Papers by Massimiliano Bardani
Aristodemo Zingarini Pittore d’Amelia, 2023
Bollettino della Deputazione di Storia Patria dell'Umbria, 2021
Atti del IV convegno nazionale dei Gruppi Archeologici d'Italia, 2019
L’articolo analizza la struttura dell’Arco di Piazza di Amelia, attualmente una porta cubica medi... more L’articolo analizza la struttura dell’Arco di Piazza di Amelia, attualmente una porta cubica medievale, per comprenderne l’origine e le trasformazioni, connesse con al rifunzionalizzazione degli spazi urbani nel medioevo. L’Autore ipotizza che originariamente fosse una cisterna romana, con funzioni insieme di sostruzione e di regimentazione delle acque, per essere poi profondamente ristrutturata in vista della sua trasformazione nella principale porta di accesso alla cittadella, insediata nella parte più elevata di Amelia. L’esame degli spolia reimpiegati nella costruzione fanno ipotizzare che la monumentalizzazione del complesso sia avvenuta nell’XI secolo, contestualmente all’edificazione della cattedrale con la torre dodecagonale e all’allargamento a nord ovest della cinta urbica.
Allorché fu redatto il catasto del 1371, nel settore nord orientale della Diocesi amerina si cont... more Allorché fu redatto il catasto del 1371, nel settore nord orientale della Diocesi amerina si contavano almeno sei castra: Sambucetuli, Culcelli, Fractucciae, Podi, Lacuscelli, Canalis. Tutti i castelli rientravano nella diocesi amerina, ma solo i primi tre appartenevano propriamente al Comitatus civitatis Amelie. Per cercare di individuare il percorso che condusse a tale assetto e comprendere così quali furono attori, moventi e presupposti dell'incastellamento nel settore, in assenza di riscontri archeologici e con fonti non anteriori al XII secolo, può essere utile ricostruire le origini di ciascun castello partendo da quelli più recenti, di cui si abbia nelle fonti sicura attestazione. Procederemo, quindi, a "cancellarli" dalla carta geografica, idealmente, uno alla volta, ovviamente non prima di aver chiarito, per quanto é possibile con le fonti disponibili, il contesto politico, economico e sociale che diede loro origine. Questa operazione di "raschiatura" dovrebbe consentirci di risalire all'assetto insediativo più antico del settore, quello in cui collocare i primi castelli. Potremo così formulare ipotesi sulla loro fondazione in una condizione depurata, senza il "disturbo di fondo" rappresentato dalle necessarie relazioni che in età più tarda si instaureranno fra i vari poli castrensi, eventualmente variandone funzioni e caratteri originari. Tale operazione dovrebbe consentire di individuare almeno alcune linee salienti del settore all'epoca dello stato aurorale del fenomeno castrense, evidenziando i contorni dell'incastellamento nella prima fase. In tal modo si acquisiranno utili elementi per valutare, altresì, il significato storico del fenomeno dell'incastellamento nella nostra area, confrontandolo con i modelli sviluppati per aree contigue, quello "toubertiano" 1 , tipico dell'area sublacense e sabina e quello "toscano", sviluppato dagli archeologi del gruppo di Francovich 2. 1 Ricordiamo che la nozione stessa di incastellamento è originata dagli studi di P. Toubert, Les structures du Latium médiéval. Le Latium méridional et la Sabine du IX e siècle au XII e siècle, Rome, 1973. Per l'Autore l'incastellamento segnò una profonda alterazione delle forme insediative preesistenti, tanto da parlare di révolution castrale. Le caratteristiche essenziali del modello interpretativo toubertiano sono così ben sintetizzate da S. Gelichi, in Introduzione all'archeologia medievale, Roma, 1997, p. 144: a) i castelli occuparono siti nuovi, modificando le forme di occupazione del suolo dell'insediamento rurale, rimaste invariate sin dall'epoca romana; b) i castelli fecero sparire l'abitato sparso intercalare e divennero luoghi egemoni di ripartizioni territoriali nuove; c) all'interno dei nuovi centri si sviluppò una sorta di "urbanisme villageoise", caratterizzato dall'edilizia in pietra e da uno sviluppo demografico "dendrologico". 2 Il "modello toscano" esclude cesure "rivoluzionarie" connesse all'incastellamento, accentuando gli elementi di continuità. Esso può essere così sintetizzato: 1) decadenza del sistema delle ville e dell'organizzazione del
L'articolo, partendo dalla schedatura dei pezzi antichi reimpiegati in due importanti monumenti d... more L'articolo, partendo dalla schedatura dei pezzi antichi reimpiegati in due importanti monumenti di Amelia, si propone di formulare un'ipotesi sul riuso degli spazi pubblici nell'età tardo antica ed alto medievale nella città.
Nel XIV secolo il Comune di Amelia intraprende una importante operazione di incastellamento del s... more Nel XIV secolo il Comune di Amelia intraprende una importante operazione di incastellamento del settore nord orientale del proprio territorio, fondando i castra di Collicello, Frattuccia e Sambucetole al confine con il Comune di Todi ed a ridosso del feudo del castello di Canale.
L'articolo indaga tempi e modi di tale azione, utilizzando sia fonti archivistiche che archeologiche, al fine di ricostruirne i moventi: antimagnatizio, fiscale e di controllo del territorio.
Drafts by Massimiliano Bardani
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L'articolo indaga tempi e modi di tale azione, utilizzando sia fonti archivistiche che archeologiche, al fine di ricostruirne i moventi: antimagnatizio, fiscale e di controllo del territorio.
Drafts by Massimiliano Bardani
L'articolo indaga tempi e modi di tale azione, utilizzando sia fonti archivistiche che archeologiche, al fine di ricostruirne i moventi: antimagnatizio, fiscale e di controllo del territorio.