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•01 Garuti 11-02-2004 19:43 Pagina 5 Dissertationes •01 Garuti 11-02-2004 19:43 Pagina 7 ANGELICUM 81 (2004) 7-27 7 Melchisedek, figura chiave nelle dispute sulla legittimità del sacerdozio gerosolimitano ai tempi di Gesù: la Bibbia, Qumran, gli apocrifi PAOLO GARUTI, O.P. Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino, Roma École Biblique et Archéologique Française de Jérusalem Dalla scoperta, nella grotta 11 di Qumran,1 di un manoscritto chiamato poi Rotolo di Melchisedek (11QMelch = 11Q13), appartenente al genere letterario del pesher tematico,2 e di altri frammenti in cui si ipotizza la presenza del sacerdote-re di Salem, si sono sviluppati numerosi e ponderosi studi,3 poiché la misteriosa figura appare in due opere dell’Antico Testamento (Gn 14 e Sal 110) ed in una del Nuovo (la Lettera agli Ebrei)4 sempre, però, con tratti a tal punto evanescenti da giustificare i tentativi fatti per verificare se l’apporto qumranico potesse illuminare i riferimenti scritturistici. A mezzo secolo di distanza dalle scoperte, è ormai possibile inserire le informazioni derivanti dai manoscritti decifrati nell’ambito della produzione già precedentemente conosciuta e, con l’insieme dei testi, ricostruire un quadro storico-letterario. 1 In parte, riprendo un mio intervento al convegno “Qumran. La più grande avventura biblica del XX° secolo presentata dai suoi protagonisti”, organizzato dalla Ass. “Cultura e Vita” presso l’Università di Modena e Reggio Emilia (Modena 26-30 settembre 2001). Dedico queste pagine a Elena Vezzalini Leoni. 2 Trattazione di un tema, sviluppata collazionando diversi testi biblici, cf. M.P. HORGAN, Pesharim: Qumran Interpretation of Biblical Books, Washington (C.B.A.) 1979. 3 In ambito italiano ricordiamo i più significativi: N. CASALINI, “Una «Vorlage» extrabiblica in Ebr 7,1-3?”, Liber Annuus 34 (1984) pp. 109-148; ID., “Ebr. 7,1-10: Melchisedek prototipo di Cristo”, ibid. pp. 149-180; C. GIANOTTO, Melchisedek e la sua tipologia. Tradizioni giudaiche, cristiane e gnostiche (sec. II a.C. – sec. III d.C.), Brescia (Paideia) 1984; P. DEL VERME, “La «prima decima» giudaica nella pericope di Ebrei 7,1-10”, Henoch 8 (1986) pp. 339-363, ora anche in ID., Giudaismo e Nuovo Testamento. Il caso delle decime (Studi sul Giudaismo e Cristianesimo antico 1), Napoli (D’Auria) 1989; F. MANZI, Melchisedek e l’angelologia nell’Epistola agli Ebrei e a Qumran, Roma (P.I.B.) 1997 (cf. la mia recensione, Revue Biblique 105 (1998) pp. 606-607. Le conclusioni del libro sono presentate dallo stesso autore nella sintesi F. MANZI, “Una recente ricerca su Melchisedek e l’angelologia nell’Epistola agli Ebrei e a Qumrân”, Archivio Teologico Torinese 8 (2002) pp. 301-324). Cf. anche ID., “La figura di Melchisedek: saggio di bibliografia aggiornata”, Ephemerides Liturgicæ 109 (1995) pp. 331-349. 4 Ho avuto modo di esprimere alcune opinioni circa la figura di Melchisedek nella Lettera agli Ebrei in P. GARUTI, “Ebrei 7,1-28: un problema giuridico”, Divus Thomas n.s. 8 (1994) pp. 9-105, e ID., “Melchisedek nei testi di Qumran e nella Lettera agli Ebrei”, in Atti e Memorie della Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti – Modena (Serie VII, vol. XIII, 1995 – 1996), Modena 1997, pp. 295-317. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 Pagina 8 8 PAOLO GARUTI, O.P. Questo studio si propone una rilettura in chiave dinastica dei testi.5 La legittimità di tale ricerca si fonda, evidentemente, sulla convinzione che in fatto e di regalità e di sacerdozio, nella cultura del Mediterraneo orientale antico, l’appartenenza a una dinastia esprimeva di per sé la chiamata divina. a) Una riscrittura di Gn 14 (1QapGen XXII, 12-17) 1QapGen XXII,12-17 è il testo più prossimo alla narrazione biblica dell’incontro fra Melchisedek ed Abramo, una riscrittura, che potremmo definire targumica, di Gn 14,17-20.6 L’intero frammento presenta una parafrasi aramaica di Gn 6 – 15, databile intorno alla fine del I sec. a.C. e sopravvissuta in ventidue colonne.7 La pericope che ci interessa si trova verso la fine del testo superstite: 1QapGen XXII,12-17 (FGM 393-394) 12 (...) Il re di Sodoma udì che Abramo aveva fatto tornare tutti i prigionieri 13 e tutto il bottino, e uscì ad incontrarlo. Venne a Salem, che è Gerusalemme. Abramo era accampato nella valle di 14 Saveh, che è la Valle del Re, la valle di Beth ha-Kerem. Melchisedek, re di Salem, tirò fuori 15 cibo e bevande per Abramo e per tutti gli uomini che erano con lui. Egli era sacerdote del Dio Altissimo. Benedisse 16 Abramo e disse: “Benedetto sia Abramo per il Dio Altissimo, Signore del cielo e della terra; e benedetto sia il Dio Altissimo, 17 che ha dato i tuoi nemici in tua mano”. 5 Alle problematiche storiche legate ai periodi che abitualmente si definiscono postesilico ed intertestamentario ed alle questioni di indole dinastica, il lettore di lingua italiana può essere introdotto da G. GARBINI, Il ritorno dall’esilio babilonese (Studi biblici 129), Brescia (Paideia) 2001 ed ID., Storia e ideologia nell’Israele antico (Biblioteca di storia e storiografia dei tempi biblici), Brescia (Paideia) 1986. 6 Non è semplice identificare il genere letterario dell’Apocrifo della Genesi, nel suo insieme: cf. F. MANZI, Melchisedek e l’angelologia, cit., pp. 97.155-159; più evidente è l’andamento targumico della pericope di cui ci occupiamo. 7 Per la traduzione dei testi ritrovati a Qumran, la loro datazione paleografica e le bibliografie specifiche, mi rifaccio a F. GARCÍA MARTÍNEZ, Testi di Qumran. Edizione italiana a cura di C. Martone (Biblica 4), Brescia (Paideia) 1996, riservandomi di segnalare eventuali discordanze dall’edizione ufficiale. Per i brani qumranici commentati, richiamo con la sigla FGM, fra parentesi accanto all’indicazione ufficiale, le pagine di quest’edizione. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 MELCHISEDEK, Pagina 9 FIGURA CHIAVE NELLE DISPUTE SULLA LEGITTIMITÀ DEL SACERDOZIO... 9 Ed egli gli diede la decima di tutti i beni del re di Elam e dei suoi alleati.8 Un confronto col testo biblico corrente9 non rivela diversità notevoli, ma solo qualche minimo slittamento che, tuttavia, vale la pena di rilevare. Gn 14,17-20 riporta l’incontro fra Melchisedek e Abram (non ancora Abramo) in quattro scarni versetti: Gn 14,17-20 17 Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sodoma gli uscì incontro nella Valle di Save, cioè la Valle del re. 18 Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio Altissimo 19 e benedisse Abram con queste parole: “Sia benedetto Abram dal Dio Altissimo, creatore del cielo e della terra, 20 e benedetto sia il Dio Altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici”. E gli diede la decima di tutto. Il tratto più saliente è l’identificazione sicura delle località: Salem diviene Gerusalemme e la valle di Save, la valle dei Re, è collocata in Beth ha-Kerem (sobborgo a NW della città). A differenza del TM, Melchisedek offre “cibo e bevande” (ht`mw lkam), piuttosto che “pane e vino” (wyyw !jl) e lo fa “per Abramo e per tutti gli uomini che erano con lui” (hm[ yd a`na lwblw !rbal). Apparentemente innocenti, queste due varianti possono avere finalità opposte: a) fare di Melchisedek un sacerdote secondo l’ideale esseno, b) banalizzare la sua azione. Nell’ipotesi che i testo veicoli l’ideologia essena e non sia un racconto sem- 8 Correggo in alcuni dettagli FGM sulla base della ricostituzione del testo data da F. MANZI, Melchisedek e l’angelologia, cit., 284 (con riferimenti bibliografici relativi alla ricostruzione). 9 Col termine biblico corrente indico quello riportato dalle Bibbie in volgare, la cui traduzione è, di solito, condotta sulla base del testo Masoretico (TM) con apparato critico come riportato dalla Biblia Hebraica Stuttgartensia, Stuttgart (Deutsche Bibelgesellschaft) 21983 (BHS), per l’ebraico, e, per il greco del Nuovo Testamento, dal Novum Testamentum Græce, Suttgart (Deutsche Bibelgesellschaft) 271993. Il testo italiano riportato è, salva indicazione di variante, quello pubblicato sotto l’autorità della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Queste precisazioni si rendono indispensabili da che, anche grazie alle scoperte fatte a Qumran, ci si è resi conto di quanto tardivo sia il concetto di testo canonico (categoria teologica: regola della fede), rispetto all’epoca che c’interessa (II sec. a.C. – I sec. d.C.), in cui, e non solo per l’incertezza della tradizione manoscritta, circolavano differenti edizioni degli stessi libri biblici, tanto da rendere, talvolta, molto nebulose le definizioni stesse di targum (traduzione aramaica interpretante) o midrash (parafrasi commentata), rispetto ad un testo “ufficiale” che ne avrebbe costituito il modello. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 Pagina 10 10 PAOLO GARUTI, O.P. plicemente non-incompatibile con essa,10 l’espressione “pane e vino” unita alla “benedizione” poteva richiamare l’azione sacerdotale propria del pasto comune, riportata nella Regola della Comunità (1QS VI,4-5) “(...) E quando prepareranno la mensa per mangiare, e il mosto per bere, il sacerdote stenderà per primo la mano per benedire le primizie del pane e del mosto”.11 Il termine “mosto” in 1QS traduce tirosh e va forse messo in parallelo con l’espressione “le primizie del pane”: non si tratta di un pasto che si consuma solo all’epoca della pigiatura, ma di un nome che il vino, lievemente fermentato, mantiene tutto l’anno.12 Se si propende per l’opzione a), il testo di 1QapGen vorrebbe eliminare l’imbarazzante termine vino (wyy) esplicitamente condannato dal Patto di Damasco (cf. CD 8,9), se si appoggia piuttosto l’interpretazione b), si farà notare che parla di “qualcosa da mangiare”, senza citare il “pane”. Potrebbe andare in quest’ultimo senso anche l’aggiunta “tutti gli uomini che erano con lui”, poichè distanzia, sul piano uditivo, l’azione dalla motivazione ed il nome Melchisedek dal titolo sacerdotale inserendo fra i due il nome d’Abramo, assente dal TM. In modo speculare, tuttavia, si potrebbe supporre che l’azione del resacerdote riceva nel testo qumranico una valenza comunitaria. Per quanto risulti complesso decidere per una delle due posizioni,13 non sfuggirà al lettore la posta in gioco: l’identificazione di Salem con Gerusalemme14 e la qualifica sacerdotale di Melchisedek fa entrare in rotta di collisione un personaggio non appartenente alla stirpe levitica (posteriore nel tempo) ed alle dinastie sommosacerdotali col sacerdozio del Tempio e con quello, alternativo, idealizzato a Qumran. Al termine del suo racconto, 1QapGen esplicita un tratto non secondario: è Abramo, per la logica del racconto che ne fa colui che spogliò il re dell’Elam, che offre la decima. Per il TM, invece, secondo buona grammatica, chi “diede la decima di tutto” (lkm r`[m wlA@tyw) fu Melchisedek, soggetto espresso della frase precedente, come segno di sudditanza dopo le vittorie di Abramo sui re delle altre città-stato. In questo senso va anche la Lettera agli Ebrei, indicando una dichiarazione implicita di sudditanza da parte di Abramo (trasmessa poi al pronipote Levi) nei confronti del re-sacerdote. L’attribuire un diritto 10 Il fatto che, da 1QapGen XXI,23, il racconto passi dalla prima persona singolare (Abramo) alla terza fa supporre che ci troviamo di fronte ad un testo composito, formatosi a partire da diverse fonti letterarie. 11 Cf. 1QSa II,17-19 = 1Q28a (FGM 237). 12 Sul fatto che gli esseni potessero differenziarsi al loro interno quanto al rapporto con le bevande fermentate, cf. É. NODET – J. TAYLOR, Le origini del cristianesimo, Casale Monferrato (Piemme) 2000, pp. 139-141. 13 Si veda uno status quæstionis in F. MANZI, Melchisedek e l’angelologia, cit., 98-101. 14 Assente dalla versione greca Septuaginta (S), ma costante nei Targumin. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 MELCHISEDEK, Pagina 11 FIGURA CHIAVE NELLE DISPUTE SULLA LEGITTIMITÀ DEL SACERDOZIO... 11 alla riscossione della decima, oltre che stabilire una gerarchia fra i personaggi, poteva comportare, all’epoca dei nostri testi, comprensibili conseguenze sul piano pratico. b) Un testo (forse) conosciuto a Qumran (Giubilei 13,24-28) Il Libro dei Giubilei è presente a Qumran in numerosi manoscritti,15 ma non è stato ritrovato alcun frammento di Giub. 13,24-28, in cui la storia di Gn 14,17-20 è parafrasata così da nascondere persino il nome del re di Salem.16 Possiamo, tuttavia, ipotizzare con un certo margine di sicurezza che l’intera opera fosse d’ispirazione essena e presente a Qumran.17 Giub. 13,24-28 24 E giunse uno che era riuscito a mettersi in salvo, e raccontò ad Abramo che il figlio di suo fratello era stato fatto prigioniero. All’udire ciò, Abramo armò i suoi servi ed inseguì i re, riportando indietro tutto quanto essi avevano preso da Sodoma. 25 E un servo della sua casa offrì come espiazione al Signore la decima parte delle primizie a favore di Abramo e della sua discendenza. E il Signore stabilì come legge eterna che la pagassero ai sacerdoti che servivano davanti a lui, che essi la ricevessero per sempre. 26 E per questa legge non c’è limite di giorni, poiché egli ha stabilito per le generazioni in eterno che si dia al Signore la decima di tutto, della semente, del vino, dell’olio, dei buoi e delle pecore. 27 Ed egli diede da mangiare e da bere ai suoi sacerdoti al suo cospetto, con gioia. In questa versione della storia, l’abbassamento di Melchisedek a semplice servo della casa di Abramo, il fatto che offra la “decima parte delle primizie” come espiazione in favore di Abramo a Dio, non ad Abramo, e che questo costituisca una “legge eterna”, ben svela l’ideologia della pericope: l’autore sotto- 15 Si tratta di nove frammenti, fra i quali il più consistente e meglio conservato (4QJuba = 4Q216) è stato già in antico restaurato con la ricopiatura del foglio esterno, evidentemente rovinatosi. Ciò testimonia del rispetto che si portava all’opera. Cf. FGM 395-405. 16 Per la storia della trasmissione del Libro dei Giubilei, cf. P. SACCHI (a cura di), Apocrifi dell’Antico Testamento, volume secondo, Torino (UTET) 31993, pp. 91-93. 17 Opera ispirata da un essenismo inteso in “senso molto lato” è la prudente definizione adottata da C. GIANOTTO, Melchisedek e la sua tipologia, cit., p. 58 nota 37. Sostiene che Giubilei abbia ispirato l’Apocrifo della Genesi, G. GARBINI, “L’‘Apocrifo della Genesi’ nella letteratura giudaica”, in Annali Istituto Universitario Orientale, n.s. 37 (1977) pp. 1-18. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 Pagina 12 12 PAOLO GARUTI, O.P. mette al patriarca dei “sacerdoti” non nominati, ma fa compiere l’espiazione ad un suo servo. Il gesto d’Abramo, che offre la “decima di tutto”, è interpretato come fondante una legge “in eterno”; l’offerta di “pane e vino” è attribuita, forse, allo stesso patriarca come organizzazione di un banchetto per i sacerdoti.18 Poiché “sacerdote del Dio Altissimo” (di ’El ‘Eliôn, Gn 14,18: @wyl[ lal @hk) era titolo proprio dei re-sacerdoti appartenenti alla dinastia asmonea,19 si comprende come gli esseni potessero cercare di ricondurre l’imbarazzante testo di Gn 14,17-20 nell’alveo della tradizione aronita.20 c) Il Sal 109,4 (SSal 110,4) e la tecnica della citazione attributiva Il richiamo ad una “legge eterna” non è casuale, poiché il concetto d’eternità si ritrova nell’altro passaggio vetero-testamentario in cui appare Melchisedek. Sal 110,4 4 JHWH ha giurato e non si pentirà: tu sei sacerdote per l’eternità (!lw[l, SSal 110,4: e„j tÕn a„îna), secondo l’ordine (ytrbd l[: kat0 t@n t£xin) di Melchisedek. Alcuni elementi fanno propendere per una datazione tardiva del salmo:21 a) In questo poemetto messianico è necessario distinguere fra la composizione e le frasi oracolari in esso inserite e precedute da formule di citazione (Sal 110,1: “Oracolo di JHWH al mio signore: siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi” e il nostro versetto 110,4). La seconda frase citata, in particolare, poiché è preceduta dalla formula “JHWH ha giurato e non si pentirà” fa pensare ad una nuova attribuzione dell’oracolo, dopo 18 Non è chiaro a chi siano da riferirsi i possesivi “suoi” e “suo”. Poiché Giubilei (datato al II sec. a.C.) ci è giunto completo solo in traduzione ge’ez, non è possibile spingere troppo in là i parallelismi lessicali, tuttavia, un contatto col testo dell’apocrifo della Genesi si può intravvedere nella frase “diede da mangiare e da bere” di Giub. 13,28, che riprende il “cibo e bevanda” di 1QapGen 22,15, termini formati dalle radici di mangiare (lka) e bere (ht`). 19 La dinastia (152 – 63 a.C.), sorta dalla rivolta dei Maccabei contro i Seleucidi, aveva origini levitiche e (a far data da Aristobulo, 104 a.C.) aggiunse al sommo sacerdozio il titolo regale. 20 Così P. Sacchi nella nota storica in calce a questo passaggio dei Giubilei (Apocrifi, cit, 186187). Il testo amarico reca: “Abramo, dopo aver abbellito i propri servi stabilì, per sé e per i suoi figli, che dessero al Signore la decima delle primizie. Ed il Signore stabilì la legge eterna che cioè le dessero, perché essi le prendano sempre, ai sacerdoti che servono innanzi a lui”. 21 Per una scorsa sulle varie datazioni attribuite al poema, cf. G. RAVASI, Il libro dei salmi. Commento e attualizzazione, volume terzo, Bologna (EDB) 1984, pp. 264-266. Dopo aver rilevato che “per la collocazione esatta del Sal 110 si è fatto passare l’intero arco della letteratura biblica” (p. 264), l’autore lo data al periodo della monarchia pre-esilica. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 MELCHISEDEK, Pagina 13 FIGURA CHIAVE NELLE DISPUTE SULLA LEGITTIMITÀ DEL SACERDOZIO... 13 un “pentimento” divino a proposito di un sovrano, ad immagine di quello ricordato in 1Sam 15,29, ove Dio “si pente” d’aver scelto Saul e trasferisce il regno a David. b) L’acrostico che compone, con le lettere iniziali dei versetti 1b-7, la frase Simone (è) terribile (!ya @[m`). Due sommi sacerdoti oniadi portarono questo nome (Simone I padre di Onia II e Simeone II figlio di quest’ultimo, che tenne il pontificato negli anni 220-195 a.C. ca ed è celebrato nel Sir 50,1-21), ma non furono sacerdoti-re come Melchisedek e come impone la logica del salmo. Simeone Maccabeo (143-134 a.C.), invece, anche se non assunse propriamente il titolo di re, fu colui che assicurò alla sua famiglia il sommo sacerdozio, sino allora garantito solo dall’autorità seleucide, e, il diciotto di Elul dell’anno seleucide 172 (settembre 140 a.C.), fu proclamato sommo sacerdote, comandante militare e capo della nazione (¢rciereÚj, strathgÒj ed ™qn£rchj: 1Mac 14,41).22 Quest’attribuzione è, secondo il decreto “dei sacerdoti e del popolo, dei capi della nazione e degli anziani della regione” (1Mac 14,28), “per sempre” (e„j tÕn a„îna, ovvero: trasmissibile ai discendenti).23 Il tono guerresco del salmo, soprattutto nella finale, si spiega meglio se descrive questo Simone “terribile”, piuttosto che i due oniadi i quali furono, è vero, coinvolti nelle lotte fra Lagidi e Seleucidi per il controllo della Palestina, ma non vi presero parte attiva. Sulla base di queste osservazioni, possiamo pensare che le frasi citate fossero slogans della dinastia oniade, forse d’origine egiziana,24 riapplicati ad un 22 La titolatura ufficiale di Simone Maccabeo giustificherebbe l’assenza del titolo propriamente regale (^lm) nel salmo, rilevata da R. TOURNAY, “Le Psaume CX”, Revue Biblique 67 (1960) pp. 5-41, che data il salmo ai prodromi della rivolta maccabaica nel II sec. a.C., ben evidenziando che il linguaggio arcaicizzante è fenomeno di letteratura colta. 23 E. SCHÜRER, Storia de popolo giudaico al tempo di Gesù Cristo, volume primo, Brescia (Paideia) 1985, pp. 255-256: “Così fu fondata una nuova dinastia di sommi sacerdoti e principi, quella degli Asmonei”. Sembra evocare l’assemblea di 1Mac 14 anche la traduzione che di Sal 110,3a propone Ravasi (Il libro dei salmi, cit., pp. 267-270): “Il tuo popolo si impegna volontariamente nel giorno della tua parata militare, negli splendori della santità”. Anche il meno tormentato versetto 2: “lo scettro del tuo potere stende JHWH da Sion”, fa pensare alla riconquista dell’Acra, da cui Simone Maccabeo cacciò gli stranieri (1Mac 14,36-37). 24 All’ambito egiziano, anche se non in maniera esclusiva (cf. G. RAVASI, Il libro dei salmi, cit., pp. 275-276, che cita PINDARO fr. 112 e CALLIMACO Inno ad Apollo), possono farsi risalire le immagini di Sal 110,1 “siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi”. Dal canto suo, M. GOURGUES, À la droite de Dieu, Paris (Gabalda) 1978, pp. 4142, si chiede come intendere l’espressione nel salmo, poiché esso contiene unica (cf. però l’espressione meno chiara di Sal 80,18: “sia la tua mano sull’uomo della tua destra”) descrizione di un’incoronazione che coinvolga la destra, e risponde: “Certains facteurs favorisent l’hypothèse d’une influence égyptienne: l’Abondance des témoignages et l’étroitesse des affinités concernant la session à la droite; le fait que le modèle monarchique égyptien était pratiquement le seul accessible à Israël au moment où il instaura chez lui ce régime” (p. 42). Molte delle difficoltà che tale dichiarazione di dipendenza culturale incontra si dissolvono se si abbassa al periodo oniade la creazione delle frasi citate e, per conseguenza, •01 Garuti 11-02-2004 14 19:43 Pagina 14 PAOLO GARUTI, O.P. nuovo sacerdote-principe, d’altra dinastia.25 In tal quadro, se Melchisedek poteva essere invocato dagli oniadi come esempio di sacerdote straniero o, comunque, non discendente da Aronne,26 il salmo opera una riappropriazione dell’oracolo alla dinastia asmonea, levita ma non sadokita.27 Ciò permette di inserire la polemica anti-melchisedekiana dei Giubilei nella reazione alla pretesa asmonea al sommo sacerdozio, ma anche di comprendere perché il brano citato sopra parli di “sacerdoti” contemporanei di Abramo, e non suoi discendenti, in quanto figli di Levi. Così come assume nuova luce la frase: “per questa legge non c’è limite di giorni, poiché egli ha stabilito per le generazioni in eterno che si dia al Signore la decima di tutto”. Come vedremo, il meccanismo su cui si basa la dimostrazione di Eb 7,128 è simile. Melchisedek è, secondo Gn 14,17-20: a) contemporaneo di Abramo e dunque pre-levita e pre-aronita; b) non ha dinastia “controllabile”, trascritta nella Bibbia. A questo secondo “inconveniente” cerca di rispondere il Targum Pseudo-Jonathan che così parafrasa Gn 14,18, basandosi su un etimo possibile del nome Melchisedek28 e su un possibile calcolo genealogico:29 “E il re giusto, cioè Sem, figlio di Noè, re di Gerusalemme ...”. L’identificazione diviene tradizionale, sino a riaffiorare nel Talmud Babilonese (Ned. 32b) e in Leviti- al periodo asmoneo la composizione del salmo. Lo stupefacente tradizionalismo (soprattutto nella simbologia del potere) dell’iconografia e della pubblicistica in Egitto può ben coprire lo iato cronologico fra la grande monarchia faraonica e i tempi dell’annessione all’Impero Romano, attraversando il periodo di cui ci stiamo occupando. 25 Sulla tecnica dell’attribuzione di titolature tradizionali ad un nuovo soggetto, cf. P. GARU“Il primogenito, immagine del Dio invisibile. Qualche spunto di cristologia da Col 1,1520 ed Ef 2,14-18”, Divus Thomas n.s 1/2001, pp. 119-137, specialmente pp. 136-137. TI, 26 Il citato encomio dell’oniade Simeone II che leggiamo in Sir 50,1-21, a più riprese mostra i “figli di Aronne” come distinti dal sommo sacerdote ed in posizione subalterna. Una trattazione delle distinzioni, piuttosto fluide, fra queste categorie di sacerdoti, molto attenta all’apporto qumranico, si legge in E. SCHÜRER, Storia del popolo giudaico al tempo di Gesù Cristo, volume secondo, Brescia (Paideia) 1987, pp. 311-315. La lunga nota 56 alle pp. 313-314 inizia affermando, giustamente: “L’ascendenza aronitica dei sacerdoti non è altro che un postulato dogmatico, da cui nulla si può inferire circa la situazione effettiva durante il periodo post-esilico”. 27 Anche Eb 7 insisterà sula fatto che Melchisedek è re di titolo, ma sacerdote anche senza genealogia levitica. 28 qdxAyklm (cf. il fenicio tzdq-mlk) può essere interpretato “il re è giustizia” (= giusto) con jod compaginis, perché legittimo o integro, oppure “il mio re è giustizia”. Sem era figlio di Noè “uomo giusto” (Gn 6,9). Si veda il Targum a Sal 110,4: “Il Signore ha giurato, e non ritratterà, che tu sarai principe nel mondo futuro, perché sei stato un re giusto”. Eb 7,2 interpreta “re di giustizia” (basile:j dikaiosÚnhj). 29 Secondo Gn 11,10-11, Sem visse seicento anni e ne aveva cento quando generò Arpacsad. Le genealogie permettono di calcolare che aveva trecentosessantun anni alla nascita di Abramo, il quale lo avrebbe incontrato, secondo questa identificazione, prima dei fatti narrati in Gn 17, occorsi quando aveva novantanove anni. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 MELCHISEDEK, Pagina 15 FIGURA CHIAVE NELLE DISPUTE SULLA LEGITTIMITÀ DEL SACERDOZIO... 15 co Rabba 25,6, testi più tardivi, ma che mostrano preoccupazioni dinastiche simili a quelle sin qui rilevate.30 L’incielamento di Melchisedek (4Q‘Amramb I-III = 4Q544) Sei manoscritti frammentari ci hanno trasmesso le Visioni di ‘Amram, figlio di Keat31 e padre di Mosè e di Aronne (Es 6,20). Probabilmente, dobbiamo ascrivere l’opera al genere letterario dei Testamenti: un patriarca, in punto di morte, narra la sua vita o compie previsioni. Nel caso presente, pare che ‘Amram racconti di due angeli (princìpi opposti del bene e del male) che gli apparvero o per contendersene l’anima in articulo mortis, secondo uno schema comune, o per indirizzare il suo comportamento nel corso della vita. Il testo è stato ricostruito, per l’edizione ufficiale, da É. Puech e su tale edizione32 controlliamo la traduzione italiana presentata da F. García Martínez: d) 4Q‘Amramb I-III (FGM 448-449) Frammento 1 (...)33 8 non ci fu. vacat Io [non portai] un’altra donna. [Tuttavia, numerose erano le donne in Canaan ... Nel corso di una visione, un angelo mi fece conoscere] 9 tutto: che io torni in Egitto in pace e che riveda il viso della mia donna [... e contemplai gli angeli che avevo visto] 10 nella mia visione, la visione di un sogno. Ed ecco che due discutevano su di me e dicevano: [... suoi possedimenti] 11 e intavolarono su di me una grande disputa. Io gli chiesi: “Voi, perché voi così [esercitate un potere ... su di me?” E risposero e mi dissero: “Noi] 12 [abbiamo ricevuto] il dominio e dominiamo sui figli d’Adamo”. Mi dissero: “Fra di noi chi [tu scegli per essere governato?” ... Alzai gli occhi e vidi] 30 Cf. P. GARUTI, “Ebrei 7,1-28: un problema giuridico”, cit., pp. 34-35. 31 Trascrizione del nome secondo CEI, FGM trascrive Qahat. 32 É. PUECH, Discoveries in the Judæan Desert, volume trentunesimo, Oxford (Claredon Press) 2001, pp. 323-328 (DJD 31). 33 Con i tre puntini fra parentesi tonda indico, come già fatto, parti del testo che non riporto, con gli stessi tre puntini fra parentesi quadra [...] le lacune nel manoscritto, col testo fra parentesi quadra le integrazioni, secondo le convenzioni stabilite in FGM 27. Il corsivo riporta le integrazioni proposte da Puech, se preceduto dal segno = indica una variazione di rilievo rispetto al testo di FGM. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 Pagina 16 16 PAOLO GARUTI, O.P. 13 [che uno] fra di loro aveva un aspetto orribile [= come un serpente ...] il suo vestito era colorato e oscurato dalle tenebre [era il suo viso ...] vacat 14 [E guardai l’altro, ed ecco che ... nel suo aspetto era luminoso], e il suo volto era sorridente ed era coperto di [un vestito bianco splendente ...] 15 molto e i loro [= suoi] occhi [tutti ...] Frammento 2 [... Mi disse “Ho]34 potere su di te [...] 12 [... Io gli dissi: “que]sto [angelo] chi è?” E mi disse: “Questo [è chiamato] 13 [... e i suoi tre nomi sono: Belial, Principe delle tenebre]35 e Melchi-Resha”. vacat Io dissi: “Mio Signore, che cosa [= è il do[minio] 14 [...] e tenebra e tutta la sua opera è tenebra, e nella tenebra egli [conduce] 15 [ciò che] tu vedi. Ed egli domina su tutta la tenebra e io [domino sulla luce]36 16 [... dalle regioni] superiori [= dai salvati] fino alle inferiori [= ai terrestri], io domino su tutto ciò che è luminoso e tutto [...] 11 Frammento 3 1 della sua grazia e della sua [pace. Ed io] ho ricevuto potere [su tutti i figli della] luce. Io gli chiesi e gli dissi: “Quali [sono i tuoi nomi?”] 2 [... Rispose e] mi disse: “I miei tre nomi [sono Michele, Principe di luce e Melchisedek ...]37 Se la presenza, in 4Q‘Amram fr. 2, del nome Melchi-Resha (Re d’iniquità) è accertata, quella di Melchisedek sembra imporsi più per la legge del paralle- 34 Seguiamo la numerazione data da Puech, che non si pronuncia sul soggetto della prima frase (cf. DJD 31, 327). 35 Integrazione non inserita da Puech nel testo, ibid. 36 Integrazione non inserita da Puech nel testo, ibid. Puech non accetta le integrazioni a suo tempo proposte (sulla base di 4Q543 e 4Q546) da J. T. MILIK, “4QVisions de ‘Amram et une citation d’Origène”, Revue Biblique 79 (1972) pp. 77-99 ed ID., “Milkî-$edek et Milkî-re‰a‘ dans les anciens écrits juifs et chrétiens”, Journal of Jewish Studies 23 (1972) pp. 95-144, ma ne riporta il testo (DJD 31, 327-328). 37 Integrazione non inserita da Puech nel testo (DJD 31, 302). •01 Garuti 11-02-2004 19:43 MELCHISEDEK, Pagina 17 FIGURA CHIAVE NELLE DISPUTE SULLA LEGITTIMITÀ DEL SACERDOZIO... 17 lismo (conseguenza stilistica dell’accentuato dualismo presente in quest’opera) e della sticometria, che per l’evidenza epigrafica. Altrettanto dicasi per l’identificazione con l’arcangelo Michele. Volendo, però, accettare l’opinione degli esperti, possiamo rilevare tre fenomeni: a) è scomparso ogni riferimento a Gn 14,17-20 mentre un influsso di Sal 110,4 potrebbe essere intravisto solo nell’ipotesi che “in eterno” fosse stato interpretato, in sintonia con la Lettera agli Ebrei,38 come corrispondente a nello spazio divino, ovvero tempo futuro; b) il gioco etimologico sul nome si fa più evidente, accentuando gli elementi regalità (potere) e giustizia, a scapito dell’azione sacerdotale;39 c) la regalità è concepita come promanante da un essere celeste e si esercita, secondo Puech, sui salvati in contrapposizione ai terrestri. Ritroveremo alcuni di questi elementi nel più celebre 11QMelk, ma sin da ora possiamo chiederci se l’incielamento di Melchisedek non sia da inquadrarsi nelle dispute dinastico-sacerdotali di cui abbiamo già avuto modo di parlare. L’argumentum ex silentio è debolissimo e lo stato del manoscritto impone la prudenza. Questo è datato, dall’analisi paleografica, alla metà del II sec. a.C., l’opera sarebbe, pertanto, da collocare a cavallo fra la dinastia oniade e quella asmonea. Se una ambientazione in tale contesto storico si volesse dedurre dal nostro testo sulla base delle ipotesi espresse sopra, credo che ci si dovrebbe appoggiare piuttosto sull’inedita trasformazione Melki-Tzedeq / Melki-Resha,40 che potrebbe denunciare uno sfondo polemico. Tuttavia, vale ripetere, la prudenza s’impone.41 e) Melchisedek, la liturgia celeste e il “riempimento delle mani” (4QShirShabbb = 4Q401) Due frammenti, a tal punto mutili da non permettere altro che illazioni, potrebbero attribuire esplicitamente un ruolo sacerdotale celeste a Melchisedek. Appartengono ai Canti per l’olocausto del sabato, un’opera ritrovata anche fra le rovine di Masada: tredici cantici da celebrarsi in tredici sabati successivi e da riprendersi ciclicamente, forse, nei tredici sabati di ogni stagione dell’an- 38 Cf. infra. 39 Un labile contesto sacerdotale potrebbe essere rilevato a partire dalla discendenza levitica di Amram e dal suo rifiuto di sposare donna straniera, secondo la legge (Ez 44,22; Lv 21,7) che impone ai sacerdoti mogli vergini di origini israelitiche. Per Es 2,1 il padre, non nominato, di Mosè è levita e sposo di una levita. 40 Preceduta dal probabile gioco paronomastico sul nome del re Sedecia in Ger 23,5-6. 41 Va da sé che una dinastia che si fosse appropriata del modello vetero testamentario Melchisedek, si sarebbe attribuita anche una definizione ed un programma legati all’idea di giustizia (cf. ad es. Sal 44,7-8). •01 Garuti 11-02-2004 19:43 Pagina 18 18 PAOLO GARUTI, O.P. no, secondo il calendario solare. “L’opera rappresenta il momento più alto del percorso ideologico-teologico della setta che si considera ormai in comunione col mondo angelico e sostituisce il culto e la liturgia legati al tempio terreno con un culto e una liturgia legati al tempio celeste”.42 4Q401 11,1-3 (FGM 646-647) 1 [...] ... sacerdo[ti ...] [... D]io di conoscenza e [...] 3 [... Melki-]sedek, sacerdote nell’assemble[a di Dio 2 4Q401 22,1-3 1 [...] santi di [...] ... essi riempiono le loro mani [...] 3 [...] ... –giustizia (-tzedeq) 2 In entrambi i frammenti, come si vede, la presenza del nome Melchisedek è dubbia, tanto più che la seconda parte del nome può stare a sè (-tzedeq, giustizia). Nel primo frammento la titolatura seguente giustifica meglio l’ipotesi, nel secondo, prima di –tzedeq (qdx) si intravvede un yod (y) che potrebbe appartenere anche ad una congiunzione o allo stato costrutto di un nome. La difficoltà maggiore, tuttavia, risiede nel fatto che Melchisedek, come nota C. Newsom,43 sarebbe l’unico angelo citato per nome in Shirot. Anche la collocazione dei due frammenti nel tessuto dell’opera non è accertabile, pertanto non si può connettere immediatamente Melchisedek al “riempimento delle mani” di 4Q401 22,2. Per quanto non si possa basare su questi brevi frammenti una nuova dimensione della figura di Melchisedek, ancora nella chiave dell’incielamento, non sarà ozioso soffermarsi su questa terminologia specificamente sacerdotale, poiché anche 11QMelch, che commenteremo fra breve, mostra il sacerdote-re di Gn 14 agire “nelle altezze”, secondo il dettato di Sal 7,8: “l’assemblea 42 FGM 644 nota 1. Questa raccolta non riporta il secondo frammento, che presentiamo nell’edizione di C. NEWSOM, Songs of the Sabbath Sacrifice. A Critical Edition, Atlanta (Scholar Press) 1985, pp. 125-146; ID., “«He Has Established for Himself Priests...»: Human and Angelic Priesthood in the Qumran Sabbath Shirot”, Archæology and History in the Dead Sea Scrolls. The New York University Conference in Memory of Yigael Yadin (ed. L. H. Shiffman), Sheffield (JSOT Press) 1990, pp. 101-120. 43 C. NEWSOM, Songs of the Sabbath Sacrifice, cit., 134. La sua ricostruzione si basa su Sal 82,1 e 11QMelch I,10. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 MELCHISEDEK, Pagina 19 FIGURA CHIAVE NELLE DISPUTE SULLA LEGITTIMITÀ DEL SACERDOZIO... 19 dei popoli ti circondi: dall’alto (!wrml) volgiti contro di essa” (=11QMelch II,1011: “Sopra di essa torna alle altezze. ’El giudicherà i popoli”). Una “assemblea” sembra evocata in 4Q401 11,3. La Lettera agli Ebrei, nel capitolo settimo, si colloca al termine di un percorso ideale compiuto dall’espressione “riempimento (delle mani)” (millu’im, !yalm), che vale la pena di riprendere brevemente. f) Melchisedek ed il “riempimento delle mani” in Ebrei 7 In Eb 7,11 appare il concetto di tele…wsij, termine greco utilizzato da Septuaginta per definire la cerimonia di consacrazione dei sacerdoti, detta, in origine, “riempimento (delle mani)” (millu’im, !yalm).44 Eb 7,11-17 11 Or dunque, se consacrazione (tele…wsij) vi fosse per mezzo del sacerdozio levitico – per questa il popolo ha ricevuto una legge - che bisogno c’era che sorgesse un altro sacerdote alla maniera di Melchisedek, e non invece alla maniera di Aronne? 12 - Infatti, mutato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un mutamento della legge -. 13 Questo si dice di chi è appartenuto a un’altra tribù, della quale nessuno mai fu addetto all’altare. 14 È noto infatti che il Signore nostro è germogliato da Giuda e di questa tribù Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio. 15 Ciò risulta ancor più evidente dal momento che, a somiglianza di Melchisedek, sorge un altro sacerdote, 16 che non è diventato tale per ragione di una prescrizione carnale, ma per la potenza di una vita indefettibile. 17Gli è resa infatti questa testimonianza: Tu sei sacerdote verso l’eterno alla maniera di Melchisedek. Nella forma della concessio,45 la lettera ammette che la figura genesiaca di Melchisedek (letta alla luce di Sal 110,4) è funzionale ad un problema dinastico: il testo biblico di Gn 14 non ne denuncia la stirpe o la genealogia, prevista dal dettato legale.46 44 Cf. P. GARUTI, “Ebrei 7,1-28: un problema giuridico”, cit., pp. 55-79. 45 Sulla concessio nelle dispute affrontate dalle lettere deuteropaoline, cf. P. GARUTI, “L’eresia di Colossi, l’antanaclasi e la storia della redazione. Qualche considerazione a proposito di Col 2,6-23”, Angelicum 79 (2002) pp. 303-326, specialmente pp. 321-322. 46 Per i due inserti relativi alla legge nei versetti 11b e 12 (forse glosse aggiunte in fase di redazione finale) cf. P. GARUTI, “Ebrei 7,1-28: un problema giuridico”, cit., pp. 68-75. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 20 Pagina 20 PAOLO GARUTI, O.P. Questo, definito “prescrizione carnale”, non poteva garantire l’adito alla dimensione verso la quale è orientato il cammino del sacerdote di SSal 110,4 secondo Ebrei: s: ƒere:j e„j tÕn a„îna. La particella e„j, infatti, pare interpretata dall’autore come indicativo di un luogo che coincide con lo spazio divino, di cui il Tempio era solo un simbolo.47 La lettera agli Ebrei, inoltre, mostra bene come il cristianesimo nascente finì per condividere con i gruppi settari il teologumeno di una liturgia celeste, modello veritiero di quella terrena, cui è possibile partecipare, quando esclusi dal culto ufficiale.48 Per questo in Eb 7,26-28 si afferma del nuovo sacerdote Gesù è quello che ci occorreva, poiché egli è ØyhlÒteroj tîn oÙranîn genÒmenoj. 26 Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli; 27 egli non ha bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso. 28 La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti all’umana debolezza, ma la parola del giuramento, posteriore alla legge, costituisce il Figlio che è stato reso perfetto in eterno. La terminologia dell’elevazione era già apparsa il Eb 1,3, ove del Cristo si afferma che “si assise alla destra della Maestà nelle altezze” (™n dexi´ tÁj megalwsÚnhj ™n Øyhlo‹j) e in 7,1, ove Melchisedek è definito, secondo SGn 14, “sacerdote del Dio Altissimo” (ƒere:j toà qeoà toà Øy…stou). Il genÒmenoj di 7,26 definisce, al contempo, il termine di un percorso (al di là dei cieli) e di un cambiamento di stato, coinvolgente una separazione dai peccatori (kecwrism4noj ¢pÕ tîn ¡martwlîn). La traduzione greca tele…wsij dell’espressione millu’im, !yalm, poteva ben esprimere questa doppia valenza dell’elevazione. L’antico gesto, consistente nel 47 Cf. P. GARUTI, Alle origini dell’omiletica cristiana. La lettera agli Ebrei. Note di analisi retorica, Gerusalemme (FPP) 1995, pp. 365-375. 48 Va da sè che tale teologia sarebbe stata improponibile senza l’accettazione di una cosmologia “a due piani” che vedesse nell’iperuranio il mondo dei modelli e nel nostro il mondo delle copie imperfette. È la mentalità che, di solito, chiamiamo medio-platonica. L’idea, tuttavia, di una “casa di Dio” nelle regioni celesti, in cui dei ministri prestano alla divinità un servizio simile a quello che i sacerdoti compiono nei templi, è antichissima e caratteristica, anche se non esclusiva, del Vicino Oriente; cf. C. SPICQ, L’Épître aux Hébreux, volume primo, Paris (Gabalda) 1952, pp. 72-76 e ID., L’Épître aux Hébreux, volume secondo, Paris (Gabalda) 1953, pp. 236-237. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 MELCHISEDEK, Pagina 21 FIGURA CHIAVE NELLE DISPUTE SULLA LEGITTIMITÀ DEL SACERDOZIO... 21 porre nelle mani del sacerdote una parte della vittima di consacrazione (SEs 29,31: kriÕj tÁj teleièsewj) per affermare il suo diritto su di esse, gesto forse derivato dall’accadico mullû qâta o mullû qâtâ,49 aveva da tempo perso il suo significato originario, divenendo semplicemente sinonimo di “consacrare”. Per questo Ez 43,26 può parlare di un “riempire le mani dell’altare”, senza rendersi conto che l’altare non ha mani. Ovvio che la traduzione greca detta dei Septuaginta cercasse un termine più comprensibile. In alcuni casi, in particolare quando non si tratta del sommo sacerdote, preferisce il più logico p…mplhmi.50 In genere, i testi in cui appare l’espressione “riempire le mani” sono considerati tardivi, poiché alla consacrazione con sangue uniscono l’unzione con l’olio. Quest’ultimo gesto era caratteristico dell’incoronazione regale,51 il ché ci riporta alle problematiche dinastiche. Sulla scorta di SSal 110,4, come abbiamo visto, essere sacerdote “in eterno” (e„j tÕn a„îna)52 può indicare un termine spaziale, piuttosto che temporale: l’eone evocato è lo spazio divino, prefigurato dallo spazio del sacro in cui potevano entrare, dopo la consacrazione, i sacerdoti dell’Antico Testamento, secondo il rituale di Es 29 e Lv 8. Possiamo, grazie a ciò, apprezzare il gioco del traduttore greco: tele…wsij evoca un t4loj, il punto d’arrivo di un itinerario, ma pure una partecipazione al divino, che, solo, realizza il t4loj.53 Il fatto che i sacerdoti, ed in particolare il sommo sacerdote nel giorno del Kippur, potessero aver adito agli spazi sacri nel Tempio in seguito alla loro tele…wsij - millu’im, è concepito da Ebrei come anticipazione (ombra) dell’ingresso dell’Unto nell’eone divino, in quanto re intronizzato alla destra di Dio, secondo il dettato di Sal 110,1: “Oracolo di JHWH al mio signore: siedi alla mia destra”. Per quanto molto distante dalle problematiche evidenziate dai testi qumranici fin qui analizzati, la Lettera agli Ebrei manifesta: a) un coincidere, in prospettiva teletica, del messianismo sacerdotale e di quello regale; b) un interesse evidente per le questioni dinastiche e i problemi legati alla discendenza. 49 L’espressione pare significasse “dare un incarico” e, a Mari, all’epoca di Hamurrabi, “cedere una parte del bottino”. 50 Lv 9,17 e Lv 16,2 poiché si tratta d’altro sacrificio, in Es 28,41 e 32,29 si tratta dei leviti o dei figli di Aronne; stessa ipotesi si può formulare per i più generici Gd 17,5.12; 1Re 13,33; Ez 43,26 (l’altare). 51 Cf. R. DE VAUX, Le istituzioni dell’Antico Testamento, Torino (Marietti) 31977, pp. 342-345. 52 Tale interpretazione, fra l’altro, è prossima al concetto ebraico “ciò che è velato (non visibile)” dettato dall’etimo del TM di Sal 110,4 !lw[l; cf. F. ZORRELL, Lexicon hebraicum et aramaicum Veteris Testamenti, Roma (P.I.B.) 1968, s.v.: “(* ‘Çlam) … ex etymo tempus occultum … 5) xmundus”. 53 Cf. G. DELLING, s.v., Theologische Worterbuch zum Neuen Testament VIII, Stuttgart (Kohlhammer) 1969, s.v., specialmente pp. 68-89. •01 Garuti 11-02-2004 22 19:43 Pagina 22 PAOLO GARUTI, O.P. g) Melchisedek giudice escatologico (11QMelch) Il celebre Rotolo di Melchisedek appartiene al genere apocalittico quanto all’impiantito ideologico: la scansione del tempo in “settimane” di anni (II,7) è espediente comune ad opere di tale ambito per indurre, assieme alla pseudo-epigrafia che retrodata spesso la visione in un tempo mitico, l’idea di un percorso storico già stabilito dall’eternità, di cui il veggente riceve conoscenza per rivelazione.54 Dal punto di vista della composizione letteraria, come si è detto, è un pesher tematico: una sorta di centone di passi biblici commentati, raccolti attorno ad un tema. Nel nostro caso si tratta dell’ultimo di dieci anni giubilari (ricorrenti ogni sette “settimane” d’anni): anno in cui si compie la profezia di Is 61,1-3: “Lo spirito del Signore è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti, per allietare gli afflitti di Sion”. Che questo testo avesse assunto valenze messianiche ed escatologiche si può desumere dall’uso che ne fa Lc 4,16-30; nel nostro caso è commentato con la collazione dei testi nomici relativi alla remissione dei debiti (Lv 25,1-7; Dt 15,1-11). Il passo vetero testamentario più interessante per ricostruire l’identità di Melchisedek in questo lungo brano è, tuttavia, Sal 82,1: “Dio (’Elohim, !yhla) si alza nell’assemblea divina (di ’El, laAtd[b), giudica in mezzo agli dèi (’Elohim, !yhla)”. Il v. 6 dello stesso, imbarazzante, salmo è citato in Gv 10,34: “Io ho detto: voi siete dèi (’Elohim, !yhla), siete tutti figli dell’Altissimo (‘Eliôn, @wyl[)”. La presenza nel salmo di questa titolatura divina (’El - ‘Eliôn, cf. Gn 14,18), unita al concetto di giustizia evocato dal nome di Melchisedek, ha permesso di attribuire alla sua figura il ruolo di giudice escatologico. La colonna meglio conservata, su tre, è la seconda: non possiamo, quindi, sapere se il commento ad Is 61 si stendesse sino alla fine del v. 3, in cui si dice degli afflitti di Sion che diverranno “querce della giustizia (qdx ylya)”, che potrebbe essere inteso come “prìncipi di giustizia” e farne, quindi, la discendenza di Melchisedek.55 54 Sui citati meccanismi letterari, si legge sempre con frutto D. S. RUSSELL, The Method and Message of Jewish Apocalyptic. 200 BC – AD 100, London (SCM Press) 31980, soprattutto pp. 104139. 55 Porterebbe in questa direzione II,24 e l’integrazione al testo di III, 6 proposta da Puech e riportata infra in corsivo. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 MELCHISEDEK, Pagina 23 FIGURA CHIAVE NELLE DISPUTE SULLA LEGITTIMITÀ DEL SACERDOZIO... 23 11QMelch (FGM 253-255) Colonna II56 1 [...] il tuo Dio, [il re dei re] 2 [...] e poiché ha detto: “In [questo] anno giubilare [ciascuno torni nei sui possessi”.57 E come è scritto: “Questa] 3 è la modalità della [remissione]: ogni creditore condonerà ciò che aveva prestato [al suo prossimo; non avrà pretese sul suo prossimo né su suo fratello, perché è stata proclamata] la remissione 4 per Dio”.58 [L’inter]pretazione [del passo] per gli ultimi giorni si riferisce ai prigionieri, [di cui] si dice: “per proclamare ai prigionieri la liberazione”.59 E 5 incatenerà i loro ribelli ... e dall’eredità di Melchisedek, poiché [...] ed essi sono l’ere[dità di Melchi]sedek, che 6 li farà ritornare a essi. E proclamerà per loro la liberazione, affrancandoli [dal peso di] tutte le loro iniquità. Questa cosa [avverrà] 7 nel primo settennio del giubileo che segue i no[ve] giubilei. Il gior[no dell’e]spiazione60 è [la fi]ne del giubileo decimo 8 quando si dovrà espiare per tutti i figli di D[io e gli u]omini della parte di Mel[chi]sedek. [Nelle altez]ze si esprimerà [a loro] favore, secondo le loro parti, poiché 9 questo è l’anno di grazia61 per Melchisedek, per esalta[re nel pro]cesso i santi di ’El per il dominio del giudizio, come è scritto 10 nei canti di Davide, che dice: “’Elohim si alza nell’assemblea [divina (= di ’El)]; in mezzo agli ’Elohim emana la sentenza”.62 E di lui di[ce]: “Sopra di essa 11 torna alle altezze. ’El giudicherà i popoli”.63 E poiché ha [detto: “Fino a quando giu]dicherete 56 Questo passaggio è molto diverso nell’edizione FGM da quello che a suo tempo riportai in P. GARUTI, “Melchisedek nei testi di Qumran e nella Lettera agli Ebrei”, cit., pp. 309-311, basato essenzialmente sul testo proposto in C. GIANOTTO, Melchisedek e la sua tipologia, cit., pp. 65-66, integrato con É. PUECH, La croyance des Esséniens en la vie future: immortalité, résurrection, vie éternelle ? Histoire d’une croyance dans le Judaïsme ancien, volume secondo Les données qumraniennes et classiques (Études Bibliques n.s. 22), Paris (Gabalda) 1993, pp. 516-526. Le variazioni rispetto a FGM sono qui segnalate dal corsivo. Della colonna I è superstite il nome Mosè e, forse, “istruttore”; della terza, quanto riprendo ed alcune linee (12-20) talmente mutile da essere inutilizzabili. 57 Lv 25,13. 58 Dt 15,2. 59 Is 61,1. 60 Lv 25,9. 61 Is 61,2. 62 Sal 82,1. 63 Sal 7,8-9. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 24 Pagina 24 PAOLO GARUTI, O.P. ingiustamente e onorerete il volto degli empi? Selah”.64 12 L’interpretazione del passo si riferisce a Belial e agli spiriti della sua parte, che si ribellarono deviando dai comandamenti di ’El [per fare il male]. 13 E Melchisedek eseguirà la ven[detta] dei giudizi di ’El [in quel giorno ed essi saranno salvati dal potere] Belial e dal potere di tutti gli spi[riti della] sua [parte]. 14 In suo aiuto ci saranno tutti gli elim [di giustizia];65 è lui che [in questo giorno sarà al di sopra] tutti i figli di ’El e pre[siederà] questa 15 [assemblea]. Questo e il giorno del[la pace, di cui] parlò [’El con le parole di Isai]a il profeta, che disse: “[Come] sono belli 16 sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messag[gero di bene che annuncia la salvez]za, dicendo a Sion: [Regna] il tuo ’Elohim”.66 17 Interpretazione del passo: i monti sono i profe[ti ..., 18 il messaggero è l’unto dello spirito, di cui parlò Danie[le: “fino a un Unto, a un Principe, sette settimane”.67 Il messaggero del] 19 bene che annuncia [la salvezza] è colui di cui è scritto [che lo invierà “per consolare tutti gli afflitti, per vigilare sugli afflitti di Sion”].68 20 “Per consolare [gli afflitti”: l’interpretazione del passo]: per istruirli su tutti i tempi dell’eter[nità ...] 21 in verità [...] 22 [...] si è separata da Belial e tor[nerà (?) ...] 23 [...] nei giudizi di ’El, come è scritto di lui: [“Che dice a Si]on: Il tuo ’Elohim regna”;69 Sion è 24 [la congregazione dei figli della giustizia] che stabilisce il patto e che evita di procedere sulla via del popolo e il tuo ’Elohim è 25 [Melchisedek (?) che] li ha salvati da Belial. E quando dice: “Farete suonare il corno nel [settimo] me[se in] tutta la terra”,70 Colonna III 1 [L’interpretazione del passo ...] 2 e sapete ... [...] 3 ’El 4 e molti [...] 5 [...] ... [...] Melchi[sedek ...] 6 la legge per loro [... e le]gheranno le mani di [...] e annuncerà [...] 7 distruggeran64 Sal 82,2. Selah, come è noto, è termine tecnico del salterio ebraico e denota la fine di una sezione poetica. 65 Cf. Is 61,3. 66 Is 52,7. 67 Dn 9,25. 68 Is 61,2-3. 69 Is 52,7. 70 Lv 25,9. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 MELCHISEDEK, Pagina 25 FIGURA CHIAVE NELLE DISPUTE SULLA LEGITTIMITÀ DEL SACERDOZIO... 25 no Belial col fuoco [...] ... [...] Belial e si ribelleranno [...] 8 i desideri dei loro cuori [...] ... [...] 9 le mura di Giuda ... [...] le mura di Geru[salemme (?) Se è evidente che il suo ruolo sacerdotale è evocato solo in funzione dell’identità che il testo propone fra giudizio ed espiazione,71 non vi è accordo fra gli studiosi circa la natura di Melchisedek: personificazione di Dio stesso in quanto giudice? Arcangelo attore del giudizio per delega divina? Personaggio umano con caratteri messianici? La linea II,18 identifica l’Unto di Dn 9,2572 col “messaggero”, attualizzando Is 61,1 “il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri”.73 Se si vuole insistere su questa frase, il giudice escatologico è una figura umana, attesa per la fine dei tempi.74 Le linee II,24-25 condurrebbero, invece, all’identificazione con Dio, ma: a) l’integrazione del nome in II,25 è, in genere, marcata dagli editori con un punto interrogativo; b) il parallelo con II,14 in cui ’Elohim è titolo degli esseri che compongono l’assemblea di ’El, permette di affermare “qu’Elôhîm désigne Melkîsedeq et non plus Dieu lui-même”.75 L’ipotesi, sostenuta fra gli altri dal Manzi,76 mantiene, tuttavia, un certo interesse: non si tratterebbe, infatti, di una divinizzazione di Melchisedek, ma di un’attribuzione del suo nome a Dio. In tal caso, potremmo far rientrare anche 11QMelch nell’ambito della contestazione contro il sacerdozio gerosolimitano: a) delle prerogative, che semplici uomini si sono accaparrate, appartengono a Dio e da lui traggono origine; b) il giudizio sarà attuato nei tempi ultimi a favore di coloro che, nell’oggi dell’autore, sono “prigionieri” di potenze male- 71 Nel giorno del Kippur il sommo sacerdote officiava personalmente i riti d’espiazione (cf. Lv 16). 72 Il titolo è sacerdotale. Difficile stabilire se i sacerdoti si appropriarono dell’unzione regale in epoca persiana, oppure più tardi, quando gli asmonei assunsero anche il titolo regale; cf. R. DE VAUX, Le istituzioni dell’Antico Testamento, cit., pp. 389-391. 73 Su questa linea, Lc 4,16-30. 74 Sull’identificazione col “Figlio dell’uomo” delle Parabole di Enoch, cfr. É. PUECH, La croyance, cit., pp. 556-558. È ovvio, in tal caso, l’accostamento fra Melchisedek ed il Maestro di Giustizia, personaggio semi-mitico dell’ideologia qumranica. 75 É. PUECH, ibid., p. 553. 76 Manzi esclude che possa trattarsi di un angelo poiché i nomi angelici a Qumran sono in genere teofori, mentre accade spesso che Dio sia chiamato con nomi umani; cf. F. MANZI, Melchisedek e l’angelologia, cit., pp. 81-82. Nelle pagine seguenti, lo studioso porta a sostegno della sua tesi l’eresia cristiana detta dei Melchisedekiani che vedeva, nel personaggio, Dio Padre o una pre-incarnazione del Messia. Al proposito, cf. l’abbondante documentazione in C. GIANOTTO, Melchisedek e la sua tipologia, cit., pp. 237-262. •01 Garuti 11-02-2004 26 19:43 Pagina 26 PAOLO GARUTI, O.P. fiche; c) questi prigionieri sono la vera “discendenza di Melchisedek”, con evidente spiritualizzazione del concetto ad esclusione di pretese dinastiche.77 Se si escludono, invece, tali letture, la tesi angelologica di Puech e d’altri è, senza dubbio, quella che pare imporsi, sia per il parallelo che il testo introduce fra Melchisedek e Belial, sia per l’interpretazione tradizionale di Sal 82, che vede gli angeli negli ’Elohim che compongono l’assemblea divina. La possibile contestazione del sacerdozio gerosolimitano ne risulta, tuttavia, attenuata, poiché saremmo pur sempre nell’ambito della mediazione. h) Conclusione L’accento che la letteratura detta, per convenzione, qumranica pone sulle tematiche sacerdotali e i difficili rapporti della setta con il sacerdozio di Gerusalemme autorizzano a leggere i testi che coinvolgono la figura vetero testamentaria di Melchisedek sullo sfondo delle dispute che opposero legittimisti sadokiti ad altri partiti. Non è possibile, però, andare al di là di una vaga contestualizzazione. Il percorso compiuto ha evidenziato modalità d’interpretazione delle figure tradizionali comuni al Nuovo Testamento e ad altri scritti coevi d’ambiente giudaico. Abbandonate, a favore di una tesi minimista,78 le teorie che riconducevano a Qumran anche la Lettera agli Ebrei, è però agevole notare come problematiche comuni ad ambienti marginali, ed una mentalità condivisa, potessero condurre a esegesi similari del patrimonio letterario tradizionale. Summary It is well known that the manuscripts found in the Judean desert near Kirbet Qumran lay a special emphasis on the priestly themes. The difficult relationships between the sect and the priesthood in Jerusalem are also well known. Those remarks allow one place the texts related to Melchisedek in the context of the disputes that opposed the so called Sons of Sadoq to other priestly dynasties. Comparing such fragments (1QapGen XXII,12-17, 11QMelch, 4Q‘Amramb II-III, 4Q401 11,1-3) to other 77 L’analisi paleografica colloca il manoscritto alla metà del I sec. a.C., l’assenza di altre copie non autorizza a datare il testo molto prima di tale epoca. È quindi possibile identificare “la parte di Belial” con i sacerdoti-re asmonei, ormai al termine del loro regno (e i “prigionieri” con quanti da costoro furono perseguitati). Potrebbe trattarsi, tuttavia, anche di uno dei partiti che divisero la dinastia stessa, dalla morte di Alessandra (67 a.C.), o dei romani che, con Pompeo, imposero sulla Palestina un controllo diretto a partire dal 63 a.C. 78 La posizione di F. MANZI, Melchisedek e l’angelologia, cit., spero s’imponga: al di là del linguaggio, forse troppo prudente, anch’egli minimizza le possibilità di contatto fra i due ambiti letterari e teologici. •01 Garuti 11-02-2004 19:43 MELCHISEDEK, Pagina 27 FIGURA CHIAVE NELLE DISPUTE SULLA LEGITTIMITÀ DEL SACERDOZIO... 27 contemporary texts and to the Letter to the Hebrews underlines the great relevance of the dynastic question in the evaluation of the mysterious king-priest of Gen 14 and Psa 110,4. Today the theories that trace Hebrews back to Qumran have been abandoned, but we can notice that an ideology common to marginal groups as well as the shared mentality of the time, could lead Essenes and Christians to similar exegesis of the traditional literary heritage.