Formatesi presso l’Università degli Studi di Torino, dove ha conseguito la laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali e la specialistica-magistrale in Storia del Patrimonio Archeologico e Storico-Artistico, si è specializzata all’Università degli Studi di Milano diplomandosi in Beni Archeologici. Libero professionista, si occupa di archeologia informatica e virtual heritage, allestimenti museali, grafica 2d e prodotti multimediali applicati ai Beni Culturali. Tra i suoi interessi di studio si hanno lo sviluppo di nuove tecniche e mezzi di comunicazione per la valorizzazione dei Beni Culturali e l’evoluzione della simbologia del potere tra Tardoantico e Altomedioevo.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXVI, 2022
Per analizzare quali fossero le attività ludiche e le forme d’intrattenimento nel Medioevo occide... more Per analizzare quali fossero le attività ludiche e le forme d’intrattenimento nel Medioevo occidentale bisogna incrociare tra loro le diverse fonti iconografiche (codici miniati, dipinti, affreschi, etc.), scritte (a volte dei veri e propri trattati sui giochi) e, quando possibile, anche archeologiche. Al termine di tale disamina risulta alquanto interessante notare quali forme di intrattenimento si conservarono, quali mutarono o addirittura scomparvero rispetto alla precedente età romana e tardoantica.
A Madrid un’altra imperdibile occasione per ammirare reperti in grado di far ripercorrere la stor... more A Madrid un’altra imperdibile occasione per ammirare reperti in grado di far ripercorrere la storia delle civiltà protostoriche, classiche, tardo-antiche e altomedievali che si succedettero nel corso dei secoli sul territorio dell’odierna Romania.
Il Museo Arqueológico Nacional di Madrid ospita fino al 27 febbraio la mostra “Tesoros arqueológicos de Rumanía. Las raíces dacias y romanas” (Tesori archeologici dalla Romania: radici daciche e romane) commemorando il 140° anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra Spagna e Romania. Un’esposizione prestigiosa, la più importante realizzata fino ad oggi all’estero dal Muzeul Național de Istorie a României (Museo Nazionale di Storia della Romania), negli ultimi cinquant’anni.
Una magnifica selezione di oltre 800 oggetti provenienti da Musei e istituzioni romene e spagnole.
Il Dipartimento di Architettura e Urbanistica dell'Amministrazione Statale Regionale di Leopoli h... more Il Dipartimento di Architettura e Urbanistica dell'Amministrazione Statale Regionale di Leopoli ha dato recentemente la notizia del rinvenimento di una sepoltura di prestigio, databile al III secolo d.C., nel distretto di Červonozavods’kyj della città di Charkiv, nella regione di Leopoli (Lviv).
All’interno della sepoltura, oltre ai resti umani, sono stati riportati alla luce i frammenti di due bicchieri di vetro, di una tipologia mai attestata fino a questo momento in Ucraina, un pettine di corno, una fibula (spilla) di bronzo, parte di un contenitore ligneo ricoperto con lamine bronzee decorate e un frammento di un dischetto di pasta vitrea bianca, probabilmente una pedina da gioco simile a quelle in uso nell’Impero Romano.
Gli archeologi ritengono che la tomba sia inquadrabile nella cosiddetta cultura di Wielbark (o Willenberg), fiorita nella prima metà del I secolo d.C. lungo la Vistola, nell'area dell'odierna Pomerania orientale. Tale cultura si affiancò per poi sostituire quella di Oksywie ed insieme a questa partecipò all’etnogenesi dei Goti-Gutones e dei popoli germanici orientali ad essi affini.
La mostra “Una terra di mezzo. I Longobardi e la nascita della Toscana” tenutasi al Museo Archeol... more La mostra “Una terra di mezzo. I Longobardi e la nascita della Toscana” tenutasi al Museo Archeologico e d'Arte della Maremma (MAAM) di Grosseto ha il merito di esporre al suo interno alcuni dei reperti toscani di età longobarda che si contraddistinguono per l'eccezionale valore materiale, culturale, simbolico e propagandistico, noti già da tempo alla comunità scientifica, ma non solo, accanto a questi si ha una pregevole raccolta e selezione di testimonianze archeologiche che permettono di avere un quadro quanto più completo su un periodo storico, quello altomedievale, alquanto rilevante per la storia del territorio.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXV, 2021
A partire dall’VIII secolo, l’Europa assistette all’avanzata devastatrice del popolo norreno. Que... more A partire dall’VIII secolo, l’Europa assistette all’avanzata devastatrice del popolo norreno. Questi si presentarono sulla scena europea come gruppi di uomini armati, estremamente aggressivi, non ancora cristianizzati, ma con una propria identità culturale e una capacità tecnica di tutto rispetto. Agli occhi dei cronisti del tempo sembravano sprigionare un'energia insaziabile, che aveva quasi del prodigioso e che si esprimeva nella loro tenacissima volontà di espansione e di dominio. Ma un popolo così dedito alla conquista come quello norreno, quali forme di intrattenimento e di svago poteva concedersi tra una razzia e l’altra? Le fonti scritte, soprattutto le saghe, ci vengono in aiuto nel rispondere a questo quesito. Tramite queste sappiamo, infatti, che i norreni si dilettavano in diversi tipi di giochi e sport più o meno cruenti. Verrà presentata una rassegna di questi in modo da acquisire un nuovo spaccato della vita quotidiana norrena.
Intervista fattemi per "Query. La scienza indaga i Mysteri" del CICAP, ad opera della Dott.ssa Ag... more Intervista fattemi per "Query. La scienza indaga i Mysteri" del CICAP, ad opera della Dott.ssa Agnese Picco Barbuti e villosi uomini del Nord che discendono nella civilizzata Europa per devastare e saccheggiare tutto quello che incontrano, antiche civiltà in contatto con la natura e le loro misteriose divinità pagane, valorosi baluardi di un dorato passato ormai perduto: sono i Vichinghi.
Poster presentato durante il 5° CONVEGNO NAZIONALE LE PRESENZE LONGOBARDE NELLE REGIONI D’ITALIA,... more Poster presentato durante il 5° CONVEGNO NAZIONALE LE PRESENZE LONGOBARDE NELLE REGIONI D’ITALIA, tenutosi a Civitella Cesi (Blera, VT) dal 22 al 25 Ottobre 2015, organizzato dalla Federazione Italiana Associazioni Archeologiche, con il patrocinio di: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Comune di Cividale del Friuli (Ud)
***
Nel 1874 a Cividale del Friuli, durante i lavori per il rinnovamento del selciato di piazza Paolo Diacono, fu rinvenuto un edificio di rappresentanza tardoantico in cui era stato collocato un prestigioso sarcofago in pietra d’Istria. Al suo interno fu rinvenuto il ricco corredo funerario di un personaggio di elevato status sociale di origine longobarda che in un primo momento fu erroneamente identificato con Gisulfo il primo duca del Friuli per via della presenza di un'iscrizione contraffatta recante «CISVL». Ad oggi confutata questa ipotesi rimane ancora aperta la questione sulla vera identità del defunto. Tuttavia la collocazione della sepoltura, la tipologia di tomba e gli elementi del corredo permettono di riconoscere le spoglie di un personaggio di elevata condizione sociale.
Poster presentato durante il 5° CONVEGNO NAZIONALE LE PRESENZE LONGOBARDE NELLE REGIONI D’ITALIA,... more Poster presentato durante il 5° CONVEGNO NAZIONALE LE PRESENZE LONGOBARDE NELLE REGIONI D’ITALIA, tenutosi a Civitella Cesi (Blera, VT) dal 22 al 25 Ottobre 2015, organizzato dalla Federazione Italiana Associazioni Archeologiche, con il patrocinio di: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Comune di Cividale del Friuli (Ud) *** I corni potori sono una tipologia di recipienti vitrei di chiara derivazione centro europea. Tali vasi risultano diffusi soprattutto nell'Europa centrale e settentrionale, mentre appaiono scarsamente documentati in Italia. Ad oggi, infatti, il numero di esemplari rinvenuti sul territorio italiano si aggira sulla ventina e risultano tutti riconducibili a sepolture di origine longobarda. Dall'analisi di questi corni emergono particolari evidenze utili per chiarire quale fosse il valore artigianale, ideologico e culturale ad essi attribuito dall'élite longobarda emergente che si era stanziata in Italia.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXIV, 2020
Libri, fumetti, film e una serie televisiva di grande successo hanno contribuito a portare alla r... more Libri, fumetti, film e una serie televisiva di grande successo hanno contribuito a portare alla ribalta gli antichi Vichinghi, ‘gli uomini del nord’. Difficile, tra tanto e variegato materiale, distinguere tra finzione e realtà. Sappiamo che vengono ricordati nelle fonti con nomi diversi quali Norreni, Vichinghi, Variaghi e Normanni, tutti appellativi riconducibili a guerrieri temibili e abili marinai originari delle remote regioni scandinave. Questi, infatti, salparono dalla Norvegia, Svezia e Danimarca per sete di conquista, viaggiando per mare e per terra, in cerca di preda, di bottino e di nuove terre. I Norreni entrarono con una certa prepotenza nella storia europea a partire dall'VIII secolo; si presentarono come gruppi di uomini armati, estremamente aggressivi, non ancora cristianizzati ma con una propria identità culturale e una capacità tecnica di tutto rispetto. Agli occhi dei cronisti del tempo sembrarono sprigionare un'energia inesauribile, che aveva quasi del prodigioso e che si esprimeva nella loro tenacissima volontà di espansione e di dominio. Ma cosa sappiamo realmente di loro? Quali furono le loro origini? Quale fu il clima culturale che portò alla formazione? Attraverso un quadro generale dell’archeologia scandinava si cercherà di rispondere a questi quesiti fornendo un interessante approfondimento sulla storia materiale e culturale di questi temibili “uomini del nord”.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXIV, 2020
Avvolti per lunghi secoli nelle fitte nebbie, che secondo gli autori medievali, si stendevano sul... more Avvolti per lunghi secoli nelle fitte nebbie, che secondo gli autori medievali, si stendevano sulle loro terre cupe e inospitali, fitte di verdi foreste, acquitrini e lande infernali, i Germani furono con romantico slancio portati dall’opacità storiografica alla brillante quanto illusoria posizione di razza dominante Europea. Diradate le foschie passate rimane oggi tuttavia il fatto che Franchi, Alemanni e Burgundi, Gepidi e Longobardi, tenaci protagonisti delle invasioni che travolsero l'Impero romano d'Occidente e innegabili padri genetici e culturali della moderna Europa, rimangono ancora oggi in parte sconosciuti. Dietro la storia delle invasioni di V secolo si è andata ad affermare una fantasia ricca di immagini "barbariche" e confuse: ben poco viene infatti riportato sulla storia, l'arte e la cultura di questi popoli, che sopravvissero a quattro secoli di convivenza con Roma per diventare infine le élites indiscusse delle nazioni un tempo a lei soggette, arrivando con il tempo ad imporre una forma politica nuova - il feudalesimo - sulle rovine della pax romana e della relativa lex. Il lavoro si sofferma sull’evoluzione dell’arte orafa germanica, mostrando come questa nata sotto l’influsso di quella mediterranea fu in grado di evolversi in forme innovative e originali ponendosi tra arte e credenze magico-religiose, tra innovazione e ancestrale conservatorismo.
An analysis of how the so-called Northern Barbarians were represented in the eyes of the Romans, ... more An analysis of how the so-called Northern Barbarians were represented in the eyes of the Romans, between the Late Antiquity and the Early Middle Ages, through an examination of historical, archaeological, artistic and historiographic sources.
Un’analisi su come venivano rappresentati i cosiddetti Barbari del Nord agli occhi dei Romani, tr... more Un’analisi su come venivano rappresentati i cosiddetti Barbari del Nord agli occhi dei Romani, tra Tardoantico e Altomedioevo, attraverso una disamina di fonti storiche, archeologiche, artistiche e storiografiche.
in Small Finds. Atti del Convegno di Studi (Università degli Studi di Milano), «LANX», 22, 2019
Questo contributo si propone di focalizzare l’attenzione sul ritrovamento di alcuni materiali met... more Questo contributo si propone di focalizzare l’attenzione sul ritrovamento di alcuni materiali metallici avvenuto nei pressi del santuario della Madonna della Rocchetta nel Comune di Airuno, in Provincia di Lecco. La segnalazione di questi pervenne nel mese di dicembre 2016 all’allora Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia, il loro successivo recupero e la consegna ai magazzini della Soprintendenza, hanno permesso di sviluppare la seguente indagine preliminare.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXIII, 2019
Le vedove regie, in qualità di regine madri, vedove o nonne, ovvero come reggenti e tutrici, rius... more Le vedove regie, in qualità di regine madri, vedove o nonne, ovvero come reggenti e tutrici, riuscirono ad imporre effettivamente il proprio ruolo nel regno. In alcuni casi vennero impiegate per legittimare l’ascesa al trono del successore dei loro mariti, a volte anche tramite il proprio stesso matrimonio con questi; in altri, invece, la vedovanza regia venne interpretata come una sorta di continuazione del matrimonio con il proprio consorte, in cui la regina stessa assumeva così il rilevante ruolo di protettrice del regno e della dinastia regia, carica che si concretizzava ancora di più nel momento in cui entrava in monastero raggiungendo una sorta di sacralizzazione.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXII, 2018
Tramite i dati archeologici e le fonti scritte relative alle cosiddette sepolture principesche si... more Tramite i dati archeologici e le fonti scritte relative alle cosiddette sepolture principesche si cercherà di ricostruire l'evoluzione della simbologia del potere presso il popolo longobardo. La scelta di trattare quest'ultime è dettata dall'idea che il rituale funerario che le contraddistingue rispecchi le strategie messe in atto dalla classe dominante per legittimare il proprio ruolo all'interno della propria comunità e agli occhi della società romano-bizantina. Tali strategie andavano a coinvolgere ogni aspetto del rituale funerario, infatti, il corredo, la struttura tombale, i trattamenti del corpo e la collocazione della tomba, risultano strettamente legati e interagiscono reciprocamente tra loro nel riflettere le scelte ideologiche e politiche attuate dal defunto e dal suo gruppo familiare.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXII, 2018
Attraverso dati archeologici e fonti scritte relative alle cosiddette sepolture principesche si c... more Attraverso dati archeologici e fonti scritte relative alle cosiddette sepolture principesche si cercherà di ricostruire l'evoluzione della simbologia del potere presso il popolo longobardo. La scelta di trattare quest'ultime è dettata dall'idea che il rituale funerario che le contraddistingue rispecchi le strategie messe in atto dalle élites al potere per legittimare il proprio ruolo all'interno della propria comunità e agli occhi della società romanza locale. Tali strategie andavano a coinvolgere ogni aspetto del rituale funerario, infatti, il corredo, la struttura tombale, i trattamenti del corpo e la collocazione della tomba, risultano strettamente legati e interagiscono reciprocamente tra loro nel riflettere le scelte ideologiche e politiche attuate dal defunto e dal suo gruppo familiare.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXII, 2018
Mogli di re, donne di nascita nobile o umile, di origini straniere o conterranee dei loro sposi, ... more Mogli di re, donne di nascita nobile o umile, di origini straniere o conterranee dei loro sposi, compagne pie e devote o adultere e avvelenatrici, sicuramente vittime e carnefici del proprio destino che le vedeva legate ad una figura ingombrante come quella del sovrano. Il loro potere risulta legato alla capacità di generare eredi legittimi al trono, ma anche e soprattutto alle loro abilità personali che le misero in grado di diventare intermediarie privilegiate per ottenere udienza presso il re, «tessitrici di pace» e ambasciatrici presso i regni vicini, oltre ad essere incaricate alla trasmissione della memoria familiare per l'eternità. Il tema del potere delle regine altomedievali viene affrontato attraverso l'ausilio di fonti storiche, iconografiche ed archeologiche in modo da dimostrare se queste donne detenessero un vero e proprio potere e nel caso come questo venisse esercitato e rappresentato.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XX, 2016
Per più di un secolo, molti esperti di archeologia scandinava rimasero affascinati da un misterio... more Per più di un secolo, molti esperti di archeologia scandinava rimasero affascinati da un misterioso gioco da tavolo, chiamato Tafl o Hnefatafl (traducibile come "tavoliere del re"), che di frequente veniva menzionato all'interno delle saghe norrene. Testimonianze testuali, archeologiche e iconografiche attestano la diffusione di questo gioco non solo in Scandinavia, ma anche nelle diverse regioni poste sotto l'influenza vichinga: Irlanda, Galles, Inghilterra, Islanda e Lapponia. Le fonti scritte in particolar modo ne sottolineano l'antico status di attività intellettuale, rimarcando come i nobili vichinghi amassero vantare tra le proprie doti personali quella di saper giocare a Hnefatafl. Durante il Medioevo questo nobile gioco norreno venne gradualmente abbandonato in favore degli scacchi, ciò nonostante le sue regole sopravvissero grazie a rare e frammentarie fonti testuali. Tuttavia si dovettero aspettare gli studi filologici e documentari sviluppatesi nel corso del XIX secolo per far luce e riscoprire questo antico gioco da tavolo che dal 2008, nell'isola di Fetlar nelle Shetland, viene commemorato attraverso dei veri e propri campionati mondiali.
«Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte», 31, 2016
Nel mese di settembre 2015 il Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino... more Nel mese di settembre 2015 il Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino, in accordo e in sinergia con la Soprintendenza Archeologia del Piemonte, ha condotto una prima campagna di ripulitura, rilievo e documentazione di alcune strutture murarie pertinenti al sito fortificato di Monasterolo Casotto (CN).
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXVI, 2022
Per analizzare quali fossero le attività ludiche e le forme d’intrattenimento nel Medioevo occide... more Per analizzare quali fossero le attività ludiche e le forme d’intrattenimento nel Medioevo occidentale bisogna incrociare tra loro le diverse fonti iconografiche (codici miniati, dipinti, affreschi, etc.), scritte (a volte dei veri e propri trattati sui giochi) e, quando possibile, anche archeologiche. Al termine di tale disamina risulta alquanto interessante notare quali forme di intrattenimento si conservarono, quali mutarono o addirittura scomparvero rispetto alla precedente età romana e tardoantica.
A Madrid un’altra imperdibile occasione per ammirare reperti in grado di far ripercorrere la stor... more A Madrid un’altra imperdibile occasione per ammirare reperti in grado di far ripercorrere la storia delle civiltà protostoriche, classiche, tardo-antiche e altomedievali che si succedettero nel corso dei secoli sul territorio dell’odierna Romania.
Il Museo Arqueológico Nacional di Madrid ospita fino al 27 febbraio la mostra “Tesoros arqueológicos de Rumanía. Las raíces dacias y romanas” (Tesori archeologici dalla Romania: radici daciche e romane) commemorando il 140° anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra Spagna e Romania. Un’esposizione prestigiosa, la più importante realizzata fino ad oggi all’estero dal Muzeul Național de Istorie a României (Museo Nazionale di Storia della Romania), negli ultimi cinquant’anni.
Una magnifica selezione di oltre 800 oggetti provenienti da Musei e istituzioni romene e spagnole.
Il Dipartimento di Architettura e Urbanistica dell'Amministrazione Statale Regionale di Leopoli h... more Il Dipartimento di Architettura e Urbanistica dell'Amministrazione Statale Regionale di Leopoli ha dato recentemente la notizia del rinvenimento di una sepoltura di prestigio, databile al III secolo d.C., nel distretto di Červonozavods’kyj della città di Charkiv, nella regione di Leopoli (Lviv).
All’interno della sepoltura, oltre ai resti umani, sono stati riportati alla luce i frammenti di due bicchieri di vetro, di una tipologia mai attestata fino a questo momento in Ucraina, un pettine di corno, una fibula (spilla) di bronzo, parte di un contenitore ligneo ricoperto con lamine bronzee decorate e un frammento di un dischetto di pasta vitrea bianca, probabilmente una pedina da gioco simile a quelle in uso nell’Impero Romano.
Gli archeologi ritengono che la tomba sia inquadrabile nella cosiddetta cultura di Wielbark (o Willenberg), fiorita nella prima metà del I secolo d.C. lungo la Vistola, nell'area dell'odierna Pomerania orientale. Tale cultura si affiancò per poi sostituire quella di Oksywie ed insieme a questa partecipò all’etnogenesi dei Goti-Gutones e dei popoli germanici orientali ad essi affini.
La mostra “Una terra di mezzo. I Longobardi e la nascita della Toscana” tenutasi al Museo Archeol... more La mostra “Una terra di mezzo. I Longobardi e la nascita della Toscana” tenutasi al Museo Archeologico e d'Arte della Maremma (MAAM) di Grosseto ha il merito di esporre al suo interno alcuni dei reperti toscani di età longobarda che si contraddistinguono per l'eccezionale valore materiale, culturale, simbolico e propagandistico, noti già da tempo alla comunità scientifica, ma non solo, accanto a questi si ha una pregevole raccolta e selezione di testimonianze archeologiche che permettono di avere un quadro quanto più completo su un periodo storico, quello altomedievale, alquanto rilevante per la storia del territorio.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXV, 2021
A partire dall’VIII secolo, l’Europa assistette all’avanzata devastatrice del popolo norreno. Que... more A partire dall’VIII secolo, l’Europa assistette all’avanzata devastatrice del popolo norreno. Questi si presentarono sulla scena europea come gruppi di uomini armati, estremamente aggressivi, non ancora cristianizzati, ma con una propria identità culturale e una capacità tecnica di tutto rispetto. Agli occhi dei cronisti del tempo sembravano sprigionare un'energia insaziabile, che aveva quasi del prodigioso e che si esprimeva nella loro tenacissima volontà di espansione e di dominio. Ma un popolo così dedito alla conquista come quello norreno, quali forme di intrattenimento e di svago poteva concedersi tra una razzia e l’altra? Le fonti scritte, soprattutto le saghe, ci vengono in aiuto nel rispondere a questo quesito. Tramite queste sappiamo, infatti, che i norreni si dilettavano in diversi tipi di giochi e sport più o meno cruenti. Verrà presentata una rassegna di questi in modo da acquisire un nuovo spaccato della vita quotidiana norrena.
Intervista fattemi per "Query. La scienza indaga i Mysteri" del CICAP, ad opera della Dott.ssa Ag... more Intervista fattemi per "Query. La scienza indaga i Mysteri" del CICAP, ad opera della Dott.ssa Agnese Picco Barbuti e villosi uomini del Nord che discendono nella civilizzata Europa per devastare e saccheggiare tutto quello che incontrano, antiche civiltà in contatto con la natura e le loro misteriose divinità pagane, valorosi baluardi di un dorato passato ormai perduto: sono i Vichinghi.
Poster presentato durante il 5° CONVEGNO NAZIONALE LE PRESENZE LONGOBARDE NELLE REGIONI D’ITALIA,... more Poster presentato durante il 5° CONVEGNO NAZIONALE LE PRESENZE LONGOBARDE NELLE REGIONI D’ITALIA, tenutosi a Civitella Cesi (Blera, VT) dal 22 al 25 Ottobre 2015, organizzato dalla Federazione Italiana Associazioni Archeologiche, con il patrocinio di: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Comune di Cividale del Friuli (Ud)
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Nel 1874 a Cividale del Friuli, durante i lavori per il rinnovamento del selciato di piazza Paolo Diacono, fu rinvenuto un edificio di rappresentanza tardoantico in cui era stato collocato un prestigioso sarcofago in pietra d’Istria. Al suo interno fu rinvenuto il ricco corredo funerario di un personaggio di elevato status sociale di origine longobarda che in un primo momento fu erroneamente identificato con Gisulfo il primo duca del Friuli per via della presenza di un'iscrizione contraffatta recante «CISVL». Ad oggi confutata questa ipotesi rimane ancora aperta la questione sulla vera identità del defunto. Tuttavia la collocazione della sepoltura, la tipologia di tomba e gli elementi del corredo permettono di riconoscere le spoglie di un personaggio di elevata condizione sociale.
Poster presentato durante il 5° CONVEGNO NAZIONALE LE PRESENZE LONGOBARDE NELLE REGIONI D’ITALIA,... more Poster presentato durante il 5° CONVEGNO NAZIONALE LE PRESENZE LONGOBARDE NELLE REGIONI D’ITALIA, tenutosi a Civitella Cesi (Blera, VT) dal 22 al 25 Ottobre 2015, organizzato dalla Federazione Italiana Associazioni Archeologiche, con il patrocinio di: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Comune di Cividale del Friuli (Ud) *** I corni potori sono una tipologia di recipienti vitrei di chiara derivazione centro europea. Tali vasi risultano diffusi soprattutto nell'Europa centrale e settentrionale, mentre appaiono scarsamente documentati in Italia. Ad oggi, infatti, il numero di esemplari rinvenuti sul territorio italiano si aggira sulla ventina e risultano tutti riconducibili a sepolture di origine longobarda. Dall'analisi di questi corni emergono particolari evidenze utili per chiarire quale fosse il valore artigianale, ideologico e culturale ad essi attribuito dall'élite longobarda emergente che si era stanziata in Italia.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXIV, 2020
Libri, fumetti, film e una serie televisiva di grande successo hanno contribuito a portare alla r... more Libri, fumetti, film e una serie televisiva di grande successo hanno contribuito a portare alla ribalta gli antichi Vichinghi, ‘gli uomini del nord’. Difficile, tra tanto e variegato materiale, distinguere tra finzione e realtà. Sappiamo che vengono ricordati nelle fonti con nomi diversi quali Norreni, Vichinghi, Variaghi e Normanni, tutti appellativi riconducibili a guerrieri temibili e abili marinai originari delle remote regioni scandinave. Questi, infatti, salparono dalla Norvegia, Svezia e Danimarca per sete di conquista, viaggiando per mare e per terra, in cerca di preda, di bottino e di nuove terre. I Norreni entrarono con una certa prepotenza nella storia europea a partire dall'VIII secolo; si presentarono come gruppi di uomini armati, estremamente aggressivi, non ancora cristianizzati ma con una propria identità culturale e una capacità tecnica di tutto rispetto. Agli occhi dei cronisti del tempo sembrarono sprigionare un'energia inesauribile, che aveva quasi del prodigioso e che si esprimeva nella loro tenacissima volontà di espansione e di dominio. Ma cosa sappiamo realmente di loro? Quali furono le loro origini? Quale fu il clima culturale che portò alla formazione? Attraverso un quadro generale dell’archeologia scandinava si cercherà di rispondere a questi quesiti fornendo un interessante approfondimento sulla storia materiale e culturale di questi temibili “uomini del nord”.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXIV, 2020
Avvolti per lunghi secoli nelle fitte nebbie, che secondo gli autori medievali, si stendevano sul... more Avvolti per lunghi secoli nelle fitte nebbie, che secondo gli autori medievali, si stendevano sulle loro terre cupe e inospitali, fitte di verdi foreste, acquitrini e lande infernali, i Germani furono con romantico slancio portati dall’opacità storiografica alla brillante quanto illusoria posizione di razza dominante Europea. Diradate le foschie passate rimane oggi tuttavia il fatto che Franchi, Alemanni e Burgundi, Gepidi e Longobardi, tenaci protagonisti delle invasioni che travolsero l'Impero romano d'Occidente e innegabili padri genetici e culturali della moderna Europa, rimangono ancora oggi in parte sconosciuti. Dietro la storia delle invasioni di V secolo si è andata ad affermare una fantasia ricca di immagini "barbariche" e confuse: ben poco viene infatti riportato sulla storia, l'arte e la cultura di questi popoli, che sopravvissero a quattro secoli di convivenza con Roma per diventare infine le élites indiscusse delle nazioni un tempo a lei soggette, arrivando con il tempo ad imporre una forma politica nuova - il feudalesimo - sulle rovine della pax romana e della relativa lex. Il lavoro si sofferma sull’evoluzione dell’arte orafa germanica, mostrando come questa nata sotto l’influsso di quella mediterranea fu in grado di evolversi in forme innovative e originali ponendosi tra arte e credenze magico-religiose, tra innovazione e ancestrale conservatorismo.
An analysis of how the so-called Northern Barbarians were represented in the eyes of the Romans, ... more An analysis of how the so-called Northern Barbarians were represented in the eyes of the Romans, between the Late Antiquity and the Early Middle Ages, through an examination of historical, archaeological, artistic and historiographic sources.
Un’analisi su come venivano rappresentati i cosiddetti Barbari del Nord agli occhi dei Romani, tr... more Un’analisi su come venivano rappresentati i cosiddetti Barbari del Nord agli occhi dei Romani, tra Tardoantico e Altomedioevo, attraverso una disamina di fonti storiche, archeologiche, artistiche e storiografiche.
in Small Finds. Atti del Convegno di Studi (Università degli Studi di Milano), «LANX», 22, 2019
Questo contributo si propone di focalizzare l’attenzione sul ritrovamento di alcuni materiali met... more Questo contributo si propone di focalizzare l’attenzione sul ritrovamento di alcuni materiali metallici avvenuto nei pressi del santuario della Madonna della Rocchetta nel Comune di Airuno, in Provincia di Lecco. La segnalazione di questi pervenne nel mese di dicembre 2016 all’allora Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia, il loro successivo recupero e la consegna ai magazzini della Soprintendenza, hanno permesso di sviluppare la seguente indagine preliminare.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXIII, 2019
Le vedove regie, in qualità di regine madri, vedove o nonne, ovvero come reggenti e tutrici, rius... more Le vedove regie, in qualità di regine madri, vedove o nonne, ovvero come reggenti e tutrici, riuscirono ad imporre effettivamente il proprio ruolo nel regno. In alcuni casi vennero impiegate per legittimare l’ascesa al trono del successore dei loro mariti, a volte anche tramite il proprio stesso matrimonio con questi; in altri, invece, la vedovanza regia venne interpretata come una sorta di continuazione del matrimonio con il proprio consorte, in cui la regina stessa assumeva così il rilevante ruolo di protettrice del regno e della dinastia regia, carica che si concretizzava ancora di più nel momento in cui entrava in monastero raggiungendo una sorta di sacralizzazione.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXII, 2018
Tramite i dati archeologici e le fonti scritte relative alle cosiddette sepolture principesche si... more Tramite i dati archeologici e le fonti scritte relative alle cosiddette sepolture principesche si cercherà di ricostruire l'evoluzione della simbologia del potere presso il popolo longobardo. La scelta di trattare quest'ultime è dettata dall'idea che il rituale funerario che le contraddistingue rispecchi le strategie messe in atto dalla classe dominante per legittimare il proprio ruolo all'interno della propria comunità e agli occhi della società romano-bizantina. Tali strategie andavano a coinvolgere ogni aspetto del rituale funerario, infatti, il corredo, la struttura tombale, i trattamenti del corpo e la collocazione della tomba, risultano strettamente legati e interagiscono reciprocamente tra loro nel riflettere le scelte ideologiche e politiche attuate dal defunto e dal suo gruppo familiare.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXII, 2018
Attraverso dati archeologici e fonti scritte relative alle cosiddette sepolture principesche si c... more Attraverso dati archeologici e fonti scritte relative alle cosiddette sepolture principesche si cercherà di ricostruire l'evoluzione della simbologia del potere presso il popolo longobardo. La scelta di trattare quest'ultime è dettata dall'idea che il rituale funerario che le contraddistingue rispecchi le strategie messe in atto dalle élites al potere per legittimare il proprio ruolo all'interno della propria comunità e agli occhi della società romanza locale. Tali strategie andavano a coinvolgere ogni aspetto del rituale funerario, infatti, il corredo, la struttura tombale, i trattamenti del corpo e la collocazione della tomba, risultano strettamente legati e interagiscono reciprocamente tra loro nel riflettere le scelte ideologiche e politiche attuate dal defunto e dal suo gruppo familiare.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XXII, 2018
Mogli di re, donne di nascita nobile o umile, di origini straniere o conterranee dei loro sposi, ... more Mogli di re, donne di nascita nobile o umile, di origini straniere o conterranee dei loro sposi, compagne pie e devote o adultere e avvelenatrici, sicuramente vittime e carnefici del proprio destino che le vedeva legate ad una figura ingombrante come quella del sovrano. Il loro potere risulta legato alla capacità di generare eredi legittimi al trono, ma anche e soprattutto alle loro abilità personali che le misero in grado di diventare intermediarie privilegiate per ottenere udienza presso il re, «tessitrici di pace» e ambasciatrici presso i regni vicini, oltre ad essere incaricate alla trasmissione della memoria familiare per l'eternità. Il tema del potere delle regine altomedievali viene affrontato attraverso l'ausilio di fonti storiche, iconografiche ed archeologiche in modo da dimostrare se queste donne detenessero un vero e proprio potere e nel caso come questo venisse esercitato e rappresentato.
«Bollettino della Società Friulana di Archeologia», 2, Anno XX, 2016
Per più di un secolo, molti esperti di archeologia scandinava rimasero affascinati da un misterio... more Per più di un secolo, molti esperti di archeologia scandinava rimasero affascinati da un misterioso gioco da tavolo, chiamato Tafl o Hnefatafl (traducibile come "tavoliere del re"), che di frequente veniva menzionato all'interno delle saghe norrene. Testimonianze testuali, archeologiche e iconografiche attestano la diffusione di questo gioco non solo in Scandinavia, ma anche nelle diverse regioni poste sotto l'influenza vichinga: Irlanda, Galles, Inghilterra, Islanda e Lapponia. Le fonti scritte in particolar modo ne sottolineano l'antico status di attività intellettuale, rimarcando come i nobili vichinghi amassero vantare tra le proprie doti personali quella di saper giocare a Hnefatafl. Durante il Medioevo questo nobile gioco norreno venne gradualmente abbandonato in favore degli scacchi, ciò nonostante le sue regole sopravvissero grazie a rare e frammentarie fonti testuali. Tuttavia si dovettero aspettare gli studi filologici e documentari sviluppatesi nel corso del XIX secolo per far luce e riscoprire questo antico gioco da tavolo che dal 2008, nell'isola di Fetlar nelle Shetland, viene commemorato attraverso dei veri e propri campionati mondiali.
«Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte», 31, 2016
Nel mese di settembre 2015 il Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino... more Nel mese di settembre 2015 il Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino, in accordo e in sinergia con la Soprintendenza Archeologia del Piemonte, ha condotto una prima campagna di ripulitura, rilievo e documentazione di alcune strutture murarie pertinenti al sito fortificato di Monasterolo Casotto (CN).
Tesi Specialistica, Università degli Studi di Torino
Il lavoro affronta l'evoluzione della simbologia del potere nell’Europa occidentale tra V e VIII ... more Il lavoro affronta l'evoluzione della simbologia del potere nell’Europa occidentale tra V e VIII secolo, attraverso l'analisi dei simboli di prestigio individuati tra le più importanti sepolture aristocratiche altomedievali. La scelta di privilegiare l'esame dei corredi funerari certamente non implica che questi possano essere oggetto di un esame autonomo, indipendente dalle altre tracce archeologiche del rito funebre. Infatti il corredo, la struttura tombale, i trattamenti del corpo e la collocazione della tomba, risultano strettamente legati e interagiscono reciprocamente tra di loro nel riflettere le scelte ideologiche attuate dal defunto e del suo gruppo famigliare. In moltissimi casi però l'esame simultaneo di tutte le evidenze archeologiche del rito funebre non è sempre possibile, perché si tratta di rinvenimenti casuali non indagati approfonditamente o di scavi che hanno lasciato una scarsa documentazione privilegiando solo il recupero degli oggetti di corredo più preziosi. I soli corredi pertanto non permettono una immagine del rituale funerario nel suo complesso, anche se, in quanto parte integrante del rito, un esame dell'importanza, della qualità, della composizione, della quantità e della funzione degli elementi che li compongono può comunque fornire alcune interessanti indicazioni utili a ricomporre un quadro del fenomeno indagato nella sua evoluzione diacronica.
Questo lavoro si propone di determinare quale potere detenessero le figure femminili che solitame... more Questo lavoro si propone di determinare quale potere detenessero le figure femminili che solitamente si accompagnavano alla figura dei re: le loro figlie, mogli o vedove. Attraverso i contribuiti storiografici, le fonti storiche e archeologiche, si vedrà se a tali donne venisse associato un vero e proprio potere, e in quale modo esse potevano eventualmente esercitarlo all’interno delle corti europee altomedievali.
Le archeologie di Merilli. Miscellanea di studi in ricordo di Maria Maddalena Negro Ponzi, 2018
Scandinavian rune stones are stone stelae with a mixture of runic characters and elaborate figura... more Scandinavian rune stones are stone stelae with a mixture of runic characters and elaborate figurative elements. Used mainly to commemorate deceased relatives, stelae were made throughout the Middle Ages and their iconography underwent significant development during the Viking era (8th-9th century). During this phase, the impact of the spread of Christianity led to the introduction of new symbols and the development in a Christian sense of themes taken from Norse mythology. Besides being a useful source of information about the ideas of Scandinavian peoples about the afterlife before and after the conversion to Christianity, their relationship with the world of the dead also shows how the new religion merged with traditional religious beliefs, leading to the Christianisation of the more archaic symbols. By analysing iconographic motifs on funerary stelae, the most frequent themes in Viking monumental inscriptions were examined to assess how the Christian faith influenced the way they were reworked.
Relatrice per l’inaugurazione della 18° edizione locale della Giornata Mondiale del Gioco promoss... more Relatrice per l’inaugurazione della 18° edizione locale della Giornata Mondiale del Gioco promossa dal Comune di Udine, Assessorato all’Istruzione, Ludoteca di Udine, Centro di Documentazione della Cultura Ludica. Conferenza online del 27 maggio 2022 con un intervento dal titolo “Attività ludiche e forme d’intrattenimento nel Medioevo occidentale”, evento organizzato dalla Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine, all'interno del progetto "Seguendo le tracce degli antichi (Edizione Special per la Giornata Mondiale del Gioco)", conferenza resa possibile con il sostegno finanziario della Regione Friuli Venezia Giulia (LR 14/2014 -Avviso per manifestazioni di divulgazione della cultura umanistica)Avviso per manifestazioni di divulgazione della cultura umanistica).
Partecipazione come relatrice a "Seguendo le tracce degli antichi... Special" (tenutosi il 28 mag... more Partecipazione come relatrice a "Seguendo le tracce degli antichi... Special" (tenutosi il 28 maggio 2021), evento online organizzato dalla Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine, con il patrocinio del Consiglio Regione della Regione FVG, Provincia di Udine, Turismo FVG.
Partecipazione come relatrice a "Seguendo le tracce degli antichi" (Edizione primavera 2020), eve... more Partecipazione come relatrice a "Seguendo le tracce degli antichi" (Edizione primavera 2020), evento online organizzato dalla Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine, con il patrocinio del Consiglio Regione della Regione FVG, Provincia di Udine, Turismo FVG, e Centro Servizi Volontariato FVG, per il progetto Agorà del Sapere, attuato grazie al contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con Regione Piemonte e con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino.
Partecipazione come relatrice a "Seguendo le tracce degli antichi" (Edizione primavera 2020), - L... more Partecipazione come relatrice a "Seguendo le tracce degli antichi" (Edizione primavera 2020), - La “Luce” degli Antichi”, evento online organizzato dalla Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine, con il patrocinio del Consiglio Regione della Regione FVG, Provincia di Udine, Turismo FVG, e Centro Servizi Volontariato FVG, per il progetto Agorà del Sapere, attuato grazie al contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con Regione Piemonte e con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino.
Partecipazione come relatrice alla conferenza avente come tema le fortificazioni dell’area di Lec... more Partecipazione come relatrice alla conferenza avente come tema le fortificazioni dell’area di Lecco, con un intervento dal titolo “Strutture difensive dell’Alta Brianza Lecchese tra V e XV secolo, dal censimento alle proposte di valorizzazione dei siti del territorio“, promossa dall’Istituto Italiano dei Castelli Onlus, Sezione Lomabardia, Delegazione Lecco.
Partecipazione come relatrice ad "Archeologia in Rosa 2019 - Ciclo di conferenze Edizione 2019", ... more Partecipazione come relatrice ad "Archeologia in Rosa 2019 - Ciclo di conferenze Edizione 2019", tenutesi presso Torre di Porta Villalta, via Micesio 2, Udine (UD) – Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine, con il patrocinio del Consiglio Regione della Regione FVG, Provincia di Udine, Turismo FVG, e Centro Servizi Volontariato FVG. *** Le vedove regie, in qualità di regine madri, vedove o nonne, ovvero come reggenti e tutrici, riuscirono ad imporre effettivamente il proprio ruolo nel regno. In alcuni casi vennero impiegate per legittimare l’ascesa al trono del successore dei loro mariti, a volte anche tramite il proprio stesso matrimonio con questi; in altri, invece, la vedovanza regia venne interpretata come una sorta di continuazione del matrimonio con il proprio consorte, in cui la regina stessa assumeva così il rilevante ruolo di protettrice del regno e della dinastia regia, carica che si concretizzava ancora di più nel momento in cui entrava in monastero raggiungendo una sorta di sacralizzazione.
Partecipazione come relatrice a Small Finds, Meeting per l’inaugurazione dell’a.a. 2018/2019 dell... more Partecipazione come relatrice a Small Finds, Meeting per l’inaugurazione dell’a.a. 2018/2019 della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, dell’Università degli Studi di Milano
Partecipazione come relatrice ad "Archeologia in Rosa 2017 - Ciclo di conferenze Edizione 2017", ... more Partecipazione come relatrice ad "Archeologia in Rosa 2017 - Ciclo di conferenze Edizione 2017", tenutesi presso Torre di Porta Villalta, via Micesio 2, Udine (UD) – Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine, con il patrocinio del Consiglio Regione della Regione FVG, Provincia di Udine, Turismo FVG, e Centro Servizi Volontariato FVG. *** Mogli di re, donne di nascita nobile o umile, di origini straniere o conterranee dei loro sposi, compagne pie e devote o adultere e avvelenatrici, sicuramente vittime e carnefici del proprio destino che le vedeva legate ad una figura ingombrante come quella del sovrano. Il loro potere risulta legato alla capacità di generare eredi legittimi al trono, ma anche e soprattutto alle loro abilità personali che le misero in grado di diventare intermediarie privilegiate per ottenere udienza presso il re, «tessitrici di pace» e ambasciatrici presso i regni vicini, oltre ad essere incaricate alla trasmissione della memoria familiare per l'eternità. Il tema del potere delle regine altomedievali viene affrontato attraverso l'ausilio di fonti storiche, iconografiche ed archeologiche in modo da dimostrare se queste donne detenessero un vero e proprio potere e nel caso come questo venisse esercitato e rappresentato.
Partecipazione come relatrice alla conferenza “Il Civico Museo Archeologico di Arsago Seprio (VA)... more Partecipazione come relatrice alla conferenza “Il Civico Museo Archeologico di Arsago Seprio (VA): un caso studio. Problematiche e nuove prospettive“, organizzata dal Comune di Arsago Seprio (VA) in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio presso il Civico Museo Archeologico di Arsago Seprio.
Partecipazione come relatrice a "Seguendo le tracce degli antichi" (Edizione autunno 2016), event... more Partecipazione come relatrice a "Seguendo le tracce degli antichi" (Edizione autunno 2016), evento tenutosi presso il Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli – Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine, con il patrocinio del Consiglio Regione della Regione FVG, Provincia di Udine, Turismo FVG, e Centro Servizi Volontariato FVG.
Partecipazione al 5° Convegno Nazionale Le Presenze Longobarde nelle Regioni d'Italia, tenutosi a... more Partecipazione al 5° Convegno Nazionale Le Presenze Longobarde nelle Regioni d'Italia, tenutosi a Civitella Cesi (Blera, VT) dal 22 al 25 Ottobre 2015, organizzato dalla Federazione Italiana Associazioni Archeologiche, con il patrocinio di: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Comune di Cividale del Friuli (Ud) *** Nel 1874 a Cividale del Friuli, durante i lavori per il rinnovamento del selciato di piazza Paolo Diacono, fu rinvenuto un edificio di rappresentanza tardoantico in cui era stato collocato un prestigioso sarcofago in pietra d’Istria. Al suo interno fu rinvenuto il ricco corredo funerario di un personaggio di elevato status sociale di origine longobarda che in un primo momento fu erroneamente identificato con Gisulfo il primo duca del Friuli per via della presenza di un'iscrizione contraffatta recante «CISVL». Ad oggi confutata questa ipotesi rimane ancora aperta la questione sulla vera identità del defunto. Tuttavia la collocazione della sepoltura, la tipologia di tomba e gli elementi del corredo permettono di riconoscere le spoglie di un personaggio di elevata condizione sociale.
Partecipazione al 5° Convegno Nazionale Le Presenze Longobarde nelle Regioni d'Italia, tenutosi a... more Partecipazione al 5° Convegno Nazionale Le Presenze Longobarde nelle Regioni d'Italia, tenutosi a Civitella Cesi (Blera, VT) dal 22 al 25 Ottobre 2015, organizzato dalla Federazione Italiana Associazioni Archeologiche, con il patrocinio di: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Comune di Cividale del Friuli (Ud) *** I corni potori sono una tipologia di recipienti vitrei di chiara derivazione centro europea. Tali vasi risultano diffusi soprattutto nell'Europa centrale e settentrionale, mentre appaiono scarsamente documentati in Italia. Ad oggi, infatti, il numero di esemplari rinvenuti sul territorio italiano si aggira sulla ventina e risultano tutti riconducibili a sepolture di origine longobarda. Dall'analisi di questi corni emergono particolari evidenze utili per chiarire quale fosse il valore artigianale, ideologico e culturale ad essi attribuito dall'élite longobarda emergente che si era stanziata in Italia.
Partecipazione come relatrice all'evento "Seguendo le tracce degli antichi" (Edizione autunno 201... more Partecipazione come relatrice all'evento "Seguendo le tracce degli antichi" (Edizione autunno 2015), tenutosi presso Torre di Porta Villalta, via Micesio 2, Udine (UD) – Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine, con il patrocinio del Consiglio Regione della Regione FVG, Provincia di Udine, Turismo FVG e Centro Servizi Volontariato FVG.
Partecipazione come relatrice con un intervento dal titolo “Deposizioni di cavalli nei contesti f... more Partecipazione come relatrice con un intervento dal titolo “Deposizioni di cavalli nei contesti funerari altomedievali della penisola italiana” all’evento “Una giornata in val Canale alla scoperta dei Longobardi di Meclaria”. La giornata è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione Landscapes, che opera in Val Canale ed ha sede a Gemona del Friuli, con l’Associazione LA FARA e con EMAiA, Early Middle Ages in Action, e con il patrocinio del Consiglio Regione della Regione FVG, Turismo FVG, Comunità Montana del Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale.
Partecipazione come relatrice a "Seguendo le tracce degli antichi Special - Ciclo di conferenze E... more Partecipazione come relatrice a "Seguendo le tracce degli antichi Special - Ciclo di conferenze Edizione 2015" - “Giochi nell’antichità”, tenutesi presso Torre di Porta Villalta, via Micesio 2, Udine (UD) – Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine, con il patrocinio del Consiglio Regione della Regione FVG, Provincia di Udine, Turismo FVG, e Centro Servizi Volontariato FVG.
Partecipazione come relatrice al 1° Seminario di Archeologia Medievale, Dipartimento di Studi Sto... more Partecipazione come relatrice al 1° Seminario di Archeologia Medievale, Dipartimento di Studi Storici, Collana Antichità Medioevo e Oltre, “Uso e trasformazione del territorio nell’Italia Nord-Occidentale nel medioevo”, tenutosi presso il Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino, Aula Seminario 8, Palazzo Nuovo.
Partecipazione come relatrice ad "Archeologia in Rosa 2015 - Ciclo di conferenze Edizione 2015", ... more Partecipazione come relatrice ad "Archeologia in Rosa 2015 - Ciclo di conferenze Edizione 2015", tenutesi presso Torre di Porta Villalta, via Micesio 2, Udine (UD) – Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine, con il patrocinio del Consiglio Regione della Regione FVG, Provincia di Udine, Turismo FVG, e Centro Servizi Volontariato FVG. *** Sebbene non vi sia alcun elemento giuridico che accenni alla possibilità delle figlie del re di ereditare la regalità e trasmetterla al proprio sposo, è evidente che la possibilità esisteva ed era fortemente percepita durante tutto l’alto Medioevo. La mancanza di una regola successoria definita estendeva anche ai consorti delle principesse, oltre che a tutti i figli del re stesso, la possibilità di rivendicare il trono. Tale evenienza fu sempre sentita e tenuta sotto un rigido controllo. Le fonti storiche giunte fino a noi presentano, quindi, figlie di sovrani costrette al nubilato presso la corte paterna o all'interno di monasteri, in modo da evitare possibili legittimazioni al potere ed eventuali rapimenti, o ancora principesse impiegate per il consolidamento dell’autorità paterna attraverso le alleanze matrimoniali. Ci si interroga, tuttavia, sul ruolo e sul potere che queste principesse esercitarono all'interno della società altomedievale. Infatti, anche se prive di qualsiasi titolo e di qualsiasi autorità formale, esse erano indubbiamente delle donne potenti: la libertà d’azione all’interno del palazzo o nei monasteri e le frequentazioni private, permettevano loro di agire come vero e proprio filtro nei confronti del padre, di influenzarne le decisioni e di condizionarne le scelte.
Ottobre Culturale Gravellonese 2014, XXII Edizione, 2014
Tra la fine del mese di agosto e gli inizi di quello successivo il Dipartimento di Studi Storici ... more Tra la fine del mese di agosto e gli inizi di quello successivo il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino, in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie, ha iniziato una serie di attività a Gravellona Toce (VB) propedeutiche allo studio e alla valorizzazione dei resti strutturali e murari del ‘castrum Gravallone’ situato sull’altura del Motto, uno sperone roccioso ubicato sulla riva orografica destra del torrente Strona, ad un’altitudine di 325 metri slm. Nell’arco di due settimane, alcuni studenti afferenti al Dipartimento di Studi Storici, in collaborazione con la locale amministrazione Comunale, sono stati impegnati in attività di rimozione della vegetazione, pulizia delle strutture ancora conservate, rilevamento fotogrammetrico-planimetrico dell’area e documentazione fotografica.
Queste operazioni costituiscono soltanto una fase preliminare allo studio e proseguiranno in un ulteriore e analogo intervento già programmato per il 2015.
Intervento avente come tema “Alla scoperta del fuþark germanico” presso la Scuola Secondaria di P... more Intervento avente come tema “Alla scoperta del fuþark germanico” presso la Scuola Secondaria di Primo Grado “Elvira e Amalia Piccoli” di Cividale del Friuli (UD), promosso dalla Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine, con il patrocinio del Consiglio Regione della Regione FVG, Provincia di Udine, Turismo FVG, e Centro Servizi Volontariato FVG.
Partecipazione all'evento “Gioca con gli antichi”, promosso dalla Società Friulana di Archeologia... more Partecipazione all'evento “Gioca con gli antichi”, promosso dalla Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine. (Palmanova)
Partecipazione all'evento “Vuoi giocare come gli antichi?”, promosso per la Giornata Mondiale del... more Partecipazione all'evento “Vuoi giocare come gli antichi?”, promosso per la Giornata Mondiale del Gioco, dalla Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine, con il patrocinio del Comune di Udine, Ludoteca, Ludobus, Ali per Giocare (Associazione Italiana dei Ludobus e delle Ludoteche), GioNa (Associazione Nazionale Città in Gioco), Associazione Liberi dal Gioco d’Azzardo, Mettiamoci in Gioco FVG.
Partecipazione all'evento “Gioca con gli antichi”, promosso dalla Società Friulana di Archeologia... more Partecipazione all'evento “Gioca con gli antichi”, promosso dalla Società Friulana di Archeologia ONLUS (SFA), Sezione Udine.
Intervento di divulgazione scientifica sul tema “Il potere femminile nell’Alto Medioevo. Figlie, ... more Intervento di divulgazione scientifica sul tema “Il potere femminile nell’Alto Medioevo. Figlie, Mogli, Vedove di re” per il canale Yeah Science Twitch.
Intervento di divulgazione scientifica sul tema “I Norreni tra mito e archeologia” per il canale ... more Intervento di divulgazione scientifica sul tema “I Norreni tra mito e archeologia” per il canale Yeah Science Twitch.
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Il Museo Arqueológico Nacional di Madrid ospita fino al 27 febbraio la mostra “Tesoros arqueológicos de Rumanía. Las raíces dacias y romanas” (Tesori archeologici dalla Romania: radici daciche e romane) commemorando il 140° anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra Spagna e Romania.
Un’esposizione prestigiosa, la più importante realizzata fino ad oggi all’estero dal Muzeul Național de Istorie a României (Museo Nazionale di Storia della Romania), negli ultimi cinquant’anni.
Una magnifica selezione di oltre 800 oggetti provenienti da Musei e istituzioni romene e spagnole.
All’interno della sepoltura, oltre ai resti umani, sono stati riportati alla luce i frammenti di due bicchieri di vetro, di una tipologia mai attestata fino a questo momento in Ucraina, un pettine di corno, una fibula (spilla) di bronzo, parte di un contenitore ligneo ricoperto con lamine bronzee decorate e un frammento di un dischetto di pasta vitrea bianca, probabilmente una pedina da gioco simile a quelle in uso nell’Impero Romano.
Gli archeologi ritengono che la tomba sia inquadrabile nella cosiddetta cultura di Wielbark (o Willenberg), fiorita nella prima metà del I secolo d.C. lungo la Vistola, nell'area dell'odierna Pomerania orientale. Tale cultura si affiancò per poi sostituire quella di Oksywie ed insieme a questa partecipò all’etnogenesi dei Goti-Gutones e dei popoli germanici orientali ad essi affini.
Ma un popolo così dedito alla conquista come quello norreno, quali forme di intrattenimento e di svago poteva concedersi tra una razzia e l’altra? Le fonti scritte, soprattutto le saghe, ci vengono in aiuto nel rispondere a questo quesito. Tramite queste sappiamo, infatti, che i norreni si dilettavano in diversi tipi di giochi e sport più o meno cruenti. Verrà presentata una rassegna di questi in modo da acquisire un nuovo spaccato della vita quotidiana norrena.
Barbuti e villosi uomini del Nord che discendono nella civilizzata Europa per devastare e saccheggiare tutto quello che incontrano, antiche civiltà in contatto con la natura e le loro misteriose divinità pagane, valorosi baluardi di un dorato passato ormai perduto: sono i Vichinghi.
***
Nel 1874 a Cividale del Friuli, durante i lavori per il rinnovamento del selciato di piazza Paolo Diacono, fu rinvenuto un edificio di rappresentanza tardoantico in cui era stato collocato un prestigioso sarcofago in pietra d’Istria. Al suo interno fu rinvenuto il ricco corredo funerario di un personaggio di elevato status sociale di origine longobarda che in un primo momento fu erroneamente identificato con Gisulfo il primo duca del Friuli per via della presenza di un'iscrizione contraffatta recante «CISVL». Ad oggi confutata questa ipotesi rimane ancora aperta la questione sulla vera identità del defunto. Tuttavia la collocazione della sepoltura, la tipologia di tomba e gli elementi del corredo permettono di riconoscere le spoglie di un personaggio di elevata condizione sociale.
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I corni potori sono una tipologia di recipienti vitrei di chiara derivazione centro europea. Tali vasi risultano diffusi soprattutto nell'Europa centrale e settentrionale, mentre appaiono scarsamente documentati in Italia. Ad oggi, infatti, il numero di esemplari rinvenuti sul territorio italiano si aggira sulla ventina e risultano tutti riconducibili a sepolture di origine longobarda.
Dall'analisi di questi corni emergono particolari evidenze utili per chiarire quale fosse il valore artigianale, ideologico e culturale ad essi attribuito dall'élite longobarda emergente che si era stanziata in Italia.
Sappiamo che vengono ricordati nelle fonti con nomi diversi quali Norreni, Vichinghi, Variaghi e Normanni, tutti appellativi riconducibili a guerrieri temibili e abili marinai originari delle remote regioni scandinave. Questi, infatti, salparono dalla Norvegia, Svezia e Danimarca per sete di conquista, viaggiando per mare e per terra, in cerca di preda, di bottino e di nuove terre.
I Norreni entrarono con una certa prepotenza nella storia europea a partire dall'VIII secolo; si presentarono come gruppi di uomini armati, estremamente aggressivi, non ancora cristianizzati ma con una propria identità culturale e una capacità tecnica di tutto rispetto. Agli occhi dei cronisti del tempo sembrarono sprigionare un'energia inesauribile, che aveva quasi del prodigioso e che si esprimeva nella loro tenacissima volontà di espansione e di dominio.
Ma cosa sappiamo realmente di loro? Quali furono le loro origini? Quale fu il clima culturale che portò alla formazione?
Attraverso un quadro generale dell’archeologia scandinava si cercherà di rispondere a questi quesiti fornendo un interessante approfondimento sulla storia materiale e culturale di questi temibili “uomini del nord”.
Il loro potere risulta legato alla capacità di generare eredi legittimi al trono, ma anche e soprattutto alle loro abilità personali che le misero in grado di diventare intermediarie privilegiate per ottenere udienza presso il re, «tessitrici di pace» e ambasciatrici presso i regni vicini, oltre ad essere incaricate alla trasmissione della memoria familiare per l'eternità.
Il tema del potere delle regine altomedievali viene affrontato attraverso l'ausilio di fonti storiche, iconografiche ed archeologiche in modo da dimostrare se queste donne detenessero un vero e proprio potere e nel caso come questo venisse esercitato e rappresentato.
Il Museo Arqueológico Nacional di Madrid ospita fino al 27 febbraio la mostra “Tesoros arqueológicos de Rumanía. Las raíces dacias y romanas” (Tesori archeologici dalla Romania: radici daciche e romane) commemorando il 140° anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra Spagna e Romania.
Un’esposizione prestigiosa, la più importante realizzata fino ad oggi all’estero dal Muzeul Național de Istorie a României (Museo Nazionale di Storia della Romania), negli ultimi cinquant’anni.
Una magnifica selezione di oltre 800 oggetti provenienti da Musei e istituzioni romene e spagnole.
All’interno della sepoltura, oltre ai resti umani, sono stati riportati alla luce i frammenti di due bicchieri di vetro, di una tipologia mai attestata fino a questo momento in Ucraina, un pettine di corno, una fibula (spilla) di bronzo, parte di un contenitore ligneo ricoperto con lamine bronzee decorate e un frammento di un dischetto di pasta vitrea bianca, probabilmente una pedina da gioco simile a quelle in uso nell’Impero Romano.
Gli archeologi ritengono che la tomba sia inquadrabile nella cosiddetta cultura di Wielbark (o Willenberg), fiorita nella prima metà del I secolo d.C. lungo la Vistola, nell'area dell'odierna Pomerania orientale. Tale cultura si affiancò per poi sostituire quella di Oksywie ed insieme a questa partecipò all’etnogenesi dei Goti-Gutones e dei popoli germanici orientali ad essi affini.
Ma un popolo così dedito alla conquista come quello norreno, quali forme di intrattenimento e di svago poteva concedersi tra una razzia e l’altra? Le fonti scritte, soprattutto le saghe, ci vengono in aiuto nel rispondere a questo quesito. Tramite queste sappiamo, infatti, che i norreni si dilettavano in diversi tipi di giochi e sport più o meno cruenti. Verrà presentata una rassegna di questi in modo da acquisire un nuovo spaccato della vita quotidiana norrena.
Barbuti e villosi uomini del Nord che discendono nella civilizzata Europa per devastare e saccheggiare tutto quello che incontrano, antiche civiltà in contatto con la natura e le loro misteriose divinità pagane, valorosi baluardi di un dorato passato ormai perduto: sono i Vichinghi.
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Nel 1874 a Cividale del Friuli, durante i lavori per il rinnovamento del selciato di piazza Paolo Diacono, fu rinvenuto un edificio di rappresentanza tardoantico in cui era stato collocato un prestigioso sarcofago in pietra d’Istria. Al suo interno fu rinvenuto il ricco corredo funerario di un personaggio di elevato status sociale di origine longobarda che in un primo momento fu erroneamente identificato con Gisulfo il primo duca del Friuli per via della presenza di un'iscrizione contraffatta recante «CISVL». Ad oggi confutata questa ipotesi rimane ancora aperta la questione sulla vera identità del defunto. Tuttavia la collocazione della sepoltura, la tipologia di tomba e gli elementi del corredo permettono di riconoscere le spoglie di un personaggio di elevata condizione sociale.
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I corni potori sono una tipologia di recipienti vitrei di chiara derivazione centro europea. Tali vasi risultano diffusi soprattutto nell'Europa centrale e settentrionale, mentre appaiono scarsamente documentati in Italia. Ad oggi, infatti, il numero di esemplari rinvenuti sul territorio italiano si aggira sulla ventina e risultano tutti riconducibili a sepolture di origine longobarda.
Dall'analisi di questi corni emergono particolari evidenze utili per chiarire quale fosse il valore artigianale, ideologico e culturale ad essi attribuito dall'élite longobarda emergente che si era stanziata in Italia.
Sappiamo che vengono ricordati nelle fonti con nomi diversi quali Norreni, Vichinghi, Variaghi e Normanni, tutti appellativi riconducibili a guerrieri temibili e abili marinai originari delle remote regioni scandinave. Questi, infatti, salparono dalla Norvegia, Svezia e Danimarca per sete di conquista, viaggiando per mare e per terra, in cerca di preda, di bottino e di nuove terre.
I Norreni entrarono con una certa prepotenza nella storia europea a partire dall'VIII secolo; si presentarono come gruppi di uomini armati, estremamente aggressivi, non ancora cristianizzati ma con una propria identità culturale e una capacità tecnica di tutto rispetto. Agli occhi dei cronisti del tempo sembrarono sprigionare un'energia inesauribile, che aveva quasi del prodigioso e che si esprimeva nella loro tenacissima volontà di espansione e di dominio.
Ma cosa sappiamo realmente di loro? Quali furono le loro origini? Quale fu il clima culturale che portò alla formazione?
Attraverso un quadro generale dell’archeologia scandinava si cercherà di rispondere a questi quesiti fornendo un interessante approfondimento sulla storia materiale e culturale di questi temibili “uomini del nord”.
Il loro potere risulta legato alla capacità di generare eredi legittimi al trono, ma anche e soprattutto alle loro abilità personali che le misero in grado di diventare intermediarie privilegiate per ottenere udienza presso il re, «tessitrici di pace» e ambasciatrici presso i regni vicini, oltre ad essere incaricate alla trasmissione della memoria familiare per l'eternità.
Il tema del potere delle regine altomedievali viene affrontato attraverso l'ausilio di fonti storiche, iconografiche ed archeologiche in modo da dimostrare se queste donne detenessero un vero e proprio potere e nel caso come questo venisse esercitato e rappresentato.
La scelta di privilegiare l'esame dei corredi funerari certamente non implica che questi possano essere oggetto di un esame autonomo, indipendente dalle altre tracce archeologiche del rito funebre. Infatti il corredo, la struttura tombale, i trattamenti del corpo e la collocazione della tomba, risultano strettamente legati e interagiscono reciprocamente tra di loro nel riflettere le scelte ideologiche attuate dal defunto e del suo gruppo famigliare. In moltissimi casi però l'esame simultaneo di tutte le evidenze archeologiche del rito funebre non è sempre possibile, perché si tratta di rinvenimenti casuali non indagati approfonditamente o di scavi che hanno lasciato una scarsa documentazione privilegiando solo il recupero degli oggetti di corredo più preziosi.
I soli corredi pertanto non permettono una immagine del rituale funerario nel suo complesso, anche se, in quanto parte integrante del rito, un esame dell'importanza, della qualità, della composizione, della quantità e della funzione degli elementi che li compongono può comunque fornire alcune interessanti indicazioni utili a ricomporre un quadro del fenomeno indagato nella sua evoluzione diacronica.
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Le vedove regie, in qualità di regine madri, vedove o nonne, ovvero come reggenti e tutrici, riuscirono ad imporre effettivamente il proprio ruolo nel regno. In alcuni casi vennero impiegate per legittimare l’ascesa al trono del successore dei loro mariti, a volte anche tramite il proprio stesso matrimonio con questi; in altri, invece, la vedovanza regia venne interpretata come una sorta di continuazione del matrimonio con il proprio consorte, in cui la regina stessa assumeva così il rilevante ruolo di protettrice del regno e della dinastia regia, carica che si concretizzava ancora di più nel momento in cui entrava in monastero raggiungendo una sorta di sacralizzazione.
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Mogli di re, donne di nascita nobile o umile, di origini straniere o conterranee dei loro sposi, compagne pie e devote o adultere e avvelenatrici, sicuramente vittime e carnefici del proprio destino che le vedeva legate ad una figura ingombrante come quella del sovrano.
Il loro potere risulta legato alla capacità di generare eredi legittimi al trono, ma anche e soprattutto alle loro abilità personali che le misero in grado di diventare intermediarie privilegiate per ottenere udienza presso il re, «tessitrici di pace» e ambasciatrici presso i regni vicini, oltre ad essere incaricate alla trasmissione della memoria familiare per l'eternità.
Il tema del potere delle regine altomedievali viene affrontato attraverso l'ausilio di fonti storiche, iconografiche ed archeologiche in modo da dimostrare se queste donne detenessero un vero e proprio potere e nel caso come questo venisse esercitato e rappresentato.
La giornata è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione Landscapes, che opera in Val Canale ed ha sede a Gemona del Friuli, con l’Associazione LA FARA e con EMAiA, Early Middle Ages in Action, e con il patrocinio del Consiglio Regione della Regione FVG, Turismo FVG, Comunità Montana del Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale.
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Sebbene non vi sia alcun elemento giuridico che accenni alla possibilità delle figlie del re di ereditare la regalità e trasmetterla al proprio sposo, è evidente che la possibilità esisteva ed era fortemente percepita durante tutto l’alto Medioevo. La mancanza di una regola successoria definita estendeva anche ai consorti delle principesse, oltre che a tutti i figli del re stesso, la possibilità di rivendicare il trono. Tale evenienza fu sempre sentita e tenuta sotto un rigido controllo.
Le fonti storiche giunte fino a noi presentano, quindi, figlie di sovrani costrette al nubilato presso la corte paterna o all'interno di monasteri, in modo da evitare possibili legittimazioni al potere ed eventuali rapimenti, o ancora principesse impiegate per il consolidamento dell’autorità paterna attraverso le alleanze matrimoniali.
Ci si interroga, tuttavia, sul ruolo e sul potere che queste principesse esercitarono all'interno della società altomedievale. Infatti, anche se prive di qualsiasi titolo e di qualsiasi autorità formale, esse erano indubbiamente delle donne potenti: la libertà d’azione all’interno del palazzo o nei monasteri e le frequentazioni private, permettevano loro di agire come vero e proprio filtro nei confronti del padre, di influenzarne le decisioni e di condizionarne le scelte.
Queste operazioni costituiscono soltanto una fase preliminare allo studio e proseguiranno in un ulteriore e analogo intervento già programmato per il 2015.