Il sogno in sequenza. La produzione milanese di Tiger Tateishi, 2024
The laws of logic lose their validity in the dream, everything in it has a sequential order. Inde... more The laws of logic lose their validity in the dream, everything in it has a sequential order. Indeed the dream is composed by sequentially placed images. Hence follows the value of painting which, by the drawing, manages to make the sequence itself visible. Therefore the dreamlike dimension reaches its maximum expression in art that transcends the abstract conceptualization of the word. The purpose of this essay, focused on the works produced by Tiger Tateishi during his stay in Milan, is to show how the Japanese artist was able to represent the sequential dimension of the dream through his paintings, moreover characterized by the fusion between surrealism and comics.
Per superare i problemi relativi alla natura è necessario comprendere quanto essi derivino dalla ... more Per superare i problemi relativi alla natura è necessario comprendere quanto essi derivino dalla società. La società contemporanea è contraddistinta dal dominio dell’uomo sull’uomo dal quale deriva la convinzione dell’asservimento della natura. Tale condizione è determinata dal capitalismo, figlio della gerarchia e del domino. In questa situazione l’Io è divenuto incapace di incontrare l’Altro ed entrare in relazione con lui. Ne segue la necessità di oltrepassare il solipsismo in cui l’individuo è chiuso e rinsaldare la relazione Io-Tu che si realizza nella comunità. La produzione perenne e il consumo costante segnano, inoltre, irrimediabilmente il rapporto tra gli uomini e la natura. La soluzione possibile deriva, come propone Ivan Illich, dalla convivialità che può realizzarsi solamente ponendo dei limiti alla produzione. Il passaggio a una società conviviale consente di rinsaldare il legame comunitario e il riconoscimento del rapporto di simbiosi con la natura.
L’idea di nazione ha costituito materia di importante riflessione per studiosi e uomini d’azione,... more L’idea di nazione ha costituito materia di importante riflessione per studiosi e uomini d’azione, che ne hanno preso in considerazione i suoi molteplici aspetti: l’originale strumento di lotta politica, il potente fattore di mobilitazione popolare e il principio di organizzazione del potere. Tra gli studiosi che hanno avuto un ruolo fondamentale nello studio dell’idea di nazione e su come essa si sia venuta articolando, a partire dalla Rivoluzione francese, nelle diverse realtà politiche europee, un indiscusso punto di riferimento è rappresentato dallo storico aostano Federico Chabod che, tra il 1943 e il 1944 aveva tenuto presso l’Università di Milano e di Roma una serie di importanti lezioni, in cui discuteva dell’idea di Nazione, anche se la riflessione su tale idea non fu mai separata in Chabod da quella sull’Europa. Mettendo in rilievo l’importanza dell’eredità illuminista nella genesi di tale idea, Chabod intendeva estendere la sua riflessione su come essa si fosse formata e sviluppata, tanto da «soffocare, ad un certo momento, il senso dell’unità civile complessiva, per lasciare sole in campo, l’una contro l’altra armata, le singole unità statali» . L’«unità civile complessiva» era rappresentata, agli occhi dello storico, dalla civilisation illuminista, che, con il suo cosmopolitismo, voleva riportare ad una concorde armonia le varie realtà politiche europee. Distinto, ma non opposto a tale ideale, era sorto quello di nazione, che aveva trionfato durante il Romanticismo e che era poi degenerato nel nazionalismo moderno, caratterizzato dal «parossismo individualista, e [dal] suo contemplare, vagheggiare, eccitare cioè la singola nazione, posta sul trono dell’assoluto, senza riguardi ad altri» . Il presente lavoro, che si propone di riflettere sulla prospettiva di pensiero di Federico Chabod proprio riguardo all’idea di nazione, scaturisce da un personale interesse sull’argomento e dall’intendimento di approfondire il pensiero dello storico aostano che, ne L’idea di nazione, ripensa il problema teorico della nazione rifacendosi ad Ernest Renan e a Jean Jacques Rousseau, ma anche ad Herder e a Mazzini. Nel distinguere l’idea di nazione tedesca da quella italiana, Chabod esamina, tra gli altri, i contributi di filosofi come Herder, Fichte ed Hegel e il pensiero di Mancini e di Cavour, individuando la complessa rilevanza delle loro posizioni. Chabod, infatti, distinse due diverse forme di idea di nazione: la prima, di stampo naturalistico, tipica della dottrina tedesca e svizzera; la seconda, invece, fondata su una dimensione volontaristica, presente in Italia e nata in Francia, con la Rivoluzione francese. Il lavoro è distinto in quattro capitoli. Nel primo ci si sofferma sulla figura di Federico Chabod; nel secondo si affronta lo sviluppo dell’idea di nazione a partire dalla Rivoluzione francese e, in particolare, l’idea di nazione tedesca; nel terzo capitolo la riflessione si incentra sull’idea di nazione italiana e nel quarto capitolo, infine, sul nazionalismo. Si intende, infatti, affrontando sia pure summatim il pensiero di Federico Chabod sull’idea di nazione, delineare i tratti della sua statura di storico e di studioso, accennando al ruolo da lui rivestito nel panorama storiografico del suo tempo. Chabod, infatti, “rileggendo” la storia italiana attraverso lo sviluppo dell’idea di nazione, pone le basi, con i suoi studi e le sue lezioni, per una rifondazione democratica dello stato italiano e per il risorgere di una nazione sconvolta dalla guerra e che doveva ritrovare il senso del proprio futuro.
Il sogno in sequenza. La produzione milanese di Tiger Tateishi, 2024
The laws of logic lose their validity in the dream, everything in it has a sequential order. Inde... more The laws of logic lose their validity in the dream, everything in it has a sequential order. Indeed the dream is composed by sequentially placed images. Hence follows the value of painting which, by the drawing, manages to make the sequence itself visible. Therefore the dreamlike dimension reaches its maximum expression in art that transcends the abstract conceptualization of the word. The purpose of this essay, focused on the works produced by Tiger Tateishi during his stay in Milan, is to show how the Japanese artist was able to represent the sequential dimension of the dream through his paintings, moreover characterized by the fusion between surrealism and comics.
Per superare i problemi relativi alla natura è necessario comprendere quanto essi derivino dalla ... more Per superare i problemi relativi alla natura è necessario comprendere quanto essi derivino dalla società. La società contemporanea è contraddistinta dal dominio dell’uomo sull’uomo dal quale deriva la convinzione dell’asservimento della natura. Tale condizione è determinata dal capitalismo, figlio della gerarchia e del domino. In questa situazione l’Io è divenuto incapace di incontrare l’Altro ed entrare in relazione con lui. Ne segue la necessità di oltrepassare il solipsismo in cui l’individuo è chiuso e rinsaldare la relazione Io-Tu che si realizza nella comunità. La produzione perenne e il consumo costante segnano, inoltre, irrimediabilmente il rapporto tra gli uomini e la natura. La soluzione possibile deriva, come propone Ivan Illich, dalla convivialità che può realizzarsi solamente ponendo dei limiti alla produzione. Il passaggio a una società conviviale consente di rinsaldare il legame comunitario e il riconoscimento del rapporto di simbiosi con la natura.
L’idea di nazione ha costituito materia di importante riflessione per studiosi e uomini d’azione,... more L’idea di nazione ha costituito materia di importante riflessione per studiosi e uomini d’azione, che ne hanno preso in considerazione i suoi molteplici aspetti: l’originale strumento di lotta politica, il potente fattore di mobilitazione popolare e il principio di organizzazione del potere. Tra gli studiosi che hanno avuto un ruolo fondamentale nello studio dell’idea di nazione e su come essa si sia venuta articolando, a partire dalla Rivoluzione francese, nelle diverse realtà politiche europee, un indiscusso punto di riferimento è rappresentato dallo storico aostano Federico Chabod che, tra il 1943 e il 1944 aveva tenuto presso l’Università di Milano e di Roma una serie di importanti lezioni, in cui discuteva dell’idea di Nazione, anche se la riflessione su tale idea non fu mai separata in Chabod da quella sull’Europa. Mettendo in rilievo l’importanza dell’eredità illuminista nella genesi di tale idea, Chabod intendeva estendere la sua riflessione su come essa si fosse formata e sviluppata, tanto da «soffocare, ad un certo momento, il senso dell’unità civile complessiva, per lasciare sole in campo, l’una contro l’altra armata, le singole unità statali» . L’«unità civile complessiva» era rappresentata, agli occhi dello storico, dalla civilisation illuminista, che, con il suo cosmopolitismo, voleva riportare ad una concorde armonia le varie realtà politiche europee. Distinto, ma non opposto a tale ideale, era sorto quello di nazione, che aveva trionfato durante il Romanticismo e che era poi degenerato nel nazionalismo moderno, caratterizzato dal «parossismo individualista, e [dal] suo contemplare, vagheggiare, eccitare cioè la singola nazione, posta sul trono dell’assoluto, senza riguardi ad altri» . Il presente lavoro, che si propone di riflettere sulla prospettiva di pensiero di Federico Chabod proprio riguardo all’idea di nazione, scaturisce da un personale interesse sull’argomento e dall’intendimento di approfondire il pensiero dello storico aostano che, ne L’idea di nazione, ripensa il problema teorico della nazione rifacendosi ad Ernest Renan e a Jean Jacques Rousseau, ma anche ad Herder e a Mazzini. Nel distinguere l’idea di nazione tedesca da quella italiana, Chabod esamina, tra gli altri, i contributi di filosofi come Herder, Fichte ed Hegel e il pensiero di Mancini e di Cavour, individuando la complessa rilevanza delle loro posizioni. Chabod, infatti, distinse due diverse forme di idea di nazione: la prima, di stampo naturalistico, tipica della dottrina tedesca e svizzera; la seconda, invece, fondata su una dimensione volontaristica, presente in Italia e nata in Francia, con la Rivoluzione francese. Il lavoro è distinto in quattro capitoli. Nel primo ci si sofferma sulla figura di Federico Chabod; nel secondo si affronta lo sviluppo dell’idea di nazione a partire dalla Rivoluzione francese e, in particolare, l’idea di nazione tedesca; nel terzo capitolo la riflessione si incentra sull’idea di nazione italiana e nel quarto capitolo, infine, sul nazionalismo. Si intende, infatti, affrontando sia pure summatim il pensiero di Federico Chabod sull’idea di nazione, delineare i tratti della sua statura di storico e di studioso, accennando al ruolo da lui rivestito nel panorama storiografico del suo tempo. Chabod, infatti, “rileggendo” la storia italiana attraverso lo sviluppo dell’idea di nazione, pone le basi, con i suoi studi e le sue lezioni, per una rifondazione democratica dello stato italiano e per il risorgere di una nazione sconvolta dalla guerra e che doveva ritrovare il senso del proprio futuro.
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Thesis Chapters by Simone De Maio
Tra gli studiosi che hanno avuto un ruolo fondamentale nello studio dell’idea di nazione e su come essa si sia venuta articolando, a partire dalla Rivoluzione francese, nelle diverse realtà politiche europee, un indiscusso punto di riferimento è rappresentato dallo storico aostano Federico Chabod che, tra il 1943 e il 1944 aveva tenuto presso l’Università di Milano e di Roma una serie di importanti lezioni, in cui discuteva dell’idea di Nazione, anche se la riflessione su tale idea non fu mai separata in Chabod da quella sull’Europa.
Mettendo in rilievo l’importanza dell’eredità illuminista nella genesi di tale idea, Chabod intendeva estendere la sua riflessione su come essa si fosse formata e sviluppata, tanto da «soffocare, ad un certo momento, il senso dell’unità civile complessiva, per lasciare sole in campo, l’una contro l’altra armata, le singole unità statali» . L’«unità civile complessiva» era rappresentata, agli occhi dello storico, dalla civilisation illuminista, che, con il suo cosmopolitismo, voleva riportare ad una concorde armonia le varie realtà politiche europee. Distinto, ma non opposto a tale ideale, era sorto quello di nazione, che aveva trionfato durante il Romanticismo e che era poi degenerato nel nazionalismo moderno, caratterizzato dal «parossismo individualista, e [dal] suo contemplare, vagheggiare, eccitare cioè la singola nazione, posta sul trono dell’assoluto, senza riguardi ad altri» .
Il presente lavoro, che si propone di riflettere sulla prospettiva di pensiero di Federico Chabod proprio riguardo all’idea di nazione, scaturisce da un personale interesse sull’argomento e dall’intendimento di approfondire il pensiero dello storico aostano che, ne L’idea di nazione, ripensa il problema teorico della nazione rifacendosi ad Ernest Renan e a Jean Jacques Rousseau, ma anche ad Herder e a Mazzini. Nel distinguere l’idea di nazione tedesca da quella italiana, Chabod esamina, tra gli altri, i contributi di filosofi come Herder, Fichte ed Hegel e il pensiero di Mancini e di Cavour, individuando la complessa rilevanza delle loro posizioni. Chabod, infatti, distinse due diverse forme di idea di nazione: la prima, di stampo naturalistico, tipica della dottrina tedesca e svizzera; la seconda, invece, fondata su una dimensione volontaristica, presente in Italia e nata in Francia, con la Rivoluzione francese.
Il lavoro è distinto in quattro capitoli. Nel primo ci si sofferma sulla figura di Federico Chabod; nel secondo si affronta lo sviluppo dell’idea di nazione a partire dalla Rivoluzione francese e, in particolare, l’idea di nazione tedesca; nel terzo capitolo la riflessione si incentra sull’idea di nazione italiana e nel quarto capitolo, infine, sul nazionalismo.
Si intende, infatti, affrontando sia pure summatim il pensiero di Federico Chabod sull’idea di nazione, delineare i tratti della sua statura di storico e di studioso, accennando al ruolo da lui rivestito nel panorama storiografico del suo tempo. Chabod, infatti, “rileggendo” la storia italiana attraverso lo sviluppo dell’idea di nazione, pone le basi, con i suoi studi e le sue lezioni, per una rifondazione democratica dello stato italiano e per il risorgere di una nazione sconvolta dalla guerra e che doveva ritrovare il senso del proprio futuro.
Tra gli studiosi che hanno avuto un ruolo fondamentale nello studio dell’idea di nazione e su come essa si sia venuta articolando, a partire dalla Rivoluzione francese, nelle diverse realtà politiche europee, un indiscusso punto di riferimento è rappresentato dallo storico aostano Federico Chabod che, tra il 1943 e il 1944 aveva tenuto presso l’Università di Milano e di Roma una serie di importanti lezioni, in cui discuteva dell’idea di Nazione, anche se la riflessione su tale idea non fu mai separata in Chabod da quella sull’Europa.
Mettendo in rilievo l’importanza dell’eredità illuminista nella genesi di tale idea, Chabod intendeva estendere la sua riflessione su come essa si fosse formata e sviluppata, tanto da «soffocare, ad un certo momento, il senso dell’unità civile complessiva, per lasciare sole in campo, l’una contro l’altra armata, le singole unità statali» . L’«unità civile complessiva» era rappresentata, agli occhi dello storico, dalla civilisation illuminista, che, con il suo cosmopolitismo, voleva riportare ad una concorde armonia le varie realtà politiche europee. Distinto, ma non opposto a tale ideale, era sorto quello di nazione, che aveva trionfato durante il Romanticismo e che era poi degenerato nel nazionalismo moderno, caratterizzato dal «parossismo individualista, e [dal] suo contemplare, vagheggiare, eccitare cioè la singola nazione, posta sul trono dell’assoluto, senza riguardi ad altri» .
Il presente lavoro, che si propone di riflettere sulla prospettiva di pensiero di Federico Chabod proprio riguardo all’idea di nazione, scaturisce da un personale interesse sull’argomento e dall’intendimento di approfondire il pensiero dello storico aostano che, ne L’idea di nazione, ripensa il problema teorico della nazione rifacendosi ad Ernest Renan e a Jean Jacques Rousseau, ma anche ad Herder e a Mazzini. Nel distinguere l’idea di nazione tedesca da quella italiana, Chabod esamina, tra gli altri, i contributi di filosofi come Herder, Fichte ed Hegel e il pensiero di Mancini e di Cavour, individuando la complessa rilevanza delle loro posizioni. Chabod, infatti, distinse due diverse forme di idea di nazione: la prima, di stampo naturalistico, tipica della dottrina tedesca e svizzera; la seconda, invece, fondata su una dimensione volontaristica, presente in Italia e nata in Francia, con la Rivoluzione francese.
Il lavoro è distinto in quattro capitoli. Nel primo ci si sofferma sulla figura di Federico Chabod; nel secondo si affronta lo sviluppo dell’idea di nazione a partire dalla Rivoluzione francese e, in particolare, l’idea di nazione tedesca; nel terzo capitolo la riflessione si incentra sull’idea di nazione italiana e nel quarto capitolo, infine, sul nazionalismo.
Si intende, infatti, affrontando sia pure summatim il pensiero di Federico Chabod sull’idea di nazione, delineare i tratti della sua statura di storico e di studioso, accennando al ruolo da lui rivestito nel panorama storiografico del suo tempo. Chabod, infatti, “rileggendo” la storia italiana attraverso lo sviluppo dell’idea di nazione, pone le basi, con i suoi studi e le sue lezioni, per una rifondazione democratica dello stato italiano e per il risorgere di una nazione sconvolta dalla guerra e che doveva ritrovare il senso del proprio futuro.