Città e Guerra: Difese, distruzioni, permanenze delle memorie e dell'immagine urbana, 2024
L’architetto Giuseppe Poggi, nel piano di ampliamento della città di Firenze (1865-70),
intrapren... more L’architetto Giuseppe Poggi, nel piano di ampliamento della città di Firenze (1865-70), intraprende misure di adeguamento militare della città. L’abbattimento delle mura e soprattutto la collocazione del Campo di Marte gettano, però, luce sui limiti strategici della progettazione di Poggi. L’analisi di disegni di archivio inediti e il confronto grafico con altre esperienze italiane ed europee permettono di trarre nuove considerazioni sulla vicenda del Campo di Marte e sull’opera dell’architetto.
IMG23 Atti del IV Convegno Internazionale e Interdisciplinare su Immagini e Immaginazione, 2023
The increasing awareness of the cultural heritage definition, together with the dissemination of ... more The increasing awareness of the cultural heritage definition, together with the dissemination of interpretation practices more and more linked to digital environments, has imprinted in recent decades an acceleration on heritage studies, which are inalienably based on the use of images and consequently on the construction of imaginaries capable of handing down history and memory to future generations. From this perspective, this contribution assumes as a case study the ongoing research activity on Umbrian fortified buildings within the Department of Civil and Environmental Engineering of the University of Perugia.
L’acquisizione di consapevolezza della definizione di patrimonio culturale, unita alla diffusione di pratiche di interpretazione sempre più legate agli ambienti digitali, ha impresso negli ultimi decenni un’accelerazione agli studi sul patrimonio, che sono irrinunciabilmente fondati sull’utilizzo delle immagini e di conseguenza sulla costruzione di immaginari capaci di tramandare la storia e la memoria alle generazioni future. In tale ottica, questo contributo assume come caso studio l’attività di ricerca in corso all’interno del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia sulle architetture fortificate umbre.
L'architettura è soggetta a transizioni nel tempo e nello spazio che ne mutano l'aspetto e la ren... more L'architettura è soggetta a transizioni nel tempo e nello spazio che ne mutano l'aspetto e la rendono una materia viva e in continua trasformazione. L'antica tradizione della rappresentazione di architetture in movimento, nonché l'evolversi dei mezzi con cui può essere espresso il movimento, sono fattori che si prestano a ipotizzare una suddivisione in categorie che raggruppino modalità ricorrenti con cui viene rappresentato il movimento di architetture. Le categorie proposte nell'articolo sono due: rappresentazione di movimento 'evocato' e rappresentazione di movimento 'espresso'. La prima categoria comprende le rappresentazioni statiche del manufatto architettonico e al suo interno, in base al pubblico di riferimento, si possono individuare le due sottoclassi della rappresentazione 'specialistica' e 'non specialistica'. La seconda categoria comprende le rappresentazioni del manufatto architettonico che esprimono il movimento in maniera esplicita. In questa categoria si possono individuare due gruppi, ovvero le rappresentazioni 'convenzionali', corredate da segni appartenenti a specifici linguaggi grafici per comunicare il movimento, e le rappresentazioni di movimento 'simulato', ovvero le rappresentazioni dinamiche del movimento dell'architettura. Questa proposta di suddivisione vuole offrire uno spunto di riflessione sulla varietà di metodologie tramite cui la rappresentazione dell'architettura è capace di evocare, disegnare convenzionalmente o esprimere il concetto di movimento.
L’articolo si inserisce nel contesto storico della seconda
metà del XIX secolo, che vede in Europ... more L’articolo si inserisce nel contesto storico della seconda metà del XIX secolo, che vede in Europa la piena affermazione della classe borghese, portatrice di nuovi costumi e nuovi valori, e che mira a un’autocelebrazione anche grazie all’arte. Le decorazioni, soprattutto di interni sono una delle più emblematiche espressioni di questi forti cambiamenti economici e sociali. Nell’ambito del quadro storico-sociale descritto, l’articolo prende in esame la figura e l’opera di Giuseppe Poggi (1811-1901), con particolare riferimento a uno specifico tema progettuale attinente all’ambito decorativo, ovvero i soffitti ornati. Il tema è indagato attraverso l’analisi di un campione di 65 disegni di soffitti eseguiti da Poggi intorno alla metà dell’Ottocento, perlopiù inediti e conservati in larga parte in due fondi denominati FISR e FDSR. Il campione dei disegni selezionati comprende principalmente disegni di soffitti con ornamenti di vario tipo, ma sono stati inclusi anche gli studi per alcuni lucernari in ghisa e vetro. La raccolta del campione effettuata grazie allo studio delle passate indicizzazioni dei fondi, ha portato anche all’evidenziazione di alcune incongruenze di nomenclatura dei disegni e difficoltà di fruizione dei fondi dei quali si auspica un’esegesi complessiva e riordino. L’analisi dei disegni è stata condotta su più livelli. Per restituire una visione complessiva del campione è stata effettuata un’analisi statistica tramite l’individuazione di categorie omogenee sulla base di due criteri classificatori: geometria del soffitto e schema compositivo prevalente. Questa doppia classificazione architettonica e compositiva ha permesso di mettere in relazione le scelte compositive della decorazione con l’architettura della stanza e quindi con il suo ruolo più ampio nella visione globale dell’intero progetto. Emerge dall’analisi una prevalenza di soffitti piani o con volta a schifo associati a schemi gerarchici, questo è dovuto sia alla versatilità di questo abbinamento, che ad una tradizione compositiva rinascimentale del soffitto ‘a cornice’ proposta da Vincenzo Scamozzi e condivisa anche nell’Ottocento. L’analisi statistica è stata accompagnata da una rappresentazione omogenea di tutti i soffitti estrapolati dai 65 disegni per porre le basi di un abaco delle soluzioni progettuali dell’architetto. Dalle analisi generali e di dettaglio delle decorazioni, emergono rapporti gerarchici tra diversi livelli di decorazione e all’interno dei singoli spartiti decorativi. In questo studio, dell’opera di Poggi, si è inoltre riconosciuta l’influenza del decoratore Giocondo Albertolli, da cui l’architetto studia alcuni motivi decorativi e prende ispirazione. Questo studio potrebbe prestarsi come base per un più ampio inventario delle soluzioni progettuali di Poggi, oppure dare spunto per ulteriori ricerche comparative nell’ambito di ornamenti di soffitti realizzati da architetti contemporanei a Poggi o di eventuali modelli di riferimento più antichi. Infine, la presente ricerca potrebbe costituire una risorsa utile per la conoscenza, la conservazione, il restauro o l’eventuale integrazione dei soffitti realizzati dall’architetto o soffitti affini.
Città e Guerra: Difese, distruzioni, permanenze delle memorie e dell'immagine urbana, 2024
L’architetto Giuseppe Poggi, nel piano di ampliamento della città di Firenze (1865-70),
intrapren... more L’architetto Giuseppe Poggi, nel piano di ampliamento della città di Firenze (1865-70), intraprende misure di adeguamento militare della città. L’abbattimento delle mura e soprattutto la collocazione del Campo di Marte gettano, però, luce sui limiti strategici della progettazione di Poggi. L’analisi di disegni di archivio inediti e il confronto grafico con altre esperienze italiane ed europee permettono di trarre nuove considerazioni sulla vicenda del Campo di Marte e sull’opera dell’architetto.
IMG23 Atti del IV Convegno Internazionale e Interdisciplinare su Immagini e Immaginazione, 2023
The increasing awareness of the cultural heritage definition, together with the dissemination of ... more The increasing awareness of the cultural heritage definition, together with the dissemination of interpretation practices more and more linked to digital environments, has imprinted in recent decades an acceleration on heritage studies, which are inalienably based on the use of images and consequently on the construction of imaginaries capable of handing down history and memory to future generations. From this perspective, this contribution assumes as a case study the ongoing research activity on Umbrian fortified buildings within the Department of Civil and Environmental Engineering of the University of Perugia.
L’acquisizione di consapevolezza della definizione di patrimonio culturale, unita alla diffusione di pratiche di interpretazione sempre più legate agli ambienti digitali, ha impresso negli ultimi decenni un’accelerazione agli studi sul patrimonio, che sono irrinunciabilmente fondati sull’utilizzo delle immagini e di conseguenza sulla costruzione di immaginari capaci di tramandare la storia e la memoria alle generazioni future. In tale ottica, questo contributo assume come caso studio l’attività di ricerca in corso all’interno del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia sulle architetture fortificate umbre.
L'architettura è soggetta a transizioni nel tempo e nello spazio che ne mutano l'aspetto e la ren... more L'architettura è soggetta a transizioni nel tempo e nello spazio che ne mutano l'aspetto e la rendono una materia viva e in continua trasformazione. L'antica tradizione della rappresentazione di architetture in movimento, nonché l'evolversi dei mezzi con cui può essere espresso il movimento, sono fattori che si prestano a ipotizzare una suddivisione in categorie che raggruppino modalità ricorrenti con cui viene rappresentato il movimento di architetture. Le categorie proposte nell'articolo sono due: rappresentazione di movimento 'evocato' e rappresentazione di movimento 'espresso'. La prima categoria comprende le rappresentazioni statiche del manufatto architettonico e al suo interno, in base al pubblico di riferimento, si possono individuare le due sottoclassi della rappresentazione 'specialistica' e 'non specialistica'. La seconda categoria comprende le rappresentazioni del manufatto architettonico che esprimono il movimento in maniera esplicita. In questa categoria si possono individuare due gruppi, ovvero le rappresentazioni 'convenzionali', corredate da segni appartenenti a specifici linguaggi grafici per comunicare il movimento, e le rappresentazioni di movimento 'simulato', ovvero le rappresentazioni dinamiche del movimento dell'architettura. Questa proposta di suddivisione vuole offrire uno spunto di riflessione sulla varietà di metodologie tramite cui la rappresentazione dell'architettura è capace di evocare, disegnare convenzionalmente o esprimere il concetto di movimento.
L’articolo si inserisce nel contesto storico della seconda
metà del XIX secolo, che vede in Europ... more L’articolo si inserisce nel contesto storico della seconda metà del XIX secolo, che vede in Europa la piena affermazione della classe borghese, portatrice di nuovi costumi e nuovi valori, e che mira a un’autocelebrazione anche grazie all’arte. Le decorazioni, soprattutto di interni sono una delle più emblematiche espressioni di questi forti cambiamenti economici e sociali. Nell’ambito del quadro storico-sociale descritto, l’articolo prende in esame la figura e l’opera di Giuseppe Poggi (1811-1901), con particolare riferimento a uno specifico tema progettuale attinente all’ambito decorativo, ovvero i soffitti ornati. Il tema è indagato attraverso l’analisi di un campione di 65 disegni di soffitti eseguiti da Poggi intorno alla metà dell’Ottocento, perlopiù inediti e conservati in larga parte in due fondi denominati FISR e FDSR. Il campione dei disegni selezionati comprende principalmente disegni di soffitti con ornamenti di vario tipo, ma sono stati inclusi anche gli studi per alcuni lucernari in ghisa e vetro. La raccolta del campione effettuata grazie allo studio delle passate indicizzazioni dei fondi, ha portato anche all’evidenziazione di alcune incongruenze di nomenclatura dei disegni e difficoltà di fruizione dei fondi dei quali si auspica un’esegesi complessiva e riordino. L’analisi dei disegni è stata condotta su più livelli. Per restituire una visione complessiva del campione è stata effettuata un’analisi statistica tramite l’individuazione di categorie omogenee sulla base di due criteri classificatori: geometria del soffitto e schema compositivo prevalente. Questa doppia classificazione architettonica e compositiva ha permesso di mettere in relazione le scelte compositive della decorazione con l’architettura della stanza e quindi con il suo ruolo più ampio nella visione globale dell’intero progetto. Emerge dall’analisi una prevalenza di soffitti piani o con volta a schifo associati a schemi gerarchici, questo è dovuto sia alla versatilità di questo abbinamento, che ad una tradizione compositiva rinascimentale del soffitto ‘a cornice’ proposta da Vincenzo Scamozzi e condivisa anche nell’Ottocento. L’analisi statistica è stata accompagnata da una rappresentazione omogenea di tutti i soffitti estrapolati dai 65 disegni per porre le basi di un abaco delle soluzioni progettuali dell’architetto. Dalle analisi generali e di dettaglio delle decorazioni, emergono rapporti gerarchici tra diversi livelli di decorazione e all’interno dei singoli spartiti decorativi. In questo studio, dell’opera di Poggi, si è inoltre riconosciuta l’influenza del decoratore Giocondo Albertolli, da cui l’architetto studia alcuni motivi decorativi e prende ispirazione. Questo studio potrebbe prestarsi come base per un più ampio inventario delle soluzioni progettuali di Poggi, oppure dare spunto per ulteriori ricerche comparative nell’ambito di ornamenti di soffitti realizzati da architetti contemporanei a Poggi o di eventuali modelli di riferimento più antichi. Infine, la presente ricerca potrebbe costituire una risorsa utile per la conoscenza, la conservazione, il restauro o l’eventuale integrazione dei soffitti realizzati dall’architetto o soffitti affini.
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Papers by Francesco Cotana
intraprende misure di adeguamento militare della città. L’abbattimento delle mura e
soprattutto la collocazione del Campo di Marte gettano, però, luce sui limiti strategici della
progettazione di Poggi. L’analisi di disegni di archivio inediti e il confronto grafico con altre
esperienze italiane ed europee permettono di trarre nuove considerazioni sulla vicenda del
Campo di Marte e sull’opera dell’architetto.
L’acquisizione di consapevolezza della definizione di patrimonio culturale, unita alla diffusione di pratiche di interpretazione sempre più legate agli ambienti digitali, ha impresso negli ultimi decenni un’accelerazione agli studi sul patrimonio, che sono irrinunciabilmente fondati sull’utilizzo delle immagini e di conseguenza sulla costruzione di immaginari capaci di tramandare la storia e la memoria alle generazioni future. In tale ottica, questo contributo assume come caso studio l’attività di ricerca in corso all’interno del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia sulle architetture fortificate umbre.
metà del XIX secolo, che vede in Europa la
piena affermazione della classe borghese, portatrice
di nuovi costumi e nuovi valori, e che mira a
un’autocelebrazione anche grazie all’arte. Le decorazioni,
soprattutto di interni sono una delle più
emblematiche espressioni di questi forti cambiamenti
economici e sociali.
Nell’ambito del quadro storico-sociale descritto,
l’articolo prende in esame la figura e l’opera di
Giuseppe Poggi (1811-1901), con particolare riferimento
a uno specifico tema progettuale attinente
all’ambito decorativo, ovvero i soffitti ornati. Il
tema è indagato attraverso l’analisi di un campione
di 65 disegni di soffitti eseguiti da Poggi intorno
alla metà dell’Ottocento, perlopiù inediti e conservati
in larga parte in due fondi denominati FISR
e FDSR. Il campione dei disegni selezionati comprende
principalmente disegni di soffitti con ornamenti
di vario tipo, ma sono stati inclusi anche
gli studi per alcuni lucernari in ghisa e vetro. La
raccolta del campione effettuata grazie allo studio
delle passate indicizzazioni dei fondi, ha portato
anche all’evidenziazione di alcune incongruenze di
nomenclatura dei disegni e difficoltà di fruizione
dei fondi dei quali si auspica un’esegesi complessiva
e riordino. L’analisi dei disegni è stata condotta su
più livelli. Per restituire una visione complessiva del
campione è stata effettuata un’analisi statistica tramite
l’individuazione di categorie omogenee sulla
base di due criteri classificatori: geometria del soffitto
e schema compositivo prevalente. Questa doppia
classificazione architettonica e compositiva ha
permesso di mettere in relazione le scelte compositive
della decorazione con l’architettura della stanza
e quindi con il suo ruolo più ampio nella visione
globale dell’intero progetto. Emerge dall’analisi
una prevalenza di soffitti piani o con volta a schifo
associati a schemi gerarchici, questo è dovuto sia
alla versatilità di questo abbinamento, che ad una
tradizione compositiva rinascimentale del soffitto ‘a
cornice’ proposta da Vincenzo Scamozzi e condivisa
anche nell’Ottocento. L’analisi statistica è stata
accompagnata da una rappresentazione omogenea
di tutti i soffitti estrapolati dai 65 disegni per porre
le basi di un abaco delle soluzioni progettuali
dell’architetto. Dalle analisi generali e di dettaglio
delle decorazioni, emergono rapporti gerarchici tra
diversi livelli di decorazione e all’interno dei singoli
spartiti decorativi. In questo studio, dell’opera di
Poggi, si è inoltre riconosciuta l’influenza del decoratore
Giocondo Albertolli, da cui l’architetto
studia alcuni motivi decorativi e prende ispirazione.
Questo studio potrebbe prestarsi come base per
un più ampio inventario delle soluzioni progettuali
di Poggi, oppure dare spunto per ulteriori ricerche
comparative nell’ambito di ornamenti di soffitti
realizzati da architetti contemporanei a Poggi o di
eventuali modelli di riferimento più antichi. Infine,
la presente ricerca potrebbe costituire una risorsa
utile per la conoscenza, la conservazione, il restauro
o l’eventuale integrazione dei soffitti realizzati
dall’architetto o soffitti affini.
intraprende misure di adeguamento militare della città. L’abbattimento delle mura e
soprattutto la collocazione del Campo di Marte gettano, però, luce sui limiti strategici della
progettazione di Poggi. L’analisi di disegni di archivio inediti e il confronto grafico con altre
esperienze italiane ed europee permettono di trarre nuove considerazioni sulla vicenda del
Campo di Marte e sull’opera dell’architetto.
L’acquisizione di consapevolezza della definizione di patrimonio culturale, unita alla diffusione di pratiche di interpretazione sempre più legate agli ambienti digitali, ha impresso negli ultimi decenni un’accelerazione agli studi sul patrimonio, che sono irrinunciabilmente fondati sull’utilizzo delle immagini e di conseguenza sulla costruzione di immaginari capaci di tramandare la storia e la memoria alle generazioni future. In tale ottica, questo contributo assume come caso studio l’attività di ricerca in corso all’interno del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia sulle architetture fortificate umbre.
metà del XIX secolo, che vede in Europa la
piena affermazione della classe borghese, portatrice
di nuovi costumi e nuovi valori, e che mira a
un’autocelebrazione anche grazie all’arte. Le decorazioni,
soprattutto di interni sono una delle più
emblematiche espressioni di questi forti cambiamenti
economici e sociali.
Nell’ambito del quadro storico-sociale descritto,
l’articolo prende in esame la figura e l’opera di
Giuseppe Poggi (1811-1901), con particolare riferimento
a uno specifico tema progettuale attinente
all’ambito decorativo, ovvero i soffitti ornati. Il
tema è indagato attraverso l’analisi di un campione
di 65 disegni di soffitti eseguiti da Poggi intorno
alla metà dell’Ottocento, perlopiù inediti e conservati
in larga parte in due fondi denominati FISR
e FDSR. Il campione dei disegni selezionati comprende
principalmente disegni di soffitti con ornamenti
di vario tipo, ma sono stati inclusi anche
gli studi per alcuni lucernari in ghisa e vetro. La
raccolta del campione effettuata grazie allo studio
delle passate indicizzazioni dei fondi, ha portato
anche all’evidenziazione di alcune incongruenze di
nomenclatura dei disegni e difficoltà di fruizione
dei fondi dei quali si auspica un’esegesi complessiva
e riordino. L’analisi dei disegni è stata condotta su
più livelli. Per restituire una visione complessiva del
campione è stata effettuata un’analisi statistica tramite
l’individuazione di categorie omogenee sulla
base di due criteri classificatori: geometria del soffitto
e schema compositivo prevalente. Questa doppia
classificazione architettonica e compositiva ha
permesso di mettere in relazione le scelte compositive
della decorazione con l’architettura della stanza
e quindi con il suo ruolo più ampio nella visione
globale dell’intero progetto. Emerge dall’analisi
una prevalenza di soffitti piani o con volta a schifo
associati a schemi gerarchici, questo è dovuto sia
alla versatilità di questo abbinamento, che ad una
tradizione compositiva rinascimentale del soffitto ‘a
cornice’ proposta da Vincenzo Scamozzi e condivisa
anche nell’Ottocento. L’analisi statistica è stata
accompagnata da una rappresentazione omogenea
di tutti i soffitti estrapolati dai 65 disegni per porre
le basi di un abaco delle soluzioni progettuali
dell’architetto. Dalle analisi generali e di dettaglio
delle decorazioni, emergono rapporti gerarchici tra
diversi livelli di decorazione e all’interno dei singoli
spartiti decorativi. In questo studio, dell’opera di
Poggi, si è inoltre riconosciuta l’influenza del decoratore
Giocondo Albertolli, da cui l’architetto
studia alcuni motivi decorativi e prende ispirazione.
Questo studio potrebbe prestarsi come base per
un più ampio inventario delle soluzioni progettuali
di Poggi, oppure dare spunto per ulteriori ricerche
comparative nell’ambito di ornamenti di soffitti
realizzati da architetti contemporanei a Poggi o di
eventuali modelli di riferimento più antichi. Infine,
la presente ricerca potrebbe costituire una risorsa
utile per la conoscenza, la conservazione, il restauro
o l’eventuale integrazione dei soffitti realizzati
dall’architetto o soffitti affini.