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Stato Islamico

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
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Bandiera dello Stato Islamico

Citazioni sullo Stato islamico o Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (abbreviato ISIS) oppure Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (abbreviato ISIL).

Citazioni

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  • A inizio settimana del settembre 2013 avevamo incontrato una rappresentante del partito curdo della Turchia, che ci ha raccontato che Aleppo (città siriana vicino al nord della Turchia) era sotto controllo dei ribelli e tra questi ribelli ci sono ex comandanti e generali dell'esercito siriano di Assad che conoscono molto bene la zona e sanno dove si trovano le armi convenzionali e chimiche, che hanno utilizzato per depredare le città; inoltre abbiamo avuto accesso a una serie di documenti raccolti dall'YPG (unità di difesa popolare curda) nella zona del Kurdistan siriano in cui i cosiddetti ribelli attaccano con il supporto di potenze straniere, in particolare quella della Turchia. I documenti sequestrati comprendono un certo numero di passaporti e carte d'identità, tra cui quelli di americani, egiziani, tunisini e cittadini del Bahrein. Questa documentazione è emersa dopo aver perquisito le sedi centrali dei gruppi Islamic State of Iraq, cioè ISIS, e il fronte Al-Nusra, affiliato ad Al Qaeda. Tutto ciò accadeva nel 2013, quando ancora l'ISIS non faceva paura ma era finanziata e supportata da noi e soprattutto era stata creata dagli Stati Uniti per far cadere Assad. (Paolo Bernini)
  • Adesso è il momento di agire, mettere tutto in opera: sovvenire ai bisogni immediati delle popolazioni sfollate, far sparire l'ISIS, trovare una soluzione politica per il futuro dell'Iraq con delle azioni politiche e militari. E non dimentichiamo che anche noi dobbiamo agire! (Philippe Barbarin)
  • Come comunità internazionale, penso che non dovremmo concentrarci sul carattere religioso di quel gruppo perché, facendolo, diamo loro una legittimazione che non meritano. Non importa come loro vogliono chiamarsi, importa come noi li chiamiamo. L'ISIS vuole essere chiamato islamico [...] così qualsiasi azione contro di loro sarà etichettata automaticamente come una guerra all'Islam, e questo è esattamente ciò che vogliono. Vogliono che appaia come se l'Occidente ingaggiasse una lotta contro l'Islam perché li aiuterà a reclutare combattenti. (Rania di Giordania)
  • Come Pol Pot e i Khmer Rossi, l’ISIS costituisce la mutazione di un terrore di stato occidentale elargito da un’avida élite imperiale imperterrita di fronte alle conseguenze di azioni intraprese e incurante di distanza e cultura. Della loro colpevolezza non si può neppure parlare nelle “nostre” società, il che ci rende complici di coloro che sopprimono questa verità cruciale. (John Pilger)
  • Combattere l'ISIS a partire dalle fonti di denaro che lo armano: petrolio e immigrazione clandestina. (Matteo Salvini)
  • Credo che si debba schierare la comicità. Se parli con la violenza parli la loro lingua. Ma se ridi di loro, mentre vanno in giro facendo il passo dell'oca, allora gli togli potere. (Bono)
  • Di norma, la propaganda nasconde l'orrore. Qui lo esibisce. Lo Stato islamico non dice: è la guerra, abbiamo il triste dovere di compiere azioni terribili per far trionfare il bene. No, rivendica il sadismo. È sul sadismo, sull'esibizione del sadismo, sull'autorizzazione a essere sadici che fa affidamento per convertire. (Emmanuel Carrère)
  • Gli atti diabolici del gruppo terroristico sono finiti, le conseguenze rimarranno, ma le fondamenta e le basi sono state annientate. (Hassan Rouhani)
  • Hamas è come l'ISIS. Sono due rami dello stesso albero velenoso. (Benjamin Netanyahu)
  • I miliziani dell'Isis operano come i cristiani che distruggevano l'arte pagana. (Kader Abdolah)
  • Il califfato islamico [...] affianca una lettura apocalittica dell’Islam con una burocrazia da stato di polizia che ha poco a che fare con le tradizioni ottomane del lontano passato, ma deve molto al partito Baath, basato sul modello sovietico; il concetto islamista della cospirazione demoniaca degli ebrei invece è un’eredità nazista. Insomma ci troveremmo al cospetto di un’unione infernale tra il peggio della storia d’Europa e di quella del Medio Oriente. (Paolo Mieli)
  • L'Isis è il male maggiore, la sua malvagità non si vedeva dal Medioevo. (Mike Pence)
  • L'Isis è un movimento sunnita e noi sappiamo che in questi ultimi anni la destabilizzazione del Medio Oriente ha provocato il risveglio di un vecchio conflitto religioso tra le due anime dell'Islam, i sunniti e gli sciiti. Non c'è dubbio che questa vecchia ruggine fra le due maggiori componenti dell'Islam ha in qualche modo contribuito a rendere il conflitto ancora più aspro.
    Il principale obiettivo dell'Islam sono i Paesi occidentali ma non escludo effettivamente che questa sorta di guerra civile e religiosa tra sunniti e sciiti esplosa nuovamente sia diventata importante, soprattutto per i grandi Paesi come l'Arabia Saudita e l'Iran, vale a dire i Paesi che sono la maggiore espressione delle due grandi anime dell'Islam. (Sergio Romano)
  • L'Isis è una specie di cancro che nasce nel cuore dell'Islam e che dell'Islam è una mutazione mortale. Come un tumore maligno si diffonde nell'organo che gli fa da casa, per poi diffondere le sue metastasi lungo tutto il corpo. Non è possibile capire dove colpirà, perché un cancro non ha strategia, se non quella di distruggere dove è più facile farlo.[1] (Francesco Cancellato[2])
  • L'ISIS privato delle armi è semplicemente un blog. (Trevor Noah)
  • Lo Stato Islamico è là perché quasi mezzo secolo di oppressione da parte degli Assad creò le condizioni per la sua nascita. Ciò che ci vuole è una politica basata sul dato di fatto in cui entrambi, Assad e lo Stato Islamico, sono parti dello stesso problema. (Amir Taheri)
  • Mi piacerebbe togliere la "I" della sigla ISIS perché non hanno nulla di islamico. (Rania di Giordania)
  • [A proposito della distruzione di antichi reperti archeologici] Neppure il Nazismo si è spinto a tanto facendo violenza a testimonianze mute e inermi di civiltà. [...] La distruzione delle opere d'arte è puro e semplice crimine. (Vittorio Sgarbi)
  • Oggi l'obiettivo dello Stato islamico è la nostra implosione sociale. La sua speranza è che la crisi dell'accoglienza faccia da detonatore. Il califfo ha una logica stringente e una spiccata propensione per l'autolesionismo occidentale. Tifa per il suprematismo bianco, il parrucchino di Donald Trump, le banlieue in fiamme, le leggi speciali, le carceri nel deserto, le comunità chiuse, le moschee vietate, i burkini al bando. In tre parole: lo «scontro di civiltà». Concederglielo sarebbe fatale. (Corrado Formigli)
  • Ovviamente non ho alcun rapporto con questo gruppo e con altri gruppi estremisti. A riprova di quel che dico c'è il fatto che questi gruppi sono diventati potenti in Iraq dopo che la mia famiglia ha lasciato il Paese. (Raghad Hussein)
  • Pensiamo ai bambini che crescono in mezzo alle bestie di Raqqa! (Asma al-Assad)
  • Per fronteggiare l'Is occorre una coalizione internazionale come quella che si creò contro Hitler durante la Seconda Guerra mondiale. (Vladimir Putin)
  • Quando le potenze mondiali si renderanno conto che l'Isis e gli altri radicali gruppi terroristici islamici non stanno combattendo contro Israele, contro l'occupazione o contro gli insediamenti? Quanto tempo ci vorrà ai leader del mondo libero per rendersi conto che le stragi in Tunisia e Francia sono dirette contro il cristianesimo e le fazioni musulmane che non sono d'accordo con i sostenitori dell'islam radicale? Invece premiano il finanziatore principale del terrorismo islamico, l'Iran. Se in Siria l'occidente avesse spedito grandi contingenti militari avrebbe fermato in tempo tutto questo. (Noah Klieger)
  • Questi fanatici che dicono di agire per conto dell'Islam sono in realtà i primi nemici dell'Islam. Ero e resto fermamente convinta che la maggioranza dei musulmani non ritenga che sia impossibile coniugare la fede religiosa e la costruzione di una società sostanzialmente laica, plurale nelle sue espressioni politiche, culturali, di fede. La tolleranza e il rispetto delle diversità non sono affatto estranee alla millenaria cultura islamica. (Nawal al-Sa‘dawi)
  • Se l'America e l'Europa avessero colpito con forza Assad nell'agosto 2013, quando usò il gas contro la sua popolazione, oggi non ci troveremmo davanti a una tragedia di questa portata. I potenti hanno abbandonato il popolo siriano. Fu l'America di George W. Bush a distruggere l'Iraq e a smantellare il suo esercito, che oggi si ritrova a combattere a fianco dell'autoproclamato imam Al Baghdadi, capo dell'Is ([L'ISIS]). Nel frattempo Bush trascorre giornate tranquille nel suo ranch texano. Nessuna istanza giudiziaria internazionale lo ha mai importunato. E quest'impunità alimenta gli estremismi, servendo da pretesto ai giovani che si arruolano nella jihad.(Tahar Ben Jelloun)
  • Si sa perfettamente chi li finanzia, come li finanziano, quali sono le industrie belliche che gli danno una mano, chi gli dà i soldi, ma non si può intervenire perché avete [il Governo Renzi] le mani legate, perché vi hanno messo lì gli stessi poteri forti che controllano questi traffici internazionali. (Alessandro Di Battista)
  • Sono contrario all'idea di fare guerra allo Stato Islamico, perché violenza chiama violenza. Più loro tagliano teste, più noi bombardiamo: qualcuno deve fermare questa catena di azione e reazione e deve farlo con il dialogo e la tolleranza religiosa. L'Is va ascoltato. Va piuttosto compiuto uno sforzo pacificatore da chi si ritiene civile, contro l'irrazionalità. L'Isis è costituito da un gruppo di sunniti che si sentono emarginati in Iraq e hanno creato un movimento molto estremista, di fatto perché vogliono una patria e chiedono all'Iraq di cedere una piccola area, non più grande della Lombardia, per creare lo stato islamico. In pratica si tratta di un gruppo diviso da confini artificiali da tantissimi anni. L'Is va ascoltato, le sue ragioni vanno comprese, perché come altre minoranze in Europa e nel mondo chiede una patria. (Umberto Veronesi)
  • Affrettatevi o musulmani a venire nel vostro Stato. È il vostro Stato. La Siria non è per i siriani e l’Iraq non è per gli iracheni. Questa terra è per i musulmani, tutti i musulmani.
  • Coloro che possono immigrare nello Stato Islamico dovrebbero farlo perché l’immigrazione nella casa dell’Islam è un dovere.
  • La creazione di un califfato è un obbligo. Non c’è vera religione finché non viene affermata la sharia.
  • Credo che lottare contro l’Isis richieda consenso di tutte le parti, e che tutti debbano fare la loro parte sulla base delle loro convinzioni e della loro capacità. Ma non dovrebbe essere lasciata solo a un gruppo o solo a un soggetto la responsabilità di sradicare l’Isis.
  • Dovete capire che noi non stiamo solo combattendo contro una organizzazione terrorista ma contro un vero e proprio Stato. L’isis è ben armato perché ha catturato l’equipaggiamento dell’esercito iracheno che ha in dotazione armi americane, dunque molto moderne e sofisticate. È impossibile dunque comparare quello che hanno nelle mani i terroristi e quello che abbiamo noi peshmerga.
  • Isis è originariamente parte di al Qaeda, e tutti loro hanno una stessa fonte: la scuola di al Qaeda, da cui sono poi passati per vari stati fino all’attuale. È una domanda molto importante la sua ma non posso risponderle in maniera dettagliata. Posso dirle che ci sono molti soggetti e nazioni che hanno sostenuto la crescita di questo gruppo e lo hanno fatto ognuno per propri scopi. Fino a che la situazione non è sfuggita loro di mano. Ora credo che siano tutti pentiti e molto infelici di questi risultati.
  • Chi pensa che solo il Califfato sia composto da fanatici religiosi, che si esaltano al pensiero di ripetere le grandi battaglie del passato, sbaglia di grosso. Anche gli "alleati" del presidente Obama fuori Mosul sono altrettanto fanatici.
  • I politici e gli esperti concordano che per sconfiggere l'ISIS bisogna sradicare la causa principale della sua esistenza, ma poche persone concordano sulla sua natura.
  • La bandiera nera dello Stato islamico non sventola più sulle città del Califfato e infatti il numero di roccaforti ancora nelle mani dell'Isis è pressoché nullo: persino la Capitale, Raqqa, è sotto attacco. Non possiamo più parlare di un progetto nazionalista perché l'idea di costruire un nuovo Stato, la versione moderna del vecchio Califfato, sta sfumando e con lei anche il messaggio propagandistico dell'Isis che tanta presa ha avuto sui giovani musulmani. Una vittoria? No, un passo in avanti, siamo ancora lontanissimi dalla risoluzione del problema e ancora più lontani dal neutralizzare la minaccia dell’Isis a casa nostra.
  • Lo Stato islamico ha portato l’ordine, nonché l'elettricità e l'acqua corrente. Nonostante l'orrore della legge sharia, la popolazione locale l'ha accettata perché per secoli i leader tribali l'hanno applicata.
  • Non importa quanto sia grande o se il gruppo che lo gestisce si chiama ISIS o qualcos'altro, a questo punto le sigle sono irrilevanti, ciò che conta è che esiste ancora. Non importa se ha perso l'80 per cento del suo territorio, ciò che conta è che non venga sconfitto. E la sconfitta verrà solo con pace non con la guerra. Una pace che implica nuove frontiere, ovvero una divisione dell'Iraq e della Siria, che idealmente includa anche piccole città e regioni indipendenti per le minoranze, ad esempio Cristiani e Yazidis.
  • Senza riconciliazione, è solo una questione di tempo prima che la popolazione sunnita sviluppi nostalgia per il califfato e percepisca la sua brutalità come una solida difesa dei sunniti contro il mondo.
  • Gruppi come al Qaida e ISIS sfruttano la rabbia crescente tra la popolazione quando questa sente che ingiustizia e corruzione non lasciano possibilità di migliorare la propria vita.
  • L'ISIS è Joker. Ha la capacità di infiammare l'intera regione. Questo è il motivo per cui dobbiamo combatterlo.
  • L'ISIS è un'emanazione diretta di Al Qaida in Iraq che è stata generata dalla nostra invasione. È un esempio di conseguenza indesiderata, ed è per questo che dovremmo in generale prendere bene la mira prima di sparare.
  • L'Isis non è musulmano. Nessuna religione perdona lo sterminio di innocenti, e la maggior parte delle vittime dell'Isis sono stati dei musulmani.
  • Nonostante il declino dell'Is, in Siria e in Iraq ha ancora la capacità di ispirare attacchi, anche negli Stati Uniti. Ma noi continueremo a combatterli senza sosta, in modo implacabile, e su tutti i fronti.
  • L'ISIS non è una minaccia esistenziale per gli Stati Uniti. Il cambiamento climatico, invece, è una potenziale minaccia esistenziale per il mondo intero, se non facciamo qualcosa.
  • Per distruggere lo Stato islamico stiamo conducendo i raid aerei più precisi della storia militare.
  • Provano a dipingersi come leader religiosi, come guerrieri santi che difendono l'Islam. È per questo che l'ISIS presume di potersi dichiarare lo Stato islamico. Propagandano l'idea che l'America, e in generale l'Occidente, è in guerra con l'Islam. In questo modo riescono a reclutare. In questo modo riescono a rendere i giovani dei fondamentalisti. Non dobbiamo accettare la loro premessa perché è una bugia. E non dobbiamo neanche concedere a questi terroristi la legittimazione religiosa che cercano. Non sono leader religiosi. Sono terroristi. E non siamo in guerra con l'Islam. Siamo in guerra con chi ha corrotto l'Islam.
  • Al Qaida e l’Isis sono due cose diverse: Al Qaida è il precursore primitivo di un progetto politico completamente diverso.
  • Il Califfato non è una falsificazione dell'Islam, ne è una parte. Quella oscura, il cuore nero. Se non partiamo da questa amara constatazione non capiremo mai. Il volerlo respingere in territori definibili neutri, come un qualcosa che non appartiene a niente ed è generato dalla follia di un gruppo di uomini è un modo per non capire. Il che non vuol dire che non sia una sanguinaria e criminale epopea. Lo è. Ma nasce all'interno dell'Islam. Al pari delle guerre di religione o della strage di San Bartolomeo. Una sanguinaria e crudele manifestazione del Cristianesimo.
  • Il califfo non è Bin Laden che stava nascosto nella grotta. Questa è una cosa completamente nuova: c’è una frontiera di due Stati che è stata disintegrata, creando una frontiera nuova che nelle carte geografiche non c’è. Le carte geografiche del mondo oggi sono false. La grande trovata pubblicitaria del califfato è stato dire: "Io sono il califfo, voglio ricostruire il grande califfato del VI secolo". Cosa che Bin Laden non ha mai neanche osato pensare. Questo è pericoloso, perché c’è un progetto, non è la follia di quattro fanatici.
  • Il modello è quello dell’Internazionale staliniana. C’era un centro della rivoluzione mondiale e poi c’erano vari paesi dell’Europa e del Terzo Mondo, altri punti rivoluzionari coordinati dal centro. È la stessa cosa che sta succedendo con l’ISIS, che si prefigge l’obiettivo di costruire un grande stato totalitario islamico che dovrebbe dispiegarsi nei confini dell’antico califfato del VI secolo.
  • L’Isis ha messo su un Welfare state. Questo nei giornali non lo scriviamo: pensiamo che a Mosul ci siano bande di assassini che girano per le strade, violentano le donne. Non è così: le prime cose che hanno fatto gli islamisti dell’Isis a Mosul sono state riaprire i forni perché la gente potesse comprare il pane, obbligare i dipendenti pubblici ad andare al lavoro come quando c’era il governo centrale, riaprire le scuole. Questa è gente che vuole restare, non va lì per saccheggiare. E noi continuiamo a pensare che sono una banda di folli criminali che, chissà come, si è impadronita di un territorio grande come la Francia e sta lì, massacra, ruba, uccide. Fa anche quello, però è uno Stato, c’è un’amministrazione.
  • Per i sequestri dell'Isis il riscatto non ha nessun rilievo perché la parte economica non esiste. Sequestrano persone per ammazzarle, per poter avere l'oggetto di una comunicazione sacrificale: uccidere brutalmente per dimostrare che il Califfato è potente e dispone della vita degli occidentali.

Note

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  1. Citato in L'Isis non esiste, Linkiesta.it, 4 luglio 2016.
  2. Giornalista e blogger italiano.

Voci correlate

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Altri progetti

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