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M INISTERO B ENI E LE A TTIVITÀ C ULTURALI PER I B ENI A RCHEOLOGICI DEL L AZIO PER I S OPRINTENDENZA Lazio e Sabina 7 a cura di GIUSEPPINA GHINI Atti del Convegno Settimo Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina Roma 9-11 marzo 2010 ESTRATTO EDIZIONI QUASAR La viabilità antica nel territorio compreso tra Marino e Grottaferrata: un aggiornamento Micaela Angle – Pamela Cerino – Giuseppina Ghini – Andrea De Angelis – Andrea Pancotti dell’attuale sede stradale, comprende un ambiente quadrandolare (m 6 x 1,50 ca.) che conserva in prossimità della strada basolata le tracce d’incasso di una soglia. L’intero margine est del tracciato in esame, che percorre le pendici sud-occidentali del Colle Cimino, è protetto invece da una struttura sostruttiva continua che presenta fasi edilizie comprese tra il III ed il I secolo a.C.: tale muratura, realizzata in opera poligonale di III maniera4, presenta presso il settore Nel corso delle indagini archeologiche preventive condotte tra i mesi di settembre e dicembre 2009 nell’ambito della razionalizzazione del “nodo Squarciarelli” in un territorio compreso tra i Comuni di Marino e Grottaferrata (RM), sono stati realizzati per conto della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio una serie di sondaggi che hanno portato alla luce numerose evidenze archeologiche (fig. 1)1. Tali evidenze, riconducibili per lo più all’antico sistema viario locale, testimoniano una frequentazione compresa dall’epoca romana al medioevo e sono localizzate tra Via delle Selve Nuove (località “Valle dei Morti” – tracciato viario ‘A’) e Via Castel de’Paolis (località omonima – tracciati viari ‘B’ e ‘C’)2. 1. Le evidenze archeologiche 1.1. Tracciato viario ‘A’ e strutture annesse Sul margine est di Via delle Selve Nuove, subito a nord del fosso noto come ‘Marana delle Pietrare’, sono stati effettuati tre sondaggi (intervallati da aree di risparmio necessarie alla logistica ed alla sicurezza) che, alla quota di -m 2 ca. dal piano di campagna, hanno portato alla luce un tratto viario basolato visibile per ca. m 130 (figg. 1-A; 2)3. La strada, lastricata in poligoni di leucitite con conservate ampie porzioni delle crepidini laterali, presenta una sede carrabile larga m 2,10 e si sviluppa secondo l’asse nord-sud. Presso il settore meridionale dello scavo, a ridosso del margine ovest del basolato, è venuta alla luce una struttura muraria in opera incerta visibile in sezione per ca m 14 (fig. 3); tale struttura, che non è stato possibile indagare in quanto ubicata al di sotto Fig. 1 1 presso le coordinate geografiche 41°46’43.13’’N/ 12°38’36.25’’E; è doveroso segnalare che una breve porzione del medesimo tracciato viario (‘A’) è visibile all’interno del vicino fosso detto ‘Marana delle Pietrare’: logicamente nei secoli tale corso d’acqua non ha mantenuto sempre lo stesso percorso. 4 Si tratta per lo più di conci di peperino (misuranti massimo m 1,50 x 0,40; mediamente m 0,60 x 0,40) spianati in faccia vista con tessitura “a giunti regolari”; sull’opera poligonale di III maniera vd. principalmente Lugli 1957, 75 ss.; da ultimo NicosiaBettini 2009, con amplia bibliografia di riferimento. I lavori non sono ancora conclusi e rientrano nelle indagini preventive del progetto “Nodo Squarciarelli” finanziato dalla Regione Lazio, Assessorato alla Viabilità; gli scavi sono stati eseguiti sotto la direzione scientifica della Dr. M. Angle e della Dr. G. Ghini, e la direzione di cantiere dei Dr. P. Cerino e Dr. A. De Angelis; si ringrazia per la disponibilità la Delta Lavori s.r.l.; per l’apporto professionale la Dr. R. Lucchesi. 2 Per una prima panoramica relativa alla topografia antica ed alle vicende storiche inerenti il territorio in esame vd. Tomassetti 1976, 173-175; Torquati 1987, 159-171. 3 Il settore centrale del tratto basolato portato alla luce ricade 217 MICAELA ANGLE – PAMELA CERINO – GIUSEPPINA GHINI – ANDREA DE ANGELIS – ANDREA PANCOTTI Fig. 3 tentrionale di Via Castel de’Paolis, presso le pendici orientali della collina, circa m 100 ad est/sud-est della galleria ferroviaria Roma-Albano (figg. 1-C; 7)6. Il tracciato, lastricato in poligoni di leucitite, si è messo in luce per una lunghezza di m 14 e si sviluppa secondo l’asse sud-est/nord-ovest; pur non essendosi conservate tracce relative alle crepidini, è stato possibile ricavare l’ampiezza della sede carrabile misurante poco più di m 2. Sempre presso il margine settentrionale di Via Castel de’Paolis, ca. m 250 a nord-ovest del suddetto tracciato viario ‘C’, alla quota di ca. -m 2 dal piano di campagna, sono venuti alla luce 16 silos (o pozzi) risalenti all’epoca medioevale, ricavati all’interno del banco geologico di peperino (fig. 8). Questi differiscono notevolmente l’uno dall’altro per profondità (compresa tra m 0,75 e 2,20), diametro della bocca (tra m 0,98 e 3) e profilo (genericamente rientrante o accentuatamente rientrante con fondo piano ‘a botte’ oppure ‘a imbuto’); sono tuttavia riconducibili a strutture negative inizialmente utilizzate per lo stoccaggio alimentare7, in seguito riadattate a immondezzai domestici, come dimostra la grande quantità di ossa e chiodi in ferro rinvenuti all’interno del riempimento, insieme a numerose for- Fig. 2 settentrionale dello scavo numerose tamponature e riprese in opera incerta, quasi reticolata e reticolata, che testimoniano numerosi interventi di rifacimento e restauro (figg. 4; 5). Per motivi legati alla sicurezza ed ai tempi esecutivi del cantiere non è stato possibile eseguire ulteriori sondaggi sia in prossimità del muro sostruttivo (per verificare eventuali strutture drenanti e la natura delle fondazioni) che al di sotto del lastricato stradale (per verificare l’esistenza di eventuali tracciati precedenti). 1.2. Tracciato viario ‘B’ Sul margine meridionale di Via Castel de’Paolis, all’altezza del cancello d’ingresso di Villa Onorati, sono stati intercettati pochi centimetri sotto la quota della viabilità attuale, i resti di un ulteriore tracciato viario (figg. 1-B; 6)5: questo, lastricato in poligoni di leucitite con conservata una piccola porzione della crepidine orientale, si è messo in luce per una lunghezza di m 2,70 ca. e si sviluppa secondo l’asse sud-ovest/nord-est. Le esigenze logistiche del cantiere di scavo non hanno permesso indagini più approfondite nelle immediate vicinanze dell’evidenza archeologica; perciò non se n’è potuta verificare né la reale estensione, né l’ampiezza della sede carrabile (portata alla luce per ca. m 1,5). 1.3. Tracciato viario ‘C’ e strutture medievali Un terzo tracciato viario è stato intercettato alla quota di ca. -m 2 dal piano di campagna, sul margine set- Fig. 4 5 7 Il tratto basolato (B) portato alla luce ricade presso le coordinate geografiche 41°46’59.73’’N/ 12°38’49.55’’E. 6 Il tratto basolato (C) portato alla luce ricade presso le coordinate geografiche 41°46’43.25’’N/ 12°39’07.61’’E. Sulla conservazione delle derrate alimentari nel medioevo vd. Gast-Sigaut 1979; per un immediato confronto con strutture analoghe nell’attiguo ager tusculanus vd. Beolchini 2006, 374375. 218 LA VIABILITÀ ANTICA NEL TERRITORIO COMPRESO TRA MARINO E GROTTAFERRATA: UN AGGIORNAMENTO Fig. 5 me vascolari frammentarie in maiolica arcaica databili tra il XIII ed il XIV secolo8. Anche in questo caso le esigenze logistiche del cantiere di scavo non hanno permesso ulteriori indagini nelle immediate vicinanze dell’area archeologica, perciò non se n’è potuta verificare la reale, e probabilmente notevole, estensione. corrisponde ad un tracciato che si staccava dalla Via Latina tra il X e l’XI miglio. Tale tracciato, dopo aver raggiunto la Sorgente Preziosa in seguito ad una progressiva e debole discesa verso sud-est, percorreva le pendici occidentali del Colle Cimino e, dopo aver attraversato la località ‘Valle dei Morti’, si allacciava al tracciato della cd. Castrimeniense all’altezza della vigna detta ‘dei S.S. Apostoli’10. Sesto Giulio Frontino menziona il diverticolo in esame relativamente alle fonti dell’aqua Tepula (la Sorgente Preziosa) che raggiungeva dopo circa due miglia a partire dalla Via Latina11; da tale diverticolo inoltre, dopo la sorgente, doveva distaccarsene un secondo cui appartiene il tratto basolato ‘C’, rinvenuto a Via Castel de’ Paolis presso le pendici orientali della collina12. Questo tracciato, indicato da Grossi Gondi e Lanciani come unico proseguimento del di- 2. Conclusioni Le evidenze archeologiche portate alla luce confermano in parte gli studi sulla topografia antica della campana romana condotti tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX da Thomas Ashby, Felice Grossi Gondi s.j. e Rodolfo Lanciani (figg. 9; 10)9. Il tratto basolato ‘A’ rinvenuto presso Via delle Selve Nuove Fig. 6 Fig. 7 Fig. 8 8 I numerosi frammenti di maiolica arcaica rinvenuti, in fase di studio, appartengono principalmente a forme vascolari aperte e a brocche; sono inoltre decorati da raffigurazioni geometriche in blu, verde e nero su fondo bianco: per un confronto preliminare ed una panoramica su tale classe ceramica vd. Saguì – Paroli 1990, 357 ss. 9 Rispettivamente Ashby 1910; Grossi Gondi 1908; Lanciani Carta Archeol. ms.; vd. inoltre la rielaborazione cartografica di parte della pl. II di Ashby 1907 in Daicoviciu 1930, tav. I. 10 Ashby 1907, pl. II; da ultimo Valenti 2003, 103 (tracciato ‘v’); del tracciato in esame, il cui percorso presso Via delle Selve Nuove non è indicato né sulla documentazione cartografica di Grossi Grondi né su quella di Lanciani, è stato recentemente rinvenuto un ulteriore tratto basolato in Via Val de’ Paolis, nei pressi della Sorgente Preziosa (fig. 1-D). Il basolato, portato alla luce sul finire del mese di maggio 2010 sempre nell’ambito dei lavori per la razionalizzazione del ‘nodo Squarciarelli’, si conserva per m 35 ca., presenta una carreggiata internamente ampia m 1,80 ca. e si sviluppa secondo l’asse nord-sud. 11 Frontin., aq., 9: Tepula concipitur Via Latina ad X miliarium deverticulo euntibus ab Roma destrorsus milium passuum duum (…), dalla lezione del codice Cassinese; diversamente altri codici riportano il numerale XI: Secchi 1876; Rocchi 1896. 12 Il tracciato in esame è indicato in Ashby 1907, pl. II; Grossi Gondi 1908, tav. f.t.; Lanciani Carta Archeol. ms.; Daicoviciu 1930, tav. I; Quilici – Quilici Gigli – Petraroia 1984, tav. I; infine in Valenti 2003, 104 (tracciato ‘w’). 219 MICAELA ANGLE – PAMELA CERINO – GIUSEPPINA GHINI – ANDREA DE ANGELIS – ANDREA PANCOTTI Fig. 9 Fig. 10 verticolo ‘ad Tepulam’, attraversava l’intero pianoro occidentale del Colle Cimimo e, secondo Thomas Ashby, giungeva fino al pianoro orientale presso la località ‘Villa degli Scozzesi’. Il complesso sistema viario appena descritto, oltre ad aver avuto il compito di collegare le sorgenti dell’aqua Tepula alla Latina e alla cd. Castrimeniense, collegava diverse villae alla viabilità principale per mezzo di ulteriori diverticoli13: il tratto basolato ‘B’, rinvenuto sempre a Via Castel de’Paolis e orientato secondo l’asse Sud-Ovest/Nord-Est, probabilmente collegava al suddetto tracciato viario ‘C’ un abitato di ragguardevoli dimensioni sito presso l’attuale Vigna Onorati14. Per ciò che concerne la struttura in opera poligonale rinvenuta in prossimità del tracciaro viario ‘A’, questa trova interessanti confronti nel vicino territorio di Ciampino (RM): nell’anno 2009 in località ‘Casale dei Francesi’ è venuto alla luce parte di un diverticolo che doveva staccarsi dal IX miglio della Via Appia per raggiungere la cd. Castrimeniense15; tale diverticolo è incluso tra due strutture sostruttive realizzate in opera quadrata ed in opera poligonale di III maniera; inoltre un’infrastruttura idrica ipogea, foderata in opera poligonale di IV maniera, fiancheggia le strutture16. Sempre nei pressi di Ciampino, in località ‘Marcandreola’, è venuto recentemente alla luce parte di un antico tracciato viario protetto ai margini da parapetti realizzati in opera quadrata, da connettersi verosimilmente con lo scorrimento delle acque sulla sede stradale17. Infine si segnala in località ‘Gregna S. Andrea’ un ulteriore tracciato viario fiancheggiato da una sostruzione in opera quadrata di peperino18. Questi elementi confermano il considerevole potenziamento del sistema viario e della rete idrica locale a partire dal primo quarto del III secolo a.C.: l’attuazione di una tale pianificazione territoriale, rientrante nell’ottica dello sfruttamento agricolo e geologico del territorio da parte di Roma, è da met- 13 un’estesa area di frammenti fittili in prossimità della casa posta a q. 259 s.l.m.: Ashby 1907, pl. II; Grossi Gondi 1908, 197, tav. f.t.; Ashby 1910, 262; Quilici – Quilici Gigli – Petraroia 1984, tav. I; Valenti 2003, 292. 15 Manigrasso 2010. 16 La presenza all’interno del medesimo contesto archeologicostratigrafico dell’opera quadrata e di quella poligonale (di III e IV maniera) confermerebbe la teoria circa il loro utilizzo a seconda di diverse applicazioni strutturali e non a seconda di differenti fasi cronologiche: Nicosia – Bettini 2009, 41-53. 17 Betori – Fischetti 2010; per gli ultimi aggiornamenti vd. il contributo dei medesimi autori: “Novità e messe a punto dallo scavo per il sottopasso alla via dei Laghi in località Marcandreola (Ciampino)”, inserito all’interno dei presenti Atti. 18 Aglietti – Rose 2008, 151-160. Si segnala inoltre un ulteriore tracciato viario inedito (fig. 1-E) ubicato presso il margine meridionale di Via delle Selve Vecchie (ca. m 450 nord-ovest dal tracciato viario ‘A’) e portato alla luce nell’anno 2007 nel corso di sondaggi archeologici preventivi: si tratta di un diverticolo lastricato in poligoni di leucitite (sono stati documentati due tratti lunghi rispettivamente m 2,15 e m 6,50, con sede carrabile di ca m 2,15) che doveva staccarsi dal tracciato viario ‘A’ secondo l’asse sud-est/nord-ovest per raggiungere una villa di ragguardevoli dimensioni sita in località ‘Villa Cervia’ (Ashby 1907, pl. II; Ashby 1910, 261; Lanciani Carta Archeol. ms.; De Rossi 1979, 359, nota 416); si ringraziano per la segnalazione il Dott. A. Betori della Soprintendenza per i Beni Archeologi del Lazio, e le dott.sse A. Palladino e A. Zigarelli che hanno effettuato lo scavo e ci hanno fornito le informazioni. 14 Presso il sito della Vigna Onorati è segnalata la presenza di 220 LA VIABILITÀ ANTICA NEL TERRITORIO COMPRESO TRA MARINO E GROTTAFERRATA: UN AGGIORNAMENTO tere in relazione con la pavimentazione del tratto extraurbano della Via Appia sino a Bovillae (293 a.C.) e la realizzazione dell’Anio Vetus (272 a.C.)19. Un’ultima menzione meritano i 16 silos medioevali rinvenuti a Via Castel de’Paolis: questi, utilizzati per conservare il cibo isolandolo da diversi fattori di deterioramento (dovuti a temperatura, umidità, insetti e roditori), individuano una notevole area funzionale deputata allo stoccaggio e alla conservazione della riserve alimentari. Non a torto è stato fatto notare che solitamente questo genere di depositi, quando attestati in così alta percentuale e localizzati in un’area più o meno ristretta, ricadono sotto il controllo di un’autorità pubblica20: l’area dello scavo è sita nei pressi della vecchia ‘Vigna Ingami’ dove agli inizi del XX secolo erano ancora visibili i ruderi del Castrum Pauli. Il possedimento, che gravitava intorno la chiesa di S. Maria fondata da Alberico de Tusculana, è nominato per la prima volta nelle bolle del 955 e del 962 per S. Silvestro; nei primi anni dell’XI secolo (all’incirca nel 1033) venne ceduto all’abbazia di Grottaferrata che ne curò le fortificazioni (probabilmente intorno alla seconda metà del XII secolo); infine nel 1575 l’area del castello venne menzionata attraverso l’espressione ‘Castri diruti Pauli’21. Bibliografia AGLIETTI S. – ROSE D. 2000: Guida al patrimonio archeologico del Comune di Ciampino, Ciampino (RM). AGLIETTI S. – ROSE D. 2008 (eds.): Tra Alba Longa e Roma. 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VALENTI M. 2003: Ager Tusculanus, (Forma Italiae, I, 41), Firenze. 19 20 MICAELA ANGLE Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio micaela.angle@beniculturali.it PAMELA CERINO Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” pam.c9@libero.it GIUSEPPINA GHINI Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio giuseppina.ghini@beniculturali.it ANDREA DE ANGELIS Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” andreadeang@tiscali.it ANDREA PANCOTTI Sapienza - Università di Roma andrea_pancotti@libero.it Per una panoramica storica vd. De Rossi 1979, 19-22; Aglietti – Rose 2000, 24 ss. 21 221 Beolchini 2006, 374-375, con amplia bibliografia. Tomassetti (1976), 252-255; Beolchini 2006, 68, nota 312.