Atalanta (Pacuvio)
Aspetto
Atalanta | |
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Tragedia di cui restano frammenti | |
Particolare dall'Atalanta e Ippomene di Guido Reni (1622-1625, Napoli, Museo nazionale di Capodimonte) | |
Autore | Marco Pacuvio |
Titolo originale | Atalanta |
Lingua originale | |
Genere | Cothurnata |
L'Atalanta (Atalanta) è una tragedia (cothurnata) del tragediografo latino Marco Pacuvio (circa 220-130 a.C.) di cui restano oggi solo alcuni frammenti.[1][2] Realizzata forse a partire da uno sconosciuto originale greco non pervenuto, ad oggi,[1] l'opera trattava la storia della giovane Atalanta: ella, abbandonata appena nata e allevata da un'orsa inviata da Artemide, vive tra i boschi dedita alla caccia e gareggia nella corsa con i suoi innamorati, che, sconfitti, uccide. Diversamente dalla versione del mito più diffusa, nell'opera di Pacuvio la sfida allora il figlio Partenopeo, che ella ha abbandonato alla nascita: Atalanta riesce a vincerlo, ma, quando sta per ucciderlo, lo riconosce e gli rivela la sua identità, salvandolo.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- William Beare, I Romani a teatro, traduzione di Mario De Nonno, Roma-Bari, Laterza, gennaio 2008 [1986], ISBN 978-88-420-2712-6.
- Giancarlo Pontiggia e Maria Cristina Grandi, Letteratura latina. Storia e testi, Milano, Principato, marzo 1996, ISBN 978-88-416-2188-2.