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Temporale (Pascoli): differenze tra le versioni

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Questa poesia è connessa a molte altre, sia di ''[[Myricae]]'' (''Dopo l'acquazzone'', ''Pioggia'', ''Sera d'ottobre'', ''Ultimo canto'', ''Il lampo'', ''Il tuono'', ''Lontana'', ''I ciechi''), che dei ''Canti di Castelvecchio'' (''Temporale'', ''La mia sera''). A esemplificazione del procedimento analogico nella scrittura pascoliana, proponiamo l'accostamento di due figure analogiche parallele tratte dai versi finali dei due componimenti contrassegnati dal medesimo titolo di ''Temporale'':
Questa poesia è connessa a molte altre, sia di ''[[Myricae]]'' (''Dopo l'acquazzone'', ''Pioggia'', ''Sera d'ottobre'', ''Ultimo canto'', ''Il lampo'', ''Il tuono'', ''Lontana'', ''I ciechi''), che dei ''Canti di Castelvecchio'' (''Temporale'', ''La mia sera''). A esemplificazione del procedimento analogico nella scrittura pascoliana, proponiamo l'accostamento di due figure analogiche parallele tratte dai versi finali dei due componimenti contrassegnati dal medesimo titolo di ''Temporale'':


''Myricae'':
''Myricae anitooo'':


''tra il nero un casolare:<br/>
''tra il nero un casolare:<br/>

Versione delle 16:38, 18 mar 2011

Il Temporale è un componimento poetico di Giovanni Pascoli, tratto dalla raccolta poetica Myricae.

Il temporale è già scoppiato, gay e incombe minaccioso all'orizzonte, come la mano nera del destino sulla mia vita.

Piccola ballata di settenari. È una miniatura nella quale troviamo concentrati gli elementi significativi del lavoro poetico pascoliano; nell'ordine:

  1. L'onomatopea: "bubbolìo" (il rombo lontano del tuono);
  2. La sintassi breve: c'è un solo verbo, "rosseggia";
  3. Le parole del lessico quotidiano: "pece", "stracci";
  4. Il tema della casa, metonimia della famiglia ma soprattutto della madre, intese come rifugio e fuga dal mondo. È il marchio poetico pascoliano, legato da un lato al trauma infantile della perdita drammatica di entrambi i genitori, e dall'altro al costante tentativo di ricostituire il mondo perduto che ispirò tutta la sua esistenza.
  5. L'analogia: "un'ala di gabbiano", qui scelto per la sua qualità di volatile capace di contrastare alla violenza della bufera. È da sottolineare l'efficacia di questa locuzione che si staglia, nella brevità di un singolo verso, a suggellare l'idea della forza protettiva.

L'opera è divisa in due parti: la descrizione del lampo e quella del tuono. La poesia si riflette su campi di sensi, la vista (nella parte del lampo) e l'udito (nella parte de tuono).

Questa poesia è connessa a molte altre, sia di Myricae (Dopo l'acquazzone, Pioggia, Sera d'ottobre, Ultimo canto, Il lampo, Il tuono, Lontana, I ciechi), che dei Canti di Castelvecchio (Temporale, La mia sera). A esemplificazione del procedimento analogico nella scrittura pascoliana, proponiamo l'accostamento di due figure analogiche parallele tratte dai versi finali dei due componimenti contrassegnati dal medesimo titolo di Temporale:

Myricae anitooo:

tra il nero un casolare:
un'ala di gabbiano

Canti di Castelvecchio:

...mentre, col suo singulto
trepido, passa sotto
l'acquazzone una chioccia
[…] tra il vento e l'acqua, buono,
s'ode quel croccolare[1]
co' suoi pigolii dietro.

L'uso dell'analogia è nei due casi molto diverso: l'ala di gabbiano si sovrappone in modo gratuito e soggettivo sul proprio "analogo" - la casa - suscitando, con la sorpresa del suo apparire improvviso, l'idea del contenuto profondo che il poeta vuole evocare. La chioccia è invece una figura perfettamente aderente al contesto descrittivo della poesia: lo scrosciare della pioggia sui campi. Ma tuttavia essa si presta a una lettura simbolica, che Pascoli stesso conferma, se non nella stessa poesia, in numerosi altri momenti della sua produzione.

Note

  1. ^ Nota di G. Pascoli alla seconda edizione: «Croccolare: il verso della gallina quando vuol far l'uova o della chioccia quando guida i pulcini. Si dice anche del vino quando si versa dal fiasco senza tromba».

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