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Sette ore di guai: differenze tra le versioni

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== Commento ==
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È la prima delle quattro farse di [[Eduardo Scarpetta]] (che si chiamava «[['Na criatura sperduta]]», scritta nel 1899) di cui Totò ne trarrà un film, i tre successivi, girati in Ferraniacolor, saranno: ''[[Un turco napoletano]]'' (1953), ''[[Miseria e nobiltà (film 1954)|Miseria e nobiltà]]'' (1954) e ''[[Il medico dei pazzi]]'' (1954) tutti diretti da [[Mario Mattoli]]. Il film è stato girato tra [[Roma]] e il comune di [[Marino (Italia)|Marino]]. Iscritto al [[Pubblico Registro Cinematografico]] della S.I.A.E. con il n. 996, ottenne il [[visto censura|visto di censura]] n. 10687 del 9 ottobre 1951 per una lunghezza accertata della pellicola di 2.300 metri<ref>Come si evince dal [http://www.italiataglia.it/files/visti21000_wm_pdf/10687.pdf documento originale del visto di censura] tratto dal sito Italia Taglia.</ref>. Ebbe la prima proiezione pubblica il 1º novembre 1951 e incassò 280.500.000 di lire. Per molto tempo creduto perso, venne inaspettatamente pubblicato nel 1997 in videocassetta e più avanti trasmesso svariate volte in televisione. È stato inoltre pubblicato su [[DVD]] dalla Ripley's Home Video.
È la prima delle quattro farse di [[Eduardo Scarpetta]] (che si chiamava «[['Na criatura sperduta]]», scritta nel 1899) di cui Totò ne trarrà un film, i tre successivi, girati in Ferraniacolor, saranno: ''[[Un turco napoletano]]'' (1953), ''[[Miseria e nobiltà (film 1954)|Miseria e nobiltà]]'' (1954) e ''[[Il medico dei pazzi]]'' (1954) tutti diretti da [[Mario Mattoli]]. Il film è stato girato tra [[Roma]] e il comune di [[Marino (Italia)|Marino]]. Iscritto al [[Pubblico Registro Cinematografico]] della S.I.A.E. con il n. 996, ottenne il [[visto censura|visto di censura]] n. 10687 del 9 ottobre 1951 per una lunghezza accertata della pellicola di 2.300 metri<ref>Come si evince dal [http://www.italiataglia.it/files/visti21000_wm_pdf/10687.pdf documento originale del visto di censura] tratto dal sito Italia Taglia.</ref>. Ebbe la prima proiezione pubblica il 1º novembre 1951 e incassò 280.500.000 di lire. Per molto tempo creduto perso, venne inaspettatamente pubblicato nel 1997 in videocassetta e più avanti trasmesso svariate volte in televisione. È stato inoltre pubblicato su [[DVD]] dalla Ripley's Home video.


==Critica==
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* [http://www.antoniodecurtis.org/7ore.htm "Scheda + videoclip Sette ore di guai 1951"]
* [http://www.antoniodecurtis.org/7ore.htm "Scheda + videoclip Sette ore di guai 1951"]
* 7 ore di guai [http://www.antoniodecurtis.com/7ore.htm Scheda, foto, videoclip, locandine]
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Versione delle 19:37, 28 set 2014

{{{titolo italiano}}}
Eduardo Passarelli, Totò e Isa Barzizza in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Durata81 minuti
Generecomico
RegiaVittorio Metz, Marcello Marchesi
Soggettotratto dalla farsa "'Na creatura sperduta" di Eduardo Scarpetta
SceneggiaturaVittorio Metz, Marcello Marchesi, Age & Scarpelli, Eduardo Passarelli
ProduttoreGolden Film, Humanitas Film, (Roma)
FotografiaRodolfo Lombardi
MontaggioFranco Fraticelli
MusichePippo Barzizza
ScenografiaAlberto Tovazzi, Alberto Boccianti
TruccoGiuliano Laurenti
Interpreti e personaggi

Sette ore di guai è un film di genere commedia del 1951 diretto da Vittorio Metz e Marcello Marchesi.

Trama

Totò De Pasquale (Totò) è titolare di una modesta sartoria. Il giorno del battesimo del figlio, riceve la visita dell'Avvocato Espinaci (Eduardo Passarelli), incaricato d'intimare il pignoramento dei suoi beni a causa di un debito ormai scaduto e insoluto. Quando l'avvocato scopre che la moglie di De Pasquale (Clelia Matania) è una sua vecchia amica, decide di soprassedere. Totò, per ingraziarselo ulteriormente, decide di fargli fare da padrino al battesimo, dimenticandosi di aver già affidato quel compito al cognato Matteo(Nino Milano), inguaribile attaccabrighe. Pochi minuti dopo Totò, l'avvocato e Matteo scoprono che la balia (Bice Valori) ha perduto il neonato dopo una lite in piazza con il marito. Senza dire nulla alla moglie, Totò va a cercare il bimbo e, per non far sospettare nulla alla puerpera, le fa portare la bimba dei Romolini, una famiglia di distratti studiosi che abita vicino ai De Pasquale. Ignari del fatto che il bimbo viene riportato a casa De Paquale da un amico della balia, Totò, l'avvocato e Matteo finiscono a casa di una signora (Isa Barzizza) che sta ricevendo l'amante (Galeazzo Benti) di nascosto dal marito geloso (Guido Celano). Successivamente, sono portati a credere che il bimbo sia stato portato erroneamente nella tenuta di campagna dei Romolini. Giunti nel paesino della tenuta, i tre si dividono e Totò strappa quello che crede essere suo figlio (ma in realtà è la bimba dei Romolini) a nonno Arturo (Arturo Bragaglia), che chiama subito aiuto denunciando il rapimento della piccola. Pochi minuti dopo, l'intero paesino dà la caccia al povero sarto, scambiato per un rapitore di bambini. Totò rischia prima il linciaggio e poi di precipitare dal tetto di un palazzo. Alla fine di varie peripezie, Totò si ricongiunge all'avvocato e al cognato con la bimba ma, arrivati alla chiesa dove doveva tenersi il battesimo, scopre che in realtà suo figlio è stato già battezzato. Il pover'uomo deve quindi subire gli insulti dell'avvocato (che minaccia di sequestrargli la sartoria per conto del suo cliente) e della suocera (che gli nega aiuto economico), nonché dei Romolini. Alla fine del film, Totò si siede sui gradini della chiesa, mentre tutti corrono dietro ad un carro attrezzi sul quale accidentalmente è stata posto suo figlio e la piccola Romolini.

Commento

È la prima delle quattro farse di Eduardo Scarpetta (che si chiamava «'Na criatura sperduta», scritta nel 1899) di cui Totò ne trarrà un film, i tre successivi, girati in Ferraniacolor, saranno: Un turco napoletano (1953), Miseria e nobiltà (1954) e Il medico dei pazzi (1954) tutti diretti da Mario Mattoli. Il film è stato girato tra Roma e il comune di Marino. Iscritto al Pubblico Registro Cinematografico della S.I.A.E. con il n. 996, ottenne il visto di censura n. 10687 del 9 ottobre 1951 per una lunghezza accertata della pellicola di 2.300 metri[1]. Ebbe la prima proiezione pubblica il 1º novembre 1951 e incassò 280.500.000 di lire. Per molto tempo creduto perso, venne inaspettatamente pubblicato nel 1997 in videocassetta e più avanti trasmesso svariate volte in televisione. È stato inoltre pubblicato su DVD dalla Ripley's Home video.

Critica

Arturo Lanocita su Il Nuovo Corriere della Sera del 4 novembre 1951, "Dare all'irrequieta comicità di Totò la disciplina di un film, costruito, è come incastrare un torrente nell'alveo in muratura; schiumeggia meno, fa minor fracasso, perde un po' del suo pittoresco, ma non ristagna poi negli acquitrini e arriva alla foce. Come in Napoli milionaria, anche in Sette ore di guai, diretto da Metz e Marchesi e derivato da una vecchia farsa di Scarpetta, (Na criaura sperduta) Totò ha modo di dare al suo personaggio la razionalità accettabile di un tipo, dopo essersi in troppi film meccanizzato nella rigidità legnosa della marionetta.."

Note

  1. ^ Come si evince dal documento originale del visto di censura tratto dal sito Italia Taglia.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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