in Riflessioni sulla DDR. Prospettive internazionali e interdisciplinari vent’anni dopo, a cura di Magda Martini e Thomas Schaarschmidt, Bologna, Il Mulino, 2011, pp.283-306. ISBN-10: 8815150315, 2011
in Stupri di guerra. La violenza di massa contro le donne nel Novecento, a cura di Marcello Flores, Milano, FrancoAngeli, 2010, pp.81-98. ISBN: 978-8856816167, 2010
“Annali dell'Istituto Storico italo-germanico in Trento”, 2008
Abstract – After the fall of the Berlin Wall, the GDR continues to hold a vast symbolic fascinati... more Abstract – After the fall of the Berlin Wall, the GDR continues to hold a vast symbolic fascination for the Italian imagination. The failure of the socialist experiment in East Germany and the revelation of crimes committed there in the name of the Marxist ideal induce the critics of communism to viciously attack anyone who had frequented the GDR. In the context of the controversies between different political leanings, two conflicting pictures take shape promoted by the press and the books published in the 90s: on the one side a country dominated by a pitiless secret police (Stasiland) and on the other a state, where literature has taken it upon itself to create a custom-made public space for the citizens (Leseland). Even though neither of the two images perfectly reflects reality, the Leseland described by Italian literary specialists can show the way to a better pro- blematization of the history of the GDR which up until now has mostly been ignored by Italian historiography.
Die kommunistischen Brüder und Schwestern taten sich schwer miteinan- der. Die italienischen Komm... more Die kommunistischen Brüder und Schwestern taten sich schwer miteinan- der. Die italienischen Kommunisten erblickten in der DDR ein anderes „besseres“ Deutschland, mit dem sie in regen kulturellen Austausch treten wollten, während die SED in der KPI einen Partner sah, der ihr den Weg in den Westen und zu inter- nationaler Anerkennung ebnen sollte. Die Enttäuschung konnte größer kaum sein, wie Magda Martini, eine junge Historikerin aus Trient, zu zeigen vermag. Die italienischen Intellektuellen störten sich am offiziellen Kulturmief der DDR und favorisierten schließlich die ostdeutsche Dissidenz vor allem in der Literatur, und die SED wetterte gegen die Verbürgerlichung der KPI und gegen den Eurokommunismus, der gegen alles verstieß, was in Ostberlin als heilig galt.
Una provincia tutta da inventare. L'annessione dell'Alto Adige all'Italia (1918-1922), Roma, Carocci., 2022
Durante la Conferenza di pace di Parigi, seguita alla Prima guerra mondiale, la delegazione itali... more Durante la Conferenza di pace di Parigi, seguita alla Prima guerra mondiale, la delegazione italiana riuscì a ottenere, a dispetto del principio di autodeterminazione, che insieme al Trentino le venisse assegnata anche tutta la regione sudtirolese. Ma cosa indusse il Regno d’Italia, che si era costituito sulla base del mito fondante dell’unità nazionale, a desiderare una terra abitata prevalentemente da tedeschi? Per spiegare come l’Italia abbia programmato e giustificato l’annessione, il volume propone una dettagliata analisi della prospettiva italiana, mettendo in luce aspettative e iniziative che il mondo diplomatico, politico e culturale rivolsero al Sudtirolo nel primo dopoguerra. Fonti pubbliche e private descrivono con quale stato d’animo alla fine della Grande Guerra l’Italia abbia scoperto il Sudtirolo. I discorsi e i commenti sulla nuova terra, sulla sua popolazione e sulla sua cultura testimoniano come l’acquisizione della regione abbia contribuito alla definizione dell’identità nazionale italiana. Ma soprattutto i dibattiti e le pubblicazioni dei contemporanei raccontano come l’Alto Adige, che fino all’inizio del Novecento era l’“invenzione” di un solo uomo, dopo il primo conflitto mondiale sia potuto diventare una nuova provincia del Regno d’Italia.
Sulle tracce dell'attività di intellettuali italiani e tedeschi, il volume descrive le relazioni ... more Sulle tracce dell'attività di intellettuali italiani e tedeschi, il volume descrive le relazioni culturali tra Repubblica Democratica Tedesca e Italia. Protagonista è il clima della Guerra fredda, non solo nelle sue manifestazioni manichee più conosciute, ma anche nelle sfumature e contraddizioni di amicizie critiche e di solidarietà opportunistiche. Categorie come collaborazionismo e opposizione si dimostrano inadeguate alla realtà tedesco-orientale. Documenti di archivio, articoli della stampa d'epoca e testimonianze di tedeschi e italiani rivelano che l'ostilità a livello governativo e soprattutto l'alleanza con le forze della Sinistra italiana non furono né scontate, né immutabili. La storia della DDR, trascurata dalla storiografia italiana, viene qui proposta in un'analisi che attraversa un quarantennio di relazioni con l'Italia e la sua cultura, affrontando temi topici come la propaganda, il dissenso, la censura e il ruolo della Stasi. Le interpretazioni coeve di intellettuali di diversa fede politica contribuiscono a mettere a fuoco le conseguenze della lunga ombra che il Muro di Berlino proiettò sia a est che a ovest sulla costruzione di scambi e collaborazioni culturali tra i due Paesi. Magda Martini è dottore di ricerca in Storia contemporanea e collabora con il Centro per gli studi storici italo-germanici. Il suo principale ambito di interessi è la storia della cultura con particolare riguardo per il ruolo del mondo intellettuale nell'ambito della politica.
Il volume trae origine dalle riflessioni del primo convegno italiano sulla storia dello "Stato te... more Il volume trae origine dalle riflessioni del primo convegno italiano sulla storia dello "Stato tedesco degli operai e dei contadini": studiosi e conoscitori della storia della Germania socialista tracciano il bilancio di vent'anni di ricerca non soltanto storica, ma minuziosamente microstorica, antropologica, culturale e comparata. Ne emerge il profilo di un paese complesso, lontano tanto dai clichés dominanti nei mass media quanto dagli schematismi diffusi anche in ambito storiografico. Non una nota a piè di pagina della storia tedesca, ma nemmeno la perduta Atlantide che qualcuno rimpiange. Una vicenda su cui riflettere, piuttosto, mettendo in discussione non solo il passato di chi ne ha vissuto la storia ma anche il presente di chi la scrive, come accade nel romanzo di Christa Wolf "Riflessioni su Christa T". Riconsiderando tutto: i miti rivoluzionari e l'ideologia, la politica e l'economia, le relazioni intenazionali e la Stasi, la letteratura e il cinema, gli intellettuali e lo sport, l'avvicendarsi delle generazioni e i processi di costruzione della memoria, fino all'eredità consegnata alla Germania contemporanea.
in Riflessioni sulla DDR. Prospettive internazionali e interdisciplinari vent’anni dopo, a cura di Magda Martini e Thomas Schaarschmidt, Bologna, Il Mulino, 2011, pp.283-306. ISBN-10: 8815150315, 2011
in Stupri di guerra. La violenza di massa contro le donne nel Novecento, a cura di Marcello Flores, Milano, FrancoAngeli, 2010, pp.81-98. ISBN: 978-8856816167, 2010
“Annali dell'Istituto Storico italo-germanico in Trento”, 2008
Abstract – After the fall of the Berlin Wall, the GDR continues to hold a vast symbolic fascinati... more Abstract – After the fall of the Berlin Wall, the GDR continues to hold a vast symbolic fascination for the Italian imagination. The failure of the socialist experiment in East Germany and the revelation of crimes committed there in the name of the Marxist ideal induce the critics of communism to viciously attack anyone who had frequented the GDR. In the context of the controversies between different political leanings, two conflicting pictures take shape promoted by the press and the books published in the 90s: on the one side a country dominated by a pitiless secret police (Stasiland) and on the other a state, where literature has taken it upon itself to create a custom-made public space for the citizens (Leseland). Even though neither of the two images perfectly reflects reality, the Leseland described by Italian literary specialists can show the way to a better pro- blematization of the history of the GDR which up until now has mostly been ignored by Italian historiography.
Die kommunistischen Brüder und Schwestern taten sich schwer miteinan- der. Die italienischen Komm... more Die kommunistischen Brüder und Schwestern taten sich schwer miteinan- der. Die italienischen Kommunisten erblickten in der DDR ein anderes „besseres“ Deutschland, mit dem sie in regen kulturellen Austausch treten wollten, während die SED in der KPI einen Partner sah, der ihr den Weg in den Westen und zu inter- nationaler Anerkennung ebnen sollte. Die Enttäuschung konnte größer kaum sein, wie Magda Martini, eine junge Historikerin aus Trient, zu zeigen vermag. Die italienischen Intellektuellen störten sich am offiziellen Kulturmief der DDR und favorisierten schließlich die ostdeutsche Dissidenz vor allem in der Literatur, und die SED wetterte gegen die Verbürgerlichung der KPI und gegen den Eurokommunismus, der gegen alles verstieß, was in Ostberlin als heilig galt.
Una provincia tutta da inventare. L'annessione dell'Alto Adige all'Italia (1918-1922), Roma, Carocci., 2022
Durante la Conferenza di pace di Parigi, seguita alla Prima guerra mondiale, la delegazione itali... more Durante la Conferenza di pace di Parigi, seguita alla Prima guerra mondiale, la delegazione italiana riuscì a ottenere, a dispetto del principio di autodeterminazione, che insieme al Trentino le venisse assegnata anche tutta la regione sudtirolese. Ma cosa indusse il Regno d’Italia, che si era costituito sulla base del mito fondante dell’unità nazionale, a desiderare una terra abitata prevalentemente da tedeschi? Per spiegare come l’Italia abbia programmato e giustificato l’annessione, il volume propone una dettagliata analisi della prospettiva italiana, mettendo in luce aspettative e iniziative che il mondo diplomatico, politico e culturale rivolsero al Sudtirolo nel primo dopoguerra. Fonti pubbliche e private descrivono con quale stato d’animo alla fine della Grande Guerra l’Italia abbia scoperto il Sudtirolo. I discorsi e i commenti sulla nuova terra, sulla sua popolazione e sulla sua cultura testimoniano come l’acquisizione della regione abbia contribuito alla definizione dell’identità nazionale italiana. Ma soprattutto i dibattiti e le pubblicazioni dei contemporanei raccontano come l’Alto Adige, che fino all’inizio del Novecento era l’“invenzione” di un solo uomo, dopo il primo conflitto mondiale sia potuto diventare una nuova provincia del Regno d’Italia.
Sulle tracce dell'attività di intellettuali italiani e tedeschi, il volume descrive le relazioni ... more Sulle tracce dell'attività di intellettuali italiani e tedeschi, il volume descrive le relazioni culturali tra Repubblica Democratica Tedesca e Italia. Protagonista è il clima della Guerra fredda, non solo nelle sue manifestazioni manichee più conosciute, ma anche nelle sfumature e contraddizioni di amicizie critiche e di solidarietà opportunistiche. Categorie come collaborazionismo e opposizione si dimostrano inadeguate alla realtà tedesco-orientale. Documenti di archivio, articoli della stampa d'epoca e testimonianze di tedeschi e italiani rivelano che l'ostilità a livello governativo e soprattutto l'alleanza con le forze della Sinistra italiana non furono né scontate, né immutabili. La storia della DDR, trascurata dalla storiografia italiana, viene qui proposta in un'analisi che attraversa un quarantennio di relazioni con l'Italia e la sua cultura, affrontando temi topici come la propaganda, il dissenso, la censura e il ruolo della Stasi. Le interpretazioni coeve di intellettuali di diversa fede politica contribuiscono a mettere a fuoco le conseguenze della lunga ombra che il Muro di Berlino proiettò sia a est che a ovest sulla costruzione di scambi e collaborazioni culturali tra i due Paesi. Magda Martini è dottore di ricerca in Storia contemporanea e collabora con il Centro per gli studi storici italo-germanici. Il suo principale ambito di interessi è la storia della cultura con particolare riguardo per il ruolo del mondo intellettuale nell'ambito della politica.
Il volume trae origine dalle riflessioni del primo convegno italiano sulla storia dello "Stato te... more Il volume trae origine dalle riflessioni del primo convegno italiano sulla storia dello "Stato tedesco degli operai e dei contadini": studiosi e conoscitori della storia della Germania socialista tracciano il bilancio di vent'anni di ricerca non soltanto storica, ma minuziosamente microstorica, antropologica, culturale e comparata. Ne emerge il profilo di un paese complesso, lontano tanto dai clichés dominanti nei mass media quanto dagli schematismi diffusi anche in ambito storiografico. Non una nota a piè di pagina della storia tedesca, ma nemmeno la perduta Atlantide che qualcuno rimpiange. Una vicenda su cui riflettere, piuttosto, mettendo in discussione non solo il passato di chi ne ha vissuto la storia ma anche il presente di chi la scrive, come accade nel romanzo di Christa Wolf "Riflessioni su Christa T". Riconsiderando tutto: i miti rivoluzionari e l'ideologia, la politica e l'economia, le relazioni intenazionali e la Stasi, la letteratura e il cinema, gli intellettuali e lo sport, l'avvicendarsi delle generazioni e i processi di costruzione della memoria, fino all'eredità consegnata alla Germania contemporanea.
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