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Belinda Granata

Belinda Granata

Daniele da Volterra’s David and Goliah and a copy brought to Naples in 1636: events, chronology and new documents The essay consider some unpublished data that were discovered by recent research and help shedding light on the changes... more
Daniele da Volterra’s David and Goliah and a copy brought to Naples in 1636: events, chronology and new documents

The essay consider some unpublished data that were discovered by recent research and help shedding light on the changes of ownership of the large slate stone painted by Daniele da Volterra and representing David and Goliah (Louvre).
The work was commissioned by monsignor Giovanni Della Casa and bequeathed to his nephew Annibale Rucellai. It is registered in the Peretti Montalto collection as of 1591, although the circumstances of its entry into the collection have remained obscure until now.
New documents-based evidence attests that the painting was in the collection of Bernardino Savelli senior and then purchased by Marzio Colonna before its transfer to Cardinal Alessandro Peretti. Later, in 1635, Abbot Francesco Peretti commissioned a copy of the slate to be taken to Naples, which the essay proposes to identify with the small version now in the Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, in Rome.


Il contributo prende in considerazione alcuni dati inediti emersi da recenti ricerche, che aiutano a gettare nuova luce sui passaggi di proprietà della grande pietra lavagna dipinta da Daniele da Volterra raffigurante David e Golia (Louvre).
Realizzata su commissione di monsignor Giovanni della Casa e passata in eredità al nipote Annibale Rucellai, l’opera è individuata in collezione Peretti Montalto a partire dal 1591, ma restavano finora oscure le circostanze del suo ingresso nella raccolta.
Nuovi documenti attestano la presenza del dipinto nella collezione di Bernardino Savelli senior, il successivo acquisto da parte di Marzio Colonna e la sua cessione al cardinale Alessandro Peretti. Più tardi, nel 1635, l’abate Francesco Peretti commissionerà una copia della lavagna da portare a Napoli, per la quale si propone l’identificazione con la piccola versione oggi nella Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma.
L'analisi del mecenatismo di Francesco Peretti-ultimo esponente della casata-affrontata in questo libro colma una lacuna nel panorama degli studi sul collezionismo romano del Seicento. Della raccolta Montalto, infatti, celebrata dalle... more
L'analisi del mecenatismo di Francesco Peretti-ultimo esponente della casata-affrontata in questo libro colma una lacuna nel panorama degli studi sul collezionismo romano del Seicento. Della raccolta Montalto, infatti, celebrata dalle fonti come una delle più ricche e illustri di Roma, si conosceva soprattutto il ruolo determinante giocato prima da Sisto V e poi dal cardinale Alessandro Peretti, ma rimaneva di fatto piuttosto vaga l'identità sociale e culturale del loro schivo nipote. Il lavoro qui condotto ha permesso di delineare i contorni di un personaggio che ebbe ruoli di primo piano nella potente corte spagnola, verso la quale egli nutriva sentimenti di profonda lealtà ricambiati da Filippo IV con riconoscimenti e incarichi prestigiosi. Le ricerche hanno consentito inoltre di ricostruire con precisione le dinamiche della dispersione della raccolta Peretti Montalto, note finora solo attraverso indizi assai frammentari portando alla luce una complessa vicenda ereditaria sfociata nella vendita di una parte consistente dei beni: i fatti vengono ripercorsi a ritroso nel volume, insieme alla storia delle opere individuate, ai loro passaggi di proprietà, fin dove è stato possibile risalire, e all'attività collezionistica che guidò i numerosi e illustri acquirenti. In senso più ampio sono stati chiariti e approfonditi i meccanismi di vendita attuati nel Seicento dagli eredi testamentari per far fronte ai debiti che spesso accompagnavano un lascito e si è esteso lo sguardo anche al mercato dell'arte nella sua complessità.