Museo d'arte moderna di Bologna: differenze tra le versioni
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| Stato = Italia |
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| Località = [[Bologna]] |
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| Indirizzo = Via Don Minzoni 14 |
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| Tipologia = [[Arte]] |
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| Fondatori = |
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| Data di apertura = 5 maggio [[2007]] |
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| Data di chiusura = |
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| Direttore = Lorenzo Balbi |
| Direttore = Lorenzo Balbi |
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| Note visitatori = <ref name="sos_sassoli">{{cita web |url= http://www.ilsole24ore.com/art/arteconomy/2012-10-09/gianfranco-maraniello-direttore-artistico-mambo--museo-d-arte-moderna-bologna-153427.shtml |titolo=Gianfranco Maraniello, direttore artistico del MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna|autore=Maria Adelaide Marchesoni e Marilena Pirrelli | sito = [[Il Sole 24 Ore]]|data=20 settembre 2016| accesso = 3 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20210507143429/https://st.ilsole24ore.com/art/arteconomy/2012-10-09/gianfranco-maraniello-direttore-artistico-mambo--museo-d-arte-moderna-bologna-153427.shtml |urlmorto = no}}</ref> |
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| Visitatori = 88.623 |
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| Anno visitatori = 2011 |
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| Note visitatori = <ref name="sos_sassoli">[http://www.ilsole24ore.com/art/arteconomy/2012-10-09/gianfranco-maraniello-direttore-artistico-mambo--museo-d-arte-moderna-bologna-153427.shtml?uuid=AbRKNzqG Gianfranco Maraniello, direttore artistico del MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna]</ref> |
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Il '''Museo d' |
Il '''Museo d'Arte Moderna di Bologna''' (conosciuto anche con l'acronimo '''MAMbo''') è un [[museo]] d'[[arte moderna]] di [[Bologna]]. Inaugurato nel 2007, ha sede nell’edificio storico dell’ex Forno del Pane. |
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È sede dell'Istituzione Bologna Musei, orientata alla ricerca artistica contemporanea. |
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Ospita sia collezioni permanenti che mostre temporanee. All'interno si trovano una biblioteca, una libreria e un bar/ristorante. |
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== Storia == |
== Storia == |
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{{vedi anche|Galleria d'arte moderna di Bologna}} |
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Il Museo d'arte moderna di Bologna cominciò a esistere come entità indipendente nella seconda metà degli anni Novanta, quando la collezione della Galleria d'arte moderna di Bologna divenne così ampia da necessitare di nuovi spazi per le collezioni e le mostre di arte contemporanea. |
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La storia del MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna è indissolubilmente legata alla [[Galleria d'arte moderna di Bologna|Galleria d'Arte Moderna di Bologna]], Istituzione che ha dato le origini all'attuale museo e sulla quale poggiano le basi della ricerca, del progetto e del dibattito culturale tuttora in evoluzione. |
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=== Dalla donazione alla Galleria === |
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[[Lorenzo Sassoli de Bianchi]], noto per la sua reputazione di collezionista d'arte e di innovatore, fu nominato presidente della GAM nel [[1995]] nominando quale primo Direttore dell'Istituzione GAM, Danilo Eccher. Nel [[2009]] la carica venne confermata per altri 5 anni. Sassoli de Bianchi formulò un programma che riposizionerà il museo in un preciso ruolo culturale, non solo a Bologna ma in Italia. Questo progetto doterà il museo di una nuova sede (l'ex Forno del Pane, nel centro di [[Bologna]]), di una nuova identità e di un nuovo nome: MAMbo. Tuttavia, l'effetto più importante fu di restringere l'attenzione del museo all'arte sperimentale in particolare, una caratteristica rara in Italia. |
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La contessa Nerina Armandi Avogli nel 1916 donò al Comune di Bologna una prestigiosa villa situata nell'elegante quartiere Saragozza, [[Villa delle Rose]], affinché vi venisse istituita “una galleria d'arte moderna”.<ref>{{Cita web | url = http://www.mambo-bologna.org/villadellerose/identitaestoria/storiadellesposizioni/ | titolo = Storia delle esposizioni – Villa delle Rose | accesso = 3 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220108192352/http://www.mambo-bologna.org/villadellerose/identitaestoria/storiadellesposizioni/ |urlmorto = no }}</ref><ref>{{Cita web | url = https://www.cittametropolitana.bo.it/cultura/guidaMusei/Indice_Temi/tarti/Villa_delle_Rose | titolo = Villa delle Rose | accesso = 3 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220419200534/https://www.cittametropolitana.bo.it/cultura/guidaMusei/Indice_Temi/tarti/Villa_delle_Rose |urlmorto = no }}</ref> Aperta al pubblico nel 1925, la Galleria esponeva principalmente opere del [[XIX secolo]], per poi ri-orientarsi alla pittura novecentesca su impulso del direttore [[Guido Zucchini (storico)|Guido Zucchini]]. |
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All'avvicinarsi del fronte di guerra a Bologna, tra il 1941 e il 1946 le opere vennero ricoverate in depositi e la Villa viene dapprima adibita ad ospedale e in seguito a comando militare.<ref>{{Cita web | url = https://www.storiaememoriadibologna.it/villa-delle-rose-2813-luogo | titolo = Villa delle Rose | accesso = 3 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220903120032/https://www.storiaememoriadibologna.it/villa-delle-rose-2813-luogo | urlmorto = sì }}</ref> |
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Nel supportare questa attenzione all'arte sperimentale, nel 2005 il Comune nominò [[Gianfranco Maraniello]], un giovane critico d'arte, direttore del museo.<br /> |
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Il museo acquisì anche una nuova missione: non più uno spazio espositivo ma un crocevia sperimentale, informativo e sociale per giovani artisti contemporanei, fornendo un contesto regionale nazionale e internazionale, quest'ultimo grazie all'International Contemporary Art Network. |
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Ripresa l'attività espositiva nel dopoguerra, il nuovo direttore [[Francesco Arcangeli]], noto esponente della cultura bolognese, avviò un'importante campagna di acquisti di opere d'arte contemporanea. Nel 1969 il Comune deliberò il trasferimento della Galleria nel nascente [[Fiera di Bologna|quartiere fieristico]]. La nuova sede della GAM iniziò ad essere edificata nel 1970 su un progetto di [[Leone Pancaldi]].<ref name=GAM1>{{Cita web | url = http://www.mambo-bologna.org/identitaestoria/storiadelmuseo/gam/ | titolo = Galleria d'Arte Moderna - Dalla donazione alla Galleria | sito = [[MAMbo]] | accesso = 3 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220116113557/http://www.mambo-bologna.org/identitaestoria/storiadelmuseo/gam/ |urlmorto = no }}</ref> |
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Nel [[2008]] il MAMbo si è assestato come l'ottavo museo civico italiano più visitato e nel 2009 è stato in assoluto il più visitato della città di Bologna, superando il Museo Civico Archeologico<ref name="sos_sassoli"/>, mentre nel triennio successivo registra una fase di progressivo calo degli ingressi, che ha portato nel [[2012]] ad un dimezzamento delle presenze, per un totale di poco più di 60.000 visitatori. |
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[[File:Handimatica galleria arte moderna Bologna.jpg|miniatura|L'edificio che ospitava la GAM presso il quartiere fieristico di Bologna]] |
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È la sede dell'Istituzione Bologna Musei, di cui fanno parte anche [[Villa delle Rose]], il [[Museo per la memoria di Ustica]], il [[Museo Morandi]] e la [[Giorgio Morandi|Casa Morandi]]. |
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=== La sede nel ''Fiera District''=== |
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Dal 14 luglio al 16 novembre [[2016]] il MAMbo ha ospitato la mostra ''David Bowie is'', la retrospettiva dedicata al grande [[David Bowie|musicista britannico]], realizzata dal [[Victoria and Albert Museum]] di [[Londra]]. La mostra, che ha superato i 130.000 visitatori, è stata fra le più visitate in Italia nel 2016<ref>[http://www.famigliacristiana.it/articolo/le-mostre-piu-viste-del-2016-e-le-piu-belle-del-2017.aspx]</ref> |
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Nel 1975 la GAM inaugurò la nuova sede in piazza della Costituzione, nel ''Fiera District''. Il patrimonio della GAM fu sempre più incrementato, soprattutto nel 1991 quando la sorella di Giorgio Morandi, Maria Teresa, donò al Comune di Bologna un ingente numero di opere del fratello, trasferite due anni al nuovo [[Museo Morandi]], sede distaccata della GAM a Palazzo D’Accursio. Nel 1997 venne attivato all'interno della Galleria lo "Spazio Aperto", un luogo riservato alla sperimentazione e ad artisti emergenti. |
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=== La nascita di MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna === |
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== Edificio == |
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Il 5 maggio 2007 venne inaugurata la nuova sede in via Don Minzoni, a seguito di un importante progetto di recupero di un'ampia zona nel [[quartiere Porto]], rinominata "Manifattura delle Arti", comprendente il Museo d'Arte Moderna di Bologna (nell'ex Forno del Pane), la facoltà del Dipartimento Musica e Spettacolo (nell'ex [[Manifattura Tabacchi (Bologna)|Manifattura Tabacchi]]), la [[Cineteca di Bologna|Cineteca]] (nell'ex Macello) e il Cassero (nell'ex Salara). |
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[[File:Bologna Mambo.jpg|thumb|upright=1.4|La sede del MAMbo nell'ex Forno del pane]] |
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A seguito degli eventi sismici del 2012, il Museo Morandi è stato anch'esso trasferito nell'ex Forno del Pane che ospita il MAMbo, in attesa di collocarlo in una sede autonoma già individuata, nello stesso distretto, nella Palazzina Magnani in via Azzo Gardino, acquistata dal Comune nel 2020 a questo scopo. |
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Il museo si colloca nel cuore del distretto culturale della [[Manifattura delle Arti]], nel [[quartiere Porto]] di [[Bologna]]. |
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Il 1 gennaio 2013 la nuova [[Istituzione Bologna Musei]] riunisce tutti i musei civici della città. L'Istituzione raggruppa le sedi museali del Comune in sei diverse aree tematiche. All'Area Arte Moderna e Contemporanea afferiscono il MAMbo, il [[Museo Morandi]], Casa Morandi, il [[Museo per la memoria di Ustica|Museo per la Memoria di Ustica]] e la sede espositiva di Villa delle Rose. Inizialmente la direzione dell'Istituzione Bologna Musei e dell'Area Arte moderna e contemporanea erano in capo alla stessa figura (Gianfranco Maraniello fino al 2015, Laura Carlini Fanfogna nel 2015 - 2016), ma nel 2017 i due ruoli vengono separati e la direzione dell'Area Arte Moderna e Contemporanea viene conferita, in seguito a una procedura selettiva pubblica, a Lorenzo Balbi, attuale direttore del MAMbo. |
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L'edificio che lo ospita è l'ex Forno del pane, costruito nel [[1915]] dal sindaco [[Francesco Zanardi]] e successivamente ampliato nel [[1928]]-[[1929|'29]]. |
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Dal luglio 2022 il museo è gestito dal [[Settore Musei Civici Bologna]]. |
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Il progetto di recupero e di trasformazione nella nuova sede del MAMbo prende avvio nella seconda metà degli anni Novanta e segue diverse fasi - demolizione, recupero e consolidamento strutturale, nuova costruzione degli spazi interni - avendo sempre cura di rispettare e valorizzare le caratteristiche architettoniche preesistenti. L'intervento, in origine inserito nel master plan ideato da [[Aldo Rossi]], è stato realizzato dal Comune di Bologna tramite la società Finanziaria Bologna Metropolitana, con la collaborazione dello Studio Arassociati di Milano. Al termine della ristrutturazione, il MAMbo con i suoi 9.500 m² diviene uno dei musei italiani più importanti dedicati al contemporaneo. |
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== L'edificio == |
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La collezione del MAMbo, inaugurata nel marzo [[2008]], ospita opere di artisti contemporanei, partendo da chi ha segnato la storia dello SpazioGAM, fino a una raccolta dell'arte dei giorni nostri, fra cui troviamo: [[Renato Guttuso]], [[Marina Abramović]], [[Ugo Attardi]], [[Giuseppe Penone]], [[Vanessa Beecroft]], [[Maurizio Cattelan]], [[Lucio Fontana]], [[Leoncillo Leonardi|Leoncillo]], [[Mario Merz]], [[Zoran Mušič]], [[Luigi Ontani]], [[Gina Pane]], [[Concetto Pozzati]], [[Mimmo Rotella]], [[Mario Schifano]], [[Antoni Tàpies]], ecc.<ref>[http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?day=1205535600&id=1205511667 La collezione permanente MAMbo - Museo d'arte moderna di Bologna Bologna]</ref> |
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=== Dal panificio alle successive trasformazioni d'uso === |
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Le opere della Collezione del MAMbo si possono visitare attraverso un percorso suddiviso in nove sezioni: |
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Una prima sezione dell'edificio viene costruita nel 1915 dal Sindaco di Bologna [[Francesco Zanardi]] con la funzione di panificio comunale per assolvere alle difficoltà di approvvigionamento dei cittadini bolognesi nel corso della prima guerra mondiale. Negli anni quaranta del novecento lo stabile viene ampliato e ospita l’Ente Autonomo dei Consumi fino alla sua definitiva chiusura nel 1958. Nel corso degli anni l'edificio attraversa varie trasformazioni fino al definitivo recupero architettonico atto a trasformarlo in museo. |
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=== Il progetto di recupero === |
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* Arte e ideologia |
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La trasformazione e la conversione del vecchio panificio nella nuova sede del MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna prende avvio nella seconda metà degli anni Novanta. Il progetto di recupero si attua attraverso il rispetto e la valorizzazione delle caratteristiche architettoniche preesistenti. Il restauro viene realizzato dal [https://www.comune.bologna.it/home Comune di Bologna] tramite la società Finanziaria Bologna Metropolitana con la collaborazione dello Studio Arassociati di Milano rielaborando un progetto ideato da Aldo Rossi. |
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* 1977 - Arte e Azione |
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* 1968 . 1 Nuove Prospettive |
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* 1968 . 2 Arte Povera |
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* Forma 1 |
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* L'Informale |
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* Arcangeli: L'ultimo Naturalismo |
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* Focus on Contemporary Italian Art |
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* Nuove acquisizioni |
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=== La sede del MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna === |
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=== Opere === |
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A restauro ultimato l'Ex forno del Pane vede una distribuzione su tre piani. Nell'ampio ingresso al pian terreno si affacciano il Foyer e la Sala delle Ciminiere, completa degli originari camini del vecchio panificio, ora adibita a spazio per le esposizioni temporanee. Sono allo stesso piano Bar/Ristorante e il bookshop, accessibili entrambi anche dal portico esterno. Il livello più basso è condiviso dal Dipartimento educativo e dalla Sala Conferenze, interrati in un lato e con affaccio sul giardino del Cavaticcio e Manifattura delle Arti dall'altro. La Biblioteca-emeroteca d’arte contemporanea è raggiungibile al piano ammezzato. L'intero primo piano è riservato alle sale espositive della Collezione Permanente del MAMbo e del Museo Morandi. Negli altri piani trovano posto gli uffici, i depositi e le aree di servizio del museo. Il MAMbo è collegato esternamente al complesso della Manifattura delle Arti attraverso il giardino del Cavaticcio. |
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Alcune fra le opere più note raccolte nella collezione permanente del MAMbo sono: |
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* "Delicatamente" di [[Fritz Winter]], 1947 |
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* "Ossidazioni" di [[Nino Migliori]], 1948, 1953 |
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* "Fiori" di [[Filippo de Pisis]], 1949 |
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* "Mondina (Mondina di Varzi)" di [[Aldo Borgonzoni]], 1951 |
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* "Pensando Parigi" di [[Sergio Romiti]], 1951-1952 |
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* "Studio per paesaggio con pietre ed erbe" di [[Graham Vivian Sutherland|Graham Sutherland]], 1952 |
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* "Paesaggio" di [[Sergio Romiti]], 1953 |
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* "Papaveri" di [[Kunitaro Suda]], 1954 |
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* "Spazio totale: simultaneità contrastanti" di [[Mario Nigro (pittore)|Mario Nigro]], 1954-1955 |
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* "Pintura" di [[Antoni Tàpies]], 1955 |
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* "Mare a sera" di [[Enzo Brunori]], 1956 |
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* "Integrazione n. 2" di [[Carla Accardi]], 1958 |
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* "Costruzioni centrali" di [[Carlo Gajani]], 1959 |
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* "Organico" di [[Concetto Pozzati]], 1959 |
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* "Come sempre" di [[Concetto Pozzati]], 1959 |
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* "Volume a moduli sfasati" di [[Dadamaino]], 1960 |
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* "Figura nel paesaggio" di [[Pompilio Mandelli]], 1960 |
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* "La pazzia" di [[Aldo Borgonzoni]], 1961 |
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* "Crepuscolo di borgata" di [[Bruno Canova]], 1961 |
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* "Viso trasparente" di [[Mimmo Rotella]], 1961 |
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* "Il comizio (Omaggio a Giuseppe Di Vittorio)" di [[Renato Guttuso]], 1962 |
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* "L'être ouvert ou l'être est vert" di [[Sebastián Matta|Roberto Sebastián Matta Echaurren]], 1962 |
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* "Coca cola (particolare)" di [[Mario Schifano]], 1962 |
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* Estratto da "La rabbia" di [[Pier Paolo Pasolini]], 1963 |
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* "Grande spettacolo ortogonale" di [[Concetto Pozzati]], 1963 |
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* "Pesca di notte" di [[Giovanni Poggeschi]], 1963 |
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* "Percorsi fluidi" di [[Giovanni Anceschi]], 1964 |
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* "Persiana n. 8" di [[Tano Festa]], 1964 |
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* "Nella camera" di [[Carlo Gajani]], 1964 |
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* "Deformazione ottico-dinamica" del [[Gruppo N]], 1964 |
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* "Per una grande sequenza" di [[Concetto Pozzati]], 1964 |
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* "Sulle strisce" di [[Concetto Pozzati]], 1964 |
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* "Suicidio secondo" di [[Concetto Pozzati]], 1964 |
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* "Metamorfosi di un personaggio" di [[Aldo Borgonzoni]], 1965 |
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* "Studio" di [[Piero Guccione]], 1965 |
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* Senza titolo di [[Pier Paolo Calzolari]], 1967 |
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* "Morire per Amore" di [[Sebastián Matta|Roberto Sebastián Matta Echaurren]], 1967 |
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* "La suora morta" di [[Giovanni Poggeschi]], 1967 |
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* "Alpi marittime" di [[Giuseppe Penone]], 1968 |
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* "L'agnello" di [[Ugo Attardi]], 1969 |
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* "Concetto spaziale" di [[Lucio Fontana]], s.d. (acquistato nel 1971) |
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* "Non siamo gli ultimi" di [[Anton Zoran Mušič]], 1971 |
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* "I Funerali di Togliatti" di [[Renato Guttuso]], 1972 |
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* Senza titolo di [[Emilio Isgrò]], 1972 |
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* "Hotel Continental (Le monde invisible)" di [[Giulio Paolini]], 1973 |
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* "Pace - dal ciclo ''I Muri''" di [[Nino Migliori]], 1974 |
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* "Ritratto di Pier Paolo Pasolini" di [[Carlo Gajani]], 1975 |
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* "Io mescolo tutto" di [[Gina Pane]], 1976 |
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* Estratti dalle trasmissioni di [[Radio Alice]], 1976-1977 |
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* Video di "Imponderabilia" di [[Marina Abramović]] & [[Ulay]], 1977 |
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* "Fine di un amore" di [[Carlo Gajani]], 1977 |
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* "Self Portrait" di [[Maurizio Osti]], 1979 |
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* "Architettura cacogoniometrica" di [[Gianni Colombo (artista)|Gianni Colombo]], 1981 |
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* "San Petronio e il demonio" di [[Luigi Ontani]], 1982 |
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* "Origini - Padre I" di [[Concetto Pozzati]], 1982 |
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* "Thinking about pussy" di [[Donald Baechler]], 1983 |
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* "Non parto non resto" di [[Alighiero Boetti]], 1984 |
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* "Testa" di [[Piero Manai]], 1984 |
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* "Acquatico dipinto" di [[Mario Schifano]], 1984 |
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* Senza titolo di [[Keith Haring]], 1984 |
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* "Castello rosso" di [[Renato Mambor]], s.d. (acquistato nel 1987) |
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* "Grande stele" di [[Giuseppe Maraniello]], 1987 |
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* "Il muro" di [[Hidetoshi Nagasawa]], 1987 |
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* "Another notion of possibility" di [[Maurizio Nannucci]], s.d. (acquistato nel 1987) |
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* "Melancholia I" di [[Franco Vaccari (fotografo)|Franco Vaccari]], 1987 |
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* "Flagellazione di Cristo (da Piero della Francesca)" di [[Massimo Kaufmann]], 1988 |
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* "Strategie" di [[Maurizio Cattelan]], 1990 |
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* "Regardes mes pieds plats" di [[Julian Schnabel]], 1990 |
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* "Sleeping" di [[Gilbert & George]], 1991 |
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* "Stella di terracotta 93" di [[Gilberto Zorio]], 1993 |
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* "Nudo d'Accademia" di [[Carlo Gajani]], 1994 |
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* "Teste" di [[Mimmo Paladino]], 1994 |
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* "Foresta con video sul sentiero" di [[Mario Merz]], 1995 |
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* "Performance vb26.021.ali, Galleria Lia Rumma, Napoli, 3 aprile 1997" di [[Vanessa Beecroft]], 1997 |
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* "Figura su fondo nero" di [[Anton Zoran Mušič]], 1997 |
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* "Long light" di [[Sean Scully]], 1997 |
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* "Il visconte dimezzato" di [[Mimmo Paladino]], 1998 |
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* "Eroded landscape" di [[Tony Cragg]], 1999 |
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* "Light Study" di [[Jeroen de Rijke]] & [[Willem de Rooij]], 2005 |
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* "Ich war's. Tagebuch Sono stata io. Diario 1900-1999" di [[Daniela Comani]], 2006-2007 |
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* "Stella di Bologna" di [[Gilberto Zorio]], 2008 |
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== Collezione permanente == |
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Le raccolte ereditate dal MAMbo si sono formate dalla fine del XVIII secolo grazie ai premi istituiti presso l'Accademia di Belle Arti e dal Comune e si sono accresciute nel corso del tempo con lasciti, donazioni, acquisti. Dall'apertura del MAMbo, avvenuta il 5 maggio 2007, l'esposizione permanente propone al pubblico un’interpretazione dell’arte italiana attraverso la storia della GAM e le successive acquisizioni, dagli anni Cinquanta fino agli sviluppi più recenti. L'incremento del patrimonio ha ricevuto un notevole impulso, negli ultimi anni, grazie all'istituzione di premi banditi dal MIC, come Italian Council e Cantica21, che hanno permesso al MAMbo di acquisire numerose opere di artisti già molto noti o emergenti. Ulteriori integrazioni al percorso espositivo, che si articola in diverse aree tematiche, sono consentite da comodati concessi da soggetti privati. |
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Nel museo sono presenti una biblioteca, una postazione Internet, una sala per conferenze, un bookshop, un bar, un ristorante, una libreria e un Dipartimento educativo. |
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== Attività espositiva == |
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Fra i servizi principali si ricordano i laboratori e i progetti didattici, le visite guidate, le visite presso gli studi degli artisti, i corsi di aggiornamento e formazione per insegnanti, ed infine alcuni giochi creativi per bambini. |
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Attraverso un’intensa attività espositiva il MAMbo esplora il presente e contribuisce a tracciare nuove vie dell’arte seguendo le più innovative pratiche di sperimentazione. La Sala delle Ciminiere, situata al piano terra è il luogo privilegiato per la ricerca sulle nuove generazioni di artisti italiani e internazionali, sui media sperimentali e su nomi emergenti non ancora presentati in Italia, con una particolare attenzione, da parte del museo, alla produzione di nuove opere. Tutte le mostre temporanee allestite, ampie monografiche e collettive di artisti italiani e internazionali, si sviluppano in una prospettiva aperta alla ricerca e alla dialettica tra le opere e il contesto espositivo. La Project Room, negli spazi della collezione permanente, ospita focus espositivi dedicati alle dinamiche artistiche del territorio bolognese<ref>{{Cita news|url=https://collezionedatiffany.com/neon-1981-2022-andata-e-ritorno-inaugurata-la-mostra-al-mambo/|autore=Roberto Brunelli|data=14 maggio 2022|lingua=it|accesso=20 agosto 2023|titolo=Neon 1981 – 2022 andata e ritorno: inaugurata la mostra al MAMbo|pubblicazione=Collezione da Tiffany}}</ref> e regionale e mostre di approfondimento su temi legati alle collezioni. Dal 2016 la sede esterna di Villa delle Rose ospita, oltre a collettive e monografiche organizzate in collaborazione con istituzioni straniere, le mostre degli artisti vincitori del progetto di residenza ROSE. |
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== Note == |
== Note == |
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== Voci correlate == |
== Voci correlate == |
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*[[AMACI]] |
* [[AMACI]] |
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*[[Galleria d'arte moderna di Bologna]] |
* [[Galleria d'arte moderna di Bologna]] |
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*[[ |
* [[Villa delle Rose]] |
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== Altri progetti == |
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== Collegamenti esterni == |
== Collegamenti esterni == |
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[[Categoria: |
[[Categoria:Museo d'arte moderna di Bologna| ]] |
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[[Categoria:Pinacoteche dell'Emilia-Romagna]] |
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[[Categoria:Musei di arte contemporanea d'Italia]] |
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[[Categoria:Manifattura delle Arti]] |
Versione attuale delle 04:40, 23 mag 2024
Museo d'arte moderna di Bologna | |
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La sede del MAMbo nell'ex Forno del pane | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Bologna |
Indirizzo | Via Don Giovanni Minzoni, 14 - 40121 Bologna (BO) e via Don Giovanni Minzoni 14 ‒ Bologna (BO) |
Coordinate | 44°30′09″N 11°20′12.84″E |
Caratteristiche | |
Tipo | arte moderna |
Istituzione | 5 maggio 2007 |
Apertura | 5 maggio 2007 |
Direttore | Lorenzo Balbi |
Visitatori | 88 623 (2011) |
Sito web | |
Il Museo d'Arte Moderna di Bologna (conosciuto anche con l'acronimo MAMbo) è un museo d'arte moderna di Bologna. Inaugurato nel 2007, ha sede nell’edificio storico dell’ex Forno del Pane.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La storia del MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna è indissolubilmente legata alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, Istituzione che ha dato le origini all'attuale museo e sulla quale poggiano le basi della ricerca, del progetto e del dibattito culturale tuttora in evoluzione.
Dalla donazione alla Galleria
[modifica | modifica wikitesto]La contessa Nerina Armandi Avogli nel 1916 donò al Comune di Bologna una prestigiosa villa situata nell'elegante quartiere Saragozza, Villa delle Rose, affinché vi venisse istituita “una galleria d'arte moderna”.[2][3] Aperta al pubblico nel 1925, la Galleria esponeva principalmente opere del XIX secolo, per poi ri-orientarsi alla pittura novecentesca su impulso del direttore Guido Zucchini.
All'avvicinarsi del fronte di guerra a Bologna, tra il 1941 e il 1946 le opere vennero ricoverate in depositi e la Villa viene dapprima adibita ad ospedale e in seguito a comando militare.[4]
Ripresa l'attività espositiva nel dopoguerra, il nuovo direttore Francesco Arcangeli, noto esponente della cultura bolognese, avviò un'importante campagna di acquisti di opere d'arte contemporanea. Nel 1969 il Comune deliberò il trasferimento della Galleria nel nascente quartiere fieristico. La nuova sede della GAM iniziò ad essere edificata nel 1970 su un progetto di Leone Pancaldi.[5]
La sede nel Fiera District
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1975 la GAM inaugurò la nuova sede in piazza della Costituzione, nel Fiera District. Il patrimonio della GAM fu sempre più incrementato, soprattutto nel 1991 quando la sorella di Giorgio Morandi, Maria Teresa, donò al Comune di Bologna un ingente numero di opere del fratello, trasferite due anni al nuovo Museo Morandi, sede distaccata della GAM a Palazzo D’Accursio. Nel 1997 venne attivato all'interno della Galleria lo "Spazio Aperto", un luogo riservato alla sperimentazione e ad artisti emergenti.
La nascita di MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
[modifica | modifica wikitesto]Il 5 maggio 2007 venne inaugurata la nuova sede in via Don Minzoni, a seguito di un importante progetto di recupero di un'ampia zona nel quartiere Porto, rinominata "Manifattura delle Arti", comprendente il Museo d'Arte Moderna di Bologna (nell'ex Forno del Pane), la facoltà del Dipartimento Musica e Spettacolo (nell'ex Manifattura Tabacchi), la Cineteca (nell'ex Macello) e il Cassero (nell'ex Salara).
A seguito degli eventi sismici del 2012, il Museo Morandi è stato anch'esso trasferito nell'ex Forno del Pane che ospita il MAMbo, in attesa di collocarlo in una sede autonoma già individuata, nello stesso distretto, nella Palazzina Magnani in via Azzo Gardino, acquistata dal Comune nel 2020 a questo scopo.
Il 1 gennaio 2013 la nuova Istituzione Bologna Musei riunisce tutti i musei civici della città. L'Istituzione raggruppa le sedi museali del Comune in sei diverse aree tematiche. All'Area Arte Moderna e Contemporanea afferiscono il MAMbo, il Museo Morandi, Casa Morandi, il Museo per la Memoria di Ustica e la sede espositiva di Villa delle Rose. Inizialmente la direzione dell'Istituzione Bologna Musei e dell'Area Arte moderna e contemporanea erano in capo alla stessa figura (Gianfranco Maraniello fino al 2015, Laura Carlini Fanfogna nel 2015 - 2016), ma nel 2017 i due ruoli vengono separati e la direzione dell'Area Arte Moderna e Contemporanea viene conferita, in seguito a una procedura selettiva pubblica, a Lorenzo Balbi, attuale direttore del MAMbo.
Dal luglio 2022 il museo è gestito dal Settore Musei Civici Bologna.
L'edificio
[modifica | modifica wikitesto]Dal panificio alle successive trasformazioni d'uso
[modifica | modifica wikitesto]Una prima sezione dell'edificio viene costruita nel 1915 dal Sindaco di Bologna Francesco Zanardi con la funzione di panificio comunale per assolvere alle difficoltà di approvvigionamento dei cittadini bolognesi nel corso della prima guerra mondiale. Negli anni quaranta del novecento lo stabile viene ampliato e ospita l’Ente Autonomo dei Consumi fino alla sua definitiva chiusura nel 1958. Nel corso degli anni l'edificio attraversa varie trasformazioni fino al definitivo recupero architettonico atto a trasformarlo in museo.
Il progetto di recupero
[modifica | modifica wikitesto]La trasformazione e la conversione del vecchio panificio nella nuova sede del MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna prende avvio nella seconda metà degli anni Novanta. Il progetto di recupero si attua attraverso il rispetto e la valorizzazione delle caratteristiche architettoniche preesistenti. Il restauro viene realizzato dal Comune di Bologna tramite la società Finanziaria Bologna Metropolitana con la collaborazione dello Studio Arassociati di Milano rielaborando un progetto ideato da Aldo Rossi.
La sede del MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
[modifica | modifica wikitesto]A restauro ultimato l'Ex forno del Pane vede una distribuzione su tre piani. Nell'ampio ingresso al pian terreno si affacciano il Foyer e la Sala delle Ciminiere, completa degli originari camini del vecchio panificio, ora adibita a spazio per le esposizioni temporanee. Sono allo stesso piano Bar/Ristorante e il bookshop, accessibili entrambi anche dal portico esterno. Il livello più basso è condiviso dal Dipartimento educativo e dalla Sala Conferenze, interrati in un lato e con affaccio sul giardino del Cavaticcio e Manifattura delle Arti dall'altro. La Biblioteca-emeroteca d’arte contemporanea è raggiungibile al piano ammezzato. L'intero primo piano è riservato alle sale espositive della Collezione Permanente del MAMbo e del Museo Morandi. Negli altri piani trovano posto gli uffici, i depositi e le aree di servizio del museo. Il MAMbo è collegato esternamente al complesso della Manifattura delle Arti attraverso il giardino del Cavaticcio.
Collezione permanente
[modifica | modifica wikitesto]Le raccolte ereditate dal MAMbo si sono formate dalla fine del XVIII secolo grazie ai premi istituiti presso l'Accademia di Belle Arti e dal Comune e si sono accresciute nel corso del tempo con lasciti, donazioni, acquisti. Dall'apertura del MAMbo, avvenuta il 5 maggio 2007, l'esposizione permanente propone al pubblico un’interpretazione dell’arte italiana attraverso la storia della GAM e le successive acquisizioni, dagli anni Cinquanta fino agli sviluppi più recenti. L'incremento del patrimonio ha ricevuto un notevole impulso, negli ultimi anni, grazie all'istituzione di premi banditi dal MIC, come Italian Council e Cantica21, che hanno permesso al MAMbo di acquisire numerose opere di artisti già molto noti o emergenti. Ulteriori integrazioni al percorso espositivo, che si articola in diverse aree tematiche, sono consentite da comodati concessi da soggetti privati.
Attività espositiva
[modifica | modifica wikitesto]Attraverso un’intensa attività espositiva il MAMbo esplora il presente e contribuisce a tracciare nuove vie dell’arte seguendo le più innovative pratiche di sperimentazione. La Sala delle Ciminiere, situata al piano terra è il luogo privilegiato per la ricerca sulle nuove generazioni di artisti italiani e internazionali, sui media sperimentali e su nomi emergenti non ancora presentati in Italia, con una particolare attenzione, da parte del museo, alla produzione di nuove opere. Tutte le mostre temporanee allestite, ampie monografiche e collettive di artisti italiani e internazionali, si sviluppano in una prospettiva aperta alla ricerca e alla dialettica tra le opere e il contesto espositivo. La Project Room, negli spazi della collezione permanente, ospita focus espositivi dedicati alle dinamiche artistiche del territorio bolognese[6] e regionale e mostre di approfondimento su temi legati alle collezioni. Dal 2016 la sede esterna di Villa delle Rose ospita, oltre a collettive e monografiche organizzate in collaborazione con istituzioni straniere, le mostre degli artisti vincitori del progetto di residenza ROSE.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Maria Adelaide Marchesoni e Marilena Pirrelli, Gianfranco Maraniello, direttore artistico del MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, su Il Sole 24 Ore, 20 settembre 2016. URL consultato il 3 settembre 2022 (archiviato il 7 maggio 2021).
- ^ Storia delle esposizioni – Villa delle Rose, su mambo-bologna.org. URL consultato il 3 settembre 2022 (archiviato l'8 gennaio 2022).
- ^ Villa delle Rose, su cittametropolitana.bo.it. URL consultato il 3 settembre 2022 (archiviato il 19 aprile 2022).
- ^ Villa delle Rose, su storiaememoriadibologna.it. URL consultato il 3 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2022).
- ^ Galleria d'Arte Moderna - Dalla donazione alla Galleria, su MAMbo. URL consultato il 3 settembre 2022 (archiviato il 16 gennaio 2022).
- ^ Roberto Brunelli, Neon 1981 – 2022 andata e ritorno: inaugurata la mostra al MAMbo, in Collezione da Tiffany, 14 maggio 2022. URL consultato il 20 agosto 2023.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo d'arte moderna di Bologna
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, EN) Sito ufficiale, su mambo-bologna.org.
- MAMbo channel (canale), su YouTube.
- Museo d'arte moderna di Bologna, su CulturaItalia, Istituto centrale per il catalogo unico.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 147587077 · ISNI (EN) 0000 0001 2180 0574 · LCCN (EN) nb2007024588 |
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