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La maschera del demonio (film 1960)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La maschera del demonio
Barbara Steele in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1960
Durata87 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,66:1
Genereorrore
RegiaMario Bava
Soggettodalla novella Vij di Nikolaj Vasil'evič Gogol'
SceneggiaturaEnnio De Concini, Mario Bava, Mario Serandrei
ProduttoreMassimo De Rita, Lionello Santi
Casa di produzioneGalatea Film
FotografiaMario Bava
MontaggioMario Serandrei
Effetti specialiMario Bava
MusicheRoberto Nicolosi
ScenografiaGiorgio Giovannini
CostumiTina Loriedo Grani
TruccoFrancesco Freda
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

La maschera del demonio è un film del 1960 diretto da Mario Bava.

La pellicola è considerata un'opera fondamentale nell'ambito del cinema horror italiano.[1]

Nel XVII secolo, in Moldavia, la principessa Asa è condannata a morte per stregoneria.

Duecento anni dopo, il dottor Choma Kruvajan e il suo assistente Andrej Gorobec penetrano nella cripta dove è stata sepolta la donna. A causa di un incidente, viene riportata in vita. La megera inizia, così, ad attuare la sua vendetta. A scontarne le conseguenze sarà la principessa Katia. Asa, infatti, cerca di impossessarsi del suo corpo, notando le incredibili somiglianze fisiche della nobile.

Soggetto e sceneggiatura

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L'idea del film nacque dal produttore Santi, dopo il notevole successo mediatico de Le fatiche di Ercole, diretto da Pietro Francisci.

Per realizzare il copione, De Concini e Bava si ispirarono alla novella Vij di Nikolaj Vasil'evič Gogol', testo a cui il cineasta era particolarmente legato.[2]

È l'esordio di Mario Bava dietro la macchina da presa. Con un budget ridotto, il cineasta è riuscito a ricreare atmosfere gotiche e tenebrose negli studi Titanus di Roma, curando in prima persona anche gli effetti speciali e la fotografia. Da sottolineare, inoltre, la già elaborata tecnica registica dell'autore. Nella pellicola sono presenti numerosi piani sequenza, dettati da movimenti scorrevoli e precisi della macchina da presa.[3]

Grazie a questo film, Barbara Steele venne, in seguito, scritturata in tantissime pellicole horror. Per questo motivo, è considerata la "regina del gotico italiano".[4]

Mario Bava e Barbara Steele non andarono, in principio, d'accordo. Successivamente, i due si riappacificarono. L'attrice, in varie interviste, lo ha ricordato come un ottimo regista, oltre che «un vero gentiluomo».[5]

Le riprese iniziarono il 28 marzo 1960 e terminarono il 10 maggio 1960.

Girato tra Roma e la provincia, la dimora della principessa Katia è, in realtà, il Castello Massimo di Arsoli.

Colonna sonora

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L'edizione musicale italiana è stata curata da Roberto Nicolosi. A dirigere l'orchestra fu, invece, il maestro Pierluigi Urbini.

Esiste una versione americana, completamente differente, composta da Les Baxter.

Distribuzione

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L'opera fu esportata all'estero e ottenne un ottimo successo di pubblico. In particolare, riscosse buoni incassi negli USA tanto che, ancora oggi, il film è considerato un cult. Quando uscì in America, venne inserito come double feature insieme a La piccola bottega degli orrori di Roger Corman.

In Italia, La maschera del demonio passò inosservato. Venne vietato ai minori a causa di alcune scene particolarmente violente per l'epoca. Nel Regno Unito, fino al 1968, fu addirittura bandito.

La Cineteca Nazionale ha curato il restauro del film.[6]

Asa punita con il supplizio della Maschera del Demonio, nell'incipit del film.

«È l'esordio nella regia di Bava, grande direttore della fotografia e geniale mago di trucchi che qui, appoggiandosi a un suggestivo apparato scenografico, esaltato da una fotografia virtuosistica che determina l'atmosfera, gli spazi, le emozioni, si cimenta in un esercizio di delirante necrofilia»

«Acclamato dai cinefili inglesi e francesi (...) resta ancora oggi semisconosciuto nel suo Paese (...) Fu un modello per molti registi italiani di horror»

Influenza culturale

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Il lungometraggio è stato apertamente apprezzato da registi come Quentin Tarantino, Francis Ford Coppola[7] e Tim Burton, che ne ha tratto ispirazione per Il mistero di Sleepy Hollow.[8]

Altri cineasti hanno omaggiato alcune scene del film: secondo il sito Internet Movie Database vi sarebbero, tra questi, Michael Reeves ne Il grande inquisitore e Rob Zombie ne Le streghe di Salem.

Il figlio di Mario, Lamberto Bava, ne ha realizzato un remake televisivo.

  1. ^ La maschera del demonio: come l’Italia cambiò le sorti dell’horror, su Ecodelcinema. URL consultato il 13/4/21.
  2. ^ La maschera del demonio, su Enciclopedia Treccani. URL consultato il 31/3/21.
  3. ^ Giuseppe Vuolo, La maschera del demonio, su Ondacinema, 11 febbraio 2011. URL consultato il 31/3/21.
  4. ^ Barbara Steele, la regina del gotico, su Centro Sperimentale di Cinematografia. URL consultato il 14/4/21.
  5. ^ Max Borg, Barabara Steele a Torino 2019: "Mario Bava era un vero gentiluomo", su Movieplayer.it, 1º dicembre 2019. URL consultato il 31/3/21.
  6. ^ “20 film, 5 restauri: i classici del cinema italiano protagonisti al IX Festival del Film di Roma grazie a CSC-Cineteca Nazionale”, su Centro Sperimentale di Cinematografia. URL consultato il 31/3/21.
  7. ^ Cecilia Bressanelli, Mario Bava, l’horror cult che spaventò anche Tarantino, su Corriere della Sera, 2 agosto 2017, p. 3. URL consultato il 14/4/21.
  8. ^ Mario Bava - La maschera del demonio, su Sentieri Selvaggi, 13 dicembre 2005. URL consultato il 31/3/21.

Voci correlate

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Altri progetti

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