Papers by Sergio Scartozzi
KRATER. Quaderni di Culture e Tradizioni Spirituali, 2023
Calato nella preziosa cornice di "Krater. Quaderni di Culture e Tradizioni Spirituali" e precisam... more Calato nella preziosa cornice di "Krater. Quaderni di Culture e Tradizioni Spirituali" e precisamente nel secondo numero del rotocalco poc'anzi detto, dedicato all'affascinante tema 'esoterismo e letteratura', il saggio rintraccia la presenza (massiccia) del Graal nell'opera in prosa e in versi di Arturo Onofri. In particolare, il procedere critico è orientato a soppesare l'influsso esercitato dall'interpretazione graaliana di Rudolf Steiner nell'impianto filosofico, simbolico e religioso di Onofri; una concezione sui generis, quella antroposofica e tout court esoterica, decisiva nell'orizzonte poetico e poematico connaturato alla ricerca del poeta romano
Mitologi, mitografi e mitomani. Tracce del mito attraverso i secoli, 2020
Il saggio si cala nel contesto di un'esplorazione del mito attraverso le epoche ed epiche offerta... more Il saggio si cala nel contesto di un'esplorazione del mito attraverso le epoche ed epiche offerta a Fulvio Ferrari per i suoi 65 anni. Il tema posto al centro della ricerca è il Graal di cui, previa una schematica ricostruzione storico-letteraria e religiosa, si analizzano tre interpretazioni esoteriche sui generis offerte in tempi diversi, ma in sostanziale sintonia simbolico-interpretativa, da tre esoteristi di spicco all'interno del panorama europeo primonovecentesco: Joséphin Péladan (1858-1918), Rudolf Steiner (1861-1925) e Julius Evola (1898-1974).
Ticontre, 2020
Il saggio si pone nella scia di poetiche periodiche sincroniche. Le riviste italiane di poesia de... more Il saggio si pone nella scia di poetiche periodiche sincroniche. Le riviste italiane di poesia degli anni 70-90, Università di Trento, Dipartimento di Lettere e Filosofia (16-17 maggio 2019) focalizzandosi sulla singolare «Tam Tam»: periodico diretto e animato da Adriano Spatola, Giulia Niccolai e da altri protagonisti della effervescente scena poetica secondonovecentesca, pubblicato a cadenza trimestrale dal 1972 al 1989 con grosse anomalie dovute sia alla sua impostazione underground e alla politica di autofinanziamento abbracciata dal comitato redazionale, che a tensioni interne a quest'ultimo. L'articolo in oggetto si suddivide in due parti: la prima parte delimita il contesto storico-culturale in cui nacque «Tam Tam», definisce i profili prominenti nella redazione; fornisce quindi una crono-logia e una descrizione fisica della rivista (formati e particolarità grafiche). La seconda parte compie una riflessione sui contenuti di «Tam Tam» con particolare attenzione alla complementarità delle arti, agli intermedia e alla poesia visuale che hanno informato l'utopia spatoliana della «poesia totale». Si propone perciò al lettore di trascorrere dall'humus storico-socio-culturale nel quale essa prese forma, alla poetica di «Tam Tam» previo l'oggetto-libro, riflesso vivo delle linee poetiche sostenute con forza dagli «operai della poesia» raccolti nella maison poétique di Bazzano. Informazioni e documentazione trattati nel saggio si lega-no al lavoro svolto da chi scrive in seno al Progetto CIRCE |
La lettera in versi. Canoni, variabili, funzioni, 2020
Calato nell'ambito di un'ampia indagine sull'epistola in versi, il saggio propone una riflessione... more Calato nell'ambito di un'ampia indagine sull'epistola in versi, il saggio propone una riflessione d'insieme su questo particolare modo o habitus lirico all'interno dell'opera montaliana. L'intento di fondo è quello di mostrare come, particolarmente nel cosiddetto "recto" della sua opera poetica, Montale abbia affidato alla lettera in versi un discorso sostanziato da argomenti, personaggi e referenti diversi, ma unito da una costante, viepiù angosciosa interrogazione della poesia, e del ruolo della poesia nella società ultracontemporanea.
«Tra chiaro e oscuro» Studi offerti a Francesco Zambon per il suo settantesimo compleanno, 2019
La miscellanea vuole celebrare l'emeritato e il settantesimo compleanno di Francesco Zambon, già ... more La miscellanea vuole celebrare l'emeritato e il settantesimo compleanno di Francesco Zambon, già professore ordinario di Filologia romanza e docente di Letteratura italiana contemporanea presso l'Università di Trento. Hanno partecipato all'omaggio i colleghi e gli allievi trentini, gli amici del Circolo Filologico-Linguistico Padovano e molti altri autori che hanno conosciuto e stimato Francesco Zambon: un nutrito insieme distribuito fra le Università, le Accademie e i Collegi di Italia, Austria, Francia, Romania e Spagna. I contributi della miscellanea spaziano dalla medievistica al contemporaneo rispecchiando gli interessi di ricerca coltivati da Zambon nell'arco della sua carriera (allegoria, bestiari, mistica, esoterismo, traduzione, Montale, etc.). Il titolo è tratto da una lirica del Diario del '71 e del '72 e centra i due orizzonti degli studi zamboniani: il filologicamente chiaro (la vigile attenzione al testo, alla sua storia, vita e forme, e un'impareggiabile trasparenza di stile e contenuti); il richiamo di un'obscuritas che è sostanza (eresia catara, esoterismi) e veste della poesia (poesia mistica, Simbolismo, Ermetismo) nel suo darsi ogni volta misterioso, a tratti equivoco, a chi ne attende e ne studia i segni.
Ticontre, 2018
Partendo dal significato di melancolia e da alcuni celebri esempi di melancolia poetica (da Noval... more Partendo dal significato di melancolia e da alcuni celebri esempi di melancolia poetica (da Novalis a Baudelaire passando per Keats), il nostro saggio riconsidera il rapporto fra Pascoli e l'umor melancolicus: la «tristezza vitale» associata all'artista in particolar modo in età rinascimentale e sullo snodo otto/novecentesco (post-romanticismo e decadentismo visitati dalle correnti esoteriche moderne/contemporanee).
La melancolia pascoliana è analizzata da un punto di vista storico (il controverso rapporto con le sorelle Ida e Maria, specie con la prima; i falliti tentativi di matrimonio), poetico (le donne del mito e del passato: Circe, Nausicaa, Saffo); e da un terzo punto di vista che riassume e supera il tracciato storico-biografico e quello puramente narrativo: l'interpretazione simbolica e metapoetica. In buona parte dei casi, il tu femminile di Pascoli identifica una donna enigmatica, sfuggente: con cui il poeta desidera unirsi, ma che sempre gli sfugge.
Alla luce dei modelli (in primis i poeti simbolisti) e della temperie culturale/epistemologica in cui ha preso forma la lirica di Pascoli – la crisi post-positivistica, la reazione spiritualistica e l'affermazione della poésie pure – secondo noi la melancolia del Romagnolo è specchio o idealizzazione del ménage fra l'autore e la poesia nella sua essenza di energia capace di azzerare istantaneamente le barriere fra di qua e di là: aprire e subito richiudere un canale di scambio con tempi, ideali e persone care a Pascoli e ormai inesorabilmente svanite.
Starting from the meaning of melancholy and some famous examples of poetic melancholy (Novalis, Keats, Baudelaire), our essay reconsiders the relationship between Pascoli and the umor melancolicus: the "vital sadness" associated with the artist, especially in the Renaissance and fin de siècle crisis (post-romanticism and decadentism visited by modern/contemporary esoteric currents).
Pascoli's melancholy is analyzed from a historical point of view (the controversial relationship with the sisters Ida and Maria, especially with the first; the failed attempts at marriage), from a poetic perspetcive (women of myth and of the past: Circe, Nausicaa, Sappho); and in a third sense that summarizes and exceeds the historical-biographical and purely narrative path: the symbolic and metapoetic interpretation. In most cases, Pascoli's women is an enigmatic, elusive entity: the poet wish to join with her, but this hope is always disappointed.
In the light of the models (above all the symbolist poets) and of the cultural/epistemological revolution in which Pascoli's lyric has grown - the post-positivist crisis, the spiritualistic reaction and the affirmation of poésie pure - in our opinion Pascoli's melancoly is a mirror or idealization of the ménage between the author and poetry in its essence of energy capable of instantly erasing the barriers between reality and other worlds: opening and immediately closing a channel of exchange with times, ideals and loved ones at Pascoli and now inexorably vanished.
Partendo da una recensione dell'attesa nella poesia del Montale 1925-1949, l'autore stringe l'obi... more Partendo da una recensione dell'attesa nella poesia del Montale 1925-1949, l'autore stringe l'obiettivo su "Satura" (1970) dove il tema è particolarmente importante e affrontato in tre diverse chiavi narrative, simboliche e filosofico-interpretative: la funzione biografica (le poesie dedicate al "tu" femminile: la Mosca in particolare), la funzione storico-allegorica (il dialogo-scontro fra l'"io" lirico e un Tu superegotico che può indicare la Storia), la funzione metapoetica-teologica (il lasciarsi andare, o il mettersi nelle mani di un Tu che comprende la poesia con la 'p' maiuscola e un Dio sempre più invisibile, ma, paradossalmente, sempre più eloquente attraverso le intermittenze/cortocircuiti del "paretaio" vitale-sociale).
Da un esordio solare (Liriche 1903-1906) – non immune, in ogni caso, da modulazioni notturne –, O... more Da un esordio solare (Liriche 1903-1906) – non immune, in ogni caso, da modulazioni notturne –, Onofri si sintonizza poi sulla frequenza crepuscolare (Poemi tragici 1906-1907) al cui interno rientra il motivo dell'isola. La chiusura della “prima fase” della sua poetica (Canti delle oasi 1907-1908) corrisponde con l'elezione della mitologia siderale che mescida tracce del pantheon pagano-classico (i) con elementi del paesaggismo crepuscolare-insulare (ii – spiritualismo aristocratico e individualista-soggettivo) per sfociare nell'iconologia e nella narrazione notturno-siderale. Quest'ultima è destinata a imporsi (insieme all'elaborazione del dato religioso-filosofico teosofico e antroposofico) a partire da Arioso (1921) / Le trombe d'argento (1924) con l'intermezzo sperimentale/riflessivo di Liriche (1914) e Orchestrine (1916), per terminare con l'assunzione decisa della cosmogonia, cosmologia e soteriologia steineriana nel Ciclo lirico della Terrestrità del sole (1925-1935; in cui però la simbologia conserva traccia delle esperienze precedenti).
Interessa qui la prima fase e il relativo percorso – o progressione – emblematico-narrativa. Si propone l'analisi di un corpo di testi appartenenti alle raccolte giovanili (i, ii, iii) con finestra sulle Poesie disperse e sulle Poesie inedite (in Dolfi 1982) dove, insieme alle specificità esplicitate, entra in circolo un dato iconografico e culturale-antropologico orientale e cripto-pagano.
Carichiamo l'intero volume Mitografie e mitocrazie nell'Europa moderna, a cura di Fulvio Ferrari e Andre Binelli, Labirinti, Trento 2018. Il contributo di Scartozzi è alle pp. 65-100.
L'indagine intende proporre un quadro sintetico della complicata vicenda relativa al Diario postu... more L'indagine intende proporre un quadro sintetico della complicata vicenda relativa al Diario postumo (1996). Attraverso la ripresa di motivi biografici e poetici, nonché della genesi e dell'iter editoriale connesso con la silloge, si è voluto delineare un'ipotesi relativa alla paternità in primis dei componimenti che costituiscono il corpus, è stato quindi possibile ragionare sulla strutturazione dell'opera in senso lato (dimensione poetica e poematica)
Le fonti critiche, suddivise in tre macro-gruppi (sostenitori dell'autenticità, detrattori e mediatori), accompagnano verso l'analisi di un cospicuo numero di poesie postume. Particolare attenzione è stata rivolta alla ricerca di indizi su una possibile genesi centonaria-occasionale del lascito lirico. In questo senso un occhio di riguardo è andato al macrotesto montaliano. Si è voluto quindi relazionare i componimenti incriminati con liriche coeve e simili per contenuti e forma, senza escludere altri scenari rilevanti all'interno della quaestio attributiva.
L'ipotesi di base ha considerato l'intervento diretto di una mano terza tanto sui materiali poetici in sé intesi, quanto sull'organizzazione globale del libro. Si conta perciò di aver sintetizzato sia le posizioni ermeneutiche pregresse e contemporanee, sia gli scenari aperti sul futuro studio del Diario postumo.
The aim of the paper is to offer a synthesis of the intriguing story related to Eugenio Montale Diario Postumo (1996). Trough the resumption of biographical and poetic motifs, as well as the genesis and the editorial history connected with the poetry collection, I'd like to propose a hypotesis about the authorship of the poems. On the other hand I have reflected on the organization of the collection itself (poetic and poematic dimension).
The critical sources (divided into three groups: authenticity supporters, detractors and 'centrists') introduce the text analysis. It was given special attention in search of clues that confirmed the occasional birth of the poems and of the book tout court. Consequently it was given much importance to the macrotext, comparing the poems of interest with other poems composed by Montale in the same years. They were thus considered all the usual scenarios in an attributive process.
The basic idea is characterized by the presence of a second author of the collection (co-author). So it is belived to have built a document able to summarize the state of the art, and at the same time projected on the future research linked to the Diario Postumo.
Con Le occasioni Eugenio Montale propone ai lettori alcuni dei versi più significativi ed enigmat... more Con Le occasioni Eugenio Montale propone ai lettori alcuni dei versi più significativi ed enigmatici della sua opera, dando soprattutto continuità alla poetica dei dai tardi 'ossi' – Crisalide, Arsenio, Incontro –, dove l'indefinito «tu» mette a fuoco un referente femminile via via latore, oltre che beneficiario privilegiato (se non unico), del significato e della dimensione dell'«oltre». Le Muse montaliane rappresentano prima facie delle sublimazioni emblematiche determinate da conoscenze, esperienze e pulsioni, le quali – nel convergere dei tratti specifici di ciascun 'pretesto' – divengono sostanza, 'testo' di un maggiore e potente simbolo destinato ad imporsi e segnare La bufera e altro, come – in chiave ironico-fantasmatica – il verso intero del Libro montaliano.
L'«Iride-Clizia» del Terzo Libro esplode in corrispondenza dell'Elegia di Pico Farnese, L'orto, Siria, Verso Finisterre, Sulla colonna più alta, pur avendo insinuato il suo sospiro in importanti liriche come Carnevale di Gerti, Palio, Eastbourne, Stanze. Sono però i grandi affreschi della Bufera a indicarla come «spia», Verbo incarnato, speranza immobilmente pedinata da Arsenio e venerata dal «Nestoriano». Proprio nella prospettiva scettica e agnostica, la manifestazione del grande demone tenebro-luminoso – che occorre in corrispondenza della «notte del mondo», della «catastrofe definitiva» – promette una potente catarsi, risvegliando una gnosi che caratterizza in primo luogo le Conclusioni provvisorie. Qui si declina un'iconologia in cui cenere e fuoco, sangue e distruzione abbracciano un decisivo messaggio palingenetico. La renovatio, il 'travalicare', l'excessus amministrati dalla Messaggera comunicano una verità contemporaneamente artistica e spirituale.
Gli studi di Angelo Marchese (Visiting angel: Interpretazione semiologica della poesia di Montale), Oreste Macrì (“L'«Angelo nero» e il demonismo nella poesia montaliana”), Francesco Zambon (L'iride nel fango: L'anguilla di Eugenio Montale) e Angelo Jacomuzzi (La poesia di Montale: Dagli «Ossi» ai «Diari») hanno puntualmente riconosciuto il carattere salvifico e soprannaturale dell'assoluto femminino montaliano. Una trasfigurazione muliebre culminata coi componimenti gnomici di Satura (L'angelo nero, Divinità in incognito, Rebecca), del Diario del '71 e '72, del Quaderno di quattro anni e di Altri versi (L'oboe, Il demiurgo, Trascolorando), informata di una tradizione enigmatica, filosofica e simbolica connessa radicalmente con esperienze esoteriche e occultistiche; in costante equilibrio dunque tra memoria pagana e soteriologia cristiana. Dalla Sophia ermetica, alla Beatrice dantesca, passando per il femminile estatico persiano, la Spes aeternae contemplationis biblica, l'«angelo refuso» magico-realistico: la multiforme «luce-in-tenebra» incarna continuamente la presenza del «varco». Concentrando la lettura sulle strategie simboliche e taumaturgiche proprie della Bufera s'intende proporre una sintesi di carattere, significato e forma dell'oscuro personaggio di Iride-Clizia.
Il Novecento è stato, per molti versi, il secolo della “crisi del linguaggio”; il secolo in cui i... more Il Novecento è stato, per molti versi, il secolo della “crisi del linguaggio”; il secolo in cui il silenzio si è imposto come voce della civiltà moderna; una società, una cultura, contraddistinte da una vertiginosa involuzione delle strategie comunicative, delle strutture e modulazioni artistiche. Come Rilke, Eugenio Montale ha colto questo percorso a rovescio: una regressione alle soglie dell'afasia infantile, la quale ha costretto l'intellettuale contemporaneo a sviluppare una nuova lingua, una nuova mitologia, una nuova poesia.
Poesia che nasce, appunto, dall'assenza di materia, di ispirazione e di mezzi e si ripiega, in certi casi, su archetipi, simboli atavici, riferimenti sfocati, ma non del tutto sfumati. La conseguenza nel caso di Montale è l'avvio di un dialogo surreale con entità fuori del tempo, fantasmi presenti e assenti. Nelle eco, nelle parole mangiate che appartengono alle emanazioni pseudo-angeliche, sta il segreto, la rottura dell'illusione. Uno spiraglio disponibile un istante, poi perso irrimediabilmente.
Il contributo si inserisce nel contesto di La parola 'elusa'. Tratti di oscurità nella trasmissione del linguaggio, volume a cura di Irene Angelini, Alice Ducati e Sergio Scartozzi che ripercorre le tappe del Seminario organizzato dai dottorandi in Le Forme del Testo (XXX ciclo) il 28 settembre 2015 presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento.
Commento in chiave psicanalitica delle primissime poesie onofriane dedicate alla madre. Spunto of... more Commento in chiave psicanalitica delle primissime poesie onofriane dedicate alla madre. Spunto offerto dal seminario interdisciplinare La critica psicoanalitica (prof.ssa Francesca Di Blasio, Università di Trento, Corso di Dottorato in "Le Forme del Testo", A.A. 2015/2016). Si carica il file sottoposto all'attenzione di "Otto/Novecento", poi pubblicato (con modifiche e correzioni) nel numero XL/2 del 2016, pp. 45-62.
L’indagine intende proporre una panoramica completa
sul gruppo di testi pascoliani di ispirazione... more L’indagine intende proporre una panoramica completa
sul gruppo di testi pascoliani di ispirazione
astronomica; un corpus universalmente acclamato,
ma non sempre tenuto in debita considerazione
per l’apparente dissonanza col macrotesto
disegnato dalle sillogi pascoliane.
A partire dalle fonti e dalle posizioni
filosofico-concettuali espresse dall’autore nelle prose
si è voluto penetrare a fondo nel racconto per
sintetizzare i risultati stilistici e le riflessioni ideologiche
più rilevanti. L’analisi del testo ha costituito
il focus principale del lavoro: particolare attenzione
è stata rivolta alla ricerca di indizi su una possibile
mitologia affidata dall’autore alla sede lirica scelta;
delineata la simbologia di base si è proceduto
con l’approfondimento comparatistico. Una buona
parte dell’indagine è stata infatti dedicata al confronto
delle modalità testuali e dei simboli propri
del filone lirico astrale con quelli appartenenti alle
tradizionali destinazioni della poesia pascoliana. Si
è voluto quindi ricostruire il disegno complessivo,
distribuito in diverse tipologie poetiche e sostenuto
da una trama di modelli organica e variegata.
L’ipotesi di base ha considerato la presenza di
un filo logico-diegetico in grado di attraversare le
distinzioni di genere (prosa / poesia), linguistiche
(italiano / latino) e editoriali; un progetto capace
di arricchire di sfumature nuove il dibattito critico
relativo all’opera di Pascoli.
The aim of the paper is to offer a specific overview
on the group of lyrics inspired by astronomy; a combination
universally acclaimed, but not always considered
in his topical relevance, because of the original
language and subject that characterize it.
Basing on the sources and on Pascoli’s
ideological-philosophical thought (exposed in his
theorical scripsts) I tried to examin in depht the
cosmic tale to summarize the most important
stilistical solutions and ideas. Text analysis was the
main focus of the work. The second task concerned
the research of an hypotetical mythology through
the astronomical text: once detected the radical
symbology, the lyric group was compared with the
other results of Pascoli’s poetic work. Indeed it was
accorded large consideration to the comparison
between the vocabulary and emblems belonging
to the cosmic lyric and those elaborated before or
after by the italian poet. The critical study ment
to define the original structure behind the poetical
project and also to find the sources and the early
and modern models that contribued to the birth of
our subject.
The first hypotesis involved the existence of
a logical and narrative key of interpretation for
Pascoli’s main poetical, philisophical and political
ideology capable to cross the traditional oppositions
between genre (lyric – prose), language (italian
– latin) and ecdotical developement of the poetic
work. The results resumed in the paper could
propose new informations and data, they also could
contribute to discover one of the most great figures
of the modern italian culture.
Books by Sergio Scartozzi
Dagli esordi intrisi di sale marino agli epiloghi sepolti sotto una cenere post-apocalittica, l’o... more Dagli esordi intrisi di sale marino agli epiloghi sepolti sotto una cenere post-apocalittica, l’opera di Montale si scaglia verso e insieme dipende dal tu. Nelle loro magiche intermittenze Annetta, Clizia, Volpe e Mosca, sostenute dalle cosiddette ispiratrici minori, disegnano infatti l’evanescente silhouette di un’Alterità in cui ardono la speranza, la coscienza montaliana dell’Oltre.
Esse evocano in coro un Angelo/Demone che, precipitando un esterrefatto
Arsenio nell’abisso per poi elevarlo alle altezze siderali, dona a quest’ultimo la forza di fronteggiare una “guerra cosmica e terrestre”, di aprire il varco nella muraglia per spiare un mondo e un tempo “non umani”, e infine trovare un senso insieme intimo e universale al viaggio terreno.
Il saggio di Sergio Scartozzi rovista nei falò spenti, pedina le tracce sempre fresche e sempre trascorse del miracolo della poesia montaliana per intercettare il muto dialogo fra questa e la forma di pensiero esoterica che, nella sua circolazione più o meno clandestina entro i vasti orizzonti artistico-spiritualistici del decadentismo, ha variamente partecipato alla definizione e manifestazione dell’Essenza lirica montaliana
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Papers by Sergio Scartozzi
La melancolia pascoliana è analizzata da un punto di vista storico (il controverso rapporto con le sorelle Ida e Maria, specie con la prima; i falliti tentativi di matrimonio), poetico (le donne del mito e del passato: Circe, Nausicaa, Saffo); e da un terzo punto di vista che riassume e supera il tracciato storico-biografico e quello puramente narrativo: l'interpretazione simbolica e metapoetica. In buona parte dei casi, il tu femminile di Pascoli identifica una donna enigmatica, sfuggente: con cui il poeta desidera unirsi, ma che sempre gli sfugge.
Alla luce dei modelli (in primis i poeti simbolisti) e della temperie culturale/epistemologica in cui ha preso forma la lirica di Pascoli – la crisi post-positivistica, la reazione spiritualistica e l'affermazione della poésie pure – secondo noi la melancolia del Romagnolo è specchio o idealizzazione del ménage fra l'autore e la poesia nella sua essenza di energia capace di azzerare istantaneamente le barriere fra di qua e di là: aprire e subito richiudere un canale di scambio con tempi, ideali e persone care a Pascoli e ormai inesorabilmente svanite.
Starting from the meaning of melancholy and some famous examples of poetic melancholy (Novalis, Keats, Baudelaire), our essay reconsiders the relationship between Pascoli and the umor melancolicus: the "vital sadness" associated with the artist, especially in the Renaissance and fin de siècle crisis (post-romanticism and decadentism visited by modern/contemporary esoteric currents).
Pascoli's melancholy is analyzed from a historical point of view (the controversial relationship with the sisters Ida and Maria, especially with the first; the failed attempts at marriage), from a poetic perspetcive (women of myth and of the past: Circe, Nausicaa, Sappho); and in a third sense that summarizes and exceeds the historical-biographical and purely narrative path: the symbolic and metapoetic interpretation. In most cases, Pascoli's women is an enigmatic, elusive entity: the poet wish to join with her, but this hope is always disappointed.
In the light of the models (above all the symbolist poets) and of the cultural/epistemological revolution in which Pascoli's lyric has grown - the post-positivist crisis, the spiritualistic reaction and the affirmation of poésie pure - in our opinion Pascoli's melancoly is a mirror or idealization of the ménage between the author and poetry in its essence of energy capable of instantly erasing the barriers between reality and other worlds: opening and immediately closing a channel of exchange with times, ideals and loved ones at Pascoli and now inexorably vanished.
Interessa qui la prima fase e il relativo percorso – o progressione – emblematico-narrativa. Si propone l'analisi di un corpo di testi appartenenti alle raccolte giovanili (i, ii, iii) con finestra sulle Poesie disperse e sulle Poesie inedite (in Dolfi 1982) dove, insieme alle specificità esplicitate, entra in circolo un dato iconografico e culturale-antropologico orientale e cripto-pagano.
Carichiamo l'intero volume Mitografie e mitocrazie nell'Europa moderna, a cura di Fulvio Ferrari e Andre Binelli, Labirinti, Trento 2018. Il contributo di Scartozzi è alle pp. 65-100.
Le fonti critiche, suddivise in tre macro-gruppi (sostenitori dell'autenticità, detrattori e mediatori), accompagnano verso l'analisi di un cospicuo numero di poesie postume. Particolare attenzione è stata rivolta alla ricerca di indizi su una possibile genesi centonaria-occasionale del lascito lirico. In questo senso un occhio di riguardo è andato al macrotesto montaliano. Si è voluto quindi relazionare i componimenti incriminati con liriche coeve e simili per contenuti e forma, senza escludere altri scenari rilevanti all'interno della quaestio attributiva.
L'ipotesi di base ha considerato l'intervento diretto di una mano terza tanto sui materiali poetici in sé intesi, quanto sull'organizzazione globale del libro. Si conta perciò di aver sintetizzato sia le posizioni ermeneutiche pregresse e contemporanee, sia gli scenari aperti sul futuro studio del Diario postumo.
The aim of the paper is to offer a synthesis of the intriguing story related to Eugenio Montale Diario Postumo (1996). Trough the resumption of biographical and poetic motifs, as well as the genesis and the editorial history connected with the poetry collection, I'd like to propose a hypotesis about the authorship of the poems. On the other hand I have reflected on the organization of the collection itself (poetic and poematic dimension).
The critical sources (divided into three groups: authenticity supporters, detractors and 'centrists') introduce the text analysis. It was given special attention in search of clues that confirmed the occasional birth of the poems and of the book tout court. Consequently it was given much importance to the macrotext, comparing the poems of interest with other poems composed by Montale in the same years. They were thus considered all the usual scenarios in an attributive process.
The basic idea is characterized by the presence of a second author of the collection (co-author). So it is belived to have built a document able to summarize the state of the art, and at the same time projected on the future research linked to the Diario Postumo.
L'«Iride-Clizia» del Terzo Libro esplode in corrispondenza dell'Elegia di Pico Farnese, L'orto, Siria, Verso Finisterre, Sulla colonna più alta, pur avendo insinuato il suo sospiro in importanti liriche come Carnevale di Gerti, Palio, Eastbourne, Stanze. Sono però i grandi affreschi della Bufera a indicarla come «spia», Verbo incarnato, speranza immobilmente pedinata da Arsenio e venerata dal «Nestoriano». Proprio nella prospettiva scettica e agnostica, la manifestazione del grande demone tenebro-luminoso – che occorre in corrispondenza della «notte del mondo», della «catastrofe definitiva» – promette una potente catarsi, risvegliando una gnosi che caratterizza in primo luogo le Conclusioni provvisorie. Qui si declina un'iconologia in cui cenere e fuoco, sangue e distruzione abbracciano un decisivo messaggio palingenetico. La renovatio, il 'travalicare', l'excessus amministrati dalla Messaggera comunicano una verità contemporaneamente artistica e spirituale.
Gli studi di Angelo Marchese (Visiting angel: Interpretazione semiologica della poesia di Montale), Oreste Macrì (“L'«Angelo nero» e il demonismo nella poesia montaliana”), Francesco Zambon (L'iride nel fango: L'anguilla di Eugenio Montale) e Angelo Jacomuzzi (La poesia di Montale: Dagli «Ossi» ai «Diari») hanno puntualmente riconosciuto il carattere salvifico e soprannaturale dell'assoluto femminino montaliano. Una trasfigurazione muliebre culminata coi componimenti gnomici di Satura (L'angelo nero, Divinità in incognito, Rebecca), del Diario del '71 e '72, del Quaderno di quattro anni e di Altri versi (L'oboe, Il demiurgo, Trascolorando), informata di una tradizione enigmatica, filosofica e simbolica connessa radicalmente con esperienze esoteriche e occultistiche; in costante equilibrio dunque tra memoria pagana e soteriologia cristiana. Dalla Sophia ermetica, alla Beatrice dantesca, passando per il femminile estatico persiano, la Spes aeternae contemplationis biblica, l'«angelo refuso» magico-realistico: la multiforme «luce-in-tenebra» incarna continuamente la presenza del «varco». Concentrando la lettura sulle strategie simboliche e taumaturgiche proprie della Bufera s'intende proporre una sintesi di carattere, significato e forma dell'oscuro personaggio di Iride-Clizia.
Poesia che nasce, appunto, dall'assenza di materia, di ispirazione e di mezzi e si ripiega, in certi casi, su archetipi, simboli atavici, riferimenti sfocati, ma non del tutto sfumati. La conseguenza nel caso di Montale è l'avvio di un dialogo surreale con entità fuori del tempo, fantasmi presenti e assenti. Nelle eco, nelle parole mangiate che appartengono alle emanazioni pseudo-angeliche, sta il segreto, la rottura dell'illusione. Uno spiraglio disponibile un istante, poi perso irrimediabilmente.
Il contributo si inserisce nel contesto di La parola 'elusa'. Tratti di oscurità nella trasmissione del linguaggio, volume a cura di Irene Angelini, Alice Ducati e Sergio Scartozzi che ripercorre le tappe del Seminario organizzato dai dottorandi in Le Forme del Testo (XXX ciclo) il 28 settembre 2015 presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento.
sul gruppo di testi pascoliani di ispirazione
astronomica; un corpus universalmente acclamato,
ma non sempre tenuto in debita considerazione
per l’apparente dissonanza col macrotesto
disegnato dalle sillogi pascoliane.
A partire dalle fonti e dalle posizioni
filosofico-concettuali espresse dall’autore nelle prose
si è voluto penetrare a fondo nel racconto per
sintetizzare i risultati stilistici e le riflessioni ideologiche
più rilevanti. L’analisi del testo ha costituito
il focus principale del lavoro: particolare attenzione
è stata rivolta alla ricerca di indizi su una possibile
mitologia affidata dall’autore alla sede lirica scelta;
delineata la simbologia di base si è proceduto
con l’approfondimento comparatistico. Una buona
parte dell’indagine è stata infatti dedicata al confronto
delle modalità testuali e dei simboli propri
del filone lirico astrale con quelli appartenenti alle
tradizionali destinazioni della poesia pascoliana. Si
è voluto quindi ricostruire il disegno complessivo,
distribuito in diverse tipologie poetiche e sostenuto
da una trama di modelli organica e variegata.
L’ipotesi di base ha considerato la presenza di
un filo logico-diegetico in grado di attraversare le
distinzioni di genere (prosa / poesia), linguistiche
(italiano / latino) e editoriali; un progetto capace
di arricchire di sfumature nuove il dibattito critico
relativo all’opera di Pascoli.
The aim of the paper is to offer a specific overview
on the group of lyrics inspired by astronomy; a combination
universally acclaimed, but not always considered
in his topical relevance, because of the original
language and subject that characterize it.
Basing on the sources and on Pascoli’s
ideological-philosophical thought (exposed in his
theorical scripsts) I tried to examin in depht the
cosmic tale to summarize the most important
stilistical solutions and ideas. Text analysis was the
main focus of the work. The second task concerned
the research of an hypotetical mythology through
the astronomical text: once detected the radical
symbology, the lyric group was compared with the
other results of Pascoli’s poetic work. Indeed it was
accorded large consideration to the comparison
between the vocabulary and emblems belonging
to the cosmic lyric and those elaborated before or
after by the italian poet. The critical study ment
to define the original structure behind the poetical
project and also to find the sources and the early
and modern models that contribued to the birth of
our subject.
The first hypotesis involved the existence of
a logical and narrative key of interpretation for
Pascoli’s main poetical, philisophical and political
ideology capable to cross the traditional oppositions
between genre (lyric – prose), language (italian
– latin) and ecdotical developement of the poetic
work. The results resumed in the paper could
propose new informations and data, they also could
contribute to discover one of the most great figures
of the modern italian culture.
Books by Sergio Scartozzi
Esse evocano in coro un Angelo/Demone che, precipitando un esterrefatto
Arsenio nell’abisso per poi elevarlo alle altezze siderali, dona a quest’ultimo la forza di fronteggiare una “guerra cosmica e terrestre”, di aprire il varco nella muraglia per spiare un mondo e un tempo “non umani”, e infine trovare un senso insieme intimo e universale al viaggio terreno.
Il saggio di Sergio Scartozzi rovista nei falò spenti, pedina le tracce sempre fresche e sempre trascorse del miracolo della poesia montaliana per intercettare il muto dialogo fra questa e la forma di pensiero esoterica che, nella sua circolazione più o meno clandestina entro i vasti orizzonti artistico-spiritualistici del decadentismo, ha variamente partecipato alla definizione e manifestazione dell’Essenza lirica montaliana
La melancolia pascoliana è analizzata da un punto di vista storico (il controverso rapporto con le sorelle Ida e Maria, specie con la prima; i falliti tentativi di matrimonio), poetico (le donne del mito e del passato: Circe, Nausicaa, Saffo); e da un terzo punto di vista che riassume e supera il tracciato storico-biografico e quello puramente narrativo: l'interpretazione simbolica e metapoetica. In buona parte dei casi, il tu femminile di Pascoli identifica una donna enigmatica, sfuggente: con cui il poeta desidera unirsi, ma che sempre gli sfugge.
Alla luce dei modelli (in primis i poeti simbolisti) e della temperie culturale/epistemologica in cui ha preso forma la lirica di Pascoli – la crisi post-positivistica, la reazione spiritualistica e l'affermazione della poésie pure – secondo noi la melancolia del Romagnolo è specchio o idealizzazione del ménage fra l'autore e la poesia nella sua essenza di energia capace di azzerare istantaneamente le barriere fra di qua e di là: aprire e subito richiudere un canale di scambio con tempi, ideali e persone care a Pascoli e ormai inesorabilmente svanite.
Starting from the meaning of melancholy and some famous examples of poetic melancholy (Novalis, Keats, Baudelaire), our essay reconsiders the relationship between Pascoli and the umor melancolicus: the "vital sadness" associated with the artist, especially in the Renaissance and fin de siècle crisis (post-romanticism and decadentism visited by modern/contemporary esoteric currents).
Pascoli's melancholy is analyzed from a historical point of view (the controversial relationship with the sisters Ida and Maria, especially with the first; the failed attempts at marriage), from a poetic perspetcive (women of myth and of the past: Circe, Nausicaa, Sappho); and in a third sense that summarizes and exceeds the historical-biographical and purely narrative path: the symbolic and metapoetic interpretation. In most cases, Pascoli's women is an enigmatic, elusive entity: the poet wish to join with her, but this hope is always disappointed.
In the light of the models (above all the symbolist poets) and of the cultural/epistemological revolution in which Pascoli's lyric has grown - the post-positivist crisis, the spiritualistic reaction and the affirmation of poésie pure - in our opinion Pascoli's melancoly is a mirror or idealization of the ménage between the author and poetry in its essence of energy capable of instantly erasing the barriers between reality and other worlds: opening and immediately closing a channel of exchange with times, ideals and loved ones at Pascoli and now inexorably vanished.
Interessa qui la prima fase e il relativo percorso – o progressione – emblematico-narrativa. Si propone l'analisi di un corpo di testi appartenenti alle raccolte giovanili (i, ii, iii) con finestra sulle Poesie disperse e sulle Poesie inedite (in Dolfi 1982) dove, insieme alle specificità esplicitate, entra in circolo un dato iconografico e culturale-antropologico orientale e cripto-pagano.
Carichiamo l'intero volume Mitografie e mitocrazie nell'Europa moderna, a cura di Fulvio Ferrari e Andre Binelli, Labirinti, Trento 2018. Il contributo di Scartozzi è alle pp. 65-100.
Le fonti critiche, suddivise in tre macro-gruppi (sostenitori dell'autenticità, detrattori e mediatori), accompagnano verso l'analisi di un cospicuo numero di poesie postume. Particolare attenzione è stata rivolta alla ricerca di indizi su una possibile genesi centonaria-occasionale del lascito lirico. In questo senso un occhio di riguardo è andato al macrotesto montaliano. Si è voluto quindi relazionare i componimenti incriminati con liriche coeve e simili per contenuti e forma, senza escludere altri scenari rilevanti all'interno della quaestio attributiva.
L'ipotesi di base ha considerato l'intervento diretto di una mano terza tanto sui materiali poetici in sé intesi, quanto sull'organizzazione globale del libro. Si conta perciò di aver sintetizzato sia le posizioni ermeneutiche pregresse e contemporanee, sia gli scenari aperti sul futuro studio del Diario postumo.
The aim of the paper is to offer a synthesis of the intriguing story related to Eugenio Montale Diario Postumo (1996). Trough the resumption of biographical and poetic motifs, as well as the genesis and the editorial history connected with the poetry collection, I'd like to propose a hypotesis about the authorship of the poems. On the other hand I have reflected on the organization of the collection itself (poetic and poematic dimension).
The critical sources (divided into three groups: authenticity supporters, detractors and 'centrists') introduce the text analysis. It was given special attention in search of clues that confirmed the occasional birth of the poems and of the book tout court. Consequently it was given much importance to the macrotext, comparing the poems of interest with other poems composed by Montale in the same years. They were thus considered all the usual scenarios in an attributive process.
The basic idea is characterized by the presence of a second author of the collection (co-author). So it is belived to have built a document able to summarize the state of the art, and at the same time projected on the future research linked to the Diario Postumo.
L'«Iride-Clizia» del Terzo Libro esplode in corrispondenza dell'Elegia di Pico Farnese, L'orto, Siria, Verso Finisterre, Sulla colonna più alta, pur avendo insinuato il suo sospiro in importanti liriche come Carnevale di Gerti, Palio, Eastbourne, Stanze. Sono però i grandi affreschi della Bufera a indicarla come «spia», Verbo incarnato, speranza immobilmente pedinata da Arsenio e venerata dal «Nestoriano». Proprio nella prospettiva scettica e agnostica, la manifestazione del grande demone tenebro-luminoso – che occorre in corrispondenza della «notte del mondo», della «catastrofe definitiva» – promette una potente catarsi, risvegliando una gnosi che caratterizza in primo luogo le Conclusioni provvisorie. Qui si declina un'iconologia in cui cenere e fuoco, sangue e distruzione abbracciano un decisivo messaggio palingenetico. La renovatio, il 'travalicare', l'excessus amministrati dalla Messaggera comunicano una verità contemporaneamente artistica e spirituale.
Gli studi di Angelo Marchese (Visiting angel: Interpretazione semiologica della poesia di Montale), Oreste Macrì (“L'«Angelo nero» e il demonismo nella poesia montaliana”), Francesco Zambon (L'iride nel fango: L'anguilla di Eugenio Montale) e Angelo Jacomuzzi (La poesia di Montale: Dagli «Ossi» ai «Diari») hanno puntualmente riconosciuto il carattere salvifico e soprannaturale dell'assoluto femminino montaliano. Una trasfigurazione muliebre culminata coi componimenti gnomici di Satura (L'angelo nero, Divinità in incognito, Rebecca), del Diario del '71 e '72, del Quaderno di quattro anni e di Altri versi (L'oboe, Il demiurgo, Trascolorando), informata di una tradizione enigmatica, filosofica e simbolica connessa radicalmente con esperienze esoteriche e occultistiche; in costante equilibrio dunque tra memoria pagana e soteriologia cristiana. Dalla Sophia ermetica, alla Beatrice dantesca, passando per il femminile estatico persiano, la Spes aeternae contemplationis biblica, l'«angelo refuso» magico-realistico: la multiforme «luce-in-tenebra» incarna continuamente la presenza del «varco». Concentrando la lettura sulle strategie simboliche e taumaturgiche proprie della Bufera s'intende proporre una sintesi di carattere, significato e forma dell'oscuro personaggio di Iride-Clizia.
Poesia che nasce, appunto, dall'assenza di materia, di ispirazione e di mezzi e si ripiega, in certi casi, su archetipi, simboli atavici, riferimenti sfocati, ma non del tutto sfumati. La conseguenza nel caso di Montale è l'avvio di un dialogo surreale con entità fuori del tempo, fantasmi presenti e assenti. Nelle eco, nelle parole mangiate che appartengono alle emanazioni pseudo-angeliche, sta il segreto, la rottura dell'illusione. Uno spiraglio disponibile un istante, poi perso irrimediabilmente.
Il contributo si inserisce nel contesto di La parola 'elusa'. Tratti di oscurità nella trasmissione del linguaggio, volume a cura di Irene Angelini, Alice Ducati e Sergio Scartozzi che ripercorre le tappe del Seminario organizzato dai dottorandi in Le Forme del Testo (XXX ciclo) il 28 settembre 2015 presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento.
sul gruppo di testi pascoliani di ispirazione
astronomica; un corpus universalmente acclamato,
ma non sempre tenuto in debita considerazione
per l’apparente dissonanza col macrotesto
disegnato dalle sillogi pascoliane.
A partire dalle fonti e dalle posizioni
filosofico-concettuali espresse dall’autore nelle prose
si è voluto penetrare a fondo nel racconto per
sintetizzare i risultati stilistici e le riflessioni ideologiche
più rilevanti. L’analisi del testo ha costituito
il focus principale del lavoro: particolare attenzione
è stata rivolta alla ricerca di indizi su una possibile
mitologia affidata dall’autore alla sede lirica scelta;
delineata la simbologia di base si è proceduto
con l’approfondimento comparatistico. Una buona
parte dell’indagine è stata infatti dedicata al confronto
delle modalità testuali e dei simboli propri
del filone lirico astrale con quelli appartenenti alle
tradizionali destinazioni della poesia pascoliana. Si
è voluto quindi ricostruire il disegno complessivo,
distribuito in diverse tipologie poetiche e sostenuto
da una trama di modelli organica e variegata.
L’ipotesi di base ha considerato la presenza di
un filo logico-diegetico in grado di attraversare le
distinzioni di genere (prosa / poesia), linguistiche
(italiano / latino) e editoriali; un progetto capace
di arricchire di sfumature nuove il dibattito critico
relativo all’opera di Pascoli.
The aim of the paper is to offer a specific overview
on the group of lyrics inspired by astronomy; a combination
universally acclaimed, but not always considered
in his topical relevance, because of the original
language and subject that characterize it.
Basing on the sources and on Pascoli’s
ideological-philosophical thought (exposed in his
theorical scripsts) I tried to examin in depht the
cosmic tale to summarize the most important
stilistical solutions and ideas. Text analysis was the
main focus of the work. The second task concerned
the research of an hypotetical mythology through
the astronomical text: once detected the radical
symbology, the lyric group was compared with the
other results of Pascoli’s poetic work. Indeed it was
accorded large consideration to the comparison
between the vocabulary and emblems belonging
to the cosmic lyric and those elaborated before or
after by the italian poet. The critical study ment
to define the original structure behind the poetical
project and also to find the sources and the early
and modern models that contribued to the birth of
our subject.
The first hypotesis involved the existence of
a logical and narrative key of interpretation for
Pascoli’s main poetical, philisophical and political
ideology capable to cross the traditional oppositions
between genre (lyric – prose), language (italian
– latin) and ecdotical developement of the poetic
work. The results resumed in the paper could
propose new informations and data, they also could
contribute to discover one of the most great figures
of the modern italian culture.
Esse evocano in coro un Angelo/Demone che, precipitando un esterrefatto
Arsenio nell’abisso per poi elevarlo alle altezze siderali, dona a quest’ultimo la forza di fronteggiare una “guerra cosmica e terrestre”, di aprire il varco nella muraglia per spiare un mondo e un tempo “non umani”, e infine trovare un senso insieme intimo e universale al viaggio terreno.
Il saggio di Sergio Scartozzi rovista nei falò spenti, pedina le tracce sempre fresche e sempre trascorse del miracolo della poesia montaliana per intercettare il muto dialogo fra questa e la forma di pensiero esoterica che, nella sua circolazione più o meno clandestina entro i vasti orizzonti artistico-spiritualistici del decadentismo, ha variamente partecipato alla definizione e manifestazione dell’Essenza lirica montaliana