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Rivista7okseconda parteok.qxd 6-06-2007 20:11 Page 54 I Dialoghi della Com unità con Evangelici Pen EVANGELICI E CATTOLICI INSIEME LA MISSIONE CRISTIANA NEL TERZO MILLENNIO I P a rte Pub b lic hia mo q ue sta d ic hia ra z io ne c o me d o c ume nto d e g li svilup p i d e l d ia lo g o fra c ristia ni c a tto lic i e c ristia ni e va ng e lic i. E’ un d o c ume nto d i va lo re sto ric o sulla stra d a d iffic ile d e l d ia lo g o fra il mo nd o c a tto lic o e la c o mp o ne nte e va ng e lic a d e l p ro te s ta nte s imo . Introduzione S iamo protestanti evangelici e cattolici romani che sono stati condotti attraverso la preghiera, lo studio e la discussione a convinzioni comuni sulla fede e la missione cristiana. Questa dichiarazione non puó rappresentare ufficialmente le nostre comunitá. Ma intende parlare dalle nostre comunitá e per le nostre comunitá. In questa dichiarazione affrontiamo quanto abbiamo scoperto sia circa la nostra unitá sia circa le nostre differenze. Siamo consapevoli del fatto che la nostra esperienza riflette le circostanze e le occasioni particolari degli evangelici e dei cattolici che vivono insieme nell’America del Nord. Nello stesso tempo crediamo che quanto abbiamo scoperto e risolto sia pertinente per le relazioni tra evangelici e cattolici in altre parti del mondo. Raccomandiamo pertanto questa dichiarazione al loro esame nella preghiera. Mentre il secondo millennio si avvicina alla fine, la missione cristiana nella storia del mondo si trova di fronte a un momento di occasione e di responsabilitá che ci fa tremare. Se per le vie misericordiose e misteriose di Dio la seconda venuta sará ritardata, entreremo in un terzo millennio che potrá essere, nelle parole di Giovanni Paolo II, «una primavera per le missioni del mondo» (Redemptoris missio). Cosí come Cristo é uno, cosí la missione 54 54 cristiana é una. Quest’unica missione puó e deve essere promossa in modi diversi. La legittima differenza, tuttavia, non deve essere confusa con le divisioni che esistono tra i cristiani, che oscurano l’unico Cristo e danneggiano l’unica missione. C’é un collegamento necessario tra l’unitá visibile dei cristiani e la missione dell’unico Cristo. Preghiamo insieme per il compimento della preghiera del Signore: «Perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Giovanni 17,21). Insieme, evangelici e cattolici, confessiamo i nostri peccati contro l’unitá che Cristo vuole per tutti i suoi discepoli. L’unico Cristo e l’unica missione comprendono molti altri cristiani, in particolare gli ortodossi dell’Oriente e i protestanti che comunemente non sono chiamati evangelici. Tutti i cristiani sono ricompresi nella preghiera «perché tutti siano una cosa sola». Questa nostra dichiarazione si riferisce ai problemi e alle possibilitá specifiche delle relazioni tra i cattolici romani e i protestanti evangelici. Mentre ci avviciniamo al terzo millennio, nel mondo ci sono circa un miliardo e settecento milioni di cristiani. Circa un miliardo di questi sono cattolici e piú di trecento milioni sono protestanti evangelici. Il secolo che si avvicina alla sua fine é stato il piú grande secolo di espansione missionaria nella storia cristiana. Preghiamo e crediamo che questa espansione abbia preparato la strada per uno sforzo missionario ancora piú grande nel primo secolo del terzo millennio. Le due comunitá nella cristianitá mondiale che sono piú decisamente missionarie e in piú rapida crescita sono gli evangelici e i cattolici. In molte parti del mondo la relazione fra queste due comunitá é segnata piú dal conflitto che dalla cooperazione, piú dall’animositá che dall’amore, piú dal sospetto che dalla fiducia, piú dalla propaganda e dall’ignoranza che dal rispetto per la veritá. Questo é quanto avviene in modo preoccupante in America Latina, in modo crescente in Europa, e troppo spesso nel nostro stesso paese. Senza ignorare i conflitti tra e con altre comunitá cristiane, prendiamo in esame le relazioni tra gli evangelici e i cattolici che costituiscono la parte in crescita dell’espansione missionaria, oggi e - con ogni probabilitá - nel secolo che viene. Cosí facendo speriamo che quanto abbiamo scoperto e risolto possa essere d’aiuto in altre situazioni di conflitto, come quelle che esistono fra ortodossi, evangelici e cattolici nell’Europa dell’Est. Mentre siamo consapevoli e grati degli sforzi che si fanno per affrontare le tensioni fra queste comunitá, una realtá che ci fa vergognare é che, in molte parti del mondo, lo scandalo del conflitto fra cristiani oscura lo scandalo della croce, cosí danneggiando l’unica missione dell’unico Cristo. Come é avvenuto nel passato, cosí anche oggi e in futuro la missione cristiana che é diretta all’intera comunitá umana deve avanzare in mezzo a formidabili opposizioni. In alcune culture questa missione incontra spiritualitá e religioni che si rafforzano e che sono esplicitamente ostili alle pretese di Cristo. L’Islam, che in molti casi nega la libertá di testimoniare il Vangelo, deve costituire una crescente preoccupazione per coloro che hanno a cuore la libertá della religione e della missione cristiana. Conversazioni improntate al mutuo rispetto fra musulmani e cristiani devono essere incoraggiate, nella speranza che una parte piú ampia del mondo possa - secondo l’espressione piú volte ripetuta da Giovanni Paolo II «aprire le porte a Cristo». Nello stesso tem- Rivista7okseconda parteok.qxd 6-06-2007 20:11 Page 55 Pentecostali e non-Denom inazionali I membri della “United in Christ Inc.”, Dallas, Texas, per un dialogo tra cattolici e non denominazionali. Asinistra: il vescovo Alan Fonseca e sua moglie Beth (California), Shelley Elizabeth Hundley (Missouri), Jim Surace (Ohio), Matteo Calisi, Presidente (Italia), Ron Allen, Vice Presidente e sua moglie Pat (Texas). po, nelle nostre societá cosiddette sviluppate, una dilagante secolarizzazione si abbassa sempre di piú fino ad un nichilismo morale, intellettuale e spirituale che nega non solo Colui che é la Veritá ma la stessa idea della veritá. Entriamo nel ventunesimo secolo senza illusioni. Con Paolo e i cristiani del primo secolo, sappiamo che «la nostra battaglia non é contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestá, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» (Efesini 6,12). Come evangelici e cattolici non osiamo dare aiuto o conforto ai nemici della causa di Cristo attraverso conflitti non necessari e privi di amore. L’amore di Cristo ci spinge, e pertanto dobbiamo essere decisi ad evitare i conflitti tra le nostre comunitá, e - dove i conflitti esistono - a fare quanto é in nostro potere per ridurli ed eliminarli. Oltre a questo siamo chiamati - e pertanto abbiamo deciso - ad esplorare le strade per lavorare e testimoniare insieme per promuovere l’unica missione di Cristo. Il nostro proposito comune non é basato solo su un desiderio di armonia. Rifiutiamo ogni apparenza di armonia che sia acquistata al prezzo della veritá. Il nostro comune proposito é reso imperativo dall’obbedienza alla veritá di Dio che si rivela nella Sua Parola, le sacre Scritture, e dalla fiducia nella promessa della guida dello Spirito Santo fino a quando il nostro Signore ritorni in gloria per giudicare i vivi e i morti. La missione che abbracciamo insieme é la conseguenza necessaria della fede che affermiamo insieme. 1. Affermiamo insieme Gesú Cristo é il Signore. Questa é la prima e l’ultima affermazione che i cristiani fanno su tutta la realtá. Egli é l’Unico mandato da Dio per essere Signore e Salvatore di tutti, «in nessun altro c’é salvezza: non vi é infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati» (Atti 4,12). I cristiani sono un popolo in anticipo sul tempo, sono coloro che proclamano fin da ora quanto un giorno sará riconosciuto da tutti, che Gesú Cristo é il Signore (Filippesi 2,11). Affermiamo insieme che siamo giustificati dalla grazia tramite la fede a causa di Cristo. Una fede viva e attiva in un amore che non é nulla di meno dell’amore di Cristo, perché insieme diciamo con Paolo: «Sono stato crocifisso con Cristo e non sono piú io che vivo, ma Cristo vive in me. Quella vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Galati 2,20). Tutti coloro che accettano Cristo come Signore e Salvatore sono fratelli e sorelle in Cristo. Non ci siamo scelti l’un l’altro, proprio come non abbiamo scelto Cristo. Lui ci ha scelti, e ci ha scelti per essere suoi insieme (Giovanni 15,16). Per quanto la nostra reciproca comunione sia imperfetta, per quanto i nostri reciproci disaccordi siano profondi, riconosciamo che esiste una sola Chiesa di Cristo. C’é una sola Chiesa perché c’é un solo Cristo e la Chiesa é il suo corpo. Per quanto la strada sia difficile, riconosciamo che siamo chiamati da Dio a una realizzazione piú piena della nostra unitá nel corpo di Cristo. L’unica unitá a cui vogliamo dare espressione é l’unitá nella veritá, e la veritá é questa: «Un solo corpo, un solo spirito, come una sola é la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione: un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che é al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed é presente in tutti» (Efesini 4,6). Affermiamo insieme che i cristiani devono insegnare e vivere in obbedienza alle Scritture divinamente ispirate, che sono l’infallibile Parola di Dio. Affermiamo pure insieme che Cristo ha promesso alla sua Chiesa il dono dello Spirito Santo che ci condurrá alla piena veritá per discernere e proclamare l’insegnamento della Scrittura (Giovanni 16). Riconosciamo insieme che lo Spirito Santo ha guidato in questo modo la Sua Chiesa nel passato. Per esempio, nell’approvazione del canone delle Scritture, e nella risposta ortodossa alle grandi controversie trinitarie e cristologiche dei primi secoli, riconosciamo con fiducia la guida dello Spirito Santo. In una risposta di fede alla guida dello Spirito, la Chiesa ha formulato il Credo degli apostoli, che possiamo affermare insieme - come in effetti qui vogliamo fare - come una proclamazione accurata della veritá scritturale: «Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra. Credo in Gesú Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore. Egli fu concepito per il potere dello Spirito Santo e nacque dalla vergine Maria. Patí sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morí e fu sepolto. Discese all’inferno. I1 terzo giorno risuscitó. Salí al cielo, e siede alla destra del Padre. Ritornerá per giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, nella santa 55 Rivista7okseconda parteok.qxd 6-06-2007 20:11 Page 56 I Dialoghi della Com unità con Evangelici Lode e adorazione nella Gateway Church di Fort Worth, Texas, una mega chiesa non-denominazionale. Chiesa cattolica, nella comunione dei santi, nella remissione dei peccati, nella risurrezione della carne e nella vita eterna. Amen». 2. Speriamo insieme Speriamo insieme che tutti gli uomini vengano nella fede a Gesú Cristo come Signore e Salvatore. Questa speranza rende necessario lo zelo missionario della Chiesa. «Ora come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati?» (Romani 10,14-15). La Chiesa é per sua natura in ogni luogo e in ogni tempo in missione. La nostra speranza missionaria é ispirata dal desiderio rivelato di Dio che «tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della veritá» (1 Timoteo 2,4). La Chiesa vive della e per la grande commissione: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ció che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Matteo 28,19-20). L’unitá e l’amore fra i cristiani sono parte integrante della nostra testimonianza missionaria al Signore che serviamo. «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni 56 56 gli altri; come io vi ho amato, cosí amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Giovanni 13,3435). Se non ci amiamo reciprocamente, disubbidiamo al suo comando e siamo in contraddizione con il Vangelo che proclamiamo. Come evangelici e cattolici preghiamo che la nostra unitá nell’amore di Cristo diventi sempre piú evidente come un segno per il mondo del potere riconciliatore di Dio. La nostra separazione comunitaria ed ecclesiastica é profonda e di lunga data. Riconosciamo che non conosciamo né i tempi né la strada di quella piú grande unitá visibile che pure é oggetto della nostra speranza. Sappiamo, tuttavia, che gli attuali atteggiamenti di sospetto, polemica e conflitto non sono questa strada. Sappiamo che Dio, che ci ha condotto alla comunione con lui tramite Cristo, desidera che siamo pure in comunione tra noi. Sappiamo che Cristo é la via, la veritá e la vita (Giovanni 14,6) e piú ci avviciniamo a lui - camminando sulla Via, obbedendo alla Veritá, vivendo la Vita - piú ci avviciniamo gli uni agli altri. Quali che possano essere le future forme di relazione tra le nostre comunitá, possiamo, dobbiamo e vogliamo cominciare ora a lavorare per sanare quanto sappiamo essere sbagliato nelle nostre relazioni. Quest’opera richiede fiducia e comprensione, e la fiducia e la comprensione richiedono un’attenzione assidua alla veritá. Non neghiamo, anzi affermiamo chiaramente che tra noi ci sono divergenze. Tuttavia le incomprensioni, e le rappresentazioni false e caricaturali che ciascuno fa dell’altro, sono cose diverse dalle divergenze. Queste distorsioni devono essere eliminate se vogliamo iniziare ad esaminare onestamente le divergenze in un modo coerente con quanto affermiamo e speriamo insieme sulla base della parola di Dio. 3. Cerchiamo insieme Cerchiamo insieme una comprensione piú piena e piú chiara della rivelazione di Dio in Cristo e del suo volere per i suoi discepoli. A causa delle limitazioni della ragione e del linguaggio umani, che derivano dal peccato, non possiamo comprendere completamente la realtá trascendente di Dio e le sue vie. Solo nel tempo della fine vedremo «a faccia a faccia» e conosceremo cosí come siamo conosciuti (1 Corinzi 13,12). Per il momento cerchiamo insieme affidandoci fiduciosamente alla rivelazione di Dio in Gesú Cristo, alla sicura testimonianza delle sacre Scritture, e alla promessa dello Spirito alla Sua Chiesa. In questa ricerca per comprendere meglio e piú chiaramente la veritá, abbiamo bisogno gli uni degli altri. Siamo insieme formati e limitati dalla storia delle nostre comunitá e dalle nostre esperienze. Al di lá delle divisioni delle comunitá e delle esperienze, abbiamo bisogno di sfidarci a vicenda, proclamando sempre la ve- Rivista7okseconda parteok.qxd 6-06-2007 20:11 Page 57 Pentecostali e non-Denom inazionali ritá dell’amore, per costruire il corpo di Cristo (Efesini 4). Non abbiamo la presunzione di crederci capaci di risolvere le divergenze profonde e di lunga data tra evangelici e cattolici. Forse queste divergenze non saranno mai risolte fino alla venuta del Regno. Tuttavia non ci é permesso rassegnarci semplicemente di fronte alle differenze che ci dividono. Non tutte le differenze sono vere divergenze, e neppure é necessario che tutte le divergenze diventino divisioni. Le differenze e le divergenze devono essere esaminate in una conversazione ordinata e seria. Aquesto proposito raccomandiamo caldamente e incoraggiamo i dialoghi teologici formali che sono iniziati in anni recenti fra i cattolici romani e gli evangelici. Notiamo qui alcune delle differenze e delle divergenze che debbono essere esaminate piú pienamente e apertamente per rafforzare tra noi una relazione di fiducia nell’obbedienza alla veritá. Tra i punti di differenza nella dottrina, l’adorazione, la pratica e la pietá di cui si pensa spesso che ci dividano possiamo elencare i seguenti: - La Chiesa come parte integrante del Vangelo, o la Chiesa come conseguenza comunitaria del Vangelo per i veri credenti. - La sola autoritá della Scrittura (sola Scriptura), o la Scrittura interpretata in modo autorevole dalla Chiesa. - La libertá dell’anima di ciascun cristiano, individualmente considerato, o il magistero come autoritá che insegna alla comunitá. - La Chiesa come congregazione locale, o come comunitá universale. - Il ministero ordinato nella successione apostolica, o il sacerdozio di tutti i fedeli. - I sacramenti e le ordinanze come simboli della grazia, o come mezzi della grazia. - La Cena del Signore come sacrificio eucaristico, o come memoriale. - Il ricordo di Maria e dei santi, o la devozione a Maria e ai santi. - II battesimo come sacramento di rigenerazione, o come testimonianza della rigenerazione. Questa lista delle differenze certamente non é completa. Né la differenza di posizioni é sempre cosí acuta da giustificare l’alterna- tiva «o» nelle formulazioni che abbiamo proposto. Inoltre - tra coloro che si riconoscono come protestanti evangelici - ci sono differenze significative, per esempio, fra battisti, pentecostali e calvinisti su tali questioni. Ma le differenze che ab-biamo elencato riflettono dispute che sono profonde e antiche. Almeno in qualche caso, riflettono autentiche divergenze che sono state nel passato e sono ancora oggi barriere alla piena comunione tra i cristiani. A proposito di tali questioni - e di altre collegate - gli evangelici ritengono che la Chiesa cattolica sia andata al di lá della Scrittura, aggiungendo dottrine e pratiche che sottraggono qualcosa o compromettono il Vangelo della grazia salvifica di Dio in Cristo. I cattolici, dal canto loro, mantengono che questi insegnamenti e pratiche sono fondate nella Scrittura e appartengono alla pienezza della rivelazione di Dio. II loro rifiuto, dicono i cattolici, risulta in una comprensione amputata e ridotta della realtá cristiana. Ancora una volta non possiamo risolvere qui queste dispute. Ma possiamo e vogliamo affermare insieme che la pienezza della fede, della vita e della missione cristiana trova la sua fonte, il suo centro e la sua fine nel Signore crocifisso e risorto. Possiamo e vogliamo impegnarci a continuare a cercare insieme attraverso lo studio, la discussione e la preghiera una migliore comprensione delle convinzioni di ciascuno e soprattutto una piú adeguata comprensione della veritá di Dio in Cristo. Possiamo testimoniare fin da ora che nella nostra ricerca comune abbiamo scoperto che cosa possiamo affermare insieme e sperare insieme e, di conseguenza, come possiamo batterci insieme. Partecipanti Mr. Charles Colson, Prison Fellowship; R.P. Juan Diaz-Vilar, S.J., Catholic Hispanic Ministries; R.P. Avery Dulles, S.J., Fordham University; Vescovo Francis George, OMI, Diocesi di Yakima (Washington); Dr. Kent Hill, Eastern Nazarene College; Dr. Richard Land, Christian Life Commission of the Southern Baptist Convention; Dr. Larry Lewis, Home Mission Board of the Southern Baptist Convention; Dr. Jesse Miranda, Assemblee di Dio; Mgr. William Murphy, Cancelliere della Arcidiocesi di Boston; R.P. Richard John Neuhaus, Institu- te on Religion and Public Life; Mr. Brian O’Connell, World Evangelical Fellowship; Mr. Herbert Schlossberg, Fieldstead Foundation; Arcivescovo Francis Stafford, Arcidiocesi di Denver; Mr. George Weigel, Ethics and Public Policy Center; Dr. John White, Geneva College e National Association of Evangelicals. ————————Il Dr. John White, giá presidente della National Association of Evangelicals, ha in seguito ritirato il suo nome dalla dichiarazione a causa delle critiche della sua denominazione, la Reformed Presbyterian Church of North America. II Dr. Richard Land e il Dr. Larry Lewis hanno ritirato la loro firma non desiderando impegnare ufficialmente la loro denominazione, i Battisti del Sud, pur confermando il loro accordo personale con il testo [nota di Massimo Introvigne]. Approvato da Dr. William Abraham, Perkins School of Theology; Dr. Elizabeth Achtemeier, Union Theological Seminary (Virginia); Mr. William Bentley Ball, Harrisburg, Pennsylvania; Dr. Bill Bright, Campus Crusade for Christ; Prof. Robert Destro, Catholic University of America; R.PAugustine DiNoia, OT, Dominican House of Studies; R.P Joseph P Fitzpatrick, S.J., Fordham University; Mr. Keith Fournier, American Center for Law and Justice; Vescovo William Frey, Trinity Episcopal School for Ministry; Prof. Mary Ann Glendon, Harvard Law School; Dr. Os Guinness, Trinity Forum; Dr. Nathan Hatch, University of Notre Dame; Dr. James Hitchcock, St. Louis University; R.P Matthew Lamb, Boston College; Mr. Ralph Martin, Renewal Ministries; Dr. Richard Mouw, Fuller Theological Seminary; Dr. Mark Noll, Wheaton College; Mr. Michael Novak, American Enterprise Institute; Cardinale John O’Connor, Arcidiocesi di New York; Dr. Thomas Oden, Drew University; Dr. J.I. Packer, Regent College (British Columbia); Rev. Pat Robertson, Regent University; Dr. John Rodgers, Trinity Episcopal School for Ministry; Vescovo Carlos A. Sevilla, S.J., Arcidiocesi di San Francisco. (Traduzione di MASSIMO INTROVIGNE) (Continua) 57 Rivista7okseconda parteok.qxd 6-06-2007 20:11 Page 58 I Dialoghi della Com unità con Evangelici 1 5 6 2 3 7 4 58 58 8 Rivista7okseconda parteok.qxd 6-06-2007 20:11 Page 59 Pentecostali e non-Denom inazionali 13 9 10 1. 2. Matteo Calisi tiene una conferenza presso la comunità cattolica God’s Delight di Dallas, Texas, nel luglio 2006. 3. Matteo Calisi insieme ai leader della comunità cattolica God’s Delight. 4. Matteo Calisi insieme ai leader della comunità cattolica ispanica Deleite de Dios, Dallas, Texas. 5. Adorazione presso la Gatway Church di Fort Worth, Texas. 6. Da Sinistra il vescovo Alan Fonseca, il rabbino Peter Hirsch e Matteo Calisi. 7. Il rev. Mark Brand, Pastore della Hillcrest Church di Dallas, Texas. 8. Matteo Calisi con il reverendo Mark Brand. 9. I leader e pastori evangelici in ginocchio, come gesto di riconciliazione, chiedono perdono ai cattolici. 10. Matteo Calisi insieme con il rabbino Marty Waldman presso la Baruch Hashen Synagogue di Dallas, Texas. 11. Preghiera di riconciliazione fra i leader. 12. Matteo Calisi insieme al reverendo John Cathcart (sacerdote anglicano). 13. 14. I leader e i pastori evangelici esortano profeticamente Matteo Calisi. 15. Matteo Calisi con il vescovo emerito di Dallas Charles Graham. 14 11 15 12 59