Studio esoterismo da circa mezzo secolo, spaziando dalla Cabala ai Rosacroce, dallo Gnosticismo all'Occultismo, dalla Religioni Orientali alle Nuove Sette Occidentali. Ha aderito alla Società Teosofica circa trent'anni fa e da allora mi sono dedicato allo studio di Helena Petrovna Blavatsky e delle sue opere. Recentemente ho organizzato i miei appunti usandoli per stampare due libri: Il Grande Ciclo e la Nascita di un Universo, entrambi disponibili in Academia. Altri libri sono in preparazione. Ho sempre offerto la mia disponibilità per contatti diretti che si rendano necessari circa il contenuto dei miei scritti (tutti disponibili in Academia) e colgo l'occasione per ripetere il numero di telefono (3771517141) e la casella di posta (michelezappala2017@gmail.com). Saluto e ringrazio quanti mi onorano della loro attenzione. Phone: 3771517141 Address: via vittorio veneto - Riposto (CT)
IL SILENZIO-Capitolo Primo-Generalità Introduzione C'è un inizio in tutte le cose che segna un pu... more IL SILENZIO-Capitolo Primo-Generalità Introduzione C'è un inizio in tutte le cose che segna un punto ben preciso fra un prima ed un dopo. E' sempre difficile perché segna un distacco da ciò che si conosce e ciò che si vuol conoscere, una certezza contro una incognita. E' come imparare a nuotare: la paura iniziale di affogare rende difficili i movimenti, molto diversi da quelli usuali del muoversi sulla terraferma; l'articolazione scomposta degli arti annulla il naturale galleggiamento del tronco ed il corpo si appesantisce invece di alleggerirsi. Lentamente si avverte che si può stare a galla senza muoversi, ci si allena dove, in caso di necessità, si possono poggiare i piedi sul fondo, si alternano fasi di "galleggiamento" e di "piedi per terra" finché, improvvisamente, si avverte una sincronizzazione fra i movimenti e la posizione del corpo: si comincia a nuotare. Il resto è solo questione di allenamento. Quando si lascia il Mondo per andare nel Kosmos avviene più o meno la stessa cosa. Si comincia con la lettura e lentamente, molto lentamente, i centri neuronali del cervello si sganciano dai vecchi collegamenti per collegarsi secondo i nuovi apprendimenti. E' un processo molto lungo, mesi o anni, per ottenere un qualche risultato, durante il quale si oscilla fra il vecchio ed il nuovo, si galleggia (il nuovo) e si mettono i piedi per terra (il vecchio). Fra le due fasi si vivono momenti di grande incertezza, quasi di obnubilamento, difficilissimi da superare, che richiedono una certa dose di coraggio, ma anche una forte determinazione. Chi va avanti trova davanti a sé una nebbia che via via dirada, lasciando spazi mai visti prima, un incoraggiamento a proseguire; chi si ferma rimane in uno stato di estrema sofferenza, con possibili disturbi psicologici che rendono instabile la mente. Lettura, riflessione su quello che si legge, concentrazione sui nuovi concetti, sono esercizi che si possono fare senza alcun aiuto esterno. L'eventuale frequenza di persone preparate, capaci di dare consigli ben orientati può solo aiutare: lo sforzo principale è quello individuale. Ma non si può continuare all'infinito: se non si va avanti è meglio smettere. Questo vale anche dal punto di vista karmico: sforzi inutili servono solo a creare nuovo karma. Ovviamente, è necessario cambiare lo stile di vita: bisogna adottare una alimentazione adeguata per l'esercizio delle forze spirituali, impiegare il tempo libero in funzione del progresso che si vuole conseguire, non parlarne con nessuno, sacrificarsi in una dedizione assoluta al compito in cui si è impegnati. In termini esoterici, tutti questi aspetti esteriori si chiamano "ambiente" e sono essenziali per compiere il cammino. Il Mondo non dev'essere più lo scopo della vita, la meta da raggiungere è il Cosmo, la realtà spirituale, il luogo dove tutte le cose materiali sono il corpo fisico di un valore spirituale che le caratterizza. E' necessario "conoscere" con un senso diverso da quello materiale, un occhio particolare che sappia vedere al di là del velo di Maya, rivelando la vera essenza delle cose. Chi va avanti, senza alcuno sforzo troverà persone preparate che potranno aiutarlo a fare il percorso successivo, ad introdurlo in un ambiente idoneo, a prepararlo per salire a livelli superiori. La prudenza non è mai troppa e non è consigliabile affidarsi alle varie scuole commerciali o centri estetici, false scuole di yoga, Sette strane e pericolose. In assenza di un ambiente affidabile, è meglio proseguire da soli sul sentiero, con la certezza che i progressi giungeranno in proporzione agli sforzi. Ho usato il termine neutro nel rivolgermi alle persone perché in questo momento c'è una grande confusione nella società civile per quanto riguarda il sesso. In campo esoterico, spirituale, il sesso non esiste, poiché il corpo fisico è solo uno strumento: esso è la chitarra, il violino, il pianoforte, che la parte spirituale dell'essere umano suona per viaggiare su un piano di coscienza che non è più quello dei sensi inferiori. Quindi, da questo momento in poi, ogni riferimento all'essere umano si rivolge a chiunque, indipendentemente dal genere cui appartiene, con grande rispetto per la sua dignità.
Tutti conoscono il buddismo come religione. In realtà, è qualcosa di più di una semplice religion... more Tutti conoscono il buddismo come religione. In realtà, è qualcosa di più di una semplice religione. Qual è l'origine e la storia di questa dottrina religiosa? Il Buddhismo è la Via dell'Illuminazione e Buddha è colui che consegue l'illuminazione in vita. Il Buddhismo esisteva già prima di Gautama Sakyamuni, nell'Antico Tibet, quello a Nord dell'Himalaya, verso il Circolo Polare Artico. Il Budda più noto, quello che operò nella valle del Gange, proveniva da una famiglia molto ricca e la sua vita, come vuole la tradizione buddista, sarebbe stata preceduta da innumerevoli rinascite. I buddisti, infatti, credono nella reincarnazione, anche se scandita dalla successione di vite legate tra di loro attraverso la trasmissione degli effetti del karma. A 35 anni, dopo ben sette settimane di raccoglimento profondo e mai interrotto, nel mese di maggio, sotto un albero di fico, mentre si trovava lì a gambe incrociate nella nota posizione del loto, arrivò l'illuminazione perfetta. Meditò una notte intera, fino a raggiungere il Nirvana che, per i buddisti, è il fine ultimo della vita. Si ottiene grazie alla liberazione dal dolore dovuto all'esistenza. Non è un qualcosa che viene definito in termini positivi, contrariamente a quello che si pensa, ma negativi.
Le parole "esoterico" ed "occulto" significano "ciò che è nascosto", indicano ciò che sta dietro ... more Le parole "esoterico" ed "occulto" significano "ciò che è nascosto", indicano ciò che sta dietro all'apparenza esteriore, e additano le cause che producono l'apparenza e gli effetti; si occupano del mondo sottile delle energie e delle forze nascoste e velate dalle forme. Trattano di tutto ciò che deve essere conosciuto prima che la coscienza possa svilupparsi Le scuole esoteriche sono quelle che impartiscono maggiore conoscenza, la quale viene teorizzata ed applicata; ma è un fatto che spesso la teoria precede la pratica. Le scuole esoteriche attuali mirano ad una superiore fusione, quella tra la personalità integrata e l'anima, rivelando che, dietro al dualismo mistico (stato necessario), vi è il fatto occulto della identificazione con il divino. L'insegnamento in queste scuole è più avanzato di quello che si impartiva nelle scuole precedenti; esso, infatti, si spinge fuori dalla sfera dei tre mondi della personalità per entrare in quella dell'anima. Vi si tratta del mondo dei valori occulti, in cui si dà massima importanza all'aspetto "conoscenza della divinità". Le scuole esoteriche attuali mirano ad una superiore fusione, quella tra la personalità integrata e l'anima, rivelando che, dietro al dualismo mistico (stato necessario), vi è il fatto occulto della identificazione con il divino. Lo scopo di una scuola esoterica è quello di portare alla coscienza o consapevolezza dell'anima, alla conoscenza spirituale, alla comprensione delle forze superiori, alla conoscenza diretta della Gerarchia Spirituale che governa la vita del nostro pianeta, allo sviluppo progressivo della comprensione della natura divina e del Piano, che, in obbedienza alla volontà di Dio, va sempre maggiormente determinando le cose del mondo. Le scuole esoteriche del passato sono le scuole che conosciamo meglio, quelle di molti gruppi teosofici, degli ordini rosacrociani e le innumerevoli organizzazioni mistiche e metafisiche. Esse sono prettamente exoteriche e servono a fare appello all'interesse del pubblico. Impartiscono molte cognizioni utili per ciò che riguarda i tre mondi della umana evoluzione-mondo fisico, mondo emotivo e mondo mentale. Sono perfettamente adatte per i neofiti sul Sentiero della Prova, occupandosi principalmente dell'avvicinamento a Dio, per mezzo del cuore, e del profondo impulso umano, che può aiutare a trovarlo. Le scuole esoteriche del presente si vanno ora formando e che pretendono di impartire maggiore conoscenza che, coordinata ed applicata, rimane in gran parte teorica; spiegano che sempre la teoria precede la pratica. L'insegnamento in queste scuole è più avanzato di quello che si impartiva nelle scuole precedenti; esso, infatti, si spinge fuori dalla sfera dei tre mondi della personalità per entrare in quella dell'anima. Si parla del mondo dei valori occulti, a livello principalmente mentale; si dà massima importanza all'aspetto "conoscenza della divinità", più che all'aspetto "sentimento di Dio". Nel migliore dei casi, le vecchie scuole hanno prodotto l'integrazione della personalità, e hanno reso l'essenziale dualità del mistico un fatto effettivo. Le nuove scuole mirano ad una superiore fusione, quella tra la personalità integrata e l'anima, rivelando che, dietro al dualismo mistico (stato che è indubbiamente necessario), vi è il fatto occulto della identificazione con il divino. Le scuole veramente esoteriche sorgeranno allorché l'umanità sarà pronta per esse. Con l'evocazione e lo sviluppo della coscienza superiore, sarà possibile insegnare a lavorare coscientemente su livelli spirituali e ad agire come anima nei tre mondi dell'evoluzione umana, per il tramite di una personalità altamente intelligente. I discepoli vi saranno preparati per l'iniziazione e gli iniziati per le iniziazioni maggiori. Verrà data la maggiore importanza al modo di trattare le energie e le forze, alla saggezza come risultato della conoscenza applicata, al lavoro e ai piani della Gerarchia. Una volta che l'intuizione sia sviluppata si giungerà ad una fusione superiore, a quella cioè dell'uomo spirituale con l'Uno universale. La Teosofia è la Scuola Esoterica del Passato, quella del Presente e quella dell'Avvenire. Ma non bisogna mai dimenticare che dietro al mondo delle religioni, delle filosofie e delle scienze, c'è una sorgente poco compresa ma potente della vita spirituale dell'umanità: la Scuola dei Misteri.
La letteratura occidentale impiega pagine su pagine per accumulare senso, quella orientale tende ... more La letteratura occidentale impiega pagine su pagine per accumulare senso, quella orientale tende ad implodere il senso, a creare il vuoto, per generare nel lettore l'immaginario. Il testo perde la sua perentorietà e si fa pre-testo per una immagine creativa. Come l'onda sulla spiaggia, il simbolo torna e ritorna alla mente ed ogni volta il suo senso si rinnova e si arricchisce. Non siamo noi a interrogare il simbolo, ma è il simbolo ad eventuare in noi questa o quella cosa. Esso indica una via da seguire, ma non il luogo di arrivo: questo è un luogo personale, una conquista individuale. Se si misura ciò che si incontra con criteri stabiliti, non si troverà mai nulla di nuovo. Se si rinuncia a ciò e lo si vede solo come una via verso la scoperta, allora tutto si offre senza significato prestabilito. Il luogo non è più quello del rimosso, ma quello del ritorno. Le immagini del simbolo rivelano l'inconscio alla coscienza e ne permettono la lettura. Il linguaggio simbolico non espone all'apertura, ma apre l'apertura. I simboli non si interpretano perché non sono strumentali ma rivelativi. Per loro tramite l'anima visualizza la propria immagine e incontra la sua radice da cui non può separarsi: ogni volta che parla del mondo, ogni volta che lo interpreta, narra la propria storia. L'evocazione simbolica lega il conscio all'inconscio, l'esterno all'interno, l'essoterico all'esoterico. Il simbolo è mistero, i misteri non si interpretano; ad essi ci si accosta e alla loro vicinanza nascono altri pensieri, parole, fisionomie. Il simbolo rappresenta anche una via verso la verità, non quella intellettuale che, per conservare l'individuo, dispiega le sue forze principali nella finzione, ma quella vera che nasce dai livelli superiori del Manas, dal Sé superiore. Nietzsche nega la possibilità di accedere ad essa e considera quella umana un esercito di metafore, di metonimie, di antropomorfismi; una somma di relazioni umane che sono state potenziate poeticamente e retoricamente, trasferite e abbellite, cha dopo un lungo uso sembrano al popolo solide, canoniche e vincolanti. Queste verità sono illusorie. Per Gandhi la Verità è un albero con molte foglie: ciascuno vede una foglia ed in essa crede di individuare la verità. Lo specchio di Zeus, ridotto in frammenti, permette di vedere solo parti della verità. Il simbolo permette all'anima di concentrarsi su se stessa, di svolgersi come pura interiorità, di trascendere gli orizzonti del soggetto individuale. Jung ci dice che il simbolo è un termine, un nome, una rappresentazione che può essere familiare nella vita quotidiana ma che tuttavia possiede connotati specifici che vanno oltre al suo significato ovvio e convenzionale. Una parola, una immagine, è simbolica quando implica qualcosa che sta al di là del suo significato comune e immediato. L'uomo non percepisce e non comprende mai nulla in modo completo, anche perché ogni esperienza contiene un numero infinito di fattori sconosciuti. Non siamo in grado di conoscere la natura sostanziale della materia in sé, per cui, davanti a certi eventi, non troviamo nella nostra coscienza modelli di confronto. Siamo quasi sempre davanti a situazioni complesse, la cui analisi totale è praticamente impossibile, soprattutto se i tempi sono compressi. Ad esempio, le idee contenute nei sogni non possono essere spiegate solo in termini di memoria, ma esprimono pensieri nuovi che non hanno ancora raggiunto la soglia della coscienza. Perfino la parola non è univoca; spesso essa assume, da persona a persona, un significato leggermente diverso. Per non parlare degli archetipi, ovvero di quei "resti arcaici", forme mentali, la cui presenza non può essere spiegata da alcun elemento della vita individuale della persona e che si rivelano come dati primordiali, innati ed ereditati dalla mente umana. Questi sono in sé modelli statici, ma diventano dinamici quando si manifestano sotto forma di impulsi spontanei, quasi come quelli istintivi. Particolarmente importanti sono le immagini religiose quando si presentano alla coscienza come compensazione di complessi personali: basti pensare alla croce o alla resurrezione. L'uomo non vede la sua ombra, il lato oscuro della sua natura, motivo per cui non riesce ad immunizzarsi da infezioni e penetrazioni sia morali che mentali. A causa di ciò egli è lacerato da una serie di contrari (giorno e notte, vita e morte, felicità e sventura, bene e male, ecc.) che lo pongono disarmato in quel campo di battaglia che è la vita. Questa è ricca di emozioni e di idee
Conoscere se stessi è conoscere la propria relazione con il mondo. Ma non solo, è conoscere anche... more Conoscere se stessi è conoscere la propria relazione con il mondo. Ma non solo, è conoscere anche la relazione con la gente, con la Natura, con le cose che possediamo, Questa è la nostra vita; la relazione con il Tutto. La comprensione di questa relazione non richiede alcuna specializzazione, ma solo la consapevolezza necessaria per confrontarsi con la vita nel suo insieme, con la Totalità. Il problema è il modo in cui si può essere consapevoli. Cosa si deve fare per avere la necessaria attenzione? Anche in questo caso non serve una specializzazione, ma occorre conoscere il modo di approcciare le relazioni personali con gli altri esseri umani e con la Natura. Normalmente siamo collegati con le nostre idee, con le cose che si materializzano in illusioni, desideri, timori, ecc. Come possiamo essere coscienti di questo processo globale di relazioni? Tentare di comprendere queste relazioni non significa isolarsi, anzi richiede pieno riconoscimento degli altri, totale consapevolezza della realtà che ci circonda. In altre parole, come ci si mette in relazione con una persona, con un albero, con il cinguettio di un uccello? Come si fa ad essere consapevoli delle proprie reazioni mentre si legge un giornale? Siamo coscienti delle risposte superficiali della nostra mente e delle sue reazioni profonde? Come si diventa consapevoli di un qualcosa? Solitamente siamo consapevoli della reazione ad uno stimolo; vedo qualcosa di bello: la mia reazione è una sensazione che si identifica in un una sensazione di gioia. Possiamo verificare quello che accade in un determinato momento, senza dover studiare dei libri per farlo. Ci identifichiamo con l'accaduto e ne ricaviamo un senso di piacere o di dolore il che risponde alla nostra perenne preoccupazione di cercare il piacere ed evitare il dolore. Se si è interessati a qualcosa che dà piacere, attiviamo subito l'abilità di captarla; viceversa, se incontriamo qualcosa di doloroso, attiviamo l'altra capacità, quella di trovare il modo di evitarla. Anche quando tentiamo di comprendere noi stessi cerchiamo in noi una abilità, ma non la troviamo perché questo tipo di processo non è una facoltà in nostro possesso, né una tecnica che si possa affinare nel tempo con un costante addestramento. La coscienza di "guardare se stesso" nasce solo nel momento in cui avviene la relazione e si realizza nel modo in cui parliamo o ci comportiamo, Si tratta di guardarsi senza alcuna identificazione, senza fare confronti, senza giudicare: osservarsi, e basta. Questo atteggiamento blocca qualsiasi attività inconscia (ovvero la maggior parte delle nostra attività) e lascia emergere la consapevolezza della motivazione dell'azione, senza dover indagare o scavare nel profondo. Tale consapevolezza permette di vedere il processo globale sia del pensiero che della azione conseguente. La cosa importante perché ciò accada è quella di porsi davanti al fatto senza pregiudizi o condanne. Quando si condanna qualcosa non la si comprende: la condanna è un modo per evitare qualsiasi tipo di comprensione. Molti lo fanno di proposito: condannano immediatamente per dare l'impressione di aver capito tutto. Ben altro accade quando ci limitiamo ad osservare con cura, ponendo tutta la nostra attenzione; allora si diventa consapevoli del contenuto e del significato dell'azione. Ci si accorge subito di trovarsi su un piano di conoscenza diverso da quello che si ha quando si osserva con spirito critico. Osservare senza alcun tipo di giustificazione potrebbe apparire piuttosto negativo, ma non lo è, perché esso evidenzia la qualità della passività, azione diretta priva di qualsiasi inquinamento. Quando vogliamo comprendere qualcosa, dobbiamo assumere un atteggiamento passivo: non si può mantenere il pensiero fisso sui dettagli di un problema, analizzandone i particolari, perché si perde la visione del tutto. Per comprendere debbo comportarmi come una pellicola fotografica, cogliere la realtà così com'è, adottando una passività consapevole. Non si tratta di abilità o di specializzazione, ma di un modo per penetrare in noi stessi, comprendere noi stessi, cogliere non solo gli aspetti superficiali della consapevolezza, ma anche quelli più profondi, che sono molto più
IL SILENZIO-Capitolo Primo-Generalità Introduzione C'è un inizio in tutte le cose che segna un pu... more IL SILENZIO-Capitolo Primo-Generalità Introduzione C'è un inizio in tutte le cose che segna un punto ben preciso fra un prima ed un dopo. E' sempre difficile perché segna un distacco da ciò che si conosce e ciò che si vuol conoscere, una certezza contro una incognita. E' come imparare a nuotare: la paura iniziale di affogare rende difficili i movimenti, molto diversi da quelli usuali del muoversi sulla terraferma; l'articolazione scomposta degli arti annulla il naturale galleggiamento del tronco ed il corpo si appesantisce invece di alleggerirsi. Lentamente si avverte che si può stare a galla senza muoversi, ci si allena dove, in caso di necessità, si possono poggiare i piedi sul fondo, si alternano fasi di "galleggiamento" e di "piedi per terra" finché, improvvisamente, si avverte una sincronizzazione fra i movimenti e la posizione del corpo: si comincia a nuotare. Il resto è solo questione di allenamento. Quando si lascia il Mondo per andare nel Kosmos avviene più o meno la stessa cosa. Si comincia con la lettura e lentamente, molto lentamente, i centri neuronali del cervello si sganciano dai vecchi collegamenti per collegarsi secondo i nuovi apprendimenti. E' un processo molto lungo, mesi o anni, per ottenere un qualche risultato, durante il quale si oscilla fra il vecchio ed il nuovo, si galleggia (il nuovo) e si mettono i piedi per terra (il vecchio). Fra le due fasi si vivono momenti di grande incertezza, quasi di obnubilamento, difficilissimi da superare, che richiedono una certa dose di coraggio, ma anche una forte determinazione. Chi va avanti trova davanti a sé una nebbia che via via dirada, lasciando spazi mai visti prima, un incoraggiamento a proseguire; chi si ferma rimane in uno stato di estrema sofferenza, con possibili disturbi psicologici che rendono instabile la mente. Lettura, riflessione su quello che si legge, concentrazione sui nuovi concetti, sono esercizi che si possono fare senza alcun aiuto esterno. L'eventuale frequenza di persone preparate, capaci di dare consigli ben orientati può solo aiutare: lo sforzo principale è quello individuale. Ma non si può continuare all'infinito: se non si va avanti è meglio smettere. Questo vale anche dal punto di vista karmico: sforzi inutili servono solo a creare nuovo karma. Ovviamente, è necessario cambiare lo stile di vita: bisogna adottare una alimentazione adeguata per l'esercizio delle forze spirituali, impiegare il tempo libero in funzione del progresso che si vuole conseguire, non parlarne con nessuno, sacrificarsi in una dedizione assoluta al compito in cui si è impegnati. In termini esoterici, tutti questi aspetti esteriori si chiamano "ambiente" e sono essenziali per compiere il cammino. Il Mondo non dev'essere più lo scopo della vita, la meta da raggiungere è il Cosmo, la realtà spirituale, il luogo dove tutte le cose materiali sono il corpo fisico di un valore spirituale che le caratterizza. E' necessario "conoscere" con un senso diverso da quello materiale, un occhio particolare che sappia vedere al di là del velo di Maya, rivelando la vera essenza delle cose. Chi va avanti, senza alcuno sforzo troverà persone preparate che potranno aiutarlo a fare il percorso successivo, ad introdurlo in un ambiente idoneo, a prepararlo per salire a livelli superiori. La prudenza non è mai troppa e non è consigliabile affidarsi alle varie scuole commerciali o centri estetici, false scuole di yoga, Sette strane e pericolose. In assenza di un ambiente affidabile, è meglio proseguire da soli sul sentiero, con la certezza che i progressi giungeranno in proporzione agli sforzi. Ho usato il termine neutro nel rivolgermi alle persone perché in questo momento c'è una grande confusione nella società civile per quanto riguarda il sesso. In campo esoterico, spirituale, il sesso non esiste, poiché il corpo fisico è solo uno strumento: esso è la chitarra, il violino, il pianoforte, che la parte spirituale dell'essere umano suona per viaggiare su un piano di coscienza che non è più quello dei sensi inferiori. Quindi, da questo momento in poi, ogni riferimento all'essere umano si rivolge a chiunque, indipendentemente dal genere cui appartiene, con grande rispetto per la sua dignità.
Tutti conoscono il buddismo come religione. In realtà, è qualcosa di più di una semplice religion... more Tutti conoscono il buddismo come religione. In realtà, è qualcosa di più di una semplice religione. Qual è l'origine e la storia di questa dottrina religiosa? Il Buddhismo è la Via dell'Illuminazione e Buddha è colui che consegue l'illuminazione in vita. Il Buddhismo esisteva già prima di Gautama Sakyamuni, nell'Antico Tibet, quello a Nord dell'Himalaya, verso il Circolo Polare Artico. Il Budda più noto, quello che operò nella valle del Gange, proveniva da una famiglia molto ricca e la sua vita, come vuole la tradizione buddista, sarebbe stata preceduta da innumerevoli rinascite. I buddisti, infatti, credono nella reincarnazione, anche se scandita dalla successione di vite legate tra di loro attraverso la trasmissione degli effetti del karma. A 35 anni, dopo ben sette settimane di raccoglimento profondo e mai interrotto, nel mese di maggio, sotto un albero di fico, mentre si trovava lì a gambe incrociate nella nota posizione del loto, arrivò l'illuminazione perfetta. Meditò una notte intera, fino a raggiungere il Nirvana che, per i buddisti, è il fine ultimo della vita. Si ottiene grazie alla liberazione dal dolore dovuto all'esistenza. Non è un qualcosa che viene definito in termini positivi, contrariamente a quello che si pensa, ma negativi.
Le parole "esoterico" ed "occulto" significano "ciò che è nascosto", indicano ciò che sta dietro ... more Le parole "esoterico" ed "occulto" significano "ciò che è nascosto", indicano ciò che sta dietro all'apparenza esteriore, e additano le cause che producono l'apparenza e gli effetti; si occupano del mondo sottile delle energie e delle forze nascoste e velate dalle forme. Trattano di tutto ciò che deve essere conosciuto prima che la coscienza possa svilupparsi Le scuole esoteriche sono quelle che impartiscono maggiore conoscenza, la quale viene teorizzata ed applicata; ma è un fatto che spesso la teoria precede la pratica. Le scuole esoteriche attuali mirano ad una superiore fusione, quella tra la personalità integrata e l'anima, rivelando che, dietro al dualismo mistico (stato necessario), vi è il fatto occulto della identificazione con il divino. L'insegnamento in queste scuole è più avanzato di quello che si impartiva nelle scuole precedenti; esso, infatti, si spinge fuori dalla sfera dei tre mondi della personalità per entrare in quella dell'anima. Vi si tratta del mondo dei valori occulti, in cui si dà massima importanza all'aspetto "conoscenza della divinità". Le scuole esoteriche attuali mirano ad una superiore fusione, quella tra la personalità integrata e l'anima, rivelando che, dietro al dualismo mistico (stato necessario), vi è il fatto occulto della identificazione con il divino. Lo scopo di una scuola esoterica è quello di portare alla coscienza o consapevolezza dell'anima, alla conoscenza spirituale, alla comprensione delle forze superiori, alla conoscenza diretta della Gerarchia Spirituale che governa la vita del nostro pianeta, allo sviluppo progressivo della comprensione della natura divina e del Piano, che, in obbedienza alla volontà di Dio, va sempre maggiormente determinando le cose del mondo. Le scuole esoteriche del passato sono le scuole che conosciamo meglio, quelle di molti gruppi teosofici, degli ordini rosacrociani e le innumerevoli organizzazioni mistiche e metafisiche. Esse sono prettamente exoteriche e servono a fare appello all'interesse del pubblico. Impartiscono molte cognizioni utili per ciò che riguarda i tre mondi della umana evoluzione-mondo fisico, mondo emotivo e mondo mentale. Sono perfettamente adatte per i neofiti sul Sentiero della Prova, occupandosi principalmente dell'avvicinamento a Dio, per mezzo del cuore, e del profondo impulso umano, che può aiutare a trovarlo. Le scuole esoteriche del presente si vanno ora formando e che pretendono di impartire maggiore conoscenza che, coordinata ed applicata, rimane in gran parte teorica; spiegano che sempre la teoria precede la pratica. L'insegnamento in queste scuole è più avanzato di quello che si impartiva nelle scuole precedenti; esso, infatti, si spinge fuori dalla sfera dei tre mondi della personalità per entrare in quella dell'anima. Si parla del mondo dei valori occulti, a livello principalmente mentale; si dà massima importanza all'aspetto "conoscenza della divinità", più che all'aspetto "sentimento di Dio". Nel migliore dei casi, le vecchie scuole hanno prodotto l'integrazione della personalità, e hanno reso l'essenziale dualità del mistico un fatto effettivo. Le nuove scuole mirano ad una superiore fusione, quella tra la personalità integrata e l'anima, rivelando che, dietro al dualismo mistico (stato che è indubbiamente necessario), vi è il fatto occulto della identificazione con il divino. Le scuole veramente esoteriche sorgeranno allorché l'umanità sarà pronta per esse. Con l'evocazione e lo sviluppo della coscienza superiore, sarà possibile insegnare a lavorare coscientemente su livelli spirituali e ad agire come anima nei tre mondi dell'evoluzione umana, per il tramite di una personalità altamente intelligente. I discepoli vi saranno preparati per l'iniziazione e gli iniziati per le iniziazioni maggiori. Verrà data la maggiore importanza al modo di trattare le energie e le forze, alla saggezza come risultato della conoscenza applicata, al lavoro e ai piani della Gerarchia. Una volta che l'intuizione sia sviluppata si giungerà ad una fusione superiore, a quella cioè dell'uomo spirituale con l'Uno universale. La Teosofia è la Scuola Esoterica del Passato, quella del Presente e quella dell'Avvenire. Ma non bisogna mai dimenticare che dietro al mondo delle religioni, delle filosofie e delle scienze, c'è una sorgente poco compresa ma potente della vita spirituale dell'umanità: la Scuola dei Misteri.
La letteratura occidentale impiega pagine su pagine per accumulare senso, quella orientale tende ... more La letteratura occidentale impiega pagine su pagine per accumulare senso, quella orientale tende ad implodere il senso, a creare il vuoto, per generare nel lettore l'immaginario. Il testo perde la sua perentorietà e si fa pre-testo per una immagine creativa. Come l'onda sulla spiaggia, il simbolo torna e ritorna alla mente ed ogni volta il suo senso si rinnova e si arricchisce. Non siamo noi a interrogare il simbolo, ma è il simbolo ad eventuare in noi questa o quella cosa. Esso indica una via da seguire, ma non il luogo di arrivo: questo è un luogo personale, una conquista individuale. Se si misura ciò che si incontra con criteri stabiliti, non si troverà mai nulla di nuovo. Se si rinuncia a ciò e lo si vede solo come una via verso la scoperta, allora tutto si offre senza significato prestabilito. Il luogo non è più quello del rimosso, ma quello del ritorno. Le immagini del simbolo rivelano l'inconscio alla coscienza e ne permettono la lettura. Il linguaggio simbolico non espone all'apertura, ma apre l'apertura. I simboli non si interpretano perché non sono strumentali ma rivelativi. Per loro tramite l'anima visualizza la propria immagine e incontra la sua radice da cui non può separarsi: ogni volta che parla del mondo, ogni volta che lo interpreta, narra la propria storia. L'evocazione simbolica lega il conscio all'inconscio, l'esterno all'interno, l'essoterico all'esoterico. Il simbolo è mistero, i misteri non si interpretano; ad essi ci si accosta e alla loro vicinanza nascono altri pensieri, parole, fisionomie. Il simbolo rappresenta anche una via verso la verità, non quella intellettuale che, per conservare l'individuo, dispiega le sue forze principali nella finzione, ma quella vera che nasce dai livelli superiori del Manas, dal Sé superiore. Nietzsche nega la possibilità di accedere ad essa e considera quella umana un esercito di metafore, di metonimie, di antropomorfismi; una somma di relazioni umane che sono state potenziate poeticamente e retoricamente, trasferite e abbellite, cha dopo un lungo uso sembrano al popolo solide, canoniche e vincolanti. Queste verità sono illusorie. Per Gandhi la Verità è un albero con molte foglie: ciascuno vede una foglia ed in essa crede di individuare la verità. Lo specchio di Zeus, ridotto in frammenti, permette di vedere solo parti della verità. Il simbolo permette all'anima di concentrarsi su se stessa, di svolgersi come pura interiorità, di trascendere gli orizzonti del soggetto individuale. Jung ci dice che il simbolo è un termine, un nome, una rappresentazione che può essere familiare nella vita quotidiana ma che tuttavia possiede connotati specifici che vanno oltre al suo significato ovvio e convenzionale. Una parola, una immagine, è simbolica quando implica qualcosa che sta al di là del suo significato comune e immediato. L'uomo non percepisce e non comprende mai nulla in modo completo, anche perché ogni esperienza contiene un numero infinito di fattori sconosciuti. Non siamo in grado di conoscere la natura sostanziale della materia in sé, per cui, davanti a certi eventi, non troviamo nella nostra coscienza modelli di confronto. Siamo quasi sempre davanti a situazioni complesse, la cui analisi totale è praticamente impossibile, soprattutto se i tempi sono compressi. Ad esempio, le idee contenute nei sogni non possono essere spiegate solo in termini di memoria, ma esprimono pensieri nuovi che non hanno ancora raggiunto la soglia della coscienza. Perfino la parola non è univoca; spesso essa assume, da persona a persona, un significato leggermente diverso. Per non parlare degli archetipi, ovvero di quei "resti arcaici", forme mentali, la cui presenza non può essere spiegata da alcun elemento della vita individuale della persona e che si rivelano come dati primordiali, innati ed ereditati dalla mente umana. Questi sono in sé modelli statici, ma diventano dinamici quando si manifestano sotto forma di impulsi spontanei, quasi come quelli istintivi. Particolarmente importanti sono le immagini religiose quando si presentano alla coscienza come compensazione di complessi personali: basti pensare alla croce o alla resurrezione. L'uomo non vede la sua ombra, il lato oscuro della sua natura, motivo per cui non riesce ad immunizzarsi da infezioni e penetrazioni sia morali che mentali. A causa di ciò egli è lacerato da una serie di contrari (giorno e notte, vita e morte, felicità e sventura, bene e male, ecc.) che lo pongono disarmato in quel campo di battaglia che è la vita. Questa è ricca di emozioni e di idee
Conoscere se stessi è conoscere la propria relazione con il mondo. Ma non solo, è conoscere anche... more Conoscere se stessi è conoscere la propria relazione con il mondo. Ma non solo, è conoscere anche la relazione con la gente, con la Natura, con le cose che possediamo, Questa è la nostra vita; la relazione con il Tutto. La comprensione di questa relazione non richiede alcuna specializzazione, ma solo la consapevolezza necessaria per confrontarsi con la vita nel suo insieme, con la Totalità. Il problema è il modo in cui si può essere consapevoli. Cosa si deve fare per avere la necessaria attenzione? Anche in questo caso non serve una specializzazione, ma occorre conoscere il modo di approcciare le relazioni personali con gli altri esseri umani e con la Natura. Normalmente siamo collegati con le nostre idee, con le cose che si materializzano in illusioni, desideri, timori, ecc. Come possiamo essere coscienti di questo processo globale di relazioni? Tentare di comprendere queste relazioni non significa isolarsi, anzi richiede pieno riconoscimento degli altri, totale consapevolezza della realtà che ci circonda. In altre parole, come ci si mette in relazione con una persona, con un albero, con il cinguettio di un uccello? Come si fa ad essere consapevoli delle proprie reazioni mentre si legge un giornale? Siamo coscienti delle risposte superficiali della nostra mente e delle sue reazioni profonde? Come si diventa consapevoli di un qualcosa? Solitamente siamo consapevoli della reazione ad uno stimolo; vedo qualcosa di bello: la mia reazione è una sensazione che si identifica in un una sensazione di gioia. Possiamo verificare quello che accade in un determinato momento, senza dover studiare dei libri per farlo. Ci identifichiamo con l'accaduto e ne ricaviamo un senso di piacere o di dolore il che risponde alla nostra perenne preoccupazione di cercare il piacere ed evitare il dolore. Se si è interessati a qualcosa che dà piacere, attiviamo subito l'abilità di captarla; viceversa, se incontriamo qualcosa di doloroso, attiviamo l'altra capacità, quella di trovare il modo di evitarla. Anche quando tentiamo di comprendere noi stessi cerchiamo in noi una abilità, ma non la troviamo perché questo tipo di processo non è una facoltà in nostro possesso, né una tecnica che si possa affinare nel tempo con un costante addestramento. La coscienza di "guardare se stesso" nasce solo nel momento in cui avviene la relazione e si realizza nel modo in cui parliamo o ci comportiamo, Si tratta di guardarsi senza alcuna identificazione, senza fare confronti, senza giudicare: osservarsi, e basta. Questo atteggiamento blocca qualsiasi attività inconscia (ovvero la maggior parte delle nostra attività) e lascia emergere la consapevolezza della motivazione dell'azione, senza dover indagare o scavare nel profondo. Tale consapevolezza permette di vedere il processo globale sia del pensiero che della azione conseguente. La cosa importante perché ciò accada è quella di porsi davanti al fatto senza pregiudizi o condanne. Quando si condanna qualcosa non la si comprende: la condanna è un modo per evitare qualsiasi tipo di comprensione. Molti lo fanno di proposito: condannano immediatamente per dare l'impressione di aver capito tutto. Ben altro accade quando ci limitiamo ad osservare con cura, ponendo tutta la nostra attenzione; allora si diventa consapevoli del contenuto e del significato dell'azione. Ci si accorge subito di trovarsi su un piano di conoscenza diverso da quello che si ha quando si osserva con spirito critico. Osservare senza alcun tipo di giustificazione potrebbe apparire piuttosto negativo, ma non lo è, perché esso evidenzia la qualità della passività, azione diretta priva di qualsiasi inquinamento. Quando vogliamo comprendere qualcosa, dobbiamo assumere un atteggiamento passivo: non si può mantenere il pensiero fisso sui dettagli di un problema, analizzandone i particolari, perché si perde la visione del tutto. Per comprendere debbo comportarmi come una pellicola fotografica, cogliere la realtà così com'è, adottando una passività consapevole. Non si tratta di abilità o di specializzazione, ma di un modo per penetrare in noi stessi, comprendere noi stessi, cogliere non solo gli aspetti superficiali della consapevolezza, ma anche quelli più profondi, che sono molto più
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