Saticula

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Questo splendido cratere a campana è di Assteas, è esposto al Museo Archeologico di Napoli ed è stato rinvenuto in area archeologica di Sant'Agata de' Goti (BN), l' antica Saticola.
Cratere a figure rosse proveniente da Saticula
Altro cratere, recante la firma di Asteas
300px/Pelike attribuito al Pittore d' Heracle, rinvenuto a Sant' Agata de' Goti

Saticula è il nome di un'antica città sannita, facente parte della Confederazione delle Città Sannite. Il luogo preciso della sua ubicazione è pressocché sconosciuto, perché forse, come dalla tradizione tramandata dalla storia romana e dalla tradizione popolare locale, essa fu completamente distrutta dai Romani per ritorsione e vendetta contro i Sanniti che avevano umiliato i soldati romani alle Forche Caudine (321 a.C.).

Si può tuttavia ricavare un areale assai probabile del suo sito: doveva trovarsi tra l'antica Capua a nord, Caudium a est e il territorio campano a ovest, sulla sponda sinistra del fiume Volturno, presumibilmente alle pendici del monte Taburno.

La sua gente, i Saticoli, viene menzionata da Virgilio nel Libro VII dell'Eneide: perciò, già all' epoca della fondazione di Roma, gli abitanti di Saticula vengono distinti, e chiaramente indicati e riconosciuti nella loro identità.

In effetti, l'area della sua probabile ubicazione sta restituendo a partire già dal XVIII sec. una massa imponente per quantità e straordinaria per qualità di reperti archeologici, come vasellame, monili, monete, oltre a tombe e necropoli etrusche. Sia la tradizione locale che il giudizio esperto di archeologi indicano nell'odierna Sant'Agata de' Goti (BN) la città che sarebbe sorta sul suo areale molti secoli dopo la sua distruzione, e che ne sarebbe l' erede storica.

Le radici del suo toponimo vanno fatte risalire generalmente al periodo etrusco, e il nome stesso latinizzato in sèguito all' espansione della civiltà romana. In effetti, se l'etimo del nome Saticula lo si facesse derivare dal latino, vorrebbe significare molto coltivata o molto colta e quindi molto civile, come del resto ci attestano i vasi saticulani, fra cui un cratere rappresentante il mito di Alcmene dell'omonima tragedia di Euripide, che è conservato nel Museo Britannico di Londra.[1]

Ma, poiché i Saticoli e la loro città Saticola preesistevano ai Romani, avrebbe forse ragione quello studioso inglese, che sostiene che l' etimo di Saticola sarebbe l'osco "sati-ko"; e quindi, se così fosse, la fondazione di Saticula si dovrebbe riportare al periodo osco, alle fasi cioè delle migrazioni degli Osci nel Meridione d'Italia (VI-V secolo a.C.).

Dall' analisi del repertorio dei ritrovamenti archeologici in area presumibilmente di Saticula si può pensare che la Città, per la sua posizione geografica di immediato confine con la Campania, fosse più un centro di commerci e di scambi "artistici" che una cittadella più specificamente militare, quale poteva essere ad esempio Caudium. Difatti, il vasellame di squisita fattura artistica rinvenuto a Sant' Agata de' Goti proveniva da Paestum; e così anche i monili provenivano probabilmente dalla Magna Graecia o dall' Etruria.

Fonti e Riferimenti

  • T. Livio, Ab Urbe Condita, l.VII, cap. 32, cap. 34
  • Domenico Romanelli, Antica Topografia Istorica del Regno di Napoli, 1815/1819
  • Hirpinia et Daunia, Toponomastica dell' Antichità, Antonio Sciarretta

Note

  1. ^ Michele Melenzio, Panorami d'Italia, ed. Sannio pag.171

Collegamenti esterni

Considerazioni Storiografiche

La cinica e crudele opera di annientamento di Saticula subìta dai Romani non lasciò traccia nemmeno delle fondamenta di questa città. Nondimeno, ad un' osservazione della mappa dei siti archeologici campani, e maggiormente da una riflessione sui percorsi delle antiche civiltà appenniniche, così come dalle analisi e test sui metalli e sulle terracotte e ceramiche rinvenuti sul sito presunto saticolano, degli elementi significativi e decisivi sulla sua localizzazione si possono trarre. In realtà, tali elementi sono evidentemente già in possesso alla Sovrintendenza di Avellino-Benevento-Salerno, al punto da rendere ufficiale questo dato (si veda il sito web). Saticula stava nel comprensorio di Sant' Agata de' Goti, e se ne potrebbe stabilire una stretta equazione: la città sorgeva in un' area compresa tra Faggiano-Cotugni e San Pietro a Romagnano, a mezzo chilometro in linea con il centro storico di Sant' Agata. Perché, se la necropoli etrusca e i copiosissimi rinvenimenti archeologici (senza contare le distruzioni perpetrate dai contadini locali e degli scavatori forestieri (?) non sono le vestigia di un importante centro antico, allora che cosa sono?

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