COMUNE DI MILANO
RIPARTIZIONE CULTURA
RACCOLTE ARCHEOLOGICHE E NUMISMATICHE
SCRITTI N RICORDO DI
GRAZIELLA MASSARI GABALLO
EDI
UMBERTO TOCCHETTI POLLIN
Estrqtto
HUGO BLAKE
Maiolica medievale in Lornbardia
RIP-{.RTIZIO\T Ct- LTL-R{
R{CCOLTE -{RCTIEOLOGICIIE E \I\flS\f{TICTIE
SCRITTI N RICORDO DI
GRAZIELLA MASSARI GABALLO
EDI
I.]MBERTO TOCCHETTI POLLINI
Estratto
HUGO BLA.KE
Maiolica medievale in Lombardia
Milano
1986
HUGO BLAKE
Maiolica medievale in Lombardia
Incontrai Lella Massari agli inizi degli anni
mondo islamico. Essi si trovano
?0 quando facevamo parte dell'6quipe
di cui le pit importanti
sono
gli
su
fine del XI alla prima metd del XIII secolo (Blake
1980b). Parte della facciata della chiesa di S. Maria
del Popolo a Pavia d anche rivestita di uno smalto
monocromo bianco, azzutro scuro e verde latteo. I
mattoni cosi coperti sono ritenuti tipici del primo
romanico lombardo e lo smalto deve essere stato
applicato in una localitd non lontana da pavia. Il
portale della facciata di questa chiesa d stato assegnato al I 130 circa (Aguzzi 1970, Peroni 1967: l2l-
I'anno accademico 1969-70 intraprese durante il
corso di perfezionamento all'Istituto di Archeologia
dell'Universitdr Cattolica del Sacro Cuore di
Milano. Scrissi giA nel 1976 un sunto sulle impressioni che mi ero formato in quell'anno sulle ceramiche medievali lombarde, elencai due anni dopo le
ceramiche che ornano I'esterno delle chiese
- i
cosiddetti "bacini", nel 1980 discussi le importazioni
dall'Italia meridionale e nel l98l ne presentai una
rassegna aggiornata (Blake 1978, 1980b, 1984b,
l98l). Nel frattempo sono state fatte delle altre
ricerche,
in Lombardia
chiese pavesi e su una chiesa milanese, databili dalla
milanese
guidata dal professor Antonio Frova che scavava a
Luni (La Spezia). A mutua insaputa avevamo
ambedue preparato delle relazioni sulla pietra ollare
per Scavi di Luni II (1977), una ricerca che allora e
in seguito Lelia aveva approfondito piir di me. Percio non oserei tornare su questo tema, I'unico interesse particolare che avevamo in comune. Offro
invece qualche nota su un aspetto della ceramica
bassomedievale che deriva dalle mie ricerche nel-
2).
I "bacini" di S. I-anfranco di Pavia e di S. Simpliciano di Milano, su o provenienti da fabbricati
della prima metd del Duecento, includono i primi
esemplari di maiolica italiana. Quella meridionale,
solitamente chiamato protomai olic a, car atterizzata
da forme aperte, smaltate solo all'interno e dipinto
in vari colori, d rappresentata da tre scodelle, due
provenienti dalla facciata di S. Simpliciano e una in
situ sulla torre di S. Lanfranco datato al
123i.
Hanno una forma troncoconica con fondo piano
e,
dove visibile, un piede ad anello. Sono decorate con
porpora; verde giallo-marrone ei o blu celeste. Vengono forse dalla Sicilia (Blake 1984b: 530-1, 539).
La facciata di S. Lanfranco d invece ornata da dieci
"bacini" di maiolica arcaica, il termine assegnato al
tipico boccale centro-settentrionale invetriato all'in-
estesi
scavi archeologici. Dato che le inforr^razioni su quest'ultimi non sono ancora state pubblicate, riassumerd prima di tutto i dati in contesti databili, ciod
le chiese con "bacini" come decorazione esterna e
I'unico affresco che io conosco dove sono rappresentate ceramiche pertinenti. Esaminerd poi in
terno e sul piede, decorato con porpora e verde
sullo smalto esterno. Le forme a S. Lanfranco dato
che si tratta di "bacini", sono ovviamente aperte e
consistono di un grande piatto, di bacini e scodelle
con tesa inclinata. La vetrina esterna sembra mancare. D'altra parte, I'ornato di uccelli e fogliame fa
parte del repertorio arcaico. L'analisi dell'impasto
rosso indica una produzione padana, forse pavese.
La data delle costruzione della facciata nel 1257 trascritta nel tardo Settecento, d stata contestata dagli
storici dell'arte che ultimamente preferiscono llnizio del Duecento, una data che pare suffragata
dagli altri due "bacini" esotici rimasti sulla parte
ordine geografico gli esemplari conservati nei musei
e quelli provenienti da scavi recenti. Metterd I'enfasi sul materiale che non ho trattato estesamente
nelle pubblicazioni sopracitate.
CHIESE: *BACINI" E MATTONI
La maiolica caratterizzata dal rivestimento
vetroso opacizzato con lo stagno (smalto), d stata la
ceramica fine tipica della penisola italiana dal XIII
sec. in poi. I primi esemplari monocromi, policromi
o decorati a lustro, sembrano importazioni dal
JJJ
,7':.;'):.
',
Fig.
I
:t..
,4,
Bergamo, S. Maria Maggiore. Parlicolare dell'Ultima Cena sulla parete seltentrionale del lranselto' Settimo ed
Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde
otlavo boccali. Foto
de Put 1938:56, 89 n. 78.1' un confronto reso ancor
piir convincente dalla descrizione "giallo-oro" (ciod
lustro ?) del Passerini per il colore della decorazione
(1981:59, tav. 1c). Nel 1420 un mercante milanese
ordino vasi decorati a lustro presumibilmente su un
fondo azzurro (Lane l97l:17). Dato che si sa poco
della produzione a lustro del levante spagnolo nella
prima metd del Trecento e dato che i vasi denomtnati con lo stesso termine sono registrati in un
inventario francese del 1379 (Dervieu 1909:58 n. l),
forse questi "bacini" provennero dalla Spagna'
anche se il fondo turchese si scosta dall'azzurro
cupo normalmente associato con "Damasco"'
inferiore delia facciata (Aguzz\ e Blake 1978).
Tutti i ventiquattro "bacini" sulla facciata di
Ss. Maria e Ambrogio di Morimondo in provincia
di Milano, completata pare nel 1296' sono dello
stesso tipo. Essi consistono di grandi e piccole scodelle a tesa decorate con marrone (porpora?), verde
ef o azzurro con animali, fogliame e motivi geometrici che possono essere confrontati con prodotti
pugliesi (Blake 1984b: 532-6, 539-40). Sono della
stessa epoca o dell'inizio del secolo seguente due
cappelle gentilizie di S. Eustorgio di Milano. Otto
"bacini" sono posti sui termirrali delle croci di
marmo sulle loro facciate meridionali. La quinta
cappella (contando dalla facciata della chiesa) porta
tre ciotole decorate con porpora e verde' con un
Certamente spagnole sono le maioliche bianche
a lustro e azzurro importate nel Tre o
Quattrocento. Una d stata tolta da una chiesa sconosciuta a
Cremona e I'altra, conservata nel Castello Sforzesco
di Milano, era forse anche, in origine, un "bacino"
(Blake 191212 n. l9).
uccello. con fasce intrecciate e con un disegno
radiale, piu una ciotola con una stella su fondo blu
invece di verde; tutte fatte con un impasto arancio
paglierino. Le prime tre possono essere paragonate
con la maiolica arcaica, anche se il confronto per
I'ornato radiale si trova tra i reperti pisani (Berti e
Tongiorgi 1917:78). Piri tardi nel Trecento il blu
sostitui qualche volta il verde nella maiolica arcaica
bench6 non conosca nessun confronto per la quarta
ciotola (Blake 1978:153, Passerini 1981:58, Buerger
1979:40). Sulla settima cappella compaiono due
scodelle a tesa e due piatti. Lo smalto turchese
copre un impasto cuoio rosato ed d ornato con fitte
linee marroni. A parte i piccoli cerchi intorno a
puntini, I'unica decorazione distinguibile d quella di
una fascia a "speroni". Questo motivo d tipico della
ceramica spagnola quattrocentesca di Valenza (Yan
CHIESA: AFFRESCO
Sulla parete settentrionale del transetto di S.
Maria Maggiore a Bergamo e dipinta un'Ultima
Cena eseguita da un maestro lombardo nel decennio 1380-90. e ora assai mal conservata (Matalon
1963:398-9, tav. 299). Sulla tavola sono rappresentati otto boccali. Sette sono pii o meno della medesima forma piriforme con piede marcato (in due
casi con evidente bocca trilobata), e con ansa di
sezione circolare che in almeno due esemplari ha un
334
profilo rientrante. L'altro verso il centro (il quinto
da sinistra) ha un collo cilindrico su un corpo a
globo. La decorazione d piir o meno riconoscibile su
tutti tranne sul terzo e sul quarto boccale. Le anse
portano linee orizzontali. L'ornato che copre quasi
tutto il corpo d inquadrato nella cornice tipica della
maiolica arcaica. Un uccello e fogliame sono raffigurati sul quinto boccale. Un graticcio largo a
losanghe, formato da un paio di linee orna il
secondo (?), sesto e ottavo boccale. E linee sinuose
verticali formano una maglia sul primo (?) e settimo
(fie. l).
Frr. di corpo. Impasto giallo rossiccio (Munsell 5 YR 6/8). Rivestimenti alrerati.
A. Mis. max. 76 da 8lmm., spessore 9mm.
Dec. esterna con due linee verticali (cornice?) in
porpora e una sinuosa in verde.
B. Mis. max. 57 da 81 mm., spessore 4-6,5 mm.
Tracce di ornato verde.
MUSEI E SCAVI
l. "Largo Cairoli (Metropolitana) innanzi Singer a
m. 4 di profonditd 26.04.1960".
Boccale tozzo, in passato con bocca trilobata,
conservato in parte fino al collo, con bassa carenatura e scanalatura intorno al corpo, e con ansa (a
2. Chiostrino
Milano
L'elenco seguente deriva da un mio controllo
nei musei lombardi pin di dieci anni fa e da brevi
visite recenti a magazzini di scavo. Percid non ha
pretese di completezza e serve solo a dare un'idea
della maiolica arcaica rinvenuta nel sottosuolo lom-
nastro?) rotta, e piede svasata. Diam. base l07mm.,
diam. max. 120mm., alt. conservata 163mm. Impasto quasi duro di colore rosso-mattone cupo con
superficie marrone rosato e con inclusi bianchi
morbidi e granelli scuri. Ovvi segni di ritagliamento
della base e della carenatura. Tracce di segni di
staccamento mediante un filo sulla base. Smalto
sottile e polveroso all'esterno. Lucente e liscia
vetrina alf interno, piri sottile e coprente in parte 1o
smalto all'esterno. Dec. in marrone scuro e verde
(senza la cornice consueta). Una volta in una cassetta nel museo del Castello Sforzesco assieme a
ceramiche padane del XV-XVI secc., compresi una
scodella e boccali di graffita arcaica (figg. 2 e 5).
bardo. (Raramente vi si sono trovate maioliche eso-
tiche. La Torre Civica di Pavia d un contesto
eccezionale per le prime maioliche, Blake 1978:14752. Il lustri spagnoli sono piir comuni nel Quattrocento, per esempio a Breno, Andrews l98l:4.)
Quest'elenco potrebbe essere anche utile quando si
siano smarriti i cocci o la loro documentazione. Inizio dalle province occidentali.
Castelseprio, prov. Varese (Brogiolo
Siena
l.
di S. Eufemia (LF40, 15.09.1982,
5005 a,b).
e Lusuardi
1980)
2-5 Piazza del Duomo
2. Scavi 1869
A. Boccale piriforme ed esile, con ansa a
sezione ovale e base svasata. Ora manca la bocca
trilobata. Diam. base 90mm., diam. max. l00mm.
ca., alt. incompleta l89mm. Impasto rosato poco
visibile. Base e attacco inferiore dell'ansa ritagliati.
Segni di staccamento con filo. Impronte prima della
cottura e stella incisa dopo la cottura, sul corpo
inferiore. Dec. in marrone nerastro e verde bluastro
(Baroni 1934 r. 8, Fig. 5).
B. Boccale completo di forma tozza conbocca
"1962 davanti alla Casa dei Canonici".
Fr. ansa a sezione ovale o quasi-rettangolare.
Impasto rosso aranciastro. Smalto grigiastro. Dec.
a linee orizzontali porpora e verde.
2. "Cocct rinvenuti davanti alla chiesa di S. Giovanni nel cumulo di terra sito vicino all'ineresso del
recinto ".
Fr. fondo piuttosto piano con malta aderente
8,5 cm. Impasto rosso
mattone o rosso rosato. Esterno nudo. Interno
coperto da uno smalto grigiastro tendente a porpora. Dec. a fasce delineate in porpora con gli
angoli tra le fasce riempiti di verde.
3. "Elia 1963" e "Vecchi scavi/sporadici" (compresi
n. 2).
6 frr. piccoli di forme aperte (o di una forma?)
al piede ad anello. Diam
trilobata, scanalatura sul collo, e ansa ovale. Diam.
base 95 mm., diam. max. I l3 mm. ca., alt. 168 mm.
lmpasto duro di colore rosso mattone, ma poco
visibile. Sottile vetrina di colore marrone cupo
aranciastro sul piede (assente alla base) e all'in-
terno. Smalto ora giallo crema, liscio, un po'
lucente e cavillato. Dec. in marrone nerastro e in
compresi uno con base ad anello (diam. l4cm.?) e
due a tesa. Impasto quasi duro, abbastanza liscio,
di color rosso (Munsell 2.5 YR 5/8) con qualche
incluso piccolo chiaro (quarzo?). Esterno nudo e
benfinito. Smalto tra il verde chiaro e il verde blua-
stro chiaro (ISCC-NBS l44l163).
verde turchese ora poco visibile (Castello Sforzesco
n.7 bis,Figg.3 e 5)
3. Sterri aprile 1870
Boccale con ansa ovale. Manca parte della
bocca trilobata. Diam. base 84 mm. diam. max.
I l3 mm., alt. 173 mm. Scanalature irregolari sul
ventre e una sul collo. Lettera A (?) incisa sulla
base. Impasto marrone o rosso mattone, ma poco
visibile. Smalto lucente di colore avorio sporco,
Vetrina sottile di colore marrone aranciastro. Dec.
sul fronte in porpora nerastro (Wallis l90l: fig. 49,
Baroni 1934: n. 1, 1940: tav. 2, Morazzoni 1948:
tav. la, Fig. 5).
4. "Pozzo medievale davanti alla facciata S. Tecla
piazza Duomo 196 I vicino al canaletto romano"
Decorazione
quasi grigia scura (ISCC-NBS 229?) a linee e triangoli pieni su ambedue i lati di una fascia.
Como (Nepoti
1984)
l. Torre S. Vitale
1964.
Fr. del corpo superiore di boccale. Impasto
rosso mattone. Sottile vetrina rosso-marrone
Esterno coperto di smalto polveroso e ornato con
un angolo della cornice tipica, in "porpora", con
tracce della treccia ora in grigio bluastro.
.
335
Fig.2 Milano, Largo Cairoli (Foto, Museo del Castello
Sforzesco, Milano)
Fic.3 Milano Piazza del Duomo, 1869 (Fottt, Museo del
Castello S[orzesto, Milono)
JJO
(Mirabella Roberti 1963)
Frr. della parte superiore di un boccale a bocca
trilobata. Impasto rosso mattone cupo con qualche
incluso duro bianco. Lucente vetrina marrone scuro
all'interno. Sottile smalto consumato all'esterno.
Tracce della cornice in marrone e della treccia in
chiaro con alcuni inclusi bianchi e morbidi. Vetrina
lucente e un po' ruvida di coiore tendente al mar-
rone con puntini marroni. Smalto consumato o
devitrificato. 3 frr. di cornice laterale, uno con
vetrina verde all'interno e una traccia di dec. in blu
(17543 in74',17610 in 75"), I fr. di collo con cordone rialzato. (17616 in 75').
C. Bianco sporco con qualche incluso minuto
grigio. Vetrina spessa di colore giallo-marrone.
Smalto porpora grigiastro. Dec. in porpora e verde
bluastro. Fr. di orlo trilobato (18492 in 8l'). Parte
di un'ansa con sezione a sella, dec. formata da una
linea verticale in verde nel centro e due serie di
brevi linee orizzontali in porpora sui margini del-
verde.
5. Scavi per la linea 3 della metropolitana 1982-83
(144 MA, Caporusso 1983, Andrews e Perring
1983)
Frr. di boccali. Impasto aranciastro.
sull'esterno e scarso all'interno. Dec. fine
intrecciate
Smalto
di
linee
in porpora e di puntini in verde.
6. Via Lanza l98l-82
Fr. di fondo di boccale in parte bruciato.
Diam. base l20mm., alt. conservata 40mm. ca.
lmpasto "giallo rosso" con inclusi. Vetrina marrone. Traccia di smalto "grigio rosa". Trovato
assieme a una lucerna tardoantica, ceramica nuda
ritenuta altomedievale, pietra ollare, pentolame
invetriato e altri tipi postmedievali (Filippucci e
Perin 1983:ll4-15, tav. 2, 6LN).
velo giallo. Dec. comprende parte della faccia e
mano di una figura umana (ST 46425) e del corpo
di un animale (leone?) (ST 46430).
Pavia
Manerba, prov. Brescia (Brogiolo
l. Ticino (visto nel 1972)
Rocca. 2 frr. di forme chiuse, orlo (R.H.)
corpo (RNLI6).
I'ansa (12727
in
68"1.
4. Yia Alberto Mario
1984
7 frr. di forme chiuse di spessore 5-7 mm., comprese un'ansa ovale e una bocca trilobata. Impasto
rosso chiaro. Smalto bianco polveroso sotto un
Fr. di corpo sferoide con beccuccio applicato
(Blake 1978:154, fig. 37.20).
2. Torre Civica 1972-75
24 frr. di forme chiuse, soprattutto di corpo e
qualche orlo, ansa e fondo, compreso un beccuccio
tubolare. La maggioranza con impasto duro di
1973)
e
Piadena, prov. Cremona
Castello, chiesa di S. Michele 1980-81 (BCl). 3
piccoli cocci di maiolica arcaica (Andrews 198 l:4).
Castello 1983-84. Molti frr. di forme chiuse
compresi boccali a meter, della solita forma tozza
con piede appena svasato, p"e. diam. base 85 mm.
ca. (392 D), diam. base ll0-l15mm. ca. e alt.
210mrn. ca. (D/1 392). Impasti da giallo-cuoio a
rosa, con vetrine da giallo chiaro a giallo-marrone.
Smalto polveroso. Dec. in fasce orizzontali di
motivi geometrici o di foglie schematiche, entro la
cornice abituale (p.e. D427, D2 378, 578 402).
Brescia
Mantova
colore marrone giallastro. Provennero da fasi postmedievali (Blake 1978 154-6, Nepoti 1978:212).
Breno, prov. Brescia
l.
Castello, "scavi recenti" (visto nel 1970)
Fr. di corpo di boccale con parte inferiore dell'ansa a sezione ovale. Impasto quasi duro di colore
cuoio. Vetrina giallo bruno. Lucente, liscio smalto
grigiastro. Dec. in marrone e verde bluastro.
2. S. Giulia (Brogiolo 1981, 1983)
Frr. della parete di forme aperte, esterno nudo,
smalto all'interno.
A. Impasto micaceo di colore rosso chiaro
(Munsell "giallo rosso" 5 YR 6/6). Dec. radiale di
linee piene e tratteggiate (saggio T, unitd stratigra-
ftca
Nelle collezioni del Museo del Palazzo Ducale
(Siviero l98l:34)
l. "Terracotte mantovane". Boccale piriforme con
ansa a sezione ovale o circolare. Diam. base
l00mm., alt. 2lA mm. Impasto quasi duro di colore
cuoio con qualche incluso bianco. Vetrina di uno
smorto giallo chiaro. Smalto bianco tendente al
porpora. Dec. in porpora-marrone cupo e verde
diluito (n. inv. 11640, Siviero l98l:55, 59, 61 n. l,
Fig. 5 che manca la parte frontale ora restaurata).
2. Boccale carenato con ansa appiccicata al punto
di attacco al corpo. Alt. 2l0mm. Dec. con fasce di
palmette su fondo a gratticcio (n. inv. 1163'7,
Siviero l98l:55, 6l n. 2).
3. Frr. di forme chiuse esoosti nella mostra del
174).
B. Impasto bianco sporco. Dec. in porpora
della testa e di parte di un'ala di uccello (?) (saggio
T, u.s. 156).
3. S. Salvatore (Panazza 1962)
Cocci numerati tenuti in gruppi numerati dallo
scavatore Ignazio Guarnieri. 9 frr. di boccali in tre
1981.
lmpastl.
DISCUSSIONE
A. Quasi duro, rosa con alcuni inclusi bianchi
e morbidi, piccoli e grossi. Spessore 8-9 mm.
Vetrina liscia e lucente di colore marrone scuro.
Smalto bianco sporco (15910 in gruppo 71").
B. Pit fine di A., forse di boccali piccoli. Rosa
Dai contesti delle chiese si d a conoscenza della
manifattura di smalto in Lombardia gid all'inizio
del
XII
secolo,
la prima manifestazione nell'occi-
dente cristiano. Ma si potrebbe trattare di un'appli-
337
\-, )
i
q^
""
i
l\
.-./--'v---\.^-
-
I
-)
obiefofr\a
!-.'r
t'
oMANTovA
\.,-^)
)
''J
I
\r'
i)
ir'r
i
a) \-_.r
Fis,4 Carta della Lombardia e del Canton Ticino, ,on i
nomi dei !uoghi citati nel testo ed i t'on/'ini delle prot'incie
(Disegno, Philip Hou'ard)
cazior'e precoce sui laterizi che non si ripetd sulla
ceramica per un secolo. I "bacini" di S. Lanfranco,
se appartenenti all'inizio del Duecento, costituiscono le prime maioliche arcaiche conosciute.
Anche se risalissero
al
1257, rimangono ancora tra
le prime. Dato che Pavia sembra cosi
essere
Fig.5 (a destra) Boccali del Museo del Castello S[or:es,u,
bi.s, 8 e largo Cairoli)e del Palazzo Ducale,
(l
Linea spessa : porpora, Punleggtaturo
1640).
Manlova
: verde, linea interrotta : limite in/eriore dello smalto
(Disegni, Hugo Blake)
il pio-
Milano (7,7
niere nella produzione di una classe ceramica destinata a essere tipica dell'ltalia centro-settentrionale
da almeno la fine del Duecento in poi
(Blake
1980a), pare strano che si sia rinvenuta nella cittd
solo una trentina di cocci di maiolica arcaica. Di
questi una metd proviene dalla Torre Civica, dalla
terra riportata nel Cinquecento probabilmente da
un ambiente vescovile. Nelle tre fasi precedenti
databili dal 1300 ca. in poi, d stato ritrovato solo un
frammento di attribuzione incerta (Ward-Perkins
1978:87 n. 2, Nepoti 1978:206, 212-13, Blake
1978:156, fie. 37.28). Dagli scavi nel Broletto in
corso di studio ci sono due o tre pezzi negli strati
formati tra la costruzione del Broletto nel ll98 e
del porticato nel 1539 (Blake 1984a - le cifre nell'appendice 6 non sono attendibili. Le 25 maioliche
nella fase III sono infatti solo l0 maioliche bianche
postmedievali). Altrove in Lombardia il quadro che
si presenta, d simile: pochi e piccoli cocci. Dei 187
frammenti recuperati a Milano solo uno d maiolica
arcaica (Fiacco e Perin 1984:149)- Negli scavi
recenti nella piazza del Duomo o mancano stratl
bassomedievali o non si usava ceramica invetriata
(Andrews 1983). Lo stesso dubbio d stato espresso
per I'uso di qualsiasi ceramica nel medioevo a
Breno. Nemmeno nella piir sicura sequenza stratigraftca di S. Giulia di Brescia si sono rinvenuti pit)
di tre frammenti di maiolica medievale. Solo a Piadena ne d stata trovata una discreta quantite.
A parte le rare forme aperte a Castelseprio e
338
I
5
0
15cm
Largo Cairoli
Fig.5
339
bazia di Morimondo alla fine del Duecento e
soprattutto data la loro scarsitir tra i reperti di
scavo. Questa scarsitd
i recenti scavi
-non
- dopo al
pud ancora essere attribuita
mancato ritrovamento di contesti bassomedievali. Invece essa
Brescia, i sei piu o meno interi vasi e i rimanenti 60
o piu cocci sembrano essere quasi tutti della stessa
forma di boccale tozzo con bocca trilobata, con
ansa a sezione ovale o circolare e con piede appena
svasato, come quelli rappresentati nell'affresco bergamasco della fine del Trecento. Solo la decorazione di un vaso milanese (n. 3) si discosta da quella
della tipica maiolica arcaica. A Pavia ci sono parti
di due beccucci tubolari. Il secondo vaso intero a
dovrebbe riflettere un costume diverso nell'uso della
ceramica sulle tavole di mensa. In Lombardia la
ceramica rivestita fu forse adoperata raramente nel
Duecento. Quando si diffuse la moda verso la fine
del Trecento, fu adottata una tradizione diversa di
quella della maiolica, ciod quella dell'ingubbiata,
graffita e dipinta in verde e giallo-marrone (Blake
in stampa). Si potrebbe rpotizzare una diffusione di
Mantova di forma metallica non sarebbe fuori
luogo a Faenza (cfr. Liverani 1960: tavv. l2a-c,
l8c). Le forme aperte in contrasto con altri prodotti
del tipo, non sono invetriate all'esterno e nei casi
castelsepresi hanno un piede ad anello. Quest'ultima caratteristica d comune solo alle maioliche
arcaiche tirreniche (Berti e Tongiorgi 1977:17-31,
Mannoni 1975:108, ll4). E possibile che uno dei
frammenti bresciani (n. 2a) non sia di origine italiana e non si puo escludere un'origine meridionale
per lhltro (n. 2b). Lo smalto turchese a Castelseprio
d anche insolito, ma ha un paragone con uno dei
"bacini" della facciata di S. Giacomo Maggiore di
Bologna databile al secondo quarto del Trecento
(Piconi Aprato 1967:44).
La quantitA esigua' e il fatto che un boccale
mantovano sembra importato fanno pensare che
tutti i ritrovamenti lombardi fossero prodotti
altrove. Questo potrebbe essere vero per quelli rinvenuti nelle province orientali che condividono il
colore chiaro degli impasti con Ia pii affermata
produzione emilio-romagnola (Nepoti e Casadio in
stampa) e con quella meno conosciuta veneta (p.e.
Hudson e La Rocca-Hudson 1982:43-6, Siviero
l98l:42 n. 70, Bertacchi et al. 1977:16-17, 32-3, 65,
Direzione 1980:26, 70-6). In contrasto gli impasti
nelle province occidentali della Lombardia hanno
un colore pir) cupo rosso mattone simili a quelli
delle ceramiche locali ingubbiate. Impasti di colore
rosso vivo caratlerizzano i prodotti tirrenici. Le
forme tarde liguro-pisane assomigliano ai pochi
esemplari lombardi interi che sono un po'diversi gli
uni dagli altri. Si sono giir fatti notare in antecedenza i paragoni nell'ambiente tirrenico per le
forme aperte: il piede ad anello e la decorazione a
S. Eustorgio di Milano. Si pu6 escludere il Piemonte poich6 vi si sono finora rinvenute troppo
poche maioliche arcaiche (Cortelazzo el al.
di mensa inizialmente limitata ai ceti
abbienti, poi alla cittd, seguita dalla campagna
padana e per ultimo dalle zone montane, dove forse
il costume non arrivd nemmeno durante il medioevo. Un indice di quest'ultimo d il versatore rappresentato sulla tayola dell'Ultima Cena (tardo-medievale?) di S. Pietro di Biasca nel canton Ticino che d
una specie di innaffiatoio di legno (Amerio et. al.
1967: fig.44). Esso non pud essere spiegato dall'arrctratezza tecnologica o da un'economia chiusa
dato il bicchiere di vetro nello stesso affresco e
I'ubicazione di Biasca al bivio delle valli che portano ai passi del S. Gottardo e del Lucomagno. Le
zone di manifattura potrebbero essere stabilite
attraverso delle analisi degli impasti (Mannoni el c/.
1983). Attraverso lo studio degli scavi stratigrafici
ora in corso, grazie alle iniziative dell'energetica
ceramica
Soprintendenza Archeologica della Lombardia (p.e.
Brogiolo e Jorio 1983), sarebbe possibile confermare, modificare o respingere le congetture qui
avatzate.
Ringraziamento
Ringrazio Carlo Bertelli, soprintendente per i
beni artistici e storici di Milano, per aver procurato
la Fig. I, e Sandro Gardini per avermi informato
dell'affresco bergamasco. Sono anche grato ai
seguenti per accesso al materiale da loro allora
custodito: Clelia Alberici (Castello Sforzesco,
Milano), Mariuccia Belloni Zecchinelli (Torre S.
Vitale, Como), Gian Pietro Brogiolo (Via Alberto
Mario di Brescia, Manerba e Piadena), Donatella
Caporusso (Piazza del Duomo, Milano), Lanfredo
Castelletti (S. Eufemia, Como), lgnazio Guarnieri
(S. Salvatore, Brescia), Peter Hudson (S. Giulia,
Brescia), Gianni Inzaghi (fiume Ticino, Pavia), Silvia Lusuardi Siena (Castelseprio), Gian Enrico
Macchi e Carlo Mastorgio (Castelseprio), Mario
Mirabella Roberti (S. Tecla, Milano), Gaetano
Panazza (S. Salvatore e Castello, Brescia), Elisabetta Roffia (Castelseprio), Anna Maria Tamassia
(Mantova). Sono debitore a Philip Howard del
Department of Classics and Archaeology, University of Lancaster, per la preparazione delle figure 4,
1982:257 -8).
Si possono trarre le seguenti conclusioni dai
pochi dati a disposizione. Nelle province occidentali
lombarde la maiolica fu prodotta dal Duecento in
poi. Le prove sono date dall'analisi del "bacino" di
S. Lanfranco di Pavia e dal colore distintivo degli
impasti. All'inizio i prodotti comprendevano forme
aperte con quello che sembra una caratteristica particolare: I'esterno nudo (ma forse non si riteneva
necessario invetriare i "bacini" commissionati). Certamente i boccali predominarono alla fine del Trecento. Questi forse continuarono a essere prodotti
nella prima metd del Quattrocento, probabilmente
5.
non oltre, se si ritiene che la misura piccola dei
frammenti indichi che provengono da strati rimaneggiati, anteriori al consumo pit cospicuo di ceramiche rivestite, associato solitamente al Rinascimento. Perd la quantitd prodotta fu sempre limitata
dato che si adoperano maioliche importate sull'ab-
340
CAPORUSSO
BIBLIOGRAFIA
AGUZZI F.. 1970. In decorazione ceramica dell'antica catdi Pavia, in "Atti del lll Convegno internazionale della
ceramica", Albisola, pp. 283-293.
AGUZZI F. e H. BLAKE, 1978, I "bocini" della focciata di
tedrale
ANDREWS D., 1981, Castello di Breno, 1981, London.
ANDREWS D.. 1983. Excavations on the new stalion site
in Piazza del Duomo, Milan, 1982-83, London.
ANDREWS D., e D. PERRING 1983, Milano: gli scavi in
Piozza del Duomo, in BROCIOLO e JORIO 1983, pp. 63-65.
BARONI C.. 1934. Ceramiche italione minori del Casrello
Gorizia.
FIACCO A., e A. PERIN, 1984, Secondo contributo all'archeologia post classica a Milano, in "Archeologia, uomo, territorio", 3, pp. 137-152.
FILIPPUCCI P., e A. PERIN,1983, Conrributo allhrcheologia medievale a Milano, in "Archeologia, uomo, territorio", 2,
pp. I I l-136.
HUDSON P., e C. LA ROCCA-HUDSON, 1982, Rocca di
Rivoii, Rivoli Veronese.
ISCC-NBS 1964, /SCC-NBS color name charts,
Washington (D. C.).
Sforzesco, Milano.
BARONI C., 1940, Maioliche di Milano, Milano.
1977 Ceramiche dal XIV al XIX
secolo dagli scavi archeologici di Aquileio, Aquileia.
BERTI G., e L. TONGIORGI, 1977, Ceramica pisana:
BERIACCHI L,, er al.,
secoli XIILXV, Pisa.
LANE A., 1971, tater Islamit pottery, 2a ed-, London.
la
Liguria, in "Atti V Convegno internazionale della ceramica",
Albisola, pp. 55-105.
BLAKE H., 1978, Ceramiche romane e medievoli e pietra
ollare dagli scavi nellq Torre Civica di Pavia, in "Archeologia
LIVER.ANI G.. 1960. Un recente ritrovamento di ceramiche
a Faenza, in "Faenza", 46, pp. 3l-51.
MANNONI T.. 1975. I-a ceramita medievale a Genova e
trecentesche
nella Liguria, in "Studi Genuensi", 7 (1968-69)
MANNONI T., et. al., 1983, Ricerche archeometriche sulle
Medievale", 5, pp. I4l-170.
ceramiche mediterranee, in "Faenza", 69, pp. 363-366.
MATALON S., 1963, Affreschi lombardi del Trecento,
Milano.
MIRABELLA ROBERTI M. 1963, La cattedrale antica di
BLAKE H., 1980a, The archaic maiolica of norlh-rcnlral
Italy, in "Faenza", 66, pp, 9l-152.
BLAKE H., 1980b, The "bacini" of north ltal.y,in tn Ciramique midiivale en Miditerranie occidentale, pp.93-lll, Paris.
BLAKE H., 1981, La ceramica, relazione letta all"'lncontro
sul tema: archeologia medievale in Lombardia" a Botticino-S.
il suo battistero. in "Arte Lombarda", 8, pp. 77-98.
MORAZZINI G., 1948, Iz maioliche di Milano, Milano.
Milano e
MUNSELL : 1975, Munsell soil color rftarts, Baltimore.
NEPOTI S., 1978, Iz ceramiche postmedievali rinvenute
negli scavi nella Torre Civica di Pavia, in "Archeologia Medie-
Gallo (BS), febbraio 1981.
BLAKE H., 1984a, Pavia, in "Lancaster in ltaly, 1983", pp.
t4-t7.
BLAKE H., 1984b I-a ceramica meridionale nel nord ltalia,
in I-a ceromica'medievale di San Lorenzo Maggiore in Napoli (a
cura di M. V. FONTANA e G. VENTRONE VASSALLO),
Napoli pp. 527-548.
BLAKE H., in stampa, The medieval incised slipped pottery
ol norlh-west ltaly, in "III Congresso internazionale sulla cera-
I
in
PETTENATI e R. BORDONE), pp. 139-271, Torino.
DERVIEU, 1909, La poterie au Moven Age, in "Bulletin
Monumental", 13, pp. 40-19.
DIREZIONE PROVINCIALE DEI MUSEI DI GORIZIA,
1980, Ceramiche medievali e rinascimenlali nell'lsontino,
"Atti XI Convegno internazionale della
ceramica", Albisola, pp. ll-27.
AMERIO R., et. ol., 1967, San Pietro di Biasca, Biasca.
S. lanfranco a Pavia, in
BLAKE H., 1972, La ceramica medievale spagnola e
D., 1983, Milano: stayi archeologiti
otcasione della coslruzione della Lineu 3 della Metropolitona,in
BROGIOLO e JORIO 1983, pp. 6l-62
CORTELAZZO M., et. al., 1982, I^a ceramico di scavo in
Palazzo Madama, in Torino nel basso medioevo (a cura di S
vale",5, pp. l7l-218.
NEPOTI S., 1984, Ceramiche dei secoli XIV-XVI rinvenute
Archeologia urbana in Lombardia. Como (L.
a Como, in
CASTELLETTI et. al.), pp. ll9-126, Como.
NEPOTI S., e R. CASADIO, in stampa, In maiolica
in "llI Congresso internazionale sulla
ceramica medievale nel Mediterraneo occidentale".
PANAZZA G., 1962, Gli scavi, I'architettura e gli affresrhi
della chiesa di S. Salvatore in Brescia, in "Atti dell'ottavo congresso di studi sull'arte nell'alto medioevo (1959)", 2, Milano.
PASSERINI L., 1981, Bacini archirertonici a Milano, in
arcoica nella valle padana,
mica medievale nel Mediterraneo occidentale".
BROGIOLO G. P., 1973, Lo prima fase dello scavo sullo
Rocca di Manerba (BS) in "Bdnacus", I, pp. 7-26.
BROGIOLO G. P., 1981, Schede 1980-1981: Brescia, S.
Giulia, in "Archeologia Medievale", 8, p. 571.
BROGIOLO G. P., 1983, Nuovi scavi nellbrea del complesso di S. Giulia,in Seminario internazionale sulla decorazione
pittorica di S. Salvatore di Brescia (a cura di F. MUTHERICH e
A. PERONI), pp. 49-53, Pavia.
BROGIOLO G. P., e S. JORIO, 1983, Noriziario 1982 della
Soprintendenza Archeologia della Lombardia, Milano.
BROGIOLO G. P., e S. LUSUARDI SIENA, 1980, Nuove
indogini archeologiche a Caslelseprio, in "Atti del VI congresso
internazionale di studi sull'alto medioevo", pp. 475499.
BUERGER J., 1979, The medievol glazed pottery, in Diocletian's Palace, Report on joinl excavotions (a cura di S.
McNALLY et. al.), 3, pp. 5-123, Split.
"Faenza", 67, pp. 55-63.
PERONI A., 196'1, Il San Michele di Pavia, Pav\a.
PICONI APRATO G.. 1967. L'architerrura della chiesa di
S. Giacomo, in Il tempio di San Giacomo Maggiore in Bologna
(a cura di C. VOLPE), pp. 37-72, Bologna.
SIVIERO C.. 1981. Ceramiche nel Polozzo Ducale di Manlova, Mantova.
VAN DE PUT A., 1938, The Valencian sryles of HispanoMoresque pottery, New York.
WALLIS H., 1901, The ort of the precursors, London.
WARD-PERKINS B., 1978, Scavi nella torre civica di
in "Archeologia Medievale", 5, pp. 77-92.
Pavia,
I
I
341