Thamnornis chloropetoides
Il kritika (Thamnornis chloropetoides (Grandidier, 1867)) è un uccello passeriforme della famiglia Bernieridae, nell'ambito della quale rappresenta l'unica specie ascritta al genere Thamnornis Milne-Edwards & Grandidier, 1882[2].
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome scientifico del genere, Thamnornis, deriva dall'unione delle parole greche θαμνος (thamnos, "cespuglio") ed ορνις (ornis, "uccello"), col significato di "uccello dei cespugli", in relazione allo stile di vita di questi uccelli; l'epiteto specifico chloropetoides deriva dall'aggiunta del suffisso di origine greca -oides ("simile a") a Chloropeta.[senza fonte]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Dimensioni
[modifica | modifica wikitesto]Misura 15 cm di lunghezza[3].
Aspetto
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uccelli dall'aspetto robusto, muniti di grossa testa allungata, becco forte, lungo e conico dall'estremità superiore lievemente uncinata, ali arrotondate, zampe forti e allungate e coda lunga quasi quanto il corpo e dall'estremità arrotondata: nel complesso, questi uccelli ricordano delle allodole.
Il piumaggio è piuttosto sobrio e dominato dalle tonalità del bruno dorsalmente (fronte, guance, nuca, dorso e coda, mentre le penne delle ali sono più scure e presentano orli giallo-olivastri) e del grigio-biancastro ventralmente (sopracciglio, gola e petto, mentre il ventre è beige), con presenza di una sottile mascherina facciale bruna.
Il becco è di colore grigio-rosato con tendenza a scurirsi sulla punta e sugli orli: le zampe sono di color carnicino, mentre gli occhi sono di colore bruno scuro.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uccelli diurni che vivono perliopiù in coppie o in gruppetti familiari, passando la maggior parte della giornata alla ricerca di cibo fra i cespugli o al suolo, tenendosi nel mentre in contatto mediante lunghe serie di veloci versi cinguettanti (dalla cui onomatopea deriva il loro nome comune in malgascio).
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Il kritika è essenzialmente insettivoro: la sua dieta è infatti composta in massima parte da insetti e dalle loro larve.
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uccelli monogami, la cui stagione riproduttiva cade in novembre-dicembre[3].
Il nido, a forma di coppa, viene edificato con foglie secche e pezzetti di corteccia attaccati al ramo verticale di un cespuglio con ragnatela: al suo interno la femmina depone 2-4 uova, che vengono covate per circa due settimane.
I pulli schiudono ciechi ed implumi: imbeccati e accuditi da ambedue i genitori, a circa tre settimane dalla schiusa essi sono in grado d'involarsi, ma continuano a rimanere coi genitori per un'altra ventina di giorni (seguendoli nei loro spostamenti e chiedendo loro l'imbeccata di tanto in tanto) prima di allontanarsene definitivamente e rendersi pienamente indipendenti.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Il kritika è endemico del Madagascar, del quale popola la porzione sud-occidentale a sud di Morondava e ad ovest di Fort Dauphin.
L'habitat di questi uccelli è rappresentato dalla boscaglia arida a prevalenza di cespugli spinosi e dalle aree marginali della foresta decidua secca, fino a 800 m di quota[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) BirdLife International 2016, Thamnornis chloropetoides, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 14 marzo 2018.
- ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Bernieridae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 13 marzo 2018.
- ^ a b c (EN) Thamnornis (Thamnornis chloropetoides), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 13 marzo 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Thamnornis chloropetoides
- Wikispecies contiene informazioni su Thamnornis chloropetoides
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Thamnornis chloropetoides, su Fossilworks.org.