73.423 spett.)
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Firenze 15 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Austria | 0 – 1 referto | Cecoslovacchia | Stadio Artemio Franchi (38.962 spett.)
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Roma 19 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Italia | 2 – 0 referto | Cecoslovacchia | Stadio Olimpico (73.303 spett.)
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Firenze 19 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Austria | 2 – 1 referto | Stati Uniti | Stadio Artemio Franchi (34.857 spett.)
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Gruppo B
Squadra | P.ti | G | V | N | P | GF | GS | DR |
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Camerun | 4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 3 | 5 | -2 |
Romania | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 4 | 3 | +1 |
Argentina | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 3 | 2 | +1 |
Unione Sovietica | 2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 4 | 4 | 0 |
Milano 8 giugno 1990, ore 18:00 UTC+1 | Argentina | 0 – 1 referto | Camerun | Stadio Giuseppe Meazza (73.780 spett.)
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Bari 9 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Unione Sovietica | 0 – 2 referto | Romania | Stadio San Nicola (42.907 spett.)
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Napoli 13 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Argentina | 2 – 0 referto | Unione Sovietica | Stadio San Paolo (55.759 spett.)
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Bari 14 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Camerun | 2 – 1 referto | Romania | Stadio San Nicola (38.687 spett.)
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Napoli 18 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Argentina | 1 – 1 referto | Romania | Stadio San Paolo (52.733 spett.)
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Bari 18 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Camerun | 0 – 4 referto | Unione Sovietica | Stadio San Nicola (37.307 spett.)
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Gruppo C
Squadra | P.ti | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Brasile | 6 | 3 | 3 | 0 | 0 | 4 | 1 | +3 |
Costa Rica | 4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 3 | 2 | +1 |
Scozia | 2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 2 | 3 | -1 |
Svezia | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 3 | 6 | -3 |
Torino 10 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Brasile | 2 – 1 referto | Svezia | Stadio delle Alpi (62.628 spett.)
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Genova 11 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Scozia | 0 – 1 referto | Costa Rica | Stadio Luigi Ferraris (30.867 spett.)
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Torino 16 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Brasile | 1 – 0 referto | Costa Rica | Stadio delle Alpi (58.007 spett.)
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Genova 16 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Svezia | 1 – 2 referto | Scozia | Stadio Luigi Ferraris (31.823 spett.)
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Torino 20 giugno 1990, ore 21:00 UTC+ | Brasile | 1 – 0 referto | Scozia | Stadio delle Alpi (62.502 spett.)
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Genova 20 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Svezia | 1 – 2 referto | Costa Rica | Stadio Luigi Ferraris (30.223 spett.)
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Gruppo D
Squadra | P.ti | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Germania Ovest | 5 | 3 | 2 | 1 | 0 | 10 | 3 | +7 |
Jugoslavia | 4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 6 | 5 | +1 |
Colombia | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 3 | 2 | +1 |
Emirati Arabi Uniti | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 2 | 11 | -9 |
Bologna 9 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Emirati Arabi Uniti | 0 – 2 referto | Colombia | Stadio Renato Dall'Ara (30.791 spett.)
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Milano 10 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Germania Ovest | 4 – 1 referto | Jugoslavia | Stadio Giuseppe Meazza (74.765 spett.)
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Bologna 14 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Jugoslavia | 1 – 0 referto | Colombia | Stadio Renato Dall'Ara (32.257 spett.)
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Milano 15 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Germania Ovest | 5 – 1 referto | Emirati Arabi Uniti | Stadio Giuseppe Meazza (71.169 spett.)
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Milano 19 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Germania Ovest | 1 – 1 referto | Colombia | Stadio Giuseppe Meazza (72.510 spett.)
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Bologna 19 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Jugoslavia | 4 – 1 referto | Emirati Arabi Uniti | Stadio Renato Dall'Ara (27.833 spett.)
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Gruppo E
Squadra | P.ti | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Spagna | 5 | 3 | 2 | 1 | 0 | 5 | 2 | +3 |
Belgio | 4 | 3 | 2 | 0 | 1 | 6 | 3 | +3 |
Uruguay | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 2 | 3 | -1 |
Corea del Sud | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 1 | 6 | -5 |
Verona 12 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Belgio | 2 – 0 referto | Corea del Sud | Stadio Marcantonio Bentegodi (32.790 spett.)
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Udine 13 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Uruguay | 0 – 0 referto | Spagna | Stadio Friuli (35.713 spett.)
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Verona 17 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Belgio | 3 – 1 referto | Uruguay | Stadio Marcantonio Bentegodi (33.759 spett.)
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Udine 17 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Corea del Sud | 1 – 3 referto | Spagna | Stadio Friuli (32.733 spett.)
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Verona 21 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Belgio | 1 – 2 referto | Spagna | Stadio Marcantonio Bentegodi (35.950 spett.)
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Udine 21 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Corea del Sud | 0 – 1 referto | Uruguay | Stadio Friuli (29.039 spett.)
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Gruppo F
Squadra | P.ti | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Inghilterra | 4 | 3 | 1 | 2 | 0 | 2 | 1 | +1 |
Irlanda | 3 | 3 | 0 | 3 | 0 | 2 | 2 | 0 |
Paesi Bassi | 3 | 3 | 0 | 3 | 0 | 2 | 2 | 0 |
Egitto | 2 | 3 | 0 | 2 | 1 | 1 | 2 | -1 |
Cagliari 11 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Inghilterra | 1 – 1 referto | Irlanda | Stadio Sant'Elia (35.238 spett.)
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Palermo 12 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Paesi Bassi | 1 – 1 referto | Egitto | Stadio La Favorita (23.000 spett.)
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Cagliari 16 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Inghilterra | 0 – 0 referto | Paesi Bassi | Stadio Sant'Elia (35.267 spett.)
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Palermo 17 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Irlanda | 0 – 0 referto | Egitto | Stadio La Favorita (33.288 spett.)
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Cagliari 21 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Inghilterra | 1 – 0 referto | Egitto | Stadio Sant'Elia (34.959 spett.)
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Palermo 21 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Irlanda | 1 – 1 referto | Paesi Bassi | Stadio La Favorita (33.288 spett.)
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Raffronto delle terze classificate
Squadra | P.ti | G | V | N | P | GF | GS | DR |
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Argentina | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 3 | 2 | +1 |
Colombia | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 3 | 2 | +1 |
Paesi Bassi | 3 | 3 | 0 | 3 | 0 | 2 | 2 | 0 |
Uruguay | 3 | 3 | 1 | 1 | 1 | 2 | 3 | -1 |
Austria | 2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 2 | 3 | -1 |
Scozia | 2 | 3 | 1 | 0 | 2 | 2 | 3 | -1 |
Fase a eliminazione diretta
Albero della fase a eliminazione diretta
Ottavi di finale
Napoli 23 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Camerun | 2 – 1 (d.t.s.) referto | Colombia | Stadio San Paolo (50.026 spett.)
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Bari 23 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Cecoslovacchia | 4 – 1 referto | Costa Rica | Stadio San Nicola (47.673 spett.)
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Torino 24 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Brasile | 0 – 1 referto | Argentina | Stadio delle Alpi (61.381 spett.)
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Milano 24 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Germania Ovest | 2 – 1 referto | Paesi Bassi | Stadio Giuseppe Meazza (74.559 spett.)
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Genova 25 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Irlanda | 0 – 0 (d.t.s.) referto | Romania | Stadio Luigi Ferraris (31.818 spett.)
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Roma 25 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Italia | 2 – 0 referto | Uruguay | Stadio Olimpico (73.303 spett.)
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Verona 26 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Spagna | 1 – 2 (d.t.s.) referto | Jugoslavia | Stadio Marcantonio Bentegodi (35.500 spett.)
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Bologna 26 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Inghilterra | 1 – 0 (d.t.s.) referto | Belgio | Stadio Renato Dall'Ara (34.520 spett.)
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Quarti di finale
Firenze 30 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1 | Argentina | 0 – 0 (d.t.s.) referto | Jugoslavia | Stadio Artemio Franchi (38.971 spett.)
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Roma 30 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1 | Italia | 1 – 0 referto | Irlanda | Stadio Olimpico (73.303 spett.)
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Milano 1º luglio 1990, ore 17:00 UTC+1 | Germania Ovest | 1 – 0 referto | Cecoslovacchia | Stadio Giuseppe Meazza (73.347 spett.)
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Napoli 1º luglio 1990, ore 21:00 UTC+1 | Inghilterra | 3 – 2 (d.t.s.) referto | Camerun | Stadio San Paolo (55.205 spett.)
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Semifinali
Napoli 3 luglio 1990, ore 20:00 UTC+1 | Italia | 1 – 1 (d.t.s.) referto | Argentina | Stadio San Paolo (59.978 spett.)
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Torino 4 luglio 1990, ore 20:00 UTC+1 | Germania Ovest | 1 – 1 (d.t.s.) referto | Inghilterra | Stadio delle Alpi (62.628 spett.)
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Finale 3° posto
Bari 7 luglio 1990, ore 20:00 UTC+1 | Italia | 2 – 1 referto | Inghilterra | Stadio San Nicola (51.426 spett.)
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Finale
Roma 8 luglio 1990, ore 20:00 UTC+1 | Germania Ovest | 1 – 0 referto | Argentina | Stadio Olimpico (73.603 spett.)
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Campione
GERMANIA OVEST
(3° titolo)
Classifica marcatori
6 reti
5 reti
4 reti
3 reti
2 reti
- Claudio Caniggia
- Careca
- Müller
- Michal Bílek
- Bernardo Redín
- Roberto Baggio
- Davor Jozić
- Darko Pančev
- Dragan Stojković
- Gavril Balint
- Marius Lăcătuş
1 rete
- Jorge Burruchaga
- Pedro Monzón
- Pedro Troglio
- Andy Ogris
- Gerard Rodax
- Jan Ceulemans
- Lei Clijsters
- Michel De Wolf
- Marc Degryse
- Vincenzo Scifo
- Patrick Vervoort
- Eugène Ekéké
- Emmanuel Kundé
- François Omam-Biyik
- Ivan Hašek
- Luboš Kubík
- Milan Luhový
- Freddy Rincón
- Carlos Valderrama
- Hwangbo Kwan
- Juan Cayasso
- Róger Flores
- Rónald González
- Hernán Medford
- Magdi Abdelghani
- Khalid Ismaïl
- Ali Thani
- Uwe Bein
- Pierre Littbarski
- Mark Wright
- Niall Quinn
- Kevin Sheedy
- Giuseppe Giannini
- Aldo Serena
- Robert Prosinečki
- Safet Sušić
- Ruud Gullit
- Wim Kieft
- Ronald Koeman
- Mo Johnston
- Stuart McCall
- Alberto Górriz
- Julio Salinas
- Paul Caligiuri
- Bruce Murray
- Tomas Brolin
- Johnny Ekström
- Glenn Strömberg
- Igor' Dobrovol'skij
- Oleh Protasov
- Oleksandr Zavarov
- Andrei Zygmantovič
- Pablo Bengoechea
- Daniel Fonseca
Statistiche
Capocannoniere e miglior giocatore del torneo
- Salvatore Schillaci; 6 reti.
Reti segnate
Gol più veloce
- Safet Sušić (Jugoslavia-Emirati Arabi Uniti; 5°).
Gol più lento
Durante i tempi regolamentari
- Freddy Rincón (Germania Ovest-Colombia; 90°).
- Daniel Fonseca (Corea del Sud-Uruguay; 90°).
Durante i tempi supplementari
- David Platt (Inghilterra-Belgio; 119°).
Triplette
- Tomáš Skuhravý (Cecoslovacchia-Costa Rica)
- Míchel (Spagna-Corea del Sud)
Doppiette
- Careca (Brasile-Svezia)
- Roger Milla (Camerun-Romania e Camerun-Colombia)
- Lothar Matthäus (Germania Ovest-Jugoslavia)
- Rudi Völler (Germania Ovest-Emirati Arabi Uniti)
- Gary Lineker (Inghilterra-Camerun)
- Darko Pančev (Jugoslavia-Emirati Arabi Uniti)
- Dragan Stojković (Spagna-Jugoslavia)
- Marius Lăcătuş (URSS-Romania)
Primo gol
- François Omam-Biyik (Argentina-Camerun, gara inaugurale, 8 giugno, 67°)
Ultimo gol
- Andreas Brehme (Germania Ovest-Argentina, finale 1° e 2° posto, 8 luglio, 84°)
Miglior attacco
- Germania Ovest; 15 reti segnate.
Miglior difesa
Peggior attacco
- Corea del Sud, Egitto; 1 rete segnata.
Peggior difesa
- Emirati Arabi Uniti; 11 reti subite.
Curiosità
- La rivale dell'Italia alla candidatura ad ospitare l'evento fu l'URSS.
- Questa edizione dei mondiali ha avuto la più bassa media di goal a partita. Sono state realizzate 115 reti, con una media di 2,21 goal a partita, e, considerando anche i supplementari, 4920 minuti di gioco - il che significa 1 goal ogni 42,7 minuti, o anche 2,1 goal soltanto ogni 90 minuti.
- L'Irlanda riuscì a raggiungere i quarti di finale pur avendo segnato solo 2 reti; inoltre non vinse alcun incontro (pareggiò i tre incontri della fase a gironi e negli ottavi di finale sconfisse la Romania soltanto ai rigori dopo che i supplementari si chiusero sullo 0-0), dopodiché perse ai quarti contro l'Italia.
- I giocatori dell'Inghilterra, nonostante non fossero riusciti ad ottenere più del quarto posto, al ritorno a casa furono accolti da migliaia di tifosi come degli eroi, dato che la nazionale inglese non aveva raggiunto un risultato migliore dai mondiali del 1966, giocati in casa e vinti.
- Protagonisti in negativo del periodo dei Mondiali furono i "soliti" hooligans inglesi, che causarono disordini sulla Riviera romagnola e in tutte le località che ospitarono le gare della nazionale albionica. A causa loro, il governo italiano si rese protagonista di una incredibile, quanto drastica decisione: proibì la vendita di bevande alcoliche durante il periodo dei Mondiali, con la conseguenza di creare maggiori occasioni di scontri.
- Questa edizione della Coppa del Mondo vide i Tre Tenori esibirsi per la prima volta insieme alla vigilia della finale.
- "World Cup Italia '90" fu il videogioco ufficiale della manifestazione, fu prodotto dalla Olivetti ed era disponibile solo per alcune console SEGA.
- Diego Armando Maradona pare aver confermato nel 2005 la voce secondo cui l'acqua offerta da un membro dello staff argentino al centrocampista brasiliano Branco durante l'ottavo di finale Brasile-Argentina conteneva un farmaco tranquillante; su questo episodio il programma di Rai Tre Sfide torna a indagare nel 2006.
- Questa Coppa del Mondo è presente nel film Good Bye Lenin!, Heimat 3 e in Due sulla strada.
- Durante lo svolgimento dei mondiali, al Foro Italico di Roma, per la prima volta in Italia venne presentato come guest sport il Jorkyball.
- Si narra che allo Stadio Renzo Barbera di Palermo gli ultimi lavori finirono poche ore prima del primo incontro, disputato il 12 giugno 1990: gli imbianchini che stavano finendo di tinteggiare furono costretti a smettere perché stavano entrando i primi spettatori della partita tra Olanda e Egitto, lasciando secchi e pennelli sugli spalti per la fretta di andare via su sollecitazione dei responsabili dell'impianto.
- Contro Brasile e Svezia il Costa Rica giocò con le magliette del Club Sport La Libertad.
Prime e ultime volte
Prime volte
- Per la prima volta entrambe le semifinali furono decise ai calci di rigore.
- Per la prima volta una squadra africana riesce a raggiungere i quarti di finale della Coppa del Mondo: nel 1990 l'impresa è riuscita al Camerun, imitato nel 2002 dal Senegal.
- Per la prima volta si rese necessario un sorteggio per stabilire la posizione finale nella classifica di un girone, dato che l'Irlanda e l'Olanda si classificarono con lo stesso punteggio e le stesse cifre nel gruppo F: l'Irlanda conquistò così il secondo posto mentre l'Olanda fu terza. Entrambe si qualificarono al turno successivo, in quanto l'Olanda fu ammessa come una delle quattro migliori terze.
- È il primo mondiale per Costa Rica, Emirati Arabi Uniti e Irlanda.
- Questa Coppa del Mondo è stata la prima (e, fino ad ora, l'unica) in cui due squadre europee (Scozia e Svezia) furono battute ed eliminate da una formazione centroamericana: il Costarica, che vinse 1-0 contro gli scozzesi e 2-1 contro gli scandinavi.
- "Un'estate italiana" fu la prima canzone ufficiale di un mondiale.
- Nella sola finale molte cose accaddero per la prima volta:
- per la prima volta una nazionale raggiunse tre finali consecutivamente: fu la Germania Ovest, che fu già finalista nel 1982 e nel 1986, uscendone sconfitta. L'impresa fu ripetuta dal Brasile nelle tre edizioni successive (1994, 1998 e 2002), con più fortuna: fu vincitore due volte su tre;
- c'è stata la prima riedizione di una finale precedente: già nel 1986 Argentina e Germania furono opposte in finale, anche se quella volta la vittoria andò ai sudamericani; l'unica altra volta sarebbe stata nel 1994, quando si confrontarono Brasile ed Italia, come già avvenuto nel 1970 (in entrambi i casi uscì vittorioso il Brasile);
- Pedro Monzón dell'Argentina divenne il primo giocatore espulso in una finale di Coppa del Mondo. Fu poco dopo seguito dal suo compagno di squadra Gustavo Dezotti;
- per la prima volta, la squadra sconfitta non andò a segno: la Germania Ovest vinse grazie ad un rigore, per poco non parato da Sergio Goycochea, trasformato all'84° minuto da Andreas Brehme e assegnato per un fallo su Rudi Völler. Di conseguenza, il tedesco Bodo Illgner divenne il primo portiere a non subire reti in una finale.
- per la prima volta una finale tra una squadra sudamericana e una europea si conclude con la vittoria di quest'ultima; nelle precedenti cinque occasioni infatti la vittoria aveva sempre arriso ai sudamericani (1958-1962-1970: Brasile vittorioso rispettivamente sulla Svezia, sulla Cecoslovacchia e sull'Italia; 1978-1986: Argentina vittoriosa rispettivamente sull'Olanda e sulla Germania Ovest), tale impresa sarà poi ripetuta otto anni dopo dalla Francia vittoriosa in finale contro il Brasile. Per la prima volta l'Italia concluse un mondiale con il terzo posto.
Ultime volte
- Questa Coppa del Mondo fu l'ultima in cui fu permesso ai portieri di ricevere tra le mani i retropassaggi dei propri compagni di squadra. La regola del retropassaggio verrà messa in atto a partire dai Mondiali del 1994, per rendere più difficile alle squadre perdere tempo, dopo che fu introdotta il 1º luglio 1992. Probabilmente l'introduzione di questa regola è stata influenzata dalla prestazione dell'Egitto nella partita contro l'Irlanda.
- Questa fu l'ultima coppa del mondo in cui le nazioni di tre squadre nazionali esistettero come entità politiche: la Cecoslovacchia fu divisa in Repubblica Ceca e Slovacchia nel 1993 (nonostante questo continuarono a giocare come un unico paese quando fallirono la qualificazione ai mondiali del 1994); la Jugoslavia si dissolse nelle nazioni di Croazia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia, Serbia e Montenegro (queste ultime due formavano la Repubblica Federale di Jugoslavia fino al 2002, chiamatosi poi Serbia e Montenegro nel periodo 2003-2006); l'Unione Sovietica si sciolse in Russia ed altri quattordici stati dopo la caduta del regime comunista, anche se undici degli stati che formavano l'URSS crearono una squadra della CSI che giocò agli europei del 1992.
- Questa è stata anche l'ultima edizione dei mondiali in cui una vittoria nel girone eliminatorio valeva due punti. Il gioco poco offensivo spinse la FIFA ad introdurre la regola dei tre punti in occasione dei mondiali del 1994.
- Questa è stata l'ultima coppa del mondo in cui gli arbitri indossavano principalmente la tradizionale casacca nera: a partire dal 1994, gli arbitri possono scegliere altri colori per evitare di confondersi con le squadre in campo. Questa regola viene seguita dal 1994, sebbene il nero sia diventato un'opzione dal 1998. Comunque, in pratica, una casacca rossa di riserva esisteva già per i mondiali del 1990, e fu indossata nelle due partite in cui la Scozia indossava le tradizionali casacche color blu scuro per evitare confusione tra colori.
- Per l'ultima volta i giocatori di una Coppa del Mondo ebbero soltanto un numero stampato sul retro delle magliette. Essi avrebbero infatti avuto anche il nome sulla schiena, scritto sopra il numero, e anche il proprio numero riscritto in piccolo sul davanti a partire dal 1994.
- Questa fu l'ultima volta che la società Pan Am fu tra gli sponsorizzatori della Coppa del Mondo. L'anno seguente, infatti, l'azienda statunitense fallì.
Note
- ^ Italia '90. Il Mondiale della Tecnologia
- ^ Sull'intreccio fra Mondiali '90, corruzione e Tangentopoli cfr. Christine Obermair (1993): ITALIA ´90 - eine verpasste Chance der Stadtpolitik?. In: Festivalisierung der Stadtpolitik, a cura di Hartmut Häußermann e Walter Siebel, Opladen, pp. 208-229.
- ^ Edoardo Bennato & Gianna Nannini - Un'Estate Italiana