Disturbo della memoria

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

La memoria è definita come la capacità di codificare, conservare e rievocare informazioni, sotto forma di ricordi. I disturbi della memoria possono compromettere tale capacità, in modo più o meno grave, in base alle strutture neuroanatomiche colpite[1].

I disturbi della memoria possono essere progressivi, nel caso ad esempio di malattia di Alzheimer o immediati, ad esempio a seguito di un trauma cranico[2].

Molte conoscenze sulle funzioni della memoria derivano da studi su tali patologie, rilevanti furono ad esempio le scoperte fatte grazie allo studio del paziente H.M., affetto da gravi disturbi mnestici[3].

Lo stesso argomento in dettaglio: Amnesia.

La perdita di memoria è chiamata amnesia, un disturbo presente in molti tipi di patologie; studiando le loro diverse forme e osservando i difetti organici che appaiono nei singoli sottosistemi del cervello, si può risalire alla funzione di tali sottosistemi in un cervello sano[4].

L'amnesia può essere anterograda (quando non è più possibile apprendere e ricordare eventi dopo l'evento lesivo) o retrograda (quando vengono cancellate memorie relative ad anni precedenti rispetto alla data della lesione)[4].

L'amnesia anterograda, però, non preclude completamente la capacità di apprendere in chi ne è colpito, infatti alcuni tipi di apprendimento (spaziale, riconoscimento, stimolo-risposta) sono comunque conservati ed il vero danno avviene a livello della memoria dichiarativa o esplicita[4].

Altri disturbi di memoria

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Tra i disturbi o deficit della memoria si possono annoverare:

  • La paramnesia, cioè la falsificazione della memoria attraverso una distorsione del ricordo (vedi anche sindrome dei falsi ricordi).
  • L'ipermnesia, una esagerata ritenzione mnestica.
  • L'allomnesia, ovvero i ricordi falsati in termini di spazio o tempo per errore di locazione.
  • La pseudomnesia, ovvero allucinazioni della memoria.
  • L'ecmnesia, ovvero la trasformazione di ricordi in esperienze attuali.
  • L'immagine eidetica, un ricordo visivo vissuto talmente vividamente da sembrare un'allucinazione.
  • Il ricordo paravento (o ricordo di copertura) ossia un ricordo che a livello conscio è tollerabile ma che nasconde, inconsciamente, un evento traumatico.
  • La rimozione, cioè la dimenticanza inconsapevole di eventi considerati inaccettabili.
  • La letologia, che è la temporanea incapacità di ricordare un nome proprio o di un oggetto.
  • Un disturbo della memoria di fissazione non permette ai nuovi ricordi di fissarsi e sostituire per aggiornamento i vecchi, mentre un disturbo alla memoria di rievocazione non permette ai vecchi di tornare in mente e tutti i ricordi sono continuamente aggiornati, fino alla scomparsa della percezione del proprio passato, nei casi più gravi.
  • La criptomnesia, esperienza del non rendersi conto che si sta ricordando (mancato riconoscimento del ricordo come ricordo).
  • I ricordi schermo, a seguito di un trauma, sono i dettagli specifici su cui ci fissiamo per nascondere gli aspetti emotivi più dolorosi.

I disturbi delle funzioni mnestiche si possono rintracciare in varie sindromi, malattie congenite o degenerative, quali ad esempio:

Esistono poi una serie di disturbi del funzionamento mentale che possono accompagnarsi con "perdite" della memoria, ad esempio:

Voci correlate

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Controllo di autoritàLCCN (ENsh85083500 · BNF (FRcb119795910 (data) · J9U (ENHE987007563004105171 · NDL (ENJA00565930