While the peace prospects in syria alternate between near-achievement and disappearance, a group ... more While the peace prospects in syria alternate between near-achievement and disappearance, a group of academic researchers from italian and Middle eastern universities have initiated a discussion on future themes of the prospective reconstruction of one of the richer countries, both in historical-monumental heritage and the value of its landscape and urban system. the discussion aimed to focus on the meth-odological perspectives gained from the previous reconstruction experiences in italy with a consciousness of the specific nature of Mediterranean culture.....
The present study is designed by starting from a critical observation of all those places at the ... more The present study is designed by starting from a critical observation of all those places at the margins. These spaces are considered ‘space among things’, space that unites and at the same time divides and in the present scenario they escape from any definition although their existence is certain as well as the political-territorial importance. The time of partitioning, ‘matchings’ ‘overlapping’ exists. We could say then that ‘space among things’, borders generally turn out to be places where antinomies take on a concrete form that conquer Space, becoming characteristic places, peculiar binding places and at the same time elements of separation, closure and even openness toward the stranger. Therefore, drawing the line is an act of duty, necessary, to confront and as a social need to guarantee a certain recognition to the people and territorial identity. On the other hand, crossing the border does not imply elimination of it but rather its momentary transformation in open space, used, organized and abandoned. Living the ‘space in the middle’ means, living and building a third place whose centre is within, where everything is confused, mixed, where it is difficult to distinguish what belongs on one side and what belongs to the other. The hypothesis then, is space redefinition, another form or better yet, abandoning the common idea of barrier, the possibility to plan a flexible system, changeable and dynamic, a ‘filter space’, temporary, not continuous and fragmented within. The Land of the border becomes the Land where you are suspended in another dimension that ends up being a ‘ridiculous passageway’, where ‘misunderstanding’ dwells undisputed and very little is needed to have a conflict explode. In any case, the chaos which reigns becomes the first reason, the essential peculiarity from which to begin again and from which another reality can be foreseen.
In questo percorso di studio che trova nuovi stimoli nelle visioni del gruppo di studenti ARGO/N ... more In questo percorso di studio che trova nuovi stimoli nelle visioni del gruppo di studenti ARGO/N resta aperta la domanda prima, la domanda da cui si è partiti: perché parlare oggi di utopia? Ha avuto così inizio un viag-gio, a tratti paradossale, sbilenco e un po' folle, ora sotterraneo ora aereo, in cui lo sguardo accetta e fa propria una visione deformata, una visione analitica, complessa nella quale convivono fenomeni ordinari e straordina-ri. Nulla più che una 'collocazione all'infinito' in cui il pensiero si fa in-condizionato, senza bordi, attento alla dimensione urbana nella sua forma più complessa tanto da intuirne immagini fantastiche, estremizzazioni del presente, prospettive future per farsi oggettiva critica del contingente. Af-fiora in questo modo una complessità dominante che non si può governare; si cercano, allora, risposte in quella che potrebbe definirsi la filosofia della rappresentazione, figlia legittima della percezione e, nella forza del dise-gno, si manifestano combattività e passione. Dietro ogni immagine si va così palesando un rimando che reclama a gran voce una riflessione urbano-architettonica. Si cerca di vedere attraverso ciò che la realtà sottende; si ipotizza di andare al di là delle regole condivise, di comprendere le trame dell'invisibile per poi ricrearle in forme nuove, sempre nella cognizione del reale, guidati dal desiderio di indagare, di andare alla ricerca. Attraverso l'immaginazione, nell'ambito dell'architettura, si vedono, infatti, luoghi altrimenti invisibili, si usano percezioni, segni, colori che nel disegno si fanno sostanza architettonica, vere e proprie parole pro-gettuali. Lo stesso Schopenhauer, nel suo trattato Die welt Als Wille und Vorstellung scriveva che il "Mondo è rappresentazione" (sChopeNhauer 2002) intendendo che non esiste alcun oggetto in sé ma un solo soggetto che vede e percepisce l'oggetto. Ogni cosa, reale o virtuale che sia assume ragione e senso oggettivo soltanto in relazione al soggetto, ovvero al punto di vista di chi guarda................
A termine di ogni guerra, presente o passata che sia, è il ‘nulla’ che rimane: edifici vuoti, car... more A termine di ogni guerra, presente o passata che sia, è il ‘nulla’ che rimane: edifici vuoti, carbonizzati da cui è solo possibile intravvedere la città di un tempo che fu nella quale il ritmo, cadenzato da forti chiari e scuri, dato dai vuoti di portici, di fabbricati ‘sventrati’ restituiscono la drammaticità del conflitto, l’assurdità di guerra. Stili architettonici diversi condividono il degrado di cui sono vittime, coesistendo nel medesimo spazio, nel medesimo tempo. Edifici, un tempo possenti, resi precarie strutture sostenute da pilastri 'mutilati', instabili palazzi caduti fuori dal tempo, sospesi in una fine affatto finita, si relazionano al suolo non solo appoggiandovisi con l’obbiettivo di preservare intatta la morfologia primitiva quanto piuttosto si fanno interpreti di luogo, protagonisti del ricordo di un tempo passato. In una condizione di reciproco distacco le rovine appagano lo sguardo come se si trattasse di un paesaggio di sculture, di un paesaggio in cui si è liberi di perdersi nella dimensione di sogno sottesa dall’immagine di città ridotta in frammenti. Pur tuttavia il costante sviluppo nelle tecniche costruttive da un lato e di quelle distruttive dall’altro è andato delineando una sostanziale metamorfosi fra rovine e macerie, di fatto prospettando una radicale sovversione della secolare ‘poetica delle rovine’ in ‘poetica delle macerie’............
WALLSCOME è il primo studio ad analizzare il piano di divisione politico territoriale oggi in att... more WALLSCOME è il primo studio ad analizzare il piano di divisione politico territoriale oggi in atto. Un progetto interdisciplinare nel quale più realtà entrano in gioco unite da un comune interesse di ridefinizione geografico spaziale. Il progetto, a partire dall'analisi critico oggettiva dello stato di fatto, valuta cause ed effetti in un'orchestrazione di piani di progetto disposti alla ridefinizione di spazio caratterizzato dalla compresenza di parti diverse. Lo spazio di confine viene identificato quale spazio organizzato, uno spazio, sovente dai tratti urbani, una sorta di ‘città miraggio’, di ‘città di confine’ e più spesso ‘infrastruttura di contatto’. In definitiva, solo attraverso una fusione di orizzonti si ha comprensione reciproca: orizzonti cognitivi in grado di violare il Muro, andare oltre la partizione politico-territoriale da sempre imposta e che rende il mondo una sorta di baluardo più o meno fortificato di cui WALLSCOME suggerisce altra lettura interpretando le linee di confine come ‘città’, città degli arrivi e delle partenze, città che si potrebbero dire: dall’andamento rizomatico. Un'idea di molteplice in cui la struttura del ‘rizoma’ assume configurazioni decentrate, in cui ogni parte può essere connessa a un’altra senza passare per punti notevoli predefiniti, un po’ come è la rete infrastrutturale o anche il sistema virtuale di contatti globali.
Il presente studio mette in scena i cambiamenti territoriali in presenza di impianti di smaltimen... more Il presente studio mette in scena i cambiamenti territoriali in presenza di impianti di smaltimento, trattamento, raccolta rifiuti. Vere e proprie 'macchine industriali' sempre più necessarie e dalle potenzialità scenografiche. Si sostiene infatti un cambiamento nel nostro modo di guardare e accogliere tali impianti, per altro lasciando ampio spazio alla sperimentazione e alla libertà di azioni progettuali innovative. 1. INTRODUZIONE Questo saggio non vuole essere un grido di allarme ma una perorazione perché si riconosca che i rifiuti e i processi di scarto sono dotati di valore in quanto necessari alla vita delle persone, delle cose e dei luoghi. Del resto, è una realtà da sempre presente e che con gli anni è andata aumentando in modo esponenziale tanto da diventare un problema con il quale quotidianamente ci confrontiamo. Sono questi infatti gli anni del consumismo senza limiti, giunto, forse, al collasso, il cui primo monito di allarme è proprio questa presenza sempre più sconveniente di immondizia fastidiosa che invade ogni dove e che non sappiamo più dove nascondere. D'altra parte ogni cosa ha una sua storia e tutte le volte che buttiamo un oggetto, per scelta o per obbligo, produciamo un rifiuto. Da quel momento l'oggetto scompare dalla nostra vista, ma la sua vita, legata alle materie prime e all'energia impiegata per poterlo progettare, produrre, distribuire, usare e dismettere… non è finita. Il processo di dismissione è articolato, legato alla tipologia di rifiuto (urbano e speciale, pericoloso e non pericoloso), ai materiali di cui è composto e agli impianti di trattamento e smaltimento presenti sul territorio (impianti di riciclaggio, inceneritori, termovalorizzatori, impianti di compostaggio, discariche etc.). Impianti, questi ultimi, da intendere sempre più quali nuovi linguaggi architettonici in grado di sorprendere e con i quali presto dovremo imparare a convivere e vedere come occasioni progettuali. La modernità consiste, infatti, proprio nello sperimentare in questi spazi, ovvero in ciò che la tradizione non ha ancora riconosciuto, innovative idee progettuali. "L'attuale non è ciò che siamo, ma piuttosto ciò che stiamo diventando, ossia l'altro, il nostro divenir-altro". Michel Foucault. 2. UN PASSATO CHE SA DI FUTURO 2.1 Riportare un senso di luogo Nel panorama attuale gli scarti si presentano con la forza del tempo che passa ma anche l'arroganza del presente stemperato nell'ironica leggerezza della quotidiana necessità. Con quell'aria impulsiva, decadente e nostalgica i rifiuti si mostrano nel paesaggio con prepotenza e con il mutismo proprio
This chapter is the first study systematically analysing the field of evaluation of territorial-p... more This chapter is the first study systematically analysing the field of evaluation of territorial-political division as resulting from the practice of migration. In particular, the project is aimed to study all those places at the limits, the walls that divides territories and people, observing as the place where a new identity expressed by temporary settlements arose in a milieu characterized by a deep relation between social, politics, typical cultural, and revolutionary practices. Therefore, drawing the line is an act of duty, necessary to confront and as a social need to guarantee a certain recognition to the people and territorial identity. On the other hand, crossing the border does not imply elimination of it but rather its momentary transformation in open space, used, organized.
This article resumes my doctoral research about landscape changes connected with the presence of ... more This article resumes my doctoral research about landscape changes connected with the presence of waste. This is a tangible reality that invades the territory in many different ways, both in terms of time and space. The investigation addresses firstly the issue of garbage and its increasing accumulation, which ‘designs’ new and unexpected landscapes. It deals then with the ways waste accumulation can be turned into an opportunity to build up landscape and places. e present territorial dimension is inexorably besieged by garbage, it is exposed to a substantial environmental, cultural, economic and political alteration that some interesting projects tried to control and recover. A sort of ‘indicative atlas’ – where some reference plans are illustrated – has been therefore worked out, collecting and showing the actual distribution of existing plants for waste disposal and collection on the European territory in general, and more particularly in Italy. A further detailed study has been conducted about a territorial section of Lombardy, where territorial morphology and the inevitable environmental transformations has been also taken into consideration.
Il presente studio si struttura a partire dall’osservazione critica, oggettiva di tutti quei luog... more Il presente studio si struttura a partire dall’osservazione critica, oggettiva di tutti quei luoghi a margine che proprio perché sul limite nascondono realtà misteriose. Luoghi intesi quali: ‘spazi fra le cose’, spazi che uniscono e al contempo dividono e che nel panorama attuale fuggono da ogni qual si voglia definizione nonostante ne sia certa l’esistenza e l’importanza politico-territoriale. Si vive infatti il tempo delle partizione, degli ‘accostamenti’ delle ‘giustapposizioni’ e come diceva Foucault: «Siamo nell’età del simultaneo, della giustapposizione, del vicino e del lontano, del fianco a fianco e del disperso» (Foucault 1985-86, in Lotus International n.48-49, p.17). Si potrebbe dire allora che gli ‘spazi fra le cose’, i confini in genere si dimostrano luoghi dove antinomie assumono forma concreta tanto da conquistare ‘spazio’, prendere la ‘giusta misura’, farsi luoghi caratteristici, luoghi dalla curiosa proprietà di leganti e, al contempo, elementi di separazione, di chiusura e anche di apertura all’estraneo. Per cui tracciare un confine si dimostra atto debito e dovuto, assolutamente necessario, prima ragione di confronto e bisogno sociale per poter garantire una certa riconoscibilità di popolo e di identità territoriale. Oltrepassare il confine non implica la sua eliminazione quanto piuttosto la sua momentanea trasformazione in spazio aperto, organizzato e abbandonato. Ebbene ma allora nella scena contemporanea a tratti globale e a tratti ‘frantumata’, in una sempre più diffusa costruzione di Muri a confine quale organizzazione spaziale si va prospettando?
Paul Valery used to say that the time of the finite world has started.
We live in the time of par... more Paul Valery used to say that the time of the finite world has started. We live in the time of partitions and divisions, of spaces on the lmit showing mysterious realities and inhabited by people 'on hold’, by aspiring citizens at the door, stuck in a parallel and timeless world divorced by any common definition and cognition. A place of contact between diversities but also a place of separation in which a third space is structured, whose center is inside, where everything is mixed, combinated in an abnormal state. A sort of return to the initial chaos, to a primitive state in which there is no 'measure', in which, unopposed, the misunderstanding lives unopposed and from which you can start again and from which you can suppose other reality. Although we live in a time in which all kinds of disproportion are mixed, reciprocally conditioned in a discoraging form of globalization implying a general standardisation to a common model and therefore a rejection of the different. So, which can be the tomorrow's space, the making and thinking design in a territorial system, increasingly privatized and supervised, technologically advanced and sustainable?
This study is structured on the analysis of the definition of ruins and rubbles and then shows th... more This study is structured on the analysis of the definition of ruins and rubbles and then shows the real present state, through cartographic, historical, urban and territorial surveys of different stories of cities destroyed by acts of war (since the Second World War until the most recent conflicts: the Balkans with the siege of Sarajevo and the war in Lebanon with the 'destruction' of Beirut). The study was divided in parts relating to the material dimension of the destroyed city and the intrinsic spatial conformation, as results of acts of war such as: hills of rubble and modifying coastal lines as a result of piles of inert materials and also general waste. So the city gained a renewed postwar image, a different spatial identity and another orography that, now, asks to be revealed. Following the war, in effect, what remains is nothing more that a collection of urban materials often without any value that, in their physical state, occupy space and reveal other, unexpected urban and territorial pictures. However, 'rubble' take a meaning in 'urban design', take an active role in 'geographical plane' and show an alternative means to describe the overlapping and solidification of historical signs.
While the peace prospects in syria alternate between near-achievement and disappearance, a group ... more While the peace prospects in syria alternate between near-achievement and disappearance, a group of academic researchers from italian and Middle eastern universities have initiated a discussion on future themes of the prospective reconstruction of one of the richer countries, both in historical-monumental heritage and the value of its landscape and urban system. the discussion aimed to focus on the meth-odological perspectives gained from the previous reconstruction experiences in italy with a consciousness of the specific nature of Mediterranean culture.....
The present study is designed by starting from a critical observation of all those places at the ... more The present study is designed by starting from a critical observation of all those places at the margins. These spaces are considered ‘space among things’, space that unites and at the same time divides and in the present scenario they escape from any definition although their existence is certain as well as the political-territorial importance. The time of partitioning, ‘matchings’ ‘overlapping’ exists. We could say then that ‘space among things’, borders generally turn out to be places where antinomies take on a concrete form that conquer Space, becoming characteristic places, peculiar binding places and at the same time elements of separation, closure and even openness toward the stranger. Therefore, drawing the line is an act of duty, necessary, to confront and as a social need to guarantee a certain recognition to the people and territorial identity. On the other hand, crossing the border does not imply elimination of it but rather its momentary transformation in open space, used, organized and abandoned. Living the ‘space in the middle’ means, living and building a third place whose centre is within, where everything is confused, mixed, where it is difficult to distinguish what belongs on one side and what belongs to the other. The hypothesis then, is space redefinition, another form or better yet, abandoning the common idea of barrier, the possibility to plan a flexible system, changeable and dynamic, a ‘filter space’, temporary, not continuous and fragmented within. The Land of the border becomes the Land where you are suspended in another dimension that ends up being a ‘ridiculous passageway’, where ‘misunderstanding’ dwells undisputed and very little is needed to have a conflict explode. In any case, the chaos which reigns becomes the first reason, the essential peculiarity from which to begin again and from which another reality can be foreseen.
In questo percorso di studio che trova nuovi stimoli nelle visioni del gruppo di studenti ARGO/N ... more In questo percorso di studio che trova nuovi stimoli nelle visioni del gruppo di studenti ARGO/N resta aperta la domanda prima, la domanda da cui si è partiti: perché parlare oggi di utopia? Ha avuto così inizio un viag-gio, a tratti paradossale, sbilenco e un po' folle, ora sotterraneo ora aereo, in cui lo sguardo accetta e fa propria una visione deformata, una visione analitica, complessa nella quale convivono fenomeni ordinari e straordina-ri. Nulla più che una 'collocazione all'infinito' in cui il pensiero si fa in-condizionato, senza bordi, attento alla dimensione urbana nella sua forma più complessa tanto da intuirne immagini fantastiche, estremizzazioni del presente, prospettive future per farsi oggettiva critica del contingente. Af-fiora in questo modo una complessità dominante che non si può governare; si cercano, allora, risposte in quella che potrebbe definirsi la filosofia della rappresentazione, figlia legittima della percezione e, nella forza del dise-gno, si manifestano combattività e passione. Dietro ogni immagine si va così palesando un rimando che reclama a gran voce una riflessione urbano-architettonica. Si cerca di vedere attraverso ciò che la realtà sottende; si ipotizza di andare al di là delle regole condivise, di comprendere le trame dell'invisibile per poi ricrearle in forme nuove, sempre nella cognizione del reale, guidati dal desiderio di indagare, di andare alla ricerca. Attraverso l'immaginazione, nell'ambito dell'architettura, si vedono, infatti, luoghi altrimenti invisibili, si usano percezioni, segni, colori che nel disegno si fanno sostanza architettonica, vere e proprie parole pro-gettuali. Lo stesso Schopenhauer, nel suo trattato Die welt Als Wille und Vorstellung scriveva che il "Mondo è rappresentazione" (sChopeNhauer 2002) intendendo che non esiste alcun oggetto in sé ma un solo soggetto che vede e percepisce l'oggetto. Ogni cosa, reale o virtuale che sia assume ragione e senso oggettivo soltanto in relazione al soggetto, ovvero al punto di vista di chi guarda................
A termine di ogni guerra, presente o passata che sia, è il ‘nulla’ che rimane: edifici vuoti, car... more A termine di ogni guerra, presente o passata che sia, è il ‘nulla’ che rimane: edifici vuoti, carbonizzati da cui è solo possibile intravvedere la città di un tempo che fu nella quale il ritmo, cadenzato da forti chiari e scuri, dato dai vuoti di portici, di fabbricati ‘sventrati’ restituiscono la drammaticità del conflitto, l’assurdità di guerra. Stili architettonici diversi condividono il degrado di cui sono vittime, coesistendo nel medesimo spazio, nel medesimo tempo. Edifici, un tempo possenti, resi precarie strutture sostenute da pilastri 'mutilati', instabili palazzi caduti fuori dal tempo, sospesi in una fine affatto finita, si relazionano al suolo non solo appoggiandovisi con l’obbiettivo di preservare intatta la morfologia primitiva quanto piuttosto si fanno interpreti di luogo, protagonisti del ricordo di un tempo passato. In una condizione di reciproco distacco le rovine appagano lo sguardo come se si trattasse di un paesaggio di sculture, di un paesaggio in cui si è liberi di perdersi nella dimensione di sogno sottesa dall’immagine di città ridotta in frammenti. Pur tuttavia il costante sviluppo nelle tecniche costruttive da un lato e di quelle distruttive dall’altro è andato delineando una sostanziale metamorfosi fra rovine e macerie, di fatto prospettando una radicale sovversione della secolare ‘poetica delle rovine’ in ‘poetica delle macerie’............
WALLSCOME è il primo studio ad analizzare il piano di divisione politico territoriale oggi in att... more WALLSCOME è il primo studio ad analizzare il piano di divisione politico territoriale oggi in atto. Un progetto interdisciplinare nel quale più realtà entrano in gioco unite da un comune interesse di ridefinizione geografico spaziale. Il progetto, a partire dall'analisi critico oggettiva dello stato di fatto, valuta cause ed effetti in un'orchestrazione di piani di progetto disposti alla ridefinizione di spazio caratterizzato dalla compresenza di parti diverse. Lo spazio di confine viene identificato quale spazio organizzato, uno spazio, sovente dai tratti urbani, una sorta di ‘città miraggio’, di ‘città di confine’ e più spesso ‘infrastruttura di contatto’. In definitiva, solo attraverso una fusione di orizzonti si ha comprensione reciproca: orizzonti cognitivi in grado di violare il Muro, andare oltre la partizione politico-territoriale da sempre imposta e che rende il mondo una sorta di baluardo più o meno fortificato di cui WALLSCOME suggerisce altra lettura interpretando le linee di confine come ‘città’, città degli arrivi e delle partenze, città che si potrebbero dire: dall’andamento rizomatico. Un'idea di molteplice in cui la struttura del ‘rizoma’ assume configurazioni decentrate, in cui ogni parte può essere connessa a un’altra senza passare per punti notevoli predefiniti, un po’ come è la rete infrastrutturale o anche il sistema virtuale di contatti globali.
Il presente studio mette in scena i cambiamenti territoriali in presenza di impianti di smaltimen... more Il presente studio mette in scena i cambiamenti territoriali in presenza di impianti di smaltimento, trattamento, raccolta rifiuti. Vere e proprie 'macchine industriali' sempre più necessarie e dalle potenzialità scenografiche. Si sostiene infatti un cambiamento nel nostro modo di guardare e accogliere tali impianti, per altro lasciando ampio spazio alla sperimentazione e alla libertà di azioni progettuali innovative. 1. INTRODUZIONE Questo saggio non vuole essere un grido di allarme ma una perorazione perché si riconosca che i rifiuti e i processi di scarto sono dotati di valore in quanto necessari alla vita delle persone, delle cose e dei luoghi. Del resto, è una realtà da sempre presente e che con gli anni è andata aumentando in modo esponenziale tanto da diventare un problema con il quale quotidianamente ci confrontiamo. Sono questi infatti gli anni del consumismo senza limiti, giunto, forse, al collasso, il cui primo monito di allarme è proprio questa presenza sempre più sconveniente di immondizia fastidiosa che invade ogni dove e che non sappiamo più dove nascondere. D'altra parte ogni cosa ha una sua storia e tutte le volte che buttiamo un oggetto, per scelta o per obbligo, produciamo un rifiuto. Da quel momento l'oggetto scompare dalla nostra vista, ma la sua vita, legata alle materie prime e all'energia impiegata per poterlo progettare, produrre, distribuire, usare e dismettere… non è finita. Il processo di dismissione è articolato, legato alla tipologia di rifiuto (urbano e speciale, pericoloso e non pericoloso), ai materiali di cui è composto e agli impianti di trattamento e smaltimento presenti sul territorio (impianti di riciclaggio, inceneritori, termovalorizzatori, impianti di compostaggio, discariche etc.). Impianti, questi ultimi, da intendere sempre più quali nuovi linguaggi architettonici in grado di sorprendere e con i quali presto dovremo imparare a convivere e vedere come occasioni progettuali. La modernità consiste, infatti, proprio nello sperimentare in questi spazi, ovvero in ciò che la tradizione non ha ancora riconosciuto, innovative idee progettuali. "L'attuale non è ciò che siamo, ma piuttosto ciò che stiamo diventando, ossia l'altro, il nostro divenir-altro". Michel Foucault. 2. UN PASSATO CHE SA DI FUTURO 2.1 Riportare un senso di luogo Nel panorama attuale gli scarti si presentano con la forza del tempo che passa ma anche l'arroganza del presente stemperato nell'ironica leggerezza della quotidiana necessità. Con quell'aria impulsiva, decadente e nostalgica i rifiuti si mostrano nel paesaggio con prepotenza e con il mutismo proprio
This chapter is the first study systematically analysing the field of evaluation of territorial-p... more This chapter is the first study systematically analysing the field of evaluation of territorial-political division as resulting from the practice of migration. In particular, the project is aimed to study all those places at the limits, the walls that divides territories and people, observing as the place where a new identity expressed by temporary settlements arose in a milieu characterized by a deep relation between social, politics, typical cultural, and revolutionary practices. Therefore, drawing the line is an act of duty, necessary to confront and as a social need to guarantee a certain recognition to the people and territorial identity. On the other hand, crossing the border does not imply elimination of it but rather its momentary transformation in open space, used, organized.
This article resumes my doctoral research about landscape changes connected with the presence of ... more This article resumes my doctoral research about landscape changes connected with the presence of waste. This is a tangible reality that invades the territory in many different ways, both in terms of time and space. The investigation addresses firstly the issue of garbage and its increasing accumulation, which ‘designs’ new and unexpected landscapes. It deals then with the ways waste accumulation can be turned into an opportunity to build up landscape and places. e present territorial dimension is inexorably besieged by garbage, it is exposed to a substantial environmental, cultural, economic and political alteration that some interesting projects tried to control and recover. A sort of ‘indicative atlas’ – where some reference plans are illustrated – has been therefore worked out, collecting and showing the actual distribution of existing plants for waste disposal and collection on the European territory in general, and more particularly in Italy. A further detailed study has been conducted about a territorial section of Lombardy, where territorial morphology and the inevitable environmental transformations has been also taken into consideration.
Il presente studio si struttura a partire dall’osservazione critica, oggettiva di tutti quei luog... more Il presente studio si struttura a partire dall’osservazione critica, oggettiva di tutti quei luoghi a margine che proprio perché sul limite nascondono realtà misteriose. Luoghi intesi quali: ‘spazi fra le cose’, spazi che uniscono e al contempo dividono e che nel panorama attuale fuggono da ogni qual si voglia definizione nonostante ne sia certa l’esistenza e l’importanza politico-territoriale. Si vive infatti il tempo delle partizione, degli ‘accostamenti’ delle ‘giustapposizioni’ e come diceva Foucault: «Siamo nell’età del simultaneo, della giustapposizione, del vicino e del lontano, del fianco a fianco e del disperso» (Foucault 1985-86, in Lotus International n.48-49, p.17). Si potrebbe dire allora che gli ‘spazi fra le cose’, i confini in genere si dimostrano luoghi dove antinomie assumono forma concreta tanto da conquistare ‘spazio’, prendere la ‘giusta misura’, farsi luoghi caratteristici, luoghi dalla curiosa proprietà di leganti e, al contempo, elementi di separazione, di chiusura e anche di apertura all’estraneo. Per cui tracciare un confine si dimostra atto debito e dovuto, assolutamente necessario, prima ragione di confronto e bisogno sociale per poter garantire una certa riconoscibilità di popolo e di identità territoriale. Oltrepassare il confine non implica la sua eliminazione quanto piuttosto la sua momentanea trasformazione in spazio aperto, organizzato e abbandonato. Ebbene ma allora nella scena contemporanea a tratti globale e a tratti ‘frantumata’, in una sempre più diffusa costruzione di Muri a confine quale organizzazione spaziale si va prospettando?
Paul Valery used to say that the time of the finite world has started.
We live in the time of par... more Paul Valery used to say that the time of the finite world has started. We live in the time of partitions and divisions, of spaces on the lmit showing mysterious realities and inhabited by people 'on hold’, by aspiring citizens at the door, stuck in a parallel and timeless world divorced by any common definition and cognition. A place of contact between diversities but also a place of separation in which a third space is structured, whose center is inside, where everything is mixed, combinated in an abnormal state. A sort of return to the initial chaos, to a primitive state in which there is no 'measure', in which, unopposed, the misunderstanding lives unopposed and from which you can start again and from which you can suppose other reality. Although we live in a time in which all kinds of disproportion are mixed, reciprocally conditioned in a discoraging form of globalization implying a general standardisation to a common model and therefore a rejection of the different. So, which can be the tomorrow's space, the making and thinking design in a territorial system, increasingly privatized and supervised, technologically advanced and sustainable?
This study is structured on the analysis of the definition of ruins and rubbles and then shows th... more This study is structured on the analysis of the definition of ruins and rubbles and then shows the real present state, through cartographic, historical, urban and territorial surveys of different stories of cities destroyed by acts of war (since the Second World War until the most recent conflicts: the Balkans with the siege of Sarajevo and the war in Lebanon with the 'destruction' of Beirut). The study was divided in parts relating to the material dimension of the destroyed city and the intrinsic spatial conformation, as results of acts of war such as: hills of rubble and modifying coastal lines as a result of piles of inert materials and also general waste. So the city gained a renewed postwar image, a different spatial identity and another orography that, now, asks to be revealed. Following the war, in effect, what remains is nothing more that a collection of urban materials often without any value that, in their physical state, occupy space and reveal other, unexpected urban and territorial pictures. However, 'rubble' take a meaning in 'urban design', take an active role in 'geographical plane' and show an alternative means to describe the overlapping and solidification of historical signs.
liberedizioni Paesaggi alterati € 1 4 , 0 0 La questione "spazzatura" viene qui affrontata second... more liberedizioni Paesaggi alterati € 1 4 , 0 0 La questione "spazzatura" viene qui affrontata secondo plurime e sorprendenti ac-cezioni che spaziano dalla letteratura, all'arte, al cinema… per poi confermarne la presenza fisica e quindi l'inevitabile disegno d'inaspettati e stupefacenti paesaggi. In particolare, di come questa diventi luogo su cui aleggia il desiderio di riscatto e di recupero. Recupero descritto, inizialmente, da una sorta di "atlante orientativo" di progetti esemplari di aree così alterate e, in un secondo tempo, da aspetti statistici, quantitativi in merito alla produzione di spazzatura (in Europa e in Italia nello speci-fico) attestando così le sorprendenti condizioni in cui, oggi, si presenta il territorio contemporaneo. Territorio che viene descritto cartograficamente in modo da evidenziare la considere-vole diffusione delle aree di raccolta e smaltimento rifiuti, nello specifico in Regione Lombardia, lungo l'asse autostradale A4, dove la maggior parte di esse si concentra. Il presente studio si dedica, quindi, sia ad aspetti meramente tecnici, pragmatici e sia ad aspetti suggestivi e forse utopici, illusori.
Nei territori del nostro tempo, il progetto di architettura entra in relazione con le tracce più ... more Nei territori del nostro tempo, il progetto di architettura entra in relazione con le tracce più o meno visibili ed immateriali di identità storiche che hanno stratificato le realtà che abitiamo ogni giorno. I saggi di questa pubblicazione rappresentano uno spaccato pluridentitario sul tema della riqualificazione di aree di confine e di conflitti dove memorie, tracce e assenze continuano a creare fenomeni di rimembranza raccontando di dense storie umane in attesa, forse, di nuove rinascite.
Paesaggi rifiutati - Paesaggi riciclati. I luoghi di raccolta e
smaltimento rifiuti, prospettiv... more Paesaggi rifiutati - Paesaggi riciclati. I luoghi di raccolta e
smaltimento rifiuti, prospettive e approcci contemporanei
Africa: il finale di una tragica beffa, di un nuovo dirompente oscurantismo. Spazi d’ombra…riserv... more Africa: il finale di una tragica beffa, di un nuovo dirompente oscurantismo. Spazi d’ombra…riserva territoriale
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A sort of ‘indicative atlas’ – where some reference plans are illustrated – has been therefore worked out, collecting and showing the actual distribution of existing plants for waste disposal and collection on the European territory in general, and more particularly in Italy.
A further detailed study has been conducted about a territorial section of Lombardy, where territorial morphology and the inevitable environmental transformations has been also taken into consideration.
We live in the time of partitions and divisions, of spaces on the lmit showing mysterious realities and inhabited by people 'on hold’, by aspiring citizens at the door, stuck in a parallel and timeless world divorced by any common definition and cognition. A place of contact between diversities but also a place of separation in which a third space is structured, whose center is inside, where everything is mixed, combinated in an abnormal state. A sort of return to the initial chaos, to a primitive state in which there is no 'measure', in which, unopposed, the misunderstanding lives unopposed and from which you can start again and from which you can suppose other reality. Although we live in a time in which all kinds of disproportion are mixed, reciprocally conditioned in a discoraging form of globalization implying a general standardisation to a common model and therefore a rejection of the different. So, which can be the tomorrow's space, the making and thinking design in a territorial system, increasingly privatized and supervised, technologically advanced and sustainable?
A sort of ‘indicative atlas’ – where some reference plans are illustrated – has been therefore worked out, collecting and showing the actual distribution of existing plants for waste disposal and collection on the European territory in general, and more particularly in Italy.
A further detailed study has been conducted about a territorial section of Lombardy, where territorial morphology and the inevitable environmental transformations has been also taken into consideration.
We live in the time of partitions and divisions, of spaces on the lmit showing mysterious realities and inhabited by people 'on hold’, by aspiring citizens at the door, stuck in a parallel and timeless world divorced by any common definition and cognition. A place of contact between diversities but also a place of separation in which a third space is structured, whose center is inside, where everything is mixed, combinated in an abnormal state. A sort of return to the initial chaos, to a primitive state in which there is no 'measure', in which, unopposed, the misunderstanding lives unopposed and from which you can start again and from which you can suppose other reality. Although we live in a time in which all kinds of disproportion are mixed, reciprocally conditioned in a discoraging form of globalization implying a general standardisation to a common model and therefore a rejection of the different. So, which can be the tomorrow's space, the making and thinking design in a territorial system, increasingly privatized and supervised, technologically advanced and sustainable?
smaltimento rifiuti, prospettive e approcci contemporanei