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Manio Aquillio (console 101 a.C.)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Manio Aquilio
Console della Repubblica romana nel 101 a.C.
Denario di Manio Aquillio, 109-108 a.C.
Nome originaleManius Aquillius
GensAquillia
PadreManio Aquillio
Legatus legionis89 a.C.
Consolato101 a.C.

Manio Aquillio [1] (latino: Manius Aquillius; fl. 104-88 a.C.) è stato un politico e generale romano della Repubblica.

Sconfisse gli insorti in occasione delle Guerre servili, ma fu catturato e ucciso durante la sua campagna contro Mitridate VI del Ponto.

Figlio di Manio Aquillio (console nel 129 a.C.) e nipote di Manio Aquillio, fu collega di Mario nel suo quinto consolato del 101 a.C. e suo luogotenente nella guerra contro i Teutoni. Fu incaricato di domare la Guerra servile in Sicilia (104-100 a.C.), causata dalla rivolta degli schiavi diretta dal cilicio Atenione: avendo sottomesso completamente gli insorti, tornò a Roma nel 100 a.C., celebrando un trionfo.

Nel 98 a.C. Lucio Fufio lo accusò di cattiva amministrazione in Sicilia. Nel processo che ne seguì, fu difeso da Marco Antonio Oratore: malgrado l'esistenza di prove schiaccianti della sua colpevolezza, venne prosciolto in considerazione del suo valore nella guerra servile.

Nell'89 a.C. fu inviato in Asia come legato consolare a condurre la guerra contro Mitridate VI e i suoi alleati. Sconfitto presso Protophachium insieme all'alleato bitino Nicomede IV,[2] fuggì prima a Pergamo, poi a Mitilene, dove fu catturato e consegnato a Mitridate.[3] Mitridate lo trattò inumanamente, facendolo poi morire colandogli dell'oro fuso in gola.

Predecessore Console romano Successore
Quinto Lutazio Catulo
e
Gaio Mario IV
(101 a.C.)
con Gaio Mario V
Lucio Valerio Flacco
e
Gaio Mario VI
Controllo di autoritàVIAF (EN1909155566430513380009 · GND (DE1183430779