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Umberto Boccioni: differenze tra le versioni

Al 2024 le opere di un autore italiano morto prima del 1954 sono di pubblico dominio in Italia. PD
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Versione delle 08:31, 15 apr 2014

Umberto Boccioni, autoritratto

Umberto Boccioni (1882 – 1916), pittore e scultore italiano.

Manifesto tecnico della scultura futurista

Per approfondire, vedi: Manifesti futuristi.

La scultura nei monumenti e nelle esposizioni di tutte le città d'Europa offre uno spettacolo così compassionevole di barbarie, di goffaggine e di monotona imitazione, che il mio occhio futurista se ne ritrae con profondo disgusto!

Citazioni

  • Noi dobbiamo partire dal nucleo centrale dell'oggetto che si vuol creare, per scoprire le nuove leggi, cioè le nuove forme che lo legano invisibilmente ma matematicamente all'infinito plastico apparente e all'infinito plastico interiore.
  • In scultura come in pittura non si può rinnovare se non cercando lo stile del movimento, cioè rendendo sistematico e definitivo come sintesi quello che l'impressionismo ha dato come frammentario, accidentale, quindi analitico. E questa sistematizzazione delle vibrazioni delle luci e delle compenetrazioni dei piani produrrà la scultura futurista.
  • Naturalmente noi daremo una scultura d'ambiente. Una composizione scultoria futurista avrà in sé i meravigliosi elementi matematici e geometrici che […] saranno incastrati nelle linee muscolari di un corpo.
  • Rovesciamo tutto, dunque, e proclamiamo l'assoluta e completa abolizione della linea finita e della statua chiusa. Spalanchiamo la figura e chiudiamo in essa l'ambiente [:] che il marciapiede può salire sulla vostra tavola e che […] la vostra lampada allaccia la sua ragnatela di raggi di gesso.
  • [T]utto il mondo apparente deve precipitarsi su di noi, amalgamandosi.
  • [N]ella scultura l'artista non deve indietreggiare davanti a nessun mezzo pur di ottenere una REALTÁ.
  • Nessuna paura è più stupida di quella che ci fa temere di uscire dall'arte che esercitiamo. Non v'è né pittura, né scultura, né musica, né poesia, non v'è che creazione!
  • Proclamare che la scultura si prefigge la ricostruzione astratta dei piani e dei volumi che determinano le forme, non il loro valore figurativo. (n.° 1)
  • Abolire in scultura come in qualsiasi altra arte il sublime tradizionale dei soggetti. (n.° 2)
  • [A]ffermare la necessità assoluta di servirsi di tutte le realtà per tornare agli elementi essenziali della sensibilità plastica. (n.° 3)
  • Distruggere la nobiltà tutta letteraria e tradizionale del marmo e del bronzo. (n.° 4)
  • Affermare che anche venti materie diverse possono concorrere in una sola opera allo scopo dell'emozione plastica. [Il concetto del "polimaterico"] (n.° 4)
  • Proclamare che nell'intersecazione dei piani di un libro con gli angoli d'una tavola, nelle rette di un fiammifero, nel telaio di una finestra, v'è più verità che in tutti i grovigli di muscoli, in tutti i seni e in tutte le natiche di eroi o di veneri che ispirano la moderna idiozia scultoria. (n.° 5)
  • Che solo una modernissima scelta di soggetti potrà portare alla scoperta di nuove idee plastiche. (n.° 6)
  • La cosa che si crea non è che il ponte tra l'infinito plastico esteriore e l'infinito plastico interiore, quindi gli oggetti non finiscono mai e si intersecano con infinite combinazioni di simpatia e urti di avversione. (n.° 9)
  • Bisogna distruggere il nudo sistematico, il concetto tradizionale della statua e del monumento! (n.° 10)

[Bisogna] rifiutare coraggiosamente qualsiasi lavoro, a qualsiasi prezzo, che non abbia in sé una pura costruzione di elementi plastici completamente rinnovati.

Bibliografia

  • Umberto Boccioni, Manifesto tecnico della scultura futurista, Direzione del Movimento futurista, 11 aprile 1912. (On-line su Irre. Toscana)

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