Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane (collana Storia, economia e società. Saggi e ricerche, 12), 2020
1099. Era una sera di giugno quando, all’inizio di un’estate inevitabilmente torrida e alla fine ... more 1099. Era una sera di giugno quando, all’inizio di un’estate inevitabilmente torrida e alla fine di un percorso intrapreso tre anni prima, i crociati cominciarono a prendere d’assalto Gerusalemme. Gerardo stava in città. Da ospedaliere, svolgeva le sue mansioni nel monastero amalfitano di Santa Maria dei Latini, e faceva quel che poteva, con le poche risorse a disposizione per i molti ospiti, poveri, malati e pellegrini. All’indomani della conquista, divenne fondatore e rettore di un’istituzione, figlia del monachesimo benedettino, resasi indipendente per andare incontro alle esigenze nuove della mobilità devozionale. L’Ospedale accumulò privilegi e da subito numerose donazioni, sia in Oriente che in Occidente. Gerardo fu, di fatto, il primo gran maestro dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, detto poi di Rodi, infine di Malta, nel tempo coerentemente votato a una duplice missione, da un lato la difesa della cristianità, dall’altro la finalità assistenziale che è la vera cifra identitaria degli Ospedalieri. «Il libro contestualizza in modo eccellente il cambiamento e i caratteri di questa nuova istituzione e così facendo getta nuova luce su un Ordine del quale molto sapevamo per i secoli successivi, ma poco circa le origini» (dalla Prefazione di F. Cardini).
Bari, Adda (collana Itineraria. Territorio e insediamenti del Mezzogiorno medievale. Studi storici, 25), 2019
La distruzione del Santo Sepolcro ad opera del fatimide al-Hakim inaugura una fase nuova nella st... more La distruzione del Santo Sepolcro ad opera del fatimide al-Hakim inaugura una fase nuova nella storia del pellegrinaggio in Terra Santa. Anziché scoraggiarlo, sollecita un duplice sviluppo: da un lato sul piano numerico, anche perché la conversione dei Magiari apre la strada a un percorso lungo, arduo e avventuroso ma alla portata di tutti; dall’altro attraverso il diffondersi a macchia d’olio di reliquie, immagini e modelli gerosolimitani in Europa. La pratica devozionale coinvolge religiosi, cavalieri, mercanti e popolani desiderosi di fare penitenza e persino di morire in Palestina per guadagnarsi un posto in Paradiso. L’escatologia connessa al millenario della Passione ebbe un impatto sui pellegrinaggi e sulla formazione dell’idea di Crociata, ma su quest’ultima pesarono fattori politici. In Oriente, l’avanzata selgiuchide, le guerre tra Fatimidi e Turchi, l’intraprendenza degli emiri locali e la cupidigia di alcune schiere incontrollate di briganti obbligarono l’Europa a una risposta che appariva non più procrastinabile, perché non c’era un interlocutore unico col quale si potessero valutare vie alternative alla guerra. In Europa, la classe dirigente prende atto del successo del pellegrinaggio, nato come fenomeno spontaneo ma strutturatosi in forma organizzata nel corso dell’undicesimo secolo, e lo istituzionalizza a Clermont (1095): la Chiesa attraverso l’elaborazione della figura del miles Christi, la nobiltà feudale sul piano dell’espansione territoriale.
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa (collana Miti, storie, armonie, 6), 2015
Il Medioevo ha conosciuto molte mete di pellegrinaggio, tre delle quali furono dette "maggiori" p... more Il Medioevo ha conosciuto molte mete di pellegrinaggio, tre delle quali furono dette "maggiori" perché acquisirono, nel corso dei secoli, e per varie ragioni, prestigio tale da richiamare devoti da tutta Europa. Quello in Terra Santa, oltre ad essere il più antico, è il pellegrinaggio mediterraneo per antonomasia, perché si dispiega su tre continenti attraverso un viaggio combinato tra terra e mare.
Il volume consta di quattro parti. Nella prima l'A. illustra il quadro della mobilità in ottica di lunga durata senza prescindere da un'analisi di più ampio respiro legata alla psicologia del viaggio, al suo significato ambivalente, tra metafora e realtà, rinviando al dato socio-antropologico. Esamina quindi l'articolarsi di strade, rotte, porti, strutture d'accoglienza, mostrando come il viaggio mediterraneo rispondesse ad alcune leggi non scritte, e di lunga durata: stagionalità, necessità di navigare a vista, adattamento alle condizioni e alle occasioni, impossibilità di affrontare in solitudine percorsi di medio-lungo raggio. I tratti per via di terra erano scomodi, lunghi, faticosi, quelli in mare soggetti all'imprevisto e ancor più pericolosi. Nel complesso, tuttavia, il viaggio per mare risulta più veloce e meno dispendioso.
La seconda parte del volume va alle origini del fenomeno, individua i primi pellegrinaggi, legati alla rifondazione della Città in chiave cristiana. L'A. assegna un ruolo di primo piano a Costantino, che legalizza il culto costruendo le prime basiliche cristiane, a sant'Elena, cui si lega il culto della Vera Croce, e alla cerchia di Gerolamo. Il pellegrinaggio cristiano viene svincolato dai precedenti ebraici e collocato nel quadro politico-religioso del IV secolo. Le figure femminili risultano emblematiche: dimostrano come, nonostante le difficoltà, le opposizioni interne alla Chiesa, i costi e l'asprezza del viaggio, la voglia di partire devotionis causa fosse più forte di qualunque ostacolo.
La successione dei resoconti di pellegrinaggio, lo sviluppo dei santuari e delle strutture ospedaliere, il propagarsi delle reliquie e dei signa peregrinorum fanno propendere l'A. per una continuità del fenomeno, che però si ristruttura dopo l'irruzione dell'Islam. Qualche decennio dopo l'ingresso a Gerusalemme delle truppe di Omar (637), si registra il pellegrinaggio del vescovo franco Arculfo, che lascia persino uno schizzo della pianta del Santo Sepolcro. Il dato archeologico, architettonico, iconografico, è centrale nell'analisi del pellegrinaggio ed è connesso alla costruzione delle basiliche, alla definizione di una specifica architettura, alla diffusione delle reliquie, al veicolarsi delle immagini dei santi che viaggiano.
L'ultima parte del lavoro ripercorre i lineamenti storiografici legati a un tema inizialmente studiato solo in ottica coloniale e poi ancorato alle crociate. L'analisi di storia della storiografia mostra, a partire da Hegel, come si sia sviluppato l'interesse per il tema, assurto solo recentemente a soggetto storiografico. L'A. delinea un interesse rapsodico accresciutosi in occasione delle ricorrenze giubilari, soprattutto in riferimento al viaggio ad limina Apostolorum. Una questione centrale è l'incrocio pellegrinaggio-crociate. Per quanto sotto molti aspetti vicine tra loro, le due tematiche «si sono andate divaricando nella concreta ricerca storica» (Cardini). La loro separazione non è, per l'A., una scelta a priori: s’individua un momento di rottura nella storia del pellegrinaggio attorno all'anno Mille quando cambia la tipologia delle fonti, il numero dei pellegrini in viaggio, il quadro geopolitico, etc.
Il viaggio per devozione emerge come fenomeno di struttura, certamente condizionato, come avveniva per la mobilità commerciale e militare, dal clima, dall'alternarsi delle stagioni, dal quadro militare, ma mai interrottosi per periodi medio-lunghi.
"Rivista di Storia della Chiesa in Italia", 2 (2022), pp. 385-398, 2022
All'inizio del dodicesimo secolo un vescovo di Valencia in fuga dalla sua città, appena riconquis... more All'inizio del dodicesimo secolo un vescovo di Valencia in fuga dalla sua città, appena riconquistata dai Mori, parte in pellegrinaggio alla volta di Gerusalemme. Ma muore, lungo il tragitto, a Bari, dove lascia nelle mani dell'arcivescovo Elia le preziose reliquie del braccio di san Vincenzo martire. Una parte delle reliquie sarebbe stata traslata a Venezia e infine riportata a Valencia.
in «Per aspera ad astra». Studi per il cinquantesimo anniversario di sacerdozio di Iwan Dacko, a cura di G. Scarabelli, Viareggio, Edizioni La Villa, ISBN 978-88-31971-08-9, pp. 63-75, 2021
Il confronto tra le cronache di Guglielmo di Tiro e Guglielmo di Santo Stefano permette di deline... more Il confronto tra le cronache di Guglielmo di Tiro e Guglielmo di Santo Stefano permette di delineare i primordi dell'Ospedale di Gerusalemme e del ruolo chiave del Mezzogiorno d'Italia nel sistema dei traffici mediterranei funzionali alla mobilità commerciale e religiosa da cui originò l'istituzione amalfitana resasi indipendente sotto la guida del praepositus Gerardo.
Alcuni documenti finora inediti provenienti dall'Archivio dell'Ordine di San Giovanni alla Vallet... more Alcuni documenti finora inediti provenienti dall'Archivio dell'Ordine di San Giovanni alla Valletta e dall'Archivio Apostolico Vaticano consentono di tratteggiare la parabola di Pietro Pignatelli, priore di Roma, precettore capitolare di Santo Stefano di Monopoli e, più tardi, priore di Messina. Napoletano, alto esponente della gerarchia giovannita dell'Italia meridionale a cavallo tra XIV e XV secolo, Pignatelli seppe destreggiarsi nel difficile periodo dello Scisma d'Occidente, le cui ripercussioni sull'Ordine portarono all'opposizione tra il gran maestro Juan Fernández de Heredia e l'alter ego Riccardo Caracciolo. Le vicende legate a Pietro Pignatelli e alla precettorìa capitolare di Santo Stefano a Monopoli rivelano come nel Mezzogiorno i membri della nobiltà locale "cogliessero l'occasione" dello Scisma per soppiantare, progressivamente, quelli di origine provenzale alla guida dei priorati e delle domus. Parole chiave: Ospedalieri; Scisma d'Occidente; Precettorìe capitolari; Italia meridionale; Capitolo generale di Napoli. New documents from the Archives of the Order of Saint John in Valletta and from the Vatican Apostolic Archive shed a light on the figure of Pietro Pignatelli, prior of Rome, capitular bailiff of Santo Stefano in Monopoli and later prior of Messina. He was from Naples and became a high exponent of the Hospitaller hierarchy of Southern Italy between the end of the XIV and the beginning of the XV century. He was able to obtain important roles and responsibilities despite a complicated period in the history of the Order, involved in the Western Schism, the repercussions of which led to the opposition between the grand master Juan Fernández de Heredia and his alter ego Riccardo Caracciolo. The events connected with Pietro Pignatelli and the capitular preceptory of Santo Stefano in Monopoli show how in the South of Italy the members of the local nobility gradually supplanted those of Provençal origin at the helm of the Hospitaller priories and domus.
Annali dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, 2020
La Peste Nera agli occhi di un grande viaggiatore musulmano del Trecento, che la incontra tra la ... more La Peste Nera agli occhi di un grande viaggiatore musulmano del Trecento, che la incontra tra la Siria e l'Egitto sulla via di un pellegrinaggio alla Mecca
R. Delli Quadri - G. Perta - E. Vermiglio (a cura di), Le Porte del Mare. Il Mediterraneo degli Stretti tra Medioevo ed Età Contemporanea, Napoli, Guida, 2019, 2019
L. Benedetti - B.M. Cecchini - M. Gemignani - T.M. Rossi (a cura di), «Tuitio fidei et obsequium pauperum». Studi in onore di fra' Giovanni Scarabelli per i cinquant'anni di sacerdozio, 2019
Un codice conservato nella Biblioteca Corsiniana (ms. 41-D-25) riporta nelle carte iniziali la re... more Un codice conservato nella Biblioteca Corsiniana (ms. 41-D-25) riporta nelle carte iniziali la redazione breve del racconto agiografico delle origini de''Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme. Rielaborando una notizia di Isidoro, che l'arcivescovo di Siviglia aveva tratto, a sua volta, da fonti antiche, il testo ruota attorno a personaggi del Vecchio e del Nuovo Testamento - il sacerdote Melchiorre, il re Antioco, Giuda Maccabeo, Giovanni Battista, santo Stefano - ambientando nella "Sacra Domus Hospitalis" gerosolimitana episodi della storia sacra per sollecitare le collette. Nel tentativo di asserirne il prestigio di antichità, il testo narra della continuità spaziale e istituzionale dello xenodochio dai tempi della sua supposta fondazione al Medioevo.
"Annali dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa", 2019
La componente escatologica del pellegrinaggio in Terra Santa legata a due date chiave: il 1009 co... more La componente escatologica del pellegrinaggio in Terra Santa legata a due date chiave: il 1009 con la distruzione del Santo Sepolcro ad opera del fatimide Hakim e il 1033 a mille anni dalla Passione di Cristo.
S. A. Mourad - N. Koltun-Fromm - B. Der Matossian (a cura di), Rootledge Handbook on Jerusalem, Taylor & Francis group, New York - London 2018, pp. 325-334.
“Annali della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere”, XVI (2016), Città del Vaticano, Manenti Edizioni 2017, pp. 373-392, ISBN 978-88-909657-8-4
Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane (collana Storia, economia e società. Saggi e ricerche, 12), 2020
1099. Era una sera di giugno quando, all’inizio di un’estate inevitabilmente torrida e alla fine ... more 1099. Era una sera di giugno quando, all’inizio di un’estate inevitabilmente torrida e alla fine di un percorso intrapreso tre anni prima, i crociati cominciarono a prendere d’assalto Gerusalemme. Gerardo stava in città. Da ospedaliere, svolgeva le sue mansioni nel monastero amalfitano di Santa Maria dei Latini, e faceva quel che poteva, con le poche risorse a disposizione per i molti ospiti, poveri, malati e pellegrini. All’indomani della conquista, divenne fondatore e rettore di un’istituzione, figlia del monachesimo benedettino, resasi indipendente per andare incontro alle esigenze nuove della mobilità devozionale. L’Ospedale accumulò privilegi e da subito numerose donazioni, sia in Oriente che in Occidente. Gerardo fu, di fatto, il primo gran maestro dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, detto poi di Rodi, infine di Malta, nel tempo coerentemente votato a una duplice missione, da un lato la difesa della cristianità, dall’altro la finalità assistenziale che è la vera cifra identitaria degli Ospedalieri. «Il libro contestualizza in modo eccellente il cambiamento e i caratteri di questa nuova istituzione e così facendo getta nuova luce su un Ordine del quale molto sapevamo per i secoli successivi, ma poco circa le origini» (dalla Prefazione di F. Cardini).
Bari, Adda (collana Itineraria. Territorio e insediamenti del Mezzogiorno medievale. Studi storici, 25), 2019
La distruzione del Santo Sepolcro ad opera del fatimide al-Hakim inaugura una fase nuova nella st... more La distruzione del Santo Sepolcro ad opera del fatimide al-Hakim inaugura una fase nuova nella storia del pellegrinaggio in Terra Santa. Anziché scoraggiarlo, sollecita un duplice sviluppo: da un lato sul piano numerico, anche perché la conversione dei Magiari apre la strada a un percorso lungo, arduo e avventuroso ma alla portata di tutti; dall’altro attraverso il diffondersi a macchia d’olio di reliquie, immagini e modelli gerosolimitani in Europa. La pratica devozionale coinvolge religiosi, cavalieri, mercanti e popolani desiderosi di fare penitenza e persino di morire in Palestina per guadagnarsi un posto in Paradiso. L’escatologia connessa al millenario della Passione ebbe un impatto sui pellegrinaggi e sulla formazione dell’idea di Crociata, ma su quest’ultima pesarono fattori politici. In Oriente, l’avanzata selgiuchide, le guerre tra Fatimidi e Turchi, l’intraprendenza degli emiri locali e la cupidigia di alcune schiere incontrollate di briganti obbligarono l’Europa a una risposta che appariva non più procrastinabile, perché non c’era un interlocutore unico col quale si potessero valutare vie alternative alla guerra. In Europa, la classe dirigente prende atto del successo del pellegrinaggio, nato come fenomeno spontaneo ma strutturatosi in forma organizzata nel corso dell’undicesimo secolo, e lo istituzionalizza a Clermont (1095): la Chiesa attraverso l’elaborazione della figura del miles Christi, la nobiltà feudale sul piano dell’espansione territoriale.
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa (collana Miti, storie, armonie, 6), 2015
Il Medioevo ha conosciuto molte mete di pellegrinaggio, tre delle quali furono dette "maggiori" p... more Il Medioevo ha conosciuto molte mete di pellegrinaggio, tre delle quali furono dette "maggiori" perché acquisirono, nel corso dei secoli, e per varie ragioni, prestigio tale da richiamare devoti da tutta Europa. Quello in Terra Santa, oltre ad essere il più antico, è il pellegrinaggio mediterraneo per antonomasia, perché si dispiega su tre continenti attraverso un viaggio combinato tra terra e mare.
Il volume consta di quattro parti. Nella prima l'A. illustra il quadro della mobilità in ottica di lunga durata senza prescindere da un'analisi di più ampio respiro legata alla psicologia del viaggio, al suo significato ambivalente, tra metafora e realtà, rinviando al dato socio-antropologico. Esamina quindi l'articolarsi di strade, rotte, porti, strutture d'accoglienza, mostrando come il viaggio mediterraneo rispondesse ad alcune leggi non scritte, e di lunga durata: stagionalità, necessità di navigare a vista, adattamento alle condizioni e alle occasioni, impossibilità di affrontare in solitudine percorsi di medio-lungo raggio. I tratti per via di terra erano scomodi, lunghi, faticosi, quelli in mare soggetti all'imprevisto e ancor più pericolosi. Nel complesso, tuttavia, il viaggio per mare risulta più veloce e meno dispendioso.
La seconda parte del volume va alle origini del fenomeno, individua i primi pellegrinaggi, legati alla rifondazione della Città in chiave cristiana. L'A. assegna un ruolo di primo piano a Costantino, che legalizza il culto costruendo le prime basiliche cristiane, a sant'Elena, cui si lega il culto della Vera Croce, e alla cerchia di Gerolamo. Il pellegrinaggio cristiano viene svincolato dai precedenti ebraici e collocato nel quadro politico-religioso del IV secolo. Le figure femminili risultano emblematiche: dimostrano come, nonostante le difficoltà, le opposizioni interne alla Chiesa, i costi e l'asprezza del viaggio, la voglia di partire devotionis causa fosse più forte di qualunque ostacolo.
La successione dei resoconti di pellegrinaggio, lo sviluppo dei santuari e delle strutture ospedaliere, il propagarsi delle reliquie e dei signa peregrinorum fanno propendere l'A. per una continuità del fenomeno, che però si ristruttura dopo l'irruzione dell'Islam. Qualche decennio dopo l'ingresso a Gerusalemme delle truppe di Omar (637), si registra il pellegrinaggio del vescovo franco Arculfo, che lascia persino uno schizzo della pianta del Santo Sepolcro. Il dato archeologico, architettonico, iconografico, è centrale nell'analisi del pellegrinaggio ed è connesso alla costruzione delle basiliche, alla definizione di una specifica architettura, alla diffusione delle reliquie, al veicolarsi delle immagini dei santi che viaggiano.
L'ultima parte del lavoro ripercorre i lineamenti storiografici legati a un tema inizialmente studiato solo in ottica coloniale e poi ancorato alle crociate. L'analisi di storia della storiografia mostra, a partire da Hegel, come si sia sviluppato l'interesse per il tema, assurto solo recentemente a soggetto storiografico. L'A. delinea un interesse rapsodico accresciutosi in occasione delle ricorrenze giubilari, soprattutto in riferimento al viaggio ad limina Apostolorum. Una questione centrale è l'incrocio pellegrinaggio-crociate. Per quanto sotto molti aspetti vicine tra loro, le due tematiche «si sono andate divaricando nella concreta ricerca storica» (Cardini). La loro separazione non è, per l'A., una scelta a priori: s’individua un momento di rottura nella storia del pellegrinaggio attorno all'anno Mille quando cambia la tipologia delle fonti, il numero dei pellegrini in viaggio, il quadro geopolitico, etc.
Il viaggio per devozione emerge come fenomeno di struttura, certamente condizionato, come avveniva per la mobilità commerciale e militare, dal clima, dall'alternarsi delle stagioni, dal quadro militare, ma mai interrottosi per periodi medio-lunghi.
"Rivista di Storia della Chiesa in Italia", 2 (2022), pp. 385-398, 2022
All'inizio del dodicesimo secolo un vescovo di Valencia in fuga dalla sua città, appena riconquis... more All'inizio del dodicesimo secolo un vescovo di Valencia in fuga dalla sua città, appena riconquistata dai Mori, parte in pellegrinaggio alla volta di Gerusalemme. Ma muore, lungo il tragitto, a Bari, dove lascia nelle mani dell'arcivescovo Elia le preziose reliquie del braccio di san Vincenzo martire. Una parte delle reliquie sarebbe stata traslata a Venezia e infine riportata a Valencia.
in «Per aspera ad astra». Studi per il cinquantesimo anniversario di sacerdozio di Iwan Dacko, a cura di G. Scarabelli, Viareggio, Edizioni La Villa, ISBN 978-88-31971-08-9, pp. 63-75, 2021
Il confronto tra le cronache di Guglielmo di Tiro e Guglielmo di Santo Stefano permette di deline... more Il confronto tra le cronache di Guglielmo di Tiro e Guglielmo di Santo Stefano permette di delineare i primordi dell'Ospedale di Gerusalemme e del ruolo chiave del Mezzogiorno d'Italia nel sistema dei traffici mediterranei funzionali alla mobilità commerciale e religiosa da cui originò l'istituzione amalfitana resasi indipendente sotto la guida del praepositus Gerardo.
Alcuni documenti finora inediti provenienti dall'Archivio dell'Ordine di San Giovanni alla Vallet... more Alcuni documenti finora inediti provenienti dall'Archivio dell'Ordine di San Giovanni alla Valletta e dall'Archivio Apostolico Vaticano consentono di tratteggiare la parabola di Pietro Pignatelli, priore di Roma, precettore capitolare di Santo Stefano di Monopoli e, più tardi, priore di Messina. Napoletano, alto esponente della gerarchia giovannita dell'Italia meridionale a cavallo tra XIV e XV secolo, Pignatelli seppe destreggiarsi nel difficile periodo dello Scisma d'Occidente, le cui ripercussioni sull'Ordine portarono all'opposizione tra il gran maestro Juan Fernández de Heredia e l'alter ego Riccardo Caracciolo. Le vicende legate a Pietro Pignatelli e alla precettorìa capitolare di Santo Stefano a Monopoli rivelano come nel Mezzogiorno i membri della nobiltà locale "cogliessero l'occasione" dello Scisma per soppiantare, progressivamente, quelli di origine provenzale alla guida dei priorati e delle domus. Parole chiave: Ospedalieri; Scisma d'Occidente; Precettorìe capitolari; Italia meridionale; Capitolo generale di Napoli. New documents from the Archives of the Order of Saint John in Valletta and from the Vatican Apostolic Archive shed a light on the figure of Pietro Pignatelli, prior of Rome, capitular bailiff of Santo Stefano in Monopoli and later prior of Messina. He was from Naples and became a high exponent of the Hospitaller hierarchy of Southern Italy between the end of the XIV and the beginning of the XV century. He was able to obtain important roles and responsibilities despite a complicated period in the history of the Order, involved in the Western Schism, the repercussions of which led to the opposition between the grand master Juan Fernández de Heredia and his alter ego Riccardo Caracciolo. The events connected with Pietro Pignatelli and the capitular preceptory of Santo Stefano in Monopoli show how in the South of Italy the members of the local nobility gradually supplanted those of Provençal origin at the helm of the Hospitaller priories and domus.
Annali dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, 2020
La Peste Nera agli occhi di un grande viaggiatore musulmano del Trecento, che la incontra tra la ... more La Peste Nera agli occhi di un grande viaggiatore musulmano del Trecento, che la incontra tra la Siria e l'Egitto sulla via di un pellegrinaggio alla Mecca
R. Delli Quadri - G. Perta - E. Vermiglio (a cura di), Le Porte del Mare. Il Mediterraneo degli Stretti tra Medioevo ed Età Contemporanea, Napoli, Guida, 2019, 2019
L. Benedetti - B.M. Cecchini - M. Gemignani - T.M. Rossi (a cura di), «Tuitio fidei et obsequium pauperum». Studi in onore di fra' Giovanni Scarabelli per i cinquant'anni di sacerdozio, 2019
Un codice conservato nella Biblioteca Corsiniana (ms. 41-D-25) riporta nelle carte iniziali la re... more Un codice conservato nella Biblioteca Corsiniana (ms. 41-D-25) riporta nelle carte iniziali la redazione breve del racconto agiografico delle origini de''Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme. Rielaborando una notizia di Isidoro, che l'arcivescovo di Siviglia aveva tratto, a sua volta, da fonti antiche, il testo ruota attorno a personaggi del Vecchio e del Nuovo Testamento - il sacerdote Melchiorre, il re Antioco, Giuda Maccabeo, Giovanni Battista, santo Stefano - ambientando nella "Sacra Domus Hospitalis" gerosolimitana episodi della storia sacra per sollecitare le collette. Nel tentativo di asserirne il prestigio di antichità, il testo narra della continuità spaziale e istituzionale dello xenodochio dai tempi della sua supposta fondazione al Medioevo.
"Annali dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa", 2019
La componente escatologica del pellegrinaggio in Terra Santa legata a due date chiave: il 1009 co... more La componente escatologica del pellegrinaggio in Terra Santa legata a due date chiave: il 1009 con la distruzione del Santo Sepolcro ad opera del fatimide Hakim e il 1033 a mille anni dalla Passione di Cristo.
S. A. Mourad - N. Koltun-Fromm - B. Der Matossian (a cura di), Rootledge Handbook on Jerusalem, Taylor & Francis group, New York - London 2018, pp. 325-334.
“Annali della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere”, XVI (2016), Città del Vaticano, Manenti Edizioni 2017, pp. 373-392, ISBN 978-88-909657-8-4
G. D’Angelo - J. Martins Ribeiro (a cura di), Borders and Conflicts in the Mediterranean Basin, Fisciano (Sa), ICSR Mediterranean Knowledge 2016, pp. 143-157, ISBN 978-88-99662-01-1
R. Alaggio - J.M. Martin (a cura di), Quei maledetti normanni. Studi offerti a Errico Cuozzo, Ariano Irpino - Napoli 2016, pp. 883-903, ISBN 698-88-98028-0-1
in “Annali della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere”, XV (2015), Città del Vaticano, Scripta Manent Edizioni 2016, pp. 611-619, ISBN 978-88-909657-4-6
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Books by Giuseppe Perta
Il volume consta di quattro parti. Nella prima l'A. illustra il quadro della mobilità in ottica di lunga durata senza prescindere da un'analisi di più ampio respiro legata alla psicologia del viaggio, al suo significato ambivalente, tra metafora e realtà, rinviando al dato socio-antropologico. Esamina quindi l'articolarsi di strade, rotte, porti, strutture d'accoglienza, mostrando come il viaggio mediterraneo rispondesse ad alcune leggi non scritte, e di lunga durata: stagionalità, necessità di navigare a vista, adattamento alle condizioni e alle occasioni, impossibilità di affrontare in solitudine percorsi di medio-lungo raggio. I tratti per via di terra erano scomodi, lunghi, faticosi, quelli in mare soggetti all'imprevisto e ancor più pericolosi. Nel complesso, tuttavia, il viaggio per mare risulta più veloce e meno dispendioso.
La seconda parte del volume va alle origini del fenomeno, individua i primi pellegrinaggi, legati alla rifondazione della Città in chiave cristiana. L'A. assegna un ruolo di primo piano a Costantino, che legalizza il culto costruendo le prime basiliche cristiane, a sant'Elena, cui si lega il culto della Vera Croce, e alla cerchia di Gerolamo. Il pellegrinaggio cristiano viene svincolato dai precedenti ebraici e collocato nel quadro politico-religioso del IV secolo. Le figure femminili risultano emblematiche: dimostrano come, nonostante le difficoltà, le opposizioni interne alla Chiesa, i costi e l'asprezza del viaggio, la voglia di partire devotionis causa fosse più forte di qualunque ostacolo.
La successione dei resoconti di pellegrinaggio, lo sviluppo dei santuari e delle strutture ospedaliere, il propagarsi delle reliquie e dei signa peregrinorum fanno propendere l'A. per una continuità del fenomeno, che però si ristruttura dopo l'irruzione dell'Islam. Qualche decennio dopo l'ingresso a Gerusalemme delle truppe di Omar (637), si registra il pellegrinaggio del vescovo franco Arculfo, che lascia persino uno schizzo della pianta del Santo Sepolcro. Il dato archeologico, architettonico, iconografico, è centrale nell'analisi del pellegrinaggio ed è connesso alla costruzione delle basiliche, alla definizione di una specifica architettura, alla diffusione delle reliquie, al veicolarsi delle immagini dei santi che viaggiano.
L'ultima parte del lavoro ripercorre i lineamenti storiografici legati a un tema inizialmente studiato solo in ottica coloniale e poi ancorato alle crociate. L'analisi di storia della storiografia mostra, a partire da Hegel, come si sia sviluppato l'interesse per il tema, assurto solo recentemente a soggetto storiografico. L'A. delinea un interesse rapsodico accresciutosi in occasione delle ricorrenze giubilari, soprattutto in riferimento al viaggio ad limina Apostolorum. Una questione centrale è l'incrocio pellegrinaggio-crociate. Per quanto sotto molti aspetti vicine tra loro, le due tematiche «si sono andate divaricando nella concreta ricerca storica» (Cardini). La loro separazione non è, per l'A., una scelta a priori: s’individua un momento di rottura nella storia del pellegrinaggio attorno all'anno Mille quando cambia la tipologia delle fonti, il numero dei pellegrini in viaggio, il quadro geopolitico, etc.
Il viaggio per devozione emerge come fenomeno di struttura, certamente condizionato, come avveniva per la mobilità commerciale e militare, dal clima, dall'alternarsi delle stagioni, dal quadro militare, ma mai interrottosi per periodi medio-lunghi.
Edited Books by Giuseppe Perta
Papers by Giuseppe Perta
Il volume consta di quattro parti. Nella prima l'A. illustra il quadro della mobilità in ottica di lunga durata senza prescindere da un'analisi di più ampio respiro legata alla psicologia del viaggio, al suo significato ambivalente, tra metafora e realtà, rinviando al dato socio-antropologico. Esamina quindi l'articolarsi di strade, rotte, porti, strutture d'accoglienza, mostrando come il viaggio mediterraneo rispondesse ad alcune leggi non scritte, e di lunga durata: stagionalità, necessità di navigare a vista, adattamento alle condizioni e alle occasioni, impossibilità di affrontare in solitudine percorsi di medio-lungo raggio. I tratti per via di terra erano scomodi, lunghi, faticosi, quelli in mare soggetti all'imprevisto e ancor più pericolosi. Nel complesso, tuttavia, il viaggio per mare risulta più veloce e meno dispendioso.
La seconda parte del volume va alle origini del fenomeno, individua i primi pellegrinaggi, legati alla rifondazione della Città in chiave cristiana. L'A. assegna un ruolo di primo piano a Costantino, che legalizza il culto costruendo le prime basiliche cristiane, a sant'Elena, cui si lega il culto della Vera Croce, e alla cerchia di Gerolamo. Il pellegrinaggio cristiano viene svincolato dai precedenti ebraici e collocato nel quadro politico-religioso del IV secolo. Le figure femminili risultano emblematiche: dimostrano come, nonostante le difficoltà, le opposizioni interne alla Chiesa, i costi e l'asprezza del viaggio, la voglia di partire devotionis causa fosse più forte di qualunque ostacolo.
La successione dei resoconti di pellegrinaggio, lo sviluppo dei santuari e delle strutture ospedaliere, il propagarsi delle reliquie e dei signa peregrinorum fanno propendere l'A. per una continuità del fenomeno, che però si ristruttura dopo l'irruzione dell'Islam. Qualche decennio dopo l'ingresso a Gerusalemme delle truppe di Omar (637), si registra il pellegrinaggio del vescovo franco Arculfo, che lascia persino uno schizzo della pianta del Santo Sepolcro. Il dato archeologico, architettonico, iconografico, è centrale nell'analisi del pellegrinaggio ed è connesso alla costruzione delle basiliche, alla definizione di una specifica architettura, alla diffusione delle reliquie, al veicolarsi delle immagini dei santi che viaggiano.
L'ultima parte del lavoro ripercorre i lineamenti storiografici legati a un tema inizialmente studiato solo in ottica coloniale e poi ancorato alle crociate. L'analisi di storia della storiografia mostra, a partire da Hegel, come si sia sviluppato l'interesse per il tema, assurto solo recentemente a soggetto storiografico. L'A. delinea un interesse rapsodico accresciutosi in occasione delle ricorrenze giubilari, soprattutto in riferimento al viaggio ad limina Apostolorum. Una questione centrale è l'incrocio pellegrinaggio-crociate. Per quanto sotto molti aspetti vicine tra loro, le due tematiche «si sono andate divaricando nella concreta ricerca storica» (Cardini). La loro separazione non è, per l'A., una scelta a priori: s’individua un momento di rottura nella storia del pellegrinaggio attorno all'anno Mille quando cambia la tipologia delle fonti, il numero dei pellegrini in viaggio, il quadro geopolitico, etc.
Il viaggio per devozione emerge come fenomeno di struttura, certamente condizionato, come avveniva per la mobilità commerciale e militare, dal clima, dall'alternarsi delle stagioni, dal quadro militare, ma mai interrottosi per periodi medio-lunghi.