Museo d'arte moderna di Bologna: differenze tra le versioni
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Il '''Museo d'arte moderna di Bologna''' ([[Abbreviazione|abrrv.]] '''MAMbo''') è uno dei principali [[Museo|musei]] italiani di [[arte moderna]] e [[Arte contemporanea|contemporanea]]. |
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Dal 14 luglio al 16 novembre [[2016]] il MAMbo ha ospitato la mostra ''David Bowie is'', la retrospettiva dedicata al grande [[David Bowie|musicista britannico]], realizzata dal [[Victoria and Albert Museum]] di [[Londra]]. La mostra, che ha superato i 130.000 visitatori, è stata fra le più visitate in Italia nel 2016<ref>[http://www.famigliacristiana.it/articolo/le-mostre-piu-viste-del-2016-e-le-piu-belle-del-2017.aspx]</ref> |
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== Edificio == |
== Edificio == |
Versione delle 15:08, 14 mar 2018
Museo d'arte moderna di Bologna | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Bologna |
Indirizzo | Via Don Minzoni 14 |
Coordinate | 44°30′09″N 11°20′12.84″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Arte |
Istituzione | 5 maggio 2007 |
Apertura | 5 maggio 2007 |
Direttore | Lorenzo Balbi |
Visitatori | 88,623 (2011)[1] |
Sito web | |
Il Museo d'arte moderna di Bologna (abrrv. MAMbo) è uno dei principali musei italiani di arte moderna e contemporanea. È sede dell'Istituzione Bologna Musei, orientata alla ricerca artistica contemporanea. Ospita sia collezioni permanenti che mostre temporanee. All'interno si trovano una biblioteca, una libreria e un bar/ristorante.
Storia
Il Museo d'arte moderna di Bologna cominciò a esistere come entità indipendente nella seconda metà degli anni Novanta, quando la collezione della Galleria d'arte moderna di Bologna divenne così ampia da necessitare di nuovi spazi per le collezioni e le mostre di arte contemporanea.
Lorenzo Sassoli de Bianchi, noto per la sua reputazione di collezionista d'arte e di innovatore, fu nominato presidente della GAM nel 1995 nominando quale primo Direttore dell'Istituzione GAM, Danilo Eccher. Nel 2009 la carica venne confermata per altri 5 anni. Sassoli de Bianchi formulò un programma che riposizionerà il museo in un preciso ruolo culturale, non solo a Bologna ma in Italia. Questo progetto doterà il museo di una nuova sede (l'ex Forno del Pane, nel centro di Bologna), di una nuova identità e di un nuovo nome: MAMbo. Tuttavia, l'effetto più importante fu di restringere l'attenzione del museo all'arte sperimentale in particolare, una caratteristica rara in Italia.
Nel supportare questa attenzione all'arte sperimentale, nel 2005 il Comune nominò Gianfranco Maraniello, un giovane critico d'arte, direttore del museo.
Il museo acquisì anche una nuova missione: non più uno spazio espositivo ma un crocevia sperimentale, informativo e sociale per giovani artisti contemporanei, fornendo un contesto regionale nazionale e internazionale, quest'ultimo grazie all'International Contemporary Art Network.
Nel 2008 il MAMbo si è assestato come l'ottavo museo civico italiano più visitato e nel 2009 è stato in assoluto il più visitato della città di Bologna, superando il Museo Civico Archeologico[1], mentre nel triennio successivo registra una fase di progressivo calo degli ingressi, che ha portato nel 2012 ad un dimezzamento delle presenze, per un totale di poco più di 60.000 visitatori. È la sede dell'Istituzione Bologna Musei, di cui fanno parte anche Villa delle Rose, il Museo per la memoria di Ustica, il Museo Morandi e la Casa Morandi.
Dal 14 luglio al 16 novembre 2016 il MAMbo ha ospitato la mostra David Bowie is, la retrospettiva dedicata al grande musicista britannico, realizzata dal Victoria and Albert Museum di Londra. La mostra, che ha superato i 130.000 visitatori, è stata fra le più visitate in Italia nel 2016[2]
Edificio
Il museo si colloca nel cuore del distretto culturale della Manifattura delle Arti, nel quartiere Porto di Bologna.
L'edificio che lo ospita è l'ex Forno del pane, costruito nel 1915 dal sindaco Francesco Zanardi e successivamente ampliato nel 1928-'29.
Il progetto di recupero e di trasformazione nella nuova sede del MAMbo prende avvio nella seconda metà degli anni Novanta e segue diverse fasi - demolizione, recupero e consolidamento strutturale, nuova costruzione degli spazi interni - avendo sempre cura di rispettare e valorizzare le caratteristiche architettoniche preesistenti. L'intervento, in origine inserito nel master plan ideato da Aldo Rossi, è stato realizzato dal Comune di Bologna tramite la società Finanziaria Bologna Metropolitana, con la collaborazione dello Studio Arassociati di Milano. Al termine della ristrutturazione, il MAMbo con i suoi 9.500 m² diviene uno dei musei italiani più importanti dedicati al contemporaneo.
Collezione permanente
La collezione del MAMbo, inaugurata nel marzo 2008, ospita opere di artisti contemporanei, partendo da chi ha segnato la storia dello SpazioGAM, fino a una raccolta dell'arte dei giorni nostri, fra cui troviamo: Renato Guttuso, Marina Abramović, Ugo Attardi, Giuseppe Penone, Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Lucio Fontana, Leoncillo, Mario Merz, Zoran Mušič, Luigi Ontani, Gina Pane, Concetto Pozzati, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Antoni Tàpies, ecc.[3]
Le opere della Collezione del MAMbo si possono visitare attraverso un percorso suddiviso in nove sezioni:
- Arte e ideologia
- 1977 - Arte e Azione
- 1968 . 1 Nuove Prospettive
- 1968 . 2 Arte Povera
- Forma 1
- L'Informale
- Arcangeli: L'ultimo Naturalismo
- Focus on Contemporary Italian Art
- Nuove acquisizioni
Opere
Alcune fra le opere più note raccolte nella collezione permanente del MAMbo sono:
- "Delicatamente" di Fritz Winter, 1947
- "Ossidazioni" di Nino Migliori, 1948, 1953
- "Fiori" di Filippo De Pisis, 1949
- "Mondina (Mondina di Varzi)" di Aldo Borgonzoni, 1951
- "Pensando Parigi" di Sergio Romiti, 1951-1952
- "Studio per paesaggio con pietre ed erbe" di Graham Sutherland, 1952
- "Paesaggio" di Sergio Romiti, 1953
- "Papaveri" di Kunitaro Suda, 1954
- "Spazio totale: simultaneità contrastanti" di Mario Nigro, 1954-1955
- "Pintura" di Antoni Tàpies, 1955
- "Mare a sera" di Enzo Brunori, 1956
- "Integrazione n. 2" di Carla Accardi, 1958
- "Costruzioni centrali" di Carlo Gajani, 1959
- "Organico" di Concetto Pozzati, 1959
- "Come sempre" di Concetto Pozzati, 1959
- "Volume a moduli sfasati" di Dadamaino, 1960
- "Figura nel paesaggio" di Pompilio Mandelli, 1960
- "La pazzia" di Aldo Borgonzoni, 1961
- "Crepuscolo di borgata" di Bruno Canova, 1961
- "Viso trasparente" di Mimmo Rotella, 1961
- "Il comizio (Omaggio a Giuseppe Di Vittorio)" di Renato Guttuso, 1962
- "L'être ouvert ou l'être est vert" di Roberto Sebastián Matta Echaurren, 1962
- "Coca cola (particolare)" di Mario Schifano, 1962
- Estratto da "La rabbia" di Pier Paolo Pasolini, 1963
- "Grande spettacolo ortogonale" di Concetto Pozzati, 1963
- "Pesca di notte" di Giovanni Poggeschi, 1963
- "Percorsi fluidi" di Giovanni Anceschi, 1964
- "Persiana n. 8" di Tano Festa, 1964
- "Nella camera" di Carlo Gajani, 1964
- "Deformazione ottico-dinamica" del Gruppo N, 1964
- "Per una grande sequenza" di Concetto Pozzati, 1964
- "Sulle strisce" di Concetto Pozzati, 1964
- "Suicidio secondo" di Concetto Pozzati, 1964
- "Metamorfosi di un personaggio" di Aldo Borgonzoni, 1965
- "Studio" di Piero Guccione, 1965
- Senza titolo di Pier Paolo Calzolari, 1967
- "Morire per Amore" di Roberto Sebastián Matta Echaurren, 1967
- "La suora morta" di Giovanni Poggeschi, 1967
- "Alpi marittime" di Giuseppe Penone, 1968
- "L'agnello" di Ugo Attardi, 1969
- "Concetto spaziale" di Lucio Fontana, s.d. (acquistato nel 1971)
- "Non siamo gli ultimi" di Anton Zoran Mušič, 1971
- "I Funerali di Togliatti" di Renato Guttuso, 1972
- Senza titolo di Emilio Isgrò, 1972
- "Hotel Continental (Le monde invisible)" di Giulio Paolini, 1973
- "Pace - dal ciclo I Muri" di Nino Migliori, 1974
- "Ritratto di Pier Paolo Pasolini" di Carlo Gajani, 1975
- "Io mescolo tutto" di Gina Pane, 1976
- Estratti dalle trasmissioni di Radio Alice, 1976-1977
- Video di "Imponderabilia" di Marina Abramović & Ulay, 1977
- "Fine di un amore" di Carlo Gajani, 1977
- "Self Portrait" di Maurizio Osti, 1979
- "Architettura cacogoniometrica" di Gianni Colombo, 1981
- "San Petronio e il demonio" di Luigi Ontani, 1982
- "Origini - Padre I" di Concetto Pozzati, 1982
- "Thinking about pussy" di Donald Baechler, 1983
- "Non parto non resto" di Alighiero Boetti, 1984
- "Testa" di Piero Manai, 1984
- "Acquatico dipinto" di Mario Schifano, 1984
- Senza titolo di Keith Haring, 1984
- "Castello rosso" di Renato Mambor, s.d. (acquistato nel 1987)
- "Grande stele" di Giuseppe Maraniello, 1987
- "Il muro" di Hidetoshi Nagasawa, 1987
- "Another notion of possibility" di Maurizio Nannucci, s.d. (acquistato nel 1987)
- "Melancholia I" di Franco Vaccari, 1987
- "Flagellazione di Cristo (da Piero della Francesca)" di Massimo Kaufmann, 1988
- "Strategie" di Maurizio Cattelan, 1990
- "Regardes mes pieds plats" di Julian Schnabel, 1990
- "Sleeping" di Gilbert & George, 1991
- "Stella di terracotta 93" di Gilberto Zorio, 1993
- "Nudo d'Accademia" di Carlo Gajani, 1994
- "Teste" di Mimmo Paladino, 1994
- "Foresta con video sul sentiero" di Mario Merz, 1995
- "Performance vb26.021.ali, Galleria Lia Rumma, Napoli, 3 aprile 1997" di Vanessa Beecroft, 1997
- "Figura su fondo nero" di Anton Zoran Mušič, 1997
- "Long light" di Sean Scully, 1997
- "Il visconte dimezzato" di Mimmo Paladino, 1998
- "Eroded landscape" di Tony Cragg, 1999
- "Light Study" di Jeroen de Rijke & Willem de Rooij, 2005
- "Ich war's. Tagebuch Sono stata io. Diario 1900-1999" di Daniela Comani, 2006-2007
- "Stella di Bologna" di Gilberto Zorio, 2008
Strutture e servizi
Nel museo sono presenti una biblioteca, una postazione Internet, una sala per conferenze, un bookshop, un bar, un ristorante, una libreria e un Dipartimento educativo.
Fra i servizi principali si ricordano i laboratori e i progetti didattici, le visite guidate, le visite presso gli studi degli artisti, i corsi di aggiornamento e formazione per insegnanti, ed infine alcuni giochi creativi per bambini.
Note
Voci correlate
Collegamenti esterni
- MAMbo, pagina ufficiale, su mambo-bologna.org.