Alessio Cervelli (Poggibonsi 1984). Si è laureato a pieni voti in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Siena ed ha conseguito summa cum laude la licenza in Organo e Musicologia liturgica presso l’Istituto di Musica Sacra dell’Arcidiocesi di Firenze, dove ha ricoperto le cattedre di Musicologia Liturgica e Latino per la Liturgia fino all'ingresso in seminario, nel 2015. Nel febbraio 2021 ha conseguito summa cum laude la Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell'Italia Centrale a Firenze. E' organista della Basilica di San Lucchese a Poggibonsi e custode dell'organo della Chiesa di San Bartolomeo Apostolo ad Ulignano, oltre che docente su chiamata per l'organo e la musica sacra presso varie realtà ecclesiali della Diocesi di Siena. E' coordinatore del canale youtube e dell'omonimo blog "WIND & STRING. FARE MUSICA PER STARE BENE", un luogo di condivisione della musica in quanto ricchezza che sempre trascende lo spirito e dà beneficio nella ricreazione della mente.
Nel 2016, la Congregazione per il Clero, con la nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdota... more Nel 2016, la Congregazione per il Clero, con la nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, ha riportato al centro dell'attenzione l'aspetto dell'arte e della musica, sia nell'ambito della formazione di chierici e teologi, sia per le possibilità preziose che la bellezza e in grado di offrire nell'ambito pastorale relativamente alla nuova evangelizzazione. È in quest'ottica che durante l'anno catechetico 2017 - 2018, su invito della Pastorale Universitaria Diocesana, l'autore ha partecipato al tentativo di proporre tre incontri di catechesi musicale presso la Chiesa di San Cristoforo a Siena. Nel presente volume vengono dunque raccolti e rimessi insieme gli appunti di quelle tre serate, per poterne condividere gli stimoli e i semplici contenuti con chiunque abbia il desiderio di accostarsi al mistero di Dio attraverso quella bellezza che sa ferire il cuore per risanarlo ed aprirlo all'amore celeste e alla carità fraterna.
Gli studiosi ed articolisti che hanno voluto “cercare la paglia di fieno”, ritengono di aver avut... more Gli studiosi ed articolisti che hanno voluto “cercare la paglia di fieno”, ritengono di aver avuto terreno fertile nelle loro argomentazioni. (...) A loro e alle relative confutazioni storiche, antropologiche, filosofiche e teologiche di esperti di ben altro spessore lascio umilmente, non carta bianca, ma l’intero mazzo di carte, perché nella Chiesa non tutti devono fare tutto, ma tutti hanno un ministero da svolgere: il mio è appunto quello di musicista sacro e di catecheta in favore dei membri del Popolo Santo di Dio, in collaborazione attiva coi sacri ministri che scelgono di avvalersi del mio servizio. Personalmente, quindi, ho optato piuttosto per invocare lo Spirito Consolatore e cercare l’oro, col proposito di proseguire ancora il mio cammino di vita ecclesiale cum Petro et sub Petro, certamente cum grano salis, senza alcun annullamento pedissequo della ragione e della volontà.
Arte organaria italiana. Fonti, documenti e studi, 2021
In "Arte organaria italiana. Fonti, documenti e studi", XIII / 2021, a c. dell’Associazione cultu... more In "Arte organaria italiana. Fonti, documenti e studi", XIII / 2021, a c. dell’Associazione culturale“ Giuseppe Serassi”, pp. 379 – 394.
Con il Documento “Il dono della vocazione presbiterale”, l’attuale magistero della Chiesa Latina ha riportato l’attenzione sull’arte e sulla musica, rileggendoli come strumenti di grande importanza nella formazione dei chierici e dei teologi, soprattutto quali mezzi efficaci per la nuova evangelizzazione dell’occidente. La schizofrenia tra un magistero esprimente desiderio di continuità e la mancanza di fatto nell’applicazione del medesimo, trova le sue motivazioni più profonde nel cambio di paradigma ecclesiale che stiamo vivendo da qualche decennio. Un’analisi serena dei fattori sociologici, antropologici, magisteriali e teologici ci conduce irrinunciabilmente a comprendere la necessaria trasformazione del musicista di chiesa da professionista su committenza a testimone missionario della fede.
Pubblicato sulla rivista "Giornale di Bordo", Terza serie, n. 45-46 - mag.-dic. 2017, LoGisma Edi... more Pubblicato sulla rivista "Giornale di Bordo", Terza serie, n. 45-46 - mag.-dic. 2017, LoGisma Editore (Firenze).
Entrare in una chiesa e venire letteralmente investiti dall’organo pieno che dispiega il Preludio e fuga BWV 552 di Johann Sebastian Bach è indubbiamente un’esperienza che può farci provare una grande ebbrezza artistica e spirituale: il ripieno robusto e luminoso taglia fisicamente l’aria con onde sonore così particolari nella frequenza da penetrarci attraverso l’orecchio per giungere nelle viscere e farle fremere d’emozione, mentre le grandi ance del pedale diffondono tra le navate suoni maestosi quanto e più del ruggito di cento leoni. Una volta recuperata la razionalità e considerando lucidamente quell’esperienza così gratificante, potremmo domandarci se gli organisti che hanno ricevuto in dono il talento di vivere e far vivere una simile esperienza sanno quali vette teologiche e mistiche impregnano quelle note che il compositore ha così sapientemente disposto. La risposta, purtroppo, nella maggioranza dei casi è che non ne hanno la minima idea. Per lo più si limitano a considerare un brano del genere unicamente come un eccezionale prodotto di artigianato musicale. Eppure Bach, nell’accostare con tanta sapienza quei suoni, prima di tutto e soprattutto vi contemplava la Trinità.
Tanti studenti hanno a che fare con manuali di storia della musica, con testi di analisi della pa... more Tanti studenti hanno a che fare con manuali di storia della musica, con testi di analisi della partitura, con esercitazioni di armonizzazione del canto gregoriano. Eppure sono forse in pochi, troppo pochi, ad essere andati alle sorgenti giudaico-cristiane dell’Occidente. L’autore sa che, quando si è nella frenesia di in un corso di studi accademici, restano ben poco tempo e ben poche energie da dedicare a lunghi ed impegnativi approfondimenti. Con la pregiatissima prefazione del grande organista e cembalista Alfonso Fedi ed un’acuta ed energica riflessione conclusiva di Umberto Cerini, organista, cembalista ed attuale maestro di cappella della Basilica di San Lorenzo a Firenze, il presente saggio si propone come volumetto di un’ottantina di pagine appena, agile e veloce, da leggersi in scioltezza e comodità, nelle pause tra una lezione e l’altra, in modo da scoprire quanto basta l’enorme ricchezza del pensiero patristico circa il canto e la musica.
Questo agile volumetto è la Seconda Edizione riveduta, corretta e restituita all’originale del pr... more Questo agile volumetto è la Seconda Edizione riveduta, corretta e restituita all’originale del precedente “Bach: tra amore e fede”. Perché una seconda edizione di questo saggio divulgativo sulla figura di Bach letta attraverso il prisma della Grande Fantasia e Fuga in Sol minore? Lo spiega direttamente l’Autore: “Dopo che i miei allievi, avendo prima letto le mie dispense, ebbero fatta una lettura della precedente edizione, mi dissero che il materiale originario si vedeva che era il mio, ma la forma era diventata pesante, quasi non sembrassi affatto il loro insegnante. Quella diversità era il risultato sia di pennellate (non mie) aggiunte qua e là in fase di correzione della bozza, sia della richiesta esplicita di rendere il tono più alto/scientifico e meno divulgativo. Rientrato in possesso dell’opera, ho proceduto a rivederla, correggerla e soprattutto restituirla a quello stile piano e divulgativo che mi è congeniale” (A. Cervelli). Con una corposa ed energica prefazione della cantante jazz Clizia Miglianti sulla vera e viva musica sacra nei tempi odierni, ripercorriamo questo cammino pensato per i giovani musicisti, al fine di far loro scoprire “il Bach” uomo, marito, padre e credente, per poterlo integrare a quanto già studiano sui manuali scolastici, che forse però trascurano questi aspetti tutt’altro che secondari della vita del grande compositore.
Quanti vanno a Messa e tornano a casa sconvolti dal “baccano musicale” che hanno trovato in chies... more Quanti vanno a Messa e tornano a casa sconvolti dal “baccano musicale” che hanno trovato in chiesa? Chitarre grattate, tamburelli assordanti, canti che sono una pallida brutta copia delle canzoni di un festival di musica leggera o di una serata in un discopub. Qualche operatore pastorale esce di chiesa divertito, convinto che quello sia il modo giusto per attirare i giovani e per far divertire i bambini. Tanti, troppi fedeli, invece, tornano a casa con un’amara sensazione: “Non mi sembra neppure di essere stato a Messa! Non mi sono potuto concentrare nemmeno per due secondi!”. Così inevitabilmente capita che da un lato si abbiano catechisti e chitarristi (spalleggiati più o meno ingenuamente da qualche diacono o presbitero) che sbandierano la necessità di tali “gioiose esternazioni” per esigenze pastorali, ma che poi sperimentano la dolorosa frustrazione di perdere quegli stessi adolescenti, appena conferita loro la Cresima, senza riuscire a capacitarsi del perché; dall’altro, si hanno musicisti con seri studi alle spalle, musicologi, liturgisti e naturalmente non pochi sacerdoti e religiosi i quali, consapevoli della indiscutibile validità delle glorie del passato, si aggrappano al celebre adagio “hodie mala tempora currunt”, forse però mancando un poco di speranza cristiana. Questo saggio è un tentativo per fare chiarezza, invitandoci prima a guardarci alle spalle per capire cosa realmente stiamo perdendo (senza intransigenze o ideologie di sorta) per poi proporre qualche linea guida positiva e costruttiva per un sereno cammino di risanamento. Il testo, molto piacevole a leggersi per uno stile discorsivo fluente e piano, e per una sintassi limpida e scorrevole, presenta diversi pregi, soprattutto in ragione del fine generale "apologetico" cui tende, ottenuto per una non comune padronanza degli argomenti trattati, e - nella fattispecie - con intelligenti comparazioni dei documenti magisteriali e diversi richiami agli scritti e discorsi di Benedetto XVI, già fin troppo appannati e dimenticati.
Per la maggior parte della brava gente che si aggira per le navate delle nostre chiese, l’unico B... more Per la maggior parte della brava gente che si aggira per le navate delle nostre chiese, l’unico Bach conosciuto è quello della “Toccata e fuga”, senza neppure l’aggiunta “in re minore”; per la maggioranza degli studenti delle accademie musicali, invece, il Bach noto è il geniale musicista, faticoso da studiare e da eseguire. In entrambi i casi, si è rimasti appena alla superficie di quello che invece è un vasto, meraviglioso oceano di umanità e di fede. Moltissimi saggi ed articoli di musicologia ci hanno regalato risultati di ricerche scientifiche affascinanti e viaggi meravigliosi in un mondo musicale alto, nobilissimo. Talvolta, però, manca qualcosa, ossia il saper avvicinare tali altezze al livello concreto della gente: non si avverte uno spontaneo adoperarsi nel concreto per spezzare il pane di questa ricchezza a beneficio della quotidiana vita ecclesiale e, più in generale, anche per le fila più semplici della grande famiglia umana. La grandezza di Bach come organista e compositore di musica sacra la si può comprendere solo quando si è in grado di abbracciare in un unico colpo d’occhio, assieme alla grammatica ed alla tecnica musicale, linguaggio artistico e artigiano, anche l’esperienza umana e quella della fede: perché tutto è una catena. Queste pagine si pongono due obiettivi. Innanzitutto fornire all’organista liturgico, specialmente se giovane, uno strumento agile e piano per poter compiere un sereno percorso esegetico, senza onerose pretese accademiche, con l’unico proposito di meglio comprendere Bach come il più grande compositore per organo barocco. Quindi si cercherà di capire se e in quale modo rendere al popolo di Dio un servizio concretamente migliore nella liturgia e nella preghiera attraverso la musica organistica di Bach, perché questa è una curiosa ironia dei nostri tempi: forse un luterano può esser preso da maestro pure per la musica della liturgia cattolica?
Per chi studia organo, Zipoli è semplicemente il compositore delle “Sonate d’Intavolatura” che po... more Per chi studia organo, Zipoli è semplicemente il compositore delle “Sonate d’Intavolatura” che poi se ne andò in America Latina; per molti musicologi è un compositore degno di nota, che curiosamente, all’esplodere della sua fama, abbandonò l’Europa e si fece missionario gesuita, forse più per dilettarsi di musica che per vivere da religioso. Per i nativi latino-americani, invece, è l’uomo che sconvolse in senso positivo la storia della loro arte musicale e il cui spirito, attraverso i secoli, ancora li assiste e li ispira. Chi è Domenico Zipoli? Queste pagine non intendono svolgere in tono prettamente scientifico/accademico un’autorevole e completa ricapitolazione musicologica e storiografica che esaurisca ogni argomentazione su un musicista; è piuttosto una partecipe riflessione, un sereno tentativo di aggiungere – oggettivamente, senza intenti meramente agiografici – un elemento troppo trascurato ed adombrato nell’indagine circa Zipoli: la prospettiva delle ragioni della fede, che forse è proprio quel piccolo ingrediente che manca alla ricetta di una vita la quale, altrimenti, è destinata a rimanere un enigma, mentre invece potrebbe avere qualcosa di bello e di vivo da dire alla nostra Europa e alla vita pastorale della Chiesa del nostro tempo. Si aggiunge anche un contributo della psicologa e psicoterapeuta Claudia Rappuoli, che offre interessanti elementi scientifici di riflessione a proposito del fatto che, in arte, cultura e musica, non è bello ciò che piace ma “è bello ciò che è bello!”.
Questo è un percorso che si articolerà in più incontri, nei quali tratteremo la teologia e mistag... more Questo è un percorso che si articolerà in più incontri, nei quali tratteremo la teologia e mistagogia dello strumento, in modo tale da aiutare giovani e adulti a comprendere l'infinita ricchezza della storia, della musica e dei contributi spirituali di questa meravigliosa macchina lungo i secoli, cercando altresì di scoprire cosa ha da dire e dare nell'oggi della vita umana ed ecclesiale.
Il Prof. Don Gianni Cioli, docente di teologia morale e padre spirituale del Seminario Arcivescov... more Il Prof. Don Gianni Cioli, docente di teologia morale e padre spirituale del Seminario Arcivescovile di Firenze, e il liturgista Don Luigi Miggiano, parroco, presenteranno il CD "Note di letizia per S. Bartolomeo" nella Chiesa parrocchiale, dove sono state incise le tracce comprese in questa antologia, eseguite sull'Organo Buerkle da Alessio Cervelli, organista di questa parrocchia dal febbraio 2009 al settembre 2015. Il CD è offerto alla comunità parrocchiale in ricordo dell’esperienza di musica sacra e spiritualità vissuta grazie a questo strumento dagli adulti e dai giovanissimi. Seguirà la Santa Messa celebrata da Don Gianni.
Giovedì 19 maggio 2016
Oratorio di S. Niccolò del Ceppo (Firenze)
Presentazione dei saggi “Con i ... more Giovedì 19 maggio 2016 Oratorio di S. Niccolò del Ceppo (Firenze) Presentazione dei saggi “Con i Sacramenti non si scherza” di Mons. Nicola Bux e “Bach ieri, Bach oggi” di Alessio Cervelli.
Relazione di Federico Cifelli circa il saggio “Bach ieri, Bach oggi” (di A. Cervelli)
La musica va diritta al cuore e all'intelligenza, all'anima e al corpo, ma cosa rappresenta la mu... more La musica va diritta al cuore e all'intelligenza, all'anima e al corpo, ma cosa rappresenta la musica sacra oggi per un giovane? Sono così distanti la musica leggera e quella sacra? Con Alessio Cervelli, seminarista e musicista abbiamo affrontato una riflessione che guarda al significato profondo della relazione tra arte ed evangelizzazione. La musica infatti arriva là dove non arrivano le parole o le prediche o le conferenze e i convegni.
Che cos’è una fuga bachiana? Un pensiero, che ricorrendo sulla tastiera, da voce a voce, via via ... more Che cos’è una fuga bachiana? Un pensiero, che ricorrendo sulla tastiera, da voce a voce, via via si sublima e s’innalza fino a Dio, e si appaga. È un pensiero che a poco a poco diviene sentimento: sentimento dell’infinito e dell’eterno. È un pensiero che si fa verbo; e un verbo che si fa carne; e una carne che, smaterializzandosi, si fa spirito (S. Chiereghin).
Nel 2016, la Congregazione per il Clero, con la nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdota... more Nel 2016, la Congregazione per il Clero, con la nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, ha riportato al centro dell'attenzione l'aspetto dell'arte e della musica, sia nell'ambito della formazione di chierici e teologi, sia per le possibilità preziose che la bellezza e in grado di offrire nell'ambito pastorale relativamente alla nuova evangelizzazione. È in quest'ottica che durante l'anno catechetico 2017 - 2018, su invito della Pastorale Universitaria Diocesana, l'autore ha partecipato al tentativo di proporre tre incontri di catechesi musicale presso la Chiesa di San Cristoforo a Siena. Nel presente volume vengono dunque raccolti e rimessi insieme gli appunti di quelle tre serate, per poterne condividere gli stimoli e i semplici contenuti con chiunque abbia il desiderio di accostarsi al mistero di Dio attraverso quella bellezza che sa ferire il cuore per risanarlo ed aprirlo all'amore celeste e alla carità fraterna.
Gli studiosi ed articolisti che hanno voluto “cercare la paglia di fieno”, ritengono di aver avut... more Gli studiosi ed articolisti che hanno voluto “cercare la paglia di fieno”, ritengono di aver avuto terreno fertile nelle loro argomentazioni. (...) A loro e alle relative confutazioni storiche, antropologiche, filosofiche e teologiche di esperti di ben altro spessore lascio umilmente, non carta bianca, ma l’intero mazzo di carte, perché nella Chiesa non tutti devono fare tutto, ma tutti hanno un ministero da svolgere: il mio è appunto quello di musicista sacro e di catecheta in favore dei membri del Popolo Santo di Dio, in collaborazione attiva coi sacri ministri che scelgono di avvalersi del mio servizio. Personalmente, quindi, ho optato piuttosto per invocare lo Spirito Consolatore e cercare l’oro, col proposito di proseguire ancora il mio cammino di vita ecclesiale cum Petro et sub Petro, certamente cum grano salis, senza alcun annullamento pedissequo della ragione e della volontà.
Arte organaria italiana. Fonti, documenti e studi, 2021
In "Arte organaria italiana. Fonti, documenti e studi", XIII / 2021, a c. dell’Associazione cultu... more In "Arte organaria italiana. Fonti, documenti e studi", XIII / 2021, a c. dell’Associazione culturale“ Giuseppe Serassi”, pp. 379 – 394.
Con il Documento “Il dono della vocazione presbiterale”, l’attuale magistero della Chiesa Latina ha riportato l’attenzione sull’arte e sulla musica, rileggendoli come strumenti di grande importanza nella formazione dei chierici e dei teologi, soprattutto quali mezzi efficaci per la nuova evangelizzazione dell’occidente. La schizofrenia tra un magistero esprimente desiderio di continuità e la mancanza di fatto nell’applicazione del medesimo, trova le sue motivazioni più profonde nel cambio di paradigma ecclesiale che stiamo vivendo da qualche decennio. Un’analisi serena dei fattori sociologici, antropologici, magisteriali e teologici ci conduce irrinunciabilmente a comprendere la necessaria trasformazione del musicista di chiesa da professionista su committenza a testimone missionario della fede.
Pubblicato sulla rivista "Giornale di Bordo", Terza serie, n. 45-46 - mag.-dic. 2017, LoGisma Edi... more Pubblicato sulla rivista "Giornale di Bordo", Terza serie, n. 45-46 - mag.-dic. 2017, LoGisma Editore (Firenze).
Entrare in una chiesa e venire letteralmente investiti dall’organo pieno che dispiega il Preludio e fuga BWV 552 di Johann Sebastian Bach è indubbiamente un’esperienza che può farci provare una grande ebbrezza artistica e spirituale: il ripieno robusto e luminoso taglia fisicamente l’aria con onde sonore così particolari nella frequenza da penetrarci attraverso l’orecchio per giungere nelle viscere e farle fremere d’emozione, mentre le grandi ance del pedale diffondono tra le navate suoni maestosi quanto e più del ruggito di cento leoni. Una volta recuperata la razionalità e considerando lucidamente quell’esperienza così gratificante, potremmo domandarci se gli organisti che hanno ricevuto in dono il talento di vivere e far vivere una simile esperienza sanno quali vette teologiche e mistiche impregnano quelle note che il compositore ha così sapientemente disposto. La risposta, purtroppo, nella maggioranza dei casi è che non ne hanno la minima idea. Per lo più si limitano a considerare un brano del genere unicamente come un eccezionale prodotto di artigianato musicale. Eppure Bach, nell’accostare con tanta sapienza quei suoni, prima di tutto e soprattutto vi contemplava la Trinità.
Tanti studenti hanno a che fare con manuali di storia della musica, con testi di analisi della pa... more Tanti studenti hanno a che fare con manuali di storia della musica, con testi di analisi della partitura, con esercitazioni di armonizzazione del canto gregoriano. Eppure sono forse in pochi, troppo pochi, ad essere andati alle sorgenti giudaico-cristiane dell’Occidente. L’autore sa che, quando si è nella frenesia di in un corso di studi accademici, restano ben poco tempo e ben poche energie da dedicare a lunghi ed impegnativi approfondimenti. Con la pregiatissima prefazione del grande organista e cembalista Alfonso Fedi ed un’acuta ed energica riflessione conclusiva di Umberto Cerini, organista, cembalista ed attuale maestro di cappella della Basilica di San Lorenzo a Firenze, il presente saggio si propone come volumetto di un’ottantina di pagine appena, agile e veloce, da leggersi in scioltezza e comodità, nelle pause tra una lezione e l’altra, in modo da scoprire quanto basta l’enorme ricchezza del pensiero patristico circa il canto e la musica.
Questo agile volumetto è la Seconda Edizione riveduta, corretta e restituita all’originale del pr... more Questo agile volumetto è la Seconda Edizione riveduta, corretta e restituita all’originale del precedente “Bach: tra amore e fede”. Perché una seconda edizione di questo saggio divulgativo sulla figura di Bach letta attraverso il prisma della Grande Fantasia e Fuga in Sol minore? Lo spiega direttamente l’Autore: “Dopo che i miei allievi, avendo prima letto le mie dispense, ebbero fatta una lettura della precedente edizione, mi dissero che il materiale originario si vedeva che era il mio, ma la forma era diventata pesante, quasi non sembrassi affatto il loro insegnante. Quella diversità era il risultato sia di pennellate (non mie) aggiunte qua e là in fase di correzione della bozza, sia della richiesta esplicita di rendere il tono più alto/scientifico e meno divulgativo. Rientrato in possesso dell’opera, ho proceduto a rivederla, correggerla e soprattutto restituirla a quello stile piano e divulgativo che mi è congeniale” (A. Cervelli). Con una corposa ed energica prefazione della cantante jazz Clizia Miglianti sulla vera e viva musica sacra nei tempi odierni, ripercorriamo questo cammino pensato per i giovani musicisti, al fine di far loro scoprire “il Bach” uomo, marito, padre e credente, per poterlo integrare a quanto già studiano sui manuali scolastici, che forse però trascurano questi aspetti tutt’altro che secondari della vita del grande compositore.
Quanti vanno a Messa e tornano a casa sconvolti dal “baccano musicale” che hanno trovato in chies... more Quanti vanno a Messa e tornano a casa sconvolti dal “baccano musicale” che hanno trovato in chiesa? Chitarre grattate, tamburelli assordanti, canti che sono una pallida brutta copia delle canzoni di un festival di musica leggera o di una serata in un discopub. Qualche operatore pastorale esce di chiesa divertito, convinto che quello sia il modo giusto per attirare i giovani e per far divertire i bambini. Tanti, troppi fedeli, invece, tornano a casa con un’amara sensazione: “Non mi sembra neppure di essere stato a Messa! Non mi sono potuto concentrare nemmeno per due secondi!”. Così inevitabilmente capita che da un lato si abbiano catechisti e chitarristi (spalleggiati più o meno ingenuamente da qualche diacono o presbitero) che sbandierano la necessità di tali “gioiose esternazioni” per esigenze pastorali, ma che poi sperimentano la dolorosa frustrazione di perdere quegli stessi adolescenti, appena conferita loro la Cresima, senza riuscire a capacitarsi del perché; dall’altro, si hanno musicisti con seri studi alle spalle, musicologi, liturgisti e naturalmente non pochi sacerdoti e religiosi i quali, consapevoli della indiscutibile validità delle glorie del passato, si aggrappano al celebre adagio “hodie mala tempora currunt”, forse però mancando un poco di speranza cristiana. Questo saggio è un tentativo per fare chiarezza, invitandoci prima a guardarci alle spalle per capire cosa realmente stiamo perdendo (senza intransigenze o ideologie di sorta) per poi proporre qualche linea guida positiva e costruttiva per un sereno cammino di risanamento. Il testo, molto piacevole a leggersi per uno stile discorsivo fluente e piano, e per una sintassi limpida e scorrevole, presenta diversi pregi, soprattutto in ragione del fine generale "apologetico" cui tende, ottenuto per una non comune padronanza degli argomenti trattati, e - nella fattispecie - con intelligenti comparazioni dei documenti magisteriali e diversi richiami agli scritti e discorsi di Benedetto XVI, già fin troppo appannati e dimenticati.
Per la maggior parte della brava gente che si aggira per le navate delle nostre chiese, l’unico B... more Per la maggior parte della brava gente che si aggira per le navate delle nostre chiese, l’unico Bach conosciuto è quello della “Toccata e fuga”, senza neppure l’aggiunta “in re minore”; per la maggioranza degli studenti delle accademie musicali, invece, il Bach noto è il geniale musicista, faticoso da studiare e da eseguire. In entrambi i casi, si è rimasti appena alla superficie di quello che invece è un vasto, meraviglioso oceano di umanità e di fede. Moltissimi saggi ed articoli di musicologia ci hanno regalato risultati di ricerche scientifiche affascinanti e viaggi meravigliosi in un mondo musicale alto, nobilissimo. Talvolta, però, manca qualcosa, ossia il saper avvicinare tali altezze al livello concreto della gente: non si avverte uno spontaneo adoperarsi nel concreto per spezzare il pane di questa ricchezza a beneficio della quotidiana vita ecclesiale e, più in generale, anche per le fila più semplici della grande famiglia umana. La grandezza di Bach come organista e compositore di musica sacra la si può comprendere solo quando si è in grado di abbracciare in un unico colpo d’occhio, assieme alla grammatica ed alla tecnica musicale, linguaggio artistico e artigiano, anche l’esperienza umana e quella della fede: perché tutto è una catena. Queste pagine si pongono due obiettivi. Innanzitutto fornire all’organista liturgico, specialmente se giovane, uno strumento agile e piano per poter compiere un sereno percorso esegetico, senza onerose pretese accademiche, con l’unico proposito di meglio comprendere Bach come il più grande compositore per organo barocco. Quindi si cercherà di capire se e in quale modo rendere al popolo di Dio un servizio concretamente migliore nella liturgia e nella preghiera attraverso la musica organistica di Bach, perché questa è una curiosa ironia dei nostri tempi: forse un luterano può esser preso da maestro pure per la musica della liturgia cattolica?
Per chi studia organo, Zipoli è semplicemente il compositore delle “Sonate d’Intavolatura” che po... more Per chi studia organo, Zipoli è semplicemente il compositore delle “Sonate d’Intavolatura” che poi se ne andò in America Latina; per molti musicologi è un compositore degno di nota, che curiosamente, all’esplodere della sua fama, abbandonò l’Europa e si fece missionario gesuita, forse più per dilettarsi di musica che per vivere da religioso. Per i nativi latino-americani, invece, è l’uomo che sconvolse in senso positivo la storia della loro arte musicale e il cui spirito, attraverso i secoli, ancora li assiste e li ispira. Chi è Domenico Zipoli? Queste pagine non intendono svolgere in tono prettamente scientifico/accademico un’autorevole e completa ricapitolazione musicologica e storiografica che esaurisca ogni argomentazione su un musicista; è piuttosto una partecipe riflessione, un sereno tentativo di aggiungere – oggettivamente, senza intenti meramente agiografici – un elemento troppo trascurato ed adombrato nell’indagine circa Zipoli: la prospettiva delle ragioni della fede, che forse è proprio quel piccolo ingrediente che manca alla ricetta di una vita la quale, altrimenti, è destinata a rimanere un enigma, mentre invece potrebbe avere qualcosa di bello e di vivo da dire alla nostra Europa e alla vita pastorale della Chiesa del nostro tempo. Si aggiunge anche un contributo della psicologa e psicoterapeuta Claudia Rappuoli, che offre interessanti elementi scientifici di riflessione a proposito del fatto che, in arte, cultura e musica, non è bello ciò che piace ma “è bello ciò che è bello!”.
Questo è un percorso che si articolerà in più incontri, nei quali tratteremo la teologia e mistag... more Questo è un percorso che si articolerà in più incontri, nei quali tratteremo la teologia e mistagogia dello strumento, in modo tale da aiutare giovani e adulti a comprendere l'infinita ricchezza della storia, della musica e dei contributi spirituali di questa meravigliosa macchina lungo i secoli, cercando altresì di scoprire cosa ha da dire e dare nell'oggi della vita umana ed ecclesiale.
Il Prof. Don Gianni Cioli, docente di teologia morale e padre spirituale del Seminario Arcivescov... more Il Prof. Don Gianni Cioli, docente di teologia morale e padre spirituale del Seminario Arcivescovile di Firenze, e il liturgista Don Luigi Miggiano, parroco, presenteranno il CD "Note di letizia per S. Bartolomeo" nella Chiesa parrocchiale, dove sono state incise le tracce comprese in questa antologia, eseguite sull'Organo Buerkle da Alessio Cervelli, organista di questa parrocchia dal febbraio 2009 al settembre 2015. Il CD è offerto alla comunità parrocchiale in ricordo dell’esperienza di musica sacra e spiritualità vissuta grazie a questo strumento dagli adulti e dai giovanissimi. Seguirà la Santa Messa celebrata da Don Gianni.
Giovedì 19 maggio 2016
Oratorio di S. Niccolò del Ceppo (Firenze)
Presentazione dei saggi “Con i ... more Giovedì 19 maggio 2016 Oratorio di S. Niccolò del Ceppo (Firenze) Presentazione dei saggi “Con i Sacramenti non si scherza” di Mons. Nicola Bux e “Bach ieri, Bach oggi” di Alessio Cervelli.
Relazione di Federico Cifelli circa il saggio “Bach ieri, Bach oggi” (di A. Cervelli)
La musica va diritta al cuore e all'intelligenza, all'anima e al corpo, ma cosa rappresenta la mu... more La musica va diritta al cuore e all'intelligenza, all'anima e al corpo, ma cosa rappresenta la musica sacra oggi per un giovane? Sono così distanti la musica leggera e quella sacra? Con Alessio Cervelli, seminarista e musicista abbiamo affrontato una riflessione che guarda al significato profondo della relazione tra arte ed evangelizzazione. La musica infatti arriva là dove non arrivano le parole o le prediche o le conferenze e i convegni.
Che cos’è una fuga bachiana? Un pensiero, che ricorrendo sulla tastiera, da voce a voce, via via ... more Che cos’è una fuga bachiana? Un pensiero, che ricorrendo sulla tastiera, da voce a voce, via via si sublima e s’innalza fino a Dio, e si appaga. È un pensiero che a poco a poco diviene sentimento: sentimento dell’infinito e dell’eterno. È un pensiero che si fa verbo; e un verbo che si fa carne; e una carne che, smaterializzandosi, si fa spirito (S. Chiereghin).
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Personalmente, quindi, ho optato piuttosto per invocare lo Spirito Consolatore e cercare l’oro, col proposito di proseguire ancora il mio cammino di vita ecclesiale cum Petro et sub Petro, certamente cum grano salis, senza alcun annullamento pedissequo della ragione e della volontà.
Con il Documento “Il dono della vocazione presbiterale”, l’attuale magistero della Chiesa Latina ha riportato l’attenzione sull’arte e sulla musica, rileggendoli come strumenti di grande importanza nella formazione dei chierici e dei teologi, soprattutto quali mezzi efficaci per la nuova evangelizzazione dell’occidente. La schizofrenia tra un magistero esprimente desiderio di continuità e la mancanza di fatto nell’applicazione del medesimo, trova le sue motivazioni più profonde nel
cambio di paradigma ecclesiale che stiamo vivendo da qualche decennio. Un’analisi serena dei fattori sociologici, antropologici, magisteriali e teologici ci conduce irrinunciabilmente a comprendere la necessaria trasformazione del musicista di chiesa da professionista su committenza a testimone missionario della fede.
Entrare in una chiesa e venire letteralmente investiti dall’organo pieno
che dispiega il Preludio e fuga BWV 552 di Johann Sebastian Bach è indubbiamente un’esperienza che può farci provare una grande ebbrezza artistica e spirituale: il ripieno robusto e luminoso taglia fisicamente l’aria con onde sonore così particolari nella frequenza da penetrarci attraverso l’orecchio per giungere nelle viscere e farle fremere d’emozione, mentre le grandi ance del pedale diffondono tra le navate suoni maestosi quanto e più del ruggito di cento leoni. Una volta recuperata la razionalità e considerando lucidamente quell’esperienza così gratificante, potremmo domandarci se gli organisti che hanno ricevuto in dono il talento di vivere e far vivere una simile esperienza
sanno quali vette teologiche e mistiche impregnano quelle note che il compositore ha così sapientemente disposto. La risposta, purtroppo, nella maggioranza dei casi è che non ne hanno la minima idea. Per lo più si limitano a considerare un brano del genere unicamente come un eccezionale prodotto di artigianato musicale. Eppure Bach, nell’accostare con tanta sapienza quei suoni, prima di tutto e soprattutto vi contemplava la Trinità.
Questo saggio è un tentativo per fare chiarezza, invitandoci prima a guardarci alle spalle per capire cosa realmente stiamo perdendo (senza intransigenze o ideologie di sorta) per poi proporre qualche linea guida positiva e costruttiva per un sereno cammino di risanamento. Il testo, molto piacevole a leggersi per uno stile discorsivo fluente e piano, e per una sintassi limpida e scorrevole, presenta diversi pregi, soprattutto in ragione del fine generale "apologetico" cui tende, ottenuto per una non comune padronanza degli argomenti trattati, e - nella fattispecie - con intelligenti comparazioni dei documenti magisteriali e diversi richiami agli scritti e discorsi di Benedetto XVI, già fin troppo appannati e dimenticati.
Oratorio di S. Niccolò del Ceppo (Firenze)
Presentazione dei saggi “Con i Sacramenti non si scherza” di Mons. Nicola Bux
e “Bach ieri, Bach oggi” di Alessio Cervelli.
Relazione di Federico Cifelli
circa il saggio “Bach ieri, Bach oggi” (di A. Cervelli)
che si fa verbo; e un verbo che si fa carne; e una carne che, smaterializzandosi, si fa spirito (S. Chiereghin).
Personalmente, quindi, ho optato piuttosto per invocare lo Spirito Consolatore e cercare l’oro, col proposito di proseguire ancora il mio cammino di vita ecclesiale cum Petro et sub Petro, certamente cum grano salis, senza alcun annullamento pedissequo della ragione e della volontà.
Con il Documento “Il dono della vocazione presbiterale”, l’attuale magistero della Chiesa Latina ha riportato l’attenzione sull’arte e sulla musica, rileggendoli come strumenti di grande importanza nella formazione dei chierici e dei teologi, soprattutto quali mezzi efficaci per la nuova evangelizzazione dell’occidente. La schizofrenia tra un magistero esprimente desiderio di continuità e la mancanza di fatto nell’applicazione del medesimo, trova le sue motivazioni più profonde nel
cambio di paradigma ecclesiale che stiamo vivendo da qualche decennio. Un’analisi serena dei fattori sociologici, antropologici, magisteriali e teologici ci conduce irrinunciabilmente a comprendere la necessaria trasformazione del musicista di chiesa da professionista su committenza a testimone missionario della fede.
Entrare in una chiesa e venire letteralmente investiti dall’organo pieno
che dispiega il Preludio e fuga BWV 552 di Johann Sebastian Bach è indubbiamente un’esperienza che può farci provare una grande ebbrezza artistica e spirituale: il ripieno robusto e luminoso taglia fisicamente l’aria con onde sonore così particolari nella frequenza da penetrarci attraverso l’orecchio per giungere nelle viscere e farle fremere d’emozione, mentre le grandi ance del pedale diffondono tra le navate suoni maestosi quanto e più del ruggito di cento leoni. Una volta recuperata la razionalità e considerando lucidamente quell’esperienza così gratificante, potremmo domandarci se gli organisti che hanno ricevuto in dono il talento di vivere e far vivere una simile esperienza
sanno quali vette teologiche e mistiche impregnano quelle note che il compositore ha così sapientemente disposto. La risposta, purtroppo, nella maggioranza dei casi è che non ne hanno la minima idea. Per lo più si limitano a considerare un brano del genere unicamente come un eccezionale prodotto di artigianato musicale. Eppure Bach, nell’accostare con tanta sapienza quei suoni, prima di tutto e soprattutto vi contemplava la Trinità.
Questo saggio è un tentativo per fare chiarezza, invitandoci prima a guardarci alle spalle per capire cosa realmente stiamo perdendo (senza intransigenze o ideologie di sorta) per poi proporre qualche linea guida positiva e costruttiva per un sereno cammino di risanamento. Il testo, molto piacevole a leggersi per uno stile discorsivo fluente e piano, e per una sintassi limpida e scorrevole, presenta diversi pregi, soprattutto in ragione del fine generale "apologetico" cui tende, ottenuto per una non comune padronanza degli argomenti trattati, e - nella fattispecie - con intelligenti comparazioni dei documenti magisteriali e diversi richiami agli scritti e discorsi di Benedetto XVI, già fin troppo appannati e dimenticati.
Oratorio di S. Niccolò del Ceppo (Firenze)
Presentazione dei saggi “Con i Sacramenti non si scherza” di Mons. Nicola Bux
e “Bach ieri, Bach oggi” di Alessio Cervelli.
Relazione di Federico Cifelli
circa il saggio “Bach ieri, Bach oggi” (di A. Cervelli)
che si fa verbo; e un verbo che si fa carne; e una carne che, smaterializzandosi, si fa spirito (S. Chiereghin).