Lucia Pasetti (Piacenza 1971) è professoressa associata di Lingua e Letteratura Latina all'Al-ma ... more Lucia Pasetti (Piacenza 1971) è professoressa associata di Lingua e Letteratura Latina all'Al-ma Mater-Università di Bologna. Le sue ricer-che interessano principalmente la commedia latina, la prosa e la retorica di età imperiale, la didattica del latino. Per questo editore, ha pubblicato il saggio Plauto in Apuleio (2007). Coordina un progetto PRIN sulle Declamatio-nes minores a cui collaborano studiosi di varie università: Bologna (G. Dimatteo, C. Valenza-no), Genova (B. Santorelli), Graz (G. Krapin-ger), Palermo (A. Casamento). Questa Collana, diretta da Alfonso Traina, Professore Emerito di Letteratura Latina presso l'Università di Bologna, dagli anni '60 offre agili e rigorosi strumenti essenziali sia all'insegnamen to universitario, sia alla ricerca scientifica in tutti i campi del latino. Opere originali si alternano con traduzioni, curate da specialisti e sempre introdotte, rivedute e aggiornate. Il successo della Colla-na (pertinente a varie discipline come la Linguistica, la Filologia e la Storia letteraria) è attestato dalle numerose riedizioni, il cui costante aggiornamento la tiene al passo col progresso scientifico. € 52,00 134 a cura di L. PASETTI A. CASAMENTO G. DIMATTEO G. KRAPINGER B. SANTORELLI C. VALENZANO LE DECLAMAZIONI MINORI ATTRIBUITE A QUINTILIANO I (244-292) LE DECLAMAZIONI MINORI ATTRIBUITE A QUINTILIANO I (244-292) PÀTRON EDITORE Testo, traduzione e commento a cura di L. Pasetti, A. Casamento, G. Dimatteo, G. Krapinger, B. Santorelli, C. Valenzano Tradizionalmente attribuite a Quintiliano, le Declamazioni Minori (II sec. d.C.) rap-presentano un esempio straordinario di libro di scuola: lo strumento pensato da un maestro di retorica (forse Quintiliano stesso) per inse-gnare ai suoi studenti la difficile arte di tenere discorsi in pubblico. Nella raccolta, composta da 145 testi (superstiti di un ampio corpus di 338 discorsi), le spiegazioni del maestro si alternano a sintetici esempi di declamazione, elaborati a partire dai temi più vari: casi propedeutici all'attività forense-dispute ere-ditarie o contenziosi di natura economica-si accompagnano a situazioni romanzesche, come rapimenti messi in atto dai pirati, ve leni somministrati da perfide matrigne, bam bini abbandonati in fasce dai genitori. Appare così evidente la stretta relazione che le declamazioni intrattengono con il mito, la letteratura e, più in generale, l'immaginario antico. Dell'ampia raccolta quintilianea si propone qui la prima traduzione italiana, basata su un testo criticamente rivisto e accompagnata da un commento aperto alle molteplici prospet-tive di indagine che, da circa un ventennio, si sono sviluppate attorno alla declamazione coinvolgendo filologia e retorica, letteratura, diritto e antropologia antica.
The essays included in the volume, originated by the collaboration of philologists and historian... more The essays included in the volume, originated by the collaboration of philologists and historians of science, try to suggest a new critical perspective on Seneca’s Naturales Quaestiones, no more considered a mere compilation by a moralist doxographer, but a complex intertwinement of scientific, philosophical and literary themes that, from antiquity to our days, never ceased to inspire the thought on ethic and the scientific research, and to enrich literary imagery.
Numero speciale della rivista dedicato alla declamazione latina: 'Eloquentiae itinera. Declamazio... more Numero speciale della rivista dedicato alla declamazione latina: 'Eloquentiae itinera. Declamazione e cultura letteraria a Roma in età imperiale', a cura di A. Casamento, D. van Mal-Maeder, L. Pasetti
Dedicated to the 'Minor Declamation' ascribed to Quintilian, this volume explores different aspec... more Dedicated to the 'Minor Declamation' ascribed to Quintilian, this volume explores different aspects of this ancient school book: a manual introducing the reader to the daily work of a master rhetorician, as well as an instrument to explore ancient imagery and the close relationship connecting rhetoric literature and law
Il tema della metamorfosi, centrale nel mito e nella letteratura antica, è ben presente anche all... more Il tema della metamorfosi, centrale nel mito e nella letteratura antica, è ben presente anche alla riflessione scientifica sulla natur a. Prodotto di forze che sfuggono alle leggi di natura, la trasformazione prodigiosa è tuttavia pensata con le categorie proprie della trasformazione naturale e offre dunque un’importante occasione per riflettere su quella zona di confine tra letteratura e scienza che nel mondo antico era meno netta di quanto non sia oggi. Nel volume, studiosi di letteratura antica e storici della scienza esplorano il tema della metamorfosi, a partire dal mito di Dioniso, ai cataloghi ellenistici di metamorfosi, alla trattatistica alchemica e scientifica (da Aristotele alla medicina di età moderna), alla poesia (la poesia ellenistica e Ovidio), fino al romanzo di Apuleio e alle Confessioni di Agostino. Il volume contiene contributi di Alessandro Barchiesi, Alb erto Bernabé, Francesco Citti, Pietro Li Causi, Maria Conforti,Luis Arturo Guichard, Enrico Magnelli, Matteo Martelli, Damien Nelis, Alessandro Ottaviani, Lucia Pasetti, Bruna Pieri
I saggi contenuti nel volume, frutto della collaborazione tra filologi e storici della scienza, s... more I saggi contenuti nel volume, frutto della collaborazione tra filologi e storici della scienza, si propongono di collocare in una nuova prospettiva critica le Naturales Quaestiones senecane: non più soltanto la compilazione di un dossografo moralista, ma un complesso intreccio di temi scientifici, filosofici e letterari che, dall’antichità fino ai nostri giorni, non ha cessato di ispirare la riflessione etico-giuridica e l’indagine scientifica, e di arricchire l’immaginario della letteratura.
Le Declamazioni Minori attribuite a Quintiliano, I, 244-292, Introduzione, 2019
Introduzione al volume "Le declamazioni Minori attribuite a Quintiliano, (244-292)", Bologna, Pàt... more Introduzione al volume "Le declamazioni Minori attribuite a Quintiliano, (244-292)", Bologna, Pàtron 2019, XI-XLII
Nell'Introduzione all'opera vengono messi a fuoco i seguenti aspetti
- funzione dell'opera: un libro di scuola impiegato da un maestro di retorica per insegnare a declamare, che appartiene a una particolare tipologia di manualistica, orientata all'applicazione più che all'esposizone teorica; la teoria 'implicita' è quella esposta nell'Institutio quintilanea.
- facies linguistica: diverse peculiarità e apparenti anomalie (ripetizioni, ridondanze, brachilogie), si spiegano proprio in rapporto alla particolare funzione comunicativa.
- rapporto con la tradizione letteraria: le memorie letterarie che spesso affiorano nei modelli di declamazione (Cicerone e Seneca in particolare) non rispondono a una finalità estetica, ma essenzialmente didattica ed esemplificativa; rispondono perfettamente al canone quintilianeo.
- il rapporto con la lingua giuridica: nelle Declamationes minores più che nelle altre raccolte latine, abbondano i tecnicismi giuridici; in molti casi si rileva che espressioni ben accasate nella giurisprudenza di età imperiale fanno in quest'opera la loro prima apparizione.
- la tradizione del testo: i più recenti studi sul tema confermano una tradizione bipartita, con relazioni ancora da chiarire nei rami bassi dello stemma.
- la parternità quintilianea: dai dati raccolti attraverso l'analisi dei testi non emergono elementi in contrasto con l'ipotesi della paternità quintilianea, che ne esce, anzi, consolidata.
Il diritto allo stato puro? Le fonti giuridiche romane come documento della società antica, a cura di C. Buzzacchi- I. Fargnoli, 2021
L'articolo propone tre casi esemplari di convergenza tra declamazione latina e letteratura giurid... more L'articolo propone tre casi esemplari di convergenza tra declamazione latina e letteratura giuridica: (1) convergenza lessicale; viene proposto l'esempio di alcuni lessemi che fanno la loro comparsa nel corpus dei declamatori con valore non precisamente tecnico e che invece appariranno pienamente tecnicizzati nella letteratura giuridica; (2) analogie formali tra la tipologia testuale del thema e quella del caso giuridico: in entrambi i casi si tratta di microtesti tecnici che sfruttano in modo analogo l'implicito. (3) l'invettiva come punto di convergenza tra retorica e comunicazione politica nelle constitutiones di età imperiale (analisi dell'edictum de adulteriis di Costanzo e Costante (C. Th. 9.7.3, 4 Dic. 342)
Lucrezio, Seneca e noi. Studi per Ivano Dionigi, a cura del Centro Studi 'La permanenza del classico', 2021
Through the example of controuersiae 267 and 316, the article focuses on the reception of Seneca’... more Through the example of controuersiae 267 and 316, the article focuses on the reception of Seneca’s philosophical discourse in the Minor Declamations ascribed to Quintilian. Both texts pose the problem of the legitimacy of weeping; in the characterization of the weeping character interpreted by the declaimer, concepts and expressions used by Seneca in the representation of disturbed interiority come into play. Moreover, declamation, structurally conceived as a confrontation between two parts, allows, at least in some moments, to dramatize the contrast between the reasons of the tormented people and the voluntaristic and rationalistic perspective typical of Seneca’s philosophical discourse.
Le Declamazioni maggiori pseudoquintilianee nella Roma imperiale, Edited by Andrea Lovato, Antonio Stramaglia and Giusto Traina, 2021
Abstract: The chapter is based on a survey of para-legal terminology in the Major
Declamations. T... more Abstract: The chapter is based on a survey of para-legal terminology in the Major Declamations. The terms here defined as ‘para-legal’ are (1) expressions used in declamatory texts as technical terms, but having a different meaning in Roman legal literature; (2) terms that originate from legal language but in declamations lose their original sense and acquire instead a metaphorical or generic connotation. The latter type, much less studied than the former, reveals the close proximity of declamation to legal literature, which deeply influences the imagery of the declaimers as well as their language. Moreover, the distribution of such para-legal terms throughout the pseudo-Quintilianic corpus clearly brings out the differences between the Major and Minor Declamations as far as style and aims are concerned.
This article analyzes the semantic development of vicarius between the 3rd cent. BC and the 2nd c... more This article analyzes the semantic development of vicarius between the 3rd cent. BC and the 2nd cent. A.D., with the purpose of linking the most ancient technical meanings of the word to its subsequent non-technical meanings (starting with Cicero). While the most common technical, including juridical, meanings of vicarius (‘substitute’ for a servus and, in an official function, a ‘proxy’) are regularly listed in lexicons, the meaning of vicarius as a 'sacrificial substitute,’ in a magical-religious context, has so far received little attention. This meaning appears in a devotio of the 3rd cent. BC. reported by Macr. 3.9.9–13. Most of the occurrences of vicarius in the period under consideration actually seem linked to this last meaning, which is taken up and multiplied by school declamation. Indeed, vicarius becomes a terminus technicus specific to declamation, referring to acts of self-sacrifice that commonly occur in school controversiae.
L’articolo propone un’analisi dello sviluppo semantico di vicarius tra III a.C. e II d.C. con lo scopo di collegare le accezioni tecniche più antiche alle successive generalizzazioni (che iniziano con Cicerone). Mentre i significati tecnici più noti di vicarius (‘sostituto’ di un servus e come vicem agens in un manus istituzionale), documentati anche nella letteratura giuridica, sono riconosciuti dai lessici, è stata finora piuttosto trascurata l’accezione di vicarius come ’sostituto sacrificale’ in un contesto magico-religioso. Questo significato compare in una devotio del III a.C. riportata da Macr. 3,9,9-13. Gran parte delle occorrenze di vicarius nel periodo in esame sembra in realtà legata proprio a quest’ultima accezione, che viene ripresa e moltiplicata dalla declamazione di scuola. Vicarius si afferma infatti come tecnicismo specifico del linguaggio dei declamatori, per indicare un atto di autosacrificio ricorrente nelle controversie.
Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici, 2020
Abstract · The implicit allegory. A Middle Platonic reading of the end of Apuleius’ Metamorphoses... more Abstract · The implicit allegory. A Middle Platonic reading of the end of Apuleius’ Metamorphoses · This article proposes that the Middle Platonic allegorical reading of Homer’s Odyssey can serve as a key for understand-ing the ending of Apuleius’ Metamorphoses. The arrival of Lucius on the beach at Cenchreae has already been compared with the arrival of Odys-seus in Ithaca (Od. 13). According to a Middle Platonic reading of this epi-sode, shared by Apuleius and his readers, Odysseus represents the human soul which, after a long struggle against the rough seas of the sublunar world, reaches a ‘safe harbor’. Given this connection between the two works, it is argued in the paper that Lucius’ return could acquire a similar metaphysical dimension for the novel’s audience.
Sommario · L’articolo suggerisce che l’interpretazione medioplatonica dell’Odissea possa costituire una chiave di lettura per il finale delle Me-tamorfosi. L’arrivo di Lucio sulla spiaggia di Cencre è stato già posto in relazione con l’arrivo di Ulisse a Itaca. Secondo la lettura allegorica di questo episodio condivisa da Apuleio e dal suo pubblico, Ulisse è l’im-magine dell’anima che, dopo una lunga lotta con le acque agitate del mondo sublunare, raggiunge un porto sicuro ; è dunque probabile che per il pubblico del romanzo anche il ritorno di Lucio avesse un’allure metafisica.
Analisi delle particolari difficolta che incontra il traduttore di Plauto (resa della comicita, d... more Analisi delle particolari difficolta che incontra il traduttore di Plauto (resa della comicita, della dimensione teatrale e problemi relativi alla costituzione del testo da tradurre); proposta di traduzione per i vv. 182-226 dei Menaechmi.
Nelle Metamorfosi apuleiane l'immagine del ritorno è alla base di due gruppi di lessemi: quelli c... more Nelle Metamorfosi apuleiane l'immagine del ritorno è alla base di due gruppi di lessemi: quelli che indicano la retrotrasformazione (rappresentata come ritorno metaforico) e quelli che indicano il ritorno come il percorso metafisico dell'anima che risale dagli inferi alla luce. Le due tipologie di ritorno convergono nel libro XI e costituiscono una traccia lessicale che illumina la relazione tra il finale delle Metamorfosi e il libro XIII dell'Odissea, in cui si compie il ritorno di Odisseo in patria
Novom aliquid inventum Scritti sul teatro antico per Gianna Petrone, 2018
The expression Cerealis cena, used by Plautus in Men. 101
to indicate a ‘gargantuan banquet’, occ... more The expression Cerealis cena, used by Plautus in Men. 101 to indicate a ‘gargantuan banquet’, occurs only in this passage. On a stylistic level, this iunctura is fully in tune with Plautus’ verbal humour and seems to be an occasional creation rather than a common figure of speech. The expression, however, would be more meaningful, if considered as an allusion to the ieiunium Cereris, which was established in Rome in 191 BC. This possibility would also provide an element for dating the Menaechmi, whose chronology has always been difficult to determine.
Lucia Pasetti (Piacenza 1971) è professoressa associata di Lingua e Letteratura Latina all'Al-ma ... more Lucia Pasetti (Piacenza 1971) è professoressa associata di Lingua e Letteratura Latina all'Al-ma Mater-Università di Bologna. Le sue ricer-che interessano principalmente la commedia latina, la prosa e la retorica di età imperiale, la didattica del latino. Per questo editore, ha pubblicato il saggio Plauto in Apuleio (2007). Coordina un progetto PRIN sulle Declamatio-nes minores a cui collaborano studiosi di varie università: Bologna (G. Dimatteo, C. Valenza-no), Genova (B. Santorelli), Graz (G. Krapin-ger), Palermo (A. Casamento). Questa Collana, diretta da Alfonso Traina, Professore Emerito di Letteratura Latina presso l'Università di Bologna, dagli anni '60 offre agili e rigorosi strumenti essenziali sia all'insegnamen to universitario, sia alla ricerca scientifica in tutti i campi del latino. Opere originali si alternano con traduzioni, curate da specialisti e sempre introdotte, rivedute e aggiornate. Il successo della Colla-na (pertinente a varie discipline come la Linguistica, la Filologia e la Storia letteraria) è attestato dalle numerose riedizioni, il cui costante aggiornamento la tiene al passo col progresso scientifico. € 52,00 134 a cura di L. PASETTI A. CASAMENTO G. DIMATTEO G. KRAPINGER B. SANTORELLI C. VALENZANO LE DECLAMAZIONI MINORI ATTRIBUITE A QUINTILIANO I (244-292) LE DECLAMAZIONI MINORI ATTRIBUITE A QUINTILIANO I (244-292) PÀTRON EDITORE Testo, traduzione e commento a cura di L. Pasetti, A. Casamento, G. Dimatteo, G. Krapinger, B. Santorelli, C. Valenzano Tradizionalmente attribuite a Quintiliano, le Declamazioni Minori (II sec. d.C.) rap-presentano un esempio straordinario di libro di scuola: lo strumento pensato da un maestro di retorica (forse Quintiliano stesso) per inse-gnare ai suoi studenti la difficile arte di tenere discorsi in pubblico. Nella raccolta, composta da 145 testi (superstiti di un ampio corpus di 338 discorsi), le spiegazioni del maestro si alternano a sintetici esempi di declamazione, elaborati a partire dai temi più vari: casi propedeutici all'attività forense-dispute ere-ditarie o contenziosi di natura economica-si accompagnano a situazioni romanzesche, come rapimenti messi in atto dai pirati, ve leni somministrati da perfide matrigne, bam bini abbandonati in fasce dai genitori. Appare così evidente la stretta relazione che le declamazioni intrattengono con il mito, la letteratura e, più in generale, l'immaginario antico. Dell'ampia raccolta quintilianea si propone qui la prima traduzione italiana, basata su un testo criticamente rivisto e accompagnata da un commento aperto alle molteplici prospet-tive di indagine che, da circa un ventennio, si sono sviluppate attorno alla declamazione coinvolgendo filologia e retorica, letteratura, diritto e antropologia antica.
The essays included in the volume, originated by the collaboration of philologists and historian... more The essays included in the volume, originated by the collaboration of philologists and historians of science, try to suggest a new critical perspective on Seneca’s Naturales Quaestiones, no more considered a mere compilation by a moralist doxographer, but a complex intertwinement of scientific, philosophical and literary themes that, from antiquity to our days, never ceased to inspire the thought on ethic and the scientific research, and to enrich literary imagery.
Numero speciale della rivista dedicato alla declamazione latina: 'Eloquentiae itinera. Declamazio... more Numero speciale della rivista dedicato alla declamazione latina: 'Eloquentiae itinera. Declamazione e cultura letteraria a Roma in età imperiale', a cura di A. Casamento, D. van Mal-Maeder, L. Pasetti
Dedicated to the 'Minor Declamation' ascribed to Quintilian, this volume explores different aspec... more Dedicated to the 'Minor Declamation' ascribed to Quintilian, this volume explores different aspects of this ancient school book: a manual introducing the reader to the daily work of a master rhetorician, as well as an instrument to explore ancient imagery and the close relationship connecting rhetoric literature and law
Il tema della metamorfosi, centrale nel mito e nella letteratura antica, è ben presente anche all... more Il tema della metamorfosi, centrale nel mito e nella letteratura antica, è ben presente anche alla riflessione scientifica sulla natur a. Prodotto di forze che sfuggono alle leggi di natura, la trasformazione prodigiosa è tuttavia pensata con le categorie proprie della trasformazione naturale e offre dunque un’importante occasione per riflettere su quella zona di confine tra letteratura e scienza che nel mondo antico era meno netta di quanto non sia oggi. Nel volume, studiosi di letteratura antica e storici della scienza esplorano il tema della metamorfosi, a partire dal mito di Dioniso, ai cataloghi ellenistici di metamorfosi, alla trattatistica alchemica e scientifica (da Aristotele alla medicina di età moderna), alla poesia (la poesia ellenistica e Ovidio), fino al romanzo di Apuleio e alle Confessioni di Agostino. Il volume contiene contributi di Alessandro Barchiesi, Alb erto Bernabé, Francesco Citti, Pietro Li Causi, Maria Conforti,Luis Arturo Guichard, Enrico Magnelli, Matteo Martelli, Damien Nelis, Alessandro Ottaviani, Lucia Pasetti, Bruna Pieri
I saggi contenuti nel volume, frutto della collaborazione tra filologi e storici della scienza, s... more I saggi contenuti nel volume, frutto della collaborazione tra filologi e storici della scienza, si propongono di collocare in una nuova prospettiva critica le Naturales Quaestiones senecane: non più soltanto la compilazione di un dossografo moralista, ma un complesso intreccio di temi scientifici, filosofici e letterari che, dall’antichità fino ai nostri giorni, non ha cessato di ispirare la riflessione etico-giuridica e l’indagine scientifica, e di arricchire l’immaginario della letteratura.
Le Declamazioni Minori attribuite a Quintiliano, I, 244-292, Introduzione, 2019
Introduzione al volume "Le declamazioni Minori attribuite a Quintiliano, (244-292)", Bologna, Pàt... more Introduzione al volume "Le declamazioni Minori attribuite a Quintiliano, (244-292)", Bologna, Pàtron 2019, XI-XLII
Nell'Introduzione all'opera vengono messi a fuoco i seguenti aspetti
- funzione dell'opera: un libro di scuola impiegato da un maestro di retorica per insegnare a declamare, che appartiene a una particolare tipologia di manualistica, orientata all'applicazione più che all'esposizone teorica; la teoria 'implicita' è quella esposta nell'Institutio quintilanea.
- facies linguistica: diverse peculiarità e apparenti anomalie (ripetizioni, ridondanze, brachilogie), si spiegano proprio in rapporto alla particolare funzione comunicativa.
- rapporto con la tradizione letteraria: le memorie letterarie che spesso affiorano nei modelli di declamazione (Cicerone e Seneca in particolare) non rispondono a una finalità estetica, ma essenzialmente didattica ed esemplificativa; rispondono perfettamente al canone quintilianeo.
- il rapporto con la lingua giuridica: nelle Declamationes minores più che nelle altre raccolte latine, abbondano i tecnicismi giuridici; in molti casi si rileva che espressioni ben accasate nella giurisprudenza di età imperiale fanno in quest'opera la loro prima apparizione.
- la tradizione del testo: i più recenti studi sul tema confermano una tradizione bipartita, con relazioni ancora da chiarire nei rami bassi dello stemma.
- la parternità quintilianea: dai dati raccolti attraverso l'analisi dei testi non emergono elementi in contrasto con l'ipotesi della paternità quintilianea, che ne esce, anzi, consolidata.
Il diritto allo stato puro? Le fonti giuridiche romane come documento della società antica, a cura di C. Buzzacchi- I. Fargnoli, 2021
L'articolo propone tre casi esemplari di convergenza tra declamazione latina e letteratura giurid... more L'articolo propone tre casi esemplari di convergenza tra declamazione latina e letteratura giuridica: (1) convergenza lessicale; viene proposto l'esempio di alcuni lessemi che fanno la loro comparsa nel corpus dei declamatori con valore non precisamente tecnico e che invece appariranno pienamente tecnicizzati nella letteratura giuridica; (2) analogie formali tra la tipologia testuale del thema e quella del caso giuridico: in entrambi i casi si tratta di microtesti tecnici che sfruttano in modo analogo l'implicito. (3) l'invettiva come punto di convergenza tra retorica e comunicazione politica nelle constitutiones di età imperiale (analisi dell'edictum de adulteriis di Costanzo e Costante (C. Th. 9.7.3, 4 Dic. 342)
Lucrezio, Seneca e noi. Studi per Ivano Dionigi, a cura del Centro Studi 'La permanenza del classico', 2021
Through the example of controuersiae 267 and 316, the article focuses on the reception of Seneca’... more Through the example of controuersiae 267 and 316, the article focuses on the reception of Seneca’s philosophical discourse in the Minor Declamations ascribed to Quintilian. Both texts pose the problem of the legitimacy of weeping; in the characterization of the weeping character interpreted by the declaimer, concepts and expressions used by Seneca in the representation of disturbed interiority come into play. Moreover, declamation, structurally conceived as a confrontation between two parts, allows, at least in some moments, to dramatize the contrast between the reasons of the tormented people and the voluntaristic and rationalistic perspective typical of Seneca’s philosophical discourse.
Le Declamazioni maggiori pseudoquintilianee nella Roma imperiale, Edited by Andrea Lovato, Antonio Stramaglia and Giusto Traina, 2021
Abstract: The chapter is based on a survey of para-legal terminology in the Major
Declamations. T... more Abstract: The chapter is based on a survey of para-legal terminology in the Major Declamations. The terms here defined as ‘para-legal’ are (1) expressions used in declamatory texts as technical terms, but having a different meaning in Roman legal literature; (2) terms that originate from legal language but in declamations lose their original sense and acquire instead a metaphorical or generic connotation. The latter type, much less studied than the former, reveals the close proximity of declamation to legal literature, which deeply influences the imagery of the declaimers as well as their language. Moreover, the distribution of such para-legal terms throughout the pseudo-Quintilianic corpus clearly brings out the differences between the Major and Minor Declamations as far as style and aims are concerned.
This article analyzes the semantic development of vicarius between the 3rd cent. BC and the 2nd c... more This article analyzes the semantic development of vicarius between the 3rd cent. BC and the 2nd cent. A.D., with the purpose of linking the most ancient technical meanings of the word to its subsequent non-technical meanings (starting with Cicero). While the most common technical, including juridical, meanings of vicarius (‘substitute’ for a servus and, in an official function, a ‘proxy’) are regularly listed in lexicons, the meaning of vicarius as a 'sacrificial substitute,’ in a magical-religious context, has so far received little attention. This meaning appears in a devotio of the 3rd cent. BC. reported by Macr. 3.9.9–13. Most of the occurrences of vicarius in the period under consideration actually seem linked to this last meaning, which is taken up and multiplied by school declamation. Indeed, vicarius becomes a terminus technicus specific to declamation, referring to acts of self-sacrifice that commonly occur in school controversiae.
L’articolo propone un’analisi dello sviluppo semantico di vicarius tra III a.C. e II d.C. con lo scopo di collegare le accezioni tecniche più antiche alle successive generalizzazioni (che iniziano con Cicerone). Mentre i significati tecnici più noti di vicarius (‘sostituto’ di un servus e come vicem agens in un manus istituzionale), documentati anche nella letteratura giuridica, sono riconosciuti dai lessici, è stata finora piuttosto trascurata l’accezione di vicarius come ’sostituto sacrificale’ in un contesto magico-religioso. Questo significato compare in una devotio del III a.C. riportata da Macr. 3,9,9-13. Gran parte delle occorrenze di vicarius nel periodo in esame sembra in realtà legata proprio a quest’ultima accezione, che viene ripresa e moltiplicata dalla declamazione di scuola. Vicarius si afferma infatti come tecnicismo specifico del linguaggio dei declamatori, per indicare un atto di autosacrificio ricorrente nelle controversie.
Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici, 2020
Abstract · The implicit allegory. A Middle Platonic reading of the end of Apuleius’ Metamorphoses... more Abstract · The implicit allegory. A Middle Platonic reading of the end of Apuleius’ Metamorphoses · This article proposes that the Middle Platonic allegorical reading of Homer’s Odyssey can serve as a key for understand-ing the ending of Apuleius’ Metamorphoses. The arrival of Lucius on the beach at Cenchreae has already been compared with the arrival of Odys-seus in Ithaca (Od. 13). According to a Middle Platonic reading of this epi-sode, shared by Apuleius and his readers, Odysseus represents the human soul which, after a long struggle against the rough seas of the sublunar world, reaches a ‘safe harbor’. Given this connection between the two works, it is argued in the paper that Lucius’ return could acquire a similar metaphysical dimension for the novel’s audience.
Sommario · L’articolo suggerisce che l’interpretazione medioplatonica dell’Odissea possa costituire una chiave di lettura per il finale delle Me-tamorfosi. L’arrivo di Lucio sulla spiaggia di Cencre è stato già posto in relazione con l’arrivo di Ulisse a Itaca. Secondo la lettura allegorica di questo episodio condivisa da Apuleio e dal suo pubblico, Ulisse è l’im-magine dell’anima che, dopo una lunga lotta con le acque agitate del mondo sublunare, raggiunge un porto sicuro ; è dunque probabile che per il pubblico del romanzo anche il ritorno di Lucio avesse un’allure metafisica.
Analisi delle particolari difficolta che incontra il traduttore di Plauto (resa della comicita, d... more Analisi delle particolari difficolta che incontra il traduttore di Plauto (resa della comicita, della dimensione teatrale e problemi relativi alla costituzione del testo da tradurre); proposta di traduzione per i vv. 182-226 dei Menaechmi.
Nelle Metamorfosi apuleiane l'immagine del ritorno è alla base di due gruppi di lessemi: quelli c... more Nelle Metamorfosi apuleiane l'immagine del ritorno è alla base di due gruppi di lessemi: quelli che indicano la retrotrasformazione (rappresentata come ritorno metaforico) e quelli che indicano il ritorno come il percorso metafisico dell'anima che risale dagli inferi alla luce. Le due tipologie di ritorno convergono nel libro XI e costituiscono una traccia lessicale che illumina la relazione tra il finale delle Metamorfosi e il libro XIII dell'Odissea, in cui si compie il ritorno di Odisseo in patria
Novom aliquid inventum Scritti sul teatro antico per Gianna Petrone, 2018
The expression Cerealis cena, used by Plautus in Men. 101
to indicate a ‘gargantuan banquet’, occ... more The expression Cerealis cena, used by Plautus in Men. 101 to indicate a ‘gargantuan banquet’, occurs only in this passage. On a stylistic level, this iunctura is fully in tune with Plautus’ verbal humour and seems to be an occasional creation rather than a common figure of speech. The expression, however, would be more meaningful, if considered as an allusion to the ieiunium Cereris, which was established in Rome in 191 BC. This possibility would also provide an element for dating the Menaechmi, whose chronology has always been difficult to determine.
Oggetto di analisi sono le riscritture della favola apuleiana di Amore e Psiche in 'Angelica e la... more Oggetto di analisi sono le riscritture della favola apuleiana di Amore e Psiche in 'Angelica e la notte di maggio' e in 'La nostra anima':
alla luce delle riflessioni di Savinio nella prosa 'Metamorphoseon', vengono valorizzati gli 'agganci' con il testo antico, sia di natura tematica che stilistica: in 'La nostra anima', in particolare, la tecnica del 'pastiche' consente di integrare nella prosa saviniana sia lunghe citazioni latine, sia stralci di traduzione del testo apuleiano (identificata in quella di M. Bontempelli per la 'Collezione Romana' di E. Romagnoli). La riscrittura di Savinio risulta 'corrosiva' non tanto nei confronti del testo antico, quanto di una certa lettura 'à la mode', pesantemente influenzata dall'estetismo dannunziano.
Giovanni Pascoli’s Psyche, a poem collected in Poemi Conviviali, is one of the many examples of f... more Giovanni Pascoli’s Psyche, a poem collected in Poemi Conviviali, is one of the many examples of fin de siècle reworking of the myth of Psyche. In the poem, the character undergoes a process of interiorization that reflects the spirit of post-romantic literature. Moreover, as in many rewritings of the Apuleian tale, the figure of Psyche relies on the symbolic interpretation of the myth as a journey of the soul. In the case of Pascoli, symbolism involves two different conceptions of the soul : the first draws on the (neo)Platonic traditional interpretation of the novel, the second is connected with some pre-psychoanalytical theories (e.g. Haeckel, Myers) whose influence emerges also elsewhere in Pascoli’s work.
This article addresses some interpretative issues concerning the text of decl. 292. In paragraph ... more This article addresses some interpretative issues concerning the text of decl. 292. In paragraph 1 (sermo), the obscure way in which the Master faces the problem of the status confirms the dependence from Quintilian’s Institutio, where this particular case appears to be known but is not fully theorized (as will be, later, by Hermogenes). In par. 4 it is advisable to retain (with Shackleton Bailey 2006) the reading of the mss. (Illud enim est tempus doloris), deleted as antintrusive gloss by M. Winterbottom 1984: the sequence recalls Cic. Sest. 52 (on the sufferings of Cicero’s exile). In par. 6, the expression perdidi beneficium, used in a pregnant sense, posits a direct relationship between the Master of the Minores and Seneca’s De beneficiis.
La declamatio minor 283, in cui viene messo sotto accusa un filosofo cinico, è un esempio interes... more La declamatio minor 283, in cui viene messo sotto accusa un filosofo cinico, è un esempio interessante di come la filosofia cinica venisse recepita nell'ambiente scolastico di età imperiale; nell'ambito della declamazione, l'ostilità nei confronti della dottrina cinica sembra essere peculiare della tradizione latina
Cet article porte sur le langage de l'intériorité dans la déclamation latine. Il se concentre sur... more Cet article porte sur le langage de l'intériorité dans la déclamation latine. Il se concentre sur certains traits stylistiques, qui figurent fréquemment dans les textes déclamatoires pour décrire l'état d'esprit du locuteur : formes médio-passives (comme elidor ou distrahor) visant à accentuer le déchirement intérieur ; formes particulières de métonymies, ici nommées « métonymies des partes » renvoyant à des personnages-types (tels le pater, la noverca, le filius) pour évoquer leurs sentiments. D'autres éléments consistent en la personnification d'animus et l'emploi du pronom indéfini nescioquis, utilisé pour exprimer les émotions inconscientes et par conséquent incontrôlables du sujet. Ces traits stylistiques exercent leur influence à la fois sur le langage philosophique et littéraire, offrant ainsi des documents intéressants pour explorer la représentation du moi à l'époque impériale. AbstrAct The subject of this article is the language of interiority in Latin declamation. The focus is on certain stylistic features, which frequently occur in declamatory texts to describe the state of mind of the speaker: medium-passive forms (such as elidor or distrahor) aimed at emphasising inner laceration; a peculiar kind of metonymy, here called " metonymy of the partes " , which appoints a stock-character (such as pater, noverca, filius) to evoke his or her typical feelings. Further items are the personification of animus and the indefinite pronoun nescioquis, used to express the unconscious and hence uncontrollable emotions of the subject. These stylistic features exert their influence on both literary and philosophical language, thus offering interesting documents to explore the representation of the Self in the first Imperial Age.
Analisi del rapporto tra stile apuleiano e strutture tipiche della preghiera antica (inno, aretal... more Analisi del rapporto tra stile apuleiano e strutture tipiche della preghiera antica (inno, aretalogia, preghiera di ringraziamento).
Analisi dei procedimenti stilistici alla base del lessico ingiurioso utilizzato da Apuleio (Metam... more Analisi dei procedimenti stilistici alla base del lessico ingiurioso utilizzato da Apuleio (Metamorfosi, Apologia Florida); elenco alfabetico delle espressioni ingiuriose
A single course runs classes during either mornings or afternoons; students can choose to take pa... more A single course runs classes during either mornings or afternoons; students can choose to take part in a double course (Greek + Latin), attending classes during both mornings and afternoons. Classes will be held in person at the Department of Classical Philology and Italian Studies of the University of Bologna with the assistance of a resident tutor. Online/mixed teaching will be considered exclusively if the pandemic situation requires it. All activities will be in English. Our courses are open to students (any level) and non-students alike. Participants must be aged 18 or over; admission is also allowed to 17-year-old students currently enrolled to the last year of high school. Discounts are available for students choosing to attend a double course (Greek + Latin), current/former EU Erasmus students, former SSCL students, and Unibo students. The complete call and the application form can be found on our website: https://ficlit.unibo.it/it/didattica/summer-e-winter-school/summer-school-in-classicallanguages If you have any question, please feel free to get in touch with us:
Raccolta di scritti di Alfonso Traina, a cura di F. Citti - L. Pasetti - B. Pieri, con la collabo... more Raccolta di scritti di Alfonso Traina, a cura di F. Citti - L. Pasetti - B. Pieri, con la collaborazione di V.R. Danovi e L. Galli. Con una Tabula in memoriam in sottoscrizione.
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Nell'Introduzione all'opera vengono messi a fuoco i seguenti aspetti
- funzione dell'opera: un libro di scuola impiegato da un maestro di retorica per insegnare a declamare, che appartiene a una particolare tipologia di manualistica, orientata all'applicazione più che all'esposizone teorica; la teoria 'implicita' è quella esposta nell'Institutio quintilanea.
- facies linguistica: diverse peculiarità e apparenti anomalie (ripetizioni, ridondanze, brachilogie), si spiegano proprio in rapporto alla particolare funzione comunicativa.
- rapporto con la tradizione letteraria: le memorie letterarie che spesso affiorano nei modelli di declamazione (Cicerone e Seneca in particolare) non rispondono a una finalità estetica, ma essenzialmente didattica ed esemplificativa; rispondono perfettamente al canone quintilianeo.
- il rapporto con la lingua giuridica: nelle Declamationes minores più che nelle altre raccolte latine, abbondano i tecnicismi giuridici; in molti casi si rileva che espressioni ben accasate nella giurisprudenza di età imperiale fanno in quest'opera la loro prima apparizione.
- la tradizione del testo: i più recenti studi sul tema confermano una tradizione bipartita, con relazioni ancora da chiarire nei rami bassi dello stemma.
- la parternità quintilianea: dai dati raccolti attraverso l'analisi dei testi non emergono elementi in contrasto con l'ipotesi della paternità quintilianea, che ne esce, anzi, consolidata.
-
philosophical discourse in the Minor Declamations ascribed to Quintilian. Both texts pose the problem
of the legitimacy of weeping; in the characterization of the weeping character interpreted by the
declaimer, concepts and expressions used by Seneca in the representation of disturbed interiority come
into play. Moreover, declamation, structurally conceived as a confrontation between two parts, allows,
at least in some moments, to dramatize the contrast between the reasons of the tormented people and
the voluntaristic and rationalistic perspective typical of Seneca’s philosophical discourse.
Declamations. The terms here defined as ‘para-legal’ are (1) expressions used in declamatory
texts as technical terms, but having a different meaning in Roman legal
literature; (2) terms that originate from legal language but in declamations lose
their original sense and acquire instead a metaphorical or generic connotation. The
latter type, much less studied than the former, reveals the close proximity of declamation
to legal literature, which deeply influences the imagery of the declaimers as
well as their language. Moreover, the distribution of such para-legal terms throughout
the pseudo-Quintilianic corpus clearly brings out the differences between the
Major and Minor Declamations as far as style and aims are concerned.
While the most common technical, including juridical, meanings of vicarius (‘substitute’ for a servus and, in an official function, a ‘proxy’) are regularly listed in lexicons, the meaning of vicarius as a 'sacrificial substitute,’ in a magical-religious context, has so far received little attention. This meaning appears in a devotio of the 3rd cent. BC. reported by Macr. 3.9.9–13. Most of the occurrences of vicarius in the period under consideration actually seem linked to this last meaning, which is taken up and multiplied by school declamation. Indeed, vicarius becomes a terminus technicus specific to declamation, referring to acts of self-sacrifice that commonly occur in school controversiae.
L’articolo propone un’analisi dello sviluppo semantico di vicarius tra III a.C. e II d.C. con lo scopo di collegare le accezioni tecniche più antiche alle successive generalizzazioni (che iniziano con Cicerone).
Mentre i significati tecnici più noti di vicarius (‘sostituto’ di un servus e come vicem agens in un manus istituzionale), documentati anche nella letteratura giuridica, sono riconosciuti dai lessici, è stata finora piuttosto trascurata l’accezione di vicarius come ’sostituto sacrificale’ in un contesto magico-religioso. Questo significato compare in una devotio del III a.C. riportata da Macr. 3,9,9-13. Gran parte delle occorrenze di vicarius nel periodo in esame sembra in realtà legata proprio a quest’ultima accezione, che viene ripresa e moltiplicata dalla declamazione di scuola. Vicarius si afferma infatti come tecnicismo specifico del linguaggio dei declamatori, per indicare un atto di autosacrificio ricorrente nelle controversie.
Sommario · L’articolo suggerisce che l’interpretazione medioplatonica dell’Odissea possa costituire una chiave di lettura per il finale delle Me-tamorfosi. L’arrivo di Lucio sulla spiaggia di Cencre è stato già posto in relazione con l’arrivo di Ulisse a Itaca. Secondo la lettura allegorica di questo episodio condivisa da Apuleio e dal suo pubblico, Ulisse è l’im-magine dell’anima che, dopo una lunga lotta con le acque agitate del mondo sublunare, raggiunge un porto sicuro ; è dunque probabile che per il pubblico del romanzo anche il ritorno di Lucio avesse un’allure metafisica.
Le due tipologie di ritorno convergono nel libro XI e costituiscono una traccia lessicale che illumina la relazione tra il finale delle Metamorfosi e il libro XIII dell'Odissea, in cui si compie il ritorno di Odisseo in patria
to indicate a ‘gargantuan banquet’, occurs only in this passage. On a
stylistic level, this iunctura is fully in tune with Plautus’ verbal humour
and seems to be an occasional creation rather than a common figure of
speech. The expression, however, would be more meaningful, if considered
as an allusion to the ieiunium Cereris, which was established in
Rome in 191 BC. This possibility would also provide an element for
dating the Menaechmi, whose chronology has always been difficult to
determine.
Nell'Introduzione all'opera vengono messi a fuoco i seguenti aspetti
- funzione dell'opera: un libro di scuola impiegato da un maestro di retorica per insegnare a declamare, che appartiene a una particolare tipologia di manualistica, orientata all'applicazione più che all'esposizone teorica; la teoria 'implicita' è quella esposta nell'Institutio quintilanea.
- facies linguistica: diverse peculiarità e apparenti anomalie (ripetizioni, ridondanze, brachilogie), si spiegano proprio in rapporto alla particolare funzione comunicativa.
- rapporto con la tradizione letteraria: le memorie letterarie che spesso affiorano nei modelli di declamazione (Cicerone e Seneca in particolare) non rispondono a una finalità estetica, ma essenzialmente didattica ed esemplificativa; rispondono perfettamente al canone quintilianeo.
- il rapporto con la lingua giuridica: nelle Declamationes minores più che nelle altre raccolte latine, abbondano i tecnicismi giuridici; in molti casi si rileva che espressioni ben accasate nella giurisprudenza di età imperiale fanno in quest'opera la loro prima apparizione.
- la tradizione del testo: i più recenti studi sul tema confermano una tradizione bipartita, con relazioni ancora da chiarire nei rami bassi dello stemma.
- la parternità quintilianea: dai dati raccolti attraverso l'analisi dei testi non emergono elementi in contrasto con l'ipotesi della paternità quintilianea, che ne esce, anzi, consolidata.
-
philosophical discourse in the Minor Declamations ascribed to Quintilian. Both texts pose the problem
of the legitimacy of weeping; in the characterization of the weeping character interpreted by the
declaimer, concepts and expressions used by Seneca in the representation of disturbed interiority come
into play. Moreover, declamation, structurally conceived as a confrontation between two parts, allows,
at least in some moments, to dramatize the contrast between the reasons of the tormented people and
the voluntaristic and rationalistic perspective typical of Seneca’s philosophical discourse.
Declamations. The terms here defined as ‘para-legal’ are (1) expressions used in declamatory
texts as technical terms, but having a different meaning in Roman legal
literature; (2) terms that originate from legal language but in declamations lose
their original sense and acquire instead a metaphorical or generic connotation. The
latter type, much less studied than the former, reveals the close proximity of declamation
to legal literature, which deeply influences the imagery of the declaimers as
well as their language. Moreover, the distribution of such para-legal terms throughout
the pseudo-Quintilianic corpus clearly brings out the differences between the
Major and Minor Declamations as far as style and aims are concerned.
While the most common technical, including juridical, meanings of vicarius (‘substitute’ for a servus and, in an official function, a ‘proxy’) are regularly listed in lexicons, the meaning of vicarius as a 'sacrificial substitute,’ in a magical-religious context, has so far received little attention. This meaning appears in a devotio of the 3rd cent. BC. reported by Macr. 3.9.9–13. Most of the occurrences of vicarius in the period under consideration actually seem linked to this last meaning, which is taken up and multiplied by school declamation. Indeed, vicarius becomes a terminus technicus specific to declamation, referring to acts of self-sacrifice that commonly occur in school controversiae.
L’articolo propone un’analisi dello sviluppo semantico di vicarius tra III a.C. e II d.C. con lo scopo di collegare le accezioni tecniche più antiche alle successive generalizzazioni (che iniziano con Cicerone).
Mentre i significati tecnici più noti di vicarius (‘sostituto’ di un servus e come vicem agens in un manus istituzionale), documentati anche nella letteratura giuridica, sono riconosciuti dai lessici, è stata finora piuttosto trascurata l’accezione di vicarius come ’sostituto sacrificale’ in un contesto magico-religioso. Questo significato compare in una devotio del III a.C. riportata da Macr. 3,9,9-13. Gran parte delle occorrenze di vicarius nel periodo in esame sembra in realtà legata proprio a quest’ultima accezione, che viene ripresa e moltiplicata dalla declamazione di scuola. Vicarius si afferma infatti come tecnicismo specifico del linguaggio dei declamatori, per indicare un atto di autosacrificio ricorrente nelle controversie.
Sommario · L’articolo suggerisce che l’interpretazione medioplatonica dell’Odissea possa costituire una chiave di lettura per il finale delle Me-tamorfosi. L’arrivo di Lucio sulla spiaggia di Cencre è stato già posto in relazione con l’arrivo di Ulisse a Itaca. Secondo la lettura allegorica di questo episodio condivisa da Apuleio e dal suo pubblico, Ulisse è l’im-magine dell’anima che, dopo una lunga lotta con le acque agitate del mondo sublunare, raggiunge un porto sicuro ; è dunque probabile che per il pubblico del romanzo anche il ritorno di Lucio avesse un’allure metafisica.
Le due tipologie di ritorno convergono nel libro XI e costituiscono una traccia lessicale che illumina la relazione tra il finale delle Metamorfosi e il libro XIII dell'Odissea, in cui si compie il ritorno di Odisseo in patria
to indicate a ‘gargantuan banquet’, occurs only in this passage. On a
stylistic level, this iunctura is fully in tune with Plautus’ verbal humour
and seems to be an occasional creation rather than a common figure of
speech. The expression, however, would be more meaningful, if considered
as an allusion to the ieiunium Cereris, which was established in
Rome in 191 BC. This possibility would also provide an element for
dating the Menaechmi, whose chronology has always been difficult to
determine.
alla luce delle riflessioni di Savinio nella prosa 'Metamorphoseon', vengono valorizzati gli 'agganci' con il testo antico, sia di natura tematica che stilistica: in 'La nostra anima', in particolare, la tecnica del 'pastiche' consente di integrare nella prosa saviniana sia lunghe citazioni latine, sia stralci di traduzione del testo apuleiano (identificata in quella di M. Bontempelli per la 'Collezione Romana' di E. Romagnoli). La riscrittura di Savinio risulta 'corrosiva' non tanto nei confronti del testo antico, quanto di una certa lettura 'à la mode', pesantemente influenzata dall'estetismo dannunziano.
is connected with some pre-psychoanalytical theories (e.g. Haeckel, Myers) whose influence emerges also elsewhere in Pascoli’s work.
to retain (with Shackleton Bailey 2006) the reading of the mss. (Illud enim est tempus doloris), deleted as antintrusive gloss by M. Winterbottom 1984: the sequence recalls Cic. Sest. 52 (on the sufferings of Cicero’s exile). In par. 6, the expression perdidi beneficium, used in a pregnant sense, posits a direct relationship between the Master of the Minores and
Seneca’s De beneficiis.