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Scilluc

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Donna dell'etnia Scilluc

Gli Scilluc[1] (nella grafia inglese Shilluk) sono una popolazione del Sudan del Sud centrale e meridionale e si riferiscono a sé stessi come Chollo.

Occupano la zona dal bacino del Sobat al Nilo bianco, regione che ha come centro la città di Malakal, e vivono di agricoltura e allevamento. Vengono inoltre praticate la caccia e la pesca.

Parlano una lingua appartenente alla famiglia nilo-sahariana.

Nel 2002 la popolazione stimata era di circa 600.000 individui. Rappresentano il terzo gruppo etnico del Sudan del Sud, dopo i Dinka e i Nuer.

Vivono in grandi villaggi di capanne coniche ed entrambi i sessi si dividono il lavoro agricolo. La struttura sociale tradizionale è organizzata in clan familiari, raggruppati in tribù tra loro confederate. Un re ereditario e divino (reth), scelto tra i figli del re precedente, rappresenta l'eroe Nyikang, grande cacciatore e primo re, e simboleggia l'intero popolo, mentre i villaggi sono retti da capi eletti. Nella loro religione hanno un dio supremo e praticano il culto degli spiriti degli antenati. Attualmente tuttavia la maggior parte della popolazione ha adottato il Cristianesimo.

il popolo Scilluc costituì nel XV secolo un regno indipendente, noto nella storiografia come Regno Scilluc, fondato dal semileggendario eroe Nyikang. Il regno collassò nel 1861 a causa delle incursioni nell'area del Sudan da parte dell'Impero ottomano. Sebbene non dotato di autorità politica, il regno sporavvive oggi come entità cerimoniale, e dal 1993 il sovrano è Kwongo Dak Padiet I.[2]

La regione in cui vivono gli Scilluc è oggetto di un conflitto armato iniziato nel 2003 tra lo SPLA (Sudanese People's Liberation Army) e il governo. Una parte della popolazione è stata costretta ad abbandonare i propri villaggi e a rifugiarsi in città, a scapito della propria autosufficienza alimentare.

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