Il 17 novembre 2014, nel corso della sessantanovesima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazi... more Il 17 novembre 2014, nel corso della sessantanovesima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, i delegati della Federazione Russa propongono una mozione (A/C.3/69/L.56/Rev.1) al Third Committee (relativo ai Social, Humanitarian & Cultural Issues) per «Combattere la glorificazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche che contribuiscono ad alimentare le contemporanee forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza».
Il 21 novembre 2014 la mozione viene messa ai voti ed approvata con 115 voti favorevoli e 3 contrari: sono i voti di Stati Uniti, Canada e Ucraina.
I paesi astenuti sono 55, e corrispondono ai paesi membri dell’Unione Europea (Italia compresa, che – per inciso – in quel periodo era presidente di turno dell’UE), ai restanti paesi della NATO e ai paesi del Five Eyes – Accordo UKUSA (oggi in parte confluiti nell’AUKUS). La risoluzione entra in vigore il 18 dicembre 2014 (A/RES/69/160).
Sono passati circa nove mesi dalla rivoluzione di Maidan, e la stampa internazionale è abbastanza incuriosita dall’astensione dell’UE dalla votazione della risoluzione, in particolare per quanto concerne le posizioni di Germania, Francia e Inghilterra (all’epoca ancora stato membro). Appare
tuttavia chiaro, tra i vari commentatori, la volontà degli alleati degli Stati Uniti di fare scudo intorno all’Ucraina, contro la cui dirigenza era evidentemente rivolta la mozione presentata dalla Russia. In Italia invece la notizia viene praticamente ignorata da tutti i media.
Nel corso degli anni successivi, a più riprese (2021 compreso) la Russia ripresenta ai voti la stessa mozione, nel tentativo di allargare il novero dei paesi favorevoli, lamentando la persistenza delle problematiche in oggetto nonostante le precedenti approvazioni da parte dell’Assemblea Generale. I
risultati saranno sempre gli stessi: risoluzioni approvate ma con il voto contrario di Usa e Ucrania e paesi UE/NATO/AUKUS astenuti. Anche alle votazioni successive la stampa italiana non dà alcun risalto.
Curiosamente, il Parlamento Europeo rimanda al testo di una di queste risoluzioni – pur non avendola votata1 – in una Risoluzione del 25 ottobre 2018 sull’Aumento della violenza neofascista in Europa.
Si riportano in questo dossier gli articoli apparsi nei media italiani in merito al voto del 21 novembre 2014; di quattro articoli – qui disposti in ordinine cronologico – solo uno è apparso nella versione elettronica di un quotidiano nazionale (la Stampa). In aggiunta, si allega un articolo italiano sulla votazione della risoluzione del 2020. Si allega anche l’esito dell’ultima votazione in ordine di tempo (16 dicembre 2021).
Il 17 novembre 2014, nel corso della sessantanovesima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazi... more Il 17 novembre 2014, nel corso della sessantanovesima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, i delegati della Federazione Russa propongono una mozione (A/C.3/69/L.56/Rev.1) al Third Committee (relativo ai Social, Humanitarian & Cultural Issues) per «Combattere la glorificazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche che contribuiscono ad alimentare le contemporanee forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza».
Il 21 novembre 2014 la mozione viene messa ai voti ed approvata con 115 voti favorevoli e 3 contrari: sono i voti di Stati Uniti, Canada e Ucraina.
I paesi astenuti sono 55, e corrispondono ai paesi membri dell’Unione Europea (Italia compresa, che – per inciso – in quel periodo era presidente di turno dell’UE), ai restanti paesi della NATO e ai paesi del Five Eyes – Accordo UKUSA (oggi in parte confluiti nell’AUKUS). La risoluzione entra in vigore il 18 dicembre 2014 (A/RES/69/160).
Sono passati circa nove mesi dalla rivoluzione di Maidan, e la stampa internazionale è abbastanza incuriosita dall’astensione dell’UE dalla votazione della risoluzione, in particolare per quanto concerne le posizioni di Germania, Francia e Inghilterra (all’epoca ancora stato membro). Appare
tuttavia chiaro, tra i vari commentatori, la volontà degli alleati degli Stati Uniti di fare scudo intorno all’Ucraina, contro la cui dirigenza era evidentemente rivolta la mozione presentata dalla Russia. In Italia invece la notizia viene praticamente ignorata da tutti i media.
Nel corso degli anni successivi, a più riprese (2021 compreso) la Russia ripresenta ai voti la stessa mozione, nel tentativo di allargare il novero dei paesi favorevoli, lamentando la persistenza delle problematiche in oggetto nonostante le precedenti approvazioni da parte dell’Assemblea Generale. I
risultati saranno sempre gli stessi: risoluzioni approvate ma con il voto contrario di Usa e Ucrania e paesi UE/NATO/AUKUS astenuti. Anche alle votazioni successive la stampa italiana non dà alcun risalto.
Curiosamente, il Parlamento Europeo rimanda al testo di una di queste risoluzioni – pur non avendola votata1 – in una Risoluzione del 25 ottobre 2018 sull’Aumento della violenza neofascista in Europa.
Si riportano in questo dossier gli articoli apparsi nei media italiani in merito al voto del 21 novembre 2014; di quattro articoli – qui disposti in ordinine cronologico – solo uno è apparso nella versione elettronica di un quotidiano nazionale (la Stampa). In aggiunta, si allega un articolo italiano sulla votazione della risoluzione del 2020. Si allega anche l’esito dell’ultima votazione in ordine di tempo (16 dicembre 2021).
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Il 21 novembre 2014 la mozione viene messa ai voti ed approvata con 115 voti favorevoli e 3 contrari: sono i voti di Stati Uniti, Canada e Ucraina.
I paesi astenuti sono 55, e corrispondono ai paesi membri dell’Unione Europea (Italia compresa, che – per inciso – in quel periodo era presidente di turno dell’UE), ai restanti paesi della NATO e ai paesi del Five Eyes – Accordo UKUSA (oggi in parte confluiti nell’AUKUS). La risoluzione entra in vigore il 18 dicembre 2014 (A/RES/69/160).
Sono passati circa nove mesi dalla rivoluzione di Maidan, e la stampa internazionale è abbastanza incuriosita dall’astensione dell’UE dalla votazione della risoluzione, in particolare per quanto concerne le posizioni di Germania, Francia e Inghilterra (all’epoca ancora stato membro). Appare
tuttavia chiaro, tra i vari commentatori, la volontà degli alleati degli Stati Uniti di fare scudo intorno all’Ucraina, contro la cui dirigenza era evidentemente rivolta la mozione presentata dalla Russia. In Italia invece la notizia viene praticamente ignorata da tutti i media.
Nel corso degli anni successivi, a più riprese (2021 compreso) la Russia ripresenta ai voti la stessa mozione, nel tentativo di allargare il novero dei paesi favorevoli, lamentando la persistenza delle problematiche in oggetto nonostante le precedenti approvazioni da parte dell’Assemblea Generale. I
risultati saranno sempre gli stessi: risoluzioni approvate ma con il voto contrario di Usa e Ucrania e paesi UE/NATO/AUKUS astenuti. Anche alle votazioni successive la stampa italiana non dà alcun risalto.
Curiosamente, il Parlamento Europeo rimanda al testo di una di queste risoluzioni – pur non avendola votata1 – in una Risoluzione del 25 ottobre 2018 sull’Aumento della violenza neofascista in Europa.
Si riportano in questo dossier gli articoli apparsi nei media italiani in merito al voto del 21 novembre 2014; di quattro articoli – qui disposti in ordinine cronologico – solo uno è apparso nella versione elettronica di un quotidiano nazionale (la Stampa). In aggiunta, si allega un articolo italiano sulla votazione della risoluzione del 2020. Si allega anche l’esito dell’ultima votazione in ordine di tempo (16 dicembre 2021).
Il 21 novembre 2014 la mozione viene messa ai voti ed approvata con 115 voti favorevoli e 3 contrari: sono i voti di Stati Uniti, Canada e Ucraina.
I paesi astenuti sono 55, e corrispondono ai paesi membri dell’Unione Europea (Italia compresa, che – per inciso – in quel periodo era presidente di turno dell’UE), ai restanti paesi della NATO e ai paesi del Five Eyes – Accordo UKUSA (oggi in parte confluiti nell’AUKUS). La risoluzione entra in vigore il 18 dicembre 2014 (A/RES/69/160).
Sono passati circa nove mesi dalla rivoluzione di Maidan, e la stampa internazionale è abbastanza incuriosita dall’astensione dell’UE dalla votazione della risoluzione, in particolare per quanto concerne le posizioni di Germania, Francia e Inghilterra (all’epoca ancora stato membro). Appare
tuttavia chiaro, tra i vari commentatori, la volontà degli alleati degli Stati Uniti di fare scudo intorno all’Ucraina, contro la cui dirigenza era evidentemente rivolta la mozione presentata dalla Russia. In Italia invece la notizia viene praticamente ignorata da tutti i media.
Nel corso degli anni successivi, a più riprese (2021 compreso) la Russia ripresenta ai voti la stessa mozione, nel tentativo di allargare il novero dei paesi favorevoli, lamentando la persistenza delle problematiche in oggetto nonostante le precedenti approvazioni da parte dell’Assemblea Generale. I
risultati saranno sempre gli stessi: risoluzioni approvate ma con il voto contrario di Usa e Ucrania e paesi UE/NATO/AUKUS astenuti. Anche alle votazioni successive la stampa italiana non dà alcun risalto.
Curiosamente, il Parlamento Europeo rimanda al testo di una di queste risoluzioni – pur non avendola votata1 – in una Risoluzione del 25 ottobre 2018 sull’Aumento della violenza neofascista in Europa.
Si riportano in questo dossier gli articoli apparsi nei media italiani in merito al voto del 21 novembre 2014; di quattro articoli – qui disposti in ordinine cronologico – solo uno è apparso nella versione elettronica di un quotidiano nazionale (la Stampa). In aggiunta, si allega un articolo italiano sulla votazione della risoluzione del 2020. Si allega anche l’esito dell’ultima votazione in ordine di tempo (16 dicembre 2021).