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L'arte Rupestre Del Coren Di Redondo (Capo Di Ponte, Valcamonica) : Novità e Conferme Dall'analisi Integrale Di Un'area Del Versante Occidentale

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PAPERS XXIV Valcamonica Symposium 2011

Larte rupestre deL Coren di redondo (Capo di ponte, VaLCamoniCa): noVit e Conferme daLLanaLisi integraLe di unarea deL Versante oCCidentaLe
Alberto Marretta*
Abstract - The rock art of Coren di Redondo (Capo di Ponte, Valcamonica): new data from the complete documentation of an area on the western Middle Valcamonica The recently found rock art area of Coren di Redondo ranks close to the richest sites with prehistoric engravings on the western valley side of the Capo di Ponte territory. Research has documented and analyzed 22 previously unknown engraved surfaces comprising more than 1200 prehistoric figures. The site constitutes a kind of ideal trait dunion, both geographically and stylistically, between the southern areas of Seradina, Bedolina, Cereto and the northern ones of Redondo, Convai and Pi dOrt. Beyond the ordinary frequency of warriors and animals specific topics are nonetheless present: an exceptional twowheeled chariot, musical instruments (horns of probable Roman times), topographical images and, finally, a selection of animals (especially horses) and human figures attributable to an hypothetical Master of Redondo. One of the largest surface is characterized almost exclusively by the extremely rare subject of the human figure with arms downward (sometimes with weapons) and the presence of mythological creatures with oversized legs and arms. Quite unique is the discovery on another rock of a figure composed by a big circled central cupmark and four segments each with three small cupmarks in line. Albeit in smaller quantities than the larger surrounding rock art areas Coren di Redondo offers undoubtedly a wide variety of subjects and a valuable case study to expand the yet incomplete knowledge of the western side of the Capo di Ponte territory during the four millennia before the arrival of the Romans. Riassunto - Larte rupestre del Coren di Redondo (Capo di Ponte, Valcamonica): novit e conferme dallanalisi integrale di unarea del versante occidentale Individuata soltanto di recente, larea del Coren di Redondo si colloca a ridosso delle zone pi ricche di raffigurazioni preistoriche capontine, al centro del versante occidentale della Media Valcamonica. Ad oggi sono state individuate e documentate 22 superfici istoriate precedentemente ignote comprendenti oltre 1200 figure incise di epoca preistorica in una striscia di territorio che costituisce una sorta di ideale trait dunion, sia geografico che stilistico, fra le meridionali aree di Seradina, Bedolina, Cereto e linsieme pi a nord di Redondo, Convai, Pi dOrt. Fra le tematiche peculiari rappresentate, oltre alla frequenza di armati e di zoomorfi, alleccezionale carro a due ruote e agli strumenti musicali (cornua di probabile epoca romana), spiccano le composizioni geometriche di tipo topografico e, infine, una selezione di animali (soprattutto equidi) e figure umane attribuibili ad un ipotetico Maestro di Redondo det del Ferro. Inequivocabilmente interessanti per la rarit o lunicit del soggetto raffigurato sono: una grande superficie caratterizzata quasi unicamente da figure umane con braccia rivolte verso il basso (talvolta armate) inframmezzate a grandi esseri mitologici con lunghe gambe e lunghe braccia e una figura cruciforme composta da grande coppella centrale cerchiata e da quattro bracci realizzati ciascuno con tre piccole coppelle in linea. Seppur in quantit minore rispetto alle grandi aree rupestri finora note il Coren di Redondo offre una notevole variet di soggetti e una casistica preziosa per allargare in termini sia cronologici che interpretativi la conoscenza, ancora lacunosa, dellattivit istoriativa sul versante occidentale capontino durante i quattro millenni che precedono larrivo dei Romani in Valcamonica.

Rsum - Lart rupestre de Coren di Redondo. Ce texte considre la zone rupestre du Coren di Redondo au centre du cote occidental du Valcamonica moyenne. 22 superficie comprend 1200 figures de peuples prhistorique entre Seradina, Bedolina, Cereto, Redondo, Convai, Pi dOrt. Parmi le tempe principal le figures du personnage arm et zoomorphe annot une figuration exceptionnelle dun char a deux roux et instrument musical [un corne dun probable poque romaine]. On constat la prsence dun composition gomtrique de type topographique ainsi des animaux, surtout des quid, de lage du fer. Particulirement intressante une grande surface caractrise par de figure humain brasse, parfois arm, accompagn par figure mythologique au long jambe e bras. Ainsi que un composition cruciforme de cupule. Le gravures couvre un priode de 4 millnaire jusqu larrive de romain au Valcamonica.

* Alberto Marretta Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali (CRAAC)

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Alberto Marretta

1. introduzione. Fra il 2009 e il 2010, con lobiettivo di aggiungere un piccolo ma prezioso tassello alla conoscenza dei numerosi siti rupestri camuni ancora inediti, si condotta la documentazione e lanalisi integrale di unarea con petroglifi posta sul versante occidentale del territorio capontino, denominata provvisoriamente Coren di Redondo1. A conclusione lavori sono state individuate 22 superfici con incisioni pre e protostoriche, per un totale di circa 1250 raffigurazioni. Quasi tutti le rocce interessate da segni incisi insistono a ridosso o nei pressi dellunico, obbligato sentiero che attraversa larea per tutta la sua lunghezza e che, data lasprezza dei luoghi, appare di antica e continuata frequentazione. Lo studio delle incisioni rupestri stato condotto sulla base di modelli di studio darea giunti a maturazione in anni relativamente recenti2, adottando il tradizionale metodo del rilievo a contatto ma integrandolo con elementi di natura in parte sperimentale, quali, per esempio, la raccolta di una serie di misurazioni di pendenza della superficie rocciosa a ridosso delle incisioni. Di seguito si presentano alcuni risultati delle ricerche effettuate, ancora da considerarsi non esaustivi e limitati agli spazi della presente sede, ma comunque sufficientemente illustrativi del ruolo importante che anche lo studio di unarea rupestre di modeste dimensioni pu avere nella comprensione globale dellintero fenomeno artistico camuno. 2. appunti per unanaLisi CompLessiVa deLLarea. Delle 22 rocce censite soltanto 6 superano le 100 figure (R. 1, 9, 12, 14, 16, 19) e unicamente la R. 14 si avvicina alle 200 unit (192), costituendo questultima una sorta di nucleo centrale attorno al quale si sviluppa la porzione istoriata pi settentrionale dellarea. Linsieme delle R. 1 e 2 (134 + 90 figure), allestremit meridionale dellarea, costituiscono invece un secondo polo tematico con chiari collegamenti verso le limitrofe BedolinaSassiner R. 16/17 e Dos MirichRoccia del Diavolo. I dati mostrano una densit media sullintera area di circa circa 56 figure/roccia, un dato pi basso rispetto alle 76 figure/roccia di Pi dOrt3 ma che conferma una distribuzione spaziale dispersa in cui poche figure poste su molte rocce si trovano gravitanti attorno a grandi nuclei istoriati formati da un numero limitato di singole superfici. Il catalogo tipologico delle raffigurazioni stato volutamente modellato su quello utilizzato per larea di Pi dOrt4, con lobiettivo di confrontare i dati di versante e individuare conferme o affinamenti a quanto emerso nello studio del 1995. Le figure sono cos state suddivise in quattro grandi categorie (Antropomorfi, Zoomorfi, Manufatti, Simboli e segni), a loro volta articolate in sottocategorie di dettaglio. Ai fini del presente articolo si propone soltanto il raffronto fra le percentuali delle categorie tipologiche principali sul totale delle raffigurazioni catalogate (Grafico 1). Nonostante il campione del Coren di Redondo corrisponda a poco meno della met dei dati da Pi dOrt (circa 1250 figure su 22 rocce per la prima area a fronte di circa 3130 figure su 42 rocce per la seconda) le percentuali di categoria dimostrano, per il versante occidentale, una sostanziale omogeneit tipologica, con le figure antropomorfe che si presentano mediamente con numeri doppi rispetto a quelle animali e corrispondono a circa del totale catalogato. Una discrepanza evidente si nota invece nella categoria manufatti, categoria entro la quale sono state inserite in maniera allora forse troppo affrettata le cosiddette composizioni topografiche, i cui criteri di conteggio non sono ancora stati concordemente definiti5. Rimane in ogni caso il dato di rilievo della categoria simboli e segni, categoria che costituisce una specie di contenitore universale del non identificato e che, rappresentando in entrambi i casi circa il 50% delle raffigurazioni, conferma lenorme quantit di informazioni che sfugge interamente allanalisi attuale. Per quanto riguarda laspetto cronologico, i cui dettagli sono ancora in corso danalisi, si evidenzia una ipotetica frequentazione dellarea in due momenti principali: una fase antica, collocabile fra
1 Per un resoconto della prima campagna di documentazione e per lanalisi preliminare di alcuni temi peculiari, quali per esempio il piccolo carro a due ruote della R. 1 e le raffigurazioni di strumenti musicali (corni) depoca romana, qui non presi in considerazione si veda: Marretta 2009. 2 Sansoni, GaVaLdo 1995; 2009. 3 I dati da Pi dOrt mostrano un chiaro sovraconteggio di figure per le rocce che presentano composizioni topografiche. Rimane da chiarire infatti se le composizioni topografiche debbano essere conteggiate in ogni loro singolo elemento, aumentando quindi esponenzialmente le figure, o se debbano essere invece scomposte nei rispettivi moduli compositivi (campi di coppelline e non, invece, coppelline singole, rettangoli sottosegnati, ecc.). Lopinabilit del criterio di catalogazione rende quindi al momento divergenti i cataloghi realizzati in tempi diversi o da differenti ricercatori. 4 Sansoni, GaVaLdo 1995 pp. 116117. 5 A tal proposito va purtroppo segnalata limpossibilit di porre a confronto con il Coren di Redondo e il Pi dOrt anche i dati dallimportante area di Campanine, poich nel catalogo di questultima le composizioni topografiche sono state catalogate in una categoria differente, rendendo impossibile raffrontare i dati.

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Neolitico Finale e prima et del Rame (fine IV-inizi III millennio a.C.) e rappresentata unicamente da poche composizioni geometriche di tipo topografico6, e una preponderante fase recente corrispondente al I millennio a.C. e coincidente interamente con let del Ferro. Degna di nota la assai probabile datazione alla piena epoca imperiale (a partire dallinizio del II sec. d.C.) dei cornua raffigurati sulle R. 9 e 16, termine che indica la persistenza e la capillarit dellattivit incisoria ancora in avanzato periodo romano e dunque ben oltre i tradizionali limiti cronologici fono ad oggi considerati7. La scarsit di casi di sovrapposizione (meno di 30 ricorrenze sulle circa 1300 figure catalogate) e la poca significativit cronologica delle figure coinvolte rende daltronde il Coren di Redondo unarea paradigmaticamente poco idonea a sostenere o smentire gli assetti cronologici fino ad oggi proposti. In particolare mancano del tutto sovrapposizioni fra composizioni geometriche e altre figure, fatto questo che impone soprattutto per le prime una datazione per confronto con dati provenienti da altre aree, mentre per let del Ferro la schematicit di molti elementi suscettibili di confronto archeologico, come le armi, lascia in pi di un caso molto incerti sugli esiti della comparazione. 2.1. I dati sulla pendenza dei pannelli incisi. Come si detto per lo studio dellarea si anche sperimentata per la prima volta in maniera sistematica la raccolta di una serie di dati di pendenza delle superfici ospitanti incisioni rupestri. Lobbiettivo era quello di ovviare alla cronica mancanza di informazioni in proposito, bench sia empiricamente evidente che larte rupestre in Valcamonica sembrerebbe non prediligere porzioni di superficie verticale ma soltanto rocce di modesta inclinazione8. Le pendenze sono state osservate mediante luso di un clinometro appoggiato sulla superficie accanto alle raffigurazioni, registrando pi di un dato per ogni foglio di rilievo a contatto utilizzato e raccogliendo una media di 22 osservazioni per roccia. Si sono cos raccolte 497 misurazioni, la cui distribuzione riassumibile nel Grafico 2. I dati confermano che linclinazione media dei punti superficiali scelti per lincisione di 25, con un massimo della distribuzione (1 e 3 quartile) posto fra i 15 e i 30. Soltanto sporadiche invece le figure realizzate su superfici con inclinazione superiore ai 45, fra cui si segnala in particolare la R. 3, grande e ripido lastrone che costeggia a monte il tratto pi stretto del sentiero e che presenta una novantina di raffigurazioni sparse su 11 settori quasi verticali. In generale il dato dimostra la preferenza per pendenze modeste, nonostante la Media Valle offra comunque molte pareti verticali altrettanto adatte alla realizzazione di raffigurazioni. 2.2. Distribuzione dei temi. 2.2.1. Rapporti con il versante. In genere si conferma la frequenza di tipologie umane e animali riscontrabili in tutte le aree del versante occidentale, da Seradina al Pi dOrt. Non v dubbio infatti che il Coren di Redondo abbia una chiara impronta iconografica occidentale, nel senso che, come sarebbe naturale ormai aspettarsi, non vi compaiono temi tipici dellopposto versante, quali, per esempio, gli oranti schematici, le palette o le asce. Analogamente altri soggetti emergono con percentuali assai ridotte e in sintonia con frequenze quattro sole raffigurazioni di capanna in tutta larea e quattro figure di volatili sulla R. 1 o con tipologie specifiche di versante, come le impronte di piede a sola linea di contorno o interamente campite9. Forti relazioni con le aree circostanti sono ravvisabili in special modo negli animali, che nei casi meglio riusciti sono realizzati con tutte e quattro le zampe flesse verso linterno secondo formule presenti a partire gi da Seradina R. 12 e reperibili fino al Pi dOrt. Indubbio carattere sovraareale anche quello delle composizioni geometriche di tipo topografico che, con frequenze minori soltanto nelle aree a bassa quota di Seradina e Cereto, si presentano decisamente come forte carattere di versante in tutta la fascia BedolinaDos del MirichRedondo Pi dOrt.

6 Per lattribuzione in toto a questo periodo di una specifica gamma di composizioni geometriche topografiche si veda: ArC 2001; Sansoni, GaVaLdo 1995 pp. 162168. 7 Anati 2004; Fossati 1998. Si tenga presente che identici strumenti sono raffigurati in quasi tutte le principali aree rupestri del versante occidentale, con casi segnalati, oltre che al Coren di Redondo, a Seradina, a Bedolina e al Pi dOrt. 8 Non mancano naturalmente eccezioni eclatanti a tale regola, soprattutto per quanto riguarda lEt del Rame. Si veda a titolo esemplificativo: Anati 2004; Casini 1994. Per casi di raffigurazioni su parete verticale durante lEt del Ferro si veda soprattutto: MarChi 1997; PriuLi 1993. 9 Per una panoramica tipologica sulle impronte di piede si veda: Gavaldo 2009.

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2.2.2. Caratteristiche interne darea. Allinterno dellarea si riscontra invece unarticolazione tematica peculiare, che sembra prediligere da una roccia allaltra alcuni soggetti a scapito di altri. Particolarmente significativa la dinamica fra figure umane e animali, che mostra una percepibile alternanza e delinea nellarea una sorta di distribuzione puntiforme con superfici a decisa, anche se praticamente mai esclusiva, preferenza umana (R. 7, R. 14, R. 3) e altre a preferenza animale (R. 19)10. Significative quindi a tal proposito sono anche le rocce in cui antropomorfi e zoomorfi sono presenti in egual misura, come limportante R. 9 una delle pi ricche dellarea con le sue 167 figure , la R. 2 e la R. 1, che presenta la maggiore (e praticamente unica) concentrazione di cavalieri (5). Fra le figure umane dominano naturalmente gli armati (il 41% della categoria antropomorfi e il 12% del totale), con distribuzioni interessanti sia sul piano dellarmamento che su quello dello stile. Gli armati di scudo e lancia (con occasionale presenza anche dellelmo) in posizione frontale (braccia generalmente aperte sui lati e piedi rivolti verso lesterno, arti lineari) si concentrano su alcune rocce (R. 14, R. 21) o porzioni di roccia (R. 1 settore occidentale) e in mutua esclusione con gli armati di spada e scudo, realizzati di profilo e con posture pi dinamiche, presenti per es. sulle R. 7 e R. 16. evidente che lassociazione di armamento, stile e superficie rocciosa pu indicare una consonanza di tipo cronologico e suggerire lutilizzo in varie fasi dellet del Ferro di specifiche rocce o porzioni di esse. Rimane comunque non chiarita la logica di tale scelta territoriale, che appare a macchia di leopardo e mostra in ogni fase una frequentazione o per lo meno una conoscenza totale dellarea da parte degli antichi incisori, e non, come invece verrebbe pi naturale ipotizzare, una sorta di espansione o colonizzazione radiale da zone frequentate in antico verso punti pi marginali. 3. Considerazioni su aLCuni soggetti CaratteristiCi deLLarea. 3.1. La R. 14 e le figure con le braccia verso il basso. La roccia, che con 192 figure la pi ricca dellintera area, formata da tre settori con aspetti iconografici peculiari. La porzione pi interessante (settore A) si caratterizza per la singolare frequenza delle figure non armate, che unite alle incomplete (tutte anchesse non armate) coprono circa l80% di tutte le figure antropomorfe presenti sulla superficie (Grafico 3). Fra di esse compaiono numerose figure con le braccia rivolte verso il basso (Fig. 1), postura assolutamente rara nellarte rupestre camuna e finora presente in maniera decisamente caratterizzante soltanto nella famosa porzione orientale della R. 12 di Seradina I Corno. Grandi personaggi con lunghe braccia e lunghe gambe ma senza particolari indicazioni dei piedi o delle mani si trovano inoltre frammisti alle altre figure, ma soltanto nella porzione orizzontale della superficie. Da segnalare la presenza eccezionale di figure umane speculari verticalmente e levidente interpretazione della geometria superficiale della roccia da parte dellincisore: le figure si dispongono infatti in alcuni casi orizzontalmente nelle canalette glaciali, in maniera non dissimile dai casi con oranti del versante orientale (Naquane R. 32, Campanine R. 16). Di particolare rilievo anche lassoluta rarit delle figure animali che sul complesso dei tre settori superano di poco il 2,5% del totale, ben al di sotto della media darea (circa il 13%). La R. 14 dunque una superficie insolitamente monotematica, che sembra essere stata frequentata soltanto durante le prime fasi dellEt del Ferro e che probabilmente ha servito scopi del tutto speciali allinterno dellarea e, forse, dellintero versante. Nel settore C merita una menzione particolare una piccola figura di guerriero dal corpo molto schematico (Fig. 2) che esibisce di converso un armamento insolitamente dettagliato: lunga lancia con cuspide rivolta in basso e grande scudo semicircolare con chiaro umbone centrale visto di profilo. Piccoli rigonfiamenti allaltezza delle ginocchia paiono indicare anche la presenza di schinieri. La cuspide dellarma, realizzata con molta cura nonostante le esigue dimensioni, mostra stringenti analogie con la lancia proveniente dalla prima tomba di guerriero di Sesto Calende (fine VII sec. a.C.) e fornisce una delle rare indicazioni cronologiche dellarea. La lancia imbracciata con cuspide rivolta verso il basso frequente per es. anche sulla R. 12 di Seradina I e caratteristica degli armati schematici con braccia aperte11 come anche le figure umane con la braccia rivolte verso il basso parrebberro
10 Il dato naturalmente significativo per le rocce di medioalta dimensione (oltre le 50 raffigurazioni), poich in questo caso la probabilit che il rapporto distributivo antropomorfi/animali non sia un gesto volontario ma casuale si abbassa in proporzione. Considerato che in tutta larea gli antropomorfi rappresentano il 30% delle raffigurazioni e gli zoomorfi il 13% il caso, per esempio, della R. 19 antropomorfi al 18%, zoomorfi al 26% non pu che evidenziare la volont di mettere in atto una sorta di programma tematico ad hoc per talune rocce dellarea. 11 Si tratta dei cosiddetti schierati, figure umane armate definite in questo modo da A. Fossati per distinguerle dalle figure duellanti che talvolta esse accompagnano. Si veda soprattutto: Fossati 1991.

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inoltre suggerire significati legati alliconicit del gesto/atteggiamento, una sorta di messaggio del corpo congelato in posture che veicolano precisi segnali visivi legati a evocazioni di eventi mitici o a momenti topici di coreografie e/o rituali. 3.2. Una rosa camuna incompleta? Allestremit occidentale della R. 7, che come la R. 14 costituita quasi unicamente da figure umane e spicca per lassenza di animali (3,3% sul totale delle 61 figure censite sullintera superficie), si nota una singolare figura composta da 12 piccole coppelle diposte a croce attorno ad una grande coppella cerchiata (Fig. 3). La composizione non ha confronti nellarte rupestre camuna. Unanalogia si pu notare con la disposizione a croce delle coppelle che compongono la variante a svastica della rosa camuna (8 + 1 centrale)12, anche se nel nostro caso le 13 coppelle + 1 centrale non consentono una costruzione compiuta della rosa. La figura si trova discosta dal principale nucleo istoriato, su una porzione di superficie perfettamente pianeggiante. Probabilmente non casuale, anche se del tutto congetturale in termini di significativit interpretativa, deve risultare lallineamento quasi perfetto dei quattro bracci con i punti cardinali. 3.3. Le composizioni geometriche di tipo topografico. Si aggiungono allarticolata composizione geometrica della R. 12 e a quella assai pi semplice della R. 513 altri tre pannelli con analoghi motivi topografici: il primo, molto logoro, si trova su un nuovo settore della R. 12 (sett. B), mentre gli altri due sono stati documentati rispettivamente sulla R. 7 e sulla R. 15. Il nuovo settore della R. 12 mostra un motivo quadrangolare campito con piccole coppelle e un motivo circolare anchesso campito con coppelle. Questultimo stato realizzato su un piccolo rigonfiamento della roccia e mostra chiaramente la volont dellincisore di adattarsi alla forma della superficie, modellando per cos dire la figura bidimensionale allandamento tridimensionale della roccia. Casi simili sono daltronde gi stati osservati sul versante, per es. a Seradina II R. 18, a Seradina I Ronco Felappi R. 57, a Bedolina R. 714, e fanno parte di quel fenomeno di scelta e reinterpretazione del supporto macroscopico soprattutto nel caso di alcune composizioni topografiche ma non limitato ad esse il cui studio in Valcamonica ancora agli albori. La composizione geometrica della R. 7 si trova in un settore a s stante a vista sul fondovalle (sett. B), posizione che potrebbe rafforzare linterpretazione topografica di tali raffigurazioni, se non fosse che a Bedolina la R. 9 e soprattutto la nuova, grande R. 7 smentiscono in maniera inequivocabile tale regola15. Semplice nella struttura, non presenta linee di connessione fra gli elementi ma solo un insieme di rettangoli partizionati internamente e un gruppo di coppelle ordinate in linee a formare un quadrato nella parte alta. La tipologia degli elementi di quelle considerate pertinenti alle prime fase dellarte rupestre camuna16. La R. 15, posta a margine di uno stretto sentiero pochi metri oltre la R. 14, mostra una coppia di elementi (un rettangolo e un cerchio) campiti con profonde coppelle (Fig. 4). Due piccole appendici sembrano costituire accenni di elementi di connessione, specialmente nel caso del piccolo tratto che unisce i due elementi. Nel rettangolo spicca inoltre una coppella di maggiori dimensioni posta al centro della figura. Due piccole figure umane di aspetto schematico sono poste nei pressi della raffigurazione principale, anche se non chiaro che tipo di relazione cronologica vi sia fra di esse. Bench la tipologia della composizione topografica sia da ricondurre a quella delle mappe complesse di Et del Ferro tipo Bedolina17, la relativa semplicit della raffigurazione e lassenza degli elementi pi caratterizzanti sentieri di connessione e quadrati con coppelle lascia pi di un dubbio sullattribuzione tipologica e, pertanto, cronologica. 3.4. Gli animali golasecchiani: note sulla dialettica fra caratteri locali e relazioni areali. In anni recenti stata avanzata lipotesi che durante let del Ferro si possa rintracciare, soprattutto nella grande macroarea capontina nucleo principale dellarte rupestre camuna un fenomeno definibile come tematizzazione del territorio. In sostanza temi e/o veri e propri stili figurativi si troverebbero distribuiti in maniera difforme e ben riconoscibile a formare zone con caratteristiche
12 13 14 15 16 17 Per approndimenti sul tema si veda: Farina 1998. Marretta 2009. Marretta 2006. Ibid. ArC 2001. Turconi 1997.

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grafiche univoche18. Studi tematici di dettaglio19 hanno mostrato la sostenibilit di tale ipotesi, certo allinterno di una gamma di immagini che vede comunque temi dominanti e/o comuni in quasi tutti i siti rupestri conosciuti20. I caratteri locali del Coren di Redondo, come la presenza di raffigurazioni di strumenti musicali (corni di probabile tipologia e epoca romana) o la rintracciabilit di un possibile maestro che ha operato secondo uno stile ben riconoscibile anche nella soprastante area di Redondo21, si arricchisce oggi di elementi che invece rimandano in maniera del tutto nuova a forme rappresentative tipiche del versante orientale (nello specifico zona di Foppe di NadroNaquane). Si tratta soltanto di poche figure un equide con cavaliere, un secondo equide incompleto (entrambi sulla R. 2; Fig. 5) a cui va certamente affiancata una scena di caccia al cervo (roccia non numerata fra larea di Bedolina e le prime rocce del Coren di Redondo; Fig. 6) poste nella porzione darea pi meridionale e dunque gravitante in termini figurativi sulla confinante area di Bedolina22. Tale forma lineare per definire la figura animale, ben conosciuta per es. a Foppe di Nadro R. 27, stata da tempo messa in relazione ad una tradizione decorativa su bronzo di ambito golasecchiano (Situla di Trezzo) ed halstattiano (kline di HochdorfBadenWrttemberg, bronzi da FliessAustria e Most na SoiSlovenia)23 e pare enfatizzare la posizione centrale e privilegiata della Valcamonica quale ambito di raccordo fra aree alpine o addirittura extraalpine assai distanti fra loro. Senza entrare nel merito delle complesse dinamiche, sia prettamente tecniche sia di natura socioculturale, che regolano acquisizioni e influssi da culture esterne o da differenti supporti, va qui certamente sottolineata la presenza, in un certo senso inaspettata alla luce di quanto sopra, in unarea del versante occidentale di uno stile tipico invece del versante orientale. La presenza sulla R. 2 di una figura umana con gambe flesse (Fig. 7) identica in termini formali ai ben noti personaggi con elmi raggiati di Zurla e Foppe di Nadro24 induce a ritenere quasi certa quindi la possibilit di relazioni dirette (medesimo artista o filone stilistico condiviso?) su entrambi i versanti dellareale capontino (con importanti conseguenze in termini di sincronia cronologica e di frequentazione), bench questa non possa essere considerata di certo una regola. 4. ConCLusioni. Il Coren di Redondo costituisce certamente soltanto una piccola articolazione del grande nucleo darte rupestre presente nel versante occidentale, disponendosi essa su uno stretto passaggio obbligato fra pareti verticali di roccia in alcuni casi strapiombanti per decine di metri fino al fondovalle. Per quanto apparentemente secondaria dal punto di vista geografico e proporzionatamente modesta in termini di superfici incise, essa sorprende comunque per la capillarit del fenomeno istoriativo e la variet tematica raffigurata. Di certo la presenza di un sentiero e lo stesso concentrarsi delle rocce istoriate nei pressi di esso indica una frequentazione in un certo senso naturale, quasi ovvia per chi si muova quotidianamente sul versante e pratichi giocoforza i percorsi, praticamente obbligati, che esso presenta. I dati raccolti, in corso di pubblicazione definitiva, offrono uno spaccato importante di un fenomeno incisorio che per il versante occidentale sembra delineare una sorta di grande macrosito con caratteri comuni ampiamente diffusi e condivisi. Le specificit darea, presenti ma apparentemente meno marcate rispetto al versante orientale, impongono quindi ancora con pi urgenza unanalisi estensiva di tutti i siti limitrofi interessati dal fenomeno rupestre, non essendo in questo caso possibile parlare di aree se non applicando criteri di delimitazione assolutamente congetturali e chiaramente distorti dallapproccio moderno alla scomposizione del territorio. Il Coren di Redondo, centrale e periferico allo stesso tempo, illumina su precedenti unicit riscontrate in aree apparentemente meglio conosciute come Seradina (le figure con braccia verso il basso della R. 12) o Pi dOrt
18 Per un tentativo di formulazione del fenomeno attraverso lanalisi di un tema specifico si veda: Marretta 2007. 19 SaVardi 2009; GaVaLdo 2009. Macroscopica anche, a titolo puramente esemplificativo, la concentrazione di asce della Tarda et del Ferro (hellebardenaxt) nella zona di Paspardo o, pi in generale, delle asce sia a tagliente espanso tipo hellebardenaxt sia a lama quadrangolare sul versante orientale, con particolare riguardo per queste ultime allarea di Campanine. Si veda a tal proposito: Martinotti 2009; Bossoni 2009. 20 Lampante per lEt del Ferro lubiquit delle figure umane e degli animali. 21 MarChi 1997; Marretta 2009. 22 Non forse un caso che lunica scena di caccia del Coren di Redondo cavaliere con lancia, cane e cervo si trovi proprio sulla R. 1, cio in prossimit di Bedolina. 23 De Marinis 1988. 24 Ricordiamo che a Foppe di NadroZurlaporzione meridionale di Naquane possibile isolare una sorta di pattern stilisticotematico che vede il concentrarsi di alcuni peculiari caratteri figurativi: i cavalli golasecchiani, una ristretta serie di figure umane con elmo raggiato, gli uccelli con becco adunco, una serie di quadrupedi (capridi e cervidi) con corpo pentagonale e arti lineari, uno specifico set di figure di costruzioni, ecc. Per maggiori dettagli si veda: Marretta 2005; 2007.

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Larte rupestre del Coren di Redondo (Capo di Ponte, Valcamonica): novit e conferme dallanalisi integrale di unarea del versante occidentale

(i carri), sorprende su tematiche fondamentali (le composizioni topografiche) con casi nuovi di estremo interesse, espande lambito geografico e cronologico del fenomeno rupestre e, infine, aggiunge per la prima volta informazioni sistematiche sulla morfologia delle superfici incise (i dati sulle pendenze dei pannelli istoriati). Anche se molto rimane ancora da fare ci auguriamo che un piccolo vuoto, almeno per il versante occidentale della Media Valcamonica, sia stato colmato e che i nuovi dati costituiscano un elemento di stimolo per le ricerche future. Si ringraziano per la collaborazione prestata alle ricerche: Sara Rinetti, Antonella Ghidini, Nicole Forchini, Pamela Rocca, Ingrid Belafatti, Silvia Zonta, Sergio Musati, Angelo Martinotti. BiBLiografia.
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Alberto Marretta

Grafico 1 Raffronto tipologico fra larte rupestre del Coren di Redondo e quella del Pi dOrt. I dati per questultima area sono tratti da Sansoni, Gavaldo 1995.

Grafico 2 Boxplot con indicazione della distribuzione relativa al campione di 497 pendenze misurate nei pressi delle figure incise.

Grafico 3 Coren di Redondo, Capo di Ponte (BS). Tipologie di antropomorfi presenti sulla R. 14.

Fig. 1 Coren di Redondo, Capo di Ponte (BS), R. 14 sett. A (dettaglio). Figure umane con braccia rivolte verso il basso circondano esseri mostruosi pi grandi e con arti smisurati (figure mitologiche?).

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Larte rupestre del Coren di Redondo (Capo di Ponte, Valcamonica): novit e conferme dallanalisi integrale di unarea del versante occidentale

Fig. 2 Coren di Redondo, Capo di Ponte (BS), R. 14 sett. C (dettaglio). Guerriero schematico armato di lancia con cuspide rivolta in basso e scudo semicircolare con umbone centrale enfatizzato.

Fig. 3 Coren di Redondo, Capo di Ponte (BS), R. 7 sett. A (dettaglio). Composizione di coppelline con coppella maggiore centrale cerchiata (rosa camuna a svastica incompleta?).

Fig. 4 Coren di Redondo, Capo di Ponte (BS), R. 5 sett. A. Composizione geometrica di tipo topografico.

Fig. 5 Coren di Redondo, Capo di Ponte (BS), R. 2 sett. A (dettaglio). Ricco pannello con numerose figure animali associate ad antropomorfi e impronte di piede. Si noti il cavaliere su equide a linea di contorno in alto a destra.

Fig. 6 Bedolina, Capo di Ponte (BS), roccia non numerata. Scena di caccia al cervo. Preda e cane sono realizzati secondo il caratteristico stile dei fregi figurati golasecchiani.

Fig. 7 Coren di Redondo, Capo di Ponte (BS), R. 2 sett. A (dettaglio). Guerriero associato a figura umana armata e ad altri segni simbolici.

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