Raffaele Guariglia: differenze tra le versioni
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{{Carica pubblica |
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{{S|italiani|politici}}{{Tmp|Membro delle istituzioni italiane}} |
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|nome = Raffaele Guariglia |
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|immagine = GUARIGLIA Raffaele.jpg |
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|didascalia = |
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|carica1 = [[Ministri degli affari esteri del Regno d'Italia|Ambasciatore d'Italia presso il Regno di Spagna]] |
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|mandatoinizio1 = 25 Agosto [[1932]] |
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|mandatofine1 = 25 Luglio [[1935]] |
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|monarca1 = [[Vittorio Emanuele III di Savoia]] |
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|presidente1 = |
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|vicepresidente1 = |
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|primoministro1 = [[Benito Mussolini]] |
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|vice1 = |
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|predecessore1 = [[Ercole Durini di Monza]] |
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|successore1 = [[Orazio Pedrazzi]] |
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|carica2 = [[Ministri degli affari esteri del Regno d'Italia|Ambasciatore d’Italia presso la Repubblica Argentina]] |
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|mandatoinizio2 = 7 Agosto [[1936]] |
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|mandatofine2 = [[1939]] |
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|monarca2 = [[Vittorio Emanuele III di Savoia]] |
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|primoministro2 = [[Benito Mussolini]] |
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|predecessore2 = [[Mario Arlotta]] |
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|successore2 = [[Gabriele Preziosi]] |
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|carica3 = [[Ministri degli affari esteri del Regno d'Italia|Ambasciatore d’Italia presso la Repubblica Francese]] |
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|mandatofine3 = [[1942]] |
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|monarca3 = [[Vittorio Emanuele III di Savoia]] |
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|primoministro3 = [[Benito Mussolini]] |
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|predecessore3 = [[Vittorio Cerruti]] |
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|successore3 = [[Giuseppe Saragat]] |
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|carica4 = [[Ministri degli affari esteri del Regno d'Italia|Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede]] |
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|mandatoinizio4 = [[1942]] |
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|mandatofine4 = Febbraio [[1943]] |
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|monarca4 = [[Vittorio Emanuele III di Savoia]] |
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|primoministro4 = [[Benito Mussolini]] |
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|predecessore4 = [[Bernardo Attolico]] |
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|successore4 = [[Galeazzo Ciano]] |
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|carica5 = [[Ministri degli affari esteri del Regno d'Italia|Ambasciatore d’Italia presso la Repubblica di Turchia]] |
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|mandatoinizio5 = Febbraio [[1943]] |
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|mandatofine5 = Luglio [[1943]] |
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|monarca5 = [[Vittorio Emanuele III di Savoia]] |
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|primoministro5 = [[Benito Mussolini]] |
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|predecessore5 = [[Ottavio De Peppo]] |
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|successore5 = [[Guido Rocco]] |
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|carica6 = [[Ministri degli affari esteri del Regno d'Italia|Ministro degli affari esteri del Regno d'Italia]] |
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|mandatoinizio6 = 28 luglio [[1943]] |
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|mandatofine6 = 11 febbraio [[1944]] |
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|monarca6 = [[Vittorio Emanuele III di Savoia]] |
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|primoministro6 = [[Pietro Badoglio]] |
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|predecessore6 = [[Benito Mussolini]] |
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|successore6 = [[Pietro Badoglio]] |
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|carica7 = [[Senato della Repubblica|Senatore della Repubblica Italiana]] |
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|mandatoinizio7 = 25 giugno [[1953]] |
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|mandatofine7 = 11 giugno [[1958]] |
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|legislatura7 = [[Senatori della II legislatura della Repubblica Italiana|II]] |
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|gruppo parlamentare7 = Monarchico |
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|circoscrizione7 = |
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|collegio7 = [[Salerno]] |
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|incarichi7 = |
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|sito7 = http://www.senato.it/leg/02/BGT/Schede/Attsen/00009531.htm |
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{{Bio |
{{Bio |
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|Nome = Raffaele |
|Nome = Raffaele |
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|Cognome = Guariglia |
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|PostCognomeVirgola = barone di Vituso |
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|Sesso = M |
|Sesso = M |
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|LuogoNascita = Napoli |
|LuogoNascita = Napoli |
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|GiornoMeseMorte = 25 aprile |
|GiornoMeseMorte = 25 aprile |
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|AnnoMorte = 1970 |
|AnnoMorte = 1970 |
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|Epoca = 1900 |
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|Attività = diplomatico |
|Attività = diplomatico |
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|Attività2 = politico |
|Attività2 = politico |
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|Epoca = 1900 |
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|Nazionalità = italiano |
|Nazionalità = italiano |
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== Biografia == |
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Durante il [[Regno d'Italia]] è stato più volte ambasciatore e Ministro degli Esteri nel [[Governo Badoglio I|Governo di Badoglio]]. Dopo la guerra è stato senatore del [[Partito Monarchico Italiano]]. È stato presidente dell'[[Unione Monarchica Italiana]] durante l'esilio del Re [[Umberto II]]. |
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=== La carriera diplomatica === |
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Nacque a [[Napoli]] il 19 febbraio [[1889]] da [[Nobiltà|nobile famiglia]] (era [[barone]] di Vituso), ed entrò nella carriera diplomatica nel 1909. Nel 1910 fu destinato a [[Parigi]] e nel 1913 a [[Londra]]; dopo una breve permanenza a [[San Pietroburgo|Pietroburgo]], venne nuovamente trasferito a Parigi dove rimase per altri quattro anni. Infine, dopo un breve periodo a [[Bruxelles]], proseguì la sua carriera a Roma, al Ministero. In tali anni fece parte di numerose delegazioni fra cui quella alla Conferenza di Losanna per la pace con la [[Turchia]] (1922) e alla Conferenza del Cairo (1925). Nel 1926 divenne membro della delegazione italiana alla Commissione internazionale per la esplorazione del Mediterraneo. Nel dicembre 1926 fu incaricato delle funzioni di Direttore generale per gli affari politici, commerciali e privati di Europa e Levante. Nell'aprile del 1927 fu mandato in missione al seguito del [[Luigi Amedeo di Savoia-Aosta|Duca degli Abruzzi]], presso la corte etiopica. |
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==== Ambasciatore a Madrid (1932-35) ==== |
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{{Box successione|carica=[[Elenco dei Ministri degli Esteri del Regno d'Italia|Ministro degli Esteri]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]|immagine=Flag of Italy (1861-1946).svg |
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Per tre anni fu Ambasciatore d´Italia a [[Madrid]]. Qui fu inviato da [[Benito Mussolini|Mussolini]] con l'incarico di riallacciare i rapporti con la [[seconda repubblica spagnola|Governo repubblicano spagnolo]] al fine di scongiurare un troppo netto avvicinamento alla Francia <ref>John F. Coverdale, I fascisti alla guerra di Spagna, Editori Laterza, Roma-Bari, 1977, traduzione di Livia De Felice, pag 38-40</ref>. Poi fu destinato a [[Buenos Aires]] e due anni dopo ancora a Parigi, dove rappresentò l'Italia nel delicato periodo che precedette lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]]. Guariglia fu anche Ambasciatore presso la Santa Sede dal febbraio 1942 al febbraio 1943, quando venne sostituito da [[Galeazzo Ciano]] e successivamente fu nominato Ambasciatore presso la Repubblica Turca. |
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|periodo = [[28 luglio]] [[1943]] - [[11 febbraio]] [[1944]] |
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|precedente = [[Benito Mussolini|Benito Mussolini (ad interim)]] |
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=== La nomina a Ministro degli Esteri del Regno d'Italia === |
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Il [[ordine del giorno Grandi|25 luglio 1943]], Raffaele Guariglia venne a sapere della notizia della destituzione di Mussolini nell'ambasciata d'Italia in Turchia e, successivamente, di essere stato nominato Ministro degli Esteri nel [[Governo Badoglio I]]; di quel governo non faceva parte nessun politico, essendo composto da sei generali, due prefetti, sei funzionari e due consiglieri di stato. Nell'ottica di intavolare una rapida trattativa di pace con le forze alleate, non fu oggettivamente appropriata la scelta del nuovo ministro che, al momento, si trovava ad [[Ankara]] e non sarebbe potuto essere a [[Roma]] prima di alcuni giorni. Guariglia, infatti, rientrò il 30 luglio [[1943]], il giorno stesso in cui la [[Germania]] dava inizio alla [[Operazione Alarico]], cioè la dislocazione in Italia, nello spazio di tre settimane, di ben diciassette divisioni tedesche<ref>Dino Grandi, ''25 luglio quarant'anni dopo'', a cura di Renzo De Felice, Il Mulino, Bologna, 1983, pag. 387 e succ.</ref>. |
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Dopo un infruttuoso contatto con gli ambasciatori anglo-americani presso la [[Santa Sede]]<ref>Indro Montanelli, Mario Cervi, ''L'Italia della disfatta'', Rizzoli, Milano, 1983, pag. 344</ref>, il nuovo Ministro degli Esteri fece effettuare un primo timido tentativo di trattative da parte di [[Blasco Lanza D'Ajeta]], consigliere di legazione italiano a [[Lisbona]], che, il 4 agosto [[1943]], avvicinò l'ambasciatore britannico in [[Portogallo]]. In tale incontro il nostro diplomatico, sulla base delle istruzioni avute a Roma due giorni prima da Guariglia, rappresentava agli alleati le difficoltà italiane a sganciarsi dall'alleanza con la [[Germania]], comunicando che il giorno dopo (5 agosto) il nostro Ministro degli Esteri si sarebbe incontrato con il suo collega tedesco a [[Tarvisio]] e avrebbe effettuato un tentativo in tal senso<ref>Dino Grandi, ''25 luglio quarant'anni dopo'', a cura di Renzo De Felice, Il Mulino, Bologna, 1983, pag. 428</ref>. Il giorno dopo, tuttavia, il Ministro Guariglia non riuscì nel suo tentativo di sganciamento dai tedeschi; anzi, in tale sede, si fece estorcere dal collega tedesco [[Joachim von Ribbentrop]] la “parola d'onore” che il governo italiano non avrebbe, direttamente o indirettamente, trattato con gli anglo-americani<ref>Dino Grandi, ''25 luglio quarant'anni dopo'', a cura di Renzo De Felice, Il Mulino, Bologna, 1983, pag. 433</ref>. |
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Successivamente, il governo inviò a Lisbona il generale [[Giuseppe Castellano]], per contattare gli anglo-americani, esporre la difficoltà della situazione militare italiana, e ascoltare le intenzioni degli alleati ai fini di eventuali trattative di pace separata. |
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Il 27 agosto 1943, Guariglia, insieme al Maresciallo [[Pietro Badoglio|Badoglio]], ricevette il generale Castellano, tornato dalla missione e ascoltò le clausole imposte dagli anglo-americani: costoro avevano chiesto la resa senza condizioni, da attuarsi mediante la sottoscrizione di un accordo (cosiddetto “armistizio corto”) in dodici articoli; in caso di adesione del governo italiano, le parti avrebbero sottoscritto l'accordo in una località della [[Sicilia]] da definire. Un'intesa più dettagliata (cosiddetto “armistizio lungo”) era rimandata a dopo l'accettazione della resa incondizionata e la cessazione delle ostilità. Una prima risposta dell'Italia fu definita il 30 agosto, quando lo stesso Badoglio dette istruzioni al generale Castellano di tornare in Sicilia per esporre le tesi contenute in un memorandum redatto da Guariglia; secondo tale atto l'Italia non avrebbe potuto chiedere l'armistizio prima di ulteriori sbarchi alleati che mutassero le situazioni di forza a sfavore dei tedeschi. Di fronte alla risposta negativa dei plenipotenziari anglo-americani, il 1º settembre avvenne la decisiva riunione al vertice, cui parteciparono il capo del [[Governo]], il [[Ministro degli esteri|Ministro degli Esteri]] Guariglia, il [[Capo di stato maggiore della difesa|Capo di Stato Maggiore]] [[Vittorio Ambrosio|Ambrosio]], il generale [[Giuseppe Castellano|Castellano]], il generale [[Mario Roatta|Roatta]], il generale [[Giacomo Carboni|Carboni]] e il Ministro della Real Casa [[Pietro d'Acquarone]]. L'armistizio “corto” fu formalmente accettato e, il giorno 3 settembre [[1943]], su delega del Re, [[Giuseppe Castellano]] pose la sua firma alla conclusione della guerra tra l'[[Italia]] e le potenze alleate. |
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All'alba del 9 settembre [[1943]], il sovrano, il Maresciallo Badoglio e i massimi vertici militari, abbandonarono Roma, alla volta di [[Pescara]], per poi raggiungere [[Brindisi]]. |
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Guariglia insieme ad altri ministri ([[Umberto Ricci]], [[Leopoldo Piccardi]], [[Antonio Sorice]] e [[Raffaele de Courten|Raffaele De Courten]]) rimase a Roma anche dopo la resa della Capitale ai tedeschi. Il governo, anzi, pur in assenza di [[Pietro Badoglio|Badoglio]], continuò a riunirsi, diretto ad interim dal Ministro Ricci, sino al 13 settembre [[1943]]. Durante l'occupazione tedesca, Guariglia trovò rifugio presso l'ambasciata di [[Spagna]]. |
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Successivamente, a Brindisi, il Re nominò alcuni Sottosegretari facenti funzione di Ministri, in sostituzione di quelli rimasti nella Capitale. Nel febbraio [[1944]], quando il governo si stabilì a [[Salerno]] (divenuta ''Capitale d'Italia'' di fatto), e ricevette dagli alleati il controllo di tutta l'Italia meridionale, [[Pietro Badoglio|Badoglio]] provvedette alla sostituzione dei ministri assenti. Guariglia, dunque, cessò ufficialmente dalla carica solo l'11 febbraio [[1944]]. Dopo la liberazione di Parigi (agosto 1944) andò a ricoprire l'incarico di Ambasciatore d'Italia in Francia. |
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=== Il dopoguerra === |
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Nel 1946, con l'avvento della Repubblica, Guariglia, fedele all'istituzione monarchica, fu collocato a riposo dietro sua specifica richiesta. Nel settembre dello stesso anno fu però nominato Presidente della Commissione per il riordino e la pubblicazione dei documenti diplomatici italiani. Fu proclamato Senatore del [[Partito Nazionale Monarchico]] l'8 aprile [[1954]], per il collegio di [[Salerno]], in sostituzione di [[Achille Lauro]], la cui elezione era stata annullata. Mantenne tale carica sino al 1958. Successivamente è stato presidente nazionale dell'[[Unione Monarchica Italiana]] e fu tra i primi ad essere cooptato nella [[Consulta dei senatori del Regno|Consulta dei Senatori del Regno]], un organo consultivo dell'ex Re d'Italia [[Umberto II di Savoia|Umberto II]], costituito durante l'esilio di quest'ultimo. È scomparso a Roma il 25 aprile 1970. |
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== Opere == |
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* {{cita libro | titolo=La concorrenza del lavoro straniero nei paesi d'Europa | editore=Tipografia dell'Unione Cooperativa Editrice| città=Roma | anno=1909 }} |
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* {{cita libro | titolo=Un mancato trattato di commercio tra le Due Sicilie e la Francia e un parere inedito dell'abate Galiani | editore=Athenaeum| città=Roma | anno=1914 }} |
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* {{cita libro | titolo=Giovanni da Procida| editore=Ente provinciale per il turismo| città=Salerno | anno=1941 }} |
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* {{cita libro | titolo=Salernitana| editore=Linotyp. L.Di Giacomo| città=Salerno | anno=1946 }} |
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* {{cita libro | titolo=Ricordi:1922-1946 | editore=Edizioni Scientifiche Italiane | città=Napoli | anno=1950 }} |
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* {{cita libro | titolo=Primi passi in diplomazia e rapporti dall'Ambasciata di Madrid, 1932-1936| curatore=Ruggero Moscati | editore=Edizioni Scientifiche Italiane | città=Napoli | anno=1972 }} |
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* {{cita libro | titolo=Scritti storico-eruditi e documenti diplomatici, 1936-1940| curatore=Ruggero Moscati | editore=Edizioni Scientifiche Italiane | città=Napoli | anno=1981 }} |
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==Onorificenze== |
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===Onorificenze italiane=== |
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Cavaliere di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio Ordine Dinastico della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie{{Onorificenze |
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|immagine =Grande ufficiale SSML Regno BAR.svg |
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|nome_onorificenza = Grande ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
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|collegamento_onorificenza = Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
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|motivazione = |
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|data =Regio Decreto 19 gennaio 1935<ref>''Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia'' n.225 del 26 settembre 1935, pag.4723.</ref> |
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}} |
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{{Onorificenze |
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|immagine=Cavaliere di Gran Croce OCI Kingdom BAR.svg |
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|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia |
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|collegamento_onorificenza=Ordine della Corona d'Italia |
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|motivazione= |
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}} |
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{{Onorificenze |
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|immagine=OCSI2.png |
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|nome_onorificenza=Grande Ufficiale dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia |
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|collegamento_onorificenza=Ordine coloniale della Stella d'Italia |
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|motivazione= |
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}} |
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===Onorificenze straniere=== |
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{{Onorificenze |
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|immagine = SMOM-cff-new.png |
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|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce Magistrale con fascia del Sovrano Militare Ordine di Malta |
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|collegamento_onorificenza = Sovrano militare ordine di Malta |
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|motivazione = |
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|data = 5 febbraio 1930 |
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}} |
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{{Onorificenze |
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|immagine = TCH Rad Bileho Lva 2 tridy (pre1990) BAR.svg |
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|nome_onorificenza = Grande Ufficiale dell'Ordine del Leone Bianco (Cecoslovacchia) |
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|collegamento_onorificenza = Ordine del Leone bianco |
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|motivazione = |
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|lugo = 9 giugno [[1932]] |
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}} |
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{{Onorificenze |
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| immagine = VAT Order of Pope Pius IX GCross BAR.svg |
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| nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Piano (Santa Sede) |
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| motivazione = |
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| data = 12 marzo 1943 |
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{{Onorificenze |
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|immagine=ESP Isabella Catholic Order GC.svg |
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|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) |
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|collegamento_onorificenza=Ordine di Isabella la Cattolica |
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|motivazione= |
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== Note == |
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<references/> |
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== Bibliografia == |
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* B.P. Boschesi, ''Come scoppiò la II guerra mondiale'' - Mondadori Editore, 1974 - pag. 100. |
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* [https://baldi.diplomacy.edu/diplo/texts/Raffaele%20Guariglia.pdf Raffaele Guariglia] - Collana di Testi diplomatici vol. 9, Ministero degli Affari Esteri - Servizio Storico e Documentazione, Roma, 1982. |
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== Voci correlate == |
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* [[Carriera diplomatica (Italia)]] |
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* [[Diplomazia]] |
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* [[Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale]] |
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== Altri progetti == |
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{{interprogetto}} |
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== Collegamenti esterni == |
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* {{Collegamenti esterni}} |
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* {{cita web|http://www.senato.it/leg/02/BGT/Schede/Attsen/00009531.htm|Raffaele Guariglia nel sito istituzionale del Senato}} |
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* [http://baldi.diplomacy.edu/diplo/listbooks.htm#guariglia Schede bibliografiche dei libri di Raffaele Guariglia] in [[Stefano Baldi]] - Penna del Diplomatico. Libri Pubblicati da Diplomatici italiani |
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{{Box successione|carica=[[Ministri degli affari esteri del Regno d'Italia|Ministro degli Esteri]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]|immagine=Flag of Italy (1861-1946).svg |
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|periodo = 28 luglio [[1943]] - 11 febbraio [[1944]] |
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|precedente = [[Benito Mussolini|Benito Mussolini (ad interim)]] |
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|successivo = [[Pietro Badoglio|Pietro Badoglio (ad interim)]] |
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{{Portale|biografie}} |
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{{Portale|biografie|politica|seconda guerra mondiale}} |
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[[Categoria: |
[[Categoria:Nobili italiani del XIX secolo]] |
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[[Categoria:Nobili italiani del XX secolo]] |
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[[Categoria:Senatori della II legislatura della Repubblica Italiana]] |
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[[Categoria:Ministri degli affari esteri del Regno d'Italia]] |
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[[Categoria:Ambasciatori d'Italia in Turchia]] |
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[[Categoria:Ambasciatori d'Italia in Argentina]] |
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[[Categoria:Ambasciatori d'Italia in Spagna]] |
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[[Categoria:Ambasciatori d'Italia in Francia]] |
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[[Categoria:Ambasciatori d'Italia alla Santa Sede]] |
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[[Categoria:Politici del Partito Nazionale Monarchico]] |
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[[Categoria:Governo Badoglio I]] |
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Raffaele Guariglia (Napoli, 19 febbraio 1889 – Roma, 25 aprile 1970) è stato un diplomatico e politico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]La carriera diplomatica
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Napoli il 19 febbraio 1889 da nobile famiglia (era barone di Vituso), ed entrò nella carriera diplomatica nel 1909. Nel 1910 fu destinato a Parigi e nel 1913 a Londra; dopo una breve permanenza a Pietroburgo, venne nuovamente trasferito a Parigi dove rimase per altri quattro anni. Infine, dopo un breve periodo a Bruxelles, proseguì la sua carriera a Roma, al Ministero. In tali anni fece parte di numerose delegazioni fra cui quella alla Conferenza di Losanna per la pace con la Turchia (1922) e alla Conferenza del Cairo (1925). Nel 1926 divenne membro della delegazione italiana alla Commissione internazionale per la esplorazione del Mediterraneo. Nel dicembre 1926 fu incaricato delle funzioni di Direttore generale per gli affari politici, commerciali e privati di Europa e Levante. Nell'aprile del 1927 fu mandato in missione al seguito del Duca degli Abruzzi, presso la corte etiopica.
Ambasciatore a Madrid (1932-35)
[modifica | modifica wikitesto]Per tre anni fu Ambasciatore d´Italia a Madrid. Qui fu inviato da Mussolini con l'incarico di riallacciare i rapporti con la Governo repubblicano spagnolo al fine di scongiurare un troppo netto avvicinamento alla Francia [1]. Poi fu destinato a Buenos Aires e due anni dopo ancora a Parigi, dove rappresentò l'Italia nel delicato periodo che precedette lo scoppio della seconda guerra mondiale. Guariglia fu anche Ambasciatore presso la Santa Sede dal febbraio 1942 al febbraio 1943, quando venne sostituito da Galeazzo Ciano e successivamente fu nominato Ambasciatore presso la Repubblica Turca.
La nomina a Ministro degli Esteri del Regno d'Italia
[modifica | modifica wikitesto]Il 25 luglio 1943, Raffaele Guariglia venne a sapere della notizia della destituzione di Mussolini nell'ambasciata d'Italia in Turchia e, successivamente, di essere stato nominato Ministro degli Esteri nel Governo Badoglio I; di quel governo non faceva parte nessun politico, essendo composto da sei generali, due prefetti, sei funzionari e due consiglieri di stato. Nell'ottica di intavolare una rapida trattativa di pace con le forze alleate, non fu oggettivamente appropriata la scelta del nuovo ministro che, al momento, si trovava ad Ankara e non sarebbe potuto essere a Roma prima di alcuni giorni. Guariglia, infatti, rientrò il 30 luglio 1943, il giorno stesso in cui la Germania dava inizio alla Operazione Alarico, cioè la dislocazione in Italia, nello spazio di tre settimane, di ben diciassette divisioni tedesche[2].
Dopo un infruttuoso contatto con gli ambasciatori anglo-americani presso la Santa Sede[3], il nuovo Ministro degli Esteri fece effettuare un primo timido tentativo di trattative da parte di Blasco Lanza D'Ajeta, consigliere di legazione italiano a Lisbona, che, il 4 agosto 1943, avvicinò l'ambasciatore britannico in Portogallo. In tale incontro il nostro diplomatico, sulla base delle istruzioni avute a Roma due giorni prima da Guariglia, rappresentava agli alleati le difficoltà italiane a sganciarsi dall'alleanza con la Germania, comunicando che il giorno dopo (5 agosto) il nostro Ministro degli Esteri si sarebbe incontrato con il suo collega tedesco a Tarvisio e avrebbe effettuato un tentativo in tal senso[4]. Il giorno dopo, tuttavia, il Ministro Guariglia non riuscì nel suo tentativo di sganciamento dai tedeschi; anzi, in tale sede, si fece estorcere dal collega tedesco Joachim von Ribbentrop la “parola d'onore” che il governo italiano non avrebbe, direttamente o indirettamente, trattato con gli anglo-americani[5].
Successivamente, il governo inviò a Lisbona il generale Giuseppe Castellano, per contattare gli anglo-americani, esporre la difficoltà della situazione militare italiana, e ascoltare le intenzioni degli alleati ai fini di eventuali trattative di pace separata.
Il 27 agosto 1943, Guariglia, insieme al Maresciallo Badoglio, ricevette il generale Castellano, tornato dalla missione e ascoltò le clausole imposte dagli anglo-americani: costoro avevano chiesto la resa senza condizioni, da attuarsi mediante la sottoscrizione di un accordo (cosiddetto “armistizio corto”) in dodici articoli; in caso di adesione del governo italiano, le parti avrebbero sottoscritto l'accordo in una località della Sicilia da definire. Un'intesa più dettagliata (cosiddetto “armistizio lungo”) era rimandata a dopo l'accettazione della resa incondizionata e la cessazione delle ostilità. Una prima risposta dell'Italia fu definita il 30 agosto, quando lo stesso Badoglio dette istruzioni al generale Castellano di tornare in Sicilia per esporre le tesi contenute in un memorandum redatto da Guariglia; secondo tale atto l'Italia non avrebbe potuto chiedere l'armistizio prima di ulteriori sbarchi alleati che mutassero le situazioni di forza a sfavore dei tedeschi. Di fronte alla risposta negativa dei plenipotenziari anglo-americani, il 1º settembre avvenne la decisiva riunione al vertice, cui parteciparono il capo del Governo, il Ministro degli Esteri Guariglia, il Capo di Stato Maggiore Ambrosio, il generale Castellano, il generale Roatta, il generale Carboni e il Ministro della Real Casa Pietro d'Acquarone. L'armistizio “corto” fu formalmente accettato e, il giorno 3 settembre 1943, su delega del Re, Giuseppe Castellano pose la sua firma alla conclusione della guerra tra l'Italia e le potenze alleate.
All'alba del 9 settembre 1943, il sovrano, il Maresciallo Badoglio e i massimi vertici militari, abbandonarono Roma, alla volta di Pescara, per poi raggiungere Brindisi. Guariglia insieme ad altri ministri (Umberto Ricci, Leopoldo Piccardi, Antonio Sorice e Raffaele De Courten) rimase a Roma anche dopo la resa della Capitale ai tedeschi. Il governo, anzi, pur in assenza di Badoglio, continuò a riunirsi, diretto ad interim dal Ministro Ricci, sino al 13 settembre 1943. Durante l'occupazione tedesca, Guariglia trovò rifugio presso l'ambasciata di Spagna.
Successivamente, a Brindisi, il Re nominò alcuni Sottosegretari facenti funzione di Ministri, in sostituzione di quelli rimasti nella Capitale. Nel febbraio 1944, quando il governo si stabilì a Salerno (divenuta Capitale d'Italia di fatto), e ricevette dagli alleati il controllo di tutta l'Italia meridionale, Badoglio provvedette alla sostituzione dei ministri assenti. Guariglia, dunque, cessò ufficialmente dalla carica solo l'11 febbraio 1944. Dopo la liberazione di Parigi (agosto 1944) andò a ricoprire l'incarico di Ambasciatore d'Italia in Francia.
Il dopoguerra
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1946, con l'avvento della Repubblica, Guariglia, fedele all'istituzione monarchica, fu collocato a riposo dietro sua specifica richiesta. Nel settembre dello stesso anno fu però nominato Presidente della Commissione per il riordino e la pubblicazione dei documenti diplomatici italiani. Fu proclamato Senatore del Partito Nazionale Monarchico l'8 aprile 1954, per il collegio di Salerno, in sostituzione di Achille Lauro, la cui elezione era stata annullata. Mantenne tale carica sino al 1958. Successivamente è stato presidente nazionale dell'Unione Monarchica Italiana e fu tra i primi ad essere cooptato nella Consulta dei Senatori del Regno, un organo consultivo dell'ex Re d'Italia Umberto II, costituito durante l'esilio di quest'ultimo. È scomparso a Roma il 25 aprile 1970.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- La concorrenza del lavoro straniero nei paesi d'Europa, Roma, Tipografia dell'Unione Cooperativa Editrice, 1909.
- Un mancato trattato di commercio tra le Due Sicilie e la Francia e un parere inedito dell'abate Galiani, Roma, Athenaeum, 1914.
- Giovanni da Procida, Salerno, Ente provinciale per il turismo, 1941.
- Salernitana, Salerno, Linotyp. L.Di Giacomo, 1946.
- Ricordi:1922-1946, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1950.
- Ruggero Moscati (a cura di), Primi passi in diplomazia e rapporti dall'Ambasciata di Madrid, 1932-1936, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1972.
- Ruggero Moscati (a cura di), Scritti storico-eruditi e documenti diplomatici, 1936-1940, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1981.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze italiane
[modifica | modifica wikitesto]Cavaliere di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio Ordine Dinastico della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie
Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ John F. Coverdale, I fascisti alla guerra di Spagna, Editori Laterza, Roma-Bari, 1977, traduzione di Livia De Felice, pag 38-40
- ^ Dino Grandi, 25 luglio quarant'anni dopo, a cura di Renzo De Felice, Il Mulino, Bologna, 1983, pag. 387 e succ.
- ^ Indro Montanelli, Mario Cervi, L'Italia della disfatta, Rizzoli, Milano, 1983, pag. 344
- ^ Dino Grandi, 25 luglio quarant'anni dopo, a cura di Renzo De Felice, Il Mulino, Bologna, 1983, pag. 428
- ^ Dino Grandi, 25 luglio quarant'anni dopo, a cura di Renzo De Felice, Il Mulino, Bologna, 1983, pag. 433
- ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.225 del 26 settembre 1935, pag.4723.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- B.P. Boschesi, Come scoppiò la II guerra mondiale - Mondadori Editore, 1974 - pag. 100.
- Raffaele Guariglia - Collana di Testi diplomatici vol. 9, Ministero degli Affari Esteri - Servizio Storico e Documentazione, Roma, 1982.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Carriera diplomatica (Italia)
- Diplomazia
- Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Raffaele Guariglia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Guarìglia, Raffaele, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Guarìglia, Raffaèle, su sapere.it, De Agostini.
- Fabio Grassi Orsini, GUARIGLIA, Raffaele, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 60, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003.
- (EN) Opere di Raffaele Guariglia, su Open Library, Internet Archive.
- Raffaele Guariglia nel sito istituzionale del Senato, su senato.it.
- Schede bibliografiche dei libri di Raffaele Guariglia in Stefano Baldi - Penna del Diplomatico. Libri Pubblicati da Diplomatici italiani
Controllo di autorità | VIAF (EN) 12433637 · ISNI (EN) 0000 0001 1038 7008 · LCCN (EN) n84113823 · GND (DE) 121094820 · BNF (FR) cb12807518z (data) · CONOR.SI (SL) 124320867 |
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