Coordinate: 44°39′55.84″N 9°17′16.62″E

Zerba: differenze tra le versioni

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== Storia ==
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Una leggenda lega la fondazione del paese ad un gruppo di disertori cartaginesi che abbandonarono l'esercito di [[Annibale]] nel [[218 a.C.]], ai tempi della [[Battaglia della Trebbia]]. Si dice che, per orientarsi, Annibale sia dovuto salire sul [[monte Lesima]], per cui un'antica [[mulattiera]] è ancora chiamata ''strada di Annibale''. In base a ciò, la tradizione vorrebbe che il toponimo derivasse, o comunque avesse la stessa origine, di quello dell'isola nordafricana [[Djerba]]. Più probabilmente deriva da ''gerbo'', ossia terreno coperto di sterpaglie, terreno incolto.
Una leggenda lega la fondazione del paese ad un gruppo di disertori cartaginesi che abbandonarono l'esercito di [[Annibale]] nel [[218 a.C.]], ai tempi della [[Battaglia della Trebbia]]. Si dice che, per orientarsi, Annibale sia dovuto salire sul [[monte Lesima]], per cui un'antica [[mulattiera]] è ancora chiamata ''strada di Annibale''. In base a ciò, la tradizione vorrebbe che il toponimo derivasse, o comunque avesse la stessa origine, di quello dell'isola nordafricana [[Djerba]]. Più probabilmente deriva da ''gerbo'', ossia terreno coperto di sterpaglie, terreno incolto.

Il territorio dopo la conquista romana passa ai Longobardi ed al governo della potente [[Abbazia di San Colombano]] di [[Bobbio]] fondata nel [[614]] da [[San Colombano]]<ref>{{Cita web |url=http://www.zerba.org/vesimo.htm# |titolo=Vezimo<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=1 gennaio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101228071212/http://www.zerba.org/vesimo.htm# |dataarchivio=28 dicembre 2010 |urlmorto=sì }}</ref>. Attualmente al santo irlandese vi una chiesa a lui dedicata nella frazione di ''Vesimo''.


Come molti territori attigui fu poi concessa da [[Federico Barbarossa]] ai [[Malaspina]] nel [[1164]]. Passò nel [[XIII secolo]] nel Marchesato malaspiniano di [[Pregola]], nel [[XIV secolo|XIV]] alle famiglie Pinotti e [[Porro (famiglia)|Porro]], per tornare nel [[1404]] ai Malaspina fino alla soppressione napoleonica del [[feudalesimo]].
Come molti territori attigui fu poi concessa da [[Federico Barbarossa]] ai [[Malaspina]] nel [[1164]]. Passò nel [[XIII secolo]] nel Marchesato malaspiniano di [[Pregola]], nel [[XIV secolo|XIV]] alle famiglie Pinotti e [[Porro (famiglia)|Porro]], per tornare nel [[1404]] ai Malaspina fino alla soppressione napoleonica del [[feudalesimo]].
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* ''[[Chiesa della Madonna della Salute (Zerba)|Chiesa della Madonna della Salute]]'', nella frazione [[Capannette di Pej]], alle dipendenze della parrocchia di Pej
* ''[[Chiesa della Madonna della Salute (Zerba)|Chiesa della Madonna della Salute]]'', nella frazione [[Capannette di Pej]], alle dipendenze della parrocchia di Pej
* ''Chiesa di [[San Pietro]]'', nella frazione di [[Samboneto]], alle dipendenze della parrocchia di Zerba.
* ''Chiesa di [[San Pietro]]'', nella frazione di [[Samboneto]], alle dipendenze della parrocchia di Zerba.
* ''Chiesa di [[San Colombano]]'', nella frazione di Vesimo, fondata nel [[VII secolo]] dai [[Ordine di San Colombano|monaci di San Colombano di Bobbio]]. Nel [[1746]], per opera del vescovo Giuseppe Ludovico de Anduxar, l'edificio fu fortemente rimaneggiato e fu costruita la torre campanaria. Ex parrocchiale, oggi è alle dipendenze della parrocchia di Zerba.
* ''Chiesa di [[San Colombano]]'', nella frazione di Vesimo, nel [[1746]], per opera del vescovo Giuseppe Ludovico de Anduxar, l'edificio fu fortemente rimaneggiato e fu costruita la torre campanaria. Ex parrocchiale, oggi è alle dipendenze della parrocchia di Zerba.


=== Architetture storiche e civili ===
=== Architetture storiche e civili ===

Versione delle 16:48, 13 ago 2022

Zerba
comune
Zerba – Stemma
Zerba – Bandiera
Zerba – Veduta
Zerba – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Piacenza
Amministrazione
SindacoPietro Rebolini (lista civica di centro-sinistra Un'isola tra i monti) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate44°39′55.84″N 9°17′16.62″E
Altitudine906 m s.l.m.
Superficie24,13 km²
Abitanti67[1] (31-5-2022)
Densità2,78 ab./km²
FrazioniCapannette di Pej, Casa della Torre, Cerreto, Codeviglio, Conca d'Oro, Pej, Samboneto, Vesimo
Comuni confinantiBrallo di Pregola (PV), Cabella Ligure (AL), Cerignale, Fabbrica Curone (AL), Ottone, Santa Margherita di Staffora (PV)
Altre informazioni
Cod. postale29020
Prefisso0523
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT033047
Cod. catastaleM165
TargaPC
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 449 GG[3]
Patronosan Michele Arcangelo
Giorno festivo29 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Zerba
Zerba
Zerba – Mappa
Zerba – Mappa
Posizione del comune di Zerba nella provincia di Piacenza
Sito istituzionale

Zerba (Ṡèrba in dialetto piacentino[4]) è un comune italiano di 67 abitanti[1] della provincia di Piacenza in Emilia-Romagna.

È il comune meno popolato e il più occidentale della regione Emilia-Romagna e (insieme al limitrofo comune di Ottone) uno dei due comuni di detta regione a confinare con il Piemonte.

È il comune a maggior altitudine della provincia di Piacenza.

Geografia fisica

Il confine tra Piemonte e Emilia-Romagna a Capanne di Cosola (1465 m)

È situato nell'alta val Trebbia, sull'Appennino Ligure (di cui fa parte l'Appennino piacentino).

Il territorio comunale comprende tutto il versante settentrionale della val Boreca, dalla sorgente dell'omonimo torrente ad ovest, prossima al confine col Piemonte, sino al fiume Trebbia ad est. Fa eccezione una "propaggine" verso nord, che incuneandosi nell'alta valle Staffora comprende la piccola frazione di Samboneto.

Il capoluogo Zerba è un agglomerato di quartieri: Villa Soprana con la chiesa di San Michele, Villa Lisamara, Villa Stana, Villa Scarbione con il municipio e Villa Fontana con il vicino castello di Zerba.

Oltre la cittadina consta di numerose frazioni sparse ed alcune molto popolate specie nei fine settimana e nel periodo estivo.

Storia

Una leggenda lega la fondazione del paese ad un gruppo di disertori cartaginesi che abbandonarono l'esercito di Annibale nel 218 a.C., ai tempi della Battaglia della Trebbia. Si dice che, per orientarsi, Annibale sia dovuto salire sul monte Lesima, per cui un'antica mulattiera è ancora chiamata strada di Annibale. In base a ciò, la tradizione vorrebbe che il toponimo derivasse, o comunque avesse la stessa origine, di quello dell'isola nordafricana Djerba. Più probabilmente deriva da gerbo, ossia terreno coperto di sterpaglie, terreno incolto.

Come molti territori attigui fu poi concessa da Federico Barbarossa ai Malaspina nel 1164. Passò nel XIII secolo nel Marchesato malaspiniano di Pregola, nel XIV alle famiglie Pinotti e Porro, per tornare nel 1404 ai Malaspina fino alla soppressione napoleonica del feudalesimo.

Fino all'abolizione dei feudi imperiali era inserito nel contado di Ottone.

Nel 1801 il territorio è annesso assieme alla Liguria alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1814 gli ex territori del contado di Ottone sono inseriti nella Provincia di Bobbio. Nel 1848 come parte della provincia di Bobbio passa dalla Liguria al Piemonte, nel 1859 entrò a far parte nel circondario di Bobbio della nuova provincia di Pavia e quindi della Lombardia. Nel 1923, smembrato il circondario di Bobbio, passa alla provincia di Piacenza e quindi all'Emilia-Romagna[5].

Il 17 luglio del 1908[6] si verificò un violento nubifragio con una piena straordinaria della Trebbia che devastò case e campagne soprattutto nel territorio del mandamento bobbiese di Ottone e fra i confini delle provincie di Genova e Pavia, con gravi danni nell'abitato di Gorreto, distruggendo cinque ponti lungo la statale 45 interrompendo le comunicazioni stradali fra Ottone e Torriglia, e la linea telegrafica fra Bobbio e Genova; danni ed allagamenti anche nel piacentino a Rivergaro e a Sant'Antonio a Trebbia nei pressi di Piacenza. Distruzioni imponenti e danni più ingenti si verificarono, invece, con l'alluvione che colpì la val Trebbia il 19 settembre 1953[7][8].

Simboli

Lo stemma del Comune di Zerba è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 20 ottobre 1953.[9]

«Bandato di rosso e d'argento, ad uno spino di verde, fiorito di cinque pezzi d'argento, nodrito sulla cima mediana di un monte all'italiana di tre cime di verde, uscente dalla punta. Ornamenti esteriori del Comune.»

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Chiesa di San Michele Arcangelo

Le parrocchie dipendono dal vicariato di Bobbio, Alta Val Trebbia, Aveto e Oltre Penice della diocesi di Piacenza-Bobbio[10].

  • Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo a Villa Soprana di Zerba. Parrocchia eretta nel IX secolo, ha il titolo di arcipretura.
  • Chiesa parrocchiale di San Rocco, nella frazione Cerreto. Parrocchia eretta nel 1926.
  • Chiesa parrocchiale di San Nicola, nella frazione di Pej. Parrocchia passata dalla Diocesi di Tortona a quella di Bobbio nel 1952.
  • Chiesa della Madonna della Salute, nella frazione Capannette di Pej, alle dipendenze della parrocchia di Pej
  • Chiesa di San Pietro, nella frazione di Samboneto, alle dipendenze della parrocchia di Zerba.
  • Chiesa di San Colombano, nella frazione di Vesimo, nel 1746, per opera del vescovo Giuseppe Ludovico de Anduxar, l'edificio fu fortemente rimaneggiato e fu costruita la torre campanaria. Ex parrocchiale, oggi è alle dipendenze della parrocchia di Zerba.

Architetture storiche e civili

  • Palazzo del Municipio a Villa Scarbione di Zerba
  • Castello dei Malaspina e Torre di Zerba, nei pressi di Villa Fontana. I resti dell'antico castello, del quale rimangono alcuni tratti di mura e la torre cilindrica. Appartenne da sempre ai Malaspina, fin dal 1164 quando il feudo assieme a molti altri in Val Trebbia divenne possedimento del marchese Obizzo Malaspina, grazie all'imperatore Federico Barbarossa, per la difesa della Via del Sale. Nel 1266 nelle divisioni di famiglia il castello ed il feudo passò assieme ai territori della Val Staffora al marchesato di Pregola. Nel 1361 il castello venne donato a Galeazzo II Visconti, duca di Milano il quale nel 1367 lo investiva assieme a quello di Brugnello a Simone de Novanton della Savoia, detto "lo scudiero verde". Nel 1371 dopo una congiura ai danni del duca di Milano, il de Novanton venne arrestato e decapitato e i suoi beni assieme a Brugnello passarono alla famiglia Porro. Nel 1404 il castello ritornò ai Malaspina dopo la decapitazione per tradimento dei fratelli Porro, infatti essi colsero l'occasione per impadronirsi del feudo di Zerba e Pej. Verso la fine del XVII secolo il fortilizio abbandonato è in rovina e i feudatari risiedevano nel loro palazzo nella località Caminata. Il feudo venne abolito assieme a tutti i Feudi imperiali dai napoleonici nel 1797. Adiacente ai resti del castello rimane ben visibile la Torre circolare oggi restaurata.
  • Resti del Forte o Torre di Pej, posto in zona Case della Torre, fortilizio del XIII secolo dei Malaspina, ne rimangono poche tracce.
  • Museo contadino di Pej (di proprietà privata), con esposizione di oggetti e modelli legati alle coltivazioni montane.
  • Antico lavatoio di Pej, con strutture ad arco, adiacente alla chiesa.
  • Antico mulino di Pej (di proprietà privata), nei pressi del rio Pej.
  • Lavatoio di Codeviglio, antica fonte nei pressi del paese.
  • Fontana di Vesimo, antica fonte ad arco con lavatoio.
  • Antico mulino di Vesimo, nei pressi del torrente Boreca.
  • Antico mulino di Cerreto, nel centro del paese.
  • Lavatoio di Cerreto, antica fonte con lavatoio con dipinto a murale.
  • Antico lavatoio di Zerba, antica fonte con lavatoi ad arco, situata in alto sopra il borgo di Villa Lisamara.
  • Mulino di Zerba, vicino alla diga.
  • Diga di Zerba, sul torrente Boreca.

Società

Evoluzione demografica

Situazione del movimento anagrafico del 2020:

  • Residenti: 69
  • Nati: 0
  • Morti: 3
  • Iscritti:1
  • Cancellati:2
  • Variazione media annua: -2,42%

Zerba ha una età media di 65,4. Zerba risulta essere il comune in Italia con l'età media più alta con i 64,3% degli abitanti con un'età superiore di 65 anni. Solo il 4% degli abitanti hanno meno di 14 anni. Abitanti censiti[11]

Cultura

Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste.

Economia

Povera l'agricoltura e l'allevamento, nella frazione di Capannette sono presenti impianti invernali

Amministrazione

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1º luglio 1985 9 giugno 1990 Giovanni Paolo Borrè Democrazia Cristiana Sindaco [12]
9 giugno 1990 24 aprile 1995 Giovanni Paolo Borrè Democrazia Cristiana Sindaco [12]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Giovanni Paolo Borrè lista civica Sindaco [12]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Giovanni Paolo Borrè lista civica Sindaco [12]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Claudia Borrè lista civica di centro-sinistra Sindaco [12]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Claudia Borrè lista civica di centro-sinistra Sindaco [12]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Claudia Borrè lista civica di centro-sinistra Viviamo la valle Sindaco [12]
27 maggio 2019 in carica Pietro Rebolini lista civica di centro-sinistra Un'isola tra i monti Sindaco [12]

Altre informazioni amministrative

Fa parte della nuova Unione Montana Valli Trebbia e Luretta.

Note

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 718, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Regio Decreto 8 luglio 1923, n. 1726
  6. ^ Da La Trebbia del 26 luglio 1908
  7. ^ Da La Trebbia del 25 settembre 1953
  8. ^ Gigi Pasquali, Cento anni di storia bobbiese - 1903-2003, tratto dagli articoli del settimanale bobbiese La trebbia, Bobbio 2003, Capitolo 2: Il fiume Trebbia pp.15-27
  9. ^ Comune di Zerba – (PC), su araldicacivica.it. URL consultato il 21 febbraio 2021.
  10. ^ http://www.pmap.it/parrocchiemap/ricerca_pm.jsp?diocesi=Piacenza+-+Bobbio&id_diocesi=&denominazione=Zerba Parrocchie, chiese ed oratori del comune di Zerba
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/

Bibliografia

  • Cesare Bobbi, Storia Ecclesiastica Diocesana di Bobbio - Pievi e Parrocchie della Diocesi - Archivi Storici Bobiensi, Bobbio
  • Leonardo Cafferini - Guida turistica “Piacenza e la sua provincia”, Zerba.
  • Daniele Bertacchi - Monografia di Bobbio (La provincia di Bobbio nel 1858), Comune di Zerba, Ristampa Bobbio 1991
  • Mons. Clelio Goggi Storia dei Comuni e delle Parrocchie della diocesi di Tortona - Tipografia "San Lorenzo" - 4ª Edizione - Tortona 2000
  • A.A.V.V. Selvaggia val Boreca: storia e natura di un confine lungo 4 regioni, Andrea Agogliati: ideazione, commenti; Mauro Germano, Nando Bellani: riprese, montaggio = (Storia e natura delle alte valli piacentine) - Documenti e Video, ASC, Salsominore 2002
  • Vittorio Pasquali - La Provincia di Bobbio Post napoleonica - Descrizione del territorio e dell'economia nell'anno 1814 - (Archivi di Stato di Torino: "Quadro del circondario di Bobbio", mazzo 44), il Contado di Ottone, Ed. Amici di San Colombano, Bobbio 2004
  • Carmen Artocchini Castelli piacentini - Edizioni TEP Piacenza 1967
  • A.Maestri. Il culto di San Colombano in Italia. Archivio storico di Lodi. 1939 e segg.
  • Archivum Bobiense Rivista annuale degli Archivi storici Bobiensi (1979-2008). Bobbio
  • Bruno Giontoni, Franca Balletti, I Feudi imperiali della Val Trebbia - Società e territorio tra Genova e Piacenza, De Ferrari Editore, Genova 2019, ISBN 978-88-5503-057-1 (88-5503-057-4)

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