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Acri crociata e intellettuale

Schede coltà di Scienze a Pisa, oltre a una panoramica dei corsi di insegnamento in Fisica all’epoca di Puccianti. Ciascun capitolo è corredato dalla relativa bibliografia; a completamento del volume viene inserito l’indice dei nomi. Jonathan Rubin, Learning in a Crusader City. Intellectual Activity and Intercultural Exchanges in Acre, 1191-1291, Cambridge, Cambridge University Press, 2018, X, 224 pp. (Michael Segre) Acri, nota anche come San Giovanni d’Acri, o col nome ebraico attuale, Akko, è oggi una cittadina portuale nel nord d’Israele con una popolazione mista di arabi ed ebrei; conta circa cinquantamila abitanti. Tra il 1191 e il 1291 è stata la capitale del regno crociato, dopo che nel 1187 Saladino si era impossessato di Gerusalemme senza spargimento di sangue. Pure Acri era stata conquistata dai musulmani, ma nel 1191 venne riconquistata da Riccardo I d’Inghilterra, per diventare capitale di un «Regno di Gerusalemme» ridimensionato. La conquista dei mamelucchi nel 1291 mise fine al regno crociato in Terra Santa. Che tipo di cultura si è formata nella capitale di un regno trapiantato in Oriente con una popolazione multietnica e multireligiosa? Una capitale necessita inevitabilmente di esperti di un certo livello culturale onde affrontare le sfide amministrative, che in questo caso sono complesse e fonte sia di tensioni sia di opportunità. Da un lato vi è lo scambio con l’Europa e dall’altro una realtà locale variegata. Rubin affronta la questione metodicamente e accuratamente, tenendo conto di tutte le fonti disponibili, riassunte in appendice. Il libro inizia offrendo un quadro generale delle etnie e delle culture che s’incrociano ad Acri nel XIII secolo dando vita a una società eterogenea relativamente tollerante, dunque un ottimo ambiente per gli scambi culturali. Basilare è l’attività culturale dei notabili franchi, sia laici (i nobili) sia religiosi (i vari ordini, compresi quelli militari). Risalta, tuttavia, l’esigua documentazione su scuole d’alto livello, proprio mentre in Europa si fondano le prime università e nel mondo islamico sono attive le madrasa – anche se delle attività didattiche dovevano svolgersi nei vari conventi. Solo nei circoli ebraici fioriscono, per tradizione, scuole talmudiche e addirittura cabaliste, grazie all’incrociarsi di ebrei di varie provenienze. Il più famoso è Moshe ben Nahman Girondi, noto come Nahmanide (1194-1269), rabbino, filosofo e medico catalano originario di Girona e trasferitosi in vecchiaia ad Acri. L’attività culturale portata alla luce da questo volume sembra essere stata più che altro il corollario alle necessità locali, con ricadute sulla cultura occidentale e orientale. Così i religiosi cattolici diventano sempre più ferrati nella lingua araba e in altre lingue orientali creando un ponte interculturale tra Oriente e Occidente e contribuendo alla cultura europea. Non solo: il contatto tra varie lingue vernacolari europee parlate sul posto porta allo sviluppo dello studio del volgare, in particolare del francese. Un altro sviluppo culturale scaturisce dal tentativo di far convergere e sintetizzare varie tradizioni giuridiche europee. Un tema centrale, per esempio, è quello dello status legale singolare degli ordini militari, diventati possessori di feudi locali. In questo ambito risaltano le summae in diritto canonico sulla giurisdizione ecclesiastica composte da Giovanni D’Ancona (John of Ancona) – un giurista relativamente sconosciuto, studiato a fondo da Rubin. Vi è poi il contatto diretto tra i latini e i cristiani orientali e quello con i musulmani: dalle fonti disponibili, tuttavia, non è facile determinare fino a che punto gli studiosi cristiani abbiano approfittato delle condizioni particolari di Acri per conoscere meglio l’Islam. Un libro chiaro, ben scritto e dettagliato; particolarmente utili sono i riassunti alla fine di ogni capitolo. Contribuisce con un tassello interessante alla storia della cultura medievale e alla storia della Terra Santa. 236 04_schede.indd 236 18/10/19 13:59