
Progetto SITAR
Nell’ampio quadro istituzionale delle Infrastrutture di Dati Territoriali (IDT) pubbliche, promosse anche dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma (SSBAR) sta attuando dal 2007 il Progetto SITAR con due finalità primarie:
> la costituzione di un catasto digitale archeologico per il territorio metropolitano di Roma e di Fiumicino
> la sperimentazione di un sistema avanzato per l’elaborazione e la multi-rappresentazione della conoscenza archeologica.
Da un iniziale profilo specificamente aderente alla mission istituzionale della SSBAR, oggi l’esperienza progettuale del SITAR si sta gradualmente evolvendo in una sperimentazione pilota volta, con maggiori e più ambiziosi traguardi, alla costruzione di un’IDT condivisa e partecipata con l’amministrazione centrale del MiBAC, gli enti locali e i soggetti della ricerca, messa a supporto delle azioni di co-pianificazione e di sviluppo socio-economico del territorio.
Gli esiti più recenti delle attività di progettazione e implementazione della base primaria di conoscenze e strumenti del SITAR, si esplicitano progressivamente – come insieme di architetture logiche e di applicazioni web realizzate a supporto del sistema e degli utenti – nei connotati tecnologici della piattaforma operativa descritta, in questa sede, nelle sue linee generali.
Supervisors: Mirella Serlorenzi
Phone: +390648020231
Address: Piazza dei Cinquecento, 67
00185, Rome - Italy
> la costituzione di un catasto digitale archeologico per il territorio metropolitano di Roma e di Fiumicino
> la sperimentazione di un sistema avanzato per l’elaborazione e la multi-rappresentazione della conoscenza archeologica.
Da un iniziale profilo specificamente aderente alla mission istituzionale della SSBAR, oggi l’esperienza progettuale del SITAR si sta gradualmente evolvendo in una sperimentazione pilota volta, con maggiori e più ambiziosi traguardi, alla costruzione di un’IDT condivisa e partecipata con l’amministrazione centrale del MiBAC, gli enti locali e i soggetti della ricerca, messa a supporto delle azioni di co-pianificazione e di sviluppo socio-economico del territorio.
Gli esiti più recenti delle attività di progettazione e implementazione della base primaria di conoscenze e strumenti del SITAR, si esplicitano progressivamente – come insieme di architetture logiche e di applicazioni web realizzate a supporto del sistema e degli utenti – nei connotati tecnologici della piattaforma operativa descritta, in questa sede, nelle sue linee generali.
Supervisors: Mirella Serlorenzi
Phone: +390648020231
Address: Piazza dei Cinquecento, 67
00185, Rome - Italy
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Atti del IV Convegno di Studi SITAR 2015 by Progetto SITAR
Nella periodicità a cui i Convegni intorno al SITAR ci hanno abituati,
sono stati di volta in volta affrontati problemi differenti, che fotografano
lo status quaestionis del momento e rappresentano uno snodo significativo.
Anche gli atti che ora si pubblicano, a distanza di un paio d’anni dal Convegno
e con un distanziamento corretto e consapevole, si inseriscono in tale quadro,
traendo spunto dal problema della gestione dei dati, anche in grande mole.
I contenuti del volume, scandito per registri problematici, sono riconducibili
a tre filoni, peraltro interconnessi, che comprendono la catalogazione con
le correlate istanze normative dei linguaggi, le applicazioni GIS variamente
esemplificate e le banche dati, declinate anche nel senso della comunicazione
al grande pubblico.
Fattore accomunante e onnicomprensivo è, peraltro, il concetto di rete,
evocato già nel titolo come contenuto e strumento al tempo stesso, chiave
ottimale nella quale trovano collocazione le grandi moli di dati via via
proposti e analizzati: la rete, non solo nel senso della traduzione letterale del
termine web, costituisce il quadro per comprendere la nuova organizzazione
del sapere generata da Internet, la cui articolazione “in entrata” è certamente
gerarchica nella costruzione, mentre nella fruizione “in uscita” diventa paratattica
e associativa; ma tale diviene ancor di più in un universo digitale
ormai “liquido”, in cui il pensiero stesso si plasma attraverso la ricerca e
l’estrazione del dato (data retrieval), prontamente indicizzato da motori di
ricerca sempre più performanti, e si struttura secondo i criteri associativi del
link. Temi come questo, anche dal punto di vista delle prospettive cognitive,
meritano un’analisi approfondita a parte, ma vanno almeno menzionati alla
luce dei contributi del volume.
Al tempo stesso la rete, da intendere anche come infrastruttura fisica,
si fa veicolo di problematiche inimmaginabili fino a pochi anni fa: oltre alla
presentazione delle novità e dei possibili sviluppi, più di un testo contenuto
nel volume rispecchia l’importante fase di ripensamento, anche giuridico, in
materia di Open Data, da un lato ripercorrendo la parabola dell’apertura
conseguente a una diversa concezione delle licenze e delle proprietà dei dati,
dall’altro volgendosi a nuovi utilizzi, e riutilizzi, che di questi si possono compiere:
un delicato punto su cui il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e
del Turismo si sta impegnando con politiche ampie, ma che scaturisce da una
concomitanza di dati storici (dalla Glasnost di Gorbacëv, a Obama; ma non si
dimentichi l’Amministrazione come “casa di vetro”, secondo la definizione di
Filippo Turati agli inizi del Novecento) e di conseguenti portati del pensiero.
Come è stato largamente riconosciuto, l’apertura dei dati ha comportato una democrazia digitale totale e per fortuna irreversibile: non va tuttavia trascurato
che se la quantità dei dati scaricabili o comunque consultabili on line
aumenta esponenzialmente, non può mancare una parallela consapevolezza
critica nella ricerca, nell’individuazione e nell’uso di essi: il volume offre un
ricco ventaglio in questo senso, presentando un settore specifico, relativo
all’archeologia.
Nell’ambito delle novità prospettate non può d’altra parte mancare uno
spunto critico, guardando ai sistemi informativi territoriali, alle banche dati e
alla realtà aumentata: tutti sono divenuti centrali e imprescindibili negli ultimi
anni per chi fa ricerca archeologica e si avvicina a un territorio o a un sito,
e costituiscono una sorta di nuova rappresentazione della realtà, almeno in
senso archeologico, non diversamente dai sistemi informativi diffusi dal web
e sui dispositivi individuali, che rischiano di divenire in certi casi una realtà
parallela e falsante: massima deve essere pertanto l’attenzione, da parte di chi
opera nel campo, nel porsi domande e obiettivi puntuali, cui corrispondano
risposte circoscritte e mirate.
Infine, una tendenza si coglie, non intenzionalmente esplicitata ma presente
in vari contributi: la consapevolezza che alla logica dell’interoperabilità
dei dati, sostenuta soprattutto nel primo decennio del nuovo millennio, si sta
affiancando quella più permeabile dell’integrazione di essi.
Elena Calandra
Istituto Centrale per l’Archeologia
Papers by Progetto SITAR
This paper presents the preparatory phase of an analytical work arised in the context of the SITAR Project, the first digital archaeological cadastre of Rome, and focused on the evolution and revaluation of AIS in the Public Archaeology domain.
Some early considerations are proposed with respect to: a philological retrospective on public AIS, with a particular attention to the italian scenario; a first evaluation of real correspondance levels between typical cartographic/GIS environments, semantic/interpretative tools, and systems for analysing and mapping scientific data and informations; a first AIS subdomain basic ontology; finally, a proposal for a new AIS platforms declension with regard to their roles in Public Archaeology.
The paper is freely available within the open access version of the CAA2014 Proceedings published by Archeopress, Oxford, UK, at:
http://archaeopress.com/ArchaeopressShop/Public/displayProductDetail.asp?id=%7bE35F9954-5653-493D-884B-4A7D2DE66610%7d
Rome; it was launched by the Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma (SSBAR), the
governmental Institution in charge of the safeguard and exploitation of the exceptionally rich archaeological
heritage of Rome. The SITAR project is a technological and institutional challenge for the SSBAR, combining
an informative system still under construction with the management of an enormous and heterogeneous
amount of data, deriving from the precious historical and urban context of a constantly evolving city like
Rome. The beginning and development of SITAR took place in a time characterized by the emergence of new
approaches in the management and use of data, even at the higher central levels of the Ministry of Cultural
Heritage (MiBAC). After decades of studies on the regulations of data description and exchange, on the taxonomic
structures of several and partially accomplished informative systems, the MiBAC started a new season
of philosophical and methodological reflections on the construction of central administrative and scientific
data banks; in the last three years, all of this led to achieve essential results for the rationalization of the designed
system. More specifically, the work of two MiBAC - Italian University commissions showed a new
direction in the discussion on the SIT, IDT (Territorial Data Infrastructures) and safeguard archaeology, together
with a renewed belief in the necessity of developing the multifaceted experiences from several research
contexts and methodological and technological analysis coexisting in the current social Italian frame.
Moreover this evolution and this open institutional approach clarified the dimensions and perspectives of the
development of the public informative system projects designed for archaeology, safeguard, planned management
and last but not least exploitation of the cultural heritage. At a central level, the most important result
is embodied in the recent establishment by the MiBAC of the SITAN (National Archaeological Informative
System), designed on the guidelines of the special peer MiBAC- University commission on SIT and IDT. The
SITAR is farther well framed into this broad institutional and technological context thanks to the active involvement
of the SSBAR in the work of the institutional commissions on SIT/IDT and protective archaeology.
For all of this and for the collaboration with other Italian archaeological Soprintendenze, the SITAR represents
the first pilot project for the shared construction of an archaeological SIT for Rome, and even of an
ambitious IDT with the participation of the Regione Lazio, Comune di Roma, Comune di Fiumicino,
l’Archivio di Stato di Roma, and some departments of the University of Rome Sapienza and Roma III.
The starting point for the SITAR project was the SSBAR requirement to digitize and manage a large quantity of administrative and scientific data concerning Cultural Heritage.
This project was developed at a crucial point in which the Ministry for Cultural Heritage and Activities was rethinking the Territorial Information System, the data standardization and data sharing system used in the past decades. It was the input to the new institutional Open Approach.
This aspect is apparent in the proposed SITAR data model, whose linearity is applied in the same basic logical levels already identified and well-structured information architecture of the System and those that will be tested.
The additional advantage of SITAR is precisely the possibility of splitting archaeological knowledge into these core levels and reassembling it under the guidance of those who have the tools and scientific knowledge to do so.
The SSBAR aspires to the creation of an archaeological “cadastre” of Rome which is an approved and certified basis created according to information on legal and administrative aspects of archaeological science.
In addition, the comparison with other institutions actively engaged in testing new multimedia technologies applied to cultural heritage has encouraged the evolution of SITAR to 3D data modeling and the development of procedures to test the archaeological potential."
Workshops presentations by Progetto SITAR
A short presentation of SITAR Project Data Model and dataset, bringed by SITAR Workgroup at ARIADNE Project workshop on WPs 3,12,13 (Pisa, 7/8.11.2013).
In order to give life and concreteness to what may seem just a fantasy, the Project SITAR suggests a study method that will be able to investigate with scientific rigour the evolution of the historical landscape from the first anthropization to our days by using the most upgraded technologies developed in the digital humanities field.
For this reason from 2008, the SSBAR launched SITAR, a Project for recording, managing, archiving, using and exchanging archaeological territorial data.
As a project and a system, created and developed by SSBAR itself, SITAR meets the primary needs of the Soprintendenza: study, protection, development and preservation of the exceptionally rich archaeological heritage of Rome.
SITAR main goal is to provide invaluable support in the process of urban co-planning, shared with the other public Administrations.
The SITAR will function as the main information centre and general repository for all the results of the various research projects carried out by all different offices involved in the study and preservation of the archaeological and historical heritage of Rome.
"
Atti del I Convegno di Studi SITAR 2010 by Progetto SITAR
Nella periodicità a cui i Convegni intorno al SITAR ci hanno abituati,
sono stati di volta in volta affrontati problemi differenti, che fotografano
lo status quaestionis del momento e rappresentano uno snodo significativo.
Anche gli atti che ora si pubblicano, a distanza di un paio d’anni dal Convegno
e con un distanziamento corretto e consapevole, si inseriscono in tale quadro,
traendo spunto dal problema della gestione dei dati, anche in grande mole.
I contenuti del volume, scandito per registri problematici, sono riconducibili
a tre filoni, peraltro interconnessi, che comprendono la catalogazione con
le correlate istanze normative dei linguaggi, le applicazioni GIS variamente
esemplificate e le banche dati, declinate anche nel senso della comunicazione
al grande pubblico.
Fattore accomunante e onnicomprensivo è, peraltro, il concetto di rete,
evocato già nel titolo come contenuto e strumento al tempo stesso, chiave
ottimale nella quale trovano collocazione le grandi moli di dati via via
proposti e analizzati: la rete, non solo nel senso della traduzione letterale del
termine web, costituisce il quadro per comprendere la nuova organizzazione
del sapere generata da Internet, la cui articolazione “in entrata” è certamente
gerarchica nella costruzione, mentre nella fruizione “in uscita” diventa paratattica
e associativa; ma tale diviene ancor di più in un universo digitale
ormai “liquido”, in cui il pensiero stesso si plasma attraverso la ricerca e
l’estrazione del dato (data retrieval), prontamente indicizzato da motori di
ricerca sempre più performanti, e si struttura secondo i criteri associativi del
link. Temi come questo, anche dal punto di vista delle prospettive cognitive,
meritano un’analisi approfondita a parte, ma vanno almeno menzionati alla
luce dei contributi del volume.
Al tempo stesso la rete, da intendere anche come infrastruttura fisica,
si fa veicolo di problematiche inimmaginabili fino a pochi anni fa: oltre alla
presentazione delle novità e dei possibili sviluppi, più di un testo contenuto
nel volume rispecchia l’importante fase di ripensamento, anche giuridico, in
materia di Open Data, da un lato ripercorrendo la parabola dell’apertura
conseguente a una diversa concezione delle licenze e delle proprietà dei dati,
dall’altro volgendosi a nuovi utilizzi, e riutilizzi, che di questi si possono compiere:
un delicato punto su cui il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e
del Turismo si sta impegnando con politiche ampie, ma che scaturisce da una
concomitanza di dati storici (dalla Glasnost di Gorbacëv, a Obama; ma non si
dimentichi l’Amministrazione come “casa di vetro”, secondo la definizione di
Filippo Turati agli inizi del Novecento) e di conseguenti portati del pensiero.
Come è stato largamente riconosciuto, l’apertura dei dati ha comportato una democrazia digitale totale e per fortuna irreversibile: non va tuttavia trascurato
che se la quantità dei dati scaricabili o comunque consultabili on line
aumenta esponenzialmente, non può mancare una parallela consapevolezza
critica nella ricerca, nell’individuazione e nell’uso di essi: il volume offre un
ricco ventaglio in questo senso, presentando un settore specifico, relativo
all’archeologia.
Nell’ambito delle novità prospettate non può d’altra parte mancare uno
spunto critico, guardando ai sistemi informativi territoriali, alle banche dati e
alla realtà aumentata: tutti sono divenuti centrali e imprescindibili negli ultimi
anni per chi fa ricerca archeologica e si avvicina a un territorio o a un sito,
e costituiscono una sorta di nuova rappresentazione della realtà, almeno in
senso archeologico, non diversamente dai sistemi informativi diffusi dal web
e sui dispositivi individuali, che rischiano di divenire in certi casi una realtà
parallela e falsante: massima deve essere pertanto l’attenzione, da parte di chi
opera nel campo, nel porsi domande e obiettivi puntuali, cui corrispondano
risposte circoscritte e mirate.
Infine, una tendenza si coglie, non intenzionalmente esplicitata ma presente
in vari contributi: la consapevolezza che alla logica dell’interoperabilità
dei dati, sostenuta soprattutto nel primo decennio del nuovo millennio, si sta
affiancando quella più permeabile dell’integrazione di essi.
Elena Calandra
Istituto Centrale per l’Archeologia
This paper presents the preparatory phase of an analytical work arised in the context of the SITAR Project, the first digital archaeological cadastre of Rome, and focused on the evolution and revaluation of AIS in the Public Archaeology domain.
Some early considerations are proposed with respect to: a philological retrospective on public AIS, with a particular attention to the italian scenario; a first evaluation of real correspondance levels between typical cartographic/GIS environments, semantic/interpretative tools, and systems for analysing and mapping scientific data and informations; a first AIS subdomain basic ontology; finally, a proposal for a new AIS platforms declension with regard to their roles in Public Archaeology.
The paper is freely available within the open access version of the CAA2014 Proceedings published by Archeopress, Oxford, UK, at:
http://archaeopress.com/ArchaeopressShop/Public/displayProductDetail.asp?id=%7bE35F9954-5653-493D-884B-4A7D2DE66610%7d
Rome; it was launched by the Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma (SSBAR), the
governmental Institution in charge of the safeguard and exploitation of the exceptionally rich archaeological
heritage of Rome. The SITAR project is a technological and institutional challenge for the SSBAR, combining
an informative system still under construction with the management of an enormous and heterogeneous
amount of data, deriving from the precious historical and urban context of a constantly evolving city like
Rome. The beginning and development of SITAR took place in a time characterized by the emergence of new
approaches in the management and use of data, even at the higher central levels of the Ministry of Cultural
Heritage (MiBAC). After decades of studies on the regulations of data description and exchange, on the taxonomic
structures of several and partially accomplished informative systems, the MiBAC started a new season
of philosophical and methodological reflections on the construction of central administrative and scientific
data banks; in the last three years, all of this led to achieve essential results for the rationalization of the designed
system. More specifically, the work of two MiBAC - Italian University commissions showed a new
direction in the discussion on the SIT, IDT (Territorial Data Infrastructures) and safeguard archaeology, together
with a renewed belief in the necessity of developing the multifaceted experiences from several research
contexts and methodological and technological analysis coexisting in the current social Italian frame.
Moreover this evolution and this open institutional approach clarified the dimensions and perspectives of the
development of the public informative system projects designed for archaeology, safeguard, planned management
and last but not least exploitation of the cultural heritage. At a central level, the most important result
is embodied in the recent establishment by the MiBAC of the SITAN (National Archaeological Informative
System), designed on the guidelines of the special peer MiBAC- University commission on SIT and IDT. The
SITAR is farther well framed into this broad institutional and technological context thanks to the active involvement
of the SSBAR in the work of the institutional commissions on SIT/IDT and protective archaeology.
For all of this and for the collaboration with other Italian archaeological Soprintendenze, the SITAR represents
the first pilot project for the shared construction of an archaeological SIT for Rome, and even of an
ambitious IDT with the participation of the Regione Lazio, Comune di Roma, Comune di Fiumicino,
l’Archivio di Stato di Roma, and some departments of the University of Rome Sapienza and Roma III.
The starting point for the SITAR project was the SSBAR requirement to digitize and manage a large quantity of administrative and scientific data concerning Cultural Heritage.
This project was developed at a crucial point in which the Ministry for Cultural Heritage and Activities was rethinking the Territorial Information System, the data standardization and data sharing system used in the past decades. It was the input to the new institutional Open Approach.
This aspect is apparent in the proposed SITAR data model, whose linearity is applied in the same basic logical levels already identified and well-structured information architecture of the System and those that will be tested.
The additional advantage of SITAR is precisely the possibility of splitting archaeological knowledge into these core levels and reassembling it under the guidance of those who have the tools and scientific knowledge to do so.
The SSBAR aspires to the creation of an archaeological “cadastre” of Rome which is an approved and certified basis created according to information on legal and administrative aspects of archaeological science.
In addition, the comparison with other institutions actively engaged in testing new multimedia technologies applied to cultural heritage has encouraged the evolution of SITAR to 3D data modeling and the development of procedures to test the archaeological potential."
A short presentation of SITAR Project Data Model and dataset, bringed by SITAR Workgroup at ARIADNE Project workshop on WPs 3,12,13 (Pisa, 7/8.11.2013).
In order to give life and concreteness to what may seem just a fantasy, the Project SITAR suggests a study method that will be able to investigate with scientific rigour the evolution of the historical landscape from the first anthropization to our days by using the most upgraded technologies developed in the digital humanities field.
For this reason from 2008, the SSBAR launched SITAR, a Project for recording, managing, archiving, using and exchanging archaeological territorial data.
As a project and a system, created and developed by SSBAR itself, SITAR meets the primary needs of the Soprintendenza: study, protection, development and preservation of the exceptionally rich archaeological heritage of Rome.
SITAR main goal is to provide invaluable support in the process of urban co-planning, shared with the other public Administrations.
The SITAR will function as the main information centre and general repository for all the results of the various research projects carried out by all different offices involved in the study and preservation of the archaeological and historical heritage of Rome.
"
L’occasione dell’edizione di un nuovo volume deve sempre essere salutata con grande considerazione e, in questo caso, con una punta d’orgoglio in quanto la pubblicazione degli Atti del III Convegno di studi SITAR mette la Soprintendenza di Roma in prima linea nell’ambito delle nuove frontiere tecnologiche dedicate all’informatizzazione dei dati archeologici.
Il Sistema Informativo Territoriale Archeologico di Roma, fin dai suoi esordi nel 2008, nasce con l’obiettivo di sistematizzare la consistenza dei propri archivi e per offrire a diverse fasce di pubblico nuovi servizi informativi, come il “Catasto Digitale Archeologico di Roma”, pienamente accessibili via web e allineati con i più recenti orientamenti in tema di organizzazione, condivisione e uso consapevole delle risorse culturali digitali.
Nel recente passato talvolta la Pubblica Amministrazione si è distinta per delle iniziative lungimiranti e anticipatrici nell’applicazione delle nuove tecnologie, anche se spesso si è trattato di progetti portati avanti al di fuori di una strategia complessiva di condivisione e di interconnessione fra i diversi enti.
La solidità di questo Progetto è tuttavia testimoniata anche dal recente ingresso del SITAR all’interno della Rete della Ricerca e dell’Educazione italiana, grazie alla costruzione di un sistema stabile di connessioni in fibra ottica alla Rete GARR-X, il network pubblico cui afferiscono i principali attori della comunità scientifica italiana e estera. Si tratta di un notevole risultato che ottimizza le capacità di interscambio informativo anche in direzione di attività istituzionali fondamentali quali, ad esempio, la pianificazione territoriale condivisa con gli enti locali.
Esplicitati dal sottotitolo del volume, numerosi saggi in questo contenuti indicano come la strada da percorrere e su cui insistere sia proprio la condivisione: il fatto che altre realtà italiane, come le Soprintendenze dell’Etruria, del Lazio e del Veneto, abbiano deciso di relazionarsi con il SITAR seguendone i percorsi fin qui intrapresi è sicuramente motivo di soddisfazione e deve stimolare a ulteriori fecondi scambi di esperienze e collaborazioni.
“La conoscenza archeologica condivisa”, dunque, e l’interconnessione con altre realtà o organismi internazionali debbono essere i temi principali dell’azione amministrativa. Pertanto i proficui rapporti che finora sono stati intessuti, come testimoniano gli interventi di questi Atti e, in particolare, la partecipazione della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area archeologica di Roma (SSCOL) al progetto europeo ARIADNE, non possono che indirizzarci sul proseguimento di questa strada. Ma la condivisione per essere tale deve passare necessariamente per il rispetto di alcune regole comuni che riguardano i requisiti minimi e gli standard di produzione della documentazione archeologica. Da questo punto di vista, le nuove regole che la Soprintendenza si è data di recente per l’acquisizione delle informazioni confluenti nel SITAR segnano una tappa fondamentale. Tutti gli scavi della Soprintendenza o missioni scientifiche di Accademie e Università, così come tutte le indagini di archeologia preventiva che si svolgeranno sul territorio della Soprintendenza di Roma, dovranno fornire al SITAR dati in un determinato formato, con la prospettiva di un sistema che si autoalimenta, aprendo a tutti informazioni preziose.
Alla luce di tali premesse, dunque, saluto con un auspicio di grande diffusione nella comunità scientifica la pubblicazione di questo volume degli Atti del III Convegno SITAR, con il piacere di poter contribuire a diffondere le tante iniziative di ricerca e innovazione illustrate in questa sede editoriale e attive nel settore del Cultural Heritage.
Con piacere voglio porgere un ringraziamento per questa ricchezza di contenuti e di spunti riflessivi a tutti i Colleghi del Ministero, ai Rappresentanti del mondo della Ricerca e dell’Università, agli esperti e i professionisti del settore archeologico e, in particolare, a tutti i funzionari dell’Ufficio che con i loro contributi hanno dato un grande valore aggiunto alla terza edizione del Convegno di studi SITAR.
Un ringraziamento particolare, infine, rivolgo alle Curatrici del volume, Mirella Serlorenzi e Giorgia Leoni, per il grande lavoro che hanno svolto affinché i preziosi contenuti dell’evento fossero dati alle stampe e, dunque, disseminati attraverso il prestigioso journal open access online «Archeologia e Calcolatori».
Francesco Prosperetti
Soprintendente Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano
e l’Area archeologica di Roma
A summary on methodological and technological development of the Sistema Informativo Territoriale Archeologico di Roma.
Conceptual e relational schema of the Class of s.c. "Origini dell'Informazione" (OI), in other words the Source of Information, designed to archive all informations and metadata of the archaeological field researches and excavations, topographical studies, monograph studies on monuments and complexes, etc.
Open Source, Free Software e Open Format nei processi di ricerca archeologica. Atti del VI Workshop (Napoli, 9-10 giugno 2011)