I due diari di viaggio dell'ebreo fiorentino Moisé Vita Cafsuto (1691c-1778c), di cui si pubblica... more I due diari di viaggio dell'ebreo fiorentino Moisé Vita Cafsuto (1691c-1778c), di cui si pubblica qui per la prima volta la versione integrale sul manoscritto autografo corredata di note e accompagnata da un ampio studio introduttivo, costituiscono un testo di eccezionale interesse nel contesto culturale dell'ebraismo italiano del Settecento. Gioielliere alla corte degli ultimi Medici e dei Lorena e mercante ben inserito nelle reti commerciali internazionali del tempo, a suo agio nei contesti più diversi, nei salotti aristocratici come negli accampamenti militari, nei monasteri cristiani come nelle accademie talmudiche, nelle borse mercantili dell’Europa settentrionale come nei suk del Medio Oriente, Cafsuto fu un uomo animato da una straordinaria apertura nei confronti delle sollecitazioni intellettuali del primo illuminismo, ma anche profondamente legato alle temperie mistica del mondo ebraico dell'epoca. Per la straordinaria estensione geografica dei suoi viaggi e la lunga durata dei suoi soggiorni, i diari portano una testimonianza di prima mano, avvincente e ironica delle peripezie di questo fiorentino che non esitò tra il 1733 e il 1735 ad affrontare pericoli non indifferenti per portare il figlioletto unico in Terra Santa, visitando poi tra il 1741 e il 1743 le principali corti europee con l'intenzione di vendervi un diamante di straordinarie dimensioni e inestimabile valore. L'opera e la personalità di Cafsuto contribuiscono a smentire l'immagine di un ebraismo fiorentino chiuso su sé stesso e in posizione marginale rispetto ai grandi centri della cultura ebraica ed europea del Settecento, mostrando se non altro che anche nelle dure condizioni di vita nel ghetto, alcuni ebrei mantennero stretti legami con rappresentanti delle classi dirigenti, esplicando delicate missioni diplomatiche e frequentando scienziati, artisti e intellettuali del più alto livello, tanto ebrei che cristiani e mussulmani.
Questo volume propone l’edizione di due diari redatti da un ragazzo e da una ragazza, entrambi eb... more Questo volume propone l’edizione di due diari redatti da un ragazzo e da una ragazza, entrambi ebrei, negli anni in cui si portava a compimento l’unita d’Italia. Il diario del padovano Giuseppe Luzzatto (1849-1916), figlio dell’illustre ebraista Samuel David Luzzatto, contiene il resoconto di due viaggi a Gorizia, Trieste e Venezia tra il 1861 e il 1862. Quello più breve di Amalia Cantoni (1846-1931), sorella dello scrittore Alberto Cantoni e zia in secondo grado della scrittrice Laura Orvieto, descrive un soggiorno di vari mesi tra il 1863 e il 1864 a Pomponesco nel contado mantovano, terra da cui proveniva la famiglia che pur risiedeva per lunghi periodi a Venezia. Se gli esempi di scrittura bambina nell’Ottocento sono stati spesso condannati all’oblio dalle generazioni successive, quelli scritti da ebrei sono una assoluta rarità. I due testi, caratterizzati dalla diade “Torah e Risorgimento” e corredati di un ricco apparato critico, sono accompagnati da quattro saggi che consentono di meglio apprezzarne il valore storico e linguistico: colpisce la differenza delle quotidianità e delle sollecitazioni culturali tra i due ragazzi. Il libro è introdotto da Amos Luzzatto, già Presidente della Unione Comunità Ebraiche Italiane, medico e discendente da un fratello di Giuseppe.
Marco Mortara, nato a Viadana nel 1815, dopo la laurea presso il Collegio Rabbinico di Padova sot... more Marco Mortara, nato a Viadana nel 1815, dopo la laurea presso il Collegio Rabbinico di Padova sotto la guida di Samuel David Luzzatto, tra il 1842 e la morte avvenuta nel 1894 occupò il seggio rabbinico di Mantova, una delle più importanti comunità ebraiche del Lombardo-Veneto e del Regno d’Italia. Nel corso del suo lungo magistero, Mortara fu protagonista di rilievo della transizione dell’ebraismo italiano verso la sua emancipazione giuridica, nel contesto della formazione del nuovo Stato nazionale, partecipando, non sempre con successo, al dibattito sulla pena capitale, sul divorzio, sull’assetto istituzionale comunitario, sull’opportunità di convocare un sinodo rabbinico in Italia e impegnandosi per il mantenimento di un seminario di formazione per rabbini a Padova e, dopo la chiusura nel 1871, per la sua riapertura nel 1887 a Roma. Nel suo ruolo di educatore, di predicatore e di scienziato, egli si adoperò in difesa di un ebraismo che sentiva minacciato da un dilagante scetticismo religioso e dal progressivo allontanamento degli ebrei dagli ambiti di socializzazione comunitari. La corrispondenza di Mortara, in gran parte inedita, dispersa in decine di archivi su tre continenti e qui raccolta per la prima volta, testimonia l’evoluzione del suo pensiero sull’arco di quasi sessant’anni, offrendo un vivace spaccato degli orizzonti culturali e delle relazioni di un rabbino italiano. Di vari dei suoi corrispondenti, tra cui Samuel David Luzzatto, Moritz Steinschneider e Sabato Morais, si pubblica parte dei loro carteggi inediti. L’introduzione al volume e il ricco apparato di note consentono di ricostruire le tappe salienti della biografia del rabbino mantovano, esaminando la diffusione delle idee della Wissenschaft des Judentums, la Scienza del Giudaismo, fuori dall’area germanica, e delle diatribe, molto vive anche in Italia, sollevate dai tentativi di riforma dell’ebraismo.
This volume is a reference book on more than a thousand Jewish writers—rabbis, physicians and lay... more This volume is a reference book on more than a thousand Jewish writers—rabbis, physicians and laymen—active in 18th-century Italy.
Each author has a biographical notice, followed by a list of his printed works and manuscripts, their location in the major international judaica collections and a bibliography of the relevant secondary sources. The book is illustrated with more than forty portraits of authors and includes rich analytical and thematic indexes.
This work is intended to be a fundamental instrument for scholars interested in the Jewish Italian Enlightenment. It allows us to address, from a sociological and quantitative perspective, questions such as: what did Italian Jews write about?, for whom?, where?, in which language?
Dal 1786 al 1790 Samuele Romanelli effettua un lungo soggiorno nel sultanato del Marocco, di cui ... more Dal 1786 al 1790 Samuele Romanelli effettua un lungo soggiorno nel sultanato del Marocco, di cui lascia la descrizione vivacissima in un fiorito e preciso ebraico biblico che qui si pubblica per la prima volta in una versione italiana integrale con una ricca introduzione e note. Durante questi quattro anni Romanelli condivise le precarie condizioni dei suoi correligionari in un momento di particolare incertezza politica per il Marocco, rischiando di lasciarci la vita a varie riprese e sopravvivendo facendo i più svariati mestieri, dal predicatore al traduttore, dall'addetto di affari al maestro di lingua. Il suo resoconto di viaggio contiene una miriade di informazioni storiche, folcloristiche e antropologiche di prima mano su un paese che solo allora cominciava ad essere conosciuto in Europa. Ma il segreto della popolarità del libro, che conobbe oltre cinque riedizioni a un secolo dalla sua pubblicazione a Berlino nel 1792, va ricercato, allora come oggi, nel carattere avventuroso, aneddotico, talvolta persino piccante dei racconti di Romanelli.
Il suo libro è molto di più di un semplice resoconto di viaggio e può essere considerato per molti versi come il primo romanzo ebraico moderno, opera di un raffinato e ironico conoscitore dell'animo umano. Armonizzando con grande originalità il retaggio della cultura tradizionale ebraica e una notevole apertura verso le scienze profane, Romanelli si dimostra un maestro della narrazione, in cui il dettaglio di costume, l'appunto folcloristico confluisce in una visione storica e sociale di ampio respiro.
I due diari di viaggio dell'ebreo fiorentino Moisé Vita Cafsuto (1691c-1778c), di cui si pubblica... more I due diari di viaggio dell'ebreo fiorentino Moisé Vita Cafsuto (1691c-1778c), di cui si pubblica qui per la prima volta la versione integrale sul manoscritto autografo corredata di note e accompagnata da un ampio studio introduttivo, costituiscono un testo di eccezionale interesse nel contesto culturale dell'ebraismo italiano del Settecento. Gioielliere alla corte degli ultimi Medici e dei Lorena e mercante ben inserito nelle reti commerciali internazionali del tempo, a suo agio nei contesti più diversi, nei salotti aristocratici come negli accampamenti militari, nei monasteri cristiani come nelle accademie talmudiche, nelle borse mercantili dell’Europa settentrionale come nei suk del Medio Oriente, Cafsuto fu un uomo animato da una straordinaria apertura nei confronti delle sollecitazioni intellettuali del primo illuminismo, ma anche profondamente legato alle temperie mistica del mondo ebraico dell'epoca. Per la straordinaria estensione geografica dei suoi viaggi e la lunga durata dei suoi soggiorni, i diari portano una testimonianza di prima mano, avvincente e ironica delle peripezie di questo fiorentino che non esitò tra il 1733 e il 1735 ad affrontare pericoli non indifferenti per portare il figlioletto unico in Terra Santa, visitando poi tra il 1741 e il 1743 le principali corti europee con l'intenzione di vendervi un diamante di straordinarie dimensioni e inestimabile valore. L'opera e la personalità di Cafsuto contribuiscono a smentire l'immagine di un ebraismo fiorentino chiuso su sé stesso e in posizione marginale rispetto ai grandi centri della cultura ebraica ed europea del Settecento, mostrando se non altro che anche nelle dure condizioni di vita nel ghetto, alcuni ebrei mantennero stretti legami con rappresentanti delle classi dirigenti, esplicando delicate missioni diplomatiche e frequentando scienziati, artisti e intellettuali del più alto livello, tanto ebrei che cristiani e mussulmani.
Questo volume propone l’edizione di due diari redatti da un ragazzo e da una ragazza, entrambi eb... more Questo volume propone l’edizione di due diari redatti da un ragazzo e da una ragazza, entrambi ebrei, negli anni in cui si portava a compimento l’unita d’Italia. Il diario del padovano Giuseppe Luzzatto (1849-1916), figlio dell’illustre ebraista Samuel David Luzzatto, contiene il resoconto di due viaggi a Gorizia, Trieste e Venezia tra il 1861 e il 1862. Quello più breve di Amalia Cantoni (1846-1931), sorella dello scrittore Alberto Cantoni e zia in secondo grado della scrittrice Laura Orvieto, descrive un soggiorno di vari mesi tra il 1863 e il 1864 a Pomponesco nel contado mantovano, terra da cui proveniva la famiglia che pur risiedeva per lunghi periodi a Venezia. Se gli esempi di scrittura bambina nell’Ottocento sono stati spesso condannati all’oblio dalle generazioni successive, quelli scritti da ebrei sono una assoluta rarità. I due testi, caratterizzati dalla diade “Torah e Risorgimento” e corredati di un ricco apparato critico, sono accompagnati da quattro saggi che consentono di meglio apprezzarne il valore storico e linguistico: colpisce la differenza delle quotidianità e delle sollecitazioni culturali tra i due ragazzi. Il libro è introdotto da Amos Luzzatto, già Presidente della Unione Comunità Ebraiche Italiane, medico e discendente da un fratello di Giuseppe.
Marco Mortara, nato a Viadana nel 1815, dopo la laurea presso il Collegio Rabbinico di Padova sot... more Marco Mortara, nato a Viadana nel 1815, dopo la laurea presso il Collegio Rabbinico di Padova sotto la guida di Samuel David Luzzatto, tra il 1842 e la morte avvenuta nel 1894 occupò il seggio rabbinico di Mantova, una delle più importanti comunità ebraiche del Lombardo-Veneto e del Regno d’Italia. Nel corso del suo lungo magistero, Mortara fu protagonista di rilievo della transizione dell’ebraismo italiano verso la sua emancipazione giuridica, nel contesto della formazione del nuovo Stato nazionale, partecipando, non sempre con successo, al dibattito sulla pena capitale, sul divorzio, sull’assetto istituzionale comunitario, sull’opportunità di convocare un sinodo rabbinico in Italia e impegnandosi per il mantenimento di un seminario di formazione per rabbini a Padova e, dopo la chiusura nel 1871, per la sua riapertura nel 1887 a Roma. Nel suo ruolo di educatore, di predicatore e di scienziato, egli si adoperò in difesa di un ebraismo che sentiva minacciato da un dilagante scetticismo religioso e dal progressivo allontanamento degli ebrei dagli ambiti di socializzazione comunitari. La corrispondenza di Mortara, in gran parte inedita, dispersa in decine di archivi su tre continenti e qui raccolta per la prima volta, testimonia l’evoluzione del suo pensiero sull’arco di quasi sessant’anni, offrendo un vivace spaccato degli orizzonti culturali e delle relazioni di un rabbino italiano. Di vari dei suoi corrispondenti, tra cui Samuel David Luzzatto, Moritz Steinschneider e Sabato Morais, si pubblica parte dei loro carteggi inediti. L’introduzione al volume e il ricco apparato di note consentono di ricostruire le tappe salienti della biografia del rabbino mantovano, esaminando la diffusione delle idee della Wissenschaft des Judentums, la Scienza del Giudaismo, fuori dall’area germanica, e delle diatribe, molto vive anche in Italia, sollevate dai tentativi di riforma dell’ebraismo.
This volume is a reference book on more than a thousand Jewish writers—rabbis, physicians and lay... more This volume is a reference book on more than a thousand Jewish writers—rabbis, physicians and laymen—active in 18th-century Italy.
Each author has a biographical notice, followed by a list of his printed works and manuscripts, their location in the major international judaica collections and a bibliography of the relevant secondary sources. The book is illustrated with more than forty portraits of authors and includes rich analytical and thematic indexes.
This work is intended to be a fundamental instrument for scholars interested in the Jewish Italian Enlightenment. It allows us to address, from a sociological and quantitative perspective, questions such as: what did Italian Jews write about?, for whom?, where?, in which language?
Dal 1786 al 1790 Samuele Romanelli effettua un lungo soggiorno nel sultanato del Marocco, di cui ... more Dal 1786 al 1790 Samuele Romanelli effettua un lungo soggiorno nel sultanato del Marocco, di cui lascia la descrizione vivacissima in un fiorito e preciso ebraico biblico che qui si pubblica per la prima volta in una versione italiana integrale con una ricca introduzione e note. Durante questi quattro anni Romanelli condivise le precarie condizioni dei suoi correligionari in un momento di particolare incertezza politica per il Marocco, rischiando di lasciarci la vita a varie riprese e sopravvivendo facendo i più svariati mestieri, dal predicatore al traduttore, dall'addetto di affari al maestro di lingua. Il suo resoconto di viaggio contiene una miriade di informazioni storiche, folcloristiche e antropologiche di prima mano su un paese che solo allora cominciava ad essere conosciuto in Europa. Ma il segreto della popolarità del libro, che conobbe oltre cinque riedizioni a un secolo dalla sua pubblicazione a Berlino nel 1792, va ricercato, allora come oggi, nel carattere avventuroso, aneddotico, talvolta persino piccante dei racconti di Romanelli.
Il suo libro è molto di più di un semplice resoconto di viaggio e può essere considerato per molti versi come il primo romanzo ebraico moderno, opera di un raffinato e ironico conoscitore dell'animo umano. Armonizzando con grande originalità il retaggio della cultura tradizionale ebraica e una notevole apertura verso le scienze profane, Romanelli si dimostra un maestro della narrazione, in cui il dettaglio di costume, l'appunto folcloristico confluisce in una visione storica e sociale di ampio respiro.
Inspired by the discovery of a letter written by a Spanish woman under the pseudonym of Marcelina... more Inspired by the discovery of a letter written by a Spanish woman under the pseudonym of Marcelina de Quinto to Isaac Molho, editor of the Tesoro de los judíos sefardíes (Treasure of the Sephardic Jews), this article focuses on the persistence of memory of Jewish ancestry within a prominent family of Spanish intellectuals in the 20th century-the Jardiels-and its reenactment in two different generational contexts. While the literary oeuvre of Enrique Jardiel Poncela, one of the most important comic writers of twentieth-century Spain and a staunch supporter of Franco, is tainted by a resolute antisemitic bent, his daughter Evangelina, a psychologist and author of fictional books and journalistic essays, converted to Judaism and strongly identified with the struggles of the State of Israel. Through the analysis of the biographical and intellectual trajectories of these two individuals, the article casts light upon the stereotypes, contradictions and ambivalent attitudes of Spanish intellectuals regarding Jews and Judaism.
The role and the intellectual contribution of rabbi Eliseo (Elisha) Pontremoli (Casale 1778 - Niz... more The role and the intellectual contribution of rabbi Eliseo (Elisha) Pontremoli (Casale 1778 - Nizza 1851), father of the more famous Esdra Pontremoli (1818-1888), director of the Vessillo Israelitico, and grand-father of the French architect Emmanuel Élisée Pontremoli (1865-1956), has been almost completely ignored by the historiography of the Italian and European rabbinate in the 19th century. None of his hundreds of extant sermons, responsa, biblical commentaries, astronomical works and texts of religious polemic, both in verse and in prose, has been ever published. Carried out between France and Italy, between the Napoleonic period and the Restoration, Pontremoli’s work sheds light unto the wide intellectual interests of a religious leader who tried to confront traditional Judaism with the challenges of Enlightenment philosophy and the emergence of a new historical consciousness in modern Judaism.
L’insegnamento “dreyfusardo” del padre e lo scandalo della seconda condanna di Rennes, l’impegno ... more L’insegnamento “dreyfusardo” del padre e lo scandalo della seconda condanna di Rennes, l’impegno contro la tortura, di cui facevano uso le forze francesi contro i patrioti algerini; la scelta della Grecia che permetteva di tenere la distanza, l’eterna questione fra Sparta e Atene, e poi l’impegno per uno Stato palestinese, l’amore per la musica e la poesia, gli amici e anche le antipatie... Intervista a Pierre Vidal-Naquet.
Centre Communautaire Jérôme Cahen JEUDI 4 avril 2024 Les Juifs, les Médicis et le ghetto de Flore... more Centre Communautaire Jérôme Cahen JEUDI 4 avril 2024 Les Juifs, les Médicis et le ghetto de Florence L'histoire du Ghetto de Florence, fondé par les Médicis au XVIe siècle et démoli au XIXe siècle. Lieu de ségrégation qui fut aussi le centre d'un important microcosme humain, culturel et spirituel.
En 1883 la communauté juive de Turin fut secouée par une grave affaire lorsque le rabbin adjoint ... more En 1883 la communauté juive de Turin fut secouée par une grave affaire lorsque le rabbin adjoint de la ville Daniele Pergola (Pitigliano 1830 - Turin 1914) publia un long pamphlet appelant à une réforme radicale du Judaïsme aux relents antisémites, qui se solda par son expulsion de la communauté. A partir de cette date, Pergola entreprit une campagne d’attaques contre la communauté par une intense activité de publiciste s’étalant sur les quatre décennies suivantes. Les écrits de Pergola dépeignent l’abjection morale des Juifs, tant ceux du passé que ses contemporains, accusés d’avoir falsifié le message mosaïque originel, ce qui les rendait à ses yeux indignes du décret d’émancipation qui leur avait été accordé en 1848 par les rois du Royaume de Savoie. En examinant les accusations portées par Daniele Pergola contre les Juifs en tant que « falsificateurs de leur propre histoire » au nom d’un retour à une version épurée du Judaïsme originel, j’entends remettre en question la thèse selon laquelle la Réforme n’eut pas de réel impact sur la vie des communautés juives de la péninsule, ainsi que montrer les inquiétudes de certains secteurs du Judaïsme italien à la recherche de nouveaux modèles rédempteurs de religiosité.
THE XIth EAJS CONGRESS
KRAKÓW, POLAND, JULY 15-19, 2018
This panel on the Italian rabbinate ... more THE XIth EAJS CONGRESS
KRAKÓW, POLAND, JULY 15-19, 2018
This panel on the Italian rabbinate aims at scrutinizing whether Italian Jews represent a particular model of confronting modernity and under which conditions is it possible to address the existence of an Italian Jewish "special path". It is thus intended to stimulate a reassessment of the Italian Jewish experience in the transition from the early-modern to the modern period from within a European perspective.
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Gioielliere alla corte degli ultimi Medici e dei Lorena e mercante ben inserito nelle reti commerciali internazionali del tempo, a suo agio nei contesti più diversi, nei salotti aristocratici come negli accampamenti militari, nei monasteri cristiani come nelle accademie talmudiche, nelle borse mercantili dell’Europa settentrionale come nei suk del Medio Oriente, Cafsuto fu un uomo animato da una straordinaria apertura nei confronti delle sollecitazioni intellettuali del primo illuminismo, ma anche profondamente legato alle temperie mistica del mondo ebraico dell'epoca. Per la straordinaria estensione geografica dei suoi viaggi e la lunga durata dei suoi soggiorni, i diari portano una testimonianza di prima mano, avvincente e ironica delle peripezie di questo fiorentino che non esitò tra il 1733 e il 1735 ad affrontare pericoli non indifferenti per portare il figlioletto unico in Terra Santa, visitando poi tra il 1741 e il 1743 le principali corti europee con l'intenzione di vendervi un diamante di straordinarie dimensioni e inestimabile valore.
L'opera e la personalità di Cafsuto contribuiscono a smentire l'immagine di un ebraismo fiorentino chiuso su sé stesso e in posizione marginale rispetto ai grandi centri della cultura ebraica ed europea del Settecento, mostrando se non altro che anche nelle dure condizioni di vita nel ghetto, alcuni ebrei mantennero stretti legami con rappresentanti delle classi dirigenti, esplicando delicate missioni diplomatiche e frequentando scienziati, artisti e intellettuali del più alto livello, tanto ebrei che cristiani e mussulmani.
Se gli esempi di scrittura bambina nell’Ottocento sono stati spesso condannati all’oblio dalle generazioni successive, quelli scritti da ebrei sono una assoluta rarità. I due testi, caratterizzati dalla diade “Torah e Risorgimento” e corredati di un ricco apparato critico, sono accompagnati da quattro saggi che consentono di meglio apprezzarne il
valore storico e linguistico: colpisce la differenza delle quotidianità e delle sollecitazioni culturali tra i due ragazzi. Il libro è introdotto da Amos Luzzatto, già Presidente della Unione Comunità Ebraiche Italiane, medico e discendente da un fratello di Giuseppe.
Each author has a biographical notice, followed by a list of his printed works and manuscripts, their location in the major international judaica collections and a bibliography of the relevant secondary sources. The book is illustrated with more than forty portraits of authors and includes rich analytical and thematic indexes.
This work is intended to be a fundamental instrument for scholars interested in the Jewish Italian Enlightenment. It allows us to address, from a sociological and quantitative perspective, questions such as: what did Italian Jews write about?, for whom?, where?, in which language?
Il suo libro è molto di più di un semplice resoconto di viaggio e può essere considerato per molti versi come il primo romanzo ebraico moderno, opera di un raffinato e ironico conoscitore dell'animo umano. Armonizzando con grande originalità il retaggio della cultura tradizionale ebraica e una notevole apertura verso le scienze profane, Romanelli si dimostra un maestro della narrazione, in cui il dettaglio di costume, l'appunto folcloristico confluisce in una visione storica e sociale di ampio respiro.
Gioielliere alla corte degli ultimi Medici e dei Lorena e mercante ben inserito nelle reti commerciali internazionali del tempo, a suo agio nei contesti più diversi, nei salotti aristocratici come negli accampamenti militari, nei monasteri cristiani come nelle accademie talmudiche, nelle borse mercantili dell’Europa settentrionale come nei suk del Medio Oriente, Cafsuto fu un uomo animato da una straordinaria apertura nei confronti delle sollecitazioni intellettuali del primo illuminismo, ma anche profondamente legato alle temperie mistica del mondo ebraico dell'epoca. Per la straordinaria estensione geografica dei suoi viaggi e la lunga durata dei suoi soggiorni, i diari portano una testimonianza di prima mano, avvincente e ironica delle peripezie di questo fiorentino che non esitò tra il 1733 e il 1735 ad affrontare pericoli non indifferenti per portare il figlioletto unico in Terra Santa, visitando poi tra il 1741 e il 1743 le principali corti europee con l'intenzione di vendervi un diamante di straordinarie dimensioni e inestimabile valore.
L'opera e la personalità di Cafsuto contribuiscono a smentire l'immagine di un ebraismo fiorentino chiuso su sé stesso e in posizione marginale rispetto ai grandi centri della cultura ebraica ed europea del Settecento, mostrando se non altro che anche nelle dure condizioni di vita nel ghetto, alcuni ebrei mantennero stretti legami con rappresentanti delle classi dirigenti, esplicando delicate missioni diplomatiche e frequentando scienziati, artisti e intellettuali del più alto livello, tanto ebrei che cristiani e mussulmani.
Se gli esempi di scrittura bambina nell’Ottocento sono stati spesso condannati all’oblio dalle generazioni successive, quelli scritti da ebrei sono una assoluta rarità. I due testi, caratterizzati dalla diade “Torah e Risorgimento” e corredati di un ricco apparato critico, sono accompagnati da quattro saggi che consentono di meglio apprezzarne il
valore storico e linguistico: colpisce la differenza delle quotidianità e delle sollecitazioni culturali tra i due ragazzi. Il libro è introdotto da Amos Luzzatto, già Presidente della Unione Comunità Ebraiche Italiane, medico e discendente da un fratello di Giuseppe.
Each author has a biographical notice, followed by a list of his printed works and manuscripts, their location in the major international judaica collections and a bibliography of the relevant secondary sources. The book is illustrated with more than forty portraits of authors and includes rich analytical and thematic indexes.
This work is intended to be a fundamental instrument for scholars interested in the Jewish Italian Enlightenment. It allows us to address, from a sociological and quantitative perspective, questions such as: what did Italian Jews write about?, for whom?, where?, in which language?
Il suo libro è molto di più di un semplice resoconto di viaggio e può essere considerato per molti versi come il primo romanzo ebraico moderno, opera di un raffinato e ironico conoscitore dell'animo umano. Armonizzando con grande originalità il retaggio della cultura tradizionale ebraica e una notevole apertura verso le scienze profane, Romanelli si dimostra un maestro della narrazione, in cui il dettaglio di costume, l'appunto folcloristico confluisce in una visione storica e sociale di ampio respiro.
d’attaques contre la communauté par une intense activité de publiciste s’étalant sur les quatre décennies suivantes. Les écrits de Pergola dépeignent l’abjection morale des Juifs, tant ceux du passé que ses contemporains, accusés d’avoir falsifié le message mosaïque originel, ce qui les rendait à ses yeux indignes du décret d’émancipation qui leur avait été accordé en 1848 par les rois du Royaume de Savoie. En examinant les accusations portées par Daniele Pergola contre les Juifs en tant que « falsificateurs de leur propre histoire » au nom d’un retour à une version
épurée du Judaïsme originel, j’entends remettre en question la thèse selon laquelle la Réforme n’eut pas de réel impact sur la vie des communautés juives de la péninsule, ainsi que montrer les inquiétudes de certains secteurs du Judaïsme italien à la recherche de nouveaux modèles
rédempteurs de religiosité.
KRAKÓW, POLAND, JULY 15-19, 2018
This panel on the Italian rabbinate aims at scrutinizing whether Italian Jews represent a particular model of confronting modernity and under which conditions is it possible to address the existence of an Italian Jewish "special path". It is thus intended to stimulate a reassessment of the Italian Jewish experience in the transition from the early-modern to the modern period from within a European perspective.